Piena fiducia nell’operato della Magistratura. Detta così non fa una piega. È la frase di rito una volta che iniziano le indagini. Magistratura che con le forze dell ordine ha il suo bel daffare. Sappiamo di essere un paese corrotto, dove è molto sviluppata l’evasione fiscale e dove le droghe sono in costante ed inarrestabile aumento per uso e spaccio.
Oltre a ciò, mi sembra che siamo il primo paese a livello mondiale per densità di popolazione in rapporto alla criminalità organizzata. Partendo dal Sud tutta l’economia italiana è permeata di soldi provenienti da attività illecite. La magistratura compie il suo dovere d‘indagine, anche se magari qualcuno continua nel sonnecchiare o a voltarsi dall’altra parte. Grazie addirittura qualcuno, chissà, ci inzuppa il biscotto. Ci sono magistrati coraggiosi , intraprendenti, ci sono magistrati svogliati e corrotti.
Basta leggere i romanzi di Gianrico Carofiglio per farsene un’idea. Personaggi inventati, sicuramente ispirati dalla sua diretta esperienza. Lui, magistrato pugliese e’ diventato una delle icone letterarie di questi anni. I suoi polizieschi sono un pretesto per raccontarci la realtà trentennale di una giustizia zoppicante e in alcuni casi inutilmente contorta. Personalmente trovo un certo fastidio per chi, generalmente semplice cittadino, dopo 5 minuti dall’avvenuto arresto sa già tutto. Se vengono arrestati sono sicuramente colpevoli o sicuramente avranno una condanna esemplare. Nei fatti non è proprio cosi. Anzi, direi nella maggioranza dei casi è proprio l’opposto. Uno dei miei miti in assoluto è Nicola Gratteri. Procurato capo di Catanzaro. Una vita contro la ‘Ndrangheta e non solo. Ha fatto arrestare mezza Italia con delle “puntatine” in Piemonte e valle d Aosta. Non è una novità che queste due regioni siano infestate dalla criminalità organizzata. Con reazioni diverse da parte delle procure. Bruno Caccia è stato assassinato. Ad Aosta si sono messi d’accordo. A Torino in passato sono in qualche modo stati lambiti magistrati che poi si sono (presumo) dovuti dimettere. Coinvolti e, sempre che io sappia non indagati. Un ex procuratore capo di Pinerolo se la cavò, alla fine, con poco. Nel 2009 fu arrestato per tangenti tra i tre e cinque milioni. Quattro anni dopo patteggio’ 4 anni restituendo un milione. Espulso dalla magistratura comunque andò in pensione. Per dovere di cronaca , anche prima alla Procura di Torino era decisamente chiacchierato. Tornando a Nicola Gratteri fece arrestare in un solo momento 780 persone.
I più sarebbero stati i colletti bianchi della ‘Ndrangheta. Sarebbero perché qui cominciano le note dolenti. Dei 780 solo il il 25% venne rinviato a giudizio e solo il 15% condannato in via definitiva. Appunto qualcosa non funziona tra il momento inquisitorio e il dibattimento. Inoltre secondo lo stile, assolutamente formalmente giusto, difficile se non impossibile sapere perché indagati. L’ordine degli avvocati torinese si è lamentato delle complicanze prodotte dalla crisi del coronavirus. Precisamente dalla difficoltà di mettersi in contatto con i Pm per capire ed interloquire. Un giorno perso può voler dire recuperarlo in mesi. Riguarda soprattutto la parte penale, ma anche quella civile è in questo momento ferma. Sembra che il Ministro Bonafede abbia detto: va bene ora ci penso io. Disastro assicurato. Sperabile che parte dei soldi che dovrebbero arrivare dall’Europa servano per rendere più efficace la giustizia Italiana. Non solo per assumere ma anche per formare il personale , compresi i magistrati. Esempio. La cancelleria di Torino è altamente sotto organico. Due anni fa parlavo con un curatore fallimentare, mi raccontava che ogni loro atto viene vagliato dal giudice competente. Trasmesso in via telematica a volte non veniva letto dai cancellieri. Avevano fatto corsi informatici, ma essendo vicini alla pensione non si dannavano l’anima. Quando sono “solo” pratiche burocratiche , insomma carta, forse è ancora sopportabile, non tollerabile quando si tratta di persone in carne ed ossa. I magistrati sono donne o uomini con i limiti e i pregi. Non sono comuni cittadini. Quando sbagliano , sbagliano più degli altri. Attualmente chi decide sul loro operato è il Consiglio Superiore della Magistratura organo appannato dallo scandalo Palamara. Devono cambiare i meccanismi di scelta dei componenti , il come è altro discorso. Sono decenni che il problema è di difficile soluzione. Delicato l’equilibrio tra i poteri dello Stato ed in particolare tra politici e magistrati. E sono decenni che il tutto non è risolto. Autonomia della magistratura, indubbiamente e certamente. Ma anche controllo sull’operato dei singoli magistrati. Autogoverno della magistratura può voler dire anche questo. Vedremo che riforma faranno, soprattutto se la faranno.
Patrizio Tosetto
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