Durante la seduta del Consiglio Comunale di Torino di lunedì 23 settembre u.s., il Capogruppo di Forza Italia, Federica SCANDEREBECH ha discusso un’interpellanza attraverso la quale ha lanciato un appello forte e chiaro: fermare immediatamente l’invasione della pianta tropicale Elodea che sta mettendo a rischio l’ecosistema del fiume Po e potrebbe compromettere la navigazione.
SCANDEREBECH (FI): “L’Elodea, originaria di aree tropicali, si è diffusa rapidamente nel fiume Po e, risulta, che il suo sviluppo sia legato allo svuotamento degli acquari domestici nelle acque del fiume: come già reso evidente dalle precedenti contaminazioni (è presente dal 2022 nel nostro Po), è un’alga infestante che compromette la biodiversità, ostruisce i canali di drenaggio e ostacola la navigazione ed è un fenomeno che si ripete ciclicamente, soprattutto nei periodi di magra del fiume e quando le temperature sono elevate”. Sottolinea :” Ogni anno il fiume Po viene invaso da qualsivoglia alga/pianta… possibile che non ci sia un metodo per prevenire o prevedere misure contenitive, applicabili con celerità? In aula, l’Assessore ha affermato che la sua rimozione non può essere effettuata tramite sfalci, in quanto se ne favorirebbe la diffusione, ma è necessario sradicarla manualmente dai fondali.”” Sono sinceramente preoccupata che la mancanza di una soluzione definitiva possa compromettere la fattibilità del progetto di navigazione sul Po, un’iniziativa che mira a promuovere la mobilità sostenibile e a valorizzare il patrimonio naturale di Torino. La fornitura di un’imbarcazione di servizio attrezzata per l’eradicazione delle piante acquatiche, presente nell’appalto dei lavori in corso di esecuzione ai fini di garantire la navigazione fluviale per i futuri battelli, sarà sufficiente? Per quale motivo la Città non si è fatta promotrice di campagne di informazione educativa sui gravi rischi derivanti dallo svuotamento degli acquari nel fiume della nostra Città? In che modo si può monitorare ed, eventualmente, multare chi svuota gli acquari nel Po, fenomeno ormai presente da un decennio senza che nessuno abbia affrontato il problema? L’Assessore, spiegando le varie collaborazioni con Enea, Arpa, Regione Piemonte, Città Metropolitana, Università degli Studi, Parco del Po piemontese e Amiat, si è reso disponibile ad essere audito in Commissione per affrontare finalmente l’argomento, con la speranza che si possano trovare soluzioni efficaci”.
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