Giachino: “Grazie mons. Nosiglia”

Arcivescovo NOSIGLIA , molte grazie per tutto ciò che ha fatto e detto per Torino . Se le Amministrazioni Comunali e Regionali l’avessero ascoltata oggi Torino sarebbe bellissima anche per la metà della Città che sta male.

Egregio Monsignore ,
Nel momento in cui il Santo Padre ha deciso di inviare a Torino un Nuovo Pastore , nel mio piccolo la Voglio ringraziare pubblicamente per il Suo grande impegno a Torino.
Nel 2010 ebbi  l’onore di riceverla in Duomo insieme alle altre Autorità a nome del Governo e posso dire di non aver perso neanche uno dei Suoi interventi più significativi. Mi piaceva incontrarla da Ernesto Olivero nei Cenoni di digiuno di fine anno così come l’ho ascoltata nella Sua Omelia più famosa quella del Ferragosto  2012 alla Consolata quando accuso la Metà della Città che sta bene di non accorgersi della Metà della Città che sta male. Lei in due anni aveva capito benissimo la reale situazione di Torino che, bellissima nella sua parte centrale,  e’ molto più in difficoltà nella sua Periferia.
La Amministrazione comunale invece di capire si urto’ e dimentico’ in fretta quel messaggio. Alcuni parlamentari risposero in un modo ridicolo. Così Torino che era già in declino da oltre dieci anni prosegui il suo calo. La Città non la ascolto’ neanche a Novembre 2015 quando i Vescovi piemontesi guidati da Lei scesero in piazza a denunciare la mancanza di lavoro. Cero quella mattina in piazza Castello angolo via Garibaldi , quando Lei sollecito interventi per il lavoro, non c’era molta gente, nessun Amministratore locale. Quel giorno provai molta tenerezza a vedere l’Arcivescovo di Torino, successore di San Massimo, dire ciò che i giornali e gli amministratori locali non avvertivano. La mancanza di lavoro era un dramma sociale è umano di cui Lei si faceva paladino.
Cambio’ Amministrazione ma non mutò la sostanza. Da Torino se ne andavano aziende e centri direzionali e per il lavoro e per le periferie o quartieri svantaggiati la situazione peggiorava con il crescere dello spaccio e della mancanza di sicurezza. Neanche il mondo della cultura torinese , molto impegnato a sinistra , non si è mai interrogato nel paludatosi Festival della Democrazia della situazione sociale della Città .
Lei , però , non ha mai mollato. Ha dato vita all’Agora’ sociale per aiutare gli Amministratori a capire meglio il dramma sociale crescente. Ancora nel giorno dei Defunti dello scorso anno di fronte al nuovo Sindaco ha lamentato che avessero vinto i partiti che dando molta attenzione alle iniziative musicali o di richiamo turistico in qualche modo pensano più a  far festa .
Marcata la sua attenzione agli ultimi, ai senza tetto o senza fissa dimora, emblematica il suo impegno per l’Embraco. Ho avuto modo di parlare con alcuni di quelli che noi ,insensibilmente, chiamiamo barboni è una di loro mi ha raccontato la diversa disponibilità umana dimostrata da Lei e dalle donne e gli uomini della Caritas in occasione dell’ultimo pranzo natalizio dei poveri.
Ha interpretato meglio Lei , genovese, la  grande tradizione di Carità dei Santi Sociali torinesi  che tanti piemontesi impegnati in politica.
Ecco perché mi fa molto piacere che Ella abbia deciso di rimanere a Torino a vivere la vita delle Parrocchie che rappresentano oggi l’unico luogo di ascolto per i nostri fratelli che sono in difficoltà e hanno bisogno di trovare attenzione , affetto e generosità .
Stamane in una delle Chiese di frontiera, la Chiesa della Madonna della Pace, l’ottimo Parroco ha chiesto di pregare per Lei e per Don Roberto Repole il futuro Arcivescovo, l’ho fatto con grande emozione e partecipazione.
A presto Monsignore e grazie di cuore  di tutto,
Mino GIACHINO 
SILAVORO
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