Di Pier Franco Quaglieni
Caro Cottino, sono molti anni che non ci vediamo e, al di là della tua gentilezza personale, c’è davvero molto poco a giustificare un nostro rapporto personale. Tu sei un maestro del diritto commerciale ed io mi occupo di storia, ma soprattutto tu sei un esponente di spicco di un’ideologia politica che io non posso condividere, ma al massimo rispettare perché la tua buona fede è fuori discussione.
Tu hai scoperto la buona novella del marxismo, abbandonando il liberalismo della tua giovinezza e della tua famiglia borghese. Il comune amico Gian Vittorio Gabri mi parlava del tuo entusiasmo liberale giovanile e mi diede la raccolta del giornale liberale con i tuoi articoli, un giornale che facevi insieme a Gabri ed altri che liberali erano a vent’anni e sono rimasti tali fino alla fine. Ti scrivo perché ho letto una tua bella e storicamente equilibrata intervista sulla tua partecipazione alla Resistenza liberale in cui scrivi di Edgardo Sogno che trasformò la casa di via Donati in un deposito d’armi che tu andasti a prendere con un carretto. Hai parlato con onestà di Sogno ,ma questo mi ricorda un episodio non bello del 1996 quando venisti al Centro “Pannunzio” a sentir parlare di Paolo Greco e dei liberali nella Resistenza. Tra gli oratori c’erano Valerio Zanone ed Edgardo Sogno. Sbagliai a non chiederti di parlare del tuo maestro Paolo Greco, ma in effetti neppure il genero di Greco con cui concordammo h gli oratori ,ritenne di coinvolgerti per le tue scelte politiche di quei tempi molto marcate. Tu nella tua intervista invece rivendichi con un qualche orgoglio la tua Resistenza liberale e questo mi fa molto piacere. Ma non posso non ricordare che nel 1996,appena Zanone chiese a Sogno di parlare, tu ti alzasti in modo clamoroso, dicendo qualche parola di troppo, ed uscisti dalla sala. Sogno era indigesto e fazioso e poteva infastidire non soltanto te. Ma tu quella sera esagerasti con quella protesta. Oggi vedo che riconosci a Sogno il ruolo fondamentale che egli ebbe nella Resistenza. Si circondò di amici che ancora oggi creano attorno a lui un’ intercapedine di livore che ha ulteriormente danneggiato la sua figura.
Tu sei, oltre che un uomo appassionato, anche un uomo onesto intellettualmente e una delle glorie del nostro Ateneo. Che ti sia comportato con Sogno, andando oltre le vecchie ostilità, è cosa degna di menzione e ti fa molto onore. Un cordiale saluto.
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