IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
Papa Francesco ha indetto in 30 santuari sparsi per il mondo un mese di preghiere per invocare l’aiuto di Dio per uscire dalla pandemia. Il vecchio e dimenticato mese Mariano del mese di maggio ritorna, finalizzato ad uno scopo molto importante
Impetrare l’aiuto della Madonna in tutte le circostanze della vita e’ una cosa importante. Io nei momenti difficili della mia esistenza , sono stato a pregare alla Consolata di Torino, confortato dalle parole di mons – Franco Peradotto, un grande amico della mia vita . Sono sempre stato devoto di Maria Ausiliatrice e ricordo che da allievo salesiano e anche da ex allievo in compagnia di Giovanni Ramella andavo alla processione il 24 maggio, partendo da Valdocco, un altro dei luoghi- cardine della mia vita. Per anni sono andato durante la scuola elementare e media alla celebrazione del Mese Mariano e ricordo ancora il senso delle prediche di un frate cappuccino che veniva dal Monte. Poi per deprecabile trascuratezza avevo smarrito per decine d’anni la pratica religiosa, anche se nel mio intimo mi sono sempre sentito cristiano. Credente e laico, come uno dei miei maestri più cari, Alessandro Passerin d’Entreves. Ho sempre vissuto con fastidio l’ateismo ostentato di certi “capanei“ alla Luigi Firpo, mentre ho sempre rispettato l’agnosticismo perché la fede è un dono di Dio che nessuno può avere la presunzione di possedere perché la fede è anche accompagnata da dubbi e da momenti di sconforto. Anche Gesù in croce si sentì abbandonato dal Padre. Pur nella mia modestissima e insignificante posizione di chi, pur peccatore, ha ritrovato l’aiuto della fede e la pratica della preghiera quotidiana, ritengo che non si sia pregato abbastanza in questo anno terribile. Una società scristianizzata, non laica, ma volgarmente profana ha avuto la prevalenza e ci ha allontanato anche dal timor di Dio, una grande virtù. Ieri in teleconferenza su zoom con Roma, dove ricordavamo Vittorio Badini Confalonieri, siamo stati interrotti da intrusi che hanno proferito una serie bestemmie. Un altro segno dell’empietà dei tempi che viviamo. Si doveva pregare di più anche a prescindere dal fatto di chiedere un intervento divino. La preghiera che precede ogni sera il mio sonno è un conforto dell’anima e mi riporta a quando ero bambino e la mia mamma pregava con me. E prego per tutti i miei morti quasi con un’ intensità pascoliana. Ho sentito che Vito Mancuso, questo strano teologo “eretico”, ha bacchettato il Papa, ritenendo “imbarazzante “ la preghiera voluta dal Pontefice e frutto di una spiritualità superata. Avevo ascoltato ad Andora Mancuso che non è professore, anche se alcuni lo chiamano maestro e rimasi interdetto per le sue frasi ad effetto del tutto vuote di significato religioso e persino umano perché frutto di una supponenza egocentrica esasperata. Non a caso la gente lo applaudi’ molto calorosamente perché invece di esprimere un pensiero religioso manifestava la mentalità plebea della miscredenza in nome di una laicità che Mancuso non sa neppure cosa sia. La laicità presuppone una moralità severa e non contempla il relativismo etico oggi di moda che copre l’assenza di ogni moralità,laica o non laica che sia,avrebbe detto Croce. Al contrario, io credo che un’Ave Maria sia, come diceva don Bosco, un preludio al sonno che potrebbe anche coincidere con la nostra morte improvvisa durante la notte. Invitare a pregare come ci hanno insegnato i grandi Santi, è un dovere etico elementare e un motivo di speranza per non affogare nella pandemia. Non e’ bigottismo.Solo gli ignorantoni che non hanno mai letto una pagina del Manzoni, possono essere indifferenti alla religione in questi momenti terribili. Anche Napoleone alla fine della sua vita si piegò, or sono duecento anni, “al disonor del Golgota”, alla croce di Cristo. Altro che Vito Mancuso.
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