“Stiamo accompagnando in queste ore molte Amministrazioni comunali nell’esame delle proposte del territorio in vista del completamento del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza per l’uso dei 223 miliardi di euro del Recovery Plan.
Lo abbiamo detto da luglio, lavorando con Uncem nazionale nella Conferenza Interministeriale Affari Europei, che il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza non è un elenco della spesa. E che dentro non ci sta qualsiasi cosa, tutte le idee, anche migliori. Vi sono precisi processi e standard da rispettare.
Il primo è che è impensabile che ogni Comune italiano o piemontese presenti uno o più progetti. Questo esame va fatto a livello di valle, di unione montana di ambito ottimale, costruendo un solo progetto territoriale. Che deve rispettare le funzioni delegate ai Comuni. E non altre. Le strade ad esempio sono una funzione delle province e dei gestori tipo Anas. Così vale per le Regioni, che hanno precise funzioni e avranno progetti finanziati in base a queste funzioni e non altro. Lo Stato farà il resto. Lo ha detto chiaramente qualche ora fa il Presidente Draghi al termine della Conferenza Unificata alla quale ha preso parte anche Uncem. Dunque niente illusioni e niente inganni. Uncem supporta i Comuni nel redigere progetti di territorio. Che ancora devono avere due caratteristiche. Se è un progetto da 2 milioni di euro, il 37% deve essere green, sostenibilità, mentre il 25% del progetto e della cifra deve essere innovazione, digitalizzazione. Bruxelles lo dice chiaramente e nessuno deve dimenticarlo. Perchè i soldi del Next Generation EU non sono regalati. La metà sono prestiti da restituire. E non possiamo scherzare con le prossime generazioni. Servono visione, programmazione, realtà e scelte. La montagna del Piemonte le vuole fare senza illusioni e senza prese in giro. Siamo con gli Enti nel costruire serie proposte efficaci. Non sprechiamo questa occasione, usando modelli di intervento che volentieri consegniamo al passato. Servono modelli di intervento nuovi, inclusivi, anche con un ‘patto’ tra aree urbane e aree montane, oltre ai piccoli Comuni insieme, decisivo”.
Lo afferma Roberto Colombero, Presidente Uncem Piemonte.
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