Anche Dino Sanlorenzo ci ha lasciati. Grande compagno ed amico, 90 anni di cui 75 passati con passione.
Anni fa ero andato a trovarlo nel suo piccolo appartamento in corso Regio Parco, foderato di libri che aveva letto. Tutti, e ne era orgoglioso.
Antifascista d’istinto poi dirigente a Torino come a Roma della federazione giovani comunisti. Di quegli anni ricordava sempre la passione e la fame. Mandato a Novara per ricostruire un partito dilaniato da divisioni interne. Poi il gran ritorno nella sua Torino prima come consigliere regionale e poi Vice presidente del Consiglio Regionale ed Assessor. Per noi giovani aveva una predilezione. Una volta, nel fine anni 70 o inizio anni 80 ci ritrovammo nella stessa carrozza , rientravamo a Torino dopo riunioni a Roma. Reduce da una riunione istituzionale disse perentorio: non mi beccano più. Ho solo perso tempo e ci sono tante cose da Fare a Torino. Il viaggio duro’ un amen con lui che ” mischiava ” ricordi e analisi politica.
Convinto riformista salutò con entusiasmo il cambiamento del nome al PCI. Molto amico di Domenico Carpanini e Pietro Fassino raccontava delle loro vacanze parigine con famiglia nella piccola pensione. Mai un lusso, sia ben chiaro. Anche qui un uomo d’altri tempi.
A metà anni 90 al solito funerale di un compagno. Mi prese da parte e mi disse: cavolacci tocca a voi giovani darvi una mossa. Non era contento di come le cose stavano andando nel partito. Soprattutto la piega che stava prendendo.
“Vivacchiano, noi volevamo cambiare il mondo”. Era così Dino, non lo mandava a dire.
Schiettezza, questa una delle sue indubbie qualità.
Negli ultimi dieci anni si aiutava con un bastone. Comunque indomito tra riunioni e funerali. E noi incontrandoci chiedevamo sempre notizie su di lui e sulla sua salute.
Gli anni avanzano e sono impietosi. Lasci un vuoto incolmabile. Nel 1945 avevi solo 15 anni. E della liberazione raccontavi spesso, del 29 Aprile quando fu impiccato Giuseppe Solaro feroce Federale di Torino. Come sua ultima ferocia aveva organizzato i cecchini. Ebbene, dicevi sempre che si meritava la morte ma non il linciaggio. La tua umanità era l’ umanità di un uomo giusto. Ciao Dino ci mancherai.
Patrizio Tosetto
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