Monica Cerutti First Life

Protagoniste di Valore: Monica Cerutti e il social First Life

Protagoniste di Valore LogoProtagoniste di Valore, rubrica a Cura di ScattoTorino

 

Torinese amante della propria città, Monica Cerutti ha speso parte della propria vita nell’impegno politico e si è dedicata con passione alle tematiche femminili. Nel 1997 è stata Consigliera della Circoscrizione 10 dove ha avviato il progetto Spazio Donna 10, nel 2001 è stata eletta Consigliera Comunale di Torino e nel 2010 Consigliera Regionale. Nella sua carriera ha sempre operato con etica e sensibilità, occupandosi – tra gli altri – della tutela dei diritti degli animali e adoperandosi contro il loro maltrattamento nei circhi. Attenta alle politiche femminili è stata Presidente di Emily Torino, l’associazione che sostiene la presenza delle donne nella vita pubblica come valore portante della democrazia. La sua carriera l’ha vista ricoprire, dal 2014 al 2019, il ruolo di Assessora Regionale in Piemonte con delega alle Pari Opportunità, Diritti Civili, Diritto allo Studio, Politiche giovanili, Immigrazione, Cooperazione decentrata e Diritti dei Consumatori. Al termine del suo mandato Monica Cerutti, laureata in Scienze dell’Informazione e con un master in Informatica e Telecomunicazioni conseguito al Politecnico di Torino, è tornata a svolgere il lavoro di analista nel settore delle telecomunicazioni in Telecom Italia. Tuttavia non ha abbandonato il suo impegno nel sociale e ha attivato una collaborazione con il Dipartimento di Informatica dell’Università di Torino per l’attività di ricerca Progettare l’inclusione sociale con FirstLife, un social network “civico” pensato per le città il cui fine è incentivare la progettazione partecipata a scala locale, stimolare iniziative di auto-organizzazione, sviluppare pratiche collaborative tra gli attori territoriali pubblici e privati.

Monica Cerutti First LifeUn suo giudizio sulla parità di genere nel nostro paese?

Purtroppo le problematiche che erano presenti e si volevano affrontare 20 o 30 anni fa continuano ad essere le stesse anche oggi e questo è un aspetto su cui forse non si riflette a sufficienza. In Italia sono stati fatti dei passi avanti rispetto alla segregazione orizzontale e verticale e abbiamo figure femminili di eccellenza ai vertici aziendali e in ambito politico, ma la loro percentuale non è così elevata. Inoltre il tasso di occupazione femminile in questo preciso periodo storico sta retrocedendo, per cui è chiaro che la crisi economica che stiamo vivendo purtroppo ha impatti importanti sulle situazioni più fragili e in questo senso le donne giocano un ruolo significativo. Sarebbe utile che ci fosse una consapevolezza diffusa capace di colmare il divario di genere con un aspetto di equità e di sviluppo per l’intera comunità. Oggi c’è ancora scarsa consapevolezza, forse anche da parte delle stesse donne. Una società più equa offrirebbe una leva di sviluppo per tutti e le donne potrebbero portare una visione diversa in ambito sociale e professionale”.

Parliamo di inclusione?

“Dovrebbe essere una delle priorità in una comunità che voglia valorizzare i suoi componenti. Ho lavorato e continuo a tenere presente il fatto che in una società le diversità tra uomo e donna, le differenze di età, di provenienza o quelle legate a fragilità temporanee o permanenti, come la disabilità dovrebbero venir considerate elementi che la comunità stessa deve valorizzare per essere coesa e guardare al futuro con ottimismo. Dobbiamo prendere in considerazione sia gli aspetti pratici sia ciò che è intangibile per lavorare sull’inclusione e provare a costruire relazioni, così da creare tutti insieme una comunità unita. La pandemia ha fatto emergere alcuni aspetti negativi nelle persone e il termine stesso di distanziamento sociale determina paure e timori. L’Organizzazione Mondiale della Sanità sostiene infatti che vada superato il concetto di distanziamento sociale a favore del distanziamento fisico”.

L’Information and Communications Technology, oggi, prende in considerazione le differenze e l’inclusione?

“Mai come in questo momento nell’ICT e nell’intelligenza artificiale c’è l’esigenza di tenere presente questi aspetti perché, data la scarsa presenza delle donne nelle discipline STEM, il rischio è che non partecipino ai progetti di intelligenza artificiale per cui il mondo proposto non include le sensibilità e le conoscenze al femminile. Un mondo, tra l’altro, che taglia fuori coloro che provengono da quei paesi che non stanno lavorando su questo argomento. Ad esempio, gli algoritmi attuali di riconoscimento facciale tendono a non riconoscere le donne di colore.  A causa della pandemia abbiamo una digitalizzazione molto spinta, ma non possiamo tralasciare una parte di umanità nel costruire i nuovi algoritmi. Unendo gli obiettivi di parità di genere e di un mondo più inclusivo, c’è bisogno di una partecipazione più ampia e di una maggiore attenzione alle differenze diversamente declinate anche nell’ambito dell’Information and Communications Technology e dell’intelligenza artificiale perché questi aspetti riguarderanno tutti e tutte”.

Che cos’è FirstLife?

“Si tratta di un social network civico e gratuito che vuole costruire relazioni all’interno di una comunità perché, a differenza di altri social, non valorizza il singolo ma la collettività. Ideato dal Dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi di Torino, si basa su una mappa interattiva i cui contenuti riguardano le attività e i progetti associati ai luoghi. Su FirstLife si può interagire con gli altri utenti partecipando a discussioni, gruppi tematici ed eventi; inoltre si possono aggiungere luoghi, racconti e notizie sulle aree di proprio interesse. La piattaforma è stata utilizzata nelle scuole per accompagnare i ragazzi a conoscere meglio il proprio territorio, ha partecipato a progetti come Adotta un monumento ed ha avuto applicazioni in ambito culturale, ad esempio per Piemonte dal vivo e Torino a cielo aperto. Dato il suo valore, ci stiamo adoperando per farla utilizzare in diverse amministrazioni locali”.

Donna per lei significa?

“Vuol dire prendersi cura delle persone e dell’altro a 360 gradi”.

IL FOCUS DI PROGESIA

I Valori del progetto FirstLife, il social network civico sono:

  • Sviluppo sostenibile – sostenibilità ambientale, sociale e di governance.

Costruire relazioni all’interno della comunità

La piattaforma FirstLife mette a disposizione dei cittadini e delle cittadine un nuovo modo per far crescere la partecipazione e la collaborazione attiva, attraverso sette principali attività che possono essere fatte su questo social network civico: la ricerca di informazioni su scala locale, la condivisione di notizie ed esperienze tra utenti, la valorizzazione delle risorse locali attraverso la mappatura di luoghi, attività, progetti e storie, la scoperta di novità del proprio quartiere e della propria città, il poter documentare le proprie attività, la possibilità di organizzare gruppi di lavoro sul territorio e la gestione e promozione di progetti ed eventi.

A differenza dei social più conosciuti, FirstLife vuole essere un centro virtuale in cui far emergere contenuti di valore per tutti, un luogo in cui valorizzare le attività e le azioni dell’intera comunità e non della singola persona, come invece siamo abituati a vedere in altri social network. Si tratta quindi di “un social network orientato ai bisogni della comunità” come afferma Monica Cerutti, che ha l’obiettivo di avvicinare le istituzioni ai cittadini e alle cittadine, coinvolgendoli attivamente”.

A differenza degli altri social, FirstLife è un luogo virtuale in cui non ci sono fakenews, che lascia il posto all’informazione e dove vige la regola della comunicazione educata, gentile e appropriata.

FirstLife, le prossime azioni

La piattaforma a disposizione di cittadini e cittadine è sempre in evoluzione e segue le innovazioni tecnologiche. Monica Cerutti, infatti, conferma che “sono previste novità dal punto di vista delle funzionalità con lo scopo primario di costruire un servizio sempre più vicino ai cittadini, in linea con i loro bisogni e le loro esigenze”. Un altro obiettivo dell’introduzione di nuove funzioni è quello di raggiungere un numero sempre maggiore di utenti, perché in questo modo sarà possibile favorire una più ampia partecipazione e coinvolgimento di persone nei progetti e nelle attività del territorio.

 

Coordinamento: Carole Allamandi
Intervista: Barbara Odetto
Focus: Antonella Moira Zabarino

 

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