The W Place fondatrici

The W Place, il consorzio per una nuova cultura e cura d’impresa

Rubrica a cura di ScattoTorino

W come Wonder, W come Win-Win, W come Women. Lo scorso 26 novembre sei imprenditrici ed una libera professionista hanno dato vita ad nuovo un consorzio che si rivolge sia alle imprese – siano esse a conduzione femminile o maschile, micro, piccole, medie o grandi, italiane o estere con almeno una sede in Italia – sia ai liberi professionisti, con un’attenzione particolare per coloro che svolgono nuove professioni, senza riconoscimento formale o un albo di riferimento.
The W Place, questo il nome del consorzio, che conta tra i primi partner strategici API e APID Torino, verrà presentato ufficialmente a livello europeo il 25 febbraio 2021 in occasione dell’evento WOMEN 2027 #2. Le aziende fondatrici di questa realtà spaziano dalla gomma alla progettazione architettonica, dall’editoria al fundraising, dal settore immobiliare alla consulenza legale, unite dalla volontà di fare rete per generare innovazione partendo dal valore delle persone. TWP si propone come opportunità di joint-workingcon l’obiettivo di creare un nuovo dialogo tra le imprese, generare contaminazione settoriale ed innovazione, rispondere al senso di “solitudine dell’imprenditore” nel fare scelte importanti per la propria realtà, fornendo la possibilità di incontrare e confrontarsi con persone che hanno esperienze simili. The W Place, inizia formalmente la sua attività in versione diffusa presso le sedi delle aziende fondatrici e virtuale, ma entro il 2021 sarà dotato anche di una sede fisica. The W Place è attenta alla cultura sociale d’impresa e ai social goals di questo millennio: gli utili che produrrà verranno infatti reinvestiti in progetti di valore per supportare il territorio e le imprese più fragili come le start-up al femminile o le aziende in difficoltà a causa del Covid-19. L’obiettivo è attivare nuove catene del valore ed elementi essenziali per lo sviluppo strategico delle imprese di oggi e di domani, tenendo presenti gli aspetti sociali, ambientali e la sostenibilità delle scelte.

ScattoTorino ha incontrato le sette fondatrici di The W Place: Giuseppina Cavasino dello Studio Legale Miccoli Nosenzo Cavasino, Angela De Meo di ITG Lab Srls, Cristina Di Bari di Di.Co SaS, Raffaella Magnano di Areaprogetti Srl architettura e ingegneria, Silvia Maria Ramasso di Neos Edizioni Srl, Brigitte Sardo di Sargomma Srl ed Emanuela Zilio di Think Say Do Srls.

Qual è la mission di The W Place?

Raffaella Magnano: “La nostra mission è supportare imprenditrici e imprenditori nel percorso verso una nuova cultura e cura d’impresa. Essere un luogo fisico e virtuale dove scambiare competenze, attivare relazioni, co-progettare contenuti. Un luogo di confronto e riflessione. The W Place è un posto in cui i consorziati avranno la possibilità di accedere a servizi professionali di alto livello in materia di analisi e misurazione, e a strumenti oggi fondamentali, quali la progettazione europea, la finanza alternativa, l’accesso ad informazioni e strategie anche attraverso l’uso di tecnologia avanzata”.

The W Place logoA chi si rivolge il consorzio The W Place?

Brigitte Sardo: “The W Place si rivolge alle microimprese, alle piccole e medie imprese (MPMI) e ai liberi professionisti, con particolare attenzione alle imprese al femminile, ma non solo. Le imprenditrici e gli imprenditori, così come le professioniste e i professionisti potranno rivolgersi al consorzio per essere sostenute/i ed informate/i su come sviluppare ed accompagnare nuovi progetti, sperimentare nuove opportunità per le loro imprese, cogliere occasioni di sviluppo a livello internazionale. The W Place, che si presenta come schema aggregativo tra imprenditori, è anche la nascita di un luogo di scambio, smart e tecnologico insieme, un’occasione di fare comunità, e insieme di entrare in una rete virtuosa di scambi non solo informativi e formativi”.

Quali sono le modalità per consorziarsi?

Giusy Cavasino: “Le imprese ed i liberi professionisti che desiderano entrare nel consorzio The W Place per usufruire dei servizi messi a disposizione dovranno presentare formalmente la loro dichiarazione di interesse (da gennaio 2021 disponibile la form sul sito www.thewplace.eu). Con cadenza mensile il Consiglio Direttivo provvederà a valutare tutte le richieste e procederà con l’accettazione dei nuovi consorziati. Le aziende, per poter accedere, dovranno pagare una quota consortile una tantum. A loro e ai liberi professionisti, verrà quindi richiesta una quota a cadenza annuale, in proporzione al loro fatturato.

Cosa offre The W Place a chi si consorzia?

Giusy Cavasino: “The W Place propone un modo nuovo e al passo con i tempi di mettere in connessione e far collaborare le imprese, in un contesto di rapida trasformazione dei mercati.
Da gennaio 2021, il consorzio comincerà a raccogliere informazioni sui Musei e gli Archivi di impresa, per conoscere, condividere e mettere a sistema le storie e i modelli di valore già esistenti. Una call for action verrà aperta per tutte le MPMI che hanno voglia di raccontarsi. The W Place, inoltre, indagherà da subito sulle nuove figure professionali richieste dalle imprese, per cominciare a delineare indicazioni specifiche per gli enti che si occupano di formazione. Con l’avvio della nuova Programmazione europea, The W Place metterà a disposizione delle aziende consorziate l’accompagnamento alla candidatura delle loro proposte oppure l’assistenza professionale per lanciare una campagna di crowdfunding. Dalla primavera, saranno attivi su questi temi anche corsi di formazione per le aziende.

Cosa significa per The W Place promuovere una nuova Cultura d’impresa?

Silvia Ramasso e Angela De Meo: “Alla base del progetto c’è una visione nuova della cultura di impresa, un’interpretazione del mondo economico e produttivo che possiamo senza reticenze definire più femminile, che vuole creare allo stesso tempo valori economici e sociali, che mira a “prendersi cura” di prodotti, processi e “giusti rendimenti”, ma anche delle persone a ogni titolo coinvolte, del sistema-territorio e della sostenibilità ambientale e sociale dell’attività. È un obiettivo entusiasmante ma altissimo al quale deve concorrere fortemente la consapevolezza di ciascun attore coinvolto. Per fare questo è necessario costruire e mettere a disposizione una nuova narrazione attraverso azioni mirate: la costituzione di una biblioteca professionale, storica e di indirizzo, l’acquisizione e la riproposizione di archivi, raccolte e storie di imprese, la condivisione di contenuti e strumenti con i talenti del territorio per l’instaurazione di un benchmarking utile alle imprese, la creazione di un “diario continuo” dell’attività e delle motivazioni, un luogo di confronto, di bilancio e di testimonianza”.

Quali azioni avete già pianificato per il futuro?

Raffaella Magnano: “Le prime azioni di The W Place riguardano l’attivazione del dialogo con le imprese del territorio, l’ascolto delle loro necessità e la messa a disposizione di competenze e servizi professionali di alto livello. Il 2021 sarà poi l’anno della sede fisica. L’identità, gli spazi, le funzioni ed i servizi della futura sede di The W Place saranno fortemente integrati tra di loro, sul piano architettonico ed organizzativo, per armonizzare gli spazi per il lavoro e quelli dedicati a finalità partecipative, in una prospettiva solida di integrazione ed elaborazione di pratiche sociali condivise. Questa integrazione, architettonica, simbolica, organizzativa e funzionale diviene la condizione primaria per disporre di un ambiente culturale capace di confrontarsi con le sfide dell’oggi, nella loro dimensione locale e globale, alla luce anche degli scenari valoriali resi disponibili con i Sustainable Development Goals (SDGs) dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile”.

Cosa accadrà il prossimo febbraio a WOMEN 2027 #2?

Emanuela Zilio: Ispirato dalla prima edizione dell’evento WOMEN 2027 organizzato al Parlamento Europeo da Donne Si Fa Storia insieme alle Unioni camerali di Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna a novembre 2019, The W Place ha preso forma in nove mesi di co-progettazione che hanno visto coinvolto un gruppo attivo di imprenditrici torinesi.
The W Place verrà quindi presentato a livello europeo in occasione di WOMEN 2027 #2, il 25 febbraio 2021, in linea con l’avvio della nuova programmazione EU”.

Quanto è importante oggi fare squadra per un imprenditore o un libero professionista?

Brigitte Sardo: “Crediamo che sia essenziale. In un mondo sempre più connesso, che sembra essere tutto centrato sul fare rete, il concetto di fare squadra sembra scivolare, ma non è così. Agire con lo spirito di un gruppo, appunto di una squadra sportiva, seguendo regole e schemi predisposti, con il concorso coordinato di tutte le energie e le risorse disponibili, è davvero vincente. Condividere risorse e idee, mettendosi al servizio del bene comune, in questo caso di tutte quelle imprenditrici/imprenditori o liberi professionisti, che possano trovare, seppur virtualmente, per il momento, un punto di sostegno allo sviluppo e al cambiamento, crediamo sia fondamentale”.

Torino per voi è?

Giusy Cavasino: “Torino è lo spirito Sabaudo: quel concetto di discrezione e rigore così ineffabile e difficile da descrivere che si riesce a cogliere solo passeggiando per le strade, respirando le bellezze, e mangiando il buon cibo. Uno spirito discreto che ha reso grande questa città!”

Angela De Meo: “Un patrimonio storico (è stata la prima capitale d’Italia) e culturale da rendere fruibile e accessibile a tutti. Una città da amare e da scoprire in tutti i suoi angoli suggestivi”.

Cristina Di Bari: “Un grande incubatore di innovazione: basta pensare alle tante cose che sono nate a Torino e a quelle che ancora oggi stanno nascendo. Infine è la città ideale per vivere e per lavorare e può diventare un modello per il futuro”.

Raffaella Magnano: “È l’armonia del barocco, i fiumi e il verde della collina”.

Silvia Ramasso: “Un punto di partenza imprescindibile, culturale, affettivo relazionale e anche un laboratorio più disponibile alla sperimentazione di tante altre città”.

Brigitte Sardo: “È il crogiolo di una storia industriale che ha visto nascere gran parte delle più importanti realtà imprenditoriali d’Italia, e successivamente del mondo, restando nel suo continuo sviluppo fedele alla sua impronta internazionale e creativa”.

Emanuela Zilio: “La città dove sono nati il cinema e la moda. La prima grande città industrializzata d’Italia, la città dell’automobile. La città in cui un toro riuscì a sconfiggere un drago”.

Un ricordo legato alla città?

Giusy Cavasino: “Nel luglio del 2012 Torino si è colorata di bianco e per la prima volta, così come a Parigi, Berlino e New York, è stata organizzata una sobria ed elegante cena collettiva in uno dei luoghi più suggestivi della città: Piazzetta Reale. Che dire? Unconventional dinner”.

Angela De Meo: “La moltitudine di persone nelle vie e nelle piazze durante le Olimpiadi invernali del 2006. Per me che ho vissuto gli anni di piombo da ragazza, vedere persone, bambini, carrozzine, famiglie, riversarsi nelle strade, soprattutto durante le notti bianche e fare la coda per prendere la tanto desiderata metropolitana, vedere una città brulicante e viva è stata un’emozione immensa”.

Cristina Di Bari: “Ho la fortuna di abitare in una posizione dove posso godere di tre viste ogni mattina: la collina, le montagne e la città. Ognuno di questi panorami suscita in me dei ricordi passati e presenti. La bellezza delle passeggiate in bici o a piedi nel verde della collina o in riva al fiume sin da quando ero bambina, la forza che mi ispira ogni giorno il Monviso con le sue cime innevate e il cielo azzurro e la città, con i suoi palazzi storici, i suoi portici e i grattacieli”.

Raffaella Magnano: “I giorni della Torino olimpica, momenti di condivisione gioiosa di molte attività diverse, dallo sport alla cultura”.

Silvia Ramasso: “Sono vissuta tra Milano e la Val Susa. Torino, per me, è il ricordo della mia infanzia tra i favolosi ruggiti e barriti sul Po, guardando i profili della collina”.

Brigitte Sardo: “Sentendomi profondamente legata a Torino, che vivo con amore ed intensità, devo dire che i ricordi sono molti, non solo quelli legati ad avvenimenti storici o culturali importanti, ma quelli più semplici, come il perdersi passeggiando (qualche volta riesco a farlo) per le sue vie, i musei, i portici, il parco, riscoprendo sempre una città elegante, colta, cosmopolita e tradizionalista insieme”.

Emanuela Zilio: “Le Olimpiadi invernali del 2006, il momento in cui gli abitanti di Torino hanno intuito il potenziale di crescita della loro città, una città moderna in dialogo con il mondo”.

 

Coordinamento: Carole Allamandi
Intervista: Barbara Odetto
Ph: Silvano Pupella

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