Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è entrato male e in ritardo nel dramma della pandemia e rischia ora di uscirne peggio, e con lui l’Italia.
Esitante e lento nell’assumere i provvedimenti restrittivi, ambiguo e opaco nel costruire una strategia di interazione con Regioni ed Enti locali, fumoso nella stesura dei provvedimenti economici, faraonici nelle intenzioni ma tutti di la da venire mentre le famiglie e le imprese sono alla canna del gas.
Il capolavoro di imperizia, però, è nel rapporto con le opposizioni e, di riflesso, con le istituzioni comunitarie. Conte non ha mai davvero desiderato il coinvolgimento delle opposizioni, auspicato dal presidente Mattarella in tutti i modi. Ha scelto la strada solitaria per un calcolo politico, con il risultato di aver ingaggiato un braccio di ferro con l’Europa senza esibire l’unità del Parlamento, e dunque costringendo il Paese a subire l’ennesima umiliazione di un’intesa da pagare a caro prezzo. Si è appoggiato all’intransigenza grillina, tollerata da un Pd afasico, pensando così di mettere l’Europa davanti al diktat: o ci aiutate senza Mes oppure facciamo da soli. Una scelta suicida per gli interessi dell’Italia da cui Conte spera di ricavarne un utile politico personale. Votare la fiducia a Conte equivale a sfiduciare l’Italia.
on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia
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