Gennaio 2018- Pagina 24

Marchionne: “Dov’è finito il Renzi che conoscevo?” Piano Fca nel mese di giugno

Sergio Marchionne a tutto campo, dalla politica all’economia. “Matteo Renzi mi è sempre piaciuto come persona, ma quello che gli  è successo  non lo capisco. Quel Renzi che appoggiavo non l’ho visto da un po’ di tempo”. Così l’Ansa riporta le parole dell’amministratore delegato di Fca, intervenuto anche sulle prospettive economiche del gruppo, affermando che per la piena occupazione in Italia si dovrà “completare lo sviluppo di Alfa Romeo e di Maserati, un atto dovuto che fa parte del piano che Fca presenterà a giugno . Un obiettivo, dice,  che “non so  se sarà raggiunto entro l’anno. Stiamo aumentando l’organico a 60 mila negli Stati Uniti e adesso ne aggiungiamo 2.500. Se lo gestiamo bene, lo stesso accadrà anche in Italia. Dateci il tempo per farlo”. Intanto a Torino i sindacati hanno chiesto a Chiamparino e Appendino l’impegno di Regione e Comune per verificare cosa riserverà il futuro di Fiat sotto la Mole.

“Il treno di Teresio”. Una mostra sulla deportazione

Il treno di Teresio. Qui non ci sono che uomini. I ribelli del trasporto Bolzano- Flossenbürg, 5-7 settembre 1944” è il titolo della mostra che verrà presentata giovedì 25 gennaio, alle ore 11.00, presso il Liceo classico “Giovanni Plana” di Alessandria . Dopo il saluto del preside Roberto Grenna e del Presidente dell’ISRAL Mariano G. Santaniello, la mostra verrà presentata dai curatori,Maria Antonietta Arrigoni e Marco Savini,  dell’Aned  di Pavia. La mattinata verrà conclusa dagli interventi di Luciana Ziruolo e Cesare Manganelli dell’ISRAL. L’iniziativa, promossa per il Giorno della Memoria dall’Istituto storico della resistenza di Alessandria “Carlo Gilardenghi” e dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale, ripercorre in modo analitico la storia del trasporto n.81 (secondo una numerazione attribuita ad un lavoro di ricostruzione di un ex deportato) partito da Bolzano il 5 settembre 1944 e arrivato a Flossembürg il 7 settembre. I 432 deportati (immatricolati con i numeri dal 21402 al 21834) erano rappresentativi di tutte le componenti della Resistenza italiana ed europea: membri dei CLN, partigiani, antifascisti impegnati nell’aiuto di prigionieri alleati ed ebrei. Provenivano da tutte le regioni, appartenevano a tutte le classi sociali ed erano espressione degli orientamenti politici e ideali dell’antifascismo. Questo lavoro di ricerca, condotto dall’Aned di Pavia,  consente di conoscere in modo approfondito e analitico le biografie dei deportati, la loro vicenda politica, l’arresto, l’arrivo a Flossembürg e il percorso successivo. La collocazione della mostra all’interno del Liceo “Plana” risponde, peraltro, alla volontà di farne uno strumento didattico per tutti gli studenti della provincia di Alessandria.

4000 FOTO AL SECONDO ALL’ACQUA

Si tratta del più avanzato e più innovativo sistema di monitoraggio della qualità dell’acqua (foto “IMG” allegata) esistente, quello che introduce Acea Pinerolese Industriale S.p.A. sul sistema idrico gestito dalla Multiutility Pinerolese. Si può dire che è una vera e propria rivoluzione nel modo di effettuare controlli sulla qualità dell’acqua servita ai cittadini che porta a un concetto di TELECONTROLLO della qualità in real time, potenziandolo ulteriormente. Il sistema di Telecontrollo (foto in allegato di una postazione), adottato da Acea Pinerolese tra i primi nel settore sin dagli anni ’80, consente già di verificare le portate di rete, i pozzi, le vasche e la richiesta di acqua dall’utenza nei vari periodi dell’anno, ad ogni ora del giorno per gestire al meglio la rete idrica che si estende sul territorio del Pinerolese (Pianura e Pedemontano), Val Chisone e Germanasca, Val Pellice, Alta Valsusa e Val Noce.

Il nuovo sistema, che è complementare e si aggiunge ai già avanzatissimi metodi di monitoraggio presenti sulla rete idrica di Acea Pinerolese che prevedono costanti e continue analisi, scatterà 4000 foto al secondo24 ore su 24, ogni giorno dell’anno, all’acqua distribuita dalla dorsale della Val Chisone per mappare gli aspetti microbiologici.

Acqua fotografata: grazie ad appositi sensori l’acqua viene sottoposta ad una osservazione continua per effettuare uno scan attraverso un sistema ottico di rilevamento. Un sistema di allarmi darà un’immediata comunicazione di eventuali situazioni anomale e consentirà di porre in atto le azioni correttive necessarie.

L’obiettivo finale dell’introduzione di questa nuovissima tecnologia da Acea Pinerolese, è quello di rendere ancora più efficiente il Telecontrollo della qualità dell’acqua che beviamo.

Inoltre, trattandosi di un sistema ottico non necessita di reagenti o additivi chimici per mappare la qualità dell’acqua.

Acea Pinerolese è modello di azienda pubblica che, non solo funziona bene e produce utili, – affermaFrancesco CARCIOFFO A.D. di Acea Pinerolese Industriale S.p.A. – ma è capace di essere leader di efficienza e innovazione tecnologica che diventa esempio per aziende private e pubbliche in Italia ed in Europa. Per questa ragione Acea Pinerolese ha dato vita ad ACSI Acea Centro Sviluppo e Innovazione, un progetto di rilancio per il territorio pinerolese di grande respiro che parte dalla consapevolezza che questo area è Culla di Innovazione Tecnologica e Scoperte”. 

Venti violenze sessuali commesse e dieci anni di carcere per il maniaco dell’ascensore

DALLA LOMBARDIA

“Curatemi, io da solo non ce la faccio”, ha detto al giudice  prima del verdetto l’uomo  condannato a 10 anni di carcere a Milano con rito abbreviato. Si tratta di Edgar Bianchi, 40 anni, conosciuto come il “maniaco dell’ascensore”. Venne già condannato a 12 anni per una ventina di violenze sessuali a Genova, poi uscì nel 2014 dopo aver scontato 8 anni ma tornò a colpire il 27 settembre nel capoluogo lombardo, quando violentò  una 13enne sul pianerottolo di un palazzo, mentre la ragazzina tornava a casa.

GRANDE PARTECIPAZIONE A “CUORE AL CENTRO”. INCONTRO NAZIONALE DEI VOLONTARI ANPAS

Si è svolto il 14 gennaio a Firenze, presso il teatro Obihall, “Cuore al Centro”, l’incontro nazionale dei volontari delle Pubbliche Assistenze.

Presenti migliaia di volontari delle Pubbliche Assistenze Anpas intervenuti in Centro Italia in seguito alle emergenze sisma 2016-2017. In occasione dell’incontro sono stai consegnati gli attestati alle Associazioni e ai volontari che hanno operato nell’ambito della colonna nazionale.

 

L’intervento in Centro Italia ha visto la partecipazione complessiva di 2.771 volontari appartenenti a 394 pubbliche assistenze Anpas. Un impegno che dal soccorso all’assistenza è durato sei mesi. «È bellissimo vedervi qui tutti insieme, da tutta Italia e riabbracciarvi» ha dichiarato Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas.

Roberto Giarola del Dipartimento Protezione Civile: «Grazie a tutti gli amici di Anpas. Al ringraziamento del Capo Dipartimento Angelo Borrelli aggiungo un pensiero: quanta strada è stata fatta nel nostro Paese per consolidare e migliorare il sistema di protezione civile e la vostra presenza è il segno di questa strada. Un sistema che è cresciuto tanto nell’attenzione e nella cura. La riforma di Protezione civile non volevamo farla da soli: abbiamo cercato di creare il senso del valore dell’attività e del vostro impegno e se abbiamo fatto questa strada è perché non contano i volontari in generale, contano le persone che stanno dentro quelle divise, contate voi e se non ci foste voi non sarebbe la stessa cosa».

Anpas Comitato Regionale del Piemonte ha inviato, per la missione in centro Italia, 195 volontari operativi, a seconda delle specializzazioni e necessità, nei territori di Amatrice, Foligno, Norcia, Macerata, Tolentino. I volontari sono stati impiegati anche in supporto alla popolazione per interventi di protezione civile e di assistenza sanitaria.  I volontari Anpas del Piemonte hanno prestato inoltre servizio presso la Sala operativa nazionale di Protezione civile e si sono resi disponibili per le attività quali il ripristino e la manutenzione delle attrezzature e dei materiali e rientrati.

Durante la manifestazione “Cuore al Centro” si è assistito inoltre alle premiazioni del secondo torneo nazionale Anpas di massaggio cardiaco, svoltosi lo scorso ottobre al Salone dell’Emergenza Reas a Montichiari. Primi in classifica, nella graduatoria a squadre, Luca OrtuSimone Valorso e Valeria Sordo della Croce Bianca di Fossano. La volontaria Valeria Sordo è risultata prima in classifica anche nella graduatoria individuale.

L’evento ha visto anche il concerto del Coro della Martinella che, con canti della montagna ha creato l’atmosfera ideale per presentare il progetto Casa della Montagna di Amatrice, che vede coinvolti Anpas e CAI nel creare una struttura che abbia valenza sul territorio, un presidio funzionale per il volontariato ma anche per gli amanti della montagna. Anpas ha cofinanziato con il Cai la realizzazione della casa della montagna raccogliendo al momento459.140 euro. Durante la presentazione del progetto anche la firma del protocollo di intesa tra Anpas e Cai. Insieme al ricordo alle vittime della sequenza sismica dello scorso anno, Anpas ha ricordato Alessandro Moni e Marco Mucciarelli, due persone che hanno dato un contribuito importante allo sviluppo del volontariato di protezione civile.  Al termine dell’evento, si è tenuta l’inaugurazione dei nuovi mezzi della Colonna di Protezione Civile Anpas (acquistati col contributo del Dipartimento di Protezione Civile)


Elenco delle Pubbliche Assistenze del Piemonte coinvolte nell’emergenza in centro Italia:

Pubbliche assistenze della provincia di Torino
Anpas Sociale di Grugliasco, Croce Verde Torino, Croce Bianca Orbassano, Croce Verde Vinovo, Croce Bianca Volpiano, Pubblica Assistenza Sauze d’Oulx, Croce Verde Rivoli, Croce Verde Pinerolo, Croce Verde None, Croce Verde Bricherasio, Croce Verde Cumiana, Croce Bianca Rivalta di Torino, Gruppo Volontari Ambulanza Verolengo, Ivrea Soccorso, Radio Soccorso Sociale.

Pubbliche assistenze della provincia di Asti e Alessandria
Croce Verde Asti, Croce Verde Mombercelli, Croce Verde Castagnole delle Lanze, Croce Verde Nizza Monferrato, Croce Verde Felizzano, Croce Verde Ovadese, Croce Verde Casale, Avis Primo Soccorso Valenza, Croce Verde Arquatese, Croce Verde Villalvernia.

Pubbliche Assistenze della provincia di Cuneo
Volontari del Soccorso Clavesana, Croce Bianca Ormea, Croce Bianca Fossano, Croce Verde Saluzzo.

Pubbliche Assistenze della provincia di Novara
Pubblica Assistenza Novara Soccorso, Volontari Ambulanza del Vergante di Nebbiuno, Volontari del Soccorso Cusio Sud Ovest di San Maurizio d’Opaglio, Gres Gruppo Radio Emergenza Sizzano.

Pubbliche Assistenze della provincia di Verbania
Volontari del Soccorso di Villadossola, Croce Verde Gravellona, Corpo Volontari del Soccorso Valle Vigezzo, Volontari del Soccorso Omegna.

Pubbliche Assistenze della provincia di Vercelli
Vapc Volontari Assistenza Pubblica Ciglianese.

Corpo e anima. Dall’ombra alla luce

Esce in questi giorni nei cinema italiani “Corpo e anima” di Ildikò Enyedi, sorprendente vincitore dell’ultimo Orso d’Oro del Festival di Berlino, protagonisti Morcsányi Géza e Alexandra Borbély

Endre è il direttore finanziario di un mattatoio bovino non lontano da Budapest. Trascina lungo il fianco sinistro il peso di un braccio paralizzato, impedimento perenne ai normali movimenti quotidiani. Dalla prospettiva angolare di una finestra, il suo sguardo chiaro e buono rivela una pacata ed intima rassegnazione alla solitudine nella quale si è volontariamente rinchiuso. Mária è stata appena assunta come responsabile qualità e si fa immediatamente notare per la scontrosità e il rispetto ferreo delle normative vigenti. Detesta sentire pronunciare il proprio nome, cammina e si veste in maniera goffa, mette in atto rituali compulsivi. Il suo viso pallido, che sembra intagliato nel sapone, ha un’espressione che dichiara resa incondizionata al mondo che la circonda e che pretende da lei una “normalità”. Gli sguardi solitari di Endre e Mária si incrociano sfuggenti allo stesso tavolo della mensa, dove scambiano appena qualche parola, un abbozzo di conversazione che si interrompe dopo poche battute. Nella quiete serale della propria abitazione la ragazza ricostruisce le relazioni che è riuscita a stabilire durante il giorno, avvalendosi di pupazzetti e mettendo in scena il proprio vissuto, mescolandolo alle proprie fantasie.

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Nel corso di un colloquio che si svolge a seguito di un furto avvenuto nel laboratorio aziendale, una psicologa scopre che Mária ed Endre condividono lo stesso sogno. Sono due cervi, maschio e femmina, immersi in un paesaggio invernale silenzioso e confortevole: si aggirano liberi nel bosco, si osservano da lontano, separati da un piccolo lago. L’unico contatto tra i due è rappresentato da un lieve sfregamento dei nasi. La psicologa, una giovane donna impaziente e superficiale, pensa a uno scherzo e archivia rapidamente la questione. Endre e Mária, invece, vincono il pudore e appurano l’effettiva autenticità di questa particolare condivisione. Freud sosteneva che i sogni possono rivelare istinti, bisogni, desideri profondi. Per quanto siano dunque entrambi perplessi, titubanti, anche spaventati, la bellezza e la pace evocati dalla dimensione onirica del loro incontro esortano l’uomo e la donna a un avvicinamento reale, tanto irresistibile quanto problematico. Appaiono, infatti, rigidi, bloccati, nel corpo come nell’anima. Lui è prigioniero di un fisico menomato che non l’asseconda, anzi lo limita nei movimenti rendendoli goffi, inadeguati, e ciò si riflette nell’architettura della sua psiche; lei è ferma a una fase infantile dello sviluppo psichico (frequenta uno psicologo infantile), ha rimosso dall’anima emozioni e sentimenti, rendendosi quasi del tutto inabile alle relazioni umane. Nel sogno che continuano sorprendentemente a condividere, Endre e Mária ritrovano la propria integrità fisica e psicologica, quella completezza che manca loro durante il giorno. L’incanto intangibile che pervade le immagini oniriche fa da contrasto alle procedure ripugnanti di macellazione e di lavorazione industriale dei bovini.

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Occorre necessariamente rimettere insieme tutti questi frammenti dispersi di corpo e di anima, recuperare la percezione delle emozioni, attribuendo loro un significato da connettere al senso della propria esistenza. Solo in questo modo si può cercare di (ri)costruire, faticosamente, l’unità funzionale di soma e psiche. La riconquista della corporeità personale rappresenta la premessa al progressivo cedimento delle barriere che si interponevano tra loro, il preludio di un graduale avvicinamento fisico e psicoaffettivo. Il processo non può essere lineare, le difficoltà che, inevitabilmente, si frappongono lo rallentano, lo ostacolano, rischiano di spezzarlo. Endre e Mária hanno, però, riallineato i rispettivi piani inclinati su cui avanzavano e teso le mani alla ricerca di un possibile legame. L’ultima inquadratura è dedicata al paesaggio invernale del sogno, ora disabitato, che svanisce in una lenta dissolvenza in bianco. Dall’ombra alla luce. Il sogno ha esaurito la funzione descritta da Freud, quella di appagare un desiderio rimosso. Si tratta ora di spostare quel desiderio, divenuto consapevole, sul piano della realtà. Si tratta ora di vivere. Almeno di provarci.

Paolo Maria Iraldi

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Corpo e Anima (A teströl és a lélekröl), di Ildikò Enyedi, con Alexandra Borbély, Géza Morcsányi (Ungheria, 2017, 116’). In programmazione al Cinema Classico di Torino.

Alle Molinette  la diagnosi precoce dell’Alzheimer fatta con  occhiali o  smartphone

La diagnosi precoce dell’Alzheimer fatta con occhiali avveniristici o con il semplice smartphone. Dalle prossime settimane l’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino per la prima volta sarà il capofila del Progetto internazionale My-AHA.

La malattia di Alzheimer, o più in generale la demenza, è una patologia molto comune nei Paesi occidentali: in Italia si calcola che sono affette circa 1.300.000 persone, la patologia cresce con l’età ed il Piemonte è tra le prime 5 regioni italiane con il maggior numero di over 65 (il 24,5% della popolazione). Nella nostra regione è stato stimato che su 1000 persone sopra 65 anni 33 sono affette da una forma di demenza, dato in crescita visto il progressivo invecchiamento della popolazione. E’ ormai chiaro che è necessario intervenire molto precocemente, ben prima che compaiano i sintomi della malattia. Delle nuove indagini diagnostiche, delle terapie mediche attuali e futuribili, di sostenibilità economica del sistema, ma anche di comunità a dimensione di paziente affetto da demenza, le cosiddette “comunità / città Alzheimer friendly”, si parlerà approfonditamente giovedì 18 gennaio 2018, nell’Aula Magna dell’ospedale Molinette (corso Bramante 88) in un Convegno intitolato “Il malato di Alzheimer: la sua presa in carico dal laboratorio al territorio”, organizzato dalla dottoressa Maria Claudia Vigliani, neurologa del Dipartimento di Neuroscienze della Città della Salute di Torino. Di fronte alla complessità ed ai costi economici e sociali del malato di Alzheimer, è importante individuare strumenti semplici ed economicamente sostenibili che permettano di identificare nella popolazione anziana le persone a rischio di sviluppare la malattia per sottoporli ad ulteriori indagini e proporre un intervento di prevenzione. Il Dipartimento di Neuroscienze della Città della Salute e dell’Università di Torino prende parte in qualità di capofila del Progetto My-AHA (My Active and Healthy Ageing), coordinato dal professor Alessandro Vercelli, che riunisce numerosi Istituti di ricerca ed aziende di Information e Communication Technology, tra cui l’Istituto Boella di Torino, sia europei sia extraeuropei, giapponesi, australiani e coreani. Nell’ambito del progetto verranno reclutati 600 pazienti nel mondo, dei quali 80 alle Molinette di Torino, dal professor Innocenzo Rainero. A partire dalle prossime settimane nei soggetti reclutati si valuterà mediante moderni e rivoluzionari devices il rischio di Alzheimer e di decadimento cognitivo, psicologico, fisico e sociale. Ad esempio, indosseranno occhiali della ditta giapponese MEME (sotto sono visibili più fotografie), in grado di registrare i movimenti del corpo e del capo, valutando, grazie ad un giroscopio ed un accelerometro, il grado di equilibrio del soggetto nello spazio. Altri sensori sulle stanghette registreranno anche i movimenti oculari, che si modificano con l’età e con la patologia. La qualità del sonno di questi stessi soggetti verrà monitorata grazie all’applicazioni di bande della ditta tedesca Medisana, poste sul materasso. Gli smartphone di uso quotidiano saranno muniti di giochi di memoria, messi a punto specificamente per questo studio, giochi che il soggetto sarà in grado di autosomministrarsi per testare lo stato della memoria, dell’orientamento e la capacità di risolvere problemi più o meno complessi. Lo smartphone raccoglierà i dati di tutta la strumentazione e li invierà ad un sistema in grado di riconoscere eventuali peggioramenti nel tempo. Di tutti i soggetti, metà saranno solo monitorati nel tempo, l’altra metà invece beneficerà di un intervento di stimolazione motoria, psicologica, cognitiva e sociale, grazie all’uso degli stessi apparecchi. Al termine dello studio sarà possibile definire con maggior chiarezza l’utilità delle nuove tecnologie nella diagnosi precoce, nell’invecchiamento in salute e nella prevenzione del decadimento dell’anziano. Nel corso della giornata verranno affrontati i diversi temi legati al miglioramento del trattamento dei soggetti affetti da demenza, si parlerà di ciò che si sa sulla genesi della malattia, dei fattori predisponenti e di come possano essere modificati, delle tecniche più avanzate di laboratorio e di medicina nucleare per la diagnosi precoce, si farà il punto sulla ricerca farmacologica e le difficoltà che incontra, ma anche sulla riabilitazione cognitiva. Si parlerà molto di nuove tecnologie di uso quotidiano e del loro utilizzo per la diagnosi precoce, ma anche per l’assistenza, dei pazienti affetti da demenza, come del possibile ruolo futuro di piccoli robot assistenti domestici. Considerando che ogni approccio medico non può prescindere dalla centralità della persona malata e della sua famiglia, che deve gestirlo nel quotidiano, si parlerà anche delle cosiddette “comunità/città dementia-friendly”, cioè di quelle comunità disegnate per permettere alle persone affette da demenza di rimanere attive, autonome e di continuare a vivere una vita dignitosa per loro e per i loro cari, il più a lungo possibile con tutte le ricadute socio-economico-culturali a questo legate.

 

(foto: il Torinese)

Basket, lo strano caso della FIAT Torino e Mr. Hyde

LE DIMISSIONI DI BANCHI – Avrei avuto altre cose da scrivere con diversi commenti entusiasti di Torino dopo l’ultima partita con Varese dove la Fiat Torino ha vinto con difficoltà ma con gran carattere un match non facile per aggressività sportiva degli avversari e doverosa stanchezza dei molteplici viaggi.

Ma, purtroppo, le notizie odierne delle dimissioni dell’allenatore della squadra Luca Banchi, da noi più volte identificato come uno degli artefici delle vittorie di quest’anno, ha sopravanzato necessariamente tale volontà descrittiva. Una diatriba in corso fin da inizio anno è sfociata in una disfatta per tutti i componenti in campo: allenatore, proprietà e soprattutto tifosi. Nessuno di noi è veramente in grado di comprendere nel dettaglio cosa sia successo, ma tutti avranno una loro opinione. Senza aver vissuto realmente i fatti nessuno, veramente nessuno può sapere la verità, che, come quando capita in un incidente automobilistico, di solito si sa che è sempre la propria. Posso solo esprimere due cose: la proprietà, nel bene e nel male, è quella che ci mette il rischio di impresa e Torino, senza la “follia” dei Forni vedrebbe probabilmente il basket non dal livello attuale, con i pro e i contro di ogni pensiero. Come si conduca una società è opinabile, che sia un fatto che con il loro arrivo sia coincisa la crescita del basket cittadino, no. L’allenatore, da sempre, nello sport è a rischio risultati e quando non è così, come nel nostro caso, può avere un ego e delle capacità molto alte tali da scontrarsi con personalità forti sia con giocatori che con dirigenza, ma a maggior titolo deve difendere con i fatti il proprio operato. Uno stipendio che raggiunge probabilmente cifre molto alte in tre anni a fronte di quello di gente tra gli spalti che spende del suo per seguire le trasferte e ci rimette anche un po’ di salute e famiglia, dovrebbe far riflettere su evidenti differenze tra lavoratore e “lavoratore”. La situazione in sé non è commentabile, la verità probabilmente è in caratteri forti da entrambi i lati e molta convinzione nei propri mezzi con poca gestione delle diplomazie necessarie per l’alto livello. Ma purtroppo è un male comune nel mondo dello sport, dove da sempre le proprietà litigano con gli allenatori e viceversa, salvo pochi periodi felici, e pensare di esserne immuni a Torino forse era un’utopia. Il mio pensiero va a tutti i tifosi che, come me, restano delusi da una passione, che come etimologia significa sofferenza, legata comunque a fattori umani. E il mio pensiero va proprio a coloro che vorrebbero con forza urlare la loro rabbia per quanto successo difendendo chi di loro non ha cura, avendo comunque abbandonato la “nave”, e “offendendo” chi fino a poco tempo prima era l’artefice dei loro sogni. Probabilmente la ragione c’è ed è giustificata, però il giorno dopo gli allenatori, pur rinunciando a stipendi milionari troveranno il loro posto di lavoro “nuovo” e avranno nuove bandiere a cui alzare i pugni al cielo, le proprietà potrebbero anche cambiare interessi ma vivere comunque serenamente, ma loro, i tifosi veri, forse, avranno segni indelebili su aspetti della propria vita quotidiana che potrebbero turbare la loro esistenza “normale”. La saggezza imporrebbe il “non ti curar di loro ma guarda e passa”, ma la rabbia è un istinto difficilmente controllabile. E la parte maestra di noi vorrebbe che il fuoco delle passioni venisse soggiogato dalla forza della ragione. In tutto questo che sta succedendo vediamo tanti che si agitano e sembrano non curarsi delle persone che per questo sport “soffrono”, si emozionano, sbattono per terra i telecomandi quando le cose non vanno bene, piangono a fine partita quando si vince, danno la mano con gioia ai giocatori a fine partita e tanto altro . Cari Tifosi, siate forti, gli uomini sbagliano, e forse apposta non lo fanno (o almeno facciamo finta di crederlo in questo caso), ma nel basket si dice da sempre “… se hai fatto un errore non farne due (se hai sbagliato un tiro non vuol dire che tu non debba tornare in difesa)”, e allora se la dirigenza e l’allenatore ciascuno a proprio modo ha sbagliato, non sbagliate anche voi rovinandovi inutilmente la vita per qualcuno che forse non sa nemmeno chi siate .

Paolo Michieletto

Le assemblee di “Potere al popolo”

Ezio Locatelli, segretario provinciale Prc-Se di Torino dichiara:

“L’assordante silenzio degli organi di stampa e informazione che c’è stato finora intorno alla lista di “potere al popolo” non ci ha fermato e non ci fermerà” dice Ezio Locatelli, segretario provinciale di Rifondazione Comunista che di “potere al popolo” fa parte insieme a altre forze di sinistra, antiliberiste. Sono centinaia le assemblee che si sono tenute in Italia, diverse delle quali a Torino, tutte molto partecipate, in particolare da giovani come da tanto tempo non accadeva. “Segno che il rigetto nei confronti della politica politicante di questi anni, soprattutto tra le nuove generazioni, non produce solo disimpegno, rassegnazione ma nuova domanda di alternativa di società” dice Locatelli. Ed ancora: “Potere al popolo nasce sulla base di un forte spinta dal basso, contro quei partiti e quelle forze che in questi anni hanno messo al centro le esigenze di governabilità, gli interessi d’impresa, le politiche di austerità a senso unico, politiche che hanno devastato l’esistenza di milioni di persone. Nasce come progetto unitario che mette insieme chi in questi anni – forze politiche, sociali, attivisti vari – si è battuto per i diritti e la dignità del lavoro, chi è stato presente nelle lotte sociali, nei movimenti per il diritto alla casa, alla scuola e alla sanità pubblica, per la giustizia sociale, contro il razzismo, contro la guerra. In una parola che mette insieme chi si è battuto e si batte per l’attuazione della Costituzione nata dalla Resistenza”. Questa sera al Cecchi Point, in Via Cecchi, 17, Torino, ci sarà l’assemblea di lancio campagna elettorale e di organizzazione della raccolta firme necessarie alla presentazione della lista. Tra i candidati Simone Ciabattoni, consigliere circoscrizionale di “Torino in Comune-La Sinistra”, attivista sociale e giovane dirigente di Rifondazione Comunista, capolista nel Collegio plurinominale della Camera di Torino 1; Nicoletta Dosio, attivista No Tav capolista nel Collegio Plurinominale della Camera Torino 2; Gianluca Vitale, avvocato, capolista nel collegio plurinominale del Senato Piemonte 1.”

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COMUNICAZIONE AI LETTORI

In vista delle prossime elezioni politiche il quotidiano “il Torinese” pubblicherà gratuitamente in questo spazio interventi, comunicati e notizie inviatici da candidati o esponenti politici di movimenti e partiti. Scrivere a: edizionibest@libero.it