Gennaio 2018- Pagina 45

Giochi d’altri tempi a Brozolo

Prosegue   la   mostra   “Giochi   e   giocattoli   …   infanzia   d’altri   tempi”, organizzata   dalla   Biblioteca   di  Brozolo,   che   è  stata   inaugurata   sabato   16 dicembre,   nella   sala   consiliare   e   nella   Biblioteca.   Le   suggestioni   e   le emozioni che raggiungono i visitatori riportano all’inizio del secolo fino alla   fine   degli   anni   Sessanta,   facendo   vivere   o   rivivere   quei   tempi   ormai lontani.   Sinora   ha   avuto   un   grande   successo   è   alcune   scolaresche   dei dintorni   hanno   prenotato   una   visita   al   rientro   dalle   vacanze   scolastiche. Oltre   alle   visite   per   le   scuole,   è   aperta,   lunedì   1,   sabato   6,   domenica   7, sabato 13 e domenica 14 gennaio, dalle ore 15 alle 18.

Massimo Iaretti

Prende donna in ostaggio per rapinare edicola

Un malvivente è entrato in un’edicola di Scalenghe e ha preso una cliente alle spalle puntandole al collo un paio di forbici intimando alla titolare del negozio di dargli del denaro. Il rapinatore, informa l’Ansa, è poi fuggito su un’auto. Poco dopo è però stato  individuato e fermato dai carabinieri in un’area di servizio della tangenziale Torino-Pinerolo. Il colpo è stato commesso ieri a Scalenghe. La donna in ostaggio è  una 45enne  che si trovava in edicola con la figlia di dieci anni. L’arrestato è un italiano di 23 anni residente a None

San Silvestro, bomba carta esplode alla Falchera: 4 feriti e vetri di una ventina di case in frantumi

Bilancio negativo per i botti di Capodanno anche a Torino. Una bomba carta artigianale è esplosa verso la mezzanotte in via delle Querce, in zona Falchera. Quattro le persone ferite per le schegge. L’esplosione, avvenuta nei pressi dei cassonetti dei rifiuti ha danneggiato alcune auto vicine e mandato in frantumi i vetri di una ventina di abitazioni. I carabinieri e i vigili del fuoco hanno trovato oltre 500 grammi di materiale esplosivo e una decina di altri ordigni inesplosi. Le persone colpite dall’esplosione hanno riportato ferite lacero-contuse non gravi agli arti e al volto guaribili in alcuni giorni. Ma il bilancio sarebbe potuto essere ben più grave.

“ZOO E BIOPARCHI NEGATIVI PER GLI ANIMALI”

FACCIAMO CHIAREZZA SU UN TEMA SPESSO OGGETTO DI DISINFORMAZIONE

 In riferimento all’articolo pubblicato da La Stampa del 28 dicembre 2017 di Fabrizio Assandri “Una cuccia invernale per giraffe e lemuri” inerente al bioparco “Zoom” di Cumiana (TO), vorremmo rendere note le precisazioni e rettifiche del Garante per i Diritti degli Animali della Regione Piemonte Enrico Moriconi in quanto riteniamo importante fornire dei dati precisi su un tema che è spesso oggetto di disinformazione. Dalla lettera del Garante regionale per i Diritti degli Animali riportiamo: “Da tempo le ricerche scientifiche hanno dimostrato le notevoli negatività indotte dalle strutture quali zoo o bioparchi che dir si voglia. In linea generale tutte si riconducono al fatto di tener rinchiusi animali che in natura colonizzano territori ampi e che quindi soffrono l’impossibilità di soddisfare bisogni etologici insopprimibili quali l’esplorazione del territorio, la ricerca dei partner, la realizzazione di rapporti interspecifici con individui diversi e non con il o i compagni sempre uguali.” Il Garante prosegue: “Nell’articolo si allude al fatto che si tratterebbe di soggetti abituati alla cattività; però non è esatto in quanto pochi decenni di addomesticamento, se pure tale fosse il periodo, non cambiano le esigenze etologiche e fisiologiche che sono ereditarie e iscritte nel dna di ogni animale.”… “Il confinamento di specie a rischio non porta vantaggi anzi sottrae alla natura del patrimonio genetico, effetto anche più grave se si considera che le ricerche hanno dimostrato che gli animali in cattività vivono meno di quelli liberi.” Riteniamo che sul tema “zoo e bioparchi” sia necessario fare chiarezza per evitare che a causa della disinformazione e della mancanza di dati oggettivi si possa ingenerare la falsa idea che tali strutture di detenzione possano salvare gli animali da sofferenza ed estinzione. Ribadiamo pertanto la nostra posizione contaria a qualsiasi luogo di detenzione per esseri senzienti e di sfruttamento degli animali.

 

Per: ENPA, LAC, LAV, LEAL, LEGAMBIENTE Circolo L’Aquilone, LIDA, OIPA, PRO NATURA Torino, SOS Gaia Rosalba Nattero Presidente SOS Gaia 

Rosalba Nattero

“Senzatomica” per trasformare lo spirito umano

Il 16 gennaio 2018 a Torino sarà inaugurata la mostra “Senzatomica – Trasformare lo spirito umano  per un mondo libero da armi nucleari”, un’iniziativa ideata e promossa dall’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai con il patrocinio della Città di Torino, del Consiglio Regionale del Piemonte, del Comitato Regionale dei Diritti Umani e dell’Università degli Studi di Torino

Un grande progetto di respiro internazionale fortemente voluto e sostenuto dalla Città di Torino e dal Consiglio regionale del Piemonte-Comitato regionale per i Diritti Umani particolarmente impegnati, negli ultimi mesi, in varie azioni di sensibilizzazione sul tema del disarmo nucleare come, ad esempio, con la campagna Italia Ripensaci.

 

A ospitare l’evento sarà il Mastio della Cittadella – sede del Museo Storico Nazionale di Artiglieria – in corso Galileo Ferraris angolo via Cernaia a Torino.

Dal 2011 a oggi, sono state realizzate 74 edizioni della mostra Senzatomica in varie città italiane, con un totale di 330.000 visitatori e più di un milione di persone coinvolte negli eventi collaterali.

Senzatomica non è soltanto una mostra, è anche una campagna che punta a creare una nuova consapevolezza sulla minaccia che le armi nucleari rappresentano per ogni forma di vita sul pianeta. Proprio per questo, Senzatomica è uno dei principali partner italiani di ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear weapons), una coalizione di organizzazioni non governative di 101 paesi insignita con il premio Nobel per la Pace 2017 per l’incessante impegno nel promuovere la messa al bando delle armi nucleari, culminato nello storico trattato siglato nel luglio 2017 all’ONU dopo diversi negoziati. La consegna del premio Nobel per la Pace è avvenuta a Oslo il 10 dicembre 2017, a un mese di distanza dallo storico simposio internazionale che ha riunito in Vaticano, alla presenza del Papa, rappresentanti di ICAN e di Senzatomica, 11 premi Nobel, rappresentanti dell’ONU, della NATO e di vari Stati, per un mondo libero da armi nucleari.

L’esposizione di Senzatomica a Torino punta a diffondere una solida cultura di pace attraverso un percorso di immagini, documenti, testimonianze di uomini e donne che vissero il dramma di Hiroshima e Nagasaki, e prosegue nel cammino di sensibilizzazione al disarmo nucleare intrapreso dal presidente della Soka Gakkai Internazionale Daisaku Ikeda.

La mostra, ad ingresso libero, è dedicata in particolare alle nuove generazioni, chiamate ad unirsi per agire con spirito solidale per inaugurare una nuova era di speranza e di pace.

Senzatomica è strutturata in quattro sezioni che approfondiscono i seguenti temi:

       garantire il diritto alla vita di tutti i popoli

       passare dalla sicurezza basata sulle armi alla sicurezza basata sul soddisfacimento dei bisogni fondamentali degli esseri umani.

       cambiare la visione del mondo: da una cultura della paura a una cultura della fiducia reciproca;

       promuovere le azioni che costruiscono la pace.

Sarà anche una preziosa occasione per approfondire tematiche attuali e di ampio respiro, quali la responsabilità sociale dello scienziato, la responsabilità nei confronti delle generazioni future, l’impatto ambientale dei test nucleari, il costo esorbitante degli armamenti e del loro mantenimento.

Verranno coinvolte le scuole di ogni ordine e grado. Gli studenti, in spazi a loro dedicati, avranno l’opportunità di approfondire concretamente il concetto di disarmo. I visitatori saranno supportati da volontari (formati in modo specifico) che li accompagneranno lungo il percorso di visita e illustreranno i contenuti dei pannelli, dialogando sui temi centrali della mostra.

Gli istituti interessati avranno la possibilità di prenotare visite guidate, contattando il numero 3315446947 attivo da lunedì al sabato, dalle 09:00 alle 18:00.

La realtà e i fantasmi nella Napoli magica e contraddittoria di Ferzan Ozpetek

PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

 

Napoli come immagine di vita e di morte, con i suoi riti e le sue magie, i selciati delle piazze e i vicoli stretti e affollati, il sole che illumina e le ombre che nascondono, gli antri e i sontuosi palazzi di una nobiltà antica. Decadente e vitale, sacra e profana. La Napoli – è lei la vera protagonista del film, a lei il film è dedicato, in basso a destra sull’iniziale sfondo nero: “A Napoli” – della morte, e Ferzan Ozpetek ha avuto ben presente il “forte senso di morte” che occupa la città campana e su questo senso ha costruito Napoli velata, mescolando ancora una volta la realtà e una suprema immaginazione, la vita di tutti i giorni e i ricordi che accompagnano i personaggi e lo spettatore allo stesso tempo in un passato che stupisce e sconvolge e coinvolge come già in un domani che si stabilisce in ben diverse dimensioni, frutto di sciamaniche premonizioni. Una cifra che amiamo – in una filmografia che ha toccato piccoli capolavori e che ha pure avuto riuscite assai inferiori -, da Saturno contro a Mine vaganti, qui il maggior termine di paragone potrebbe essere Magnifica presenza, se là il tono, dentro gli incubi di Elio Germano, non fosse stato quello prepotente e sinistramente allegro della commedia.

La professione di anatomopatologa obbliga anche Adriana (una Giovanna Mezzogiorno più sconcertata che convinta, lontana dal viaggio nel cuore e nella mente che era stato La finestra di fronte) a vivere con i morti, a immergersi in quel senso mentre attraversa con le sue solitudini i corridoi sotterranei dell’ospedale. È il rito antico e ambiguo della “figliata”, del “parto maschile” rappresentato attraverso un finissimo velo a iniziare la sua vicenda e l’incontro con uno sconosciuto con cui trascorrerà una notte ad alta componente erotica, come raramente s’è visto sullo schermo. Una storia che potrebbe continuare, un altro appuntamento stabilito ma il ragazzo, tra le sculture e gli affreschi carichi d’amplessi staccati dalle case di Pompei del Museo archeologico non si presenterà: Adriana lo ritroverà cadavere sul tavolo freddo del suo lavoro. Di qui non si dovrebbe raccontare più nulla di Napoli velata, lasciando a chi guarda il piacere di addentrarsi, accompagnato dai movimenti lenti e barocchi della macchina da presa, nella costruzione, non sempre perfetta (la sceneggiatura è firmata con il regista stesso da Gianni Romoli e Velia Santella) dei fantasmi – perché di fantasmi ci parla Ozpetek sopra ogni cosa – di Adriana, del dramma che l’ha segnata sin dall’infanzia, delle sue scoperte che potrebbero spingerci troppo malamente a definire un thriller il film, del doppio che è un’altra cifra cardine della storia, delle sovrapposizioni (forse potremmo scomodare anche il grande Eduardo di Questi fantasmi) e degli sguardi e delle parole artefatti, del vedere e del sentire (uno dei momenti più belli è il riandare con la memoria della zia Anna Bonaiuto al perduto amore, con le voci che s’accavallano in un misto affascinante di passato e presente), della vita della protagonista rimaneggiata e rifatta a propria immagine, negativamente (il frigo pieno di roba messa lì a imputridire, da mettere nei sacchi di plastica per essere buttata via, quando in altre occasioni il cibo era messo al centro con l’allegria di questa o quella situazione).

A tratti anche il film resta velato, colpevole di un egoismo che t’impedisce di squadernarlo in ogni sua piega, rimanendo nascosto, ondivago, ben lontano dalla volontà che ogni cosa alla fine si chiarisca. Un ultimo sobbalzo di irrealtà, Adriana scompare dietro l’angolo, in modo definitivo, mentre la macchina da presa si blocca sul nulla. Ma nei film di Ozpetek ti piace anche perderti e forse anche questo è bello. Come ti apri in questa Napoli primattrice a certi squarci indimenticabili, dalla casa del principe Caracciolo già set per Viaggio in Italia e L’oro di Napoli, alla farmacia degli Incurabili con le proprie nascoste simbologie alla cappella Sansevero con il Cristo velato, alla grande terrazza dove un gruppo di travestiti in là con gli anni sta giocando a tombola, dinanzi a un panorama indimenticabile. Sono anche i fantasmi di Ozpetek, le sue tematiche qui disordinatamente dilatate, perse in una solare irrazionalità ma pur tuttavia prova – ancora una volta – di un carico di sentimenti che non indietreggia mai dalla più assoluta coerenza.

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