Ottobre 2017- Pagina 46

I ministri del G7 in visita al Poli

I ministri e i funzionari dei governi europei partecipanti al G7, per iniziativa del Politecnico di Torino, hanno fatto visita prima di lasciare la città all’Incubatore di Imprese Innovative dell’Ateneo I3P e al Laboratorio Turin Additive Lab di Avio Aero e Politecnico , nell’ambito del Carnegie Meeting a seguito del G7 Scienza. Il Rettore Marco Gilli, il prof. Marco Cantamessa per l’Incubatore e l’AD di Avio Aero Riccardo Procacci hanno presentato le attività del Politecnico, proposto ai Ministri tre start up innovative e illustrato la ricerca di frontiera sull’additive manufacturing che si svolge nel Laboratorio TAL

“Hasta la lavatrice siempre!”

Inaugurato a maggio di quest’anno, Rigeneration è un’iniziativa ideata per dare lavoro alle persone in difficoltà e nuova vita a elettrodomestici destinati allo smaltimento. Il progetto è nato grazie alla collaborazione fra il fondatore del Sermig, Ernesto Olivero, e l’ imprenditore torinese Giorgio Bertolino,  fondatore di Astelav, azienda che da oltre 50 anni è uno dei principali distributori europei di ricambi per elettrodomestici.

 

L’asta verrà gestita da artisti di strada: il Circo Pacco, Peppino Marabita e il musicista Luca Rossi, i quali terranno banco, batteranno i pezzi, faranno piccoli intervalli di giocoleria. I proventi dell’asta andranno al “Condominio Solidale” progetto del Sermig realizzato all’interno dell’edificio che ospita il negozio RIGENERATION, in Via Mameli. E’  abitato da famiglie e donne sole o con figli che attraversano un periodo di difficoltà e che dopo essere state accolte dal Sermig all’Arsenale della Pace, sperimentano, in uno spazio accogliente e protetto come questo, una vita autonoma.

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ASTA BENEFICA DI ELETTRODOMESTRICI RIGENERATI Presso il negozio RIGENERATION Via Mameli 14

 

Sparatoria nel Torinese, un morto. Ferito un carabiniere

E’ morto in ospedale,  dove era stato ricoverato in gravissime condizioni, un uomo di 47 anni di Montalenghe. Ferito anche un  carabiniere  dai colpi di pistola sparati dagli occupanti di un furgone nei pressi di una villetta di proprietà di una famiglia sinti. I carabinieri stavano facendo un sopralluogo  nell’abitazione dopo la richiesta del proprietario che aveva visto sui muri fori provocati da proiettili. All’improvviso, da un furgone bianco sono partiti degli spari. Il ferito, parente del proprietario della casa,  è stato prima trasportato all’ospedale di Ivrea e poi trasferito al Cto. Il carabiniere ha riportato ferite di striscio a un braccio causate dalle schegge di un proiettile.

Linea di confine. Spigolature di vita e storie torinesi

di Pier Franco Quaglieni

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Il Corriere della Sera sbarca a Torino – Buscaglione e Farassino – Silvano Alessio e il diritto all’oblìo I fatti di Torino dell’agosto 1917  Lettere

 

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Il Corriere della Sera sbarca a Torino

A fine ottobre esce a Torino il dorso “Corriere di Torino” in vendita con il “Corriere della sera”. Il mitico giornale che fu di Luigi Albertini ,così legato alla storia piemontese, rappresenta oggi il quotidiano leader ,pur in un quadro generale desolante dell’informazione su carta. Le perdite di lettori appaiono inarrestabili. La fusione editoriale tra “Il Secolo XIX” “La Stampa” e “Repubblica” se trova una sua logica aziendale nell’abbattimento dei costi, non è certo un evento all’insegna del pluralismo. In Liguria “Il Secolo XIX” riporta gli stessi articoli e le stesse firme della “Stampa” che attinge a sua volta dal “Secolo XIX”, lo storico concorrente che Sandro Chiaramonti era riuscito a battere ,facendo del giornale di Torino il leader in tutto il Ponente ligure. Il risultato è stato un calo di vendite per ambedue i quotidiani. L’arrivo del “Corriere” a Torino e nelle provincie piemontesi che non gravitano su Milano (Vercelli , Novara, VCO) è un evento importante. Con la scomparsa della “Gazzetta del Popolo” Torino non ebbe più un vero pluralismo. “Repubblica” ,a prescindere dalla fusione editoriale recente, ha sempre avuto un’osmosi di direttori con “La Stampa”. Un limite vistoso del giornalismo torinese è che in larga misura per troppi anni traeva le sue origini nell’”Unità “. Oggi la situazione è cambiata, ma il taglio resta il medesimo. Il dorso del “Giornale” in Piemonte è fallito miseramente dopo che giornalisti come Granzotto e Coscia avevano prodotto un quotidiano degno di questo nome. Avere ogni giorno un’altra cronaca torinese da leggere e da confrontare non potrà che far bene all’informazione e al pluralismo. A capo della redazione torinese del “Corriere” è stato chiamato un giornalista di grande esperienza, Umberto La Rocca, già vicedirettore de “La stampa” e direttore del “Secolo XIX”. La nuova esperienza di Cairo editore è anche un segnale espansivo per l’occupazione dei giornalisti che forse mai come oggi appare a livelli disperanti. Una voce autorevole come quella del “Corriere della Sera” che si rivolge a Torino e al Piemonte può anche essere un temibile concorrente soprattutto per “La Stampa”.

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Buscaglione e Farassino

Possono piacere o meno i personaggi , ma l’intitolazione dei Murazzi di Po ai due cantanti torinesi più noti e cari a tanto pubblico, appare una scelta molto azzeccata. Fred ,nato nel 1921 e morto in un incidente nel 1960, era originario di Graglia, nel Biellese, apparteneva ad una modesta famiglia, frequentò per appena tra anni il Conservatorio. Fece l’apprendista e il fattorino e incominciò ad esibirsi nei locali notturni ,per poi passare al Gran Caffè Ligure, una delle glorie della Torino anteguerra. Richiamato durante la II Guerra mondiale, organizzò spettacoli per le truppe e venne fatto prigioniero dagli Americani. Il suo personaggio era caratterizzato da un paio di baffetti, dal doppiopetto gessato,dal cappello a larghe tese ispirato ai gangsters americani, dalla voce roca per le troppe sigarette fumate. Restano memorabili “Guarda che luna “,”Eri piccola cosi”, ”Che bambola”. Erano anche canzoni trasgressive rispetto al perbenismo borghese di un’Italia che stava uscendo dagli anni Cinquanta e incominciava a conoscere il primissimo miracolo economico. Fred andò molto oltre il perbenismo torinese caratterizzato da un certo bigottismo angusto. Il personaggio e il cantante sopravvissero alla sua morte e restano un simbolo di una Torino non banale e non conformista. Discorso molto diverso quello che riguarda Gipo Farassino, cantautore, ma anche politico. Era nato nel 1934 e morì nel 2013. Come cantautore rappresentò le periferie torinesi, la gente comune, i poveri diavoli. Ci fu un periodo in cui fu anche militante del PCI e una sua canzone fu molto impegnata contro la guerra del Vietnam. La sua attività di attore è legata al nome dell’amico regista Massimo Scaglione che Gipo trascinò anche nella sua scelta politica leghista. Aveva conseguito il diploma di ragioniere e il centro del suo mondo sono Porta Pila e via Cuneo. Una visione angusta che lo portò a mitizzare l’ angolo di Torino da cui proveniva. Al culmine del successo creò anche il locale “da Gipo” dove si esibiva. Il locale, che era al fondo di corso Francia, sopravvisse all’insuccesso di Gipo e divenne il ristorante “Il camin” ,uno dei ritrovi migliori di Torino della fine del secolo scorso. Tentò anche di andare al Festival di Sanremo, ma i limiti torinesi apparvero subito evidenti e gli impedirono un lancio nazionale. Pure la scelta leghista rivelò orizzonti localistici di profilo limitato. Sebbene eletto parlamentare europeo ,consigliere e assessore regionale, non rivelò doti politiche. Roberto Gremmo, che fu il suo competitor iniziale, aveva qualità politiche molto più significative.

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Silvano Alessio e il diritto all’oblìo

Google ripropone articoli vecchi di decenni del quotidiano “Repubblica” firmati dai soliti killer armati di penna che ,falsificando la realtà, cercano di demolire le persone a loro antipatiche. C’è gente che usa la stampa per vendette personali di basso profilo. E c’è chi ,non so bene con quali mezzi leciti, riesce a far apparire in prima posizione vecchi articoli su Google con sistemi che sicuramente non sono legali. E’ il caso di Silvano Alessio, Prosindaco di Torino e assessore in più giunte torinesi. Alessio fu un enfant prodige della politica torinese. Era colto anche se non aveva finito gli studi universitari, aveva un eloquio persuasivo e brillante, aveva sicuramente delle qualità politiche ed alcune intuizioni. Fu nel 1970 il primo assessore alla cultura di Torino, il primo che capì come la cultura non potesse restare fuori dall’intervento dei Comuni. Come primo assessore all’arredo urbano volle piazza San Carlo senza macchine in sosta, una scelta che poi venne revocata dal suo successore, ma che finì di essere la scelta definitiva dopo il parcheggio sotterraneo che certa sinistra radical-chic, Vattimo in testa, cercò di bloccare. Fu lui – e non Novelli – nel 1980 a pensare a Via Garibaldi senza auto e tram, facendone una via di passeggio. Fece parecchi giornali, tra cui “Il dialogo” che ebbe un qualche significato politico-culturale, anche perché la classe politica di allora stava già distaccandosi dall’idea che una politica senza cultura fosse un discorso da faccendieri. Non ho mai avuto buoni rapporti con lui. Cambiò alcuni partiti, ma anche qui con una qualche giustificazione. Poteva un uomo con idee aperte come Silvano restare nel Pli di Malagodi che a Torino era prevalentemente fatto di vecchie cariatidi? Un errore di Renato Altissimo forse fu proprio quello di non vedere le qualità politiche di Alessio che, prima di Zanone, nel PLI era l’unica voce interessante. Io ricordo di essere andato a sentirlo nel 1967 quando uscì dal PLI. Con lui c’era anche Riccardo Formica che poi rientrò nel partito. Il suo discorso al cinema “Doria” fu un capolavoro. Pochi erano oratori del suo livello. Nel partito repubblicano fu costretto ad andarsene da Giorgio La Malfa, il Gesù Bambino, come diceva Donat – Cattin, calato su Torino nel 1972,che gli scippò il seggio da deputato che gli sarebbe spettato di diritto. Il Pri era stato ricostruito partendo dal nulla, proprio da Alessio . L’avvocato Bachi era andato via dal Pri nel 1963.Erano rimasti i tradizionali quattro gatti, da Terenzio Grandi a Vittorio Parmentola, mazziniani storici. Incorse anche in alcune vicende poco belle, diciamo così, ma ,se le confrontiamo con i comportamenti dei politici di oggi, non c’era nulla di scandaloso. Certo amava la bella vita, le donne, alcuni locali notturni. Ma era un politico che aveva capacità e cervello. Questo non può non essergli riconosciuto ed è da vili riproporre artificialmente vecchi articoli che lo riguardano, sapendo che Silvano è morto da tempo, non può difendersi ed ha diritto come minimo all’oblìo.

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I fatti di Torino dell’agosto 1917

Nell’agosto 1917 Torino fu protagonista di una vera e propria sommossa di cui abbiamo parlato nella rubrica del 16 luglio (http://www.iltorinese.it/linea-di-confine-spigolature-di-vita-e-storie-torinesi-20/), perché già allora il Circolo “De Amicis” iniziò a parlare della ricorrenza centenaria in modo non appropriato . Abbiamo scritto le motivazioni per cui in termini storici quell’iniziativa dell’estremismo socialista torinese fu un gravissimo errore, perché cercare di imitare la Rivoluzione russa era un discorso politicamente impraticabile. L’Associazione consiglieri comunali emeriti di Torino, presieduta da Giancarlo Quagliotti, si è cimentata a rievocare i fatti di Torino dell’agosto 1917 con un convegno che ,per il nome di molti relatori,appare non equilibrato storicamente. A parte la relazione dello storico dell’economia Giuseppe Bracco che centra perfettamente il tema ,in modo forse leggermente ironico con il titolo un po’ manzoniano “Il lavoratori torinesi tra Lenin e il forno delle grucce”, gli altri relatori, dalla faziosissima Maria Grazia Sestero ad altri giovani storici , rivelano il non distacco necessario per affrontare gli avvenimenti di cent’anni fa. Sicuramente Luca Cassiani, che ha parlato delle conseguenze giudiziarie della sommossa, avrà trattato, da avvocato capace, il tema delle condanne. Ma nel complesso la cosa non convince. Possibile che a nessuno sia venuto in mente che proprio nell’agosto del 1917 c’erano al fronte consiglieri comunali torinesi ? Possibile che a nessuno sia venuto in mente di invitare a parlare il presidente del “Nastro Azzurro” che raccoglie i decorati al Valor Militare o il presidente dell’UNUCI ,(Ufficiali in congedo ) e uno storico militare che non venga dalla scuola di Rochat ? Mentre a Torino si faceva casino,al fronte si combatteva e si moriva.Questo i consiglieri emeriti o i consiglieri in carica della Città di Torino non devono dimenticarlo.

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LETTERE scrivere a quaglieni@gmail.com

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Islam e informazione

Mi è capitato di ascoltare un convegno promosso a Palazzo Cisterna il 28 settembre su “Islam e giornalismo-Immagini, racconti e manipolazioni sui media italiani”. Il sottotitolo era “Aspettando voci scomode”. La tesi principale sostenuta si può sintetizzare così : “dall’attacco alle Torri gemelle alla comparsa dell’Organizzazione dello Stato Islamico , quanto i mass media hanno contribuito ad alimentare una propaganda islamofoba nel mondo occidentale?” Uso le parole virgolettate dell’invito. Sono andato un po’ prevenuto , ma ne sono uscito indignato. Gente faziosissima quella del “Caffè dei giornalisti”. Giornalisti di cui non ho mai avuto occasione di leggere un articolo. Lei cosa ne pensa ?                                                                                               Luigi Androni

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Mi pare assurdo dare ai giornali la colpa di aver alimentato una propaganda islamofoba (che non significa odio, ma paura dell’Islam). La fobia del terrorismo islamico è determinata dagli attentati che l’Isis ha fatto. Dovremmo non aver paura ?                                    pfq

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Piazza Carlina 
Io ricordo di aver letto sui giornali di agosto che i ministri del G7 sarebbero stati ospitati nel Canavese per i pernottamenti. Poi all’improvviso saltò fuori l’hotel di Piazza Carlina . Quale la ratio di far pernottare in centro gli ospiti del G7 ,attirandovi la contestazione, dopo aver spostato l’incontro a Venaria?                                           Anna Rinaldi      

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Nessuna ratio, Gentile signora, mentre scrivo dovremo ancora vedere cosa accadrà oggi pomeriggio ,sabato. Ma già gli episodi di violenza accaduti nei giorni precedenti rivelano l’assurdità di utilizzare l’hotel piazza Carlina. E queste cose noi le abbiamo denunciate con fermezza in due articoli rimasti solitari nel panorama informativo torinese. Non va dimenticato però il dovere di esprimere il grazie di noi cittadini alle Forze dell’Ordine che anche questa volta ci hanno difesi dalla furia violentissima dei cosiddetti antagonisti, anarchici, centri sociali ecc. Io sono stato in piazza Carlina mercoledì scorso perché ho l’ufficio nelle vicinanze e mi sono sentito molto rassicurato vedendo tanti carabinieri e tanta polizia in giro. Per un giorno mi sono sentito sicuro in una città in cui la sicurezza dei cittadini è diventata un optional. Venerdì non ho avuto il coraggio di avventurarmi da quelle parti, la mia segretaria più coraggiosamente sì.         pfq

 

 

Rai, Carlo de Blasio a Roma

di Pier Franco Quaglieni
Carlo de Blasio, redattore capo del Tg Piemonte negli ultimi due anni, è stato nominato vice direttore del Tg3. Quando arrivò a Torino nel 2015, ci fu chi scrisse che de Blasio “era sconosciuto, o quasi, ai maggiorenti della politica cittadina e regionale” piemontese. L’articolo voleva essere una critica nei confronti di un “mezzobusto sconosciuto”,mentre quel riconoscimento fece intravvedere ,senza volerlo, una qualità rara, rarissima in R ai: l’indipendenza e l’alta deontologia professionale.   De Blasio aveva dietro di sè un curriculum straordinario di livello internazionale anche alla BBC a Londra. Subentrò ai vertici della redazione piemontese ad una figura piuttosto grigia e molto settaria che aveva lasciato il posto di redattore capo di “Stampasera”, ormai agonizzante, per intraprendere la carriera in Rai. Mario Baudino, ad esempio, passò alla “Stampa” e divenne via via un critico letterario di primaria importanza.  A Torino de Blasio ha portato la forza della sua esperienza internazionale. In precedenza il Tg Piemonte era una sorta di collage di servizi di promozione politica appunto dei maggiorenti, costruito seguendo il manuale Cencelli.
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De Blasio introdusse anche i suoi editoriali, concisi, lucidi, obiettivi, controcorrente. Mi capitò di ascoltarne uno e ne rimasi ammirato. Gustavo Selva non mi è mai piaciuto, ma l’efficacia degli editoriali di de Blasio facevano venire in mente l’efficacia radiofonica di Selva durante gli anni di piombo.  Il TG Piemonte è cambiato non solo nei volti ,ma anche nei suoi contenuti giornalistici. Oggi è un vero giornale che dà spazio a tutte le voci. Doveva arrivare sotto la Mole un uomo colto e libero come lui per creare finalmente un Tg che è un piacere, e quasi un dovere, seguire per rimanere informati. De Blasio ha imposto il rispetto di tutte le idee, superando i criteri della lottizzazione. Ha dato, in agendo, una grande lezione ai giornali cartacei torinesi. In questi due anni ha lavorato sodo in redazione ,senza mai voler apparire nel solito milieu subalpino, ma leggendo quasi in tempo reale tutte le mail ricevute. Altri scelgono la strada presuntuosa e arrogante del “Non letto” che per un giornalista è un modo curioso di chiudersi alle notizie invece di andarle a cercare. Torino perde molto con il suo ritorno a Roma. Vorrei aggiungere per lui un viatico beneaugurante  tipicamente torinese, riprendendolo da Bobbio: “Non è vero potere quello del cavallo a cui i ferri consentono di correre anche là dove il cavallo selvaggio non giunge, perché il cavallo ferrato ha perso la libertà di muoversi”.
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quaglieni@gmail.com

Il surrealismo di Mirò a Palazzo Chiablese

Palazzo Chiablese, affacciato sulla Piazzetta Reale di Torino, aprirà le sue sale dal 4 ottobre prossimo a una mostra d’eccezione, dedicata all’artista catalano Joan Miro’, dal titolo “Miro’! Sogno e colore”

Curata da Pilar Baos Rodriguez, l’esposizione presenta 130 opere dell’artista, per lo più dipinti a olio di grandi dimensioni. Le tele sono state concesse in prestito dalla Fundacio Pilar i Joan Miro’ di Palma di Maiorca, che custodisce la maggior parte dei capolavori realizzati da Miro’ durante il suo lungo soggiorno alle Baleari, dal 1956 all’83. Joan Miro’ è sicuramente uno degli artisti più carismatici dell’intera arte contemporanea, grande esponente di quel movimento del surrealismo, che ebbe tra i suoi protagonisti Tristan Tzara, e che fu nella terra natale di Miro ‘, la Catalogna, una delle correnti più incisive dei primi decenni del Novecento. Di Joan Miro’ non è presente soltanto una Fondazione nella capitale catalana, ma anche a Palma di Maiorca. Si tratta della Fundacio Pilar i Miro’, intitolata all’artista e a sua moglie, creata dal nipote Joan Punyet Miro’ nei locali che costituirono la sua casa- studio maiorchina, dove l’artista morì nel 1983, il giorno di Natale. Nelle opere di Miro’ si percepisce il profumo del Mediterraneo, la sua energia e il suo potente silenzio. L’artista nelle sue tele raffigura la potenza della natura selvaggia e luminosa di luoghi da lui molto amati, come Palma di Maiorca o la campagna catalana, grazie all’uso di colori piuttosto decisi e ad uno stile creativo capace di trasmettere sulla tela una grande fisicità. Le sue opere più significative sono la “Dona i ocell” del 1983, che si trova al parco di Joan Miro’ di Barcellona, “Femme” del 1981 e ” L’etoile matinale”, che fa parte della serie Costellazioni, risalente agli anni ’39-41. L’arazzo realizzato per il World Trade Center di New York è andato distrutto con il crollo delle Torri gemelle, l’ 11 settembre 2001. Rimane di Miro’ la definizione migliore quella data dal poeta francese Jacques Prevert , che affermò di lui che “è un innocente col sorriso sulle labbra che passeggia nel giardino dei suoi sogni”. In una riga sono condensate, infatti, tutte le caratteristiche di questo straordinario artista, la sua semplicità, la sua curiosità e l’incredibile estro creativo, che lo hanno reso uno dei più fecondi esponenti del surrealismo.

Mara Martellotta

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La mostra rimarrà aperta fino al 14 gennaio 2018 a palazzo Chiablese con il seguente orario: lun 14.30-19.30; mart-dom 9.30-19.30, tranne giovedì 9.30-22.30

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