Novembre 2016- Pagina 6

Camminare, guarire e raccontarlo

motella-camminareTre verbi familiari a Fabrizio Pepini, autore di questo sorprendente libro, intitolato “Camminare guarisce”, scritto con l’aiuto di Massimiliano Cremona, che ha conosciuto l’autore durante il cammino. Con la voce narrante di Carla De Chiara, che ha letto alcuni brani significativi, è iniziata la presentazione, al Bar Lago di Verbania. “Si prende coscienza di tante cose, vissute nella vita quotidiana” ha detto Cremona (voce e chitarra acustica, nel complesso de -Gli Animali Acustici- ma anche nel corso della presentazione) “ci siamo trovati nelle condizioni ideali: il lungo cammino sul percorso di Santiago di Compostela è solo un esempio, tra i vari percorsi, abbiamo fatto anche 200 km in Sardegna, 150 attorno al Trasimeno, abbiamo un lungo tour in programma, con tappe in diverse città d’Italia”.“Nel 2011 i medici mi avevano dato una prognosi nefasta “ha detto Pepini “ho dovuto lasciare il lavoro – in Belgio, nel campo della ristorazione – fare cicli di chemio e poi un autotrapianto osseo; quando mi sono sentito in grado, ho intrapreso questo lungo cammino”. Il messaggio, estremamente positivo, che l’autore vuol trasmettere nel suo libro, è “il camminare può guarire, ci si sente man mano rinascere. Dopo 5 anni non mi è arrivata nessuna recidiva”.Un progetto ambizioso? Un cammino dalla Grecia fino a Gerusalemme: nulla di mistico ma, come si può arguire dalle righe scritte da Papini, sono le conoscenze e le esperienze che arricchiscono il cammino della vita.

Elio Motella

Il Toro vince 2-1 con il Chievo e rinnova il contratto a Belotti

toro bandieraI Granata vincono per 2-1 contro il Chievo Verona. Merito di  una doppietta di  Iago Falque, che consente così di agganciare la Lazio a quota 25, un punto dalla zona Champions League. Il direttore sportivo Petrachi ai microfoni di Sky:  “Con Andrea Belotti abbiamo raggiunto l’accordo per il rinnovo e il comunicato ufficiale avverrà in tempi brevi. Ci abbiamo lavorato per molto tempo. L’avevamo già raggiunto ma dovevamo sistemare alcune cose. Clausola a 90 milioni per l’estero? Sicuramente c’è una clausola ma i dettagli li diremo al momento opportuno”.

 

La panchina rossa di Sciolze

panchina-2E’ stata inaugurata a Sciolze la “Panchina Rossa”, contro la violenza sulle donne. Si è trattato di una cerimonia semplice ma intensa, prima con le 7 donne che hanno contribuito alla realizzazione con la loro impronta la settimana scorsa, e dopo con la notevole presenza all’inaugurazione. L’amministrazione comunale ha voluto esprimere in modo concreto e visibile, cui ne seguirannopanchina1 altri, l’impegno per combattere questa piaga sociale. In particolare sono stati ringraziati l’artista Gianni Gianasso che ha valorizzato l’opera con la sua maestria, panchina che fa parte, del Museo di Arte Urbana di Torino, il sindacato Spi Cgil, l’associazione Amestisa e Sapori di Scioleze.  All’incontro è intervenuto Edoardo Di Mauro, presidente e direttore artistico del Museo di Arte Urbana. Dice il sindaco Gabriella Mossetto:” la nostra panchina rossa vuole diventare il simbolo di dove si sono sedute tutte queste donne, mamme, mogli, amiche che oggi non ci sono più, portate via dalla violenza”. L’amministrazione vuole ringraziare tutti quelli che hanno partecipato e che hanno colto il senso e l’importanza di questo momento volto a dare un forte segnale a favore di tutte le donne vittime di qualsiasi violenza.

Massimo Iaretti

 

MAXI CONCORSO DI INFERMIERI ED OSS ALLA CITTA’ DELLA SALUTE

LETTO OSPEDALELe organizzazioni sindacali della Città della Salute e della Scienza hanno siglato un accordo che prevede il superamento graduale delle esternalizzazioni decise dalla Direzione del nosocomio la settimana scorsa. Il 17 novembre u.s. la direzione aziendale, infatti, presentava al tavolo sindacale la necessità, a causa della carenza di personale, di ricorrere all’esternalizzazione di alcuni servizi infermieristici e di supporto. Nello specifico si trattava dell’Osservazione Breve intensiva del DEA (pronto soccorso), della Degenza Temporanea e della Rianimazione delle Molinette, delle Sale Operatorie del CTO e della Degenza  Pediatrica per patologie croniche e disabilità nonché delle Sale Operatorie dell’Ospedale Infantile Regina Margherita. A seguito di questo, le organizzazioni sindacali, all’unisono, avevano contestato la decisione richiedendo la calendarizzazione di un tavolo di trattativa urgente.

Le parti sono addivenute ad un accordo straordinario: saranno banditi in tempi celeri i concorsi per l’assunzione di infermieri ed OSS, con l’obiettivo di superare tutte le esternalizzazioni.

Inoltre, un altro grande risultato, riguarda l’immediata attivazione delle procedure di mobilità e di reclutamento, attraverso graduatorie di altre ASL, per assumere le 50 risorse richieste dal sindacato, per fronteggiare la grave emergenza di personale che attanaglia l’azienda ospedaliera.

“Quello siglato oggi è un accordo importantissimo – afferma Mario Caserta della CISL FP Torinese – perché ci permette di superare l’esternalizzazione, che seppur rappresenti l’immediata soluzione per fronteggiare la carenza di personale, è uno strumento che determina la perdita di posti di lavoro pubblico a scapito di posti, spesso sottopagati e con scarse tutele, talvolta con scarsi standard qualitativi assistenziali.”

“Quest’accordo sancisce un cambio di rotta circa le politiche di assunzione del personale – evidenzia Michele Cutrì della UIL FPL – ribadiamo l’assoluta contrarietà alle esternalizzazioni; l’immediata attivazione dei concorsi va nella direzione da noi auspicata circa le priorità indicate, la qualità e la continuità dei servizi. La gestione di servizi così importanti va programmata e governata nel tempo con personale strutturato della sanità pubblica che garantisca continuità alle cure.”

“La strada delle esternalizzazioni, se per qualcuno è apparsa come una via senza ritorno – sentenzia Claudio Delli Carri del Nursing Up – oggi è stata smentita all’unisono dai sindacati. A maggior ragione vista l’uscita della Regione Piemonte dal piano di rientro, che dovrà dare, ci auguriamo, segnali positivi dal 1 gennaio 2017, ai lavoratori e a tutti i cittadini.”

Mario Caserta      Michele Cutri       Claudio Delli Carri

CISL FP               UIL FPL               Nursing Up

Questuanti e senzatetto. Se il cuore di Torino ha un attacco cardiaco

StosettoTORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto

In questi giorni Torino è una città triste non solo per la pioggia . Storico riparo i nostri eleganti portici grazie ai Savoia .  Così da piazza Vittorio si può raggiungere la vecchia Porta Susa a piedi e quasi senza bagnarsi .  Ma la tristezza ti invade dentro accompagnandoli e non lasciandoti facilmente.  Non è la sola  pioggia .  Ti si  apre una moderna ed angosciante Corte dei Miracoli, senza chiese dove chiedere diritto di asilo di medievale uso . Ogni centinaio di metri,tosetto barboni  ecco tanti senzatetto che improvvisano improbabili alcove.  Via Cernaia 4, vigili e due signori con telefonini coordinano un intervento . Un poveretto li guarda inebetito e credo che sia lui il motivo della loro presenza . Mi sbagliavo: il giorno dopo  è ancora lì ad aspettare fumando una sigaretta dopo l’altra . Due giovani si organizzano, ed affrontano tutto in coppia Lei e lui in un improbabile atto di romantico amore. Nulla di romantico e sull’ amore io  non so commentare. clochard 63Ogni 50 metri ragazzi di colore e non, chiedono le elemosine vicino a bar o panetterie . Fila “rotta” da un anziano con stampelle, italiano . Quando cominci a sentire olezzo di urine scorgi bottiglie vuote di birra e uomini che bisticciano in lingue slave . E ragazzini  bagnati fradici e schiamazzanti ti offrono un nuovo telefonino appena reperito in modo strano. Utilizzo questo giro di parole per non essere accusato di razzismo . Ma senzatetto questuanti  e “di colore” sono solo eufemismi. C’ è solo spazio per la tristezza che facilmente sfocia nell’ angoscia. Siamo nel cuore di Torino . Torino ha un attacco cardiaco . Speriamo che si riprenda . Cara Sindaco Chiara Appendino, confidiamo in un suo intervento .

(foto: il Torinese)

Anche se con errori, il successo di Andrea De Sica alla sua opera prima

Ultime proiezioni del TFF e poi le premiazioni

Ultime battute per il Torino Film Festival, poi il verdetto della giuria capitanata dal direttore della fotografia Christopher Doyle. Ultime battute nel bene e nel male, nel mediocre e nell’insulso, in un’edizione che per nessun titolo ci ha fatto sussultare sulla sedia, come era successo in anni precedenti. Per carità, ben lontani dal fare tabula rasa, ma a chi scrive non pare proprio che tra opere prime e seconde, dagli States alla Cambogia, dall’Italia all’Argentina alla Serbia e oltre, la commissione selezionatrice abbia saputo scovare il capolavoro. Magari non per un lavoro inconcluso o poco approfondito, ma perché soltanto quel capolavoro non esisteva. Se volete, le cinque palline o gli altrettanti asterischi che i paludati quotidiani cartacei di casa nostra affibbiano alle pellicole eccelse qui, quest’anno, non li troverete.

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E’ davvero difficile legittimare con un qualunque significato del termine “cinema” Las Lindas che, firmato dalla giovanissima Melisa Liebenthal, porta dall’Argentina un coretto di ragazzotte che, ritornando ad un loro recente passato e guardando al presente, ritagliando dall’ammasso dei ricordi le foto, i filmini, le suggestioni, il fascino di questa o quell’amica, chiacchierano davanti la macchina presa e suddividono il mondo in belle e bruttine. Trucchi, abiti nuovi e vecchi, le scarpe della mamma con il tacco un po’ più alto, finché si può si resiste, poi si scappa via davanti all’insignificante riempito soltanto di un vuoto chiacchiericcio lungo 77’. Da cancellare. Di poco più in alto, il cambogiano Turn left turn right diretto dal trentatreenne Douglas Seok, nato a Chicago e stabilitosi a Seul, un susseguirsi di un quotidiano più o meno suggestivo in dodici tracce tra immagini e variopinti brani musicali. Come se ascoltaste un CD. Una ragazzina dai lunghi capelli, i suoi giri in motorino negli ingorghi della città, la visita alle rovine di un tempio, la perdita di lavori che le darebbero una piccola tranquillità, tra un albergo e un ristorante, gli spezzoni televisivi che immaginerebbero un successo personale, la madre che la spinge al matrimonio e che ogni mattina deve accompagnare nel triste quanto angusto laboratorio di sartoria, i ricordi dell’infanzia, il rapporto ultimo con un padre che sta morendo: immagini sovrapposte, brani e brani nella testa della ragazza, il tutto a costruire una storia che stenta a prendere concretezza.

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Forse solidamente più vicino alle nostre corde, s’apprezzano i meccanismi da thriller politico che nella Mécanique de l’ombre del belga Thomas Kruithof, alla sua opera prima, invischiano un contabile, un uomo come tanti a lungo disoccupato ed ex alcolista che ha i tratti e la tragicità inattesa di François Cluzet (“Quasi amici”), meccanismi forse già visti altre volte – siamo dalle parti della Conversazione di Coppola – ma certo qui ottimamente sceneggiati, un uomo che accetta di lavorare per una misteriosa organizzazione che gli chiede di trascrivere delle intercettazioni telefoniche. Diverrà vittima di un pericoloso intrigo politico dalle varie facce, tra doppio gioco e menzogne, in giravolte che segnano la forza del film e soprattutto di un regista che forse per gli anni a venire dovremo tenere d’occhio.

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Come pure convince, pur se ci si trova del tutto contrari ad un mondo che vomita facce della peggior specie, il francese Les derniers parisiens dell’esordiente coppia Hamè Bourokba/Ekouè Labitey, membri del gruppo rap La Rumeur, attivo dal 1997 e già incorso in patria in un processo per diffamazione della polizia. La vicenda di due fratelli che nel cuore di Pigalle cercano di strapparsi un piccolo bar, l’uno secondo le regole della legge e l’altro circondandosi di tipi poco raccomandabili e pronto a spiccare il volo con serate con tanto di sponsor e di grande seppur discutibilissima immagine. Un quadro da rinnegare ma vero, reso estremamente vitale, teso nei tanti spostamenti della macchina da presa che tallona vicinissima i personaggi, senza un attimo di tregua, immediato a fotografare tutto il marciume che sta dentro e intorno a quelle quattro mura.

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I figli della notte del giovane Andrea De Sica, il figlio di Manuel (cui il film è dedicato) e nipote del grande Vittorio, era l’unico rappresentante italiano in concorso. Una bella scommessa con quei nomi alle spalle. Ma poi, è vero che ciascuno deve volare con le proprie ali. Pur con degli errori, all’inizio. Girato nei pressi di Dobbiaco, con una sceneggiatura che avrebbe ancora avuto il bisogno di qualche sguardo di padre amoroso, propone un gruppo di giovani, mettendone a fuoco un paio, imprigionati tra corridoi e stanze silenziosi di un grande collegio, di quelli che il domani vorrà preparare alla guida della classe dirigente del nostro paese, di quelli che i genitori abbandonano, tralasciano, con cui accampano falsi motivi, affidandoli alle sole loro forze. Il risultato sarà il cinismo, la rinuncia frettolosa a qualche ideale appena coltivato. Altri li hanno preceduti, soffocando lo sforzo personale, chi cerca la rivoluzione e la rinuncia alle imposizioni, rimarrà sconfitto. L’attacco di De Sica è ottimo, s’impone quella zona nera dentro cui è costruito l’intero film, i personaggi di Giulio e di Edoardo hanno una loro forza di convinzione, l’amicizia e la ribellione e il pericolo tutto quanto è ben raccontato: ma mentre ci avviciniamo al finale, pare che qualcosa non abbia più spessore e hai l’impressione che il giovane regista di tanto nome abbia improvvisamente e senza ragione imboccato un’altra strada. Pur confermandosi un’opera che ci fa ben sperare per il prossimo futuro.

Elio Rabbione

Maltempo, danni elevati. Individuato nelle acque del Chisone il corpo dell’anziano disperso

po638I danni materiali sono tantissimi, lo dice il presidente della Regione Sergio Chiamparino durante il sopralluogo delle zone colpite dal maltempo in provincia di Cuneo. “Non faccio ancora cifre, – commenta attraverso l’agenzia ansa – ma sono elevatissimi”. Fortunatamente rispetto all’alluvione del ’94 il grande lavoro fatto dalla Protezione civile ha evitato il peggio (si legga a tale proposito  il servizio con le dichiarazioni dell’ex assessore Cavallera in Prima Pagina sul Torinese – ndr). “Grazie alle opere compiute è stato possibile evitare conseguenze più gravi, si pensi che a Ormea le precipitazioni sono state tre volte superiori a quelle del ’94 e allora ci fu una settantina di morti”. A proposito della costruzionechiampa laus di un nuovo ponte a Garessio, una delle zone più colpite, il governatore pensa che sarebbe la soluzione migliore ma, aggiunge,  “l’Italia è complicata. Tanto complicata”. Intanto un cadavere è stato trovato dall’elisoccorso dei vigili del fuoco nelle acque del Chisone, vicino al ponte di San Germano, in Val Pellice. Probabilmente si tratta  di Sergio Biamino, il 70enne disperso da ieri qualche chilometro più a monte, a Perosa Argentina.

(foto: il Torinese)

Premio Adriana Prolo a Costa Gavras

tff-34-seraOggi, sabato 26 novembre al Cinema Massimo sala 1 , viene consegnato al regista Costa Gavras il Premio alla carriera Maria Adriana Prolo, promosso dal Museo del Cinema. Un omaggio personale al Maestro da parte di Riccardo Scamarcio , protagonista nel film del regista “Verso l’Eden”, attraverso una “laudatio” sotto forma di video che introdurrà la proiezione della copia restaurata di “Z – L’orgia del potere”, Premio Speciale della Giuria al Festival di Cannes del 1969 e Premio Oscar per il miglior film straniero nel 1970 con Jean Louis Trintignant e Yves Montand. Uno degli appuntamenti più attesi del TFF. La pellicola, drammatica ricostruzione di uno degli episodi che apriranno la strada alla dittatura dei colonnelli nella Grecia degli Anni Sessanta, è considerata uno dei capisaldi del cinema di impegno e di denuncia politica. Una dittatura senza nome, un deputato che chiede giustizia, le violenze della polizia, un omicidio politico da insabbiare. ” Ogni somiglianza con avvenimenti reali, persone morte o vive non è casuale. E’ volontaria”.Così è scritto nei titoli di testa di questo capolavoro.

Mauro Reverberi

Restituita la medaglia d’oro all’olimpionico Garozzo

garozzo-medagliaNella Sala Colonne di Palazzo Civico l’assessore allo Sport della Città di Torino Roberto Finardi ha riconsegnato al fiorettista olimpionico Daniele Garozzo la medaglia d’oro di Rio 2016 rubata durante un viaggio in treno tra Torino e Roma e ritrovata presso la stazione di Porta Nuova. Alla cerimonia hanno preso parte anche Dario Chiadò, tecnico della Nazionale di spada maschile e femminile e Direttore Tecnico dell’Accademia Scherma Marchesa, Michele Torella, Presidente dell’Accademia Scherma Marchesa e del Comitato Organizzatore del GRAND PRIX FIE Trofeo INALPI di fioretto in programma a Torino dal 2 al 4 dicembre.

LC – www.comune.torino.it

 

Tra sentimenti e calcoli, pur di arrivare al matrimonio

“L’argomento di questa commedia non è che un fatto vero, verissimo, accaduto, non ha molto tempo, in una città di Olanda. Mi fu raccontato da persone degne di fede e le persone medesime mi hanno eccitato a formarne una comica rappresentazione”. Con queste parole Carlo Goldoni motivava la scrittura di Un curioso accidente, commedia scritta nel 1760 e non troppo celebrata ma ricca di temi e situazioni validi ancora per il pubblico di oggi, un racconto di vita che racchiude sentimenti giovanili contrastati ed i rapporti tra i vecchi e i giovani, tra padri che – sempre legati alla filosofia del lavoro e del patrimonio da accrescere e difendere – ostacolano, pur nella loro saggia onestà, le nozze dei figli.

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Nella cornice dell’Aja che prospera per i suoi commerci mercantili, la volontà di Giannina di sposare Monsieur de la Cotterie, giovane cavaliere un po’ a corto di quattrini, è inconsapevolmente negata dal padre Filiberto, ricco mercante, che spinge al contrario alle nozze con il militare Costanza, figlia di Riccardo, arcigno quanto superbo possidente. Nella perfezione della sua lingua, Goldoni tratteggia e caratterizza con esattezza i vari personaggi, non chiudendoli negli stereotipi, nelle maschere di un tempo, ma costruendoli umanamente, con eccellente spessore, tra sentimenti e ragione, tra calcoli e solitudini, tra raggiri e piccole astuzie. Sino alla fine, quando la scaltra Giannina, sorella di stretti legami con altre eroine goldoniane, legata ad un’obbedienza che non conosce limite ma che rivendica altresì la propria libera personalità, arriverà al proprio scopo. Enrico Fasella, mettendo in scena per Torino Spettacoli la commedia che lui stesso definisce giustamente “degli errori” (in scena all’Erba sino a lunedì 28), senza attualizzare forzatamente o stravolgere banalmente nulla, imprime un ritmo eccellente, nei dialoghi e nell’azione, con divertimento, nella girandola della situazione teatrale. Avendo con sé un attore, grande, come Piero Nuti, perfetto nell’essere ingannato e nel credere di reggere ad ogni momento il gioco, come nella disperazione della sconfitta; con lui Miriam Mesturino, che sfodera la malizia e il sottile fascino della donna che ha in sé ogni mezzo per condurre il gioco. Inoltre Franco Vaccaro, Luciano Caratto e Barbara Cinquatti, tutti in bella evidenza.

Elio Rabbione