Novembre 2016- Pagina 5

Allegri: il 3-1 a Genova “una mazzata”

genoa juveMassimilano Allegri commenta su Mediaset Premium  il 3-1 subito a Marassi: una ”mazzata che ci farà tornare piedi a terra, e ci farà capire che è ancora lunga. Venivamo da un po’ di risultati positivi, come  il passaggio in Champions, ma non è giustificabile la prima mezz’ora di oggi e il primo responsabile sono io. Ma  il riassunto della partita è che abbiamo subìto 25 falli contro 8 commessi e se  subisci troppo fisicamente, spesso la partita la perdi”.

Maltempo e Patto per Torino. Nella visita del premier anche temi locali

renzi matteo2La nuova presenza torinese di Renzi è stata anche occasione – al di là del momento referendario – di parlare delle tematiche di Torino. Il premier ha detto di avere  già dato la sua  disponibilità  a Chiamparino e Appendino”, perché il referendum c’è ma “Bisogna dividere i ruoli istituzionali e politici”, ha aggiunto Renzi. E poi i danni del maltempo: il governo sarà ” in prima fila – l’Ansa riporta così le parole del premier – per riparare i danni dell’alluvione in Piemonte, regione che aveva già fatto molto in questi anni, tanto che a parità di acqua caduta i danni sono stati minori”.

“Il senso della vita” di Jack London, a cent’anni dalla morte

london2Cent’anni fa, il 22 novembre 1916, Jack London moriva nel suo “Beauty Ranch” di Glen Ellen nella Sonoma Valley , a poco più di un’ora da San Francisco dov’era nato quarant’anni prima. L’autore di “Zanna Bianca”, “Il richiamo della foresta”, “Martin Eden” e “Il tallone di ferro” , conosciuto come una tra le più singolari e romanzesche figure della letteratura americana, bruciò in fretta una vita avventurosa. Figlio illegittimo di un astrologo ambulante , cresciuto dalla madre e dal suo secondo marito John London, abbandonò la scuola a 13 anni , crescendo tra Oakland e San Francisco e guadagnandosi da vivere in tanti modi, non sempre legali. La lista è davvero lunga: strillone di giornali, pescatore clandestino di ostriche, lavandaio, agente di assicurazioni, coltivatore, cercatore d’oro nel Klondike,  corrispondente nella guerra russo-giapponese e ,infine,  lo scrittore e fotografo. Jack London  – avventuriero, viaggiatore, artista – è stato un’ innovatore e anche  un’ attivista dei diritti civili e sociali.  Nella sua breve e intensa vita ha scritto cinquanta libri oltre a centinaia di saggi, tradotti in tutto il mondo. Un’irrefrenabile voglia di vivere , uno spirito rivoluzionario, di cui un libro che porta la sua firma   – appena pubblicato da Chiarelettere, “Il senso della vita (secondo me)” – offre una testimonianza importante e appassionata.  Come sottolineano i curatori del libro, ci sono almeno tre buoni motivi per leggerlo: innanzitutto perché, a cento anni dalla morte “ il suo vitalismo incontenibile rimane un monito a non darsi mai per vinti o sconfitti”.  Perché London ha riversato in questi scritti “la critica instancabile a un sistema sociale che privilegia la competizione e il successo rendendo sempre più cupa, monotona e triste la vita”. E, infine,  perché “la grinta, il talento, la londonpassione di queste pagine sono una via di fuga dalla nostra solitudine digitale”. Jack London è stato davvero un uomo venuto dal futuro, capace di leggere la storia del suo tempo e di pensare “oltre”. Nell’introduzione del libro, Mario Maffi – che insegna cultura angloamericana presso l’Università degli Studi di Milano – scrive che “non si possono leggere La strada, Martin Eden, Il tallone di ferro e in particolare le pagine che seguono senza essere spinti a guardare fuori della finestra, a osservare quanto succede giù in strada, a interrogarsi senza remore sulla realtà che ci sta intorno, a sentirne e condividerne il pulsare continuo e vitale”. E invita a farlo “ non con distaccata freddezza o – peggio – con cinica disillusione, bensì con la passione che ha sempre guidato la penna di Jack London”. Un’osservazione che trova conferma sia nelle pagine de “Il senso della vita”, sia nella pièce teatrale dedicata a London  dall’attore Marco Paolini che,  con il suo “Ballata di uomini e cani” , ha portato in scena con grande successo in questi ultimi anni alcuni racconti brevi del grande narratore americano sul rapporto uomo-natura.

Marco Travaglini

Valentina ritrovata nei fondali del Po di Lungo Stura Lazio

preteroti-murazzi-poÈ stato ritrovato il relitto di Valentina, il battello di Gtt per la navigazione turistica che si era inabissato durante le operazioni di recupero dopo il “naufragio” a  causa della piena del Po. La barca aveva percorso alcuni chilometri,  dal ponte dei piazza Vittorio Veneto fino a Lungo Stura Lazio, dove era affondato vicino a una diga. Valentina è stata individuata nei fondali del fiume, nella zona sono state attivate le operazioni di messa in sicurezza da parte dei vigili del fuoco, presenti anche i sommozzatori per piazzare i segnalatori, allo scopo di indicare la presenza della barca. Poi si dovranno valutare le modalità per il recupero del relitto.

(foto: A. Preteroti)

Il valore di una dedica

L’84% dei laureati di UniTO è soddisfatto del rapporto con il corpo docente; 66 laureati su cento considerano le aule adeguate, 38 ritengono le postazioni informatiche presenti in numero adeguato e 81 valutano positivamente i servizi di biblioteca. Inoltre, dell’Ateneo il 68% dei laureati UniTO confermerebbe la scelta del corso di studi, mentre il 13% si riscriverebbe allo stesso Ateneo ma cambiando corso

di Paolo Pietro Biancone*

campus universita 2

Tempo di lauree, tempo di emozioni. Soddisfazione per un traguardo raggiunto e per uno nuovo percorso che comincia per studenti e famiglie: fatiche e impegno, cadute e successi, gioie e dolori. Tutto questo sintetizzato nelle dediche contenute nella tesi di laurea. Qualche esempio: “Ai miei genitori e a mio fratello per avermi regalato gli anni più belli della mia vita con il sudore dei loro sacrifici e per essere sempre stati presenti in ogni momento e in ogni mia scelta” . “A tutte le stelle che nelle notti della vita illuminano il mio cammino”

“Ai miei genitori e a mio fratello dedico queste pagine, perché, oltre a essere stati una guida costante, hanno permesso la costruzione della mia identità, fornendomi gli strumenti necessari a orientarmi nel mondo e tramandandomi la curiosità di esplorarlo ogni giorno da più punti di vista possibili” .”Quante volte ho pensato: basta, ma chi me lo fa fare? Ma poi pensando a te, mamma, non ho mai mollato”

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Il valore di queste poche parole è inestimabile e patrimonio da non sottovalutare: testimoniano che un percorso di studi, come tutto il cammino di vista, è più agevole con l’amore e il supporto di chi crede in te e di chi tifa per te. E nella condivisione c’è anche la “vittoria” della famiglia: la laurea non è un successo del singolo, ma di un gruppo di persone che hanno sostenuto in vario modo iluniversità raggiungimento del traguardo. I genitori, i fratelli, la mamma, i nonni, gli zii, ma anche gli amici, i fidanzati. Un successo di squadra, che fa commuovere nell’originalità di ogni laureando nel comunicarlo.

Nelle dediche si assapora il sacrificio della madre e del padre, che negli anni hanno fatto ripetere lezioni ascoltate a scuola, hanno asciugato le lacrime, hanno rimproverato per insuccessi, per scarso impegno. Si sente “profumo” di sacrificio di fratelli, che, anche inconsciamente, hanno subito il confronto, gli sbalzi di umore. Si respira l’aria della soddisfazione del gruppo, tra stanchezza e voglia di festeggiare, tra preoccupazione e speranza per il futuro.

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Qualche dato numerico, che, nella sua apparente aridità, dimostra che patrimonio di umanità e di valori ogni anno viene prodotto grazie alle lauree. Solo per quanto riguarda l’Università di Torino, i laureati 2015 dell’Università di Torino sono 11.598: 6.621 di primo livello, 3.616 magistrali biennali e 1.152 a ciclo unico, più alcuni laureati pre-riforma e del corso non riformato in Scienze della Formazione primaria.

L’età media alla laurea per il complesso dei laureati di UniTO è di 25,8 anni – inferiore alla media nazionale, pari a 26,2 anni – e varia tra i 24,8 anni per i laureati di primo livello (media nazionale: 25,1) e i 27 anni per i magistrali biennali (media nazionale: 27,6). 53 laureati su cento terminano l’università in corso, percentuale superiore alla media nazionale (47%). Il voto medio di laurea (101,5 su 110) è in linea con la media nazionale (102,3 su 110). Le esperienze nel corso degli studi: Il 65% dei laureati ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi, media sensibilmente superiore a quella nazionale (56%). Le esperienze di studio all’estero riconosciute dal corso di laurea (Erasmus campus universita 1in primo luogo) riguardano il 10% dei laureati, media corrispondente a quella nazionale. Anche la media dei laureati di UniTO che ha svolto un’attività lavorativa durante gli studi universitari (73%) è superiore a quella nazionale (65%).

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L’84% dei laureati di UniTO è soddisfatto del rapporto con il corpo docente; 66 laureati su cento considerano le aule adeguate, 38 ritengono le postazioni informatiche presenti in numero adeguato e 81 valutano positivamente i servizi di biblioteca. Inoltre, dell’Ateneo il 68% dei laureati UniTO confermerebbe la scelta del corso di studi, mentre il 13% si riscriverebbe allo stesso Ateneo ma cambiando corso. Il tasso di occupazione (si considerano occupati anche quanti sono in formazione retribuita) è del 74%, a fronte di una media nazionale del 67%. Tra questi occupati, il 42% può contare su un lavoro stabile: il dato è in linea con la media nazionale, così come il dato relativo al guadagno medio mensile (1.086 euro netti).

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Foto: il Torinese

*Presidente del Corso di Studi in Professioni Contabili e Coordinatore del Corso di Dottorato in Business & Management dell’Università di Torino

 

 

Ufficiale dell’esercito blocca scippatore a Porta Nuova

portanuova-luciIeri un ufficiale dell’esercito ha fermato l’autore di uno scippo alla stazione ferroviaria di Torino Porta Nuova. Il tenente, effettivo alla scuola di applicazione, si trovava alla stazione in compagnia della propria fidanzata quando la sua attenzione veniva richiamata dalle grida di una giovane donna. Resosi conto dell’accaduto inseguiva a piedi un individuo che poco prima aveva sottratto la borsa alla ragazza in procinto di salire sul treno. Il militare riusciva a raggiungere l’uomo vicino all’uscita della stazione e dopo averlo immobilizzato lo tratteneva sino all’arrivo degli agenti della polizia ferroviaria.

(foto: il Torinese)

The donor, vincitore all’ombra del Neorealismo italiano

Consegnati i premi del 34° Torino Film Festival

Sipario sul 34° Torino Film Festival, grande contenitore di storie, con i suoi 15 film in concorso come pure con le altre sezioni, “Festa mobile” in prima fila, per non dimenticare in questa edizione la gran scelta di Gabriele Salvatores tra i “suoi” film, dove lo spettatore, il cinefilo, l’appassionato s’affannano a riempire gli spazi vuoti della giornata. E anche se quest’anno la selezione ufficiale non ha eccelso per particolarissimi esempi, pur con l’offerta di otto/nove esempi (su 15) su cui soffermarsi 34tff_manifesto_orizz_lrcon maggior attenzione, i nove giorni di vetrina cinematografica sono stati l’occasione per piccole scoperte, per discussioni, per frasi del tipo “mi raccomando, non perderti il tale perché in fondo merita davvero”, di code quasi sempre ordinate, di spauracchi a vederti negata una visione per le eccessiva affluenza, con le maschere in maglietta blu che fanno la conta per arrivare con esattezza alla capienza della sala. Un contenitore dove esistono linearità classica e fattori sperimentali, racconti e approfondimenti che fanno a pugni con vuote insulsaggini, l’Est e l’Ovest, le cinematografia con cui da sempre ci confrontiamo come l’Europa e un mondo lontano e appartato che non conosciamo, passato e presente, anticipazioni e golosità imperdibili e suggestioni che ritornano da un lontano passato (Antonioni o Costa-Gavras), drammi eTFF LOGO 2 commedie, amori e guerre che ti rendono appieno il mondo in cui viviamo o abbiamo vissuto. E, soprattutto, il TFF è un festival che pensa al cinema, al suo prodotto primo, all’immagine concreta e no, che lascia il red carpet in un profilo basso, che s’è inventato con grazia la figura del guest director a supportare in un angolo di tutto rispetto Emanuela Martini (la domanda imperiosa degli ultimi giorni è stata ma Sorrentino verrà l’anno prossimo, glielo avete chiesto?), che non dovrebbe poi tanto temere un taglio di quattrini da parte delle autorità locali o dagli sponsor se quel taglio dovesse unicamente essere il peso per avere qualche nome scintillante in più, naturalmente da oltreoceano.

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Quindici pellicole quindi da cui la giuria guidata dal direttore della fotografia Ed Lachman (ieri l’avevamo erroneamente affidata a Christopher Doyle, ancora un direttore della fotografia, già compagno di maestri cinesi come di Gus Van Sant o Neil Jordan o Barry Levinson, al quale quest’anno è stato consegnato il Gran Premio Torino) ha tratto i suoi premi. Miglior film come pure premio per la miglior sceneggiatura al cinese The donor di Qiwu Zang, “film così meravigliosamente penetrante e così poetico nella narrazione, nella performance, nella comprensione del mondo in cui proviamo a vivere”, vicenda senzale-derniers-film melodramma, umanamente lucida, disadorna, specchio di una povertà e di una ricchezza nel paese dell’eguaglianza, che, come sottolinea ancora la giuria, “mostra come la tradizione del Neorealismo italiano sia ancora viva in angoli remoti del globo”. Motivazione che, se nella sua ultima parte ci fa un po’ sorridere, non può far altro che inorgoglirci pensando al peso che una parte non indifferente del nostro (antico) cinema mantiene ancora oggi, all’inizio di un nuovo millennio. christine-film

Rebecca Hall aveva davvero poche rivali e giustamente a lei per Christine è andato il premio quale miglior attrice, per il “personaggio commovente che è in conflitto emotivo con se stesso”, mentre era ancora un po’ presto affidare il premio maschile al “talento così giovane e promettente” di Nicolas Duran interprete del cileno Jesus, tralasciando l’interprete irrequieto di Avant les rues o il preciso François Cluzet di La mécanique de l’ombre o ancora il fratello scapestrato del francese Les derniers parisiens, film che forse meritava qualche riconoscimento al di là di una spregiudicata visione della realtà parigina, come andava egualmente preso in jesus-filmconsiderazione l’eccellente Lady Macbeth. Quello che non convince è lo sguardo benevolo su Los decentes firmato dall’austriaco Lukas Valenta Rinner, Premio Speciale della Giuria poiché “esplora con grande sensibilità e penetrante spirito di osservazione”, sfilacciato, presuntuoso nel voler filosofeggiare intorno alla scoperta di un mondo migliore (?) da parte di una domestica che lavora in una casa bene di un privilegiato quartiere alla periferia di Buenos Aires, scoperta che ha il sapore e la fattura della barzelletta, con un finale di rumorose pistolettate che non concludono e non dimostrano nulla.

Elio Rabbione

Renzi al Lingotto: “Se puntassimo solo ai nostri voti saremmo spacciati, ma tanti vogliono cambiare”

renzi-pdIl premier Matteo Renzi è tornato a Torino, dove era stato già l’altro ieri, per  l’iniziativa a favore del sì al referendum, promossa al Lingotto. “in base ai numeri dei partiti saremmo spacciati, visto che il Pd ha il 35% e  qualcuno del Pd neppure vota… saremmo 35% a 65%. La partita  è difficile, ma ci sono tanti non del Pd che hanno voglia di un Paese più semplice, più tranquillo: ragioniamo con le persone.  Questa è una grande occasione per semplificare il sistema e non dipende dai partiti, ma dai cittadini”. Poi il capo del governo raccoglie l’invito del presidente della Regione, Sergio Chiamparino, invito che definisce “serio, di buonsenso e giusto” a ‘mettere mano al Pd’ dopo il voto. “Su questo aspetto dovremo iniziare dal 5 dicembre. Da qui a domenica prossima dobbiamo raccontare casa per casa che questo referendum non è il congresso del Pd. Faremo il kit anti bufale. Le abbiamo raccolte tutte e le diffonderemo una per una sui social network, dove spesso ci sono falsi profili. Dicono che Renzi si è fatto l’aereo’, ma non è mio: lo usano gli imprenditori per fare le missioni all’estero”.

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GLI APPUNTAMENTI DEL FRONTE DEL NO SOTTO LA MOLE

tronzano-comitronzano-2Più di 300 persone si sono trovate presso la sala Atc, nei giorni scorsi, dove il centrodestra ha illustrato le ragioni del No alla riforma costituzionale, nell’incontro organizzato da Andrea Tronzano, l’attivissimo ex capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale.Tra i partecipanti Fabrizio Ricca – Lega Nord, Maurizio Marrone-Fratelli d’Italia,  Enzo Liardo – Ncd e il  Procuratore Capo di Torino Armando Spataro.  Tronzano ha anche organizzato una altro appuntamento (nelle foto) con l’europarlamentare Lara Comi, al Principi di Piemonte, con oltre 400 presenti. “Oggi il  centrodestra è un’alternativa credibile –  ha commentato  Andrea Tronzano – e dopo Renzi  esiste una soluzione credibile: non si tratta dei 5Stelle, ma di un  centrodestra propositivo.  Per quanto riguarda le nostre ragioni del No, per prima cosa non vogliamo  un parlamento di nominati, ma rappresentanti eletti dal popolo. Inoltre  nella riforma manca il vincolo di mandato che non permetta i cambi di casacca troppo diffusi”

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no-refereUniti per il no, Uniti per l’Italia‘  è stato invece l’incontro tenutosi stamane presso la Sala Conferenze GAM,  organizzato dal Comitato piemontese per il No alla riforma del Governo Renzi.Invitati a partecipare esponenti nazionali di diverse forze politiche:  Maria Stella Gelmini,Gaetano Quagliariello, il senatore Mario Mauro, l’onorevole Gianni Alemanno.  Insieme a loro, l’europarlamentare Alberto Cirio, Stefano Allasia,  Lucio Malan e  la senatrice Maria Rizzotti. Oltre a  Maurizio Marrone, Riccardo Molinari, Gilberto Pichetto Fratin e numerosi numerosi altri rappresentanti territoriali e amministratori locali piemontesi. Apertura affidata al presidente  del  Comitato piemontese per il No alla riforma del Governo Renzi, Claudia Porchietto. 

“The Donor” vince il Torino Film Festival

donor-filmE’ il film cinese ‘Juan Zeng Zhe/The donor’ di Qiwu Zang il vincitore del 34/o Torino Film Festival. Racconta la storia di un povero che per trovare il denaro per la sua famiglia decide di vendere un rene ad un uomo ricco. Il trapianto però non va a buon fine e il ricco pretende il rene del figlio del donatore. E’ una commedia di grande umanità che si trasforma in un noir. “Spero trovi un distributore come è spesso è accaduto ai vincitori del Tff”, auspica il direttore del Festival, Emanuela Martini.