Nei gialli di Alice Basso la Torino del Ventennio

L’amatissima scrittrice Alice Basso in dialogo con Paola Piolatto ha presentato al Circolo dei lettori la quinta e ultima avventura di Anita Bo, Una festa in nero edito da Garzanti. L’avvenente dattilografa torinese nel Ventennio fascista al servizio di Saturnalia, rivista che pubblica gialli e divisa tra la meravigliosa letteratura hard-boiled dell’epoca e i rigidi dettami del regime, questa volta deve vedersela con pericolose spie. L’autrice Alice Basso è riuscita a creare un’altra indimenticabile protagonista femminile, dopo la fortunata serie della ghostwriter Vani Sarca, mescolando di nuovo in modo elegante e ironico il mondo dell’editoria, i gialli e la metaletteratura, il tutto catapultato nella Torino degli anni Trenta con  il fascismo in piena espansione.

 

È la stessa autrice a spiegare al numeroso pubblico intervenuto come è stata concepita questa serie nel 2019. Tutto ha inizio nel 2018 quando la compagnia di assicurazioni Reale Mutua le ha commissionato un racconto che si ispirasse a reperti contenuti nel suo Museo Storico. Nel visitarlo rimane folgorata dalla storia della prima donna dattilografa, Egle, entrata nella compagnia nel 1926 e questo la induce ad approfondire la storia della dattilografia e del lavoro femminile nel Ventennio. Ne viene fuori il racconto “Signorina Bertero, dattilografa”che è ancora disponibile gratuitamente sul sito del Museo della reale Mutua. Nel frattempo la Basso deve tenere delle lezioni sulla nascita del giallo e studiando si rende conto che in Italia la storia del giallo difetta nel periodo fascista perché all’epoca non era possibile far alcun riferimento al crimine domestico, i colpevoli dovevano essere sempre stranieri e i poliziotti dovevano sempre trionfare. È così che un giorno le viene in mente di piazzare una dattilografa del Ventennio al servizio di una rivista che pubblica gialli, che cerca di aggirare la rigida censura della dittatura. Ed ecco che nasce la fortunata serie di Anita Bo. Alice Basso ha integrato ognuno dei cinque volumi con postfazioni ricche di precisazioni storiografiche e bibliografiche che permettono di sciscerare alcuni dei temi affrontati nelle storie. Ad esempio, per gli appassionati di cinema, il terzo volume intitolato “Una stella senza luce” è disseminato di easter eggs sul mondo del cinema degli anni Trenta e su Torino capitale del cinema, anche qui, nella postfazione, ottimi gli spunti di approfondimento.

Al termine della presentazione l’autrice si è generosamente concessa al pubblico per i firma copie.

GIULIANA PRESTIPINO

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