Marzo 2016- Pagina 35

#Foodfest16: alla scoperta della Gattinara tra vino e riso

gattinara1La giornata conclusiva, quella di sabato 27, è stata all’insegna della conoscenza diretta del territorio piemontese e delle eccellenze locali. I giornalisti accreditati hanno potuto partecipare a  percorsi enogastronomici presso diverse aziende. Vi racconteremo l’Educational “Imbottigliati… in collina” che ci ha portato alla scoperta delle colline della Gattinara e delle sue prelibatezze, il vino e il riso

Torino ha ospitato la prima edizione del Festival del Giornalismo Alimentare dal 25 al 27 febbraio presso l’Aula Magna dell’Università nel complesso della Cavallerizza Reale. Una tre giorni di incontri, lezioni, dibattiti e workshop sui temi più caldi che affronta il giornalismo alimentare. Si è discusso di politiche alimentari, sicurezza del cibo, educazione alimentare, reati alimentari e di comunicazione a tutto tondo sul tema. Relatori importanti si sono susseguiti sul palco, dal presidente di Slow Food Carlo Petrini al vice presidente della Lavazza, ai vari esperti di zoo profilassi e al magistrato Guariniello.gattinara5

La giornata conclusiva, quella di sabato 27, è stata all’insegna della conoscenza diretta del territorio piemontese e delle eccellenze locali. I giornalisti accreditati hanno potuto partecipare a degli Educational, cioè dei percorsi enogastronomici presso diverse aziende. Vi racconteremo l’Educational “Imbottigliati… in collina” che ci ha portato alla scoperta delle colline della Gattinara e delle sue prelibatezze, il vino e il riso. Il primo step è stata la visita all’Azienda Vitivinicola Travaglini nata nel 1958, rinomata per la produzione del vino Gattinara DOCG. Attraverso i racconti di Massimo, genero del fondatore dell’azienda Giancarlo Travaglini, abbiamo conosciuto una storia di intraprendenza, lungimiranza e passione per la propria terra. Giancarlo Travaglini ha portato ad alti livelli nazionali e internazionali il vino prodotto dal vitigno Nebbiolo. L’azienda esporta nel mercato estero il 65% della produzione, in testa gli Stati Uniti e poi i paesi del Nord Europa. Innovativa è stata ed è tuttora la gattinara4forma della bottiglia, ideata nel 1958, che contiene il Gattinara Travaglini. La “pancia” pronunciata e la forma “storta” permettono la decantazione trattenendo l’eventuale sedimento naturale che si forma nel lungo riposo del vino in cantina. Il Gattinara DOCG viene lasciato riposare per tre anni mentre quello Riserva per quattro. Il Tre Vigne DOCG è invece quello che strizza di più l’occhio ai compratori internazionali e nasce dall’unione di uve provenienti da tre vigneti posti a diversa altitudine. Il sogno e L’altro sogno sono frutto dell’idea di Giancarlo di utilizzare uve stramature fatte appassire per cento giorni. Il secondo si differenzia dal primo per la presenza di un maggiore residuo zuccherino. Il signor Travaglini, venendo a mancare, non ha potuto però assistere alla realizzazione del sogno, ma la famiglia lo ha portato a compimento. La degustazione di questi vini ci ha permesso di sentire gli odori e i sapori intensi, frutto di una terra rocciosa ricca di sali minerali di ferro. L’accompagnamento con salame della Gattinara e toma valsesiana è stato perfetto.gattinara3

Il tour è continuato con il pranzo presso il Ristorante Villa Cavalleri di Gattinara, dove il cuoco ci ha servito pietanze piemontesi tra un aneddoto e l’altro con una genuinità disarmante. Principe delle portate è stato il Risotto alla Gattinara, perché il riso nasce nell’acqua e muore nel vino, come si dice da queste parti.

L’ultima tappa ci ha portato a scoprire la produzione del riso anche attraverso i racconti della guida Alberto Pistola. Sono stati i monaci cistercensi dell’Abbazia di Lucedio a portare il riso nella zona alla fine del Quattrocento e a coltivarlo grazie alla presenza delle paludi. Ad accoglierci presso la Riseria di Rovasenda dei fratelli Tomanosi è stato il signor Giovanni. La famiglia Tomasoni coltiva e produce riso dal 1976 nella cosiddetta “Baraggia”. Si tratta di un terreno argilloso poco fertile bagnato dall’acqua proveniente dal Monte Rosa, che viene bonificato attraverso la coltura del cereale. La peculiarità del prodotto consiste in un chicco più piccolo rispetto alle altre varietà, ma compatto, translucido e con un’ottima tenuta in cottura. Giovanni Tomasoni, con un sorriso puro e scavato dalle rughe della fatica degli anni di lavoro, ci ha raccontato la sua storia. gattinara2La sua è un azienda piccola che non ha nulla da invidiare a quelle più grosse, stessi procedimenti, stessa resa e qualità. Il processo di lavorazione meccanizzato dura circa 15 minuti, inizia dalla sbramatura del risone che viene pulito e diventa chicco. Da questo processo viene scartata la lolla, parte esteriore del chicco poi utilizzata per la produzione di mangimi per animali. Il secondo step è la sbiancatura del chicco, dal quale si elimina invece la pula. La Tomasoni Riso produce principalmente quattro varietà di riso: il Carnaroli, l’Arborio, il S. Andrea e il Baldo. Dal 2007 il prodotto ha ricevuto la Denominazione d’Origine Protetta “Riso di Baraggia Biellese e Vercellese”, l’importante rinascimento tutela e allo stesso modo garantisce l’unicità e la qualità del riso.

Questa esperienza ci ha permesso di conoscere tradizioni locali sedimentate nel territorio e che per questo lo rendono unico. Soprattutto abbiamo ascoltato le storie delle persone e del duro lavoro che stanno dietro ai prodotti e che rappresentano la forza del Made in Italy e dell’Italia stessa.

Federica Monello

 

Vento oltre 100 km l'ora e il tempo peggiora nel fine settimana con neve sulle Alpi

cielo nuvole tempopalatina cielo2Una rapida perturbazione è passata ed  è tornato il sereno in pianura, invece in montagna con il vento forte c’è stata anche qualche nevicata

Tutto il Piemonte e anche Torino sono stati spazzati ad un forte vento oltre i 100 km all’ora. Nelle zone di confine con la Valle d’Aosta le raffiche hanno toccato addirittura i 140 km orari. Una rapida perturbazione è passata ed  è tornato il sereno in pianura, invece in montagna con il vento forte c’è stata anche qualche nevicata, di alcuni centimetri sulle vette del Torinese. Il meteo prevede un nuovo cambiamento nel weekend: l’aria fredda invaderà la catena alpina portando nevicate anche a quote piuttosto basse, di 600-700 metri e solo a 300 nelle vallate  del Cuneese.

(Foto: il Torinese)

"Torino '900. La città delle fabbriche" e la sua coscienza collettiva

novecento1Il libro, martedì 1 marzo, verrà presentato all’Unione Industriali di Torino

Martedì 1 marzo, alle 17.oo, nella sala “Torino” dell’Unione Industriali in via Fanti, verrà  presentato il volume di Enrico Miletto e Donatella Sasso “Torino ‘900. La città delle fabbriche” (Edizioni del Capricorno, Torino 2015), realizzato in collaborazione con l’ISMEL. Il libro, fino al 22 marzo sarà in edicola con “La Stampa”. Il volume raccoglie e propone una preziosa e inedita narrazione fotografica , ripercorrendo le tappe più significative della storia dell’industria a Torino,  i luoghi e i volti delle donne e degli uomini che hanno plasmato nel Novecento la città delle fabbriche, la sua coscienza collettiva, la sua identità storica, la stessa immagine. Un percorso suggestivo che ricostruisce la parabola della città- industria, accompagnando il lettore  nei luoghi della produzione e della socialità della Torino del  secolo scorso, da Borgo Dora a Regio Parco, passando per Vanchiglia e Barriera di Milano. Sullo sfondo, le barriere operaie e i movimenti migratori che hanno plasmato l’identità della città. E’ tra la fine dell’Ottocento e lo scoccare del “ secolo breve”  che  Torino conosce una tumultuosa e incredibile fase di espansione e crescita, mutando per sempre la sua fisionomia, connotandone il carattere più di qualsiasi altra città italiana. novecento2La capitale sabauda diventò la capitale dell’industria , dalle fabbriche tessili e alimentari delle origini allo sviluppo del settore automobilistico, dall’epopea cinematografica italiana (che all’inizio è anzitutto torinese) allo sforzo bellico della Grande Guerra, dalla nascita dell’industria chimica ai tragici bombardamenti durante il secondo conflitto mondiale. E poi, quasi in arrembante sequenza,  la ricostruzione e il boom economico, le trasformazioni del modo di produrre che si riflettono nel tessuto urbano e sociale della città. E ancora:  la grande immigrazione e le crisi degli anni Settanta, il declino industriale e le trasformazioni della città nel terzo millennio, con la svolta delle Olimpiadi invernali del 2006. Una storia per molti aspetti unica, vista attraverso le immagini e le parole che fanno di “Torino ‘900. La città delle fabbriche” un documento prezioso.

Marco Travaglini

Caso Rosboch, non si trova la pistola. Controlli su auto e case dei tre arrestati

rosboch 23defilippi rosbochSono stati setacciati ii boschi di Rocca Canavese: lì, Roberto Obert, il complice e amante di Gabriele, in carcere anche lui  per l’assassinio, dice di avere seppellito l’arma

Non si trova ancora la pistola che di  Gabriele Defilippi, il 22enne in carcere per l’omicidio dell’insegnante Gloria Rosboch. I carabinieri, coadiuvati dai militari del 32/o Genio guastatori dell’Esercito, specializzati nell’individuare oggetti metallici in scenari di guerra. Sono stati setacciati ii boschi di Rocca Canavese: lì, Roberto Obert, il complice e amante di Gabriele, in carcere anche lui  per l’assassinio, dice di avere seppellito l’arma. Prossimamente potrebbe essere organizzata una nuova ricerca alla presenza dello stesso Obert che ha affermato di essere in grado di indicare  il luogo in cui la pistola, che non è stata usata per il delitto ma potrebbe essere stata impiegata in altre vicende sospette, è stata nascosta.

 Nel frattempo i carabinieri del Ris di Parma saranno  nei prossimi giorni a Ivrea  per le   analisi dell’inchiesta su Gloria Rosboch, che riguarderanno le auto e gli appartamenti dei tre arrestati: Gabriele Defilippi,  Roberto Obert e Caterina Abbattista, mamma del giovane. Sono in corso le analisi di computer e telefoni cellulari.

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