Gennaio 2015- Pagina 6

Calciopoli, il processo a Moggi e Giraudo slitta a marzo

moggi

Il 23 marzo interverrà il Pg Mazzotta e seguiranno gli avvocati difensori

 

Rinvio al 23 marzo per l’udienza in Cassazione relativa al  processo di Calciopoli. Come è noto, tra gli  imputati anche Moggi e Giraudo, oltre a De Santis, Rocchi, Bertini, Dondarini e Lanese. Per il momento si è tenuta infatti solo la relazione introduttiva, mentre il 23 marzo interverrà il Pg Mazzotta e seguiranno gli avvocati difensori. Il rinvio è dovuto alla complessità delle questioni di diritto che riguardano la vicenda. Così ha affermato il presidente della terza sessione penale.

Chiamparino incassa il sì dal Ministero per la riforma degli ospedali in Piemonte

giunta regionale chiampa

Dalla Capitale si deve sbloccare il turnover del personale. Lo chiede il presidente insieme con l’assessore alla Sanità Antonio Saitta

 

Il presidente Sergio Chiamparino dice che la Sanità piemontese è uno studente modello” e che dalla Capitale si deve sbloccare il turnover del personale. Lo chiede insieme con l’assessore alla Sanità Antonio Saitta, dopo il via libera appena giunto dal Governo sulla riforma degli ospedali. “Il passo del Piemonte – dichiara Saitta  all’Ansa- è cambiato. Grazie al riordino intrapreso sarà possibile per le figure professionali indispensabili fare nuove assunzioni e dare ossigeno agli ospedali”.

 

Sulla difficile situazione che da tempo ormai vivono molte aziende ospedaliere in crisi per la mancanza di personale  il direttore regionale della Sanità Fulvio Moirano era stato inviato a Roma nelle scorse settimane ed aveva incassato un primo sì dal Ministero sul  piano di rientro dal debito.  I conteggi provvisori della regione avevano confermato che a fine 2014 c’era stato  un contenimento delle spese. Da qui la richiesta per  ottenere la modifica del programma operativo di rientro dal debito che da ormai oltre quattro anni  impone il  blocco del turnover del personale sanitario e non, e che di fatto ha gravato in particolare su medici ed infermieri.

 

 

 

“Diario di un senatore di strada”

LANNUTTI

Sabato 24 gennaio Elio Lannutti  sarà a Moncalieri, alla sede di Adusbef Piemonte

 

Tutti conoscono Elio Lannutti Il presidente e fondatore di Adusbef – Associazione diritti utenti servizi bancari e finanziari è noto, grazie anche alle sue ripetute presenze televisive (Ad esempio a “Striscia la notizia” su Canale 5) come difensore dei cittadini dallo strapotere di banche e finanziarie. Sabato 24 gennaio sarà a Moncalieri, alla sede di Adusbef Piemonte, in via San Vincenzo 5, per presentare il suo ultimo libro “Diario di un senatore di strada”. I lavori verranno introdotti da Alessandro Di Benedetto, presidente di Adusbef Piemonte e sono previsti gli interventi del senatore Elena Fissore e del vice sindaco di Moncalieri Paolo Montagna.

 

Massimo Iaretti

Prevenzione andrologica per gli studenti delle medie

medico sanita

Iniziativa di Alberto Del Noce rivolta ai ragazzi del terzo anno della scuola media pecettese. In Italia, nonostante negli ultimi anni gli uomini abbiano preso maggior consapevolezza del loro ruolo nelle difficoltà legate al concepimento, la quasi totalità (ben il 90%) non fa prevenzione

 

Grazie alla disponibilità della Clinica San Luca di Pecetto, di alcuni medici e del dirigente e del corpo docente scolastico pecettese, l’avvocato Alberto Del Noce – da tempo impegnato nelle iniziative sociali a favore della comunità di Pecetto – è riuscito a realizzare il primo esperimento di prevenzione andrologica per una scuola pubblica italiana: infatti il 24 gennaio prossimo gli studenti che frequentano il terzo anno della Scuola Media del comune torinese (e cioè i giovani che entrano nella fase della pubertà) potranno usufruire di una visita andrologica preventiva e gratuita.

 

“Le patologie riproduttive sono caratterizzate ormai da una rilevante valenza sociale per i loro riflessi negativi e rappresentano ormai una priorità per le Organizzazioni internazionali preposte alla tutela della salute pubblica”, commenta Del Noce. Ci troviamo oggi di fronte alla notevole prevalenza ed all’incremento di incidenza di patologie, soprattutto maschili, quali malformazioni congenite, varicocele, tumori testicolari, infertilità e sterilità. Secondo una stima dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa il 10-20% delle coppie nei paesi industrializzati soffre di problemi di fertilità, ed il 40% delle cause è da attribuire al solo fattore maschile.

 
In Italia, nonostante negli ultimi anni gli uomini abbiano preso maggior consapevolezza del loro ruolo nelle difficoltà legate al concepimento, la quasi totalità (ben il 90%) non fa prevenzione.Le donne sono culturalmente educate alla prevenzione oncologica con PAP test, autopalpazione del seno e ultimamente con la vaccinazione per HPV. L’uomo non è assolutamente informato che con una semplice autopalpazione del testicolo può arrivare ad una diagnosi precoce di neoplasia che colpisce con una frequenza significativa proprio i ragazzi.

 

Un ulteriore dato preoccupante è che ben il 50% degli uomini italiani non si sottopone a visita andrologica nemmeno a seguito di una diagnosi di infertilità.Sebbene l’infertilità maschile diventi oggetto di attenzione da parte degli uomini solo nel momento in cui cercano un figlio, i problemi che potrebbero portare ad alterazioni riproduttive possono sorgere fin da bambini.Da anni, inoltre, non esiste più la figura del medico scolastico e i ragazzi nati dal 1986 in poi non sono più sottoposti alla visita di leva prevista per il servizio militare.

 

“Vengono così a mancare due filtri estremamente significativi per evidenziare alcune patologie urologiche che possono essere causa di infertilità – aggiunge Del Noce –  e che se scoperte per tempo possono essere guarite. Un esempio è dato dal varicocele (vene varicose del testicolo) che pur essendo nella maggior parte dei casi asintomatico, nel 40% dei casi è causa di infertilità del maschio adulto ed è presente in ben 16-18% degli adolescenti.”

 

Attualmente i maschi affrontano il tema dell’infertilità solo quando, in tarda età, coltivano un progetto di paternità e non raggiungono l’obiettivo. I giovani maschi non sono oggetto di attenzione informativa e di screening anche per i problemi della sfera sessuale e, infatti, un fine di questa indagine consiste nel valutare la conoscenza di una corretta sessualità da parte dei ragazzi (contraccezione, falsi miti,…), visto anche che le malattie sessualmente trasmesse oggi sono molto più subdole e infide e una corretta informazione potrebbe contrastarne efficacemente la diffusione.

 

Da qui è nata  l’idea di Del Noce,  una proposta di prevenzione andrologica, superando i progetti che da anni giacciono in Parlamento ma che non riescono a trovare sbocco.

 

                                                                                

POSTO CHE VAI, "BUGIANEN" SOCIOPATICO CHE TROVI

sociopatico

tetiPUNTI DI

(S)VISTA /

di Tersilla Garella

 

Non puoi accusarlo di essere una persona assente, perché ti scrive 25 ore su 24 e conosce nei minimi dettagli la tua vita. Ma se ti aspetti che ti chieda di vedervi, forse forse non è l’uomo per te. Ti sposerebbe domani, intendiamoci, perché tu, e tu sola, sei la donna della sua vita. O almeno questo si legge tra le righe.  Non si presenterebbe all’altare, ma in compenso ti manderebbe un messaggio con scritto “Lo voglio”. 

 

[…] Ti seguirei fino in capo al mondo/All’ultimo secondo/Volerei da te da Milano fino ad Hong Kong/Passando per Londra, da Roma fino a Bangkok” Così recita il tormentone dell’estate, che non a caso è cantato da una donna. Sì, perché un uomo così dinamico, almeno a Torino, deve ancora nascere. Sicuramente una volta nella vita tutte noi abbiamo avuto a che fare con un bugianen dei nostri giorni. E se pensate di appartenere alla casta privilegiata, immune da incontri di tal genere, vi esorto a ripassare in rassegna i singoli casi con i quali avete avuto a che fare. Perché di certo ve ne sta sfuggendo almeno uno. L’uomo perennemente attaccato al cellulare a scrivere messaggi. Un sociopatico che le telefonate non le fa. Che se per caso un giorno ti balzasse in testa l’assurda e malsana idea di chiamare, preparati. Perché o non ti risponderà – batti il cinque, mitico!- o ti toccherà sentire il tono di un uomo a cui tu abbia appena staccato accidentalmente la spina della Play Station, che ti chiederà: “Scusa ma perché mi chiami??” Cavolo, mi dispiace! Ma a cosa stavo pensando, accidenti?!

 

Un individuo rispetto al quale persino Hannibal Lecter, se omettiamo quel trascurabile vizietto che lo contraddistingueva, sarebbe stato una persona più normale. Perlomeno lui le sue vittime le guardava negli occhi, prima di divorarle. E invece il bugianen sociopatico no, non ti guarda mai perché non ti vede mai. Non puoi accusarlo di essere una persona assente, perché ti scrive 25 ore su 24 e conosce nei minimi dettagli la tua vita. Ma se ti aspetti che ti chieda di vedervi, forse forse non è l’uomo per te. Ti sposerebbe domani, intendiamoci, perché tu, e tu sola, sei la donna della sua vita. O almeno questo si legge tra le righe, insomma. Non si presenterebbe all’altare, ma in compenso ti manderebbe un messaggio con scritto “Lo voglio”. Le scuse che adduce per non uscire con te sono innumerevoli, non c’è che dire, ma quelle che vanno per la maggiore sono: “Devo traslocare tra due ore”, “C’è il funerale di mia nonna”, “Il gatto è attaccato alle flebo”. 

 

Quand’anche tu, impavida come non mai, faccia la prima mossa ed egli accetti il tuo invito, stai pur certa che non lo vedrai. Perché il sociopatico ha sviluppato un istinto più sottile, che fa sì che avverta prima di Giuliacci l’avvicinarsi minaccioso di un cataclisma e la caduta incombente di un meteorite. E ciò gli impedirà di uscire, ça va sans dire. Ora, uomini torinesi, azzardo l’ipotesi secondo la quale probabilmente le ragioni che ancoravi valgono l’appellativo di bugianen non sarebbero poi più tanto legate alla storica battaglia contro i Francesi. Perché se all’epoca la strategia si rivelò vincente, oggigiorno è davvero patetica. E per quanto mi riguarda, ho già preparato un annuncio: “Cercasi vero uomo che mi faccia passare l’ossessione per i sociopatici. Astenersi intimoriti dal confronto nella vita reale.”

Museo dello Sport: il crowfunding per la salvezza

sport museo

Un sistema di raccolta fondi collaborativo che permette a progetti, idee, sogni di realizzarsi grazie al contributo di piccoli ma numerosi finanziatori

 

L’Associazione Amici del Museo dello Sport ha lanciato una campagna di raccolta fondi a favore del Museo ospitato allo Stadio Olimpico di Torino attraverso la più grande piattaforma di crowdfunding americana, la Indiegogo di San Francisco. Il crowdfunding, o meglio finanziamento collettivo, è un sistema di raccolta fondi collaborativo che permette a progetti, idee, sogni di realizzarsi grazie al contributo di piccoli ma numerosi finanziatori.

 

La scelta della piattaforma californiana  sottolinea la portata internazionale della collezione e la volontà da parte dell’Associazione di far conoscere il Museo oltre i confini italiani ed europei nella certezza che lo spirito ed i valori che sottendono il Museo dello Sport  siano e debbano essere universali.

 

“Gli Amici del Museo dello Sport hanno raccolto il nostro appello per far sì che il Museo possa continuare a trasmettere i valori etici dello sport alle nuove generazioni e possa continuare a far rivivere quelle emozioni che solo grandi campioni e campionesse della vita e dello sport possono trasmettere. I fondi raccolti serviranno a dare visibilità sul territorio al Museo, che sono convinto non ha ancora raggiunto la popolarità che merita e che, nell’anno di Torino Capitale Europea dello Sport, può finalmente raggiungere e realizzare gli obbiettivi prefissati fin dalla nostra nascita: diventare una casa di tutti gli sport e gli sportivi ed una voce autorevole nel panorama culturale e sportivo, voce che ha da poco ricevuto il graditissimo riconoscimento da parte del Coni nazionale. ” queste le parole del Presidente del Museo dello Sport Onorato Arisi.

 

La campagna di crowdfunding ha come obbiettivo la raccolta di donazioni per un totale di 50.000 dollari, le donazioni partono da un minimo di 1$ e sarà possibile contribuire  entro e non oltre l’8 marzo 2015. Chi decide di donare e partecipare alla raccolta fondi ha anche la possibilità di scegliere tra somme  che prevedono riconoscimenti diversi:

 

si parte dal Museum’s Friend – Amico del Museo –  che a fronte di una donazione di 25$ riceverà una  lettera di ringraziamento ufficiale dal Museo ed un ingresso omaggio utilizzabile in qualsiasi momento- passando per il Platinum Member,  per chi offre 200 dollari è prevista una targa di ringraziamento che sarà esposta al Museo oltre all’entrata gratuita ad un evento allo Stadio Olimpico (partita, concerto, ecc). Al donatore che sosterrà le attività del Museo con 1000 $ andràil riconoscimento di  Museum Founder – Fondatore del Museo e la possibilità, tra le altre cose, di trascorrere una giornata al Museo e allo Stadio con un campione.

 

Di seguito il link per visionare o partecipare alla campagna di Crowdfunding:

 https://www.indiegogo.com/projects/olympic-sport-museum-in-torino-italy

 

 

Il pasticcio del bollo auto con la tariffa sbagliata: si paga il 16 febbraio

traffico

In ogni caso, la scadenza per il pagamento verrà prorogata

 

La procedura telematica per pagare il bollo auto aggiorna automaticamente la tariffa. In ogni caso, la scadenza per il pagamento verrà prorogata al 16 febbraio. Lo ha deciso la Regione Piemonte, considerando che ai cittadini piemontesi erano pervenuti i bollettini con le tariffe sbagliate. Al momento di pagare, precisano gli uffici regionali, comparirà la tariffa corretta in tabaccheria, all’Aci o in tutti gli altri luoghiadibiti al servizio. Quando si tratta di pagare non si sbagliano mai.

C'è voluta la polizia per placare la guerra tra taxi e Uber

taxi

Al termine di uno spettacolo del comico Claudio Bisio i tassisti hanno impedito agli spettatori che uscivano dal teatro di usufruire del servizio di trasporto privato

 

Un plotone di trenta tassisti inferociti  fuori dal Teatro Colosseo di Torino, ha accerchiato gli autisti del servizio di trasporto alternativo Uber al termine di uno spettacolo del comico Claudio Bisio. I tassisti hanno impedito agli spettatori che uscivano dal teatro di usufruire di Uber.  Polizia e dei vigili urbani sono intervenuti sul posto e hanno aperto un’indagine per risalire al colpevole dei danni denunciati da uno degli autisti di Uber. Alcuni dei manifestanti hanno poi offerto ai clienti passaggi di taxi gratis fino a casa. si sono offerti poi di portare i passeggeri gratuitamente a casa.

Come riscoprire le Alpi occidentali

alpi occidentali L’autore è Antonio De Rossi direttore dell’Istituto di architettura Montana del Politecnico di Torino

 

È in libreria da poche settimane un libro che riscrive la storia delle Alpi occidentali. Non solo le montagne del Piemonte e della Valle d’Aosta, ma anche quelle della Savoia e del Delfinato, dell’Oberland bernese e dell’Engadina. Un libro che ricostruisce, nell’arco di tempo compreso tra la fine del ‘700 e la Belle Époque, la scoperta e la conoscenza scientifica delle Alpi, l’avvio del turismo, l’infrastrutturazione delle montagne, la diffusione di alberghi e ferrovie panoramiche, fino alla cesura determinata dalla Grande Guerra.

 

Perché questo libro, “La costruzione delle Alpi. Metamorfosi e immaginari del Pittoresco alpino. 1773 – 1914”, scritto da Antonio De Rossi per i tipi di Donzelli editore, dovrebbe interessare abitanti e appassionati della montagna piemontesi e valdostani? Innanzitutto perché riscrive le vicende moderne di luoghi come la Valle d’Aosta e il Lago Maggiore, le valli di Susa e di Lanzo, le Valli valdesi e del Biellese mettendole a confronto con quelle delle montagne svizzere e francesi. L’esito di questa operazione è per molti versi sorprendente: le vallate del Piemonte e della Valle d’Aosta vengono restituite a una dimensione internazionale, fatta di scoperte e innovazioni (si pensi al traforo ferroviario del Fréjus o all’avvio del turismo sul Lago Maggiore e nelle valli di Lanzo), a scapito di resoconti storici tutti concentrati su una ricostruzione di “un bel tempo che fu” sovente mai esistito.

 

L’autore del libro è Antonio De Rossi, architetto e direttore del Centro di ricerca “Istituto di architettura montana” del Politecnico di Torino, figura molto attiva nei progetti di rivitalizzazione delle vallate alpine. Ma il volume, arricchito da bellissime immagini e fotografie storiche, contiene molte altre cose. “Innanzitutto – spiega De Rossi – dimostra come la storia della trasformazione moderna delle Alpi sia anche e soprattutto una vicenda, nel dialogo-scontro tra montagne e città, di costruzione di immaginari, di rappresentazioni, di narrazioni. Le montagne vengono trasformate seguendo gli immaginari degli abitanti delle città. Per quanto paradossale possa a prima vista sembrare, le Alpi, così come oggi noi le conosciamo e le percepiamo, non sono infatti sempre esistite. Esse sono state “costruite” attraverso un duplice processo: quello della trasformazione del territorio alpino, della materiale immissione e implementazione, in quel contesto, di progettualità e manufatti umani; e quello della conoscenza scientifica e artistica, della costruzione di un immaginario, di una rappresentazione e messa in scena delle montagne”.

 

Massimo Iaretti

Ottocento e Novecento in mostra a Domodossola

domodossola

Esposizione delle opere dei grandi artisti della collezione Poscio

 

L’interessante mostra che si sta svolgendo a Domodossola a palazzo De Rodis propone una parte della collezione di dipinti,sculture, disegni, raccolti da Alessandro Poscio, lungimirante appassionato d’arte curioso di ogni genere e stile.Si ha così l’occasione di ammirare i più grandi artisti fra metà 800 e primo 900 mettendo a confronto vari movimenti, ognuno con proprie caratteristiche pur appartenendo allo stesso periodo.Tra le molte firme troviamo John Constable, Francesco Hayez, Giovanni Fattori, Silvestro Lega, Giuseppe De Nittis, Giorgio De Chirico.Accanto ad essi i paesaggisti piemontesi della Valle Vigezzo denominata valle dei pittori.In primo piano Carlo Fornara che ci accoglie con un autoritratto che sembra indicare il percorso attraverso molti dipinti che gli rendono merito poiché si è rivelato uno dei più importanti divisionisti italiani.

 

L’aveva immediatamente intuito il grande Segantini che, pur non essendo incline a facili amicizie, lo dimostra l’indifferenza che provò nei riguardi di un grande esponente del neo impressionismo scientifico quale Morbelli, scrisse a Pellizza Da Volpedo “Mi si dice del giovane Fornara che tenta e vuole lo veda…. Qualcosa di nuovo comincia” E più tardi lo volle come assistente e collaboratore per il Trittico della Natura.E’ dato risalto anche ad altri artisti Vigezzini: G Battista Ciolina, Lorenzo Peretti, G. Maria Rastellini, tutti formatisi alla scuola Rossetti Valentini di Santa Maria Maggiore sotto la prestigiosa guida di Enrico Cavalli che, forte della propria esperienza in Francia, parlava loro dei Barbisonniers, di Monticelli, Millet, Theodor Rousseau.

 

Sollecitati da questi insegnamenti ognuno di loro si recò in Francia i per completare la conoscenza dei grandi maestri ritornando però sempre nella valle natia con un bagaglio di esperienze artistiche più ampie.Anche Fontanesi che aveva ormai scelto Torino come città in cui vivere ed esporre le proprie opere, ebbe grande influenza su Fornara che si entusiasmò della bellezza dei suoi paesaggi accrescendo in lui la convinzione di quanto questo genere gli appartenesse.

 

La città Sabauda, grazie soprattutto a Fontanesi che si stabilì a palazzo Accorsi in via Po ed era insegnante all’Accademia Albertina fu punto di riferimento per chi si cimentava nella pittura di paesaggio; anche Cavalli, oltre a Fornara, fu attratto da Torino dove partecipò a diverse mostre ottenendo successo in particolare con la tela “Il naturalista”Poiché la mostra attuale consta di 120 opere mentre la collezione Poscio completa ne possiede circa 500, si darà continuità offrendo una visione più ampia della raccolta che ha il merito di far conoscere grandi firme ma anche pittori vigezzini meno conosciuti che si appassionarono agli effetti della luce e del colore.

 

Essi diedero corpo sulla tela alle emozioni suscitate dalle montagne compagne di vita spesso denominate con i nomi familiari di Pizzo Ragno, Pizzo Marcio, Pane e Latte, Scheggia, da paesini come Albogno, il cui campanile, visto da Orcesco, spunta improvviso tra la vegetazione e ancora dai suggestivi camini di Craveggia.Tutta la valle è stata percorsa da questi pittori tra fine 800 e metà del 900, ogni angolo anche il più umile fu ritenuto degno di essere dipinto, è stata data dignità alle montanare cariche di fieno nel gerlo e persino alle mucche si è dato il primo piano da protagonista.

 

Con grande suggestione viene presentato a chi non è vissuto in quel periodo, uno spaccato d’epoca che suscita nostalgia in chi ha avuto la fortuna di parteciparvi. La mostra è stata molto apprezzata nei giorni scorsi dall’Associazione “ Peregrinantes” di Casale Monferrato che ha potuto mettere a confronto Fornara con Morbelli la cui casa museo si trova nel territorio casalese alla Colma di Rosignano dove Morbelli risiedeva ogni estate sperimentando la tecnica del Divisionismo.

 

Giuliana Romano Bussola