Un’antologica aperta dal 10 novembre 2017 e ora prorogata sino al 20 febbraio 2018

Lo Spazzapan di Barriera ci riconduce a Sottsass

di Enzo Biffi Gentili

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A Torino, in Barriera di Milano, in via Tollegno 52, presso la sede della Fondazione Giorgio Amendola e dell’Associazione lucana Carlo Levi, sita al piano terra di un edificio di edilizia convenzionata progettato da Loris Dadam, ieri venerdì 2 febbraio si è presentato il catalogo della mostra Luigi Spazzapan. Ritorno a Torino, un’antologica aperta dal 10 novembre 2017, e ora prorogata sino al 20 febbraio 2018, che raccoglie ben 106 opere di un eccentrico protagonista dell’arte subalpina, ed esponente di un “pensiero visivo laterale” rispetto al “sistema culturale”, di ieri e di oggi. A Milano, al Parco Sempione, nel Palazzo dell’Arte progettato da Giovanni Muzio, sede della Triennale, sabato 3 febbraio è programmata una visita guidata all’esposizione Ettore Sottsass. THERE IS A PLANET, un’antologica fondamentale programmata dal 15 settembre 2017 all’ 11 marzo 2018 per celebrare il centenario della nascita del celeberrimo, a livello internazionale, designer, architetto e artista. “E che ci azzecca?” qualcuno potrebbe commentare, adottando la volgare locuzione diffusa da un ex magistrato molisano recentemente escluso -senza destar troppo rammarico- dalle liste del PD. Ci azzecca molto. Perché Spazzapan, anche se il fatto non è ancora sufficientemente noto, fu centrale nella formazione e nell’opera successiva di Sottsass, che sino al 1947 era residente e creativamente attivo a proprio a Torino. È stato infatti rilevato, anche da chi scrive oltre vent’anni fa, che i modi “estetico-calligrafici” rapidissimi di Spazzapan sono stati fonti per i quadri del Sottsass pittore almeno nel periodo tra la fine degli anni 40 e la metà degli anni 50, ben più di influenze e riprese di prove dell’espressionismo astratto americano trionfante. Ma anche le primissime rappresentazioni architettoniche di Sottsass, i suoi schizzi di progetti per ville e villini sono “rialzati” ed evidenziati da veloci tratti e segni a mano libera assimilabili a quelli degli eleganti corsivi, della pittura “gestuale” insomma di Spazzapan. Ancora, i due sono accomunati da una costellazione di referenze mitteleuropee e viennesi, che riguardano sia l’architettura, con l’elezione a numi tutelari di Otto Wagner, Josef Hoffmann, Richard Neutra; sia la pittura, con la devozione per Kandinskij e Klee; sia le arti applicate, con l’esaltazione delle Wiener Werkstätte. Non si tratta solo di teorie, ma di pratiche: come artisti applicati collaboreranno infatti disegnando tessuti per la torinese manifattura Redan; come operatori culturali nell’organizzazione del Premio Torino del 1947 che cercò di imporre la pittura astratta. Infine Sottsass dichiarò sempre, in modo ricorrente, di aver molto imparato dal pittore torinese, con manifesta riconoscenza (del resto, a ulteriore prova documentale, basterebbe vedere nella mostra milanese alcuni piatti decorati con stilemi alla Spazzapan, con tutta evidenza). Anche per tutto ciò, ricordato in catalogo, è molto importante la “periferica” esposizione torinese, che guarda caso non è stata organizzata da una pubblica istituzione ufficiale, ma da una privata e benemerita fondazione diretta da un “meridionale”, Prospero Cerabona.

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L’immagine grande è tratta dal libro di  Enzo Biffi Gentili, “El Sindrome de Leonardo. Artedesign en Italia 1940/1975”, Allemandi, Torino-Barcellona 1995.