STORIA- Pagina 73

Tutti gli appuntamenti della Fondazione Torino Musei

AGENDA APPUNTAMENTI FONDAZIONE TORINO MUSEI

24 – 30 giugno 2022

 

 

 

 

VENERDI 24 GIUGNO

 

Venerdì 24 giugno ore 16.30

BLOWING ROSES. PERFORMANCE DI CHRYSANNE STATHACOS PER IL GRANDE VUOTO

MAO – performance nell’ambito della mostra Il Grande Vuoto

Venerdì 24 giugno alle 16.30, in una cerimonia rituale aperta al pubblico, l’artista Chrysanne Stathacos distruggerà l’opera “Blowing Roses”, un’installazione della serie Rose Mandala che ha costruito nei giorni precedenti.

“Le installazioni Rose Mandala si basano su strutture circolari storiche che hanno lo scopo di creare un’opera che cambia nel tempo. I mandala vengono lasciati seccare mentre i petali si riducono a un quarto della loro dimensione originale. Alla fine, il mandala viene smantellato in una rappresentazione finale. I Rose Mandalas vengono gettati, raccolti e dispersi nel vento o spazzati via dal respiro umano, mio e del pubblico. Queste installazioni/performance riflettono l’effimero processo di cambiamento, età, decadenza e vuoto”.

L’accesso alla performance è incluso nel biglietto d’ingresso alla mostra Il Grande Vuoto e nel biglietto d’accesso alle collezioni permanenti. Non è necessaria la prenotazione.

 

Venerdì 24 giugno ore 16.30

L’IMPERMANENZA DEL BELLO: ROSE MANDALA

MAO – attività per famiglie

In occasione della presenza in museo dell’artista Chrysanne Stathacos, si assisterà al gesto conclusivo della sua performance con il soffio che spazza via: il momento della distruzione del mandala di fiori. A seguire, in laboratorio i partecipanti potranno realizzare con i petali di rosa raccolti un piccolo mandala su un piatto di ecocarta.

Numero di posti limitato.

Prenotazione obbligatoria 0114436927 o maodidattica@fondazionetorinomusei.it

Costo: bambini euro 7, adulti biglietto mostra (gratuito per possessori Abbonamento Musei).

 

Venerdì 24 giugno ore 16.30

BANCHETTANDO: CIBI, CUCINA E RICETTE NELLA POMPEI DI VENTI SECOLI FA

Palazzo Madama – visita guidata alla mostra Invito a Pompei

Immaginiamo di essere nella Pompei di I secolo a.C. Immaginiamo di essere invitati a un banchetto e di accomodarci sui letti disposti nel triclinium, la sala da pranzo del tempo. Immaginiamo di avere a disposizione cibo e pietanze da scegliere: quali succulenti vivande avremmo preferito?

Sicuramente avremmo trovato verdure in gran quantità: cavoli, legumi e cicoria serviti con cipolla e aglio in abbondanza. Certamente non sarebbero mancati piatti di carne da gustare con salse forti e molto saporite. Per antipasto forse ci avrebbero proposto uova con lattuga ma anche pesce, crostacei, ricette di mare. L’olio di qualità avrebbe condito i prelibati piatti e il miele avrebbe addolcito frutta e pane.

La visita in mostra racconterà tutto ciò, ispirandosi agli ambienti della domus, agli oggetti esposti e alle dettagliate narrazioni a noi giunte. Si scopriranno usi e abitudini di un banchetto di età romana e si potranno trarre spunti dalla gastronomia di venti secoli fa: una visita che darà idee per nuove ricette da proporre sulle nostre tavole.

Costo: € 6 a partecipante

Costi aggiuntivi: biglietto di ingresso al museo; gratuito per i possessori di Abbonamento Musei Piemonte Valle d’Aosta

Info e prenotazioni: 0115211788prenotazioniftm@arteintorino.com

SABATO 25 GIUGNO

Sabato 25 giugno ore 15:30 durata 2 ore
INCROCI =||= LA MAGIA DEI CRISTALLI, MEMORIA E VIBRAZIONI
GAM – Incontro con Elisa Testa, cristalloterapeuta

Nell’ambito di INCROCI, Public program sulla mostra “Una collezione senza confini”

Dialogo con l’opera di Marina Abramović, The Communicator, 2012

 

Elisa Testa si occupa di cure naturali e in particolare di trattamenti energetici. Ha conseguito il diploma di abilitazione in Pranopratica con approfondimenti in altre tecniche, che utilizza in modo complementare alla cura energetica, quali la cristalloterapia, l’oligoterapia e l’erboristeria. Nel 2015 ha conseguito l’attestato di terzo livello nel metodo “La via dei Cristalli – livello 3 Pratictioner”, percorso di formazione teorico-pratica di tre livelli sulla Cristalloterapia. Ha seguito numerosi corsi di formazione sulle tradizioni sciamaniche, formandosi con Sciamani del centro e sud America e con Medicine Men nativi americani. Come docente conduce corsi di cristalloterapia presso l’Università Popolare “A.E.ME.TRA”. Oltre a numerose conferenze sui temi delle sue specializzazioni, conduce corsi di base e seminari sullo sciamanesimo, cultura celtica, equilibrio energetico ed altre tematiche affini. Nel mese di febbraio è uscito il suo nuovo libro “Guarire il Karma” (Decima Musa Edizioni).

Con l’aiuto di Elisa Testa si esploreranno tutte le proprietà curative e le caratteristiche energetiche dei cristalli e delle pietre che fanno parte dell’opera The Communicator di Marina Abramović, oltre all’utilizzo per il benessere personale. Seguirà una meditazione guidata con i cristalli.

Costo: 15 € compresa visita al museo

Posti limitati prenotazione obbligatoria infogamdidattica@fondazionetorinomusei.it

SCARICA IL PROGRAMMA COMPLETO DI INCROCI

DOMENICA 26 GIUGNO

Domenica 26 giugno ore 15.30

IL GIARDINO BOTANICO MEDIEVALE

Palazzo Madama – visita guidata naturalistica

Ai piedi delle possenti torri di Palazzo Madama si trova il Giardino Botanico Medievale, che dal 2011 ospita la ricostruzione di un giardino del tardo Quattrocento, realizzato attraverso lo studio di fonti dell’epoca.

Nel corso del tempo il giardino è stato arricchito con l’introduzione di nuove specie di piante che oggi permettono di proporre visite guidate a cura di naturalisti sulle diverse specie: dalle piante fiorite di ellebori, acanti, digitali, campanule e sclaree alle piante officinali, dalle viti alle piante da frutto fino alle piante considerate magiche.

La visita sarà anche occasione per aprire un dialogo con i presenti sui temi della coltivazione naturale e dell’impiego di rimedi fitoterapici vegetali, oltre che raccontare aneddoti storici e botanici per rivivere la giornata di un giardiniere quattrocentesco: l’Hortolano Domini.

Costo: 6 € a partecipante

Costi aggiuntivi: possibilità di chiedere in cassa il biglietto d’ingresso solo al giardino oppure biglietto d’ingresso al museo | gratuito per i possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Valle d’Aosta.

Info e prenotazioni: 0115211788prenotazioniftm@arteintorino.com

LUNEDI 27 GIUGNO

 

Lunedì 27 giugno ore 16.45

MARIA GIOVANNA BATTISTA DI SAVOIA – NEMOURS. STATO, CAPITALE, ARCHITETTURA

Palazzo Madama – presentazione del volume a cura di Chiara Devoti

Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica propone, lunedì 27 giugno alle ore 16.45, la presentazione del volume, a cura di Chiara Devoti, Maria Giovanna Battista Di Savoia-Nemours. Stato, Capitale, Architettura, Leo S. Olschki Editore, 2021. Il volume è compreso nella collana La civiltà delle corti del Centro studi del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude.

Rileggere la figura di Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, seconda Madama Reale di Casa Savoia, può sembrare a primo acchito concessione a una “moda” inaugurata qualche anno orsono da una importante mostra e da alcune pubblicazioni di ampio respiro, destinate per prime a riportare all’attenzione la personalità complessa delle Reggenti alla corte sabauda. Tuttavia, non solo eco di un processo di “riappropriazione” della cosiddetta ‘età delle reggenze’ vuole essere questo volume affidato alla competenza di trenta autori, quanto principalmente l’assunzione di un programma che mira a riportare alla giusta attenzione il ruolo fondamentale, svolto da Maria Giovanna, di preparazione dello Stato alle riforme volute dal figlio, per il quale aveva assunto il ruolo di «Madre e Tutrice».  Gli aspetti legati alla committenza, architettonica soprattutto, ma non esclusivamente, insieme alla gestione della “macchina” dello Stato, comprese le riforme programmatiche – troppo di sovente attribuite tout-court alle decisioni di Vittorio Amedeo II senza valutare il ruolo preparatorio e anticipatorio delle disposizioni della Duchessa – come le scelte amministrative necessitavano di una rilettura della documentazione archivistica e uno spoglio, se possibile scevro da qualsivoglia pre-giudizio, della bibliografia consolidata. Ne emerge rinsaldata l’ipotesi interpretativa di un ruolo tutto tranne che secondario assunto da Maria Giovanna Battista, accorta amministratrice, colta committente e femme forte.

Intervengono:

Andrea Bocco, direttore del Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio (DIST)

Andrea Merlotti, direttore del Centro studi del Consorzio delle residenze reali sabaude

Costanza Roggero, già Politecnico di Torino – DIST e Comitato scientifico del Polo Reale di Torino

Chiara Devoti, Politecnico di Torino – DIST e direttore Scuola di Specializzazione

Modera: Giovanni Carlo Federico Villa, direttore di Palazzo Madama

Info: ingresso gratuito fino a esaurimento posti

Prenotazione facoltativa: t. 011 4429629 (da lunedì a venerdì, orario 9,30-13 e 14-16)

e-mail:  madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

Per assistere alla conferenza è necessario indossare mascherina FFP2

 

 

MARTEDI 28 GIUGNO

 

Martedì 28 giugno ore 15

DIRITTO E GIUSTIZIA NELL’IMMAGINARIO GIAPPONESE: LE STORIE DI FANTASMI

MAO – conferenza del ciclo “Spiriti, demoni e soprannaturale nella cultura giapponese”

A cura di Giorgio Fabio Colombo (Università di Nagoya, Giappone)

Ciclo di conferenze complementari e di approfondimento all’attività didattica del corso di letteratura giapponese per gli studenti e le studentesse del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino, ma aperte anche alla cittadinanza, ospitato dal MAO Museo di Arte Orientale, dedicate ai temi del soprannaturale, del fantastico e ai kaidan (le storie di fantasmi), che hanno particolare rilevanza nel contesto della letteratura premoderna.

Il periodo Edo (1603-1868) è considerato da molti come la “Epoca d’oro” delle storie di fantasmi (kaidan) in Giappone. Se da un lato lo scopo principale di queste storie era senza dubbio quello di intrattenere il pubblico, dall’altro svolgevano anche altre funzioni sociali, tra le quali c’era quella di monito verso i detentori del potere. Una tematica ricorrente presente nelle trame era quella di un personaggio debole (una moglie tradita, un servitore maltrattato, un contadino affamato) che perde la vita a causa della crudeltà del proprio superiore. Incapace di ricevere giustizia durante la propria vita il protagonista torna dall’aldilà per perseguitare il proprio oppressore. Il presente intervento tratterà del rapporto tra diritto e giustizia in Giappone attraverso le storie di fantasmi.

Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili.

 

GIOVEDI 30 GIUGNO

 

Giovedì 30 giugno ore 18.30

PERFORMANCE DI AMOSPHÈRE PER IL GRANDE VUOTO

MAO – performance nell’ambito della mostra Il Grande Vuoto

Fra sintetizzatori analogici e tecnologia digitale contemporanea.

Amosphère è una compositrice e artista visiva cinese con base a Parigi. Il suo lavoro interroga il tempo, lo spazio, la cosmologia, l’ambiente naturale, la percezione umana e gli effetti psico-fisici del suono. Il suo ultimo disco ‘More Die of Heartbreak (更多的人死于心碎)’, (33-33 Label, 2022) invita gli ascoltatori in uno spazio sonoro meditativo dove il tempo si espande e si contrae, la semplicità rivela complessità e la ripetizione diventa trasformazione. Suoi lavori sono stati presentati all’IRCAM di Parigi, al Somerset House Studio a Londra e Mutant Promise/EBM(T) di Tokyo, tra gli altri.

Prenotazione obbligatoria alla mail eventiMAO@fondazionetorinomusei.it.

I biglietti sono disponibili in museo e comprendono l’ingresso in mostra.

Biglietto singolo: 15 €. Ridotto studenti: 10 €

 

Giovedì 30 giugno ore 16

A FORMA DI DOMUS

Palazzo Madama – attività per famiglie

I reperti esposti nella mostra Invito a Pompei provengono da ambienti diversi della casa romana e ne rivelano la funzione e la disposizione degli spazi interni ed esterni dell’abitazione. Utilizzando colori a tempera e l’impronta di forme geometriche, i bambini tracceranno la mappa della domus evidenziando elementi architettonici e ornamentali per creare un poster da appendere nella propria casa.

Età consigliata: 5/10 anni; durata: 90 minuti

Costo: € 7 a bambino per attività e ingresso gratuito in mostra; adulti accompagnatori ingresso ridotto in mostra € 10 (gratuito con Abbonamento Musei). Tutti gli spazi sono accessibili

Info e prenotazioni: t. 011 4429629 madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

Prenotazione obbligatoria

 

Theatrum Sabaudiae propone visite guidate in museo

alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.

Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

Tanti gli eventi ai Musei Reali per il weekend di San Giovanni

Tra visite serali, mostre e attività per adulti e bambini

 

 La festa di San Giovanni dà il via ufficiale all’estate torinese e anche per questa occasione i Musei Reali di Torino hanno in programma tante attività per grandi e piccoli.

 

Martedì 21 giugno, in occasione della Festa della Musicaapertura serale del percorso ordinario dei Musei Reali, dalle 19.30 alle 23.30. Artisti del panorama musicale torinese contemporaneo si esibiscono ai Giardini Reali, nelle sale del Museo di Antichità e della Galleria Sabauda. Ingresso+ drink 15 Euro, +3 Euro per la visita ai Musei Reali.

Ingresso solo su accreditohttps://to.clubsilencio.it/festa-della-musica

 

Mercoledì 22 giugno, dalle 19.30 alle 23.30, apertura straordinaria della Galleria Sabauda – Sezione Maestri Piemontesi del Rinascimento – e del Museo di Antichità – Sezioni Galleria Archeologica e Archeologia a Torino, in occasione della rassegna Torino crocevia di Sonorità. Tema della serata “Tra Stele, Tesori e il Teatro del Museo di Antichità”. Ingresso con tariffa speciale a 5 Euro; costo della visita guidata: 10 Euro. Per informazioni e prenotazioni www.coopculture.it  – e-mail info.torino@coopculture.it

Alle ore 21, nel Teatro romano andrà in scena No Words. Pièce teatrale sull’amore, a cura del Laboratorio Zanzara. La rappresentazione, fino a esaurimento dei posti disponibiliè gratuita per i visitatori dei Musei Reali.

 

Venerdì 24 giugno riaprono al pubblico i Giardini della Cavallerizza Reale. Il patrimonio verde del museo ritorna completamente accessibile grazie a iniziative e attività gratuite, rivolte a bambini e famiglie, realizzate in collaborazione con Xké? ZeroTredici, società consortile vincitrice della manifestazione d’interesse per l’assegnazione del servizio di valorizzazione dei Giardini della Cavallerizza. Le modalità di accesso e il programma completo degli appuntamenti sono pubblicati sul https://museireali.beniculturali.it/events/racconti-reali-unestate-per-giocare-con-la-cultura-nei-giardini-della-cavallerizza/

 

Attività per bambini e famiglie 

 

Venerdì 24 giugno alle ore 16, appuntamento con I magnifici 7 del Barocco. In collaborazione con i servizi didattici dei Musei Reali e della Pinacoteca dell’Accademia Albertina, lo speciale del periodico Torino Storia sul Barocco si trasforma nella mappa di una visita – gioco, adatta a tutte le età! Con una guida esperta, e lo speciale del periodico tra le mani, ci metteremo in cammino insieme agli architetti che hanno trasformato la nostra città in una meravigliosa capitale.

Il punto di partenza è il bookshop del Palazzo Reale e il traguardo di arrivo è la Pinacoteca dell’Accademia Albertina di Belle Arti, dove ci metteremo alla prova in un divertente quiz, preparato dalla visita guidata tra le vie e le piazze del centro storico di Torino.

Costo dell’attività 10 Euro. Biglietti online su www.coopculture.it  – mail info.torino@coopculture.it

 

Domenica 26 giugno ore 16MRT Green Adventure. I Musei Reali di Torino propongono una caccia al tesoro per famiglie in cui grandi e piccini dovranno risolvere divertenti indovinelli che li guideranno alla scoperta dei Giardini Reali: tra creature fantastiche, personaggi storici, fiori e alberi antichi il loro compito sarà quello di immortalare con il proprio cellulare i vari soggetti per completare un percorso fotografico che li porterà a ricevere un colorato omaggio. Un modo nuovo per scoprire tutti gli aspetti più curiosi e nascosti dei giardini.

Costo dell’attività: 10 Euro, gratuito per adulti accompagnatori. Biglietti online su www.coopculture.it – e-mail info.torino@coopculture.it

 

Le attività con CoopCulture

 

Giovedì 23 giugno alle ore 17, visita speciale alla mostra Animali a CorteVite mai viste nei Giardini Reali. Una visita alla scoperta dell’esposizione dedicata al mondo animale curata da Stefania Dassi e Carla Testore, un percorso innovativo che si snoda tra i Musei e i Giardini Reali nel quale le tecniche e i linguaggi dell’arte contemporanea dialogano con l’antica residenza.

Costo dell’attività: 7 Euro oltre al biglietto di ingresso ridotto ai Musei Reali (13 Euro ordinario, 2 Euro da 18 a 25 anni, gratuito under 18). Biglietti online su www.coopculture.it  – mail info.torino@coopculture.it

 

Venerdì 24, sabato 25 e domenica 26 giugno alle 11 e alle 15.30, appuntamento con Benvenuto a Palazzo. Le guide e gli storici dell’arte CoopCulture vi aspettano per condurvi in una visita guidata alla scoperta delle sale di rappresentanza del primo piano di Palazzo Reale e dell’Armeria, un itinerario per scoprire o riscoprire la storia e la magnificenza della prima reggia d’Italia. Costo dell’attività: 7 Euro oltre al biglietto di ingresso ridotto ai Musei Reali (13 Euro ordinario, 2 Euro da 18 a 25 anni, gratuito under 18). Biglietti online su Musei Reali di Torino | CoopCulture – e-mail info.torino@coopculture.it

 

Domenica 26 giugno alle ore 17 appuntamento con Tavole Imbandite. Una visita alla scoperta delle collezioni dei Musei Reali tra argenti, porcellane e cristalli per ricreare l’atmosfera di un tempo nelle splendenti sale di Palazzo Reale.

Costo dell’attività 20 Euro (13 Euro per Abbonamento Musei e To+Piemonte Card). Biglietti online su www.coopculture.it  – mail info.torino@coopculture.it

 

È possibile prenotare una visita ai percorsi speciali dei Musei Reali:

– venerdì 24 giugno alle ore 16, visita agli appartamenti della regina Maria Teresa, al Gabinetto del Segreto Maneggio e alle Cucine;

– sabato 25 giugno alle ore 16, visita al secondo piano di Palazzo Reale;

– domenica 26 giugno alle ore 16, visita all’appartamento dei Principi Forestieri, che conserva intatte le originali decorazioni settecentesche, in un susseguirsi di ambienti tra i più sorprendenti del Palazzo.

Costo delle visite speciali: 20 Euro ordinario (13 Euro per Abbonamento Musei).

Biglietti online su Musei Reali di Torino | CoopCulture – e-mail info.torino@coopculture.it

 

Martedì 28 giugno, alle ore 17, per il Martedì dell’abbonato visita speciale Viaggio nella Torino di 2000 anni fa: un viaggio nel tempo per riscoprire il fascino della Torino di Augusta Taurinorum attraverso le sale del Museo di Antichità, nella Sezione Archeologia a Torino: tra oggetti quotidiani, tesori preziosi e ricchi corredi scopriremo insieme il passato della città lungo un percorso che culminerà con la passeggiata nel Teatro romano, recentemente restaurato e riaperto al pubblico.

Prenotazioni: tramite Abbonamento Musei – Numero Verde 800 329 329 attivo dal lunedì al sabato ore 9-18 oppure sull’area riservata del sito www.abbonamentomusei.it

 

Cinque mostre in corso ai Musei Reali

Vivian Maier Inedita. Fino al 26 giugno, le Sale Chiablese ospitano l’esposizione Vivian Maier Inedita con oltre 250 scatti, tra cui molti inediti, video Super 8 e oggetti personali della fotografa americana. Curata da Anne Morin, la mostra presenta anche una sezione dedicata alle fotografie che Vivian Maier realizzò nel 1959 durante il suo viaggio in Italia, in particolare a Torino e Genova. Dopo una prima tappa al Musée du Luxembourg di Parigi, l’esposizione ha come obiettivo quello di raccontare aspetti sconosciuti o poco noti della misteriosa vicenda umana e artistica della fotografaVivian Maier Inedita è organizzata da diChroma Photography e dalla Réunion des Musées Nationaux – Grand Palais ed è prodotta dalla Società Ares srl con i Musei Reali, con il patrocinio del Comune di Torino. L’esposizione è sostenuta da Women In Motion, un progetto ideato da Kering per valorizzare il talento delle donne in campo artistico e culturale.

Informazioni: www.vivianmaier.it – 338 169 1652 – info@vivianmaier.it

 

Nel segno di Raffaello. Fino al 17 luglio è possibile visitare la mostra Nel segno di Raffaello in Biblioteca Reale. Frutto di un approfondito lavoro di studio e progettata in occasione del cinquecentesimo anniversario della morte del pittore e architetto marchigiano, l’esposizione è volta a individuare all’interno del nucleo dei disegni italiani del ‘500 posseduti dalla Biblioteca, quelli riconducibili alla cerchia di Raffaello. Grazie ad un ricco apparato didascalico, contenente anche immagini di confronto, questa mostra conduce il visitatore alla scoperta dell’articolato mondo della tradizione disegnativa rinascimentale, fatta di citazioni, di copie e di lavori preparatori o studi per altre opere.

Informazioni: Nel segno di Raffaello – Musei Reali Torino (beniculturali.it)

 

Splendori della tavola. Fino al 17 luglio, la Sala da Pranzo del Palazzo Reale ospita Splendori della tavola, inedito allestimento curato da Franco Gualano e Lorenza Santa, incentrato sul fastoso corredo da tavola in argento realizzato a Parigi da Charles-Nicolas Odiot per re Carlo Alberto. Commissionato nel 1833 e trasferito al Quirinale tra il 1873 e il 1874, comprende oggi 1832 elementi ed è annoverato tra le maggiori committenze delle Corti europee dell’epoca.

Il nuovo allestimento Splendori della tavola è compreso nel biglietto ordinario dei Musei Reali.

Oltre alla visita della Sala da Pranzo, inclusa nel normale percorso, è possibile ammirare altre suggestive tavole apparecchiate, con visite guidate su prenotazione: il percorso Tavole imbandite è visitabile con CoopCulture.

Informazioni e prenotazioni: Tavole imbandite | CoopCulture; 011 19560449; info.torino@coopculture.it

 

Fantasmi e altri misteri – Fumetti in mostra. Fino a domenica 11 settembre, nello Spazio Scoperte al secondo piano della Galleria Sabauda, sarà visitabile la mostra Fantasmi e altri misteri – Fumetti in mostra. L’iniziativa del Ministero della cultura Fumetti nei Musei, in collaborazione con Coconino Press-Fandango, è stata realizzata per avvicinare i ragazzi al patrimonio artistico italiano. Le tavole originali della graphic novel “Io più fanciullo non sono” della fumettista e vignettista Lorena Canottiere, ispirata alla figura del Principe Eugenio di Savoia-Soissons, saranno presentate con alcune opere dei Musei Reali legate al condottiero collezionista, con una selezione di lavori dei fumettisti che hanno partecipato al progetto e si sono confrontati con il tema del mistero e dei fantasmi. L’ingresso alla mostra è compreso nel biglietto dei Musei Reali.

Informazioni: Fantasmi e altri misteri. Fumetti in mostra – Musei Reali Torino (beniculturali.it)

 

Animali a Corte. Vite mai viste nei Giardini RealiFino al 16 ottobre è possibile visitare l’esposizione dedicata al mondo animale curata da Stefania Dassi e Carla Testore. Un percorso di visita innovativo che si snoda tra i Musei e i Giardini Reali, nel quale le tecniche e i linguaggi dell’arte contemporanea dialogano con l’antica residenza.

Informazioni: Animali a Corte. Vite mai viste nei Giardini Reali – Musei Reali Torino (beniculturali.it)

 

Le novità digitali

Tra le novità che accompagnano la visita ai Musei Reali, l’inedita applicazione di gamification MRT Play è disponibile gratuitamente sui principali store. Ideata dai Musei Reali in collaborazione con Visivalab SL e il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo, nell’ambito del bando SWITCH_Strategie e strumenti per la digital transformation nella cultura, l’applicazione di realtà aumentata offre una nuova esperienza di fruizione innovativa e accattivante, per approfondire la conoscenza delle opere della Galleria Sabauda attraverso giochi e indovinelli, in compagnia di personaggi storici e professionisti della cultura.

 

Per visitare Palazzo Reale, la Galleria Sabauda e il Museo di Antichità con curiosi personaggi pronti a raccontare le loro coinvolgenti storie è disponibile l’Audioguida Kids, realizzata dai Servizi Educativi dei Musei Reali in collaborazione con CoopCulture. Lungo il percorso sono presenti dei QR-code da scansionare per ascoltare gratuitamente le tracce audio pensate per i giovanissimi visitatori, per un’esperienza di visita coinvolgente e divertente (età consigliata: 5/12 anni).

 

La Biblioteca Reale

La Sala Lettura della Biblioteca Reale è aperta il lunedì, dalle 8.30 alle 18.30, da martedì a venerdì dalle 8.30 alle 15.15 e il sabato dalle 8.30 alle 13.30: le consultazioni devono essere prenotate con almeno 24 ore di anticipo scrivendo all’indirizzo mr-to.bibliotecareale@beniculturali.it e indicando tutte le informazioni disponibili per la richiesta. Per conoscere le modalità di accesso e registrazione consultare la pagina Orari e modalità di apertura della Biblioteca Reale – Musei Reali Torino (beniculturali.it).

 

Caffè Reale

Nella suggestiva Corte d’Onore di Palazzo Reale è possibile rigenerarsi con una pausa al Caffè Reale Torino, ospitato in una ambientazione unica ed elegante, impreziosita da suppellettili in porcellana e argento provenienti dalle collezioni sabaude. Informazioni e prenotazioni al numero 335 8140537 o via e-mail all’indirizzo segreteria@ilcatering.net.

 

Museum Shop

Per rimanere sempre aggiornati sulle pubblicazioni dei Musei Reali e per dedicarvi un pensiero, il Museum Shop è aperto.

È disponibile anche online Musei Reali (shopculture.it).

 

Dal 1° aprile 2022 per l’accesso ai percorsi museali non è più richiesto il Green Pass (D.L. 24/03/2022 n. 24, art. 7).

La mascherina chirurgica è raccomandata lungo i percorsi di visita, mentre il dispositivo di protezione FFP2 resta obbligatorio per partecipare agli eventi in luoghi chiusi.

 

Peter Russell, la vita dell’ultimo dei “grandi poeti moderni”

Più di cent’anni fa, il 16 settembre del 1921, nasceva a Bristol, nell’Inghilterra sud-occidentale, Peter Russell, uno dei più grandi poeti del secolo scorso.

Tra i maggiori letterati inglesi della seconda metà del  ventesimo secolo, grande esperto e conoscitore di Dante, candidato al Premio Nobel per la Letteratura alla fine degli anni ’90, riconosciuto dalla critica letteraria ufficiale come “ultimo dei grandi poeti moderni”, Russell  – decisamente influenzato dalla poetica di Yeats e grande amico di Thomas Stearns Eliot e Ezra Pound – fu tra i primi a curare le traduzioni in inglese di Mandel’štam, Pasternak e Jorge Luis Borges. E’ a lui che è stata dedicato l’imponente  volume Peter Russell Vita e Poesia, a cura di Wilma Minotti Cerini ( Edizioni Il Foglio, Piombino, 2021). Un’opera di oltre ottocento pagine, curato dalla poetessa e scrittrice nata a Milano e oggi residente a Pallanza sul lago Maggiore, che raccoglie poesie di Russell, recensioni di vari critici e poeti sull’opera del poeta inglese. Un libro molto utile per conoscere uno dei principali protagonisti della scena culturale inglese degli anni ’50 ( Russell aveva fondato a Londra la rivista Nine, alla quale collaborarono le maggiori personalità letterarie dell’epoca) che scelse poi di girare il mondo. E’ in quel periodo che Peter Russell conobbe a Firenze, frequentando il celebre Caffè Letterario “Le Giubbe Rosse”, Montale, Quasimodo, Landolfi, Ungaretti, con i quali strinse un particolare sodalizio culturale e personale, tant’è che ospitò successivamente e a lungo nella sua casa londinese Salvatore Quasimodo. Dopo una serie di vicissitudini personali e un breve soggiorno a Berlino, nel 1964 si trasferì a Venezia per restare accanto a Pound fino alla morte di quest’ultimo avvenuta nella città della Serenissima il 1 novembre 1972.  Negli anni settanta fu poeta-residente alla Purdue University negli Stati Uniti e all’University of Vìctoria, British Columbia, in Canada. Dal 1977 al 1979 insegnò filosofia occidentale e orientale all’Accademia Imperiale di Filosofia a Teheran. Dopo l’avvento della rivoluzione khomeinista lasciò l’Iran e tornò a Venezia, dove rimase fino al 1983, per poi trasferirsi definitivamente in Toscana, al confine tra il Valdarno fiorentino e quello aretino. A Pian di Scò, in un vecchio mulino, “La Turbina”, divenuto la sua casa-biblioteca, visse e lavorò fino al gennaio del 2002 quando, poco prima di morire, donò tutto il suo patrimonio librario e documentaristico al comune toscano. Russell vantava un numero incredibile di estimatori in tutto il mondo e con molti di loro, dai più raffinati  intellettuali alle persone più comuni avviò e mantenne una fitta corrispondenza, scrivendo instancabilmente, con pazienza e  dedizione soprattutto negli ultimi vent’anni della sua vita confrontandosi, discutendo, suggerendo e accogliendo consigli. Soprattutto si soffermò nell’analisi del suo manifesto poetico, cifra assolutamente originale di questo intellettuale irregolare, innamorato  delle sue idee su poesia, bellezza e libertà. A compendio della monumentale opera curata da Wilma Minotti Cerini va citato anche il volume Epistolari e memorie con Irwin Peter Russell (Venilia Editrice,2021) che raccoglie le corrispondenze dell’autrice con il poeta inglese, impreziosite dalle immagini e dal commento del famoso fotografo  Roberto Salbitani e dal ricordo della figlia Sara Russell.

Marco Travaglini

Da Veronica a “Vera Icon”

                                                                                                  

LA DEVOZIONE AL VOLTO DI CRISTO NEL MEDIOEVO

TRA ORIENTE E OCCIDENTE

Conferenza con Gian Maria Zaccone

direttore del CISS – Centro Internazionale di Studi sulla Sindone

Mercoledì 22 giugno 2022

ore 16.45

Palazzo Madama – Sala Feste

Piazza Castello, Torino

Dipinto raffigurante la santa Veronica che ostende il Santo Volto, seconda metà del XVI secolo.

Torino, Museo della Sindone

Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica propone, mercoledì22 giugno alle ore 16.45, la conferenza Da Veronica a “vera icon”: la devozione al Volto di Cristo nel Medioevo tra Oriente e Occidente con il professor Gian Maria Zaccone, direttore del CISS – Centro Internazionale di Studi sulla Sindone.

Due tradizioni, quella orientale del Mandylion e quella occidentale della Veronica si intrecciano fortemente, con esiti diversi nella storia della spiritualità, sebbene entrambe di forte impatto nella evoluzione della ricerca e della Pietà verso la vera immagine di Cristo.

All’epoca di Innocenzo III l’immagine cosiddetta della “Veronica” – presente da tempo in Roma e oggetto di culto crescente – raggiunge il suo status di immagine-reliquia universale del volto di Cristo. L’immagine della Veronica racchiude una doppia valenza, che impronterà la sua iconografia, che la vede ora come immagine del Cristo vittorioso e ora di quello paziente, che l’avvicina all’immagine orientale del Mandylion.

Ciò si riflette anche sulle leggende circa la sua origine, in una versione donata da Gesù alla mitica figura di Veronica che desiderava ardentemente avere un’immagine del suo maestro e guaritore, e in un’altra realizzata durante la passione. Sarà quest’ultima a imporsi nell’ambito occidentale. Per molto tempo gli studiosi si sono interrogati su quale delle due leggende – Veronica e Mandylion – si fosse modellata l’altra.

Al di là della questione storica è fondamentale prendere atto come, da un ben preciso punto della storia della Chiesa, con sempre maggiore interesse la Cristianità anela a identificare le fattezze umane di Cristo.

Il Mandylion in Oriente e la Veronica in Occidente in realtà rappresentano due fondamentali espressioni dello stesso Volto, recepite secondo le più profonde attese delle diverse spiritualità. Ne è palese testimonianza il ruolo della Veronica nella pietà medievale, e in particolare il significato enorme rivestito nel Giubileo del 1300. Le relazioni dei pellegrini, i testi letterari, da Dante a Petrarca, le cronache liturgiche segnalano in maniera inequivocabile l’emozione della presenza di quel volto a Roma, la cui storia ancora oggi risulta di difficile ricostruzione e a tratti controversa.

Gian Maria Zaccone, storico, Direttore del Centro Internazionale di Studi sulla Sindone di Torino. Laureato in Storia del Diritto si è specializzato nello studio dei processi per i percorsi di canonizzazione nel medioevo e nella storia della Pietà. In questo ambito ha approfondito il tema della ricerca della raffigurazione di Cristo con particolare attenzione agli esiti sindonici. È titolare di un corso universitario di Storia della Sindone e delle reliquie di Cristo nell’ambito della Pietà.

Info: ingresso libero fino a esaurimento posti

Prenotazione facoltativa: t. 011 4429629 (da lunedì a venerdì, orario 9,30-13 e 14-16)

e-mail: madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

Ufficio Stampa Palazzo Madama

Stefania Audisio

+39 3426266357 e-mail stefania.audisio@fondazionetorinomusei.it  

Relazioni Esterne CISS – Centro Internazionale di Studi sulla Sindone

Paola Cappa

+39 3356669011 e-mail paola.cappa@sindone.it

Rinasce il Teatro d’acque della Fontana dell’Ercole

Reggia di Venaria, Galleria Grande

Presentazione intervento di recupero e valorizzazione del Teatro d’acque della Fontana dell’Ercole presso i Giardini della Venaria Reale

Oggi viene presentato il risultato dell’ambizioso intervento di restauro e valorizzazione funzionale del
capolavoro seicentesco di Amedeo di Castellamonte.
Alle Aziende e agli Enti Soci della Consulta di Torino si sono uniti l’entusiasmo e il sostegno di prestigiosi
Partners: Fondazione Compagnia di San Paolo, Intesa Sanpaolo, Reale Mutua, Consorzio delle Residenze Reali
Sabaude, A.V.T.A. – Amici Reggia Venaria Reale, Iren solidali nell’intento di aumentare e migliorare la fruibilità
del patrimonio culturale del territorio, nel rispetto della memoria e dell’eredità storica che il presente ha il
dovere di preservare per le generazioni a venire.
Si tratta dell’ultimo tassello del Progetto di recupero della Venaria Reale, avviato nel 1998. Proprio
quest’anno ricorrono i 15 anni di apertura della Reggia di Venaria e i 25 anni del riconoscimento Unesco delle
Residenze Reali Sabaude. La rinascita del Teatro d’acque celebra queste ricorrenze.
Il complesso della Fontana dell’Ercole Colosso, realizzato tra il 1669 e il 1672, era il luogo delle feste: una
straordinaria “macchina scenografica barocca” frutto del dialogo tra natura e architetture.
In origine era costituita da scalinate e padiglioni, ninfei e grotte preziosamente decorati, giochi d’acqua e un
grandioso apparato decorativo, dominato dall’Ercole Colosso, protagonista del contesto e collocato al centro
della grande vasca.
Simbolo del giardino tardo‐manierista l’imponente sito era stato pensato dal Castellamonte come una delle
grandi meraviglie della nuova Reggia voluta dal duca Carlo Emanuele II di Savoia.
Ideato e realizzato per il loisir e impostato su un raffinato gioco di rimandi allegorici e allusioni mitologiche,
dava lustro alla dinastia sabauda, di cui incarnava il desiderio di rivaleggiare con le più grandi corti delle
monarchie europee.
Un mutamento del gusto e gravi eventi bellici ne decretarono lo smantellamento già agli inizi del Settecento.
Il patrimonio decorativo e statuario fu disperso su altre residenze reali e nobiliari e il sito demolito e interrato.
Nei primi anni duemila, nell’ambito del Progetto La Venaria Reale, coordinato dalla Soprintendenza e dalla
Regione Piemonte, vennero realizzati importanti lavori di scavo, liberando i ruderi e riportando alla luce quel
che restava dell’antico splendore.
La Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino ha accolto la richiesta di intervenire su
quello che era stato una delle spettacolari architetture della residenza di caccia dei Savoia, per completare
l’opera di recupero della Reggia di Venaria, andando ad operare sull’ultimo tassello ancora abbandonato al
degrado.
Il progetto ideato dall’architetto Gianfranco Gritella ‐ frutto di studi e indagini accurate ‐ ha richiamato
energie e attivato sinergie tra le principali istituzioni pubbliche e private del territorio nazionale.
“L’intervento di restauro – spiega il Progettista e Direttore dei lavori ‐ ha seguito il principio della
‘progettazione della conservazione’ intesa come garanzia del rispetto delle caratteristiche proprie delle
architetture superstiti. Partendo dallo studio e dalla conoscenza dei manufatti, si è voluto ricucire il rapporto
tra intervento e preesistenza. L’Intero progetto si basa sul concetto di ‘intervento leggero’ richiamato a dare
forza all’idea di un restauro sostenibile, attraverso l’uso di due materiali storici – legno e ferro – entrambi
utilizzati con sistemi di montaggio che ne consentono una completa reversibilità.”
Nei Giardini aulici della Reggia è stata ricreata una preziosa narrazione. Sul tema della Memoria si è rievocato
un mito, la Meraviglia, per offrire un nuovo emozionante motivo per visitare la Venaria e ‐ per chi già la
conosce ‐ una stupenda ragione per tornare.
Michele Briamonte, Presidente del Consorzio delle Residenze Sabaude, ha dichiarato: “L’imponente restauro
e la valorizzazione del complesso monumentale della Fontana dell’Ercole nei Giardini della Reggia,
rappresentano l’ultimo fondamentale atto del compimento generale del progetto di recupero della Venaria
Reale, iniziato ne 2007 e definito come il più grande cantiere d’Europa per un bene culturale. E’ un traguardo
importantissimo che segna la nuova rinascita della Reggia ‐ proprio nel 15° anniversario della sua
inaugurazione – adesso arricchita da un’ennesima straordinaria attrazione. Non posso che esserne orgoglioso
e lieto, e congratularmi anche a nome di tutto il Consiglio di Amministrazione e del Direttore generale Guido
Curto, ringraziando le varie istituzioni, i mecenati e in particolar modo la Consulta di Torino per aver reso
possibile ‐ insieme al Consorzio ‐ con eccezionale generosità, perseveranza e sforzi notevoli questo incredibile
risultato”
“E’ motivo di orgoglio e soddisfazione per le Aziende e gli Enti Soci della Consulta l’aver portato a compimento
il grandioso intervento di riqualificazione del Teatro d’acque della Fontana dell’Ercole. Alla base della
decisione di realizzare il progetto c’è stato ‐ come in ogni decisione dell’associazione ‐ lo sguardo verso il
futuro. Il risultato ‐ realizzato in regime di Art Bonus ‐ è frutto e dimostrazione della capacità del tessuto
imprenditoriale di investire e collaborare con le istituzioni per la salvaguardia e lo sviluppo del patrimonio
storico‐artistico” conclude il Presidente della Consulta Giorgio Marsiaj

Foto Paolo Robino

Torino e il Fumetto: un antico sodalizio, dalla tradizione popolare ai contemporanei cosplayers

Si è concluso da poco l’attesissimo evento Torino Comics, ospitato, come ormai d’abitudine, presso il Lingotto Fiere, tra il 10 e il 12 giugno scorsi; dopo due anni di pausa forzata, dovuta alle restrizioni del periodo pandemico, finalmente gli appassionati di ogni età sono riusciti ad aggirarsi nuovamente tra gli stand dedicati a libri, manga, grafic novel, gadget, action figurs e quant’altro, non solo, alcuni visitatori hanno potuto finalmente presentarsi all’evento vestiti di tutto punto, secondo le caratteristiche dei propri personaggi preferiti, come ben si addice ad un bravo cosplayers.
Tuttavia non sono solo gli appuntamenti con la nota Fiera del fumetto a segnare un certo legame tra il capoluogo piemontese e tale peculiare genere letterario.

Apparentemente nascoste e inaspettate, in realtà le attività commerciali interamente dedicate alla “nona arte”, come la definisce il critico francese Claude Beylie, sono assai numerose, esse sono oggi un punto di riferimento inalienabile per gli appassionati della “letteratura disegnata”, pubblico che tra l’altro pare essere in costante aumento.
Non sono nemmeno da dimenticare i numerosi eventi che hanno contribuito a sancire, nel corso del tempo, questo peculiare sodalizio tra la subcultura dell’ “arte sequenziale” e la città Sabauda, mi riferisco ovviamente al Torino Comics, che vanta ormai ventisei edizioni, ma anche ad altre occasioni, quali “Diabolik alla Mole”, mostra-evento a cura di Luca Beatrice, Domenico De Gaetano e Luigi Mascheroni, ospitata al piano accoglienza del Museo Nazionale del Cinema, oppure “Gulp! Goal! Ciak!”, esposizione congiunta tra il Museo Nazionale del Cinema e lo Juventus Museum, a cura di Luca Raffaelli, da un’idea di Gaetano Renda.

Un linguaggio immediato, quello del fumetto, vignette e dialoghi alla portata di tutti: un medium cartaceo che attraverso “nuvolette” e didascalie azzera le differenze culturali dei lettori, un linguaggio “di massa” certo, ma anche assolutamente democratico, che attraverso la semplicità della sapienza trasforma Paperino in Dante, affinché anche i più piccoli possano iniziare ad avvicinarsi al Testo letterario per eccellenza, e, al contempo, un mondo che nella sua apparente semplicità, è anche capace di conquistare il Teatro, come si evince dalla commedia musicale di Sergio Tofano “L’isola dei pappagalli con Bonaventura prigioniero degli antropofagi”, allestita da Antonio Latella per il Teatro Stabile di Torino.
È l’immagine dunque l’assoluta protagonista. I disegni, sempre diversi e sempre unici, realizzati sia con tratti semplici, sia con dovizie di particolari, monocromi o pregni di dettagli cromatici, sono talvolta utilizzati per narrare avventure, altre volte esprimono stati d’animo o riflessioni, talora invece si fanno seriosi o satirici. In quest’ottica si inseriscono perfettamente quelle illustrazioni che potremmo considerare antesignane di una caricatura pungente e intelligente, ossia le raffigurazioni de “Il Codino Rosso” settimanale satirico della prima metà del Novecento, tra le cui pagine si cela l’origine della maschera piemontese Gianduja.

Ma andiamo per ordine.
Pensiamo alla Storia, l’uomo da sempre si avvale dell’uso delle immagini per raccontare. La Storia dell’Arte ci viene in soccorso ancora una volta, fornendoci esempi concreti a cui fare riferimento: in Egitto, a Saqquara, è stata rinvenuta la cappella funeraria dedicata all’architetto Ankhmahor, le pareti della tomba presentano soggetti raffigurati inframezzati da iscrizioni, una sorta di fumetto ante litteram a tutti gli effetti; vi sono poi la narrazione a spirale della Colonna Traiana e quella dell’arazzo di Bayeux, racconto per immagini della conquista normanna dell’Inghilterra; da non dimenticare la tradizione medievale della biblia pauperum o le decorazioni delle vetrate delle cattedrali, in cui talvolta piccole didascalie in latino fuoriuscivano dalle bocche dei santi rappresentati; in pittura invece è bene riportare alla mente le opere di Simone Martini, “Annunciazione tra i santi Ansano e Margherita” e del Beato Angelico, “Annunciazione di Cortona”, entrambe raffigurazioni in cui parole dorate si appoggiano alle labbra dei protagonisti, riportandone i dialoghi.
Ecco dunque come può essere considerato il fumetto, un linguaggio mediante il quale, attraverso l’ausilio di immagini, si può raccontare una vicenda o esplicitare un concetto. Parliamo dunque di “arte sequenziale”, poiché esso rientra a pieno diritto nell’amplia definizione di “arte”, soprattutto quando si prende in considerazione un prodotto peculiare, unico, pregno di insegnamenti, lontano insomma dalla serialità e dalla lavorazione meccanica, tipica dell’industria consumistica.

Uno dei primi esempi di narrazione per immagini risale al 1827, quando Rodolphe Töppfer realizza una sequenza di immagini accompagnate da didascalie, titolate “Histoire de M.Vieux Bois”.
Il primo vero e proprio “fumetto moderno” è Yellow Kid, nato dalla mente di Richard Felton Outcault, pubblicato per la prima volta nel 1895, come supplemento domenicale del New York American.
La novità riscuote un grande successo, soprattutto tra bambini e adolescenti: a partire da questo momento il fumetto diviene un mezzo espressivo assai diffuso, il trascorrere del tempo e l’avvento delle tecnologie contribuiscono a far evolvere il nuovo linguaggio e di pari passo anche il mestiere del fumettista assume diverse caratteristiche: dal disegno a mano libera si passa alla grafica, fino alle moderne possibilità date dall’animazione digitale. Emblematica ed esemplificativa è la vicenda di Walt Disney, che con il suo Topolino in bianco e nero ha costruito un impero ancora oggi indiscusso.

È invece del 1908 il primo fumetto italiano, si tratta di un supplemento del Corriere della Sera, una semplice vicenda autoconclusiva senza troppi agghindi grafici, iniziata e finita nella medesima pubblicazione; l’innovazione però piace fino a trasformarsi in una formula che verrà adottata fino agli anni Settanta, nascono i fumetti del Corrierino, illustrazioni e testi in rima dedicati ai lettori più piccoli, le tematiche trattate sono comunque complesse ed elevate, poiché si ritiene che tali fumetti debbano avere finalità educative, atte a contribuire alla formazione dei giovanissimi. Nascono così personaggi intramontabili come il Signor Bonaventura (1917) segnato da un’ironica malasorte che lo costringeva a vivere simpatiche disavventure, o Kit Carson (1937) ispirato all’affascinante mondo del West.

Sono invece degli anni Sessanta le prime “opere fumettistiche” che oltre ad una particolareggiata narrazione, presentano indiscussa valenza artistica, un esempio per tutti: la serie di racconti di Hugo Pratt e del suo Corto Maltese.
Gli anni Ottanta sono invece segnati dai personaggi di Andrea Pazienza, protagonisti della cultura “controcorrente” del periodo, in massima parte pubblicati sulla rivista Frigidaire.
Il fumetto, nel corso della sua evoluzione, si instaura a tutti gli effetti tra i mezzi di comunicazione di massa, influenza di fatto i lettori e colpisce l’immaginario comune attraverso personaggi, atmosfere e stili che rispecchiano il variegato mondo dei fumettisti.
Impossibile non citare, all’interno di un seppur generale discorso sul fumetto, il lavoro di Roy Lichtenstein, celeberrimo esponente della Pop Art, il quale attraverso la trasposizione pittorica delle vignette fumettistiche mette in relazione la cultura “alta” della pittura e il linguaggio “basso” della massificazione, segnata dagli ideali del consumismo.
Una particolare terminologia contraddistingue il genere: con la parola “fumetto” si fa riferimento alla “nuvoletta” presente all’interno delle vignette, utilizzata per riportare pensieri o dialoghi tra i personaggi, “nuvolette” similari a sbuffi di fumo che assumono tratti differenti a seconda della necessità (riflessioni, pensieri, dialoghi diretti); altre caratteristiche testuali altrettanto importanti per contraddistinguere il genere sono le onomatopee, ed i “cartigli”, ossia le didascalie interne ed esterne alle scene.

La realizzazione di un fumetto non è così veloce o semplice, essa comprende un iter di passaggi concatenati che possono richiedere diverso tempo: scelta del soggetto, stesura della sceneggiatura, a cui seguono studi e documentazioni utili per realizzare lo storyboard; si procede poi con il disegno a matita, l’inchiostrazione, la colorazione ed infine il lettering.
Numerosissimi sono i personaggi nati dall’inchiostro e dalle idee di altrettanto numerosi autori, citarli ad uno ad uno pare un’impresa impossibile, mi limiterò infatti a fare accenno ad alcune situazioni utili al nostro discorso principale, ossia il sodalizio tra Torino e il mondo del fumetto.
Vorrei partire allora accennando ad uno dei simboli di Torino, la maschera Gianduja, una figura assai più complessa di quella che può apparire di primo acchito. Gianduja è infatti insieme rivoluzionario e conservatore, elegante e bonario, una doppia anima che in realtà rispecchia la natura dei Torinesi.
Per comprendere appieno le vicissitudini del personaggio è consigliabile andare a visionare il Museo Gianduja, presso le Serre di Grugliasco; cuore della collezione, la cui figura di riferimento è Alfonso Cipolla, è la “Via Crucis di Gianduja”, un vero capolavoro di satira risorgimentale ad opera del disegnatore Teja. Qui sono anche presenti altri esempi a metà tra satira e fumetto ad opera di celebri qutori quali Guido Gonin, Enrico Gamba, Gec ed Alessandri.
Di natali milanesi, ma naturalizzato italiano è Il Signor Bonaventura, un personaggio immaginario, ideato nel 1917 da Sergio Tofano. Caratterizzavano l’alto personaggio la giacca ed il cappello rossi, larghi pantaloni bianchi e, soprattutto, il fido compagno bassotto. I testi dei fumetti erano tutti composti da distici di ottonari a rima baciata, e iniziavano con le parole: “Qui comincia la sventura/ del Signor Bonaventura…”

Se da una parte il personaggio entra a far parte della cultura di tutti, è proprio un teatro torinese che decide di accoglierlo sul palco.
Nel 2019, dal 28 di maggio fino al 16 giugno, era possibile assistere allo spettacolo “L’isola dei pappagalli con Bonaventura prigioniero degli antropofagi”. Riprendendo il celebre personaggio dei fumetti, Latella struttura un’avventura in rima, sulle note di Nino Rota, e si diverte a realizzare uno spettacolo un po’ “gioco d’infanzia”, un po’ “cabaret dadaista”; gli attori mettono in scena il naufragio dell’eroe dei fumetti di Tofano e del suo inseparabile bassotto e l’incontro tra i due e i “cannibali brutti e pappagalli belli”. La commedia è apprezzata soprattutto per gli effetti linguistici, parole che si ripetono, altre invece puramente inventate, echi e pensieri interrotti, dialoghi che sono vere e proprie filastrocche, tutte basate sulla semplicità delle rime. Al termine della disavventura però il Signor Bonaventura non riceve la solita ricompensa, in questa versione infatti non vi è premio, ma solo un nostalgico ritorno a dove tutto è iniziato, “dove il primo bacio era una rima baciata, e purtroppo da noi tutti dimenticata.”
Fumetto però è anche cinema, è innegabile il rapporto quasi simbiotico tra le due arti. Proprio questo aspetto ha indagato “Gulp! Goal! Ciak!”, la mostra che si è tenuta a Torino, sempre nel 2019, vedendo per la prima volta in collaborazione il Museo Nazionale del Cinema e lo Juventus Museum.
L’esposizione esalta la ricchezza iconografica che lega lo sport, soprattutto il calcio, il cinema e il mondo del fumetto, il tutto attraverso materiali esposti, pagine di giornali, vignette e proiezioni multimediali. La mostra, che parte dall’Aula del Tempio nel cuore della Mole Antonelliana, nasce dall’idea di sottolineare come la storia della passione per il calcio sia stata raccontata spesso nel fumetto, e da come quest’ultimo, da sempre, influisca positivamente sull’immaginario comune delle persone. Gli oggetti visionabili seguono un ordine cronologico, si parte da immagini bianco e nero, fino a giungere alle vignette contemporanee, colorate anche con tecniche digitali. L’esposizione, geniale e peculiare, risulta anche occasione per riflettere sull’evoluzione che il tempo e le nuove tecnologie hanno portato – e imposto- a tutti gli ambiti qui presi in esame.

Non si cambia location per “Diabolik alla Mole”, mostra dedicata al “Re del terrore” delle sorelle Giussani. L’evento ha celebrato con elegante anticipo i sessant’anni dell’antieroe mascherato, e con precisa puntualità l’uscita del film dei Manetti Bros, con Luca Marinelli, Miriam Leone, Valerio Mastandrea e Alessandro Roia. Anche in questa occasione il fumetto si compenetra con il cinema; sono anche presenti alla mostra-evento materiali inediti, risalenti alla versione cinematografica diretta da Mario Bava nel 1968 e di quella -mai realizzata- del 1965 da Seth Holt, con l’attore francese Jean Sorel. Nella sede è possibile visionare fumetti, tavole e disegni originali, nonché rarità provenienti dall’archivio della casa editrice Astorina e da collezionisti privati, il tutto confluisce nella ricreazione di un clima tetro di una metropoli del Nord Italia, a metà tra Torino e Milano, in cui è impossibile non parteggiare per l’affascinante coppia di criminali. Tocco di classe dell’esposizione: la colonna sonora del film, le musiche di Pivio & Aldo De Scalzi, che fanno da sottofondo ai disegni, alle tavole e agli oggetti di scena qui esposti.
Appuntamenti, questi a cui ho accennato,frequenti ma non periodici né assidui, al contrario del Comics, fiera annuale che con rassicurante ricorrenza, rende felici i torinesi appassionati del mondo del fumetto.

L’avventura inizia nel 1994, presso il padiglione 4° di Torino Esposizioni, in Viale Boiardo; l’anno successivo si riconferma l’appuntamento, stesso padiglione, stesso periodo, ma i giorni aumentano, partecipano in quest’occasione nomi altisonanti quali Guido Silvestri, in arte Silver, Giorgio Cavazzano, Ade Capone, Claudio Chiaverotti e Giovan Battista Carpi. Il Torino Comics da quell’anno non conosce sconfitte, non salta un’edizione e ogni ricorrenza è caratterizzata da una tematica principale che fa da fil rouge per le giornate dedicate all’evento. Occasione particolare che incide non poco a far scoprire al grande pubblico un’altra realtà altrettanto peculiare come quella dei cosplayers. Un cosplayer è un appassionato che si traveste per interpretare un personaggio di fantasia. Il termine cosplayer deriva dal termine cosplay, che tradotto significa “recitare con un costume”.

Se i più fanno risalire tale abitudine esclusivamente ad una moda tutta giapponese, è giusto far riferimento alle feste e ai balli in maschera delle corti europee, che per secoli sono stati occasione di intrattenimento per nobili e aristocratici. Altri “fan-costuming” importanti sono da ricercarsi nelle Science Fiction Conventions statunitensi tipiche del Novecento, antichi ritrovi che oggi portano semplicemente il nome di “conventions”. Un momento di svolta si ha però nel 1984, quando durante il World Con di Los Angeles, il reporter giapponese Nobuyuki Takahashi utilizza per la prima volta il termine “cosplay”. Da qui in avanti il fenomeno si diffonde a macchia d’olio, complici i mezzi di comunicazione, l’immaginario manga, quello dei fumetti europei e americani e i videogiochi.
Non si tratta solo di cucire un vestito e procurarsi accessori e parrucche, concetto essenziale del “cosplay” è “diventare il personaggio, assumendone tutte le caratteristiche ed i modi di fare”. Il cosplay è quindi un’esperienza complessa, una passione a cui è necessario dedicare tempo, passione e dedizione: da una parte infatti il costume va creato con le proprie mani – è quindi opportuno saper cucire e avere in generale una buona manualità – e dall’altra è necessario sforzarsi in una sorta di recitazione, per immedesimarsi nel personaggio amato.

Inutile dire che esistono numerose community sul web, dove è possibile fare amicizia con persone già esperte in materia e con cui condividere l’interesse per questo hobby così particolare.
Tutto un mondo da scoprire quindi, quello del fumetto. Una realtà dai labili confini e dalla storia antica e complessa, come ben si addice a qualsiasi forma d’arte.
Anche sotto questo aspetto la nostra Torino si dimostra attenta e presente, una vera città contemporanea che offre ai suoi cittadini la possibilità di mantenersi curiosi e di scoprire cose nuove.
Un’ultima domanda cari lettori: in quale personaggio vi piacerebbe travestirvi?

Alessia Cagnotto

A Parigi durante la Belle Époque: il nuovo podcast di Brachetti

SU AUDIBLE ARRIVA “ET VOILÀ! LA BELLE ÉPOQUE”

 

IL NUOVO PODCAST DI ARTURO BRACHETTI PRODOTTO DA STORIELIBERE.FM IN ESCLUSIVA PER AUDIBLE

 

La rivoluzione dello spettacolo e del modo di concepire il varietà e l’intrattenimento

raccontata dalla leggenda del trasformismo

 

 

Disponibile ora  esclusiva su Audible.it

 

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Un viaggio alla scoperta di un’epoca leggendaria di grandi trasformazioni, e del suo epicentro, Parigi, per raccontarci come quegli anni abbiano contribuito in maniera decisiva a delineare il mondo in cui viviamo oggi 

 

Il podcast dà voce agli oggetti, ai luoghi simbolo e ai protagonisti che hanno cambiato la storia dello spettacolo d’intrattenimento, il varietà, una forma d’arte che rappresenta un capitolo importante della nostra storia individuale e collettiva

 

14 puntate da circa 50 minuti ciascuna in cui Arturo Brachetti, maestro indiscusso dell’arte del trasformismo e showteller, ci conduce alla scoperta di una dimensione mitica della storia, Parigi durante la Belle Époque

Torna la processione della Consolata

La sera di lunedì 20 giugno, dopo due anni di assenza a causa della pandemia, torna la processione della Consolata, il santuario da secoli più caro ai torinesi, ben più del Duomo, la vera chiesa della città nonché uno dei luoghi di culto più antichi di Torino. Nel giorno della festa della patrona della città e della diocesi, lunedì 20, alle ore 11 il nuovo arcivescovo di Torino mons. Roberto Repole presiederà la concelebrazione che sarà seguita alle 12,30 dalla Messa celebrata dal rettore della Consolata mons. Giacomo Maria Martinacci e alle 18.00 dalla funzione celebrata da mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo emerito. Alle 20,30 sarà la volta della processione guidata per la prima volta dal nuovo arcivescovo Roberto Repole e sarà seguita, come sempre accade, da decine di migliaia di fedeli. Da 150 anni il santuario della Consolata è curato dal clero diocesano subentrato alle comunità di religiosi che dal X secolo si sono susseguite, dai Benedettini ai Cistercensi, dagli Oblati di Maria Vergine ai Francescani Minori.
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La nuova collezione Bistolfi

DAL PIEMONTE / Casale Monferrato 

Nel lontano 1984 un’esposizione di gessi di Leonardo Bistolfi (nato a Casale Monferrato nel 1859 e deceduto a La Loggia nel 1933) , fortemente voluta dall’allora assessore alla cultura Guido Cattaneo anticipò alcuni grandi eventi culturali che interessarono Casale Monferrato negli anni successivi: la nascita della Gipsoteca che porta il suo nome, l’apertura del Museo Civico nel complesso di Langosco – Santa Croce nel 1995 e della Pinacoteca. Sabato, a quasi 38 anni di distanza, nel Salone Vitoli (un tempo sede della Corte d’Appello) si è tenuta la presentazione ufficiale della niova Collezione Bistolfi, donata al Comune di Casale Monferrato nel gennaio 2021 da Vanda Martelli, torinese, in memoria del marito Andrea Bistolfi, nipote di Leonardo, scultore e uno dei maggiori protagonisti della vita artistica e culturale, non solo piemontese ma italiana, a cavallo tra l’Ottocento ed il Novecento, insieme ad Angelo Morbelli e Giuseppe Pellizza da Volpedo. Il contenuto della donazione è stato trasportato a Casale Monferrato grazie al contributo della Fondazione Cassa di risparmio di Alessandria e della Fondazione Crt, sottoposto ad una serie di interventi conservativi, inserito all’interno di arredi museali appositamente acquistati e collocata nella Sala delle Lunette. Questa è diventata così un deposito visitabile ed aperta al pubblico, che sarà comunque sempre accompagnato. Complessivamente si tratta di una scultura in marmo, 20 in terra cotta e terra cruda, 263 in gesso, 9 in metallo, 21 plastiline, 52 dipinti, 22 medaglie in gesso e 38 in metallo, circa 600 disegni e grafica che costituiscono il vero piatto forte, 35 taccuini e poi ancora stoffe, onorificenze, mobili (la scrivania su cui scriveva di notte), articoli personali come il suo cavalletto, senza dimenticare un ingente dotazione archivistica, comprese dediche che gli di personaggi della levatura di Marinetti, D’Annunzio, Sibilla Aleramo. “Questo per noi è un punto di partenza, non un punto di arrivo” ha detto il sindaco di Casale Monferrato, Federico Riboldi, presente insieme al vice Emanuele Capra ed all’assessore alla cultura Gigliola Fracchia. L’obiettivo dell’amministrazione casalese è quello di portare le opere bistolfiane all’interno di quello che era il vecchio carcere di via Leardi, recentemente acquisito in proprietà dal Comune. La personalità artistica di Leonardo Bistolfi è stata poi approfondita da Aurora Scotti che ha delineato l’influenza che ebbero sulla sua formazione lo studio milanese a Brera, piuttosto che all’Accademia Albertina a Torino, l’esperienza della scapigliatura i collegamenti con il positivismo torinese. “Bistolfi era una mente fertile – ha detto – capace di dialogare con tutte le esperienze, autore di opere che sono un unicum nella produzione artistica italiana”. Sandra Berresford, curatrice dell’Archivio Bistolfi, era stata una delle autrici del catalogo sulla mostra del 1984. Oggi a tanti anni di distanza ha tenuto una relazione di approfondimento sulla sua figura, alternando alcuni aspetti legati all’arte ma soprattutto quelli maggiormente inediti dedicati all’Uomo, al figlio di un umile falegname diventato amico ed intimo della maggior parte del mondo culturale del suo tempo, conosciuto a livello internazionale, ad un amore per l’arte coltivato sin da giovanissimo (come dimostrano i disegni che faceva già a 13 anni), al genio instancabile che non staccava mai, all’artista che soffre e che lotta nella vita, per il quale l’arte  una missione.

A cooordinare i lavori è stata, conservatore del Museo civico di Casale Monferrato, mentre Gabriele De Giovanni ha illustrato il lavoro di mappatura digitale delle opere digitali dello scultore nel mondo. In tutto sono stati censiti 262 luoghi e 355 opere di cui 21 a Casale Monferrato, escluse quelle della Gipsoteca Bistolfi, 304 in Italia e 30 nel mondo, tra Europa, Giappone e Americhe.

Nei fine settimana successivi a quello dell’inaugurazione il Museo proporrà il sabato e la domenica quattro momenti giornalieri di visita alla collezione con i seguenti orari fissi: alle 11,00, alle 12,00, alle 16,00 e alle 17,00. La prenotazione, anche in questo caso, non sarà richiesta.

Durante i mesi di giugno e luglio, inoltre, il conservatore del Museo, Alessandra Montanera, terrà quattro momenti di approfondimento sulla Collezione. Le date in calendario sono: 23 e 30 giugno, 7 e 14 luglio. L’appuntamento per queste speciali occasioni è fissato alle ore 17,00 e non è necessaria la prenotazione.

Massimo Iaretti

Escoffier e Cavallito: il rapporto tra il “re dei cuochi” e il suo discepolo italiano

L’AMICIZIA E IL CARTEGGIO TRA AUGUSTE ESCOFFIER E IL SUO PRIMO DISCEPOLO E COLLABORATORE ITALIANO, IL PIEMONTESE SILVESTRO CAVALLITO, AL CENTRO DI UN CONVEGNO INTERNAZIONALE

 

“L’ORO DI SILVESTRO CAVALLITO”, 21 GIUGNO 2022 ALL’AGRITURISMO

OSTERIA DELLA POMPA A COCCONATO (ASTI)

 

 

“Carlton Hotel, Pall Mall, London. 14 mai 1918. Mon cher Silvestro, bien que mon temps soit très limité je ne veux pas vous faire attendre la recette…” Inizia così una delle lettere indirizzate dal grande chef francese Auguste Escoffier al suo primo discepolo italiano, un piemontese, più precisamente originario di Cocconato d’Asti: Silvestro Cavallito.

Questo epistolario, oltre a un prezioso quaderno di cucina del Carlton Hotel  databile a cavallo tra ‘800 e ’900 contenente molte ricette inedite e varianti, menù per importanti eventi dell’epoca, alcuni di Escoffier e molti altri di grandi chef della brigata di cucina al lavoro sotto la sua guida – danno conto del rapporto di collaborazione e amicizia che si era instaurato tra Escoffier e Cavallito e saranno al centro del convegno “L’oro di Silvestro Cavallito – Collaboratore e primo discepolo italiano dello chef Auguste Escoffier” che si svolgerà a Cocconato il prossimo 21 giugno, a partire dalle 18, organizzato dall’associazione Antares.

L’evento si svolgerà all’Agriturismo Osteria della Pompa (Strada Maroero 47 Cocconato, Asti), che Cavallito iniziò a costruire negli anni Venti e inaugurò nel 1924, dopo aver trascorso molti anni in Inghilterra, dove aveva avviato la sua carriera di chef e aveva incontrato Escoffier. A quel tempo ormai, Cavallito era rientrato definitivamente in patria, ma la sua grande esperienza di cucina fatta al di là della Manica si rivela anche nei dettagli della progettazione di questo locale, il cui nome originale era “Bottiglieria della Pompa”, da una complessa opera ingegneristica in facciata che consentiva di spingere l’acqua fino al terzo piano e da lì, per caduta, ai servizi di quelli sottostanti. Oggi il locale è di proprietà di Adriano Cavallito, lontano parente di Silvestro: proprio ad Adriano fu consegnato, quando acquistò l’edificio, il carteggio tra il “cuoco dei re e re dei cuochi” e il suo avo, ristoratore di Cocconato.

All’incontro prenderanno parte il presidente europeo “Discepoli di Escoffier” Jean Alain FavreAldo Rodino, storico e consigliere dell’associazione I Discepoli di Escoffier, sezione Piemonte e Valle d’Aosta, i delegati dell’Accademia della Cucina Italiana Massimo Malfa e Alberto GoriaDonatella Clinanti, responsabile del Centro Studi dell’Accademia della Cucina Italiana. In apertura il saluto istituzionale del sindaco di Cocconato, Umberto Fasoglio e dell’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa.

Il convegno sarà moderato da Mario Averone.

Seguirà una cena a cura dell’Associazione “Discepoli di Escoffier”. Ecco il menù: aperitivo d’onore, crostino con fette di pane di Cocconato e robiola del Caseificio Balzi, prosciutto crudo del Salumificio Ferrero su grissino stirato a mano; servizio di cucina e credenza: ostriche Belon servite con germogli primaverili, paté di fagiano in crosta con gemme al passito di Moscato Stella Lucente, quiche lorraine, crespella ai porri di Cervere su vellutata di pomodoro, quaglia alla moda del Delfinato, pesca Melba, friandise di Fabrizio Galla e in chiusura Vermouth Classico Casa Martelletti.

Il servizio cantina sarà cura del Consorzio Cocconato – Riviera del Monferrato:

Chiaretto Monferrato Doc 2020 Vin Gris, Az. Agricola San Bartolomeo

Sauvignon Piemonte Doc 2021 Maciot, Azienda Biologica Demeter

Grignolino Asti Doc 2020 Poggio Ridente, Azienda Biologica

Monferrato Rosso Doc 2018 Rosa Bianca, Az. Agricola Marovè

Barbera Asti Sup. Docg 2018, Az. Agricola Nicola Federico

Malvasia di Castelnuovo Don Bosco Doc 2021, Az. Vinicola Dezzani