SPETTACOLI- Pagina 7

Il Coro Femminile dell’Accademia Tempia per la Giornata contro la Violenza

Lunedi 24 novembre, alle 21, al teatro Vittoria, il Coro Femminile dell’Accademia Stefano Tempia propone un programma per la Giornata Internazionale per l’eliminazione della Violenza contro le Donne

Lunedì 24 novembre, al teatro Vittoria di Torino, verrà proposto un programma che attraversa stili e secoli con il Coro Femminile dell’Accademia Stefano Tempia in occasione della Giornata contro la Violenza sulle Donne, intitolato “Da Brahms agli ABBA”. Il Coro femminile dell’Accademia sarà guidato dal Maestro Luigi Cocilio, con il contributo pianistico di Chiara Romanelli e la partecipazione del Coro di Voci Bianche della Scuola Internazionale A. Spinelli, che affronterà un programma che attraversa stili e secoli, dalle raffinate armonie romantiche di Joahnnes Brahms ai linguaggi contemporanei di Pau Casals, Bob Chilcott, Eric Whitacre, Ola Gjeilo e Karl Jenkins, fino alle trascrizioni di celebri brani pop tratti dai repertori dei Coldplay e degli ABBA, con un momento speciale dedicato alla compositrice Mel Bonis, voce femminile troppo a lungo dimenticata. In un mondo musicale dominato dagli uomini, Mel Bonis fu costretta a celare la sua identità dietro un nome ambiguo per essere presa sul serio. Nata Mélanie Bonis, scelse di firmarsi Mel Bonis per mascherare il suo genere, data la difficoltà per le donne ad essere accettate, a quel tempo, nei salotti giusti.

Info: lunedì 24 novembre, alle ore 21 – teatro Vittoria, via Antonio Gramsci 4, Torino

“Melodie Intrecciate, da Brahms agli ABBA”

Biglietti: https://www.ticket.it/musica/evento/melodie-intrecciate.aspx

www.stefanotempia.it

Gian Giacomo Della Porta

Torino Film Festival: via alla 43esima edizione, la seconda diretta da Giulio Base

Atteso ritorno nel grande cinema, all’ombra della Mole, con la serata inaugurale venerdì 21 novembre, della 43esima edizione del Torino Film Festival 2025, che vanta un passato glorioso, dal lontano 1982, quando nacque come festival internazionale “Cinema Giovani”. La cerimonia inaugurale si svolgerà alle 18.45 al teatro Regio, e a condurre la serata saranno il direttore Giulio Base e l’attrice Laura Chiatti. In quell’occasione verranno assegnati otto dei dodici premi “Stella della Mole”, tra cui quelli ad Antonio Banderas, Spike Lee e Stefania Sandrelli. Il programma del TFF, ancora una volta sarà diviso in sei sezioni, per un totale di 120 film. Tre sono le sezioni competitive: il concorso principale, il concorso documentario e il concorso cortometraggi. Tre, invece, le sezioni non competitive: lo zibaldone, il fuori concorso e la retrospettiva dedicata a Paul Newman. Torino sarà anche scenario di due film: il primo intitolato “Juventus. Il decennio d’oro”, di Angelo Bozzolini, che ripercorre gli anni bianconeri tra il 1975 e il 1985, il secondo, facente parte della sezione documentari, con il titolo “Nel blu dipinto di rosso”, di Stefano Di Polito, che narra la storia del collettivo torinese Cantacronache. A Torino arriveranno molti ospiti eccellenti, tra i quali Antonio Banderas, Juliette Binoche, Jaqueline Bisset, Daniel Bruhl, Sergio Castellitto, Terra Gillian, Spike Lee, Claude Lelouche, Vincent Lindon, Vanessa Redgrave, Stefania Sandrelli e Aleksander Sokurov. Diversi i luoghi delle prooiezioni: il Teatro Regio, per l’inaugurazione, il cinema Massimo e il cinema Romano.

Per il Torino Film Festival è possibile acquistare i biglietti online o in biglietteria fisica presso le sedi principali.

Biglietti: intero: 7,50 euro – ridotto: 5,50 euro – biglietti carnet a tariffa intera possono essere acquistati sul sito www.torinofilmfest.org – la vendita online sarà consentita fino a 30 minuti prima di ogni proiezione, con acquisto massimo di 10 biglietti. Biglietterie fisiche nei cinema Massimo e Romano.

I riconoscimenti delle sezioni competitive saranno assegnati nella serata di chiusura di sabato 29 novembre al cinema Massimo.

Mara Martellotta

Il premio Prolo a Iciar Bollaín

Il Premio Prolo 2025 sarà assegnato il 10 dicembre a Torino a Iciar Bollaín presso il Cinema Massimo. In quell’occasione verrà consegnato il riconoscimento alla regista spagnola e verrà proiettato il film dal titolo “Il mio nome è Nevenka”, e sarà presentato l’ultimo numero di Mondo Niovo, il 110 della rivista, con un’intervista inedita alla regista. Il legame tra cinema e diritti umani a ispirare il lavoro dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema. Quest’anno, come sempre nella Giornata Internazionale dei Diritti Umani, la sala 2 del Cinema Massimo ospiterà mercoledì 10 dicembre la consegna del Premio Maria Adriana Prolo, alle 20.30. Giunto alla 24esima edizione, il riconoscimento riceve il patrocinio di Amnesty International Italia. Tra le voci più sensibili del cinema europeo, attenta ai temi sociali e ai personaggi femminili, Iciar Bollaín ha debuttato giovanissima, nel 1983, come protagonista del film “El Sur” di Victor Erice. Fra le sue interpretazioni si ricorda anche quella in “Terra e libertà” di Ken Loach, nel 1995. Ha esordito alla regia nel 1996 con”Hola¿Hestas Sola?”, mentre il successo internazionale è arrivato nel 1999, con “Flores de otro mundo”, vincitore alla Semaine de la Critique di Cannes, e con “Te doy mis ojos” del 2003, vincitore di 7 premi Goya. La regista ha poi vinto il premio Panorama e ha ottenuto 13 candidature ai Goya con “También la lluvia”, nel 2010. Sono eseguiti “El olivo”, nel 2016, e “Juli”, del 2018, biopic sul ballerino cubano Carlos Acosta. Con “Maixabelle” si è aggiudicata tre premi Goya. In sala, oltre alla regista, saranno presenti Silvia Luciani, direttrice di Mondo Niovo, Giovanna Maina, docente dell’Università degli Studi di Torino e Valentina Noia, Vicepresidente dell’AMNC. Il premio Mara Adriana Prolo è sostenuto da Regione Piemonte, Fondazione CRTe Nova Coop. Seguirà poi la proiezione in anteprima regionale de “Il mio nome è Nevenka”, girato in Spagna e in Italia nel 2024, in lingua spagnola con sottotitoli in italiano.

“Il 2025 è stato ricco e intenso per l’Associazione – dichiarano Valentina Noia e Vittorio Sclaverani, Presidente AMNC – un anno in cui è stato possibile far crescere la progettualità. I nostri obiettivi principali sono di continuare a organizzare momento culturali e formativi gratuiti, stimolare pubblici capaci di condividere idee ed esperienze e lavorare informa diffusa con il territorio e lavorare in forma diffusa sul territorio, in sinergia con i principali enti culturali, a partire dal Museo del Cinema e Film Commission Torino Piemonte. Consapevoli dell’importanza del nostro lavoro, in un’epoca sempre più complessa, l’AMNC è orgogliosa di conferire il Premio Prolo a Iciar Bollaín, in occasione della Giornata Mondiale dei Diritti Umani, con il patrocinio di Amnesty International, nell’anno in cui ricorre il 50⁰ anniversario di attività in Italia”.

“Non è un caso se per il secondo anno consecutivo il premio Prolo venga assegnato a una donna di cinema dal talento multiforme – conclude Davide Ferrario – Presidente Onorario dell’AMNC – dopo Ariane Ascaride, il testimone passa in modo naturale a Iciar Bollaín, attrice, regista e sceneggiatrice spagnola che, con i suoi film, trasmette l’idea di un cinema europeo che mette al centro i valori umani e umanistici, gli stessi che il premio Prolo vuole incentivare. Valori la cui promozione, oggi, ha il sapore di un atto di resistenza in un orizzonte culturale e politico sempre più imbarbarito e più forte, e piegato al diritto del più forte”.

In passato, il premio Prolo è stato conferito a registi e registe quali Giuseppe Bertolucci, Marco Bellocchio, Ugo Gregoretti, Giuliano Montaldo, Massimo Scaglione, Daniele Segre, Cosa Gavras, David Grieco; agli attori e attrici quali Piera degli Esposti, Lucia Bosè, Ottavia Piccolo, Roberta Herlitzka e Elio Pandolfi; all’esercente e storico del cinema Lorenzo Ventavoli, al compositore Manuel De Sica, allo sceneggiatore Giorgio Arlorio, al film maker, artista e operaio Pietro Perotti. Dal 2022 il riconoscimento, precedentemente ospitato dal Torino Film Festival, viene ogni anno assegnato il 10 dicembre insieme ad Amnesty International Italia, in occasione della Giornata Mondiale dei Diritti Umani.

Mercoledì 10 dicembre, ore 20.30, Cinema Massimo
Prenotazioni: https://bit.ly/4i2CL50

Mara Martellotta

Un bravo ragazzo

PRIMA ASSOLUTA PER LO SPETTACOLO DI SANTIBRIGANTI TEATRO

In occasione delle celebrazioni della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, lo spettacolo debutta a Torino il 20 e 21 novembre. Il 26 novembre invece, il talk Dallo stalking al femminicidio

 

Saranno due, quest’anno, gli appuntamenti di Santibriganti Teatro sul territorio torinese, per riflettere in occasione delle celebrazioni della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne: Il primo lo spettacolo teatrale Un bravo ragazzo in anteprima assoluta per l’occasione, giovedì 20 e venerdì 21 novembre alle ore 21 al Cinema Teatro Esedra, il secondo il talk Dallo stalking al femminicidio, mercoledì 26 novembre alle 17:30 al Centro di documentazione e Biblioteca Pedagogica.

 

Entrambi gli eventi si inseriscono nel cartellone del bando T3D, Di Donne, Di Cultura, Di Quartieri, la rassegna diffusa vincitrice del Bando Circoscrizioni, che spettacolo… dal Vivo! 2025, che esplora la complessità e la profondità dell’esperienza femminile, reinterpretata nel suo intreccio altrettanto complesso con il territorio, gli spazi abitati del quotidiano della Circoscrizione 3 di Torino.

 

Un bravo ragazzo – spettacolo teatrale 

Un bravo ragazzo è la storia di una madre, una madre che parla a un figlio e di un figlio che ha fatto ciò che non si dovrebbe fare. Ma l’ha fatto. E non si può tornare indietro. Non si può fermare la mano. Ma se l’ha fatto un motivo, qualche di motivo, ci sarà: ci deve essere. Lei ne è sicura.

Lei lo sa. Lei si conosce, è una donna, e sa di cosa possono essere capaci le donne.

Deve cacciare gli incubi che la assalgono la notte. Lei non è d’accordo con quegli incubi.

Non stanno così le cose. Non sono andate così. Ripete lei. Lui non è cattivo. Lui non è malato.

Lui non è un mostro.

 

Un bravo ragazzo si inserisce nella trilogia prodotta da Santibriganti Teatro Indagare il male nata da alcune riflessioni sulle devianze protocriminali e loro sviluppi, sorgenti spesso in età adolescenziale. L’intento è appunto indagare la nascita e lo sviluppo del male, che è soprattutto maschio, perché è spropositato il divario: per una donna che si macchia, ci sono cento uomini che delinquono, feriscono, violentano, uccidono, disprezzano; considerando i fatti, più o meno gravi di cui si viene a conoscenza e quelli assai più numerosi che restano sconosciuti. L’obiettivo è sviluppare una riflessione, particolarmente forte, che si incentri su categorie e loro derive tristemente protagoniste della nostra contemporaneità. Della trilogia, oltre a Un Bravo ragazzo fanno parte: O Gesù d’amore acceso che indaga la pedofilia in ambito clericale e Io Odio che indaga attraverso “l’odiatore” il razzismo che c’è in ognuno di noi anche quando è ben nascosto.

 

Un bravo ragazzo

giovedì 20 e venerdì 21 novembre alle ore 21, Cinema Teatro Esedra, Via Pietro Bagetti 30, Torino

 

Drammaturgia Valentina Diana

Con Mariagrazia Cerra

Luci e suoni Nicola Rosboch

Scena Marco Ferrero

Ideazione e regia Maurizio Bàbuin

Con la consulenza delle psicologhe e psicoterapeute Enrica Fusaro, Monica Prastaro, Stefania Gianpaoli

 

Ingresso Eur 10,00
info e prenotazioni: booking.liberipensatori@gmail.com

 

Dallo stalking al femminicio – talk

Mercoledì 26 novembre ore 17:30, Centro di documentazione e Biblioteca Pedagogica, C.so Francia 285, Torino

 

Attraverso questo talk si vuole generare una riflessione sulle responsabilità della famiglia in relazione alla piaga dello stalking e alle sue degenerazioni fino agli estremi del femminicidio, tema fondamentale e forse ancora poco dibattuto e considerato dalla società nella sua totalità.

Il passaggio dallo stalking al femminicidio non è improvviso né imprevedibile. È spesso il culmine di un’escalation di comportamenti che hanno una radice comune: controllo e possessività.

Si tratta di un percorso di violenza che potrebbe essere interrotto molto prima: anche grazie al supporto della famiglia.

Interverranno:

Enrica Fusaro, psicologa psicoterapeuta

Monica Prastaro, psicologa psicoterapeuta

Stefania Gianpaoli, psicologa psicoterapeuta

Valentina Diana, autrice dello spettacolo teatrale “Un bravo ragazzo”

Mariagrazia Cerra, protagonista di Un bravo ragazzo

Maurizio Bàbuin, regista e ideatore della trilogia Indagare il male

 

Ingresso gratuito

info e prenotazioni: booking.liberipensatori@gmail.com

Promenade, singolare femminile

In vista ed in occasione della “Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne 2025” del 25 novembre, al “Cortile delle Arti” di via Vanchiglia, all’interno del civico numero 16, si svolgerà venerdì, sabato e domenica l’iniziativa “Promenade – Singolare femminile” con tutti gli atelier e le gallerie d’arte aperti al pubblico sino a sera. Sempre dal 21 al 23 novembre, alla Galleria “Febo e Dafne” sarà possibile visitare il progetto fotografico di Daniele Robotti e Cinzia Spriano: “Oltre il silenzio – Storie di donne che sono uscite da situazioni di violenza in famiglia”

Igino Macagno

Dracula: l’eternità fa male

Di Renato Verga

Il TPE inaugura la stagione 2025/26 con un titolo che non è soltanto un evento teatrale, ma una vera
immersione emotiva: Dracula, nuova produzione firmata dal regista Andrea De Rosa e dal
drammaturgo Fabrizio Sinisi, liberamente ispirata al romanzo di Bram Stoker. Una libertà, quella di
Sinisi e De Rosa, che non si limita ad aggiornare il mito, ma ne scardina le convenzioni, liberandolo
dalle incrostazioni gotiche più ovvie per trasformarlo in un’indagine sul desiderio d’immortalità e
sulle sue conseguenze. Qui, il vampiro non è più soltanto il conte maledetto: è un dolore
perseverante, una ferita che non si rimargina, un’ombra che ritorna.
Varcare la soglia del Teatro Astra equivale a entrare nel castello del Conte. De Rosa ha infatti
rifunzionalizzato non solo lo spazio scenico, ma l’intero edificio, trasformandolo in una cattedrale
spettrale. Si attraversa un corridoio lungo e angusto, quasi un rito di passaggio, prima di essere
inghiottiti da una sala altissima, buia, vertiginosa. La luce è ridotta all’essenziale, i suoni –
metallici, taglienti – provengono da ogni direzione in un assedio acustico che disorienta. È in questa
perdita totale di coordinate che si manifesta il primo, decisivo effetto della messinscena: uno
spaesamento che non si placa, ma si moltiplica.
Figure in lontananza sembrano proiezioni di Nosferatu; rumori e presagi scendono dall’alto; voci
disincarnate emergono dal buio come fiati di un aldilà irrisolto. Al centro, tre tavoli autoptici
evocano un obitorio senza tempo. Sul tavolo centrale giace il corpo lattiginoso di una giovane
donna, mentre sopra di lei pulsa un enorme cuore sospeso a tubi traslucidi, simili a vene ingrossate.
È in questo scenario rituale e carnale che appare il Dracula di Federica Rosellini, magnetica
interprete capace di fondere ferocia e struggimento, inquietudine e pietà. Il suo non è un mostro
terrificante, ma una creatura prigioniera della propria invincibilità: condannata a un’eternità senza
scampo, alla solitudine radicale di chi ama troppo per potersi dissolvere.
La drammaturgia di Sinisi procede con ritmo poetico: pochi dialoghi, molti monologhi che oscillano
tra canto, confessione e meditazione. Le parole diventano materia liquida che trascina lo spettatore
attraverso immagini e visioni, fino a un punto di lucidità estrema. Dracula diventa così un lungo
monologo interiore, un tentativo di decifrare cosa significhi esistere sul margine della morte, senza
poterla mai raggiungere.
Rosellini restituisce al vampiro la sua dimensione simbolica, trascendendo qualsiasi riferimento di
genere. Il suo Dracula è un’entità ferita, che ha disimparato l’umanità e non riconosce più i confini
morali o affettivi dell’uomo. Vive in una sorta di “luccicanza maledetta”, sempre troppo tardi per
amare, troppo tardi per redimersi, troppo tardi per smettere di desiderare. In questo senso, il tema
dell’immortalità diventa un monito universale: spesso comprendiamo il senso di un amore o di un
gesto quando ormai “l’orchestra ha già smesso di suonare”. L’eternità, suggerisce lo spettacolo, è
una condanna quando arriva fuori tempo massimo.
Un’altra stratificazione emerge con chiarezza: l’immortalità come risposta violenta alla paura della
morte. Il Male, nelle sue forme storiche e quotidiane, appare come figlio di questa fame di
permanenza. Il mostro è uno specchio: non fa male perché è orrendo, ma perché è terribile. La
bruttezza non uccide; la terribilità sì.
Nella parte finale, l’incontro tra Dracula e Mina – da lui creduta reincarnazione dell’amata perduta –
porta la regia verso un registro più diretto, quasi cinematografico. Le luci si aprono, il ritmo
accelera, il sangue invade la scena: ciò che prima era solo evocato diventa materia viva. È un
cambio di tono brusco, ma necessario: all’incantamento iniziale segue il risveglio.
Il Teatro Astra, privato delle sedute e rimodellato, diventa esso stesso organismo pulsante,
contenitore di un’esperienza che è immersione totale. Nel tema stagionale “Mostri”, questo Dracula
non solo si inserisce perfettamente, ma ne diventa manifesto.
Accanto alla straordinaria Rosellini e alla intensa Chiara Ferrara, convincono Michelangelo Dalisi,
Marco Divsic e Michele Eburnea. Di rara qualità il lavoro sonoro di G.U.P. Alcaro – un paesaggio
che pare respirare – e le luci di Pasquale Mari, che scolpisce il buio come fosse marmo.
De Rosa sintetizza il progetto nelle sue note: Dracula è la storia di un uomo che non riesce a
morire. Ma è anche la storia di un pubblico che accetta di guardare dentro questa impossibilità.
Evocando l’espressionismo e il barocco cinematografico, lo spettacolo attraversa mito e carne,
visione e realtà. Ne nasce un Dracula che inquieta, seduce e non consola: un viaggio nel buio che
resta addosso molto dopo essere usciti dal teatro.

Da vedere assolutamente: al Teatro Astra fino al 30 novembre.

Al teatro dell’Orsa di Cuorgnè lo spettacolo “Fuochi”

In occasione della giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne, il teatro dell’Orsa di Cuorgnè, nel Torinese, presenterà lo spettacolo “Fuochi”, che fa parte della rassegna Le Radici del Coraggio, a cura dell’ASL TO 4. Il giorno precedente le artiste del gruppo guideranno l’incontro di formazione Parole d’altro genere. Mappe sulla pari dignità.

“Ma non sono una voce solitaria,  io sono tante voci. Sono quei 66 milioni di ragazze che non possono andare a scuola”. Così  Monica Morini cita l’attività pakistana  Malala Yousafzai, Premio Nobel  per la Pace nel 2014 all’età di diciassette anni, per introdurre “Fuochi. Ribelle, coraggiose libere”, spettacolo del teatro dell’Orsa, di cui è interprete e autrice, che sabato 22 novembre, alle ore 21, sarà in scena al teatro Tullio Pinelli di Cuorgnè, a pochi km da Torino, nell’ambito della quarta edizione della rassegna “Le radici del coraggio”, a cura della ASL TO 4, realizzata in concomitanza con la Giornata Internazionale per l’eliminazione della Violenza contro le donne.

Venerdì 21 novembre, alle ore 14, Monica Morini e Anna Maria Gozzi, del teatro dell’Orsa, inaugureranno la rassegna con “Parole d’altro genere”, mappe sulla pari dignità, incontro di formazione dedicato principalmente agli studenti e alle studentesse del corso di laurea in Infermieristica, che avrà luogo al Polo Formativo Officina H di Ivrea.

“Antigone è l’antenata che per prima ha la forza di disobbedire in nome della giustizia- ha dichiarato Monica Morini – a proposito dello spettacolo ‘Dal mito alla vita’. Su uno stesso filo camminano Rosa Parks e la sua disobbedienza, che cambia la legge sugli autobus dell’Alabama, poi Malara Yousafzai, Nobel per la Pace, con una fede tenace nel credere a una scuola come diritto per tutte e tutti, o Samia Yusuf Omar, campionessa olimpica che inseguendo il sogno del diritto allo sport lascia la Somalia in guerra, e compie un viaggio per correre alle Olimpiadi di Londra, e ancora Alfonsina Morini Strada, unica donna al Giro d’Italia, è Nellie Bly, prima giornalista a inventare la scrittura d’inchiesta, donne libere che hanno aperto nuove strade per tutti e mandato in frantumi pregiudizi lunghi di secoli. Fuochi di luce che riscaldano e incoraggiano”.

“Fuochi. Ribelli, coraggiose, libere” di e con Monica Morini – al pianoforte Gaetano Nenna – ideazione e realizzazione grafica e visiva di Michele Ferri – collaborazione di Anna Maria Gozzi – regia e luci di Bernardino Bonzani.

Teatro Tullio Pinelli – via Giuseppe Garibaldi 9, Cuorgnè

Ingresso gratuito – prenotazione obbligatoria a biblioteca@comune.cuorgne.to.it

0124 655254

Mara Martellotta

Uno strabiliante Dracula apre la stagione del Teatro Astra

Sino al 30 novembre, al Teatro Astra di Via Rosolino Pio 6, le repliche di Dracula con la regia di Andrea De Rosa

Il Teatro Astra si trasforma in un organismo vivo per ospitare Dracula, nuova produzione del TPE tratta liberamente dal romanzo di Bram Stoker, con testo di Fabrizio Sinisi e regia di Andrea De Rosa. Lo spazio teatrale viene ampliato e ripensato a tal punto da inglobare ogni angolo dell’imponente edificio di Borgo Campidoglio: gli attori percorrono l’intera sala, affiorano dai finestroni, scompaiono e ricompaiono da quinte che non sono più quinte, mentre il pubblico osserva l’azione davanti, dentro e persino sotto la scena. Lo spazio architettonico ospita la storia, ma è parte integrante della stessa, come un ventre che contiene vita, morte, amore e mostruosità. Ed è proprio il tema del mostro quello che si affronta in Dracula. Una scelta registica che, nelle parole di un magistrale De Rosa, nasce dall’idea che “il mostro è l’essere che a qualsiasi prezzo rifiuta la morte; mostruoso è il desiderio di prolungare la vita oltre ogni limite” e che Dracula rappresenti la forma moderna di questo impulso, “la storia di un uomo che non riesce a morire, e di un pubblico che accetta di guardare negli occhi questo desiderio mostruoso”.

A introdurre gli spettatori nell’incubo è Marco Divsic, un Jonathan Harker timoroso e determinato, che entra in sala trascinando con sé la sua ricerca di Mina. La Mina di Chiara Ferrara è un’apparizione rarefatta, quasi sognata, che solo nel finale si rivela sorprendentemente terrena. Ma è la meravigliosa Federica Rosellini a imporsi con un Dracula prima mostruoso e poi terribilmente umano: una figura androgina, fragile nella sua condanna all’immortalità, che domina lo spazio con corpo e voce anche quando non è fisicamente presente. Accanto a loro, Michelangelo Dalisi e Michele Eburnea offrono prove solide che contribuiscono a tenere in equilibrio una drammaturgia densa e costruita per sottrazione.

Le luci di Pasquale Mari e il suono di G.U.P. Alcaro diventano architettura narrativa, mentre la scenografia, firmata dallo stesso De Rosa con Luca Giovagnoli, trasforma il teatro in un altare livido e asettico dove si consuma un rito antico e moderno. È una macchina scenica imponente, tanto da rischiare talvolta di sovrastare il testo, ma il cast riesce a restituire un intreccio che parla di morte e di sangue solo per arrivare, quasi di nascosto, a parlare della vita.

Il Dracula, a questo punto di De Rosa-Sinisi, può essere messo in scena solo qui al Teatro Astra, perché tra queste mura è stato cucito, come una fodera al suo mantello. Non lasciatevi sfuggire queste piccole magie irripetibili. Con questo cast, questi costumi, queste atmosfere. In realtà lo spettacolo richiederebbe due visioni: la prima con lo stomaco, lasciandosi andare alla potenza istintiva delle immagini; la seconda con la testa, per giocare a cogliere ogni riferimento letterario, artistico e cinematografico disseminato lungo il percorso. Resterà in scena fino al 30 novembre.

Avete abbastanza coraggio per affrontare il mostro?

 

Lori Barozzino

 

“Luna di miele” a Hiroshima Mon Amour

Colombre e Maria Antonietta: dopo 15 anni insieme, il debutto congiunto 

Dopo quindici anni di vita condivisa e due percorsi solisti affermati nella scena indie italiana, Colombre e Maria Antonietta hanno deciso di unire finalmente anche le loro voci artistiche. Il risultato è Luna di miele, un album di dieci brani di pop dolce e alternativo in cui i due cantautori si raccontano a vicenda. Il disco sarà presentato dal vivo giovedì 20 novembre alle 22 all’Hiroshima Mon Amour.

Il progetto nasce da un ritrovamento casuale: alcune bozze di canzoni dimenticate in un hard disk, riemerse dalla cassettiera della loro camera da letto. Erano state scritte esattamente quindici anni fa, nelle prime settimane della loro storia. Un piccolo esercizio di “archeologia sentimentale” che si è trasformato nel nucleo creativo del nuovo lavoro condiviso.

Luna di miele sceglie di raccontare un amore felice senza eludere ombre e contrasti, ma restituendoli attraverso una prospettiva luminosa, fatta di quotidianità, ironia e meraviglia. Un approccio raro nella canzone d’autore, che qui prende forma in dieci brani freschi e luminosi, dove le identità dei due artisti si fondono fino quasi a scomparire una nell’altra.

Nel disco Colombre e Maria Antonietta mettono da parte le rispettive ricerche per abbracciare una nuova direzione condivisa, più giocosa ed esplosiva, attraversando pop, rock, reggae e soul senza perdere la radice cantautorale che li caratterizza. “È stata un’avventura diversa dalle altre – raccontano – una sfida, un modo per liberarsi di se stessi. L’immaginario del disco si muove tra le pieghe morbide di una notte infinita, suggestioni retrò, velluto blu e una felicità sospesa fuori dal tempo“.

Valeria Rombolà

“A.S.P. Armata Spaccamonti”: Colosimo allo Spazio Kairos

Venerdì 21 novembre alle 21

Venerdì 21 novembre alle 21 allo Spazio Kairos, via Mottalciata 7, arriva Angelo Colosimo, con “A.S.P. ARMATA Spaccamattoni”scritto dallo stesso attore bolognese per la regia di Roberto Turchetta. È un ritorno per Colosimo, molto amato dal pubblico torinese, già protagonista in passate edizioni del Torino Fringe Festival e delle precedenti rassegne organizzate dai padroni di casa di Onda Larsen.

Immersi nel tranquillo borgo di San Pietro in Scavatore, un piccolo paesino del meridione, dove il tempo sembra essersi ormai arreso, vivono da sempre i non più giovanissimi fratelli Bruzzano insieme alla loro madre. I due fratelli in un moto di cambiamento e necessità lavorative decidono di trasferirsi il 5 febbraio 2020 a Lodi in cerca di nuove opportunità, portando la madre con loro. Ma il loro viaggio segnerà l’inizio di qualcosa di ben più grande e imprevedibile. Poco dopo il loro arrivo, il mondo viene sconvolto da una pandemia senza precedenti, e tra i vicoli di San Pietro in Scavatore inizia a diffondersi la voce che sarebbero proprio i fratelli Bruzzano la causa di tutti questi disastri. Questa nuova e bizzarra teoria inizia a prendere piede su un gruppo di sprovveduti amici e frequentatori dell’unico Bar del paese, che formandosi in squadra soprannominata “L’Armata degli Spaccamattoni”, decide di agire per il bene di tutti. Disobbedendo a tutti i divieti imposti durante la quarantena, i membri della banda mettono in piedi un piano folle per recuperare i fratelli Bruzzano da Lodi e riportarli nel loro habitat naturale, convinti che questo gesto possa riportare l’ordine nel mondo. Ma il viaggio che li attende sarà pieno di ostacoli e scoperte inaspettate, la loro missione si annoderà con verità ben più complesse e misteriose di quanto avessero mai immaginato. Un racconto di amicizia, superstizione e cronaca, dove il confine tra realtà e folle immaginazione svelerà segreti e paure dell’uomo moderno.

Lo spettacolo fa parte della rassegna organizzata da Onda Larsen, compagnia teatrale torinese che, dal 2008, produce spettacoli, organizza rassegne e “(per)corsi di teatro” per grandi e piccini, con il sostegno di Fondazione Crt sviluppo e risorse ed Eppela. Partner dell’iniziativa sono Arci Torino, Torino Fringe Festival, C.ar.pe e Taffo. Informazioni: 3514607575 (anche whatsapp),  biglietteria@ondalarsen.orgwww.ondalarsen.org.
Ingresso riservato ai soci Arci: se ci si tessera in loco, il biglietto del primo spettacolo è a 6 euro. Spazio Kairos apre un’ora prima degli spettacoli. I biglietti si possono comprare online su www.ticket.it. Intero: 12 euro.
Ridotto (universitari, over 65, TAT, CRAL, carta giovani, abitanti circoscrizione 6, AIACE): 10 euro. Under 18 e persone con disabilità: 8 euro. Ridotto Comitiva (acquisto minimo di 6 biglietti per la stessa serata: 48 euro. Abbonamento “Onda” con 4 spettacoli a scelta: 32 euro.