SPETTACOLI- Pagina 42

“Mamma ho perso… Aureli!”

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QUARTO APPUNTAMENTO DI  PIAZZA PARADISO CABARET’

Domenica 13 ottobre alle 18.30 – ingresso libero

Piazza Upim, Centro commerciale Piazza Paradiso (primo piano)

Domenica 13 ottobre, alle ore 18.30, presso il centro commerciale Piazza Paradiso di Collegno (piazza Bruno Trentin 1) arriva un’artista che ha imparato a stupire con le sue mille voci: Emanuela Aureli, imitatrice talentuosa e molto amata dal pubblico. Per il quarto appuntamento della rassegna gratuita “Piazza Paradiso Cabaret”, porta aCollegno il suo spettacolo “Mamma ho perso … Aureli!”. L’ingresso allo spettacolo, come sempre, è gratuito; l’appuntamento sarà introdotto dal comico torinese Mauro Villata, “maestro di palco” della rassegna.

Mamma ho perso… Aureli! è un one woman show in cui l’artista si diverte a mettere in scena i suoi personaggi con i quali negli anni si è fatta conoscere al grande pubblico. Con brillante ironia, racconta i suoi inizi artistici, la gioia di essere diventata mamma attraverso racconti che entusiasmano il pubblico e lo divertono. Un divertimento sano, cambi di voci, di espressioni mimiche grazie alle quali Emanuela Aureli, riesce velocemente ad impersonare i suoi personaggi più famosi, tenendo il pubblico inchiodato per molto tempo.

Una voce bellissima ed una grande dote: quella di divertirsi e di divertire, facendo sfoggio della propria speciale autoironia. Aneddoti, curiosità e grande allegria sono i compagni di viaggio. L’Aureli sembra non essere mai sola sul palco, si vedranno passare cantanti come Albano, Orietta Berti, Mahmoud, Fiorella Mannoia, Malika Ayane, Pino Daniele, i Ricchi e Poveri, Vasco Rossi, Loredana Bertè, Celine Dion, Il Volo, Noemi, Iva Zanicchi, Patty Pravo, Katia Ricciarelli e tanti altri che sembrano uscire magicamente sulla scena. Ma non finisce qui, si continua con Milly Carlucci, Mara Venier, Sofia Loren, Maria De Filippi, Barbara D’Urso, Antonella Clerici, Cristiano Malgioglio, Il Papa, il Presidente Mattarella e altri ancora. Ecco che “Mamma ho perso… l’Aureli” diventa lo slogan divertente, il filo conduttore che unisce i suoi mille volti, che piano piano prendono il sopravvento e come per magia le rubano l’anima e la sua vera identità.

La rassegna di “Piazza Paradiso Cabaret” proseguirà con gli spettacoli di: Marco Marzocca (venerdì 18 ottobre) ed Andrea Agresti e la sua band (Domenica 27 ottobre).

Il Centro Commerciale Piazza Paradiso nasce da un progetto di riqualificazione urbana di un ex complesso industriale e si compone di tre piani: uno interrato e destinato a parcheggi e due fuoriterra di galleria commerciale, con oltre 30 punti vendita. Al piano terra si trovano l’ipermercato, a insegna Ipercoop, e varie attività commerciali e di servizio quali Marionnaud, Vision Ottica, Kasanova, centro TIM, Max Battaglia Parrucchieri, Stroili Gioielli, (In)Estasy, Centro Wind 3, Yo Yogurt, Lavasecco, Sale e Tabacchi e NewDigital Foto. Il primo piano ospita esercizi commerciali (Pittarosso, Upim, Sottotono, Maison et Cadeaux, Unigross, Libreria Ubik, Jerry abbigliamento, il centro estetico Coralline), una food court (In Primis, Food Paradise, ODS Store, Amo Pokè e Caffè Vergnano), l’Area Playground per i bambini, il CinemaParadiso e il Centro Dentistico DentalPro.

Paolo Rossi inaugura la stagione del Torino Comedy lounge

Il collettivo Torino Comedy Lounge, punto di riferimento in Piemonte e in Italia per la stand-up comedy, inaugura la sua ottava stagione di spettacoli e open mic con un ospite d’eccezione: Paolo Rossi.

 

Il comico, attore, cantautore, regista, conduttore e drammaturgo di Monfalcone sarà sul palco del Cubo Teatro di Off Topic martedì 8 ottobre, alle ore 21, con il suo nuovo monologo, intitolato Pane o libertà (per un futuro immenso repertorio).

 

Lo spettacolo (prodotto da AGIDI) unisce stand-up comedy, commedia dell’arte e commedia greca e, come precisa lo stesso Rossi, trae il titolo “da un libro, ma non vi dico qual è. Lo trovo molto emblematico: si impone la scelta tra mangiare, vivere o avere la libertà. Ma oggi le parole ‘pane’ e ‘libertà’ hanno lo stesso significato di quando quel libro mi capitò tra le mani? Il pane ha lo stesso sapore di quei tempi? E, oggi, una persona è libera di gridare ‘Abbasso la libertà’?”.

 

Dirompente, agile e sfuggente alle definizioni di genere, nonché duttile nell’allestimento scenicoPane o libertà assume le caratteristiche di un evento, più che di una rappresentazione, e si adatta a qualunque luogo voglia ospitarlo, anche il teatro propriamente detto. Il monologo, infatti, mescola la figura del primo Arlecchino, quello che possedeva il biglietto di andata e ritorno per l’aldilà, con quella che fu, poi, una delle sue evoluzioni, come intrattenitore popolare capace di spaziare dalle stalle al cabaret.

 

Che cosa ci si deve aspettare, dunque? Un teatro d’emergenza? Delirio organizzato? Una serata illegale? Teatro di rianimazione? Non ha importanza: in ogni caso, sarà un teatro di domande.

 

“Giocando con l’illusione di mettermi sul palco – o su ciò che useremo come tale, per bisogno o necessità – sia come attore, sia come personaggio e come persona – spiega Paolo Rossi –, rievocherò i miei sogni lucidi, fatti di storie che aiutano a resistere, a scegliere tra il pane e libertà, o a non scegliere proprio. Vorrei fare qualcosa che dia al mio essere chiamato comico una via di fuga verso un teatro sociale, nella poesia del buffo e della magia. Roba minima. Tanto per alzare le difese immunitarie del pubblico presente.”

 

Complemento essenziale dell’evento è, infine, il sottotitolo dello spettacolo, Per un futuro immenso repertorio: una finestra che si aggiunge a quelle dell’improvvisazione, del coinvolgimento del pubblico, di irruzioni improvvise di ospiti a sorpresa, dove verranno riarrangiati o citati pezzi, monologhi, frammenti e momenti delle origini per farli rimbalzare come nuovi nel presente della serata. Recitando con il pubblico, e non al pubblico, inoltre, ai presenti in sala sarà consentito intervenire, chiedere, interrompere e, soprattutto, restare svegli.

 

«Siamo orgogliosi ed emozionati di inaugurare la nuova stagione con Paolo Rossi: un indiscusso maestro della comicità italiana, che ha cambiato profondamente il modo di fare comicità, appunto, nel nostro Paese”, commenta Antonio Piazza, stand-up comedian e fondatore del TCL.

Attore comico italiano nato a Monfalcone nel 1953, Paolo Rossi è un intrattenitore dalla vena poetica e surreale e dalla comicità aggressiva, oltraggiosa e beffarda a dispetto del fisico minuto da folletto, il quale ha affrontato le più spinose questioni politiche e sociali nei suoi monologhi, assoli scatenati e dissacranti, autobiografie anarchiche e sconclusionate. Di successo anche la sua attività di cantante e di attore cinematografico.

Informazioni

 

La serata inaugurale inizierà alle ore 21 presso il Cubo Teatro di Off Topic, in via Giorgio Pallavicino 35.

 

Lo spettacolo sarà introdotto dagli stand-up comedian del Torino Comedy Lounge.

 

Per cenare, contattare il Bistrò di Off Topic al seguente numero: 388 4463855.

 

Ingresso a offerta libera a sostegno delle attività, fino a esaurimento dei posti disponibili. Prenotazione tramite form qui: www.torinocomedylounge.it.

Torino capitale delle donne clown

Torna, sotto la Mole, “Pagliacce – Festival internazionale di donne clown”, alla sua terza edizione e la convinzione che “La risata non ha genere”

Dal 10 al 13 ottobre

Quattro giorni intensi di spettacoli, 13 Compagnie19 artiste (fra cui alcune importanti ospiti internazionali), 3 sedi3 workshop e 47 volontari: eccola in cifre la terza edizione di “Pagliacce – Festival internazionale di donne clown”, in programma a Torino da giovedì 10 a domenica 13 ottobre. Realizzata grazie al sostegno di “Ministero della Cultura”, “Fondazione Crt” e “Regione Piemonte”, l’iniziativa, unica in Italia, vede l’organizzazione del duo comico torinese “Le due e un quarto” in collaborazione con “Pagliacce Network”, la prima rete italiana di donne clown, che oggi  raggruppa ben 113 artiste.

“Dopo tre anni di duro lavoro e con due edizioni alle spalle, quest’anno il ‘Festival Pagliacce’ – afferma Martina Soragna, direttrice artistica insieme a  Silvia Laniado, entrambe clown de ‘Le due e un quarto’ – propone una ‘programmazione deluxe. Ci teniamo infatti a organizzare il Festival non come una semplice carrellata di spettacoli, ma con l’obiettivo di creare un’esperienza immersiva nel mondo del ‘clown al femminile’ per comprendere a pieno il potere della risata come strumento di ‘cambiamento culturale’ verso una società paritaria e inclusiva”. E aggiunge: “Per questo ci saranno, oltre agli spettacoli, anche incontri, momenti di training, laboratori per bambini e momenti di scambio libero di idee con mamme e papà artisti e rigorosamente con il naso rosso indossato.

Claim dell’edizione 2024: “La risata non ha genere”. Come dire: “La risata è un atto liberatorio per tutte e per tutti e uno strumento efficace nel processo di cambiamento culturale”L’arte clownesca – sottolinea da parte sua Serena Vergari, responsabile di produzione – è il nostro paracadute per affrontare le incertezze della vita. Come donne artiste sappiamo che c’è ancora molta strada da fare per una società paritaria, ma questo paracadute ci permette di raggiungere molte persone e bambini superando ogni barriera sociale, economica e culturale: ridere in fondo ci accomuna tutti, quindi ci sembra perfetto per veicolare messaggi importanti come la parità di genere.

Anche quest’anno il “Festival”, come nelle edizioni precedenti, offrirà gratuitamente una babysitter alle clown partecipanti. E’ un servizio che viene organizzato e offerto perché una donna su cinque, in Italia, dopo essere diventata mamma smette di lavorare e/o di formarsi. L’obiettivo è, dunque, sostenere le “artiste professioniste” con figli. All’estero esistono “Festival” simili in Portogallo, Spagna, Francia e America Latina. In Italia, Torino è, in qualche modo, la prima città a porsi la questione.

Quali le location? Tutti gli spettacoli e le attività di giovedì 10venerdì 11 e sabato 12 ottobre si svolgeranno, come consuetudine, allo “Chapiteau Madera” dello “Spazio Bunker”, in via Paganini 0/200 a Torino. Lo spettacolo di Gardi Hutter (sabato 12 alle 19,30 e domenica 13 alle 18) è in programma, invece, allo “Spazio Flic” sempre dello “Spazio Bunker” e luogo già coinvolto nell’edizione 2023. La novità è il coinvolgimento dello Spazio Edisu/ Off Topic di via Giorgio Pallavicino 35 dove, grazie a una nuova collaborazione firmata con “Off Topic”, domenica 13 ottobre pomeriggio andranno in scena gli spettacoli.

Quali le artiste di punta dell’edizione 2024? In primis, certamente, la svizzera Gardi Hutter, che, nel 2024, festeggia 40 anni di carriera con un tour europeo, di cui Torino è tappa fra le più importanti. A seguire, in arrivo dalla Spagna, la “Compagnia Jimena Cavalletti”, un trio al femminile che lavora in tutta Europa e in America Latina. Altri nomi particolarmente attesi quello di Pepa Plana (attrice e clown catalana che presenterà, in prima nazionale a Torino, “Penelope”, remake giocoso e divertente della guerra di Troia), della belga Colette Gomette e di Maite Guevara, nativa dei Paesi Baschi. Altro spettacolo da segnalare “La cosa dei figli” di Giorgia Goldini, tradotto in simultanea in “Lingua LIS”. E, a completare il ricco programma, non mancheranno i talk, gli Workshoop di Creazione, il Cabaret e il “Biblioclown letture per bambini”, biblioteca itinerante che propone letture ed attività per scoprire l’universo del circo contemporaneo e del clown.

Per info e programma completo: https://www.pagliacce.it/festival-pagliacce

g. m.

Nelle foto: Logo Festival, Gardi Hutter, Compagnia Jimena Cavalletti, Mayte Guevara

La Nueva Ola, prime e anteprime dal cinema spagnolo e latinoamericano

Al Baretti, dal 10 al 13 ottobre

Arriva nella sala del teatro Baretti, dal 10 al 13 ottobre prossimo, “La nueva ola 2024”, 17° Festival del cinema spagnolo e latinoamericano diretto da Iris Martin-Peralta e Federico Sartori, nove titoli in cui trovano posto due prime italiane e tre anteprime, inaugurazione con ospite d’eccezione Fele Martinez, già attore di Pedro Almodòvar nella “Mala educaciòn”, che oggi è protagonista della commedia brillante “Bajo terapia” di Gerardo Herrero, vincitore quale miglior produttore dell’Oscar per “Il segreto dei suoi occhi”. Tre coppie in terapia sono convocate in studio dalla psicoanalista per un gioco di buste che contengono istruzioni su cosa debbono fare, sei personaggi interpretati da stelle del più recente cinema ispanico che portano alla luce i mille problemi della loro quotidianità, la cura dei figli concepita in modi diversi, le attività e i doveri domestici, il denaro e la gelosia, il sesso immancabile nella vita di coppia. Il film ha vinto il Premio Platino come Miglior Commedia iberoamericana del 2024.

In un panorama cinematografico aperto pressoché esclusivamente alla figura di Almodòvar – atteso ad inizio dicembre l’ultimo “La porta accanto”, Leone d’oro a Venezia, non soltanto capolavoro di scrittura e di regia ma graziato pure dalla presenza di due attrici come Julianne Moore e Tilda Swinton – e che lascia al cinema sudamericano più ampie strade aperte, sarà interessante avvicinarsi a tematiche e a storie che nell’occasione facciano conoscere nomi nuovi e decisamente poco o nulla frequentati. Paloma Zapata porta “La Singla”, il racconto di Antonia Singla che, nata poverissima nelle baracche della Barceloneta nei primi anni Cinquanta e affetta da sordità, fece sua l’arte del flamenco, esibendosi anche all’Olympia parigino ed entusiasmando artisti come Dalì. Scomparve inspiegabilmente alla fine degli anni Settanta e il film cerca di dare una spiegazione a quel mistero. Ad Almodòvar è dedicato da Catherine Ulmer “Lo sguardo insolente”, titolo appropriato per un autore anticonformista per eccellenza, confrontandosi tra il dramma e la commedia agli aspetti più diversi della vita, con colori e ombre, senza tabù, “in una Spagna che ha finalmente fatto pace con il proprio passato, il nativo della Mancia incarna tutte quelle generazioni che sanno quanto sia importante ricordare e proteggere a tutti i costi questa insolenza artistica.”

Di provenienza latino americana “Yana-Wara”, opera postuma del peruviano Oscar Catacora, portata a termine dallo zio Tito, un thriller impregnato di realismo magico che guarda in maniera unica e importante alle tradizioni millenaria delle comunità andine degli Aymara, tra cultura e spiritualità. “La mesita del comedor” (Il tavolino di vetro), film pluripremiato di Caye Casas, annovera black humour e tragedia domestica, una storia tutta al femminile è “Las hijas”, opera prima firmata da Kattia Zùniga accolta con particolare favore, emozionante ritratto di adolescenti in viaggio dalla Costa Rica a Panama alla ricerca del padre. Ancora un’opera prima, anch’essa pluripremiata e imperdibile, “Upon entry” di Alejandro Rojas e Juan Sebastian Vasquez, avvincente thriller psicologico che si muove tra abuso di potere e insensatezza di certa burocrazia, “Historia para no contar”, nuova brillante commedia firmata da Cesc Gay, un affresco di cinque episodi che tratta relazioni d’amore, amicizia e rivalità professionali. Per terminare con “Te estoy amando localmente” di Alejandro Marìn, ambientato a Siviglia e incentrato sulla nascita del movimento di liberazione omosessuale andaluso, paradossalmente nato all’interno della Chiesa cattolica.

L’evento è ideato, prodotto e organizzato da EXIT media e nell’appuntamento di Torino riceve il sostegno dell’Ufficio culturale dell’Ambasciata di Spagna in Italia, Direzione Generale Cinema e Audiovisivo (Ministero di Cultura), Acciòn Cultural Espanola, Istituto Cervantes di Milano, Ufficio del Turismo spagnolo di Milano, e le ambasciate di Perù, Argentina, Cile, Costa Rica, Ecuador e Messico.

e.rb.

Nelle immagini, scene tratte da “Almodòvar – Lo sguardo insolente”, “Bajo terapia” e “Upon Entry”.

La prossima stagione dell’Erba. Risate e riflessioni per la bella abitudine di andare a teatro

Continua la bella abitudine di andare a teatro. Sull’onda dei tanti sold out della scorsa stagione, lo staff di Torino Spettacoli apre, nella sala dell’Erba di corso Moncalieri, il palcoscenico ad un pubblico numeroso, al suggestivo numero di iniziative, ad un cartellone ricco di titoli che non potranno che interessare e divertire. “Il teatro stabile privato Torino Spettacoli potenzia per la stagione 2024 – 25 la sua fisionomia di collettore, facendosi amplificatore della vivacità culturale della nostra città e regione, così come portando “in giro” (la nostra etichetta specifica è “Around”) le sue produzioni, proseguendo nel cammino virtuoso e appassionante di apertura alle più autentiche sinergie collaborative.” Una stagione che apre e si snoda all’insegna dell’”Attualità” – non stupisca che a questa facciano capo allo stesso tempo Euripide con “Le Troiane” (23 ottobre), che rimane un grido di denuncia contro la guerra mai così doveroso allo specchio del tempo in cui stiamo vivendo, o i “Grandi processi dell’antichità”, che non sono soltanto un omaggio all’arte dello scomparso Piero Nuti ma pure uno sguardo approfondito sullo “spettacolo della giustizia” che si fa immediatamente visione contemporanea, per cui, un esempio per tutti, la ciceroniana ”In Verrem” si tramuta nella trasposizione di oggi nel “Processo per corruzione”; e che trovino spazio la Crisi degli operai di Stellantis (“Turno di notte”, 9 e 10 novembre, scritto e diretto da Gianpiero Francese, sette attori in scena in tuta verde da lavoro, un testo che è la trascrizione delle confessioni dei veri protagonisti, gli operai di Melfi, e un ritratto fatto di umanità e denuncia della classe operaia) e “20 Novembre” di Lars Norén, interprete Gabriele Gallinari per la regia di Beno Mazzone, un monologo che apre domani sera alle 21 la stagione e che è un atto di riflessione su due fatti atroci che hanno sconvolto il mondo giovanile e non soltanto, la strage di Columbine in Colorado nell’aprile del ‘99 e quella di Emstetten nell’ovest della Germania, questa propria il giorno che dà il titolo alla pièce, ovvero il massacro da parte di ragazzi di loro compagni e professori -, della “Partecipazione e Condivisione” e della “Promozione libera e indipendente di fatti culturali”, recita il comunicato stampa.

Molti gli appuntamenti da non perdere. Mercoledì 16 ottobre, ancora dal mondo classico arrivano “Ciò che uno ama” ovvero i versi di Saffo (e altri) commentati “con chiacchiere antiche e moderne” da Paolo Accossato, Irene Mesturino e Elia Tedesco, “La commedia delle 3 dracme” che Gian Mesturino e Girolamo Angione hanno ricavato dal “Trinummus” plautino (dal 17 al 20 ottobre) e “Il soldato fanfarone” (25/28 ottobre), ovvero quel “Miles gloriosus” che rimane una delle più famose commedie dell’autore nato a Sarsina nella metà del terzo secolo avanti Cristo, qui interpretato da un indiavolato, divertentissimo Elia Tedesco. Dopo “Anfitrione” di Molière, il Galà d’Autunno (8 novembre) che nella più ampia sala del Colosseo vedrà ospitate le eccellenze del Liceo Germana Erba, attori-cantanti-danzatori e performer di musical pronti ad animare un’altra serata di sicuro successo, campioni di quel “saranno famosi” che ha negli anni portato in altre compagnie, in Italia e all’estero, nomi e veri talenti chiamati a far crescere una vita teatrale che in questa scuola è nata.

Antonio Grosso e Antonello Pascale, artefici del successo di “Minchia signor tenente” tornano all’Erba ((16/17 novembre) con “Il piccolo principe… in arte Totò”, per far rivivere uno dei maestri della comicità certo riscoperto troppo tardi, nelle sue giuste dimensioni, dalla critica e dal pubblico di casa nostra. Il 19 e il 20 novembre l’atteso primo avvicinarsi di Paolo Accossato al palcoscenico, di un “ragazzo” poco più che cinquantenne, amante della scuola e del sapere, dell’insegnamento e della continua ricerca, che con “L’ultima notte di Dante” – “un testo inedito per esperti e neofiti” nella cornice di Ravenna, tra il 13 e il 14 settembre del 1321 – ci ricorda attraverso gli incontri immersi tra le febbri che lo stanno portando le figure femminili, di vita e poetiche, che hanno attraversato l’esistenza dello scrittore fiorentino. Interprete e regista Stefano Fiorillo, con lui Barbara Cinquatti e Vittoria Chiolero. Ancora a novembre (dal 21 al 24) “Lapponia” di Marc Angelet con Miriam Mesturino e Sergio Muniz, l’imperdonabile errore di una madre nel rivelare al figlio l’inesistenza di Babbo Natale, con mille esilaranti sorprese, ancora il pirandelliano “Giganti della montagna” per la regia di Claudio Boccaccini.

Le feste natalizie vedranno le presenze di “Verso l’ora zero”, il nuovo appassionante giallo di Agatha Christie, la fiaba del “Gelindo”, “Il piccolo principe”, dal romanzo di Saint-Exupery per l’interpretazione e la regia di Andrea Dosio, e l’allegria insuperata di “Forbici Follia” che festeggia con il pubblico i 25 anni di repliche. Con il nuovo anno, “Shakespeare x 2”, i Trelilu con il nuovissimo “Vieni, va’”, il ritorno dell’acclamato “La vita al contrario” interpretato dall’ormai beniamino Giorgio Lupano felicemente sulle orme di Brad Pitt (“Il curioso caso di Benjamin Button”), “Camere con crimini”, triangolo amoroso tra giallo e risate, nell’interpretazione di Carlotta Iossetti, Andrea Beltramo e Elia Tedesco. “Il cappotto di Janis” vede in palcoscenico la coppia Rocìo Munoz Morales e Pietro Longhi, il Teatro di Dionisio porta “Svelarsi”, uno spettacolo tutto al femminile con cui anche il pubblico in sala dovrà misurarsi. “La locandiera”, con Miriam Mesturino affiancata da Luciano Caratto e Alessandro Marrapodi, vedrà il proprio felice ritorno dal 3 al 6 aprile, mentre Marco&Mauro chiuderanno con “Non si vede un Kansas”, con risate assicurate.

Elio Rabbione

Nelle immagini: scene da “20 novembre”, “La commedia delle 3 dracme”, “La vita al contrario” e “La locandiera”.

Rock Jazz e dintorni a Torino. Umberto Tozzi e Les Negresses Vertes

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Martedì. Al Peocio di Trofarello suona il chitarrista Greg Howe.

Mercoledì. All’Osteria Rabezzana si esibiscono i Son Machito. Al Jazz Club “ The Chicago Blues Jam”.

Giovedì. Alla Divina Commedia suona il trio di Max Gallo con Andrea Scagliarini. Al Cafè Neruda è di scena Alberto Marsico &Organ Logistics. Al Circolo della Musica di Rivoli, reading di Eugenio Finardi. All’Hiroshima Mon Amour si esibisce il duo Zero Assoluto. Al Magazzino sul Po è di scena Filippo Dallinferno .

Venerdì. Allo Ziggy suonano i Rublood. Allo Spazio 211  si esibiscono i Joshua Idehen. Al Folk Club è di scena Eric Andersen e Steve Addabbo. Al Blah Blah si esibiscono i BRX!T.

Sabato. All’Inalpi Arena arriva Umberto Tozzi. Allo Ziggy si esibisce Elisa Over And The Leaves.  Al Blah Blah suonano gli Hard-Ons. Al Magazzino sul Po è di scena la rapper nigeriana Aunty Rayzor.  Alla Suoneria di Settimo sono di scena Les Negresses Vertes.

Domenica. Al Blah Blah suonano i Quiet Confusion.

Pier Luigi Fuggetta

Rivisitazioni, guerre e migrazioni abitano il Festival delle Colline

Dal 12 ottobre, negli spazi dell’Astra, del Gobetti e della Fondazione Merz

Per il secondo anno consecutivo sarà il Libano il paese ospite al Festival delle Colline – Torino Creazione Contemporanea che sta per compiere trent’anni e che, sotto la direzione di Sergio Ariotti e Isabella Lagattolla, dal mondo raccoglie quanto di più stimolante vi possa essere nel teatro di ricerca. Oggi – ai primi d’ottobre, a guardare al panorama cruento che s’è impossessato di Gaza, di Tel Aviv, di Beirut e delle tante altre città del Medio Oriente, bombardate e distrutte, con vittime e carrette stracolme di donne bambini e uomini che s’allontanano verso luoghi insperabilmente più sicuri, mentre guardiamo al disegno bellico di una Siria che ha tutta l’aria per il futuro di incrociare maggiormente le armi – con le ansie e le preoccupazioni e i pericoli di una regista di Beirut, Chrystèle Khodr e la sua compagnia, che a fine mese, con una interessante prospettiva ibseniana derivata dalla giovanile “Pretendenti alla corona”, porterà “Ordalie” (30 e 31), un testo che guarda e mette in discussione il rapporto tra la generazione del dopoguerra e la apparente pace civile, dove quattro attori “si uniscono per porre fine al ciclo di distruzione e impunità in cui sono cresciuti, credendo per una sola notte nella loro salvezza.” Ricordando in questo modo che il Libano non è soltanto fatto di macerie, ma contenitore di una vita culturale e artistica di straordinaria vivacità e di sicuro interesse.

Il Festival, organizzato dal TPE negli spazi dell’Astra e della Fondazione Merz, sostenitrice questa in veste di partner progettuale, si svolgerà dal 12 ottobre al 10 novembre, allineando sette prime, sei produzioni, 15 spettacoli per un totale di 52 recite. Vedrà una doppia inaugurazione, con “La luz de un lago”, performance dovuta a El Conde de Torrefiel, una compagnia di Barcellona già conosciuta al pubblico torinese per precedenti appuntamenti, unita a “Senza titolo” di Romeo Castellucci, performance concepita per la Triennale milanese, “che parte dai corpi, da gesti primitivi reiterati, per trasformarsi in suono, in musica, preghiera, in suggestione visiva.”

Se nel precedente triennio si è guardato al tema confini/sconfinamenti, oggi con gli spettacoli in cartellone si vuole approfondire quello di guerre/migrazioni. Un tema che non ha coinvolto solo un passato e che crediamo non potrà non coinvolgere il futuro, ma che sconvolge un doloroso tempo presente: “Quando il teatro e le altre arti vogliono riflettere sul domani non possono dimenticarsi di questi conflitti. Già avvenuti, in essere e in potenza, tenendo conto, ad esempio, che il rapporto tra passato, presente e futuro va quotidianamente ripensato”, sottolineano i responsabili. Tra passato e presente si tende il filo rosso della rassegna che è il pensiero di Hannah Arendt, iconica nelle sue migrazioni, nella sala Pasolini del teatro Gobetti, dal 22 al 31 ottobre, grazie al testo “Hannah” concepito da Sergio Ariotti e Francesca Cutolo prendendo in esame la biografia dell’autrice, il suo esilio e i primi anni americani.

Sarà altresì interessante assistere a “Thebes: a Global Civil War”, rivisitazione firmata da Pantelis Flatsousis (19 e 20 ottobre, all’Astra), nata per il teatro di Epidauro e ora qui a narrare con quattro interpreti provenienti da Bosnia, Congo, Grecia e Libano la lotta fratricida tra Eteocle e Polinice e la sfida di Antigone contro il tiranno Creonte che le impedisce di seppellire il fratello. La storia della violenza del nostro tempo e non soltanto rappresentata altresì con “Il fuoco era la cura” (15 e 16 ottobre, Astra) di Sotterraneo, tratto da “Fahrenheir 451” di Bradbury, romanzo datato 1953 ma con gli occhi rivolti saldamente a vent’anni prima, al grande rogo dei libri, circa ventimila volumi, compiuto dagli uomini di Hitler, o la storia della violenza che coinvolge anche la già dura relazione familiare tra sorelle, “Elogio della vita a rovescio” della coreana Han Kang, titolo preso a prestito da un saggio di Karl Kraus, spettacolo interpretato da Giulia Scotti e diretto da Daria Deflorian; o ancora “Cenci. Rinascimento contemporaneo”, proposto (con il Teatro Stabile di Torino, teatro Gobetti, da martedì 15 a domenica 20 ottobre) dalla Piccola Compagnia della Magnolia, ancora un esempio di violenza domestica, una giovanissima donna vittima dei soprusi e della depravazione del padre prima e della giustizia poi, Caravaggio e Artemisia Gentileschi ad assistere insieme alla condanna, la rappresentazione dell’anarchia del male, della responsabilità personale dell’ingiustizia che è a serpeggiare attraverso l’intera società, la visione di una religione che ne è sì fondamento ma pure condanna di quella intera struttura.

Ripescando dall’affollato cartellone, un lavoro che si interroga sull’atto dello scrivere, accompagnato dalla solitudine, dal dolore e immerso in una infinita meraviglia è “Pagina” (Fondazione Merz”, 1 e 2 novembre) di Giovanni Ortoleva e Valentina Picello, tratto dalle pagine di Italo Calvino; mentre ancora alla Fondazione Merz, il 5 novembre, Pippo Delbono – a cui saranno altresì dedicati un ciclo di quattro film in collaborazione con il Museo del Cinema, un concerto e un incontro, a coronare la presenza costante dell’artista in questi lunghi anni della rassegna – si confronterà con “La notte” derivata dalla “Notte poco prima della foresta” dello scrittore Bernard-Marie Koltès, scomparso prematuramente nel 1989: un (nuovo) testo incorniciato tra due lettere, la prima del fratello dell’autore francese, François, per cui Delbono ha ottenuto il consenso a tagliare e rimaneggiare, quasi “stracciare per intrecciare due vite e due voci”, ottenendo con l’accompagnamento della chitarra di Piero Corso un intenso e straziante e provocatorio monologo; dello stesso autore scritta alla madre l’altra, in cui viene analizzato il concetto di amore, con l’uso personalissimo di parole “aspre, dolci e malinconiche”, che da sempre sono il bagaglio teatrale di Pippo Delbono. Pronto a regalarci ancora, dal 6 al 10, in chiusura di rassegna, “Il risveglio”, derivazione – su un terreno ancor più doloroso – del precedente “Amore”, visione ancora più pessimista di una realtà che ci circonda sempre più da vicino, oltre la pandemia, oltre le guerre, oltre le ideologie, ogni cosa dentro un”sentimento di perdita che riguarda tanti”, un testo fatto delle parole, delle storie e delle poesie che l’autore va scrivendo con infelicità da qualche tempo. Calendario completo su www.fondazionetpe.it/festival.

Elio Rabbione

Nelle immagini: “Ordalie” di Chrystèle Khodr (foto di Marie Clauzade), “Cenci” (photo di Sydney Mexea) e “Thebes. A Global War” (photo di Konstantinos Zilos).

Bello fare lezione al cinema con Agis

Il cinema può essere un valido strumento didattico e le sale il luogo ideale per far crescere il senso critico e affrontare temi di attualità come le guerre, i diritti civili e sociali. Lo dimostrano i numeri dei progetti gratuiti per le scuole di ogni ordine e grado che Agis Piemonte Valle d’Aosta e Agiscuola, portano avanti da dieci anni sul territorio regionale e oltre.

Grazie alla collaborazione e al sostegno di importanti partner istituzionali dal 2015 a oggi sono già stati coinvolti più di 44 mila spettatori, tra corpo docente e studenti. Anche i numeri di quest’anno sono importanti, la programmazione 2024/2025 prevede 70 appuntamenti al cinema, 17 lezioni interattive, 10 corsi di formazione per i docenti degli istituti di ogni ordine e grado, 15 visite guidate al Museo Nazionale del Cinema di Torino, un catalogo di oltre 50 titoli, suddiviso per fasce d’età e tematiche, dossier didattici e materiali di approfondimento.
Agiscuola, che fa da anello di congiunzione tra le imprese dello spettacolo e il mondo della scuola, torna a solcare così i banchi di scuola con una proposta ancora più ricca diversificate a seconda dell’età grazie al sostegno dei ministeri dell’Istruzione e del Merito e della Cultura, attraverso il Piano Nazionale di Cinema per la scuola, e dell’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte nell’ambito di Cinema al Cinema.

Alle scuole primarie saranno offerti percorsi di edutainment, insegnare grazie all’intrattenimento, in linea con il programma didattico, mentre per scuole secondarie la formazione sarà di tipo tematico e quest’anno avrà come focus i diritti civili e sociali. Le scolaresche potranno assistere a proiezioni cinematografiche accompagnate da interventi di esperti e operatori del settore selezionati da Agis, partecipare a laboratori di produzione audiovisiva per comprendere i linguaggi e i meccanismi propri del mondo del cinema e partecipare a visite guidate presso il Museo Nazionale del Cinema di Torino.
I docenti, invece, potranno partecipare a corsi di formazione online differenziati per ordine e grado scolastico. «Gli obiettivi di Agis e Agiscuola dedicati alle comunità educanti sono al centro del nostro lavoro e riconoscono al cinema il ruolo di potente mezzo didattico utile all’approfondimento di tematiche specifiche – spiega Marta Valsania, segretaria generale di Agis Piemonte Valle d’Aosta –. Continuando a promuovere la riscoperta della sala cinematografica quale luogo di fruizione per eccellenza del prodotto audiovisivo e spazio di sedimentazione del messaggio grazie alla fruizione collettiva dell’esperienza, con Agiscuola contribuiamo a diffondere una conoscenza più approfondita di come è composta la filiera cinematografica e a promuovere il cinema quale forma d’arte con i suoi specifici codici e linguaggi. Per noi oggi è di vitale importanza fornire strumenti ai giovani e giovanissimi, per decodificare e analizzare criticamente i contenuti audiovisivi di cui sono fruitori e produttori soprattutto attraverso le piattaforme social – e conclude Valsania – al cinema i film si guardano a testa alta».
LORI BAROZZINO

A Torino torna il Prix Italia per i festeggiamenti dei 70 anni della TV e dei 100 della Radio

Dopo nove anni il 1° ottobre è tornato a Torino il Prix Italia nell’anno dei festeggiamenti dei 70 anni della TV e i 100 della Radio e si è aperto nel segno della grande divulgazione con l’omaggio a Piero Angela. Nel pomeriggio alla presenza di un emozionato Alberto Angela è stata scoperta la targa con la quale il Centro di produzione TV ha intitolato al papà Piero gli studi RAI di Via Verdi e sulla palazzina è stato inaugurato il murale che ritrae Piero Angela nel suo gesto unico di salutare il pubblico.

Sul palco dell’Auditorium RAI “Arturo Toscanini” più tardi nella serata inaugurale, condotta da Giorgia Cardinaletti, Alberto Angela ha ricordato come proprio da questi studi RAI torinesi sia cominciata la sua avventura. Una serata ricca di ospiti che ha visto tra gli altri la partecipazione di Piero Chiambretti, la Senatrice Lucia Borgonzoni, Padre Paolo Benanti, Susanna Egri e Kabir Bedi e costellata da godibili momenti di spettacolo accompagnati dall’Orchestra Sinfonica Nazionale Rai.

È stata anche la giornata di due grandi artiste donne. Nel pomeriggio il Museo del Cinema ha accolto la regista Jane Campion, due volte vincitrice del Premio Oscar per Lezioni di piano (1993) e Il potere del cane (2021), per consegnarle il Premio Stella della Mole e una masterclass in cui ha incontrato il pubblico in compagnia di Grazia Paganelli per ripercorrere le tappe più importanti della sua carriera, esplorare le sue fonti di ispirazione e raccontare della scuola di cinema che ha fondato. La sera è stata la volta di un’altra grande donna, giornalista e fotografa Letizia Battaglia, a cui è stato dedicato il doc realizzato da Rai Documentari proiettato al cinema Massimo e che sarà trasmesso su Rai 3 il 6 gennaio.

C’è tempo fino a domani per prenotare gratuitamente diversi eventi, proiezioni e programmi a cui assistere dal vivo nello studio allestito per l’occasione nel Centro Produzione Rai di Torino.

GIULIANA PRESTIPINO

Per maggiori informazioni: https://www.rai.it/prixitalia/

Incanti, rassegna internazionale di teatro di figura

Ritorna Incanti, rassegna internazionale di teatro di figura dal titolo “Figuriamoci il futuro”

Torna da lunedì 30 settembre a domenica 13 ottobre la 31esima edizione di Incanti, rassegna internazionale di teatro di figura dal titolo “Figuriamoci il futuro”. Incanti ha doppiato il capo dei trenta anni e si affaccia verso una nuova stagione sempre più a contatto con le tematiche del presente.

Nato nel 1994 per iniziativa della Compagnia Controluce e sotto l’egida della Regione Piemonte e del Castello di Rivoli museo di Arte contemporanea, si è sin da subito caratterizzato per l’attenzione alla ricerca internazionale nel teatro di figura e alla commistione di più linguaggi artistici rivolti essenzialmente ad un pubblico adulto.

Musica, pittura, danza, video in relazione a ombre, marionette, oggetti e burattini sono stati i principali focus delle edizioni di Incanti, attento e propenso alle collaborazioni e sinergie con il mondo culturale circostante, dal Museo Nazionale del Cinema al MAO, Museo di Arte orientale, dal Polo del Novecento alla Venaria Reale. Dal 2022, per iniziativa di Alberto Vanelli, padrino di tutti i festival sin dagli inizi, è stato avviato un rapporto di sinergia con la Fondazione TGR, che ha preso in mano l’organizzazione del Festival, lasciando a Controluce la direzione artistica. Anteprima è stata lunedì 30 settembre con lo storico appuntamento Marionette e Cinema, in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema. Si è tenuta al Cinema Massimo la proiezione di Anomalisa di Charlie Kaufman, film di animazione, dark e surreale in stop motion.

La rassegna si aprirà sabato 5 ottobre alle 16.30 con la Puppet Theatre Company di Filippo Marionette ( Italia-Australia) che inaugurerà il festival vero e proprio con Variations, uno spettacolo dinamico, divertente e poetico in cui il protagonista, una marionetta, affronta con ironia e poesia temi attualissimi come la tecnologia, la fragilità e la consapevolezza di chi veramente siamo ( per tutti senza parole).

In serata alle 20.45 la compagnia italiana Zaches Teatro presenterà Cappuccetto Rosso, nella versione precedente a quella dei fratelli Grimm, in cui attraverso la danza, il teatro di figura e la musica prende vita ancora sul palcoscenico la famosa bambina dalla mantellina rossa.

Nello stesso fine settimana domenica 6 ottobre alle 10.30 il Tangram Kollektiv debutta in prima nazionale con Schattenwerfen, uno spettacolo giocoso di dialogo tra le ombre e i loro corpi, che mette in discussione in modo curioso la gerarchia di questa relazione ( dai 4 anni in su).

Nel pomeriggio alle 16, in occasione del 140esimo anniversario delle Relazioni Diplomatiche tra Corea e Italia andrà in scena “Tradizioni a confronto”, per scoprire la tradizione e la cultura coreana attraverso il gioco e il teatro di figura tradizionale. Domenica 6 ottobre alle 20.45 andrà in scena il Teatro Strappato, che avvicina al tema dei bambini boliviani di strada con ‘Betun’, una breve poesia teatrale su una realtà sconcertante che opprime troppi bambini nel mondo.

Venerdì 11 ottobre alle 20.45 andrà in scena Five Lines di Frau Trapp ( Svizzera), spettacolo il cui linguaggio di micro-cinema- teatro combina il teatro di figura, l’arte audiovisiva e la musica dal vivo della compagnia, dipingendo uno scenario politico distopico e dispotico.

Sabato 12 ottobre alle 16.30, replicato domenica 13 ottobre alle 11, è la volta di Gek Tessaro e il suo Libero Zoo, spettacolo che inaugura anche il cartellone tout public della stagione 24/25 della Casa del Teatro Ragazzi e Giovani.

Sabato 12 ottobre, alle 20.45, sarà la volta di ‘En attendant Kyoto’ di Max Vandervorst, proveniente dal Belgio, spettacolo in cui le peripezie sonore e magiche toccano il tema lacerante del degrado ambientale facendo risuonare i ghiacci che si sciolgono implacabilmente nella vana attesa delle risoluzioni di Kyoto.

A passeggio nei giardini della Reggia di Venaria domenica 13 ottobre dalle ore 15 chiude il festival ”Incanti nei giardini”, un pomeriggio in cui il pubblico potrà assistere sia a una performance originale, intima e sorprendente, dedicata a uno spettatore alla volta, sia a una battaglia dei cuscini.

Nato nel 2012 come spazio Off di Incanti, ritorna in una nuova veste il Progetto Cantiere spazio libero delle idee, un festival nel festival dedicato alle compagnie italiane emergenti, realizzato con un’importante rete di festival, il festival Internazionale delle figure e dei burattini arrivano dal Mare, del teatro Del Drago di Ravenna, Alpe Adria Puppet Festival del CTA di Gorizia, Insolito Festival di Micromacro di Parma Anima IF le Mascareddas di Cagliari e Pendientes d’un Hilo e la Tartana Teatro di Madrid.

Accanto al Festival lo storico appuntamento di Marionette e cinema in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema, e due workshop, di cui uno in collaborazione con Ingegneria del Cinema e dei Mezzi di Comunicazione del Politecnico di Torino, Dams, Università di Torino e Aiace.

Mara Martellotta