SPETTACOLI- Pagina 34

Rock Jazz e dintorni a Torino. Max Gazzè e gli Atomic Rooster

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. Al cinema a Torino e nelle altre sale del Piemonte, viene proiettato per tre giorni consecutivi il documentario di Walter Veltroni “DallAmeriCaruso”. Al teatro Colosseo l’ensemble Canto Libero rende omaggio a Lucio Battisti.

Martedì. Al Peocio di Trofarello suonano gli Atomic Rooster il  gruppo leggenda del rock. Al New Cotton Club si esibisce il duo Tessarollo-Zogno. Al teatro Vittoria per l’Unione Musicale è di scena il quartetto Rebel Bit. Al Blah Blah suonano i Carnivore A.D.

Mercoledì. Alla bocciofila Rami Secchi si esibisce la cantautrice Kyoto. Al Concordia di Venaria è di scena il rapper Nayt. Al Lambic si esibisce Lastanzadigreta. Al Blah Blah suonano i Jim Jones All Stars.

Giovedì. Alla Suoneria di Settimo Simona Molinari interpreta Mercedes Sosa con lo spettacolo “El Pelusa Y La Negra”. Mag Gazzè si esibisce per 2 sere consecutive al Colosseo. Allo Spazio 211 suonano Irossa, Vespri, Stasi e Juma. Al Magazzino sul Po sono di scena i Goat.  Al Blah Blah suonano gli Amber Myst. Al Cap 10100 suonano gli Aristocrats.

Venerdì. Al Kontiki (sede dei Fridays for Future), concerto del quintetto Hard Bop Reunion del sassofonista Marco Tardito. Il concerto sarà preceduto dalla lettura di racconti a tema ambientale della collana Tutto Sotto (Neos Edizioni). Al Blah Blah suonano Scheletri e Space Paranoids. Al conservatorio si esibisce Mario Biondi. All’Hiroshima Mon Amour è di scena Alberto Bianco. Allo Ziggy sono di scena i Vexvoid. Al Folk Club arriva Mimmo Locasciulli. Al Circolo Sud hip hop con gli Ollaround. Al Magazzino sul Po suonano gli Odd Astra. A El Paso si esibiscono gli Insanity Alert.

Sabato.  Allo Spazio 211 suonano i Giant Sand. All’ Hotel Hilton suona il Parisian Quartet di Fulvio Albano. Al Blah Blah sono di scena Fango, EndorFine, e Mangiatutto.

Domenica. A Più Spazioquattro Alberto Cipolla rende omaggio a Ezio Bosso. Al teatro Concordia di Venaria si esibisce Aiello.

Pier Luigi Fuggetta

Un like alla volta. Il nuovo singolo dei Dada + The Robots

IN USCITA VENERDÌ 24 NOVEMBRE

Produzione e mixaggio di

Luca “Vicio” Vicini

 

Special guest

Nitto (Linea 77)

LINK PER IL PRE-SAVE

 

                                                

Byte, pixel e filtri. Quando il mondo virtuale prende il sopravvento su quello reale, i piani si confondono e la nostra percezione di ciò che ci circonda diviene offuscata, caotica e volubile, al punto che le interazioni perdono di consistenza e materialità e tutto si riduce a visualizzazioni e reaction vuote e fittizie.

E così, un “Mi piace” dopo l’altro, ci si perde, cadendo in un abisso di impersonalità e solitudine. Proprio su questo “cortocircuito identitario” si impernia Un like alla volta, il nuovo singolo del gruppo torinese dei Dada + The Robots, in uscita su tutte le piattaforme digitali venerdì 24 novembre 2023.

Il brano – prodotto da Luca “Vicio” Vicini dei Subsonica e distribuito da Indaco Records – si pone alla stregua di una disamina delle contraddizioni del mondo odierno, dominato dagli schermi degli smartphone e dalle dinamiche che nutrono i social network, gravati di un’importanza esacerbata e, spesso, pericolosa per il benessere degli individui che ne fruiscono.

Una “esplosione dell’ego” che rischia di delineare la nostra identità e di modulare il nostro umore, a cui ha deciso di dare voce anche uno dei punti di riferimento della scena musicale sabauda e nazionale: Nitto, membro storico dei Linea 77 e leggenda dell’hardcore punk.

«Il singolo Un like alla volta – spiega Davide Pellegrino, fondatore del gruppo e autore, insieme a Loredana Deriu, del pezzo – sorge da una riflessione circa l’impatto del mondo virtuale sulle nostre vite, di cui abbiamo risentito notevolmente soprattutto nel corso dei diversi lockdown, ossia il periodo in cui il testo trova la sua nascita».

«Pur riconoscendone i vantaggi e gli aspetti positivi, infatti, i social network, se utilizzati senza cognizione di causa, hanno il potere di “scomporre le nostre vite in pixel, riducendo in pezzi la nostra esistenza”. In questo modo – conclude Pellegrino –, rischiamo di perdere di vista noi stessi e di mentirci, pensando che tutto ciò che vediamo, sentiamo e riceviamo – in termini di like, visualizzazioni o reazioni – sia vero e concreto. Quando, in realtà, non è che un ologramma di ciò che si trova al di là dello schermo, e di cui sovente ci dimentichiamo».

Un vortice disordinato in cui ha luogo uno scollamento tra ciò che siamo (in modo tangibile) e la nostra apparenza (effimera), reso in musica mediante un brano dall’anima sfaccettata e sovrapposta, in cui si incontrano fangosi riff di chitarra grunge, atmosfere elettroniche e ritornelli dai forti echi dream pop, con richiami e omaggi a band quali CCCP e Massimo Volume.

Le strofe e i ritornelli sono affidati a Davide Pellegrino e Loredana Deriu (al suo debutto ufficiale), mentre lo special è curato dal flow coinvolgente di Nitto.

CREDITI

 

Testo e musica: Davide Pellegrino, Loredana Deriu

Voci: Loredana Deriu, Davide Pellegrino, Nitto

Produzione e mixaggio: Luca “Vicio” Vicini, presso lo studio Punto V

Label: Indaco Records

E’ di scena “Alice in wwwonderland“

Trionfo di pubblico alla prima di Rapunzel al Teatro Alfieri di Torino

Una brillante Lorella Cuccarini nelle vesti della zia cattiva ,il musical prodotto da Viola Produzione con la regia di Maurizio Colombi, tratto dalla fiaba dei fratelli Grimm messo in scena da un affiatata compagnia che ballano cantano e si alternano a effetti virtuali. Si replica fino a domenica 19 con due spettacoli alle 15.30 e alle 20.45. Uno spettacolo adatto anche alle famiglie, due atti spettacolo e fantasia.

GABRIELLA DAGHERO

Al via la stagione della Gipsy Academy con tantissime novità

La scuola stile ‘Saranno famosi’ di Torino propone molte masterclass

Un sogno chiamato “Saranno famosi” e una scuola in grado di preparare i giovani talenti nel loro ingresso nel mondo dello spettacolo.

Da venti anni la Gipsy Academy risulta una delle più importanti accademie del panorama nazionale ( In Italia ce ne sono altre due del suo livello), nata come proseguimento della storica accademia torinese Laboratorio Teatrale di Arte Drammatica di Carla Pescamora, nata nel 1962, con formazione Actor Studio di New York. Oggi la Gipsy Academy è pronta un suo nuovo percorso presso la sede centrale di via Pagliani 25, a Torino.

I corsi accademici e quelli amatoriali sono partiti a pieno regime a ottobre e presto entrerà nel vivo anche la stagione degli spettacoli e dei workshop con i volti più importanti del panorama internazionale.

Per la masterclass si parla di artisti provenienti da Broadway, New York, West End di Londra.

Dopo lo spettacolo intitolato “Quattro zampe in fiera” il 18 e 19 novembre la stagione degli spettacoli prenderà il via quest’anno sotto Natale con un concerto gospel, in programma il 3 dicembre prossimo al teatro San Barnaba in Strada Castel di Mirafiori 40 a Torino. Il 18 dicembre andrà in scena “On Broadway Greatest Hits” al teatro Superga di Nichelino, per la regia di Neva Belli, la direzione musicale di Marta e la coreografia di Cristina Fraternale Garavelli.

Il 10 marzo andrà in scena al teatro Juvarra, in via Filippo Juvarra 13 a Torino, ‘The Producers’, lo show firmato da Claudio Insegno, uno dei più grandi registi di musical in Italia, da “Kinty Boots” a “La famiglia Addams”, a “Jersey Boys”, che lo scorso anno ha diretto per la Gypsy Academy “Frankestein junior”. QQQQqQQuest’anno la produzione vedrà le coreografie di Cristina Fraternale Garavalli, coreografa di musical e di diversi spettacoli di Arturo Brachetti, e la direzione musicale di Marta Lauria.

L’importante novità di quest’anno è che proprio da ora il Broadway & West End Gipsy Project prevede una serie di incontri didattici con alcuni giganti del mondo del musical di Broadway e Londra, quali Vinny Coyle, protagonista di ‘The Phantom of the Opera’ nel ruolo di Raoul e Gregory Haney, capoballetto di Broadway del musical “Hamilton”, Sophie Camble, performer di diversi musical Disney a Londra come ‘The second Beauty and the Beast’ e ‘Cindarella’.

Ad accompagnare i ragazzi nel triennio accademico i corsi quotidiani, dal mattino alla sera, composti da ben 38 discipline nell’ambito della danza, della recitazione e del canto, e tenuti da insegnanti e visiting professor di prestigio. Soltanto per citarne alcuni Claudio Insegno, Stefania Fratepietro, che da quest’anno ha il ruolo di vicedirettrice artistica, Vittorio Matteucci, lo storico Frodod di ‘Notre Dame de Paris’, Cristina Fraternale Garavalli, Sergio Moses, Luca Spadaro, Andrea Caldi, Luca Giacomelli Ferrarini. Tra i residenti figurano Eugenio Gradabosco, Stefania Rosso e Neva Belli, direttrice artistica e fondatrice della Gipsy Academy.

La Gypsy Academy significa anche accompagnamento al lavoro grazie all’inserimento dei ragazzi nel mondo dello spettacolo e ai titoli realizzati per la compagnia, la stessa che si aggiudicò nel 2019 il passaggio alla finalissima di “Italia’s Got Talent”.

Oltre all’accademia per i professionisti e ai corsi amatoriali, la Gipsy si occupa anche di formare baby professionisti del settore a partire dai 12-14 anni, proprio come i ragazzi selezionati per la serie TV ‘I primi anni’ e giovani cantanti in trasmissioni come Zac Efron Domingo in ‘All togheter now kids”.

Mara Martellotta

Max Giusti è “Il Marchese del Grillo” al Teatro Colosseo

poltonissima 59,00 / poltrona 48,00 / galleria A 43,00 / galleria B 32,00 / ridotto under 16  33,00
Arriva al Teatro Colosseo il primo dei quattro musical firmati da Massimo Romeo Piparo che in questa stagione faranno tappa in Via Madama Cristina, in un vero e proprio passaggio di spettacoli e talenti fra due dei poli di eccellenza in Italia per questo genere.
Dopo il grande successo di pubblico e critica, Il Marchese del Grillo con il travolgente talento di Max Giusti, sarà in scena il 18 e il 19 novembre. Tratto dal film cult di Mario Monicelli con Alberto Sordi, il nuovo adattamento è un mix di ironia e sarcasmo, con le musiche originali composte da Emanuele Friello, le coreografie di Roberto Croce, le scenografie di Teresa Caruso e un cast di oltre 30 artisti. Un omaggio a Roma e alla romanità e alla commedia all’italiana che riporta sulla scena e all’affetto del pubblico uno dei personaggi più amati nella storia della Città Eterna: il Marchese Onofrio del Grillo, nobile carismatico, irrimediabilmente ozioso e dispettoso, impudico e sfrontato.
Dopo “Il Marchese” il programma dei musical al Teatro Colosseo prosegue con Cats (dal 5 al 9 dicembre), il nuovissimo Matilda (dal 16 al 21 gennaio 2024) e Billy Elliot (dal 5 al 9 marzo).
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Tutte le informazioni sui  social e sul sito www.teatrocolosseo.it sui profili social del Teatro.

“De Carlo & Friends” per chi vuole suonare e cantare

Music Tales LA RUBRICA MUSICALE

“L’amore è una bugia

Ti succhia a secco

L’amore non è un amico

Fino alla fine

Puoi chiamarlo un gioco

Puoi scegliere il tuo nome

Quando è bloccato nelle vene

Non c’è dolore più grande”

Ha 46 anni Beth Hart e dopo una sequenza traumatizzante di traumi e dipendenze ha combattuto i suoi demoni, si è salvata dal baratro e ora “si diverte come una matta” e si gode un periodo di grande successo.

Sua madre, la famiglia e i compagni di scuola la avvicinarono presto al jazz, al blues, a Bob Seger e Rickie Lee Jones, ai Sex Pistols e ai Circle Jerks, a Etta James e Otis Redding. Questi modelli le insegnarono a cantare il blues come può farlo solo una donna picchiata dalla vita ma ancora in piedi, un blues che nasce crudo e sanguinante dal cuore e si riversa sul palco senza alcuna censura. “La sua sincerità e la sua vulnerabilità sono i suoi punti di forza”, dice Scott Guetzkow, suo marito e road manager. “A volte scoppia a piangere e non riesce a smettere. Mette totalmente a nudo le sue emozioni”.

Se si leggono oggi le recensioni uscite in occasione di ogni suo singolo lavoro (poche quelle italiane), dalla lettura complessiva si immaginerebbe che alcuni critici stessero parlando di artiste diverse. In realtà non c’è da dubitare del loro rigore: quell’impressione è il risultato di una sfida vocale che ha portato Beth Hart a misurarsi con più generi e con più mostri sacri del passato. Già agli esordi aveva inserito nel suo carniere una “Lucy in the Sky with Diamonds” dei Beatles; aveva poi interpretato (e, ovviamente, cantato) Janis Joplin in un musical.

Adoro questa donna, per questo ho scelto un brano il cui testo condivido a pieno.

“L’amore è un mostro, è vero solo se è patetico e non corrisposto.”

Vi invito all’ascolto ed attendo le vostre impressioni sul brano:

Buon ascolto

CHIARA DE CARLO

 

 

 

 

 

(3) Beth Hart – Love Is A Lie (Official Music Video) – YouTube

scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!

Ecco a voi gli eventi da non perdere!

Mercoledi 22 novembre, a partire dalle ore 21, si apre l’evento musicale “De Carlo & Friends” che si terrà presso il Capolinea 8 di Via Maddalene 42 bis a Torino con una programmazione cadenzata di due mercoledì al mese.
L’evento vedrà la presenza di una resident band
– Eddy Franco – drum
– Mr Sil – guitar
– Marco Carlino – bass
– Chiara De Carlo – voice
che ospiterà sul palco chiunque voglia suonare o cantare al fine di trascorrere una serata musicale di condivisione e interplay significativi.
Ogni quindici giorni verrà pubblicata la scaletta indicativa che potrà subire cambiamenti nel caso qualche ospite lo desiderasse previo condivisione con Chiara De Carlo.
Ci si potrà quindi prenotare per la data ed i brani scelti.
Il Capolinea 8 fornirà back line composta da impianto audio, batteria, ampli basso, ampli chitarra, pianoforte verticale, microfoni ed accessori.
Ti aspettiamo al De Carlo & friends!!

“L’Oreste. Quando I morti uccidono I vivi” con Claudio Casadio

Sabato 18 novembre prossimo al teatro Gobetti di San Mauro verrà affrontato il tema della libertà mentale

 

Sabato 18 novembre prossimo approda al teatro Gobetti di San Mauro la grande prosa, con Claudio Casadio che dà voce ad un personaggio indimenticabile, affrontando con grande libertà attoriale il tema della libertà mentale.

Il testo che porta in scena è “L’Oreste. Quando i morti uccidono i vivi” di Francesco Niccolini, per la regia di Giuseppe Marini. Si tratta di uno spettacolo molto originale, di grande forza e poesia, in cui fruiscono momenti drammatici ad altri teneramente comici, con un’animazione grafica di straordinaria potenza visiva e drammaturgica.

 

L’Oreste è internato nel manicomio dell’Osservanza a Imola e vi è stato abbandonato da quando era bambino. Dopo trent’anni non è ancora uscito e si è specializzato a trovarsi sempre nel posto sbagliato nel momento peggiore. Nel suo passato ci sono avvenimenti terribili che ha rimosso ma dai quali non è riuscito a liberarsi. Eppure l’Oreste è sempre allegro, canta, disegna, scrive alla sua fidanzata che ha conosciuto a un festival per matti nel manicomio di Maggiano a Lucca. Parla con i dottori, con gli infermieri, con la sorella che di tanto in tanto viene a trovarlo, ma soprattutto parla con Ermes, il suo compagno di stanza, uno schizofrenico convinto di essere un ufficiale aeronautico di un esercito straniero tenuto prigioniero in Italia. Peccato che Ermes non esista. La pièce teatrale è una riflessione sull’abbandono e sull’amore negato, su come la vita non faccia sconti e sia impietosa. E su come, a volte, sia più difficile andare da Imola a Lucca che da Imola sulla Luna.

A prima vista l’Oreste può sembrare un monologo, dato che in scena c’è un solo attore in carne ed ossa. Quel che attende lo spettatore è ben altro. Grazie alla mano di Andrea Bruno, uno dei migliori illustratori italiani, e alla collaborazione con il Festival Lucca Comics, lo spettacolo funziona con l’interazione continua tra teatro e fumetto animato. L’Oreste riceve costantemente visita dai suoi fantasmi, dalle visioni dei mondi disperati che coltiva dentro di sé, oltre che da medici e infermieri.

I sogni di Oreste, i suoi incubi, i suoi desideri e gli errori di una vita tutta sbagliata trasformano il teatro drammatico classico e la scenografia in un caleidoscopio di presenze che solo le tecniche del Graphic Novel Theater rendono realizzabile, un viaggio impossibile da Imola alla Luna attraverso la tenerezza disperata di un uomo abbandonato bambino e che non si è più ritrovato.

Mara Martellotta

Sabato 18 novembre ore 21

Cinema Teatro Gobetti

Via Martiri della Libertà 17 San Mauro Torinese

Info e prenotazioni 0110364114

 

 

Al teatro Carignano debutto il 21 novembre di ‘Zio Vanja’ di Cechov

La tragedia delle occasioni mancate e delle aspirazioni deluse

 

Martedì 21 novembre prossimo, alle 19.30, debutterà al teatro Carignano di Torino ‘Zio Vanja’ di Anton Cechov, per la regia di Leonardo Lidi, artista associato e vicedirettore della Scuola del Teatro Stabile di Torino.

Dopo il ‘Gabbiano’, portato in scena la scorsa stagione, questa è la seconda tappa del progetto Cechov, una trilogia diretta da Lidi e dedicata al grande maestro russo.

Lo spettacolo è prodotto dal Teatro Stabile dell’Umbria, dal teatro Stabile di Torino, Teatro Nazionale e da Spoleto Festival dei due Mondi e verrà replicato al teatro Carignano fino a domenica 26 novembre.

Interpretato da Giordano Agrusta, Maurizio Cardillo, Ilaria Falini, Angela Malfitano, Francesca Mazza, Mario Pirrello, Tino Rossi, Massimiliano Speziani, Giuliana Vigogna, le scene e le luci sono di Nicolas Bovey, i costumi di Aurora Diamanti, il suono di Franco Visioli.

Tutte le recite in programma al teatro Carignano sono accessibili attraverso sopratitolazione, audiodescrizione e materiali di approfondimento. Venerdì 24 novembre alle ore 18 è previsto un tour tattile e descrittivo sul palcoscenico. Mercoledì 22 novembre, nell’ambito di Retroscena alle ore 17.30 Leonardo Lidi e gli attori della compagnia incontreranno il pubblico, in un appuntamento introdotto da Matteo Tamborrino.

Zio Vanja racconta la storia di una famiglia sconfitta dai propri fantasmi, un dramma delle occasioni mancate, delle rinunce e dei rimpianti, una commedia domestica che pare quasi costruita sull’inerzia. In questo dramma i protagonisti sono bloccati nell’immobilismo della provincia russa e amano crogiolarsi nella noia e nella fissità, nel tormento per i propri fallimenti, ospiti di una grande dacia in decadenza.

La loro stasi è solo apparente e restituisce ancora più forza allo specchio sfacciato che riflette le nostre debolezze.

“C’eravamo tanto amati – spiega il regista Leonardo Lidi – C’è stato un tempo in cui questa strana famiglia non era poi così strana. I ruoli erano ben distribuiti, con credibilità e senza eccessi, e ogni personaggio poteva considerarsi utile allo spettacolo del quotidiano. Ognuno al proprio posto con naturalezza e ordine. Chi indossava il costume dell’intellettuale era da considerarsi metafora di speranza futura ed era opportuno riservargli amore e gratitudine come ad un eroico e fascinoso cavaliere. Era lecito che una bella e gentile ragazza si invaghisse del proprio professore ed altrettanto plausibile che la famiglia della giovine tutelasse il sapiente uomo come un animale in via di estinzione. E così Vera si sposa con Aleksandr, lo porta a casa e la storia comincia. Gli abitanti del pianeta Cechov si animano, trovano una dimensione adeguata alla loro formazione, tutti remano nella medesima direzione e la possibilità di una Russia efficace e vincente smette di essere un miraggio e si tramuta in un reale e concreto domani. Ma Vera muore e tutto cambia. La speranza si spegne e chi prova a ricominciare suona ridicolo nel suo tentare. […]

Se nel ‘Gabbiano’ sprecavamo carta e tempo nel ragionare sulla forma più corretta con la quale passare emozioni al pubblico, divisi tra realismo e simbolismo, tra poesia e prosa, tra registi, scrittori e attrici, e ci bastava una panchina per tormentarci dei dolori del cuore ( Quanto amore, lago incantatore), qui in ‘Zio Vanja’ l’arte è relegata a concetto museale, roba da opuscoli aristocratici, uno sterile intellettualismo che non pensa più al suo popolo, che annoia la passione e permette agli incapaci di vivere di teatro.

È allora che quella strana famiglia cantata da Cechov può avere la faccia di Gaber”.

L’essenza del teatro di Cechov sta nel senso del fallimento. I suoi personaggi, tragicomici, depressi, frustrati, parlano molto, ma non fanno nulla per sfuggire alla loro condizione di perenne insoddisfazione, illudono se stessi e gli altri con mutue bugie, mentre i loro nervi pian piano si consumano nel soffocante calore estivo. Zio Vanja è la tragedia delle occasioni mancate, delle aspirazioni deluse, dell’incapacità di essere felici.

Mara Martellotta

 

Teatro Carignano 21/26 novembre 2023

Piazza Carignano 6, Torino

Orario degli spettacoli martedì giovedì e sabato19.30, mercoledì e venerdì ore 20.45, domenica ore 16.

Tel biglietteria 0115169555

 

 

Ragazzi… “Che notte questa notte”. Chieri omaggia Leo Chiosso

La città dedica al suo illustre concittadino la “Sala della Conceria” che diventerà “Auditorium Leo Chiosso”

Sabato 18 novembre, ore 21

Chieri (Torino)

Uomo di spettacolo a tutto tondo. Tanto che, per la sua poliedricità, il mitico bianco-nero per la vita, Giampiero Boniperti (terza fondamentale pedina del leggendario “Trio Magico”, anni ’50-’60, John Charles – Omar Sivori – Giampiero Boniperti) diceva di lui che era “un elemento atipico a tutto campo”. Autore di canzoni e programmi televisivi, scrittore,  sceneggiatore e soggettista, commediografo e perfino poeta (ma anche, in gioventù “rugbista a 5” nella formazione del “GUF Torino”, con cui fu vicecampione nazionale nel ’41) Leo Chiosso, nato a Chieri nel 1920, da una famiglia originaria di Pralormo, e a Chieri scomparso nel 2006, sarà doverosamente ricordato, sabato 18 novembreore 21, dalla sua città natale che a lui intitolerà la “Sala Conceria”, al numero 2 di via della Conceria. Alla cerimonia, seguirà lo spettacolo musicale “Che notte questa notte” con il figlio, Fred Chiosso, e “Noi Duri 2.0”, dedicato a Leo Chiosso che, come noto, ha scritto testi per artisti come Fred BuscaglioneMinaGiorgio GaberOrnella VanoniRita Pavone e tanti altri grandi interpreti.

L’evento è organizzato in collaborazione con l’“Associazione Leo Chiosso” (www.leochiosso.it) , fondata dal figlio Fred nel 2013.

Chierese di nascita, Leo Chiosso ha trascorso però gran parte della sua vita a Torino, nel quartiere Vanchiglia. Con le sue canzoni, si può dire “abbia connotato la cultura di massa della Repubblica dal dopoguerra fino agli anni ’70”. Fu autore dei testi di canzoni iconiche, entrate lisce lisce – e a lungo rimaste – nella cultura popolare italiana, in particolare i più clamorosi successi di Fred Buscaglione (da “Che bambola” a “Teresa non sparare”, da “Che notte” a “Eri piccola”) e di Gipo Farassino (da “Sangon blues” a “Matilde Pellissero”). Ma anche di autentiche “perle” musicali, come “Parole Parole” cantata da Mina ed Alberto Lupo“Torpedo Blu” di Giorgio Gaber“Love in Portofino”, che portò al successo Johnny Dorelli, l’ironica e spassosa “Grassa e bella”, cantata a Sanremo nientedimeno che da Louis Armstrong, e di svariate altre canzoni interpretate da artisti quali Gino LatillaLelio LuttazziEnzo JannacciRita Pavone“Quartetto Cetra” e tanti altri. Canzoni. Ma non solo. Leo Chiosso è stato anche autore televisivo (“Canzonissima” nel 1962 con Dario Fo e Vito Molinari, “La tintarella” con Italo Terzoli e Gino Bramieri, “Stasera Rita” con Lina Wertmüller e Antonello Falqui, “Teatro 10” che ospitò l’unico duetto della storia tra Mina e Lucio Battisti, “L’appuntamento” con Walter Chiari, Carlo Campanini e Ornella Vanoni, che cantava la sigla “Ma come ho fatto”, anch’essa di Chiosso), scrittore di commedie (“Scusa mi presti tua moglie?” e “Vergine, leone e capricorno”, entrambe con Nino Taranto, “Il marito in collegio”, tratta da Guareschi, scritta con Guglielmo Zucconi e recitata da Gino Bramieri e Lina Volonghi) e di poesie. Insaziabile, di geniale e briosa creatività, ha lavorato anche per il cinema come sceneggiatore e soggettista, e, proprio per non farsi mancare nulla, nelle vesti di giornalista ha collaborato con “La Stampa”“Paese Sera” e “Il Messaggero” e, come scrittore, ha pubblicato libri per l’infanzia, come “Piccoli e scuri nostri fratelli castori” (Premio Andersen nel 1974), e ha scritto anche i testi di alcune canzoni dello “Zecchino d’Oro”, come “Il lungo, il corto e il pacioccone” e “Il topo Zorro”. Grande Chiosso! Ovunque metteva mano, pensiero e anima.

Scrive Alessandro Sicchiero, sindaco di Chieri: “Chieri è orgogliosa di essere la città di Leo Chiosso e questa intitolazione vuole essere un segno di affetto e di ringraziamento. Quella che finora per i chieresi è stata la sala della ‘Conceria’ prende così il nome di ‘Auditorium Leo Chiosso’. Il nostro auspicio è che questo spazio comunale, che negli anni ha ospitato tante attività culturali e associative oltre a spettacoli musicali e teatrali, possa diventare sempre più una meta apprezzata non solo dai nostri cittadini ma da tutti gli appassionati di musica, continuando così a far vivere il genio di Leo Chiosso”.

E a lui, a colui che ad inizi carriera si faceva chiamare con il nome d’arte di Roxy Bob, ha voluto pensare con un “omaggio toponomastico” anche la Città di Torino che, martedì 21 novembre, intitolerà proprio a Leo Chiosso il giardino di “Largo Montebello”.

g.m.

Nelle foto:

–       Leo Chiosso e Fred Buscaglione

–       Locandina della cerimonia