SPETTACOLI- Pagina 120

Domenica all’Agnelli va in scena “La gabbianella e il gatto”

Riprende l’iniziativa Domenicamattinateatro, a cura di Assemblea Teatro, con un testo di eccezione di Luis Sepulveda

 

Domenica 15 gennaio prossimo alle ore 11, nel teatro di via Paolo Sarpi 111, verrà messa in scena “La gabbianella e il gatto”, testo scritto da Luis Sepulveda, nella traduzione di Ilide Carmignani, per la riduzione teatrale di Renzo Sicco e Gisella Bein. In scena Cristiana Voglino, Paolo Sicco, Monica Calvi. Le musiche sono composte e eseguite da Matteo Curallo e la regia curata da Renzo Sicco.

Kengah, una gabbiana avvelenata da una macchia di petrolio, in un gesto estremo, affida il suo uovo ad un gatto grande e grosso di nome Zorba, strappandogli tre promesse, di non mangiarlo, di averne cura finché non si schiuderà e di insegnare a volare al nascituro.

Luis Sepulveda, attraverso una storia metafora, racconta con la semplicità dell’uomo contemporaneo che, arrecando del male alla natura, si finisce per fare del male a se stessi. Un gatto d’onore inizia un’avventura lunga quanto un libro insieme ai compagni coraggiosi come gli scimpanzé nevrotici e a una impaurita gabbianella. L’autore, con la dolcezza di una favola, parla direttamente all’uomo, grande o piccolo che sia, rammentandogli i doveri verso la natura e anche quelli verso se stesso. In scena si fondono immagini e parole, disegni e voci, musiche con il racconto, capace di proporre un gioco in cui i diversi personaggi prendono vita attraverso un’esilarante Cristiana Voglino. Ora segretario, ora Zorba, ora piccola gabbianella, a ogni personaggio vengono attribuiti un accento e un carattere particolare, che conducono dritti tra gli sviluppi del racconto. Dietro la personalità teatrale di Cristiana Voglino, i disegni di Monica Calvi danno forma alle parole e le animano rendendole concrete. Il designer Francesco Iannello ha creato il tavolo “uovo” attraverso il quale si muovono i gatti che invitano a tuffarsi in una storia tonda, capace di catturare grandi e piccini attraverso il divertimento e l’emozione sincera. La musica è composta appositamente da Matteo Curallo erappresenta un ponte che unisce tanti ingredienti capaci di trascinare lo spettatore in un viaggio magico. A lui non resta che partecipare al gioco, lasciandosi trascinare da gatti giocherelloni, fino a provare a volare.

Età  consigliata dai 4 anni.

MARA  MARTELLOTTA

“Ditegli sempre di sì”, l’opera di Eduardo De Filippo al Teatro Superga

Venerdì 13 gennaio, ore 21

Ditegli sempre di sì 

L’opera tra le meno note di Eduardo De Filippo con la regia di uno dei più autorevoli registi italiani Roberto Andò

TSN – Teatro Superga Nichelino (TO)

Sul labile confine tra salute e malattia mentale si muove Ditegli sempre di sì, l’opera tra le meno note di Eduardo De Filippo con la regia di uno dei più autorevoli registi italiani Roberto Andò, alla sua prima esperienza eduardiana. L’opera, il cui protagonista è un pazzo metodico con la mania della perfezione, si basa sul perfetto meccanismo del testo in equilibrio tra comico e tragico.

In Ditegli sempre di sì, uno dei primi testi scritti da Eduardo De Filippo, la pazzia di Michele Murri è vera: è stato per un anno in manicomio e solo la fiducia di uno psichiatra ottimista gli ha permesso di ritornare alla vita normale. Michele è un pazzo tranquillo, socievole, cortese, all’apparenza l’uomo più normale del mondo, ma in verità la sua follia è più sottile perché consiste essenzialmente nel confondere i suoi desideri con la realtà che lo circonda; eccede in ragionevolezza, prende tutto alla lettera, ignora l’uso della metafora, puntualizza e spinge ogni cosa all’estremo. Tornato a casa si trova a fare i conti con un mondo assai diverso dagli schemi secondo i quali è stato rieducato in manicomio; tra equivoci e fraintendimenti alla fine ci si chiede: chi è il vero pazzo? E qual è la realtà vera?

Ditegli sempre di sì è una produzione Elledieffe – La Compagnia di Teatro di Luca de Filippo, oggi diretta da Carolina Rosi, che continua, nel rigoroso segno di Luca, a rappresentare e proteggere l’immenso patrimonio culturale di una delle più antiche famiglie della tradizione teatrale.

Le foto a questo link:

https://drive.google.com/drive/folders/1jznNkaVI_Olag4xGYMyMyBMi9izpG3Ah?usp=share_link

Venerdì 13 gennaio, ore 21

Ditegli sempre di sì

Di Eduardo De Filippo

Con Carolina Rosi, Tony Laudadio, Andrea Cioffi, Antonio D’Avino, Federica Altamura, Vincenzo Castellone, Nicola Di Pinto, Paola Fulciniti, Viola Forestiero, Vincenzo D’Amato, Gianni Cannavacciuolo, Boris De Paola

Regia Roberto Andò

Scene e luci Gianni Carluccio

Costumi Francesca Livia Sartori

Produzione Elledieffe – La Compagnia di Teatro di Luca de Filippo, Fondazione Teatro della Toscana

Biglietti: platea 25 euro, galleria 20 euro

Info

Teatro Superga, via Superga 44, Nichelino (TO)

www.teatrosuperga.it biglietteria@teatrosuperga.it

IG + FB: teatrosuperga

Telegram: https://t.me/tsnteatrosuperga

“Piano Solo” è la nuova rassegna musicale di OFF TOPIC

Da sabato 14 gennaio alle ore 12:00 un matinée al mese fatto di tasti bianchi e neri 

Via Giorgio Pallavicino, 35 – Torino

 

presenta

PIANO SOLO

 

 “Piano Solo” è la nuova rassegna musicale di OFF TOPIC nata in collaborazione con la consulta studenti del Conservatorio “G.Verdi” di Torino. 

 

Nato alla corte di Cosimo III De’ Medici nel 1698 come clavicembalo che poteva suonare piano ma anche forte, criticato da Bach e amato visceralmente da Mozart per le infinite possibilità espressive, protagonista dell’epoca romantica, il pianoforte è senza ombra di dubbio quello strumento che – come scriveva in Novecento Alessandro Baricco – rende infinito l’essere umano.

 

“Ora tu pensa: un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti. Non sono infinti loro. Tu sei infinito, e dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi suonare. Loro sono 88, tu sei infinito.” 

Raccontato nel cinema e nella grande letteratura, il pianoforte è in fondo quello strumento che tuttə vorremmo saper suonare e che è in grado di rapire – sul palco della Scala quanto al gate di un aereoporto –  chiunque ne incontri il suono.

Per il suo irresistibile fascino, OFF TOPIC ha voluto sul palco del bistrò proprio un pianoforte e attorno al signor strumento costruisce la sua rassegna “Piano Solo” .

 

È così che sabato 14 gennaio alle ore 12.00 prende il via il primo di cinque appuntamenti musicali che porteranno sul palchetto del Bistrò di OFF TOPIC il jazz di Chet Baker ma anche  i capolavori di Debussy e di Ravel, passando per Art Blakey e Liszt. Un appuntamento al mese, un matinée che porta nel contemporaneo anche il mondo classico per far scoprire al pubblico le tante vite che la musica può avere tramite un solo e unico strumento: il pianoforte.

 

Come Consulta degli Studenti siamo stati fin da subito felici che Off Topic abbia voluto instaurare questa collaborazione. Siamo convinti che l’interazione tra il nostro Conservatorio e le realtà del territorio come Off Topic che si interfacciano in particolare con un pubblico giovane, sia innanzitutto l’occasione per avere una prima importante palestra e vetrina per tutti gli studenti che si apprestano a diventare i professionisti nel settore musicale, nonché un investimento fondamentale per non perdere la possibilità di raggiungere, incuriosire, e così formare, una platea di persone capace di apprezzare i repertori e i generi più vari e che potrà così trasformarsi nel pubblico del futuro.

 

La vita non è un problema da risolvere, ma una realtà da sperimentare”. Questa celebre frase di Soren Kierkegaard – aggiunge il Direttore del Conservatorio “G.Verdi” di Torino Francesco Pennarola –  riassume un po’ lo spirito con cui il Conservatorio di Torino entra nella programmazione di Off Topic: un luogo nato per sperimentare, per cercare di innovare le modalità di offerta culturale. Questo deve fare una Istituzione di alta formazione musicale: cercare strade per innovare i format culturali e i loro contenuti: e se a farlo sono direttamente gli studenti allora il risultato non può che essere una scommessa vinta!”

 

Le persone più attente si saranno accorte che da qualche settimana sul palco del Bistró, è apparso un pianoforte verticale. – dichiara il direttivo di OFF TOPIC – Un po’ come dentro le stazioni ferroviarie, nelle Piazze durante la Festa della Musica o dentro ai Saloon nel Far West il Bistró ancora una volta è luogo di libera espressione. Chiunque potrà salire sul palco e allietarci con un brano. A inaugurare ufficialmente il pianoforte di Off Topic non potevano che essere gli studenti e le studentesse del Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino con Piano Solo, un progetto di rete con l’accademia della musica torinese che risponde alla mission di contaminazione e sperimentazione artistica di Off Topic.

 

Per il primo appuntamento in programma sabato 14 gennaio è protagonista la giovane pianista Chiara Nicora in un concerto-lezione dedicato ai pianisti dei Jazz Messengers, storica formazione be-bop. Il repertorio è composto da composizioni originali di Horace Silver, Bobby Timmons e Cedar Walton, pianisti che hanno fatto scuola nello swing, nel be-bop e nel soul jazz.

 

CHIARA NICORA

Chiara Nicora studia pianoforte jazz al Conservatorio G. Verdi di Torino dal 2019.

Ha partecipato ai seminari di AlbisJazz e Nuoro Jazz studiando con Dado Moroni, Danny Grissett, Peter Bernstein e molti altri, vincendo una borsa di studio per merito nel 2022 per partecipare a Jazz in Marciac (Francia).

Si esibisce regolarmente nei jazz club torinesi e in festival locali come Torino Jazz Festival, Avigliana Jazz Festival, Jazz Around You, etc. con diverse formazioni.

 

Prenotazione per il brunch consigliata scrivendo al #Bistrò di OFF TOPIC su WhatsApp al 388.446.3855

 

PROSSIMI APPUNTAMENTI IN PROGRAMMA

 

Sabato 11 Febbraio alle 12.00 

Giorgia Marletta presenta Sfumature Sonore.

Embraceable you e The man I love da Seven Virtuoso Etudes – Gershwin/Wild; Sonetto 123 del Petrarca da “Années de Pèlerinage” – Liszt; “Barlumi” – Malipiero;”Images oubliées” – Debussy; “Jeux d’eau” – Ravel;

 

Sabato 18 Marzo alle 12.00 

Nicolò di Pasqua sul palco di OFF TOPIC in un grande omaggio a Chet Baker.

 

Sabato 22 Aprile alle 12.00 

Elena Tiritto è protagonista con i brani tratti da Einaudi, Yruma e Tiersen.

 

Sabato 20 Maggio alle 12.00 

Emiliano Blangero presenta alcuni brani del suo ultimo album “Moments”

 

OFF TOPIC – Hub culturale, Via Giorgio Pallavicino 35

Ideare, valorizzare, educare, diffondere e connettere: questi i principi su cui si fonda OFF TOPIC, l’hub culturale della città di Torino, progetto del Torino Youth Centre, riconosciuto dal Comune di Torino come Centro di Protagonismo Giovanile il cui direttivo è formato da Goodness Ac, Klug APS, Cerchio di Gesso.

Il Torino Youth Centre è l’associazione di secondo livello che attraverso una progettualità di rete, coordina il funzionamento, le attività e gli spazi di Via Pallavicino 35, rendendo OFF TOPIC hub culturale e sede di attività formative (corsi, workshop, conferenze) e co-working, residenze artistiche, musica live, teatro, proiezioni, reading e eventi off di rassegne cittadine, attività sociali e di promozione del territorio.

 

 

OFF TOPIC

via Giorgio Pallavicino, 35 – 10153 Torino

 

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“Non mi meritavi affatto Per niente, per niente”

Music Tales, la rubrica musicale 

 

Sai che mi hai fatto davvero odiare

Ho dovuto fermarmi prima che mi rompessi

Avrei dovuto interrompere prima

Non mi meritavi affatto

Per niente, per niente”

Al secolo Omar Apolonio Velasco, classe 1997.

Prima di trasferirsi a Los Angeles nel 2019 per concentrarsi sulla musica, Omar abitava con i genitori in Indiana. Il suo secondo nome è un omaggio al nonno e ha ispirato il suo nome d’arte.

La madre Enriqueta lavorava alla mensa della scuola elementare e il padre Roberto consegnava cibo. Entrambi immigrati, sono arrivati nel Midwest da Jalisco, Guadalajara. Nel 2009, il dodicenne Omar, il più piccolo di tre fratelli, aiutava i genitori a imparare i nomi di tutti gli Stati del Paese, così da fargli superare l’esame per ottenere la cittadinanza americana.

Omar Apollo ha avuto un percorso evolutivo artistico abbastanza lineare ma sorprendente, passando in poco tempo dall’essere un ambizioso chitarrista autodidatta, influenzato sin da bambino dall’ascolto di Brandy e Stevie Wonder e dalla scoperta delle corde in età preadolescenziale, fino a diventare una star internazionale, che forse non tutti conoscete.

Con l’esordio da indipendente, attraverso la pubblicazione di un paio di EP, “Stereo” e “Friends” del 2019, Omar ha fissato la sua caratteristica “anima da camera da letto”, che gli ha consentito di conquistare l’amore dei fan e la stima della stampa.

Nel 2020 ha pubblicato il suo progetto registrato in casa “Apolonio”, album che comprendeva collaborazioni con Bootsy Collins, DJ Dahi, Albert Hammond, Jr. e altri.

Il 2021 ha visto l’uscita di due singoli, “Go Away”, che ha eseguito in The Tonight Show con Jimmy Fallon e “Bad Life” con Kali Uchis.

Ha poi chiuso l’anno in bellezza, ricevendo la sua prima nomination ai Latin GRAMMY per la collaborazione

Te Olvidaste” con C. Tangana.

L’album di debutto Ivory lo porta a un altro livello di scrittura e della sua carriera. Oltrepassando confini di genere e barriere linguistiche, Apollo mostra una diversità musicale ancor più ricca. Dopo l’uscita del suo nuovo singolo “Invincible” con Daniel Caesar, ha pubblicato il nuovo album l’8 aprile 2022.

Da qui un estratto che mi è piaciuto particolarmente nel quale Omar Apollo rappresenta il travaglio della edificazione di un sentimento e del suo disfacimento attraverso una metafora costruttiva/distruttiva.

Evergreen il brano, ed è stato ipotizzato che la canzone parli della relazione del cantante con Frank Ocean.

Anima tormentata pure lui . . .come se nella musica ne mancassero.

Il video musicale di accompagnamento è stato presentato in anteprima il 19 novembre 2022. Raffigura Apollo su un palcoscenico in cui una casa viene assemblata solo per essere fatta a pezzi con lui nel mezzo, ma finisce per essere ricostruita alla fine.

Vi piacerà, spero, e vi riaprirà le porte di un mondo passato per le sue sonorità.

L’uomo non è fatto per la sconfitta. Un uomo può essere distrutto ma non sconfitto.”


Chiara De Carlo

https://www.youtube.com/watch?v=ixTkLjTBQyk&ab_channel=OmarApollo

 

 

scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!

Ecco a voi gli eventi da non perdere!

 

 

La stagione di Fertili Terreni Teatro riparte in grande stile

NUDI

 

La seconda parte di stagione al via l’11 gennaio

In programma altri 28 spettacoli fino a maggio

 

Da Serra Yılmaz a Shakespeare, da Giulio Regeni a Beppe Fenoglio

Opere premiate e anteprime nazionali per un calendario ricchissimo

 

 

Un Premio Ubu, Serra Yılmaz e poi tanti altri appuntamenti. La stagione di Fertili Terreni Teatro riparte in grande stile e propone una ricca programmazione fino a maggio 2023. Prosegue il percorso di Nudi, tema della stagione 2022/2023, con altri 28 spettacoli di cui 2 prime nazionali.

La nudità, intesa come stato dell’anima, è il fil rouge di un cartellone che si sviluppa fra Teatro BellarteOFF Topic e San Pietro in Vincoli Zona Teatro, luoghi nei quali il teatro contemporaneo si esprime in tutte le sue sfumature.

 

 

Gennaio: Premi UBU, Serra Yılmaz e Shakespeare

A ottobre, Fertili Terreni Teatro ha deciso di comunicare solo la prima parte di stagione. Dopo il successo di Whiskey e Soubrette, fra gli spettacoli più apprezzati del Capodanno torinese, ora si riparte da una produzione ospite. La compagnia KronoteatroPremio UBU 2022 per la curatela e l’organizzazione di Terreni Creativi Festival, produce La fabbrica degli stronzidi cui cura la regia insieme a Maniaci d’Amore, in scena l’11 e il 12 gennaio a San Pietro in Vincoli Zona Teatro. L’opera esplora, con livido umorismo, il paradigma vittimario così radicato nel nostro modo di abitare oggi: la convinzione che la colpa delle nostre sventure sia sempre di qualcun altro.

 

Dal 19 al 21 gennaio, la stagione di Fertili Terreni Teatro accoglie Serra Yılmaz, attrice prediletta di Ferzan Özpetek (di recente a Torino con un suo spettacolo), protagonista di Novelle orientali di Marguerite Yourcenar, in scena al Teatro Bellarte per la produzione di BAM Teatro. Una raccolta ammantata di poesia e struggenti racconti, tragici, mitologici, ripresi da vecchie tradizioni, apologhi taoisti, miti indù che parlano di sentimenti umani e passioni nelle loro sfumature più varie e contraddittorie, come pure del potere salvifico dell’arte.

 

Altra realtà che vanta diversi premi è Teatro delle Temperie, che con Il circo capovolto arriva a San Pietro in Vincoli Zona Teatro il 25 gennaio, per la regia di Andrea Paolucci, per raccontare due storie parallele ma strettamente intrecciate, quella di Branko e quella di suo nonno Nap’apò: due generazioni di rom in Europa.

La stessa sera, da Off Topic, il primo incontro con Shakespeare del nuovo anno, perché Sotterraneo, che cura concept e regia, propone Shakespearology, in scena anche il 26 gennaio, per incontrare il Bardo «in carne e ossa». Il primo mese dell’anno si chiude con Stramboletto, scritto e diretto da Andrea Lupo e prodotto da Teatro delle Temperie, in scena al Teatro Bellarte il 28 e il 29 gennaio. Una storia in cui la protagonista, Nina, impara ad affrontare le proprie paure.

 

 

Febbraio: da Giulio Regeni alla prima nazionale di Bull

Vanta tanti premi anche lo spettacolo La vacca di Elvira Buonocore, per la regia di Gennaro Maresca, in scena al Bellarte dal 3 al 5 febbraio. Co-prodotto da B.E.A.T. Teatro e Nuovo Teatro Sanità, è ambientato in una imprecisata periferia napoletana, dove due fratelli giovanissimi, Donata e Mimmo, si confrontano con l’inarrestabile meccanica del desiderio.

 

Nel programma di Fertili Terreni Teatro c’è un ricordo di Giulio Regeni grazie allo spettacolo RAMY. The voice of Revolution di Valeria Raimondi e Enrico Castellani, per Babilonia Teatro, prodotto da Teatro Metastasio di Prato. A sette anni dalla sua scomparsa, Regeni è messo a confronto con Ramy Essam, cantore di libertà e giustizia per il popolo egiziano. L’opera sarà in scena l’8 febbraio a San Pietro in Vincoli Zona Teatro.

La stessa sera (in scena anche il 9) debutta Il bambolo di Irene Petra Zani da Off Topic, per la regia di Giampiero Judica, un monologo sulla comica tragedia della relazione tra una Donna e un Bambolo gonfiabile prodotto da Pierfrancesco Pisani e Isabella Borettini per Infinito Argot.

L’altro debutto è Memorie di una ciciona al Bellarte dal 17 al 19 febbraio. L’opera, di e con Simonetta Guarino (autrice e comica di Zelig), per la regia di Marco Taddei, è prodotta da Compagnia Nim e ci svela che in fondo tutti, anche i più secchi, vorrebbero nella propria vita poter essere “cicioni”.

 

In prima nazionale arriva Bull (senza esclusione di colpi) di Mike Bartlett, per la regia di Angelo Scarafiotti, in cui tre giovani e spregiudicati colleghi in un’azienda d’affari – Tony, Isobel e Thomas – stanno aspettando di sapere chi di loro perderà il lavoro, ma nella lotta per la sopravvivenza non esistono colpi bassi. L’opera, prodotta da Nessun Vizio Minore, è attesa a San Pietro in Vincoli Zona Teatro dal 23 al 25 febbraio.

Il giorno dopo, 26 febbraio, debutta al Bellarte Eco nel silenzio, di e con Giorgia Brusco, produzione di Hic et Nunc Teatro che ripercorre il mito greco di Eco e Narciso creando un parallelismo con la vicenda di una coppia contemporanea. Vincitore del bando L’Italia dei Visionari 2022 e selezionato dal gruppo di visionari di Fertili Terreni Teatro.

 

 

Marzo: da Beppe Fenoglio a Sogno di una notte di mezza estate

Un grande omaggio a un grande personaggio. Arriva a Torino, dopo il debutto ad Alba dello scorso anno, Un giorno di fuoco di Beppe Fenoglio, portato a teatro dalla regia di Gabriele Vacis, con Beppe Rosso in scena, prodotto da A.M.A. Factory, in coproduzione con Produzioni Fuorivia e Centro Studi Beppe Fenoglio. L’opera, allestita per il centenario dalla nascita dello scrittore, è attesa a San Pietro in Vincoli Zona Teatro dal 2 al 5 marzo. La regia e l’interpretazione lavorano al racconto, reso integralmente, come a un grande spartito, scendendo nella vocalità delle parole per restituire il dramma collettivo di una comunità.

Torna, dal 10 al 12 marzo al Bellarte, anche l’incontro con Shakespeare, del quale va in scena Sogno di una notte di mezza estate, per la regia di Jurij Ferrini, nella traduzione di Antonio Mazzara, prodotto da Progetto U.R.T. in collaborazione con 55° Festival Teatrale di Borgio Verezzi. Una splendida favola che ancora oggi ha molto da raccontare, dove realtà e irrealtà si fondono e si confondono in una folle notte d’estate governata dal capriccio di Amore, la forza più potente e misteriosa del mondo.

 

Off Topic, dal 15 al 16 marzo, ospita #Pourparler. Un viaggio attraverso le parole di Giovanna DoniniAnnagaia Marchioro e Gabriele Scotti, prodotto da Brugole&Co. Un viaggio alla scoperta delle parole, che possono essere finestre oppure muri, possono aprire dei mondi o tenerci prigionieri.

Dal 17 al 19 marzo tocca a Cara professoressadi e con Beppe Casales, al Bellarte, un canto d’amore per la scuola pubblica. Il 18 e il 19 marzo, a San Pietro in Vincoli Zona Teatro, seguirà 1223 Ultima fermata mattatoio di e con Elisa Di Eusanio (spettacolo, vista la crudezza di alcune immagini, vietato ai minori di 12 anni). Un viaggio lucido e delicato nei segreti più oscuri dell’industria zootecnica intensiva. Un sistema che fa profitto con i corpi degli animali, senza nomi ma contrassegnati da un numero identificativo.

 

Roberto Galano dirige poi La strada di Leonardo Losavio, dove il punto è: cosa succede quando l’uomo che hai accanto, il tuo compagno di viaggio, non è chi dice di essere? L’opera, prodotta da Teatro dei Limoni, andrà in scena da Off Topic il 22 e il 23 marzo.

Seguirà un lavoro prodotto da Nutrimenti TerrestriOgni bellissima cosa di Duncan MacMillan Jonny Donahoe, con Carlo De Ruggeri, per la regia di Monica Nappo, un monologo interattivo che si trasforma in un gioioso, unico e potente inno alla vita.

Altri due spettacoli completano il programma del mese. Disprezzo della donna, in scena il 29 e il 30 marzo da Off Topic, racconta la misoginia dei futuristi e «la donna che ostacola la marcia dell’uomo». La drammaturgia e la regia sono di Elvira Frosini e Daniele Timpano, per una produzione di Gli Scarti, Frosini/Timpano – Kataklisma Teatro in collaborazione con Salerno Letteratura Festival. Seguirà, il 31 marzo (fino al 2 aprile), Abracadabra – Incantesimi di Mario Mieli, con il sostegno di Residenza Artistica Olinda e Teatro della Tosse. È il quinto e ultimo studio di Abracadabra, progetto che si propone di portare in scena la persona e il pensiero rivoluzionario di Mario Mieli allo scopo di indagare noi stessi, oggi.

 

 

Aprile: un Premio UBU e una prima nazionale «con» Camus

Miss Lala al Circo Fernando / In a room è una performance all’interno delle cripte di San Pietro in Vincoli che vede come protagonista Marigia Maggipinto, storica interprete della compagnia del Tanztheater di Wuppertal di Pina Bausch. Lo spettacolo, ideato e diretto da Chiara Frigo, sarà in scena l’1 e il 2 aprile, prodotto da Zebra Cultural Zoo.

Mariano Dammacco porta in scena invece Spezzato è il cuore della bellezza da Off Topic, il 12 e il 13 aprile, per parlare di un cosiddetto triangolo amoroso e offrire uno sguardo sull’amore nelle sue pieghe dolorose e tormentate, attraverso la convivenza di tragedia e umorismo. L’opera, prodotta da Piccola Compagnia DammaccoInfinito e Operaestate Festival Veneto, ha vinto il Premio UBU 2021 come Nuovo testo italiano/scrittura drammaturgica.

Al Bellarte, il 13 e il 14 aprile, arriva poi Il signor dopodomani di Domenico Loddo, per la regia di Roberto Zorn Bonaventura, prodotto da Teatro dei 3 Mestieri APS. Al centro c’è la storia di un uomo in frac, che parla di un lontano luogo della sua memoria. Già, ma cosa vuole davvero? Una vendetta implacabile. Lo stesso teatro, dal 15 al 16 aprile, ospita poi Radici di Elisa Terrone in arte Pinklady, prodotto da Academy of Excellence Torino. Uno spettacolo con diversi quadri che attraversano temi sociali, culturali e individuali, evidenziando anche problematiche legate alla non accettazione di sé, alla differenza di genere, ai rituali e ai costumi di differenti culture.

 

Off Topic, il 19 aprile, dà spazio a Taxi Light Vigil di Darren Donohue, per la regia e l’adattamento di Elisabetta Carosio, prodotto da Compagnia Lumen, Progetti, arti, teatro. Una commedia ironica e visionaria che non rinuncia a toccare temi delicati e invita lo spettatore a proseguire fuori dal teatro il proprio grande viaggio.

Seguirà poi, dal 20 al 23 aprileI giusti di Albert Camus, per la regia e la drammaturgia di Lorenzo De Iacovo, a San Pietro in Vincoli Zona Teatro. L’opera arriva in prima nazionale, prodotta da Crack24e si inserisce in un contesto di ricerca sul tema della rivoluzione. Cosa saremmo disposti a sacrificare per un’idea? Da questa domanda nasce la riscrittura che si allontana dal testo originale di Camus, ma lo considera un punto di riferimento del tempo che è passato e ricolloca i giovani rivoluzionari nel contesto di un piccolo paese di oggi.

 

 

Maggio: la musica per concludere

Cettina Donato al pianoforte propone One Piano Show, evento del progetto Inside_Outside in programma al Bellarte il 4 maggio. Un pianoforte al centro della tettoia di Bellarte e una selezione di brani che spaziano dai preludi di Gershwin alle composizioni della stessa Cettina Donato, Debussy, Chopin, Nino Rota e… ovviamente un pò di jazz.

Il cartellone si conclude con Decaneurone di e con Riccardo Rombi, vincitore del bando L’Italia dei Visionari 2022 e selezionato dal gruppo di visionari di Fertili Terreni Teatro. L’opera, prodotta da Catalyst e con le musiche dal vivo di Gabriele Savarese, è un viaggio comico e sensuale, sorprendente e musicale, un canto propiziatorio. Nelle musiche etniche che lo accompagnano trova la via per liberarci, attraverso il teatro, dalle nostre più profonde paure. Sarà il 6 maggio a San Pietro in Vincoli Zona Teatro.

 

 

Biglietteria ed eventi collaterali

Quest’anno, Fertili Terreni Teatro ha inaugurato la biglietteria online. I biglietti si potranno acquistare solo sul sito web www.fertiliterreniteatro.com.

Il pubblico potrà scegliere tra il biglietto intero a 11,00€ (più commissioni di servizio) o il ridotto a 9,00€ (più commissioni di servizio) riservato a studenti universitari, under 30, over 65, residenti Circoscrizione IV e Circoscrizione VII, Aiace, Abbonamento Musei Piemonte Valle D’Aosta, abbonati alle stagioni di Piemonte dal Vivo o l’Abbonamento NUDI al costo di € 21 (più commissioni di servizio). Sarà comunque mantenuto attivo il numero di telefono di front office e relazione con il pubblico per accompagnare il pubblico in questa nuova modalità di acquisto.

 

Anche quest’anno Fertili Terreni Teatro si conferma una rete di luoghi di prossimità, incontro e fermento creativo non solo per gli artisti e gli operatori culturali, ma anche per il pubblico, coinvolto in numerose attività. Sono tornate le visite guidate all’interno del complesso di San Pietro in Vincoli Zona Teatro, a cura de La Civetta di Torino, così come al Teatro Bellarte Le cene con l’artista: un’occasione di incontro e confronto unica per chiacchiere con gli artisti e le artiste dopo le loro performance, accompagnati da buon cibo e buon vino.

 

 

La rete teatrale

 

La stagione di Fertili Terreni Teatro è realizzata e promossa da A.M.A. Factory, Cubo Teatro e Tedacà. Con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando ART-WAVES. Per la creatività, dall’idea alla scena, che guarda al consolidamento dell’identità creativa dei territori attraverso il sostegno alla programmazione nel campo delle performing arts e alla produzione creativa contemporanea, unendo ricerca, produzione, offerta e distribuzione in una logica di ecosistema per rafforzare le vocazioni artistiche del territorio, Fondazione CRT, MiC, Regione Piemonte, Città di Torino e TAP – Torino Arti Performative. Alcuni spettacoli della stagione sono selezionati dal bando Corto Circuito 2022 – Piemonte dal Vivo.

La stagione ha il patrocinio della Città di Torino, della Circoscrizione 4 e della Circoscrizione 7. Si ringraziano anche tutti i partner della stagione 2022-2023: TYC, OFF TOPIC, The Goodness Factory, San Pietro in Vincoli Zona Teatro, Il Mulino di Amleto, La Civetta Di Torino, Arcigay, To Pride, Quore, Queever, Culture Politica Società, SCT – Social Community Theatre Centre, To Housing, Italia Dei Visionari, Fringe, Legambiente, Anomalia Teatro, Abbonamento Musei Piemonte e Valle d’Aosta, Ordine Assistenti Sociali Piemonte, Unione Italiana Ciechi, Aiace, Lingua Doc/Festival Pirandello, Dams, Generativa!, Wanderlust Teatro, Circle – Progetto Periferie, Underline, N3xt Stop, Graphic Days, Iaad , Didaxé, Language Aid, Fondazione Fuori Di Palazzo.

 

Fertili Terreni Teatro è un insieme di artisti e organizzatori impegnati nella promozione del Teatro Contemporaneo nelle sue diverse forme, diretto da A.M.A Factory, Cubo Teatro e Tedacà. Nato nel 2018, Fertili Terreni Teatro realizza una unica stagione teatrale diffusa e si fa promotore di una tensione artistica che, attraverso la collaborazione di tre teatri di Torino (San Pietro in Vincoli Zona Teatro, Bellarte e OFF TOPIC), genera un ambiente creativo di sperimentazione e confronto tra artisti, operatori e spettatori coinvolti in iniziative durante tutto l’anno. Tre teatri che, idealmente, tracciano un filo rosso che attraversa e lega tre zone “periferiche” della città, per creare un triangolo che determina uno “spazio” culturale e di creatività che prima non esisteva.

“Antigone e i suoi fratelli”, in scena a Moncalieri

Debutta in prima nazionale, per la regia di Gabriele Vacis, alle Fonderie Teatrali Limone, dal 10 al 22 gennaio prossimi

 

Martedì 10 gennaio prossimo, alle 20.45, debutterà in prima nazionale, alle Fonderie Teatrali Limone di Moncalieri, la pièce intitolata “Antigone e i suoi fratelli”, tratta dalla tragedia di Sofocle, di cui il regista Gabriele Vacis firma adattamento e regia.

Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Stabile di Torino, Teatro Nazionale, in collaborazione con l’Associazione culturale PEM (Potenziali Evocati Multimediali), resterà in scena alle Fonderie Limone fino al 22 gennaio prossimo.

Antigone rappresenta una figura tra le più significative della tragedia classica, forse quella che riesce ancora a parlare con forza e persuasione alla nostra contemporaneità, da sempre emblema di una gioventù consapevole, assertiva e capace di opporsi al potere  precostituito e ai compromessi.

Gabriele Vacis parte dal testo di Sofocle e dalla storia in esso raccontata, mettendo in scena una fitta rete di rimandi alla vicenda di Antigone, il personaggio che si trova alla ricerca della “sostanza pensante della fraternità”.

Antigone è, tra le figure della tragedia classica, quella che più di ogni altra riesce a esprimere con forza la nostra contemporaneità, emblema di una gioventù consapevole, assertiva e capace di opporsi al potere precostituito.

Gabriele Vacis parte dal testo di Sofocle e dalla storia in esso raccontata, mettendo in scena una fitta rete di rimandi alla vicenda di questo personaggio, alla ricerca della “sostanza pesante della fraternità”.

“Antigone e i suoi fratelli” non rappresenta – spiega Vacis – una messinscena del testo di Sofocle. Si tratta, invece, di una storia del personaggio che attraversa i tragici, da “Sette a Tebe” di Eschilo, passando ai testi Sofoclei per approdare a Fenicie di Euripide. Nelle diverse tragedie Antigone assume una diversa profondità nel rapporto con i fratelli Eteocle, Polinice e Ismene. Quello che cercheremo è la sostanza presente nella fraternità; sono molteplici le occasioni per riflettere sugli altri due pilastri della civiltà occidentale, la libertà e l’eguaglianza. E questo ha provocato guerre di cui forse abbiamo perso memoria.

I grandi tragici, attraverso la figura di Antigone, spiegano il significato di essere fratelli. Sarà la ricomposizione di fratellanza con libertà e eguaglianza a garantirci i prossimi settanta o ottanta anni di pace? “Antigone e i suoi fratelli” è uno spettacolo per giovani. I protagonisti saranno ragazzi come Antigone, Ismene, Eteocle e Polinice, alle prese con un futuro complicato.

In ordine alfabetico reciteranno Davide Antenucci, Andrea Caiazzo, Chiara Dello Iacovo, Pietro Maccabei, Lucia Raffaella Mariani, Eva Meskhi, Erica Nava, Enrica Rebaudo, Edoardo Roti, Letizia Russo, Daniel Santantonio, Lorenzo Tombesi, Gabriele Valchera, Giacomo Zandonò. Scenografia e ambienti sono di Roberto Tarasco, la pedagogia dell’azione e della relazione di Barbara Bonriposi, il dramaturg è Glen Blackhall, il suono di Riccardo Di Gianni.

 

La recita di venerdì 13 gennaio sarà soft, nel senso che si tratta di una tipologia di recita introdotta nella stagione 2022/23, realizzata in un’atmosfera più rilassata, tale da favorire la partecipazione di adulti e bambini con difficoltà di apprendimento, autistici o con disordini nell’apprendimento sensoriale. Lo spettacolo si svolgerà in una dimensione di luce più confortevole, non saranno presenti effetti strobo, le porte della sala rimarranno aperte e verranno ridotti eventuali volumi troppo alti di musiche o effetti sonori.

Gabriele Vacis è stato tra i fondatori del Laboratorio Teatro Settimo; ha scritto e curato la regia di numerosi spettacoli teatrali, ottenendo il Premio Opera Prima nel 1985 e il Premio Ubu nel 1986, nel ’92 e nel ’94 quale migliore spettacolo.

MARA MARTELLOTTA

 

Dostoevskij, Umberto Orsini e “Rifare Bach” i protagonisti della stagione del teatro Astra

La stagione del teatro Astra nel 2023 prenderà  avvio il 13 gennaio prossimo con la piece dal titolo Festen, tratto dall’omonima sceneggiatura del film danese diretto nel 1998 da Thomas Vinterberg, la prima opera aderente al manifesto Dogma 95 e vincitrice al 51esimo Festival di  Cannes del Gran Premio della Giuria presieduta da Martin Scorsese.

 

Festen rappresenta una grande sfida con un testo che, in Europa,  è ormai considerato un classico e che, in Italia, ha debuttato per la prima volta nel 2021 al Teatro Astra. Festen racconta di una grande famiglia dell’alta borghesia danese, i Klingenfeld, che si riunisce per festeggiare il sessantesimo compleanno del patriarca Helge. Alla festa sono presenti i tre figli, Christian, Michael e Helene. Momento di svolta della pièce sarà  il discorso di auguri del figlio maggiore Chistianche, una volta pronunciato, cambierà per sempre gli equilibri della famiglia. L’opera scava all’interno dei tabù più  scomodi, affrontando la relazione con la figura paterna, con la verità, il potere e l’autorità imposta. Impossibile non pensare a Amleto, alla tragedia greca e all’universo favolistico dei fratelli Grimm.

Le repliche saranno fino al 15 gennaio prossimo.

Dal 17 al 22 gennaio prossimo andrà in scena al teatro Astra la pièce tratta dal testo di Fjodor M. Dostoevskij, dal titolo “Le memorie di Ivan Karamazov” con Umberto Orsini protagonista,  insieme a Luca Micheletti. Sarà, infatti, il grande protagonista di un inedito viaggio dell’umana coscienza che non teme di affrontare tabù antichi e moderni. Ivan Karamazov è  il libero pensatore che teorizza l’immoralità del mondo e che conduce, forse inconsapevolmente, all’omicidio, l’assassinio di suo padre. Una confessione straziata e commuovente, a metà tra finzione letteraria e il dissidio pirandelliano con un personaggio che ritrova le espressioni più oscure del proprio Io. Umberto Orsini affronta questo testo per la terza volta nella sua carriera di attore, come una vera e propria linea guida e cavallo di battaglia. Dopo l’indimenticabile sceneggiato televisivo di Sandro Bolchi del 1969 e La leggenda del Santo Inquisitore del 2014, questo nuovo Karamazov rappresenta l’occasione di un confronto con la complessità di uno dei personaggi più  controversi dell’intera epopea letteraria, Ivan Karamazov, il libero pensatore, capace di teorizzare l’amoralita’ del mondo, colpevole e innocente al tempo stesso. Qui ritorna a parlare come un uomo maturo, che sente di aver esaurito il proprio compito e di dover chiarire le dinamiche dei propri delitti e castighi. Ritiene che il suo personaggio sia troppo limitato per esprimere la complessità del proprio  pensiero.Ivan si confessa e cerca di raccontare la propria storia, attraverso la ricchezza di un linguaggio immediato e penetrante, nell’avvicendarsi degli stati psicologici di una figura inafferrabile e amletica al tempo stesso.

Palcoscenico Danza, Volare Oltre, edizione 2023 sarà inaugurato con il lavoro dal titolo “Rifare Bach” della Zappalà Danza, in scena dal 24 al 25 gennaio prossimi al Teatro Astra. Al centro dell’universo coreografico il corpo con tutta la sua fragilità,  quale elemento fondante  e transito ineludibile. La bellezza del corpo dei danzatori, che si fonde alla musica di Bach, trova in questa creazione un corollario nei suoni della natura e del mondo animale. Roberto Zappalà nutre da sempre una grande ammirazione per  Johann Sebastian Bach e nella sua trentennale attività ha composto sulle note del grande musicista russo soli, duetti, trio e ensemble, tra le pagine coreografiche a lui più care.

La musica cristallina e preziosa di Bach incarna per il coreografo siciliano l’ideale di un’arte pura e “onesta”.

Le immagini bucoliche che si susseguono presentano una natura quasi da “alba dell’umanità” in cui i suoni contemporanei e la sua violenza sono ancora assenti. Poi un grido futurista crea spazi su cui riflettere e sul sentire comune. In “Rifare Bach” non è  presente alcuna drammaturgia articolata o intellettualismo, ma una stretta relazione tra l’estetica eterea della musica e quella più  carnale della danza, in un viaggio denso di poesia.

MARA MARTELLOTTA

L’integrale delle Sinfonie di Mendelsshon nella direzione di Daniele Gatti all’Auditorium RAI

Atteso ritorno a gennaio, all’Auditorium RAI di Torino, del direttore Daniele Gatti, dopo l’integrale delle Sinfonie di Brahms e delle Sinfonie di Schumann. Recentemente designato prossimo direttore musicale della Staatkapelle di Dresda, affronterà il nuovo corpus sinfonico completo di Felix Mendelssohn- Bartholdy.

I concerti all’Auditorium RAI in programma sono tre: mercoledì 11 e giovedì 12 gennaio sono previste le Sinfonie n.1 e n.3. Lunedi 16 gennaio, in serata unica fuori abbonamento, Daniele Gatti affronterà la Sinfonia n.2 detta “Lobgesang”. Il ciclo delle Sinfonie si concluderà giovedì 19 e venerdì 20 gennaio con quelle n.4 e n.5.

La programmazione delle cinque Sinfonie di Mendelssohn tutte insieme, nell’arco di due settimane, offre l’occasione di indagare l’immagine del compositore, che è considerato “il più classico dei romantici”. Composte in un arco di sedici anni, fra un’adolescenzaenfant prodige e una fiorente maturità, i cinque capolavori si collocano tra l’accettazione dei modelli storici e le sperimentazioni di forme e linguaggi nuovi, rispecchiando il passaggio di un’intera cultura, dalla Classicità al Romanticismo.

La Sinfonia n.1 in do minore op. 11 fu composta nel 1824, quando Mendelssohn aveva appena quindici anni, arrivando dopo una serie di tentativi di sinfonie per orchestre ad archi eseguite in ambito domestico. Quattro anni dopo, nel 1828, l’opera ebbe il suo battesimo a Londra con il compositore stesso sul podio. Fu uno straordinario successo.

Più che al primo Beethoven, questa Sinfonia guarda ai tardi modelli di Haydn (Sinfonia in do minore n. 95) e di Mozart (Sinfonia in sol minore K. 550). All’interno di una forma artigianale si individuano già diversi tratti personali, quali la vitalità ritmica e il trattamento dell’orchestra orientato verso timbri fiabeschi romantici nel primo movimento, l’Allegro molto. Il secondo movimento, l’Andante, si espande in una tranquilla cantilena, che si può considerare una forma di un rondò variato. Il Minuetto è ricalcato sul modello mozartiano e si ispira a una meditazione spirituale quasi religiosa. L’ultimo movimento, l’Allegro con fuoco, presenta delle correlazioni ritmiche che saranno uno dei tratti essenziali della musica sinfonica di Mendelssohn.

Subito dopo l’esecuzione di questa Sinfonia, Mendelssohn, partito per un viaggio in Scozia, tra Edimburgo e i luoghi cari a Maria Stuarda, trovò ispirazione per la Sinfonia n. 3 in la minore op. 56, detta “Scozzese”. Mendelssohn si recò in Scozia in compagnia dell’amico di famiglia Carl Klingemann, scrittore, librettista e consigliere di legazione a Londra. L’itinerario del viaggio condusse i due amici a Edimburgo, dove approdarono nel luglio del 1829 e rimasero particolarmente impressionati dall’Holyrood Palace. Il giovane Mendelssohn, ammiratore del teatro di Schiller, non poté mancare nel visitare i luoghi storici dedicati a Maria Stuarda, fra cui le rovine della cappella, dove venne incoronata la sventurata Regina. Mendelssohn abbozzò il primo tempo della Scozzese nel corso del suo soggiorno romano del 1831, contemporaneamente alla creazione dell’embrione della “Sinfonia italiana”.

L’opera sinfonica detta “Scozzese”, dedicata alla Regina Vittoria,fu terminata molti anni più tardi, nel 1842, divenendo l’ultima Sinfonia da lui composta, anche se la numerazione dell’editore non corrisponde alla cronologia delle opere, essendo la Scozzese nota come terza sinfonia. La sua esecuzione si tenne nell’estate del 1842 presso la Società Filarmonica di Londra, ancora una volta sotto la guida dello stesso compositore.

La finalità della Sinfonia era quella di rievocare atmosfere e impressioni di un viaggio giovanile in modo tale da donare unità concettuale e continuità narrativa ai quattro movimenti della forma sinfonica, Andante con moto, Allegro poco agitato, Vivace non troppo e Allegro vivacissimo.

 

A teatro la storia di una donna ciclista

Caro direttore,

segnalo ai lettori lo  spettacolo che si terrà al Piccolo Teatro Comico di via Morbarcaro 99 a Torino. È un monologo in cui racconto la vita sportiva e non di Alfonsina Morini Strada, unica donna ad avere fatto il Giro d’ Italia con gli uomini. L’avevo proposto a Vinovo e intendo raccontarlo ovunque capiterà, soprattutto per la bellezza della storia di Alfonsina citata recente dalla presidente Giorgia Meloni nel giorno del suo insediamento, o da Bolle in una prima serata in tv. Ma voglio raccontarla anche per chiedere più luoghi, vie, intestate a donne, io ho chiesto ai rispettivi sindaci di intestare a lei la costruenda ciclabile Vinovo – La Loggia. Grazie per l’attenzione,

Claudio Tartaglino 

Rock Jazz e dintorni a Torino: Steve Wynn e i Figli di Guttuso

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Martedì. Al Jazz Club si esibiscono gli Almostone. Al Blah Blah è di scena Liede.

Mercoledì. Al Jazz Club Jam session blues condotta dal chitarrista Fast Frank. Al Blah Blah si esibisce Johnny DalBasso.

Giovedì. Al Jazz Club suonano i Dionysian in versione acustica. All’Hiroshima Mon Amour è di scena Tutti Fenomeni. Al Dash si esibisce l’Ukuele Turin Orchestra. Alla Falegnameria è di scena il cantautore Renzo Rubino. All’Off Topic comincia il festival “Situazione?” con protagonisti:Jacopo Perosino, Protto e Sabrina Pallini. Al Blah Blah suona il trio Lame.

Venerdì. Al Magazzino di Gilgamesh si esibiscono gli Hot Dogs. Steve Wynn dei Dream Syndicate si esibisce al Folk Club. Al Jazz Club suona l’Om Quartet. Al Magazzino sul Po sono di scena i Senza Coloranti Aggiunti e il pisano Toru. All’Askatasuna sono di scena i Nerosud. Al Blah Blah suonano i Diplomatics. Allo Ziggy si esibiscono i Mai Mai Mai. Allo Spazio 211 sono di scena dARI e Melody Fall. Per “Situazione?” al Off Topic suonano La Trappola di Dalian, Fattosano e Baobab!.

Sabato. Da Gilgamesh si esibiscono i Freubers In The Sky. Al Blah Blah festeggiano i 35 anni di attività i Figli di Guttuso. Al Jazz Club suona il quartetto di Marco Varvello. Allo Ziggy punk con i Dick Dastardly’s preceduti dai Housebroken. Al Magazzino sul Po si esibiscono i Cazale con Monkey Sound. All’Azimut Marzio Zorio presenta il “Concerto per quattro battiti”.

Domenica. Al Jazz Club si esibiscono i Sound Remember Vaughan.

Pier Luigi Fuggetta