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Una giornata a Biella artigiana

Entriamoinbottega! 

 Sabato 5 novembre: tradizione e innovazione in un distretto a vocazione creativa

Dopo Dogliani che ha aperto i Fatti a mano Tour fuori Torino, ecco la proposta molto articolata di un tour che ci porta in un territorio ad altissima e antica tradizione artigianale, Biella e dintorni. Una tradizione di eccellenza legata alle caratteristiche del territorio che dal noto campo tessile si è andato allargando ad altri prodotti mantenendo inalterate le caratteristiche di tenacia, originalità, visione del futuro, rispetto dell’ambiente. Tutto questo apprenderemo insieme sabato 5 novembre in una giornata che siamo certe lascerà il segno.  

Programma

Ore 7,30 – punto di ritrovo in Corso Bolzano e partenza con Bus turistico e accompagnatore

Ore 9,30arrivo in Biella. Visita del laboratorio e punto di vendita Calzificio di Barbera Sandro & figli

Ore 11spostamento a Sagliano Micca con ingresso e visita guidata esclusiva del Cappellificio Cervo

Ore 13 pranzo

Ore 14,30/15 partenza per Trivero

Ore 15,30 – ingresso e vista guidata del Lanificio Ermenegildo Zegna, porta di accesso dell’Oasi Zegna

Ore 17 – ripartenza per Torino con arrivo previsto intorno alle ore 19

Quota a persona: 80 euro (su base 20 adesioni)

Nella quota di partecipazione sono previsti i seguenti servizi:

Bus turistico per transfer andata e ritorno

Accompagnatore

Assicurazione sanitario /bagaglio

– Visita del Calzificio Andrea Barbera & figli

– ingresso e visita guidata esclusiva del Cappellificio Cervo

– Pranzo (da segnalare eventuali intolleranza, allergie o         esigenze alimentari)

– Ingresso e vista guidata del Lanificio Zegna presso l’Oasi Zegna

La quota non comprende tutto quanto considerato extra rispetto al programma

Per info

Organizzazione tecnica ONEIROS Incoming By IL MONDO in VALIGIA di C. & D. Viaggi sas

per conto di

www.fatto-mano.it  

info@fatto-a-mano.it  

adelaidevalle58@gmail.com chiara.caratto65@gmail.com

Alla Prenotazione richiesto saldo di euro 80 da effettuarsi con bonifico bancario

IT42E36087016006447562123817 intestato a C & D. VIAGGI SAS DI CRISTINA MARIANI & C. CAUSALE : DOGLIANI

oppure: SATISPAY (il mondo in valigia) – o presso i nostri uffici di Via Caraglio 6 Torino

Tel 011.7732249 – Cell 3288811318
www.oneirosviaggi.itwww.mondoinvaligia.itFb e Instagraminfo@mondoinvaligia.it

Al momento dell’iscrizione si prega di fornire copia della carta d’identità e del codice fiscale

LE ISCRIZIONI SONO APERTE E SI CHIUDERANNO IL 2 novembre:

PENALI DI ANNULLAMENTO: 100% della quota di partecipazione per chi annulla dopo il 2 novembre

L’Eurovision come scacchiere geopolitico

L’Eurovision, che ha acceso i riflettori mondiali su Torino nei mesi scorsi, rappresenta da sempre un’occasione irripetibile per comprendere l’Europa, le sue radici e le sue tensioni. Ecco un’analisi dell’evento che esula dal puro spettacolo. 

Anche se conosciuto come un evento musicale e sociale, le sue conseguenze sono strettamente connesse agli eventi di geopolitica. Infatti, esso è nato nel 1956 con lo scopo di consolidare l’unione dei popoli europei dopo laSeconda Guerra Mondiale. Nonostante si celebri la musica come strumento di dialogo tra i popoli, l’Eurovision Song Contest, ha da sempre un ruolo strategico nello scacchiere geopolitico di alleanze, contraddizioni e conflitti tra i Paesi europei partecipanti. Infatti, nel corso degli anni, l’Eurovision è stato considerato come un palcoscenico ideale per far prevalere il proprio soft power. Facendo valere le singole posizioni dei Paesi all’interno del salotto europeo, dai Paesi scandinavi e quelli balcanici post-disfacimento jugoslava a quelli l’area post-sovietica.Sebbene il regolamento vieti di inserire messaggi politici nei testi delle singole canzoni, il divieto è stato più volte infranto, come recentemente è successo quest’anno con la canzone dell’Ucraina. Oltre all’esclusione della Russia dall’evento da parte dell’European Broadcasting Union, –che organizza l’evento – 24 ore dopo l’invasione dell’Ucraina. 

SOFIA SCODINO

Cristina Sartorio: “Medicina Estetica e Social, quale rapporto?”

Il noto medico chirurgo estetico torinese seguitissima sul web riflette sulle linee guida per una sana relazione biunivoca corretta tra due mondi entrambi dalle grandi potenzialità.

“L’importante è esserci”, teorizzava nel secolo scorso, prima dell’avvento della grande rivoluzione digitale, Marshall McLuhan, illuminato pensatore e sociologo canadese. Un assunto, questo, che vale anche per la moderna medicina estetica, sempre più presente su social network e new media.

Strumenti sempre più impiegati dai volti noti della medicina e chirurgia dedicate alla bellezza che appaiono di frequente in tv, adoperandoli anche per l’autopromozione e il lancio di nuove metodologie, approcci e prodotti, anche editoriali, pronti a sbarcare in pompa magna nel grande mercato del benessere.

Ma quali sono, in realtà, i presupposti da tenere ben presenti quando ci si affida al mondo di internet per scegliere un professionista cui affidarsi?

Per Cristina Sartorio, affermato e stimato medico chirurgo estetico torinese con studio a Torino (in Corso Ferrucci, 73) e a Santa Margherita Ligure (entrambi tra i più avanguardistici nel Belpaese) distintasi in Italia per una formazione olistica completa a 360° sul benessere psicofisico della persona vista nel suo insieme, “E’ importante discernere in primis tra la voglia di apparire e quella, invece di comunicare. Il medico riveste sempre un ruolo delicato e superpartes, dal quale va escluso ogni mero coinvolgimento formale e a sé stante dell’ego. Importante, inoltre, anche considerare modalità e linguaggio: è bene semplificare concetti complessi per renderli alla portata di tutti, ma nel pieno rispetto della terminologia e dei parametri di una comunicazione sempre e solo comunque di natura scientifica anche nella forma, oltre che nella sostanza.

Perché, per Cristina Sartorio, fortunata autrice del bestseller ‘La Bellezza dell’Imperfezione’ (Edizioni HCA), titolare ed ideatrice anche della raffinata linea cosmeceutica ‘CriSkin – Sartorial Skincare’ (più informazioni su www.criskincosmeceutical.it), Il consiglio primario è di porre attenzione sempre sulla proattività e la propositività del messaggio: il medico corretto non invita all’azione in quanto tale, ma offre una panoramica la più esaustiva possibile sulle più attuali, moderne e comprovate opportunità di cure e trattamenti disponibili per le varie necessità patologiche ed estetiche. Sottolineando altresì come sia importante il ruolo imprescindibile dell’anamnesi individuale di ciascun soggetto: per il quale la prima visita dev’essere sempre per lo più approfondita e dettagliata sia sul versante fisico che su quello propriamente psichico ed emotivo.

E questo proprio perché il vero benessere, ancor prima di essere esteriore e quindi visibile e condivisibile, è un fatto propriamente endogeno. “Un elemento che nasce altresì dall’accompagnamento a una profonda conoscenza interiore derivata dalla certezza assoluta che il miglioramento, oggettivo e misurabile, programmato e fattibile, è sempre ottenibile. Concludo invitando a valutare anche la coerenza e la relativa continuità del medico con gli strumenti informativi a sua disposizione, comprese piattaforme come ad esempio Linkedin cui è possibile ritrovare i curricula specifici e aggiornati dell’iter formativo ed esperienziale insieme di ciascun professionista. Inclusa anche la periodicità degli aggiornamenti dei contenuti sui vari canali disponibili e l’attualità degli stessi in linea con i trend del momento storico corrente, con ampio sguardo a come la medicina estetica viene a parità di trattamento affrontata anche nel resto del mondo”.

Tutte le informazioni sul sito www.cristinasartorio.com e sulla Pagina Facebook Medicina Estetica Cristina Sartorio e su Instagram al profilo @dr.cristinasartorio.

Scrittura ribelle: arriva l’anti manuale per scrivere bene

Mercoledi 26 ottobre, alle 18.30, l’autrice presenterà il volume edito da Hoepli alla Feltrinelli di Piazza Cln. Moderano: Marta Pettolino e Domitilla Ferrari.

Molti hanno un libro nel cassetto, sognano di pubblicarne uno o forse lo hanno già fatto. Di sicuro, nell’era dei social, siamo tornati alla scrittura. Scriviamo su Facebook, contribuiamo alle discussioni sull’argomento del giorno, ci indigniamo, litighiamo, postiamo le nostre foto su Instagram e le corrediamo di aneddoti, storie, racconti più o meno lunghi.

Sono persino nate nuove professioni, figure che scrivono per conto terzi, che gestiscono le pagine social di enti, aziende, vip o politici. Li chiamano social media manager. Ma si parla anche di content writer, ghost writer, copy writer. E se serve un aiutino per migliorare nella scrittura, ecco che il mercato editoriale ci offre corsi e libri. Manuali, per la precisione. Chi vi scrive però si è imbattuta in un qualcosa che sembrerebbe l’esatto opposto. Il titolo è “Scrittura Ribelle. Antimanuale di scrittura creativa” di Ella Marciello, direttrice creativa, copywriter e communication strategist. La casa editrice è Hoepli e mercoledi 26, alle 18.30, il libro verrà presentato alla Feltrinelli di Piazza CLN.

Ho fatto due chiacchiere con l’autrice per cercare di capire di cosa si tratta.

Ella in che senso “antimanuale”?

Nel senso che di manuali per imparare a scrivere sono piene le librerie e in un’epoca in cui chiunque sembra avere la guida definitiva per ogni cosa, la cosa migliore mi sembrava quella di sedersi un momento e fare una specie di re-start.

Questo saggio non ha la presunzione di insegnare regole, ma modi di essere rispetto al mestiere stesso di scrivere. Insomma, è tutto ciò che non dovrebbe essere un prontuario: fisso, immutato, valevole per ogni persona.

E poi nella forma: a metà tra un saggio, un’autobiografia, un paper. Tocca ambiti insoliti (la musica rock, il punk, l’arte performativa, la riscrittura) e si interroga sull’essere umano scrivente e su come diventare un essere umano scrivente migliore.

Insomma, se i manuali ti sembrano tutti uguali e una sequenza di regole da tenere a mente, da questo anti manuale ti puoi portare a casa un approccio diverso non solo allo scrivere in sé, ma allo scrivere “in te”. Qualcosa di connaturato con la tua esperienza di vita. Perché scrivere è solo una delle forme del creare e non credo sia possibile “impacchettare” la creatività senza pensare a cosa ci muove, a cosa ci affama, a chi siamo e a cosa facciamo nel mondo.

 

 

Questo libro è solo per gli addetti ai lavori, ossia coloro che scrivono per mestiere?

È pensato per chi scrive per mestiere e per chi vorrebbe. Per chi ha sempre scritto ma non ha mai pubblicato. Per chi sta per scrivere qualcosa di nuovo. Tutto ciò che vediamo, da uno spot pubblicitario, un cartellone, un post social, da una sceneggiatura a un volantino o una newsletter fino ad arrivare ai libri, è scritto da qualcuno. Certo, sono scritture differenti con obiettivi differenti ma hanno il loro comune denominatore: comunicare, arrivare a un pubblico definito.

 

 

Oggi si sta molto attenti quando si scrive di tematiche LGBT o che possono sfociare nel body shaming, nel sessismo. Ma non è che scrivere sta diventando un campo minato?

 

Si dovrebbe stare molto attenti sempre, quando si decide di scrivere. Perché l’atto dello scrivere implica quello più esteso di creazione della realtà: quando uso le parole per descrivere o immaginare do un senso molto alto alla mia creatività. Decido consapevolmente di operare delle scelte, dando vita a questo o quello scenario, prediligendo questa o quella prospettiva.

Non si scrive mai a cuor leggero benché si possa scrivere con molta leggerezza, senza opprimere chi legge. Chi ha paura di incappare in body shaming o nel sessismo, insomma, chi teme il famigerato “politically correct” e si trincera dietro al “non si può più dire niente” sta semplicemente ammettendo di occupare e di aver occupato una posizione di privilegio (perché poter condurre il dibattito e decidere chi possa esser oggetto di oppressione- anche linguistica o narrativa- è avere in mano un potere enorme, decidere in sostanza le sorti di chi è altro da te) e che quel privilegio ha paura di perderlo.

Scrivere non è un campo minato, è un campo esteso in cui convivono tantissime soggettività. E scrivere senza ledere la dignità di nessuna soggettività è una sfida che si può vincere solo con una postura di un certo tipo: comprendendo che non siamo noi il centro del mondo.

Oltre a incappare in una valanga di insulti quando si scrive toccando le corde sbagliate, quali sono oggi i rischi di comunicare male sui social? 

 

Qui si aprirebbe una parentesi grandissima che ha due scenari differenti: comunicare come utente o comunicare come marchio. Di nuovo, che tu sia una persona o un’azienda devi tenere a mente la responsabilità che le tue parole hanno, chi vanno a toccare, quali immaginari decidono di aprire, consapevolmente o meno.

Usiamo le piattaforme social come amplificatori del nostro sé e questo non è sbagliato a prescindere ma le conseguenze sono diverse, perché diversa è la moltitudine di persone che puoi raggiungere. Saperlo, fa tutta la differenza del mondo.

E credo dovremmo investire qualche minuto ogni volta che ci accingiamo a scrivere qualcosa e farci alcune domande: posso urtare la sensibilità di qualcuno? Quali conseguenze possono arrecare le mie parole? Sto raccontando tutta la storia o deliberatamente uso il mio scrivere per generare sdegno, indignazione o fomentare sentimenti d’odio? Non fa differenza che tu usi i social per svago o per lavoro perché essere online non è un via libera all’esternazione dei nostri istinti più beceri. Tendenzialmente, se mi trovassi in difficoltà a comunicare un mio certo pensiero nei modi, nei toni e nelle argomentazioni in una conversazione di persona, perché dovrei farlo attraverso un mezzo digitale?

Per una ecologia comunicativa, varrebbe la pena ripartire da qui.

E se non sono in grado di comunicare senza ferire, qualche domanda su me stesso o me stessa sarebbe ora di farsela.

 

 

 

Confesso, ho mentito quando ho detto che ho intervistato Ella Marciello per sapere di cosa tratta il suo libro. Io l’anti manuale di Scrittura Ribelle l’ho già letto. Si tratta di un testo da leggere, rileggere e da mettere in pratica. Numerosi sono infatti gli esercizi proposti.

Samuel Beckett ha cercato in tutti i modi di farci capire che siamo perché comunichiamo. Oggi, con i social, assistiamo a un’ondata di scrittura di ritorno come non succedeva da decenni. E allora forse siamo ciò che scriviamo, per tanto vale la pena porre l’attenzione su come lo facciamo, senza mai dimenticare quello spirito di ribelli che accompagna i curiosi, i creativi e i rompiscatole che vogliono cambiare il mondo.

 Lori Barozzino

L’antologia di Lingua Madre

«Quando parla, tutto acquisisce nuove possibilità, tutto cresce» scrive Diana, che si immerge con la nonna in un rituale mattutino, semplice e potente al tempo stesso, tra poesia e fisicità. Dragana ritrova il legame privato con l’Est in un’altra donna straniera. Karima, Manal e Larissa vestono i panni delle proprie madri, di cui descrivono il coraggio, le paure ma soprattutto la speranza.
Racconti evocativi, intimisti, colmi di tenerezza ed energia, a tratti trasgressivi. Al centro donne di ogni età, con i loro corpi, in un gioco di relazioni affettive vitale e gioioso. La scrittura si fa fiume e scorre lungo una genealogia femminile universale, che accoglie esperienze di vita fatte di solidarietà, relazione, ma anche di erotismo, libertà, desiderio d’appartenenza. Perché “straniere si diventa”, ne sono consapevoli le protagoniste delle storie di questa antologia, che trasformano l’esperienza migrante in un dato di consapevolezza e di forza propositiva, soggettiva e sociale. E la nostalgia che a tratti compare si fa memoria, mai interruzione, e apre al futuro. Ricominciare: da un bignè confezionato con le proprie mani, da un fiore che cresce nonostante tutto o dalla lingua, materia viva che si fa docile al desiderio. Così si restituisce senso alla propria storia, aprendo la strada al riconoscimento, accorciando le distanze.

Esposizione delle fotografie selezionate XVII Concorso Lingua Madre – Premio speciale Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, a cura di Filippo Maggia.

Tra le proiezioni della serata: booktrailer del volume Lingua Madre Duemilaventidue e puntata speciale Spazio Libero – Rai 3 dedicata al Concorso Lingua Madre.

Candiolo, nuovi spazi e crescita della qualità per lo sviluppo dell’istituto

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FONDAZIONE PIEMONTESE PER LA RICERCA SUL CANCRO

Presentato il Bilancio Sociale e di Sostenibilità (dati 2021). Investiti 18 milioni in ricerca e cura. In fase avanzata i lavori del nuovo Onco-Lab,

primo edificio del Cantiere Candiolo.

Operativo il servizio di Hospice “Monviso; in arrivo due nuove modernissime Tomotherapy. L’Istituto ha ottenuto la certificazione di Comprehensive Cancer Center”, attestazione che lo posiziona fra i Centri leader a livello europeo.

Candiolo, 24 ottobreUn Istituto che cresce nei suoi spazi – per curare sempre più persone e nel modo migliore – e nella qualità della ricerca e della cura. È questa la fotografia dell’Istituto di Candiolo IRCCS che emerge dal Bilancio Sociale e di Sostenibilità (dati 2021) della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro.

La presentazione del documento è un importante momento di confronto con gli stakeholder, per raccontare quanto è stato fatto, quanto si sta facendo e quali sono i progetti futuri. Quest’anno in un formato inedito, tutto digitale, trasmesso sui canali del Gruppo Gedi. La giornalista scientifica Daniela Minerva ha intervistato alcuni dei protagonisti: il Presidente della Fondazione Allegra Agnelli, il Direttore Gianmarco Sala, il Vicedirettore scientifico dell’Istituto di Candiolo – IRCCS Vanesa Gregorc e il Direttoredel Dipartimento Chirurgico Felice Borghi.

 “Attraverso i numeri del Bilancio – ha affermato Allegra Agnelli– raccontiamo la dedizione, l’umanità e la competenza delle oltre settecento persone che, ogni giorno, si impegnano nelle attività dell’Istituto. Candiolo non può fermarsi perché deve sempre migliorare per rimanere un’eccellenza italiana e internazionale, per essere attrattivo per i ricercatori di tutto il mondo e stimolarea tornare anche quelli che hanno lasciato lItalia”.

Durante la presentazione del Bilancio, Allegra Agnelli ha anche sottolineato: “Sappiamo di avere al nostro fianco una straordinaria comunità che ci ha sempre supportato. Ed è con questo spirito che abbiamo avviato nel maggio 2021 il cantiere dell’importante piano di sviluppo dell’Istituto, nuove aree da mettere a disposizione di tutti coloro che vi lavorano, dei pazienti e delle persone a loro vicine”.

Assieme al Direttore Sala, le telecamere sono entrare nel primo degli edifici in costruzione del Cantiere Candiolo, l’Onco-Lab. Quasi mille metri quadrati di superficie distribuiti su tre livelli,che ospiteranno laboratori dotati di nuove tecnologie, in cui i ricercatori lavoreranno per la messa a punto di nuove soluzioni farmacologiche, elaborate e testate su linee di cellule tumorali create per le attività di laboratorio. Ulteriori spazi sono dedicati alla diagnostica per immagini. I lavori procedono speditamente e termineranno nei primi mesi del 2023. Nei lotti successivi sono previsti una Biobanca, edificio che raccoglie e conserva i tessuti biologici nell’ottica di future terapie oncologiche, una Protonterapia, trattamento radioterapico molto avanzato, un Poliambulatorio, nuovi spazi destinati alla formazione, alla didattica e a servizi di foresteria per pazienti e familiari. In tutto 26 mila metri quadrati, che vanno ad aggiungersi ai 56 mila esistenti.

Il 2021 è stato un anno importante per la Fondazione: in particolare perché sono partiti i nuovi lavori di sviluppo dell’Istituto e abbiamo messo a disposizione il servizio di Hospice Monviso. La spinta ad andare avanti – ha detto Sala arriva dalle tantissime persone che ci sostengono, in particolare da quelle che hanno deciso di destinare a noi il loro 5X1000: nel 2021 sono state ben 262.248 le firme”. Cui si aggiungono le donazioni dirette (8.500 delle quali attraverso i nuovi canali digitali, Internet e Facebook), i fondi raccolti con la partecipazione ad eventi sul territorio (importante il ruolo delle 26 delegazioni), i lasciti e i legati: “18 milioni di euro investiti nella ricerca e nella cura, oltre a quelli destinati all’avvio del cantiereLa generosità è il tratto distintivo la storia di Candiolo, che ne ha consentito lo sviluppo e il miglioramento continuo. Sono inoltre in arrivo due nuove tomotherapy di ultima generazione, per un investimento di 7 milioni di euro”.


LA RICERCA

La Fondazione ha finanziato importanti progetti e assunto nuovi ricercatori, italiani e internazionali: nel 2021 erano 259 le persone impegnate nei 38 laboratori, che lavorano su studi che interessano tutte le patologie tumorali, collaborando anche con i più importanti centri a livello mondiale. La misura del grande lavoro svolto è data dai lavori pubblicati, che sono stati 309, dalle citazioni (12.800) e dall’impact factor, l’indice che esprime l’impatto di una pubblicazione sulla comunità scientifica, salito a 2,9. L’abbinamento fra la ricerca preclinica traslazionale e l’attività clinica assistenziale, le ricerche finalizzate a ottimizzare la diagnostica, gli studi per predisporre lo sviluppo di nuove cure ci hanno consentito di ottenere la certificazione di “Comprehensive Cancer Center”, attestazione che posiziona il nostro Istituto fra i Centri leader a livello europeo”, ha affermatoVanesa Gregorc, Vicedirettore scientifico dell’Istituto di Candiolo-Irccs. Nel 2021 ha aggiunto abbiamo sviluppato, in particolare, le ricerche nell’ambito dell’immuno-oncologia, dei vaccini, del potenziamento del sistema immunitario e della genomica”.

LA CLINICA

Nell’assistenza clinica il personale impiegato è di 503 unità. Anche nel corso del 2021 l’Istituto, malgrado la dilagante pandemia da SARS -CoV-2, ha mantenuto elevati volumi di prestazioni. Quelle ambulatoriali sono state 1 milione e 347 mila, 8.200 i pazienti ricoverati, 1.220 quelli trattati con tecniche di radioterapia. I protocolli e gli studi sperimentali attivi sono 170. Inoltre, è stato inaugurato il nuovo Hospice Monviso. Per quanto riguarda la chirurgia, a Candiolo sono attive sei sale operatorie, una delle quali “multimediale”: “Qui si adottano – ha spiegato Felice Borghi, Direttore del Dipartimento Chirurgicotecniche mininvasive con la laparoscopia e con il robot, grazie all’ uso di immagini tridimensionali e quadridimensionali. Un tipo di chirurgia che nei tumori del colon retto copre armai più dell’80% degli interventi. Con i protocolli di riabilitazione rapida i pazienti si riprendono in tempi stretti e ciò consente, fra l’altro, migliori risultati oncologici protratti nel tempo.

Caffè teatrale: il carcere e la città

Il 26 ottobre 2022 Università, Istituzioni e società civile si incontrano per riflettere insieme, in un gioco di provocazioni e suggestioni poetiche, sulla sanzione penale e sulla relazione tra carcere e città. Il tutto si concluderà con il caffè.

 

Ne parleranno al Caffè Teatrale:
Claudio Sarzotti – Professore di Sociologia del diritto dell’Università di Torino
Davide Dutto – Presidente dell’associazione Sapori Reclusi
Rita Monica Russo – Provveditore regionale amministrazione penitenziaria
Alberto Anfossi – Segretario generale della fondazione Compagnia di San Paolo
Monica Cristina Gallo –  Garante dei diritti delle persone private della libertà personale della Città di Torino
Giovanna Pentenero – Assessora della Città di Torino con delega ai rapporti con il sistema carcerario
Cecilia Blengino – Professoressa di Sociologia del diritto dell’Università di Torino
A condurre l’evento la compagnia Teatro e Società che utilizza una forma di intrattenimento chiamato “teatro conferenza” per sensibilizzare il pubblico su temi complessi. Il Caffè teatrale ispirato a questo format alternerà momenti di conferenza, pieces teatrali, musicali e di danza e, per finire, un momento di dibattito sulle sollecitazioni ascoltate nei diversi interventi.

Con: Elisabetta Baro, Franco Carapelle, Diego Coscia, Luca Scaglia, Margherita Data-Blin, Cristiano Lo Mele, Lorenzo Giorda; e con la partecipazione delle studentesse e degli studenti del laboratorio Teatrale “ForJus Forum

 

ORARIO: dalle ore 17:00 alle ore 19:00

DOVE: Aula Magna del Campus Luigi Einaudi (Lungo Dora Siena, 100A – Torino)

Per partecipare è necessario iscriversi al link:
https://forjusforum.it/evento/caffe-teatrale-il-carcere-e-la-citta/

Gli 80 anni del Cardinale Ravasi

Il cardinale Gianfranco Ravasi , biblista di fama internazionale, ha compiuto ottant’anni. Non ho visto particolari articoli su di lui in occasione dell’importante compleanno perché il Cardinale è intramontabile e non dimostra affatto gli anni.

Con i suoi studi e con la sua divulgazione anche televisiva ha contribuito a formare una coscienza religiosa nuova ed antica nello stesso tempo. Con il Cortile dei Gentili ha avviato un dialogo fecondo con i non credenti senza voler convertire nessuno , ma aprendosi al dialogo con tutti. Il cardinale e’ il punto più alto a cui è giunto il post- concilio voluto da Papa Giovanni e concluso da Paolo VI. La sua e’ una cultura che sa parlare a tutti ,riuscendo ad avvicinare alla Sacra scrittura anche i lontani. Ho avuto occasione di conoscere il Cardinale e di collaborare con lui. E’ stata un’esperienza importante della mia vita. A lui devo anche il mio ritorno alla pratica religiosa come una mia liberissima scelta. Buon compleanno, Cardinale, con l’augurio di rivederci presto.

Pier Franco Quaglieni

CoNNGI al lavoro per scuola, cultura, sport, partecipazione

Si è svolto a Casale Monferrato, in data 11 ottobre 2022, all’ Istituto Superiore Cesare Balbo l’incontro con Si Mohamed Kaabour, presidente del CoNNGI, il Coordinamento Nazionale Nuove Generazioni Italiane a cui ho presenziato.

Il Coordinamento è presente in 13 città italiane, 41 paesi nel mondo, parla 33 lingue e si occupa di scuola, lavoro,cultura, sport, partecipazione, cittadinanza attiva, cooperazione internazionale. Collabora con Enti pubblici, Organizzazioni internazionali, Società civile, Sindacati, ONG. L ‘organizzazione nasce a Roma quale risposta alla cecità politica, che fatica a riconoscere e valorizzare la pluralità italiana, che oggigiorno si staglia sui volti di giovani dalle differenti origini, ma che condividono un attaccamento all’Italia, in quanto paese natale o di crescita. Mette insieme associazioni radicate sul territorio, dal Piemonte alla Sicilia, collocando in primo piano il protagonismo di giovani italiani, con background migratorio, decisi ad affermare e far riconoscere la loro appartenenza all’Italia. Il CoNNGI vuole essere soggetto rappresentativo della pluralità italiana, nei diversi tavoli istituzionali ed Inter istituzionali, nazionali ed internazionali. L’organizzazione prende le mosse nel 2014 grazie ad una Call del Ministero delle politiche sociali e del Lavoro. E’ stato un percorso in cui si è avuta conferma che grazie alla loro sensibilità e dedizione, spesso sono le persone a far davvero la differenza. Il 13 ottobre 2017 è stata presentata a Roma, nella sede di OIM Italia, la nuova Associazione di Promozione Sociale Coordinamento Nazionale Nuove Generazioni Italiane. Si Mohammed Kaabour, nella sua lunga conferenza al Balbo, ci ha raccontato della sua difficile vita da immigrato dal Marocco, della sua travagliata strada per l’integrazione, fino alla cittadinanza conseguita e all’entrata in ruolo come docente e consigliere comunale a Genova nelle file del PD.Un percorso fatto di anni di sacrifici e dura gavetta. Un modello di vita per ogni immigrato, che oggi anche attraverso l’ausilio della sua organizzazione umanitaria, voglia vivere e lavorare nel nostro paese.
Il CoNNGI si impegna e lavora per promuovere un nuovo approccio alle politiche di inclusione e partecipazione, più efficace e che risponda ai reali bisogni delle nuove generazioni, per costruire e consolidare percorsi di dialogo, confronto e collaborazione, con istituzioni e organizzazioni.

Aldo Colonna

Qui di seguito il link con le associazioni aderenti al CoNNGI:

https://integrazionemigranti.gov.it/it-it/Altre-info///id/57/Le-associazioni-del-CONNGI

Orientamento scolastico: porte aperte al Plana

È arrivato il momento per gli studenti delle terze medie di scegliere la scuola superiore e il primo passo è, sicuramente, quello di informarsi.

Al Plana di Torino sono attivi 4 indirizzi:
LICEO SCIENTIFICO OPZ. SCIENZE APPLICATE
ODONTOTECNICO
OTTICO
MANUTENZIONE E ASSISTENZA TECNICA

Per conoscere meglio l’ offerta formativa è possibile partecipare agli OPEN DAY e ai numerosi SALONI DELL’ORIENTAMENTO nei quali saremo presenti. Tutte le date e le iniziative sull’orientamento vengono continuamente aggiornate sul  sito e sui  canali social https://linktr.ee/IIS_Plana.

Per qualsiasi altro dubbio scrivere a orientamento@plana.edu.it