Ho avuto modo, in più occasioni anche su queste pagine, di descrivere il fenomeno della pornografia online ed i rischi ad essa connessa, almeno per chi assiste.
Quando guardiamo un film, sia esso un poliziesco, un comico o una commedia sentimentale, sappiamo che la finzione, gli accorgimenti tecnici consentono scene altrimenti irrealizzabili, narrazioni altrimenti impossibili; nel mondo del porno, al contrario, si è indotti a prendere per buono tutto ciò che vediamo, a desiderare di ripercorrere gli stessi passi degli attori, con tutto ciò che ne deriva.
Chi vive il mondo del cinema a luci rosse racconta che un film viene, spesso, realizzato in giorni e giorni di lavoro, non soltanto per il montaggio, l’audio, ecc ma soprattutto perché alcune scene devono essere ripetute più e più volte, lo stato psicofisico degli attori può non essere ideale e, soprattutto, difficilmente alcune attrici potrebbero sottoporsi a tour de force reali come quelli ripresi nel film.
Da qui nasce l’illusione, per gli spettatori, che quanto vedono sia la realtà, che gli accoppiamenti siano reali e che le performances degli interpreti siano vita ordinaria.
Se questo è già di per sé dannoso per la psiche, specie per gli adolescenti, l’avvento della pornografia online, reperibile senza controlli, gratuitamente, anche da scuola ha ulteriormente aggravato il problema.
Chiunque abbia visitato anche sommariamente alcuni siti porno si sarà reso conto di come sia facilissimo non soltanto passare da un film all’altro, ma anche da un genere all’altro; in tal modo il cervello viene raggiunto da una quantità enorme di informazioni in rapidissima sequenza, alcune anche contrastanti tra di loro (dalla sottomissione alla dominazione, per esempio) con il risultato che, giorno dopo giorno, ci convinciamo inconsciamente che quella sia la realtà.
Inevitabile, perciò, che quando ci si trova a vivere nella realtà quella situazione, quando si ha un partner in carne e ossa l’approccio possa essere problematico: ansia da prestazione, disfunzione erettile in agguato, alcool per abbattere le inibizioni assunto in eccesso, situazione reale limitativa rispetto al catalogo visionato in rete portano a vere e proprie cilecche da parte del donatore.
In un articolo di alcuni mesi fa ho trattato il tema della pillola azzurra, dove l’età del richiedente è sempre più bassa (siamo intorno ai 20 anni): come sempre nella civiltà occidentale, anziché rimuovere la causa (sindrome metabolica, THC in dosi da cavallo, alcool come fosse acqua, vita sedentaria, ecc) si cerca di attenuare i sintomi, pensando che sildenafil o tadalafil siano farmaci privi di effetti collaterali.
L’isolamento cui i giovani si sottopongono sia individualmente che socialmente (senza arrivare ai casi limiti di hikikomori, che ho trattato qui l’anno scorso) accentua ancor più questa difficoltà a relazionarsi, anche in senso sessuale, con i partners al punto che oggi gli adolescenti non cercano, ed in alcuni casi evitano, il contatto con loro coetanei e così peggiorano giorno dopo giorno tale situazione.
Anche 50-60 anni fa la pornografia era tra i desideri di ogni ragazzo (e, in modo minore, anche ragazza) ma se non era possibile sfogliare una rivista, pazienza; la ricerca del contatto umano era, in ogni caso, nella testa di tutti noi, si cercava in mille modi di agganciare una ragazza, di ottenere un suo telefono o almeno sapere dove abitasse.
La tendenza attuale, invece, è realmente contronatura perché venendo a mancare l’interesse per il sesso viene meno anche quello per la procreazione, portando la specie ad estinguersi.
Genitori che non si accorgono di come i figli vivano da disadattati, una società che non si preoccupa per il proprio futuro ed una politica sorda (e cieca) ai mutamenti sociali hanno portato a questo stato di cose.
In controtendenza si osserva la prostituzione dove professioniste e prestatrici d’opera saltuarie (solo a Torino hanno stimato circa 15 mila mercenarie) permettono a caro prezzo di ripetere le scene dei film: rapporti non protetti, gang bang, gay/lesbian, threesome, bdsm e molto altro; è evidente che in tal caso l’impossibilità di chiedere al coniuge quelle prestazioni trovi soddisfacimento nel sesso a pagamento.
Come ho più volte detto, però, il rischio è di contrarre una ITS (infezione a trasmissione sessuale) dimenticando, sull’onda dell’emozione, le più banali regole igieniche.
Sergio Motta
Per alcuni i dubbi restano a tutt’oggi e saranno, anch’essi, probabilmente occasione di dibattito nel corso della presentazione del podcast “Gli sconfitti” che si terrà (nell’ambito della Rassegna “Bellezza tra le righe”) domenica prossima 28 luglio, alle 18, negli storici Giardini di “Casa Lajolo” a Piossasco. Podcast dove la storia di Edoardo è certamente fra quelle di maggior rilievo e interesse proposte e raccontate dallo scrittore Alessio Cuffaro (fra i fondatori della Casa Editrice “Autori Riuniti”) e il regista Igor Mendolia, moderati dal giornalista Sante Altizio.
Oltre ad Edoardo Agnelli, protagonisti de “Gli Sconfitti” sono la fotografa-bambinaia americana Vivian Dorothy Maier (1926 – 2009) esponente di spicco della “street photography” scomparsa in assoluta povertà e diventata celebre solo dopo la morte (capita spesso ai grandi!) grazie al ritrovamento, da parte di un rigattiere e collezionista d’arte, di ben 200 casse di cartone contenenti – una fortuna! -centinaia di negativi e rullini ancora da stampare; l’ex calciatore, allenatore e scrittore Carlo Petrini (1948 – 2012), fra i primi ad essere invischiato nella stagione 1979 – ’80 (dopo una brillante carriera arrivata ai vertici con il Milan di Nereo Rocco, 1968- ’69) nello scandalo del “calcio-scommesse” che gli procurò una squalifica di tre anni e sei mesi, seguita poco dopo dal ritiro dai campi e dall’avvio di una “società finanziaria” risultata in breve disastrosa, tanto da indurre Petrini a rifugiarsi in Francia, dove visse per alcuni anni nel completo anonimato, fino al ritorno in patria e alla dolorosa scomparsa, seguita alla pubblicazione di due libri, “Nel fango del dio pallone” e “Il calciatore suicidato”, in cui indagò sulla misteriosa morte del calciatore del Cosenza, Donato Bergamini; l’attore americano Matthew Langford Perry (1969 – 2023) reso celebre soprattutto dalla serie televisiva “Friends”, diverse nomination agli “Emmy Award”, ma pericolosamente rotolato, fin dall’adolescenza, in un precipizio fatto di abusi d’alcol e sostanze stupefacenti, perverse compagne di vita che Perry raccontò nel libro “Friends, amanti e la Cosa terribile” e che lo portarono alla morte nella sua casa di Los Angeles, dove fu trovato privo di vita, a soli 54 anni, nella vasca idromassaggio nell’ottobre dell’anno scorso.




