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Prime lauree telematiche all’Università di Torino

Le prime lauree magistrali si sono tenute in modalità telematica per 33 studenti del Dipartimento di Psicologia dell’ateneo

Fino al 27 marzo saranno interessati 204 studenti nel solo Dipartimento di Psicologia.

Il calendario delle prove finali proseguirà in tutti i 27 Dipartimenti di UniTo e riguarderà  2.500 studenti. Commenta  il rettore Stefano Geuna : “la macchina organizzativa ha funzionato grazie anche a supporto tecnico e assistenza con uno staff attento e premuroso. Siamo consapevoli che il momento della laurea costituisca per i laureati e le famiglie un momento dal forte valore simbolico. Abbiamo quindi in programma di mettere in atto, non appena sarà possibile iniziative di condivisione. L’università è una grande squadra capace di dare il meglio di sé anche in situazioni di emergenza”.

Giocare nel verde pubblico sarà più bello con Iren

La prima area ad avviare la riqualificazione sarà quella del Valentino, a seguire partiranno tutte le altre. Tutti gli interventi sono indirizzati ad aumentare l’accessibilità e la sicurezza delle attrezzature

UNDICI AREE GIOCO E FITNESS NEI PARCHI CITTADINI SARANNO RIQUALIFICATE 

Grazie al contributo di Iren, che ha sponsorizzato gli interventi, il Servizio Verde Pubblico della Città riqualificherà nei prossimi mesi 11 aree gioco e fitness in diversi parchi e giardini. È prevista la sostituzione di attrezzature obsolete o vandalizzate con nuovi attrezzi e giochi e la riparazione della pavimentazioni antitrauma. La prima area ad avviare la riqualificazione sarà quella del Valentino, a seguire partiranno tutte le altre. Tutti gli interventi sono indirizzati ad aumentare l’accessibilità e la sicurezza delle attrezzature.

In diverse aree gioco (Parco del Valentino, Giardino Fausto Coppi, Parco Colletta, Parco Crescenzio, Parco Caduti nei Lager Nazisti) verranno installati a titolo sperimentale in città dei giochi musicali, un’assoluta novità che, si confida, piacerà ai piccoli cittadini.

Questo l’elenco degli interventi:

  1. Parco del Valentino, area gioco e area fitness viale Ceppi, sostituzione giochi e riparazione pavimentazione
  2. Parco Cavalieri di Vittorio Veneto (piazza d’Armi), area gioco lato corso Monte Lungo/corso IV Novembre, sostituzione giochi obsoleti e riparazione pavimentazione
  3. Parco Ruffini, riqualificazione percorso ginnico
  4. Parco della Pellerina, riqualificazione percorso ginnico
  5. Parco della Tesoriera, area gioco, riparazione trenino e pavimentazione, aggiunta nuovo gioco
  6. Parco Vallette, area gioco, sostituzione giochi e pavimentazione
  7. Strada comunale del Villaretto, area gioco, sostituzione pavimentazione
  8. Parco Suor Michelotti, Giardino Fausto Coppi, sostituzione giochi e miglioramento pavimentazione
  9. Parco Colletta, area giochi via Carcano, sostituzione giochi e riparazione pavimentazione
  10. Parco Crescenzio, area giochi via Nievo, sostituzione giochi
  11. Parco Caduti nei Lager Nazisti, area giochi, sostituzione giochi e miglioramento pavimentazione.

Periodicamente, la Città di Torino ricerca sponsor per la valorizzazione, la manutenzione e la promozione delle sue aree verdi, giardini e parchi, comprese le aree gioco, gli spazi dedicati ai cani, ma anche la sistemazione di arredi, la cura di fontane e impianti di irrigazione, il potenziamento delle aree fiorite.

Attraverso un “Avviso di ricerca sponsor”, che prevede scadenze mensili per poter presentare una proposta, i soggetti interessati possono contribuire alla cura del verde e del paesaggio urbano.

 

(foto Mario Alesina)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cisl Scuola: “Se Conte vuole governare ricominci dalla scuola”

I sindacati hanno scritto al premier Giuseppe Conte prima dello  sciopero del 6 marzo, a tutela dei diritti e della dignità dei lavoratori della scuola, soprattutto dei precari.

Un esercito di 185 mila persone, ultimo anello di una catena logora che si regge grazie anche all’indispensabile apporto di insegnanti con contratti a tempo determinato, in molti casi ultradecennali, che rivendicano un percorso che li avvii finalmente alla stabilizzazione…

 

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La bozza di decreto e il segreto d’ufficio violato

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Il fatto che sabato sera a partire dalle 22  su internet circolasse, scritta   su carta intestata della Presidenza del Consiglio, una bozza di decreto relativo alle restrizioni legate all’emergenza Coronavirus in Lombardia e in altre 14 province italiane, appare un qualcosa di davvero allarmante 

Chi ha fatto uscire  dal Consiglio dei Ministri questa bozza ha commesso non solo una leggerezza, ma credo anche un reato. Su materia tanto delicata doveva esserci l’assoluto segreto d’ufficio da parte dei ministri e dei funzionari di Palazzo Chigi.
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 E’cosa che non ha precedenti, se  non nell’8 settembre 1943, quando Badoglio ,dopo aver firmato l’armistizio, lasciò senza ordini l’Esercito e si mise in salvo. Per  tutta la giornata di domenica i divieti non sono fatti rispettare perché sono mancati gli input necessari. Forse neppure stamattina le autorità saranno  in grado di far rispettare  le regole fissate sabato notte. Questa fuga di notizie ha comportato l’assalto ai treni nella notte di sabato a Milano e partenze in auto senza controllo con gravissimo, probabile  danno alla incolumità dei cittadini.
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Qualcuno dovrà risponderne e non basta che il Presidente del Consiglio Conte si rammarichi di questo fatto che rivela l’assoluta inadeguatezza istituzionale di qualcuno. L’emergenza richiede servitori dello Stato capaci e fedeli. Chi non è all’altezza non può e non deve restare. La Magistratura dovrebbe aprire un’indagine per risalire ai responsabili. Questo richiede una democrazia che non abbia derogato alle regole di fronte all’emergenza. Si tratta di regole elementari che sono indispensabili soprattutto nell’emergenza. C’è chi ha parlato alto tradimento, non senza fondamento. Sicuramente emerge in modo chiaro che c’è gente nella cabina di comando  non all’altezza di una nazione, diventata  purtroppo sempre di più un paese sgangherato e non affidabile. Non è certo il momento delle critiche ingenerose, ma qui si tratta di una verità evidenziata dallo stesso Presidente del Consiglio nella sua dichiarazione ufficiale. E questa verità esige un chiarimento. Gli stessi giornalisti avrebbero dovuto astenersi dal dare notizie, attingendo ad una bozza provvisoria.Ancora una volta l’ufficio stampa di Palazzo Chigi  non ha saputo svolgere il suo compito istituzionale. Nei momenti di pericolo e soprattutto in quelli si verificano  le virtù e i limiti delle persone. Oggi appare in tutta evidenza.
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Gli statisti da troppo tempo non ci sono più. Oggi mancano  in larga misura anche i politici con un minimo di qualità. E troppi giornalisti, soprattutto televisivi, tendono a spettacolarizzare un dramma che va affrontato con responsabilità  e pacatezza. Dobbiamo comunque  essere noi Italiani  ad essere  migliori della nostra  classe politica. Occorre prudenza,  senso civico, responsabilità. Bisogna mobilitarci contro il virus,rimanendo o diventando  disciplinati. Se non basterà l’autodisciplina, occorrerà più rigore. Imposto con l’autorità dello Stato a tutela  della salute e della vita degli italiani. Chi non capisce queste cose,si merita i politici che abbiamo,ma io spero e ritengo che la maggioranza degli Italiani sia meglio di chi di governa.
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Sicuramente non è  possibile fare appello al senso patriottico, come ritiene  illusoriamente Ernesto Galli della Loggia, perché la Patria è morta  a causa dell’ individualismo asociale di tante generazioni di Italiani che hanno cancellato la conoscenza stessa  della storia. Sarebbe stato importante fare appello all’amor di Patria, ma nessuno ha avuto il coraggio di richiamarsi a quel valore considerato per troppi decenni come un retaggio retorico sorpassato e improponibile.
scrivere a quaglieni@gmail.com

Piccole-grandi storie di donne torinesi

Viene  inaugurata domenica 8 marzo la mostra “Torino e le donne. Piccole e grandi storie dal Medioevo a oggi” con oltre 250 fotografie e documenti che illustrano le battaglie politiche e sociali (il diritto di voto, la parità sul lavoro, la guerra, la Resistenza…)

Ma vengono ricordate anche le donne nell’arte e nella letteratura, nella famiglia e nella scuola, nello sport e nello spettacolo, o ancora le cittadine onorarie, tra cui Liliana Segre e il premio Nobel Rita Levi-Montalcini.

Nella seconda metà del secolo scorso inizia il percorso che porta l’emancipazione femminile dalla teoria alla partecipazione di massa. Una lotta, quella delle donne, condotta in modo nuovo e autonomo, al di fuori della tutela dei partiti tradizionali, collegata a precise rivendicazioni che, partendo dal quotidiano, hanno dato concretezza all’azione e coinvolto l’intera società.

La mostra si basa su piccole e grandi storie dell’universo femminile che, partendo dal Medioevo, si soffermano in modo particolare sul Novecento.

L’esposizione viene inaugurata, non a caso, l’8 marzo, festa della donna, per raccontare vicende e persone che hanno contribuito, spesso nell’ombra, alla conquista del diritto di contare a pieno titolo.

Inoltre, nel quarantennale della morte di Erminio Macario e nell’anno in cui Torino è Città del Cinema, un’ampia sezione fotografica è dedicata alle artiste torinesi del cinema, della televisione, del teatro e della canzone, da Isa Bluette a Vera Carmi, da Giovanna Scotto a Margherita Bagni, da Rita Pavone a Luciana Littizzetto, da Maria Teresa Ruta a Carla Bruni e Valeria Bruni Tedeschi, giungendo infine alle stelle lanciate da Macario di cui l’attore è stato pigmalione: Wanda Osiris, Sandra Mondaini, Marisa Del Frate, Lauretta Masiero, Isa Barzizza e Margherita Fumero, per citarne soltanto alcune.

Inaugurazione domenica 8 marzo dalle ore 14 alle ore 19. Ingresso gratuito

INFO: 011.01131811

Archivio Storico della Città di Torino

via Barbaroux 32

8 marzo – 25 maggio 2020

dal lunedì al venerdì 8.30-16,30

Ingresso libero. Chiuso festivi

L’era del cialtrone bianco

PAROLE ROSSE  di Roberto Placido / La bella canzone del maestro Franco Battiato mi ha fornito l’ispirazione per il titolo di Parole Rosse di questa settimana relativa al periodo che stiamo vivendo a causa dell’epidemia del Coronavirus o Covid19 che dir si voglia. Stiamo assistendo, in una situazione di vera emergenza, ad alcuni comportamenti, da parte di chi ha la responsabilità ai vari livelli e nei vari settori chiamati a gestire il problema, che non avremmo voluto vedere, leggere o sentire.

In una “hit parade” al contrario oppure in testa ad una “schif parade”. Al primo posto, incontrastato, troviamo il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana con quell’incredibile video dove maldestramente cerca di infilarsi una mascherina medica. Mi sono chiesto cosa hanno fatto di male i lombardi, oltre a votarlo, per subire una scena del genere?! Video che ha fatto il giro del mondo, di tutte le principali televisioni, giornali e siti. Un danno miliardario incalcolabile all’economia della Lombardia e dell’Italia.

Ha incominciato a prendere plasticamente forma l’inadeguatezza della classe politica italiana. Bisogna considerare che l’avvocato Attilio Fontana si trova alla guida della regione economicamente e finanziariamente più forte d’Europa con una percentuale di PIL (prodotto interno lordo) più grande di diversi stati europei. Gli ha fatto subito eco, in un ideale pareggio destra-sinistra, Luca Ceriscioli, insegnante, Presidente della Regione Marche che incurante delle decisioni del governo e delle indicazioni e nonostante la fase iniziale e la distanza dai principali focolai dell’epidemia, tutti nel nord Italia, chiudeva le scuole marchigiane. E’ evidente che l’essere un’insegnante diventa un’aggravante ed ha pesato, sciaguratamente di più, la prossima scadenza elettorale. Nell’olimpo di questa infame classifica un posto lo prende anche il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia, ex ministro dell’agricoltura e considerato uno dei più capaci amministratori leghisti, immaginate gli altri, con le dichiarazioni sui cinesi che non si lavano e mangiano i topi e sul nostro “primato” nell’igiene della persona. Sarà stato per quello che i nostri cugini francesi, ai quali spesso facciamo notare la mancanza dai loro bagni domestici di uno degli accessori atti all’igiene personale, hanno risposto con quel vergognoso servizio televisivo di Canal+ sulla pizza corona con “bieco” pizzaiolo che prima di infornarla aggiunge un catarrotico sputo. Le dichiarazioni di Zaia hanno creato frizioni con la Cina e altri danni economici incredibili in una situazione sempre più difficile in un paese fermo e, oramai, in recessione. A poco sono servite le successive scuse. Come si dice dalle sue parti “peggio il tacon del buso” (il taccone peggio del buco). Zaia avrà avuto un rigurgito di campanilismo in ossequio ad uno dei detti più conosciuti di una delle più importanti città venete, Vicenza, ed ai suoi cittadini definiti “magna gatti”. Qui si affonda nella leggenda, fine ‘600, con la città colpita dalla peste portata dai topi e Venezia che manda in soccorso un esercito di topi. Debellata la peste per risolvere il problema della sovra popolazione felina, si dice, che li mangiarono e da questo il detto. Ma tornando al problema Coronavirus, è evidente la frammentazione delle istituzioni, con troppe competenze tra i vari livelli ed un’assenza di una catena di comando chiara.

 

Un comportamento del governo, bulimico nelle dichiarazioni ed esternazioni, a zig zag passando da un rigore di facciata, all’inizio della vicenda, con la chiusura dei voli diretti dalla Cina, quando la maggior parte arrivavano, con voli con scalo intermedio, invece della quarantena. Quarantena che, perfida rivincita, impone oggi la Cina a tutti gli arrivi dall’Italia. Con una Protezione Civile debole e tentennante. Per non parlare della telenovela partite di calcio della serie A, a porte chiuse, aperte, a metà, e non per la serie B-C-D ecc. Andate a vedere un video di una partita interna del Benevento, attuale capoclassifica della serie B, per capire la densità di presenza di tifosi. Piccola parentesi calcistica, un sistema che vale il 2% del nostro PIL non può essere lasciato in mano a, quando va bene, dei dilettanti. Poi la vicenda scuole e tutto il resto. Prepariamoci ad affrontare il picco di contagiati-malati-decessi, come dicono gli esperti, che se smettessero di litigare, in qualche caso, sarebbe meglio. Speriamo che trovino quanto prima, un anno? il vaccino e proviamo a mantenere la calma, rispettare le minime regole di igiene e di una prudente socialità. Gli esempi sarebbero, purtroppo, talmente tanti che bisognerebbe fare alcune puntate ed è meglio che mi fermi qui. Alcune riflessioni finali, molti hanno scoperto l’importanza della sanità pubblica e lo straordinario livello di chi ci lavora. La scarsità, dopo decenni di tagli dissennati sia da parte di giunte e governi di destra che di sinistra, dei posti letto negli ospedali ed in particolare quelli di terapia intensiva. La scarsità di adeguati fondi alla Ricerca e di tanti, troppi, ricercatori quarantenni da sempre precari. La scomparsa dei “NO VAX”, non se ne trova uno nemmeno a pagarlo. Ma su tutto, fino ad ora, ha stupito positivamente la compostezza, della stragrande maggioranza degli italiani, nell’affrontare serenamente, con compostezza, questa straordinaria emergenza. A parte la fantasia, che ha scatenato una circolazione di vignette e frasi esilaranti, che aiuta ad affrontare con un po’ di leggerezza una fase molto difficile, gli italiani si dimostrano, se mai ce ne fosso stato bisogno, molto meglio di chi li rappresenta.

Tempi difficili. Non è facile vivere senza rinunciare a pensare

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Gli italiani sono persone, non sono la massa  acritica cinese. Certo l’emergenza sanitaria ha un’assoluta priorità rispetto a tutto. Primum vivere deinde philosofari dicevano i latini e non a caso sono state colpite le istituzioni culturali e non, ad esempio, le palestre. Le prime chiuse e le seconde aperte, non si sa bene perché 

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Prima bisogna vivere o anche solo sopravvivere! Questo aspetto e’ assolutamente prioritario. Ma ci sono segni anche preoccupanti di una democrazia declinante che dovrebbero preoccuparci. L’affluenza al voto è stata a Roma di  poco più del  17 per cento. Una percentuale irrisoria che in altri tempi  avrebbe consigliato al vincitore di rinunciare al seggio per la scarsa rappresentatività elettorale. La democrazia è  infatti partecipazione, ma oggi gli italiani scelgono la cautela e quindi non vanno a votare.
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Malgrado il rinvio del referendum, che il governo non voleva rinviare, temo che le percentuali di partecipazione al voto regionale in Veneto e Liguria possano anch’esse ridursi ulteriormente rispetto al passato recente, quando comunque i votanti  si erano già  abbastanza ridotti. Il fatto che le due Camere si siano date un calendario di apertura di un solo giorno di riunione settimanale, riservata ai casi urgenti, dà il segno di un’emergenza democrazia piuttosto vistosa. Ci sono qua e là segni di conformismo ,di autocensura e forse anche di censura. Mi riferisco alla satira che in Francia è giunta a svillaneggiare la pizza e l’Italia alle prese con l’epidemia, ma solo a quella. Sul  Coronavirus non si scherza, ma sotto altri punti di vista la satira non dovrebbe di per sé  avere  dei limiti. Eppure il buon gusto e la responsabilità personale di chi fa satira dovrebbero prevalere. Vecchie discussioni, già legate alla satira  latina da Lucilio ad Orazio, che ritornano come nel caso drammatico di Charlie Hebdo ormai dimenticato  Ma non è solo questione di satira. La responsabilità richiama ad un dovere molto strano in democrazia, quello di evitare i dissensi e le polemiche che sono  invece il sale della democrazia. L’emergenza può sospendere il diritto al dissenso? E’ una domanda sulla quale bisogna riflettere. La polemica astiosa, la battuta avvelenata dalla faziosità va  sicuramente bandita ,ma il ragionamento pacato di chi si sente titolare del proprio cervello  va rispettato, anzi va considerato importante.
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Certi discorsi volti a zittire  io si sentii durante il rapimento  e il delitto Moro. Per fortuna fu una stagione breve e il dibattito riprese. Certo l’esempio cinese di vietare, di imporre, di ordinare si fa strada di fronte ad un virus che uccide. L’esempio del medico  cinese che avrebbe voluto dare l’allarme, arrestato e morto drammaticamente, resta l’emblema tragico di un regime totalitario che ha sposato un liberismo economico senza regole, ma resta tiranno. In Cina le persone singole non contano,conta la massa  acritica e forse neanche quella rispetto ad una oligarchia onnipotente che governa con il bastone, senza neppure far intravvedere la carota. In Italia va salvata la vita delle persone che tali debbono rimanere, sempre secondo i principi irrinunciabili della Costituzione.
Senza drammatizzare, con senso di responsabilità e  con la dovuta deontologia professionale la libera stampa deve essere libera di scrivere liberamente . Il triplice riferimento alla libertà non è una ripetizione fortuita, ma è voluto e indica una strada da percorrere sempre e comunque.
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Bisogna essere disciplinati, seguire le indicazioni che ci vengono impartite, ma non bisogna mai rinunciare al proprio spirito critico. Arriverei persino a citare Voltaire che pur  tra grandi grandi contraddizioni personali  ha testimoniato il valore della tolleranza, senza la quale il libero pensiero non può essere esercitato. Il timore di morire non deve renderci barbari. L’ esempio cinese attuale  appare, ai nostri occhi di occidentali nutriti di storia, di cultura  e di libertà, storicamente “barbaro“ , malgrado una remota, grandissima civiltà  cinese, addirittura precedente alla nostra. Ma certo il Primum vivere…  resta pur sempre un grande insegnamento della nostra cultura classica. Ed  è facile comportarsi di conseguenza. Molto più difficile vivere senza rinunciare a pensare.
scrivere a quaglieni@gmail.com

Eventi sospesi ma Polo del ‘900 e Museo della Resistenza aperti

Rimane aperto al pubblico il Polo del ‘900 (tutti i giorni dalle ore 9 alle 21, domenica dalle ore 9 alle 20) ma sospesi tutti gli appuntamenti in programma fino al 3 aprile

Garantite, invece, le funzioni ordinarie di biblioteche, sale lettura e Museo Diffuso della Resistenza, nel rispetto delle disposizioni in vigore.

In particolare, slittano a data da destinarsi tutte le iniziative previste per marzo. Un mese ricco di appuntamenti che avrebbe visto prendere avvio progetti di punta della programmazione 2020 del Polo del ‘900. Posticipato il progetto dedicato alla condizione femminile Donne, genere e generazioni; il Festival Settimana del Lavoro dedicato al mondo del lavoro e della formazione; la mostra Ritratti di cinema con le fotografie degli addetti ai lavori nelle sale cinematografiche piemontesi e il Festival G-days, organizzato dai ragazzi del progetto 900Giovani che avrebbe dovuto chiudere il mese. Rimandato anche Archivissima, il Festival degli archivi in partenza il 3 aprile, al Polo del ‘900.

 

Prorogata al 15 marzo, invece, la mostra “Biblioteca di Mario Lattes” che rimane aperta ad accesso gratuito, tutti i giorni, dalle 10 alle 19.30. Visitabile anche l’allestimento permanente del Museo Diffuso della Resistenza, da martedì a domenica ore 10 – 18, giovedì ore 14 – 22.

“Nonostante il periodo di incertezza in cui ci troviamo, il Polo del ‘900 rimane vivo e attivo – dichiara Alessandro Bollo, direttore del Polo del ‘900 – Stiamo lavorando per riprogrammare e non perdere nessuna delle iniziative che avevamo in calendario a marzo. Anzi stiamo mettendo a punto nuove idee per alleggerire questo periodo di tensione che divulgheremo nei prossimi giorni. In più, sono disponibili più di 100 mila contenuti digitali nella nostra piattaforma digitale 9centRo per chi vuole studiare e approfondire e abbiamo appena lanciato un sondaggio online che permette la scelta fra alcune protagoniste femminili distintesi come giornaliste, artiste o imprenditrici cui verranno dedicati dei laboratori di lettura”.

 

Monopattini, la carica degli 86 mila

In città si aggirano più o meno spericolatamente ottantaseimila utenti, con  una media di 3200 viaggi al giorno e circa 15 tonnellate di CO2 risparmiate, 2,5 km per utente, per un totale 448 mila km percorsi 

Sono  i dati dei primi 3 mesi del servizio di monopattini elettrici in sharing a Torino. Qui operano  7 gestori, quattro dei quali con  500 mezzi come  tetto massimo indicati dal bando comunale, gli altri tre gestiscono dai 280 ai 400 mezzi. L’assessora alla Mobilità Maria Lapietra ha annunciato anche modifiche al bando in base alle novità del  decreto Milleproroghe. Saranno realizzate aree con divieto di sosta per i monopattini in sharing nelle piazze auliche e nelle zone con affluenza pedonale molto elevata, lungo il Po, oltre a specifiche aree di sosta, con premialità per i clienti che le useranno.  Ad oggi sono iscritti  alle app 86 mila utenti dei quali il 22% donne.

“Marzo delle donne” in Cascina Roccafranca

In occasione dell’8 marzo, la Cascina Roccafranca propone un piccolo calendario di eventi organizzato dallo Spazio Donne. Il “Marzo delle Donne 2020” si terrà dal 6 al 19 marzo presso il  culturale e ricreativo situato in via Rubino 45 a Torino. Ingresso gratuito

 

ATTENZIONE: l’inaugurazione della mostra e la mostra stessa sono annullati, mentre gli altri appuntamenti si svolgeranno regolarmente

 

6 – 13 marzo   ANNULLATO
Mostra “Lavori in corso…collettivi d’arte”.
Mostra di quadri sulle donne e il lavoro eseguiti dai gruppi di pittura “Acquerello, olio e peperoncino”, “Artisti in erba”, “Kappartè – Sportidea”, “Pittori Valentino

6 marzo ore 18 ANNULLATO
Inaugurazione mostra “Lavori in corso…collettivi d’arte”
con la partecipazione del coro “Les chanteurs Union des Amis” del Folk Club di Torino

8 e 9 marzo a Torino
Sciopero femminista globale
per rifiutare la violenza di genere in tutte le sue forme. Per informazioni sul programma delle due giornate:
https://nonunadimeno.wordpress.comfacebook.com/nonunadimenotorino/

12 marzo ore 18
Nell’ambito di LeggerMente
, progetto di promozione della lettura, presentazione del libro “Tina Anselmi” con la presenza dell’autrice Marcella Filippa

19 marzo ore 21
Le streghe della notte
. Spettacolo teatrale sulla storia di un gruppo di aviatrici volontarie russe che durante la Seconda Guerra Mondiale pilotarono piccoli e pericolosi aerei in spericolate missioni contro i nazisti. A cura di Ars in Corde – Lo Scatolino

INGRESSO GRATUITO

A cura di Spazio Donne Cascina Roccafranca , Gruppi di pittura della Cascina Roccafranca, Ars in Corde – Lo Scatolino

 

Per info: Cascina Roccafranca, via Rubino 45 – Torino

tel. 011 01136250 – www.cascinaroccafranca.it