Le sanzioni “di regime” e le libertà

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / A Torino i vigili urbani hanno multato un barista perché ha consegnato a mano due bicchierini di caffè a persone in attesa di entrare al Monte  di pietà che sta drammaticamente tornando all’ordine del giorno  perchè la pandemia ha creato uno stuolo consistente di nuovi poveri in assenza di provvedimenti adeguati da parte del Governo Conte 

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La ratio di questa multa non c’è perché il barista vendeva due caffè da asporto sulla strada. Ma c’è un episodio ancora più grave che lede l’articolo Costituzionale di manifestare.
Un gruppetto di proprietari di ristoranti milanesi si è radunato con mascherina e a debita distanza per manifestare la tutela del loro diritto a riaprire i propri esercizi che rischiano il fallimento, coinvolgendo i propri dipendenti che da due mesi sono senza lavoro e senza cassa integrazione . Non voglio sostenere la tesi di aprire l’11 o il 18 maggio. Posso anche accettare, se motivata, la data del 1 giugno. Ma colpire con una multa individuale alta i singoli ristoratori manifestanti, accusati di assembramento appare non tanto  l’applicazione di una norma dei tanti e a volte contraddittori decreti del Presidente del Consiglio, ma la lesione del diritto costituzionale a manifestare che in  un una democrazia e’ intangibile. Non si tratta di assembramento sedizioso in nessun modo,  ma una manifestazione di libertà. Quella multa puzza di regime. Infine leggo che un figlio che accompagnava in macchina  il padre invalido in ospedale, e’ stato anch’esso multato. Questi sono episodi gravi, direi intollerabili  E lo sono ancora di più se constato,scrivendo sul mio balcone di casa, che ci sono persone senza mascherina che circolano tranquillamente  senza problemi. Ieri ho incontrato sull’ascensore di casa mia una sconosciuta senza mascherina  e guanti. Mi sono fatto la scala a piedi  dopo averle detto che il suo comportamento era lesivo del mio e nostro diritto alla salute. Resta infine il problema delle seconde case che restano proibite, anche qui un’altra lesione al diritto di proprietà. E si rasenta il ridicolo vietando ad esempio le case sulla riviera ligure ai piemontesi  senza giustificati motivi. L’Italia per fortuna nostra non è uno stato federale, ma uno stato unitario  dove non esistono confini regionali e meno che mai governatori come negli Usa. Non  consentire  di andare a casa propria  è un arbitrio intollerabile. Per combattere il virus occorre fermezza e intransigenza, ma anche intelligenza politica ed equilibrio.
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Scrivere a quaglieni@gmail.com
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