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Oggi si vota (ma in Svizzera)

Oggi domenica 29 novembre in Svizzera si vota per due importanti referendum.

Il primo introduce la responsabilità delle aziende per le conseguenze sociali e ambientali delle loro attività economiche nel mondo, il secondo vieterebbe i finanziamenti ai produttori di armi in qualunque parte del globo terrestre. Per far passare entrambe le iniziative servirà la maggioranza dei votanti e dei 26 cantoni. Spetterà poi al Parlamento elaborare delle legislazioni dettagliate per attuare quanto deciso dal voto. A differenza di altri referendum,questa volta chi sostiene i cambiamenti proposti si è mobilitato attivamente: si tratta di una novità e di un grande segnale che potrebbe influire sull’affluenza. In Svizzera, ogni anno,si vota sempre per referendum di portata nazionale,europea e mondiale.I  cittadini svizzeri ed in generale tutti i cantoni che compongono la piccola nazione, sono sempre coinvolti dal governo nazionale, in quanto ritenuti fondamentali per la partecipazione attiva nella legislatura vigente. Un grandissimo esempio di democrazia, civiltà e partecipazione. Perchè non farlo anche in Italia?

Vincenzo  Grassano

Uncem e Federfarma per le aree montane

Nelle aree montane stiamo assistendo da anni a un costante spopolamento causato, tra l’altro, dalla mancanza di servizi essenziali.

#Federfarma e #Uncem – Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani – stanno lavorando per invertire questa tendenza
mantenendo i servizi essenziali come sanità, scuola, trasporti.

“La farmacia vuole continuare ad essere fulcro della rete di assistenza sanitaria territoriale, offrendo servizi altamente professionali,
che rispondano ai nuovi bisogni di salute del cittadino”, annunciano le due realtà associative.
#FarmacieRurali #ServiziInFarmacia

ll Sabato Salvacibo in  23 mercati anche a Collegno e Nichelino

“Il mercato porta bene” è stato il leitmotiv di sabato 28 novembre nei mercati torinesi nel terzo Sabato Salvacibo, l’iniziativa promossa e supportata dalle principali realtà del Terzo Settore che a Torino sono attive per contrastare lo spreco di cibo e l’emergenza alimentare in atto. Per l’occasione il numero dei mercati coinvolti si estende arrivando a 23 coinvolgendo anche i mercati di Collegno e Nichelino. In ogni mercato le “pettorine rosse” raccoglieranno eccedenze e donazioni di ortofrutta e pane, ridistribuendolo principalmente in loco dopo la chiusura dei mercati.

Durante l’ultimo sabato sono stati 19 i mercati dove si è svolta l’azione di recupero del cibo toccando quota 2600 i chilogrammi di cibo ridistribuito. L’iniziativa intanto ha superato i confini regionali e già dallo scorso sabato è sbarcata a Milano.

“Grazie al supporto dei volontari la città riesce sempre ad essere in prima linea per raggiungere chi ne ha bisogno – ha esordito Alberto Unia, assessore all’Ambiente del Comune di Torino-. Sprecate il cibo è sempre spiacevole, e se può essere utile recuperarlo per chi ne ha bisogno in un momento così difficile è nostro dovere farlo”.

“Per il primo ‘sabatosalvacibo’ – continua Paolo Hutter, presidente dell’Associazione Eco dalle Città – è già previsto il recupero in 15 mercati. È un record: non risulta che sia mai stato fatto in una città, né in Italia né altrove. Noi faremo lavorare tutti i collaboratori Ecomori e Sentinelle di Eco dalle Città. Con la collaborazione dei volontari abbiamo raggiunto 23 mercati e con l’aiuto degli ambulanti si possono raccogliere quantità apprezzabili. Le persone del quartiere vengano senza problemi a condividere l’ortofrutta recuperata, spargano la voce. Questa è anche una azione ecologica”.

Alla chiamata hanno risposto anche gli ambulanti dei mercati della Città di Torino. “In questa fase di nuova crescita del contagio – dice Alessandro Munari, segretario torinese della Federazione Italiana Venditori Ambulanti – le differenze sociali sono destinate ad aumentare e non fanno eccezione, purtroppo, numerosi cittadini che frequentano solitamente i nostri mercati. Fiva ha quindi deciso di aderire e di supportare il progetto di recupero di generi ortofrutticoli, ancora commestibili ma non più vendibili, che invece di essere buttati saranno distribuiti gratuitamente a chi ne ha bisogno. Lanciamo – conclude Munari – un appello per sensibilizzare gli operatori di ortofrutta che lavorano nei mercati perché possano contribuire mettendo da parte i prodotti non più vendibili, consegnandoli agli attivisti e volontari, che indosseranno pettorine rosse e saranno forniti di DPI e guanti”.

I mercati coinvolti sabato 28 novembre:

– Corso Taranto /ore 13.00; Piazza Barcellona /ore 14.00 (nuovo orario); Piazza Benefica /ore 14.00; Casale-Borromini /ore 14.00; Crocetta /ore 15.00 (nuovo orario); Borgo Campidoglio /ore 15.30; Nuovo Orario Don Grioli /ore 16.00 (nuovo orario); Piazza Madama /ore 16.00; Via Porpora /ore 16.00; Piazza Santa Giulia /ore 16.00 (nuovo orario); Corso Palestro /ore 16.30; Corso Chieti/Belgio /ore 17.00; Corso Cincinnato /ore 17.00; Borgo Vittoria /ore 17.00; Corso Brunelleschi /ore 18.00; Piazza Foroni /ore 18.00; S. Rita-Sebastopoli /ore 18.00; Via Onorato Vigliani /ore 18.00; Corso Racconigi /ore 18.30; Corso Spezia /ore 18.30; Piazza Dante Torello a Collegno; Nichelino e Milano al mercato di via della Rondine.

Il Sabato Salvacibo è una iniziativa di Eco dalle Città, Eufemia, Food Pride, RePoPoPP, Rete Ong, Arci Torino, Food Not Bombs, Ecomori, Maìs Ong, Coordinamento CCT, Circolo Gramsci, FiVA Confcommercio di Torino, Proloco Torino, Fridays For Future, CNGEI Torino, Movimento Rangers GRMP, Circolo 1° Maggio. E in collaborazione con: Città di Torino, Città di Collegno, Tavolo di progettazione civica, Circoscrizione 4, Coldiretti Torino.

Il Centro “Erik Peterson” nomina Leo nel comitato scientifico

Il Centro interdipartimentale di ricerca in Scienze Religiose “Erik Peterson”, dell’Università di Torino, ha recentemente nominato quale membro del proprio Comitato Scientifico Giampiero Leo

Già assessore regionale alla Cultura, è stato scelto in relazione al suo lungo e costante impegno in favore del dialogo interreligioso (è il portavoce del Coordinamento interconfessionale del Piemonte “Noi siamo con voi”), della promozione della Cultura e dei diritti umani (Vice Presidente – fra l’altro – del Comitato per i diritti umani della Regione Piemonte).

La nomina, proposta dalla Presidente del Centro, prof.ssa Ilaria Zuanazzi, è stata approvata all’unanimità.

Conseguenze psichiatriche da Covid-19: un dramma nel dramma

“Uno studio della Oxford University (Mississippi) rivela: dopo la diagnosi, disturbi psichiatrici per un paziente su cinque. Le tremende ripercussioni economiche della crisi su ampie fette di popolazione rischiano di peggiorare la situazione. Che risposte intende dare a questo proposito la Giunta Regionale? Che cosa si intende fare, inoltre, per tutelare anche dal punto di vista psicologico il nostro personale medico e sanitario, da mesi sottoposto a uno stress senza precedenti? Presto sul tema una mia interpellanza a Palazzo Lascaris”.

Il 20% delle persone alle quali è diagnosticato il Covid-19 presenta disturbi psichiatrici dopo la diagnosi: è il preoccupante risultato che emerge da un’indagine condotta dal Dipartimento di Psichiatria della Oxford University (Mississippi, USA). Le terrificanti conseguenze economiche della crisi epidemiologica rischiano di peggiorare ulteriormente la situazione: penso a commercianti e imprenditori, ai lavoratori che hanno perso il lavoro, a ristoratori e baristi e, in generale, a tutti i nostri concittadini che hanno vissuto sulla propria pelle queste conseguenze. Che cosa intende fare, sul tema, la Regione Piemonte? Al momento, mi pare che si stia muovendo piuttosto in direzione contraria all’esigenza di potenziare la capacità di risposta della nostra Sanità, vedi i dubbi sul futuro dei Servizi Psichiatrici al Mauriziano di Torino. Il report dell’ateneo statunitense fa emergere dati in preoccupante continuità con quanto già appurato dall’Ospedale San Raffaele di Milano lo scorso agosto: il 56% delle persone guarite dal Covid-19 ha manifestato disturbi quali disturbo post traumatico da stress, depressione o sintomatologia ossessivo-compulsiva, proporzionalmente alla gravità dell’infiammazione durante la malattia. Il nostro personale medico e sanitario ha a sua volta bisogno di essere tutelato, dopo mesi di sforzo senza precedenti, dal punto di vista psicologico. Di fronte a tutto questo, come intende rispondere la Regione Piemonte? Non si è ancora vista alcuna risposta. Tornerò a sollecitare la Giunta in Consiglio Regionale e presenterò al più presto un’interpellanza sul tema.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

La meglio gioventù torinese e la solidarietà all’Irpinia terremotata

Torino fu immediatamente solidale con i terremotati irpini. Al mattino Dino Sanlorenzo ci butto’ giù dal letto

Figiciotti convocati dal vicepresidente del Consiglio Regionale del Piemonte nonché assessore al lavoro: 8, 30 nei suoi uffici in Via Alfieri, Palazzo Lascaris.
Dopo mezz’ora eravamo operativi. Dino è famoso per essere uno che non si perde in chiacchiere. Ero presidente della Consulta giovanile del comune di Torino. M’ incarico’ di convocare una riunione tra tutte le organizzazioni giovanili torinesi. Obbiettivo la costituzione di un comitato per gli aiuti.
Marica Bartolotto braccio destro di Dino San Lorenzo ci accompagno’ in una saletta al fondo del corridoio. Tempo un altra mezz’ora eravamo operativi. Arredata in tempi record con telefoni funzionanti. Indubbiamente altri tempi.

Marica aveva lo stile di Dino. Il suo braccio destro. Anzi che dico? Il suo braccio destro e sinistro e se avesse avuto 20 braccia lei sarebbe stata le 20 braccia. Comitato aperto fino alle 22. Tanti ricordi e non tutti positivi. Ma andiamo con ordine. Primo punto nominare un esecutivo. Se ricordo bene ne fecero parte oltre che il sottoscritto Giancarlo Gonnella segretario regionale Fgci, Donatella Genesio con incarichi nei giovani democristiani. Nicola Bizzardo dell Agesci. ( boy scout ) . Conobbi Umberto Tresso funzionario della Coldiretti che lì per li’ mise su un Banco alimentare per gli aiuti. Ciellini mobilitati da Giampiero Leo e da Battuello.
Le sezioni del PCI e le parrocchie  come punto di raccolta degli aiuti. Decisamente altri tempi. E noi figiciotti eravamo davvero organizzati. Umberto D’Ottavio responsabile degli studenti medi. Organizzo’ mille iniziative nelle scuole della provincia. Dalla raccolta dei soldi ai materiali ai volontari per portare materialmente gli aiuti. Naif ma tanto efficienti. Umberto poi diventato Sindaco di Collegno e deputato del PD. Sergio Contini responsabile dell’organizzazione operativa sul territorio. Ora grande capo del Sunia di Torino. Due giorni dopo arrivo’ in  via Alfieri Manuele Braghero responsabile di Borgo Vittoria. Uno di noi doveva andare fisicamente  in Irpinia.  Ci vado io.  Un altro compagno che non si tirava mai indietro. Ora è un alto funzionario della Regione Toscana alla Sanità. Direi da 40 anni in prima linea.

 

Alcuni di noi cambiarono radicalmente vita.
Come Fabrizio Ortisei operaio altamente qualificato della Savigliano, immigrato giovanissimo dalla Sardegna. Viveva da solo.
Delegato e dirigente Sindacale si trasferi’ sposandosi. Due figlie e fino alla pensione segretario della camera del lavoro. Esperienza esaltante con tante luci ed alcune ombre. Furono raccolti soldi. Tende da campo e dall’ Amiat ( raccolta rifiuti ) in regalo migliaia di tute antipioggia. C’era anche da pensare ai morti. La coop Astra ( pompe funebri) provvide a 50 casse da morto. Dopo gli opportuni permessi vennero portate giù.
Ero di turno al comitato. Ricevetti la telefonata dal responsabile del convoglio.
“Patrizio sono arrivate a mezzanotte. Il sindaco (non mi ricordo il paesino) mi ha accolto con la pistola in mano intimandomi di andarmene via. Che faccio?”Chiesi perché. “È il proprietario della locale impresa di pompe funebri. Non ho tanti gettoni. Che faccio?”. Non ebbi dubbi: vieni via.

I presagi di quello che sarebbe successo dopo per la ricostruzione c’erano tutti. Torino fu molto solidale anche perché era la seconda capitale meridionale d’Italia. Torino che doveva tanto del suo sviluppo economico all’immigrazione dal Sud. A Torino era iniziato il declino, inesorabile declino direi , dopo 40 anni era evidente a tutti. Una nobil donna decaduta ma pur sempre nobile. La sua nobiltà nella solidarietà verso un pezzo di popolo. Non c’erano telefonini o computer. Era appena nata la protezione civile di Zamberletti. La maggioranza dei problemi si dovevano affrontare in loco. Sicuramente ci furono dei limiti. Noi giovani imparammo facendo. Anche per questo penso e credo di appartenere ad una generazione che si pregia del titolo della  meglio Gioventù.

Patrizio Tosetto

Un Dono per Tutti, organizzato dalla Centrale del Latte, si trasferisce sul web

Quest’anno lo storico evento Un Dono per Tutti, organizzato dalla Centrale del Latte di Torino, si trasferisce sul web. Si tratta della manifestazione, giunta alla XXII edizione, che ogni anno,  durante il periodo natalizio, porta un contributo concreto ai bambini meno fortunati del Piemonte. Un appuntamento che coinvolge la cittadinanza torinese e le famiglie piemontesi che partecipano alla raccolta di doni e giochi, distribuiti attraverso le associazioni non profit del territorio.

La Centrale del Latte di Torino e le associazioni partner di Un dono per tutti, con il patrocinio della Città di Torino e della Regione Piemonte, hanno attivato la raccolta fondi in modalità crowdfunding grazie alla collaborazione con Rete del Dono, piattaforma di crowdfunding leader per la raccolta di donazioni online a favore di progetti d’utilità sociale ideati e gestiti da organizzazioni non profit (ONP). 

I sostenitori potranno dare il proprio contributo direttamente da casa, tramite una donazione online. Il denaro raccolto verrà utilizzato per l’acquisto di giochi educativi che verranno donati ai bambini meno fortunati del territorio.

I partner di Un Dono per Tutti 2020 sono:
– Protezione Civile – Coordinamento provinciale di Torino
– UGI (Unione Genitori Italiani contro il tumore dei bambini) ONLUS
– FORMA Onlus – Fondazione Ospedale Infantile Regina Margherita
– Sermig – Servizio Missionario Giovani
– Quercetti & C. S.p.a.

Il link per la raccolta fondi e tutte le informazioni QUI: https://www.retedeldono.it/it/centraledellatte/un-dono-per-tutti

Violenza: 9 ragazze su 10 non si sentono al sicuro

In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre), Terre des Hommes e ScuolaZoo diffondono i risultati dell’Osservatorio indifesa, l’indagine sulla percezione della disparità fra generi e violenza, discriminazioni e stereotipi di genere, bullismo, cyberbullismo e sexting condotta su 5.700 adolescenti e giovani di età compresa tra i 13 e i 23 anni. 

Secondo i dati emersi dall’Osservatorio indifesa, ragazze e ragazzi hanno le idee chiare: la violenza di genere è reale, si consuma ai danni delle ragazze e delle donne in molti modi e forme, subdole o palesi, attraverso gesti, parole o comportamenti discriminatori, ed è un ostacolo concreto allo sviluppo delle ragazze come persone, come attori della società, come risorse per l’economia. Ma la violenza non è solo stupro, è fatta anche di pressioni psicologiche, discriminazioni nei luoghi di studio e di lavoro, commenti sessisti sui social, bullismo e cyberbullismo, revenge porn. E la scuola non è sentita come luogo sicuro o in cui trovare conforto, ma è qui che 5 ragazzi su 10 dedicherebbero almeno un’ora a settimana per impegnarsi in prima persona nella lotta alla violenza di genere e di orientamento sessuale.

L’85% dei ragazzi ritiene che in Italia ci sia un reale allarme femminicidi e violenza contro le donne, ma il dato medio cela un’importante differenza di genere: sono 7 su 10 i maschi che ritengono vi sia un allarme fondato, ma il rapporto sale fino a 9 su 10 se si considerano le risposte delle femmine. Rispetto alla violenza assistita, più della metà degli intervistati (51%) è stato spettatore di forme di violenza verbale, il 39% a forme di violenza psicologica, 1 su 4 ha visto con i suoi occhi episodi di violenza fisica come schiaffi e calci (14%) e lancio di oggetti (10,5%).

A Colombino il sigillo della Regione Piemonte

Lo storico presidente dell’Associazione dei Piemontesi nel mondo, Michele Colombino, 94 anni, verrà insignito del Sigillo della Regione Piemonte. Lo prevede la mozione approvata all’unanimità dal Consiglio regionale del Piemonte nella seduta di martedì 24 novembre. La proposta, avanzata dall’assessore regionale all’Emigrazione Maurizio Marrone, è stata  sottoscritta anche dal presidente dell’Assemblea Stefano Allasia e da tutte le forze politiche, di maggioranza e opposizione. Ora verrà redatta la delibera del Consiglio regionale.

“Esprimo soddisfazione per l’esito unanime della votazione. Il commendator Colombino ha il merito di aver svolto con continuità un’azione costante nel preservare e rafforzare il legame fra il Piemonte e i piemontesi nel mondo: un vero ambasciatore. Nel tempo è riuscito a mantenere viva un’appartenenza identitaria e un patrimonio culturale. A tal proposito mi preme quindi ringraziarlo per l’encomiabile lavoro svolto, che con impegno e dedizione attraverso l’Associazione Piemontesi nel mondo, ha portato lustro alla nostra Regione”, ha dichiarato Allasia.

“Il commendator Colombino in maniera instancabile ha tenuto alto il nome del Piemonte nel Mondo e contribuito a tessere importanti legami tra gli emigrati e la nostra Regione. A ottobre avevo avuto il piacere di presiedere l’insediamento del Comitato di gestione del Museo Regionale dell’Emigrazione a Frossasco, visitandone le sale, l’archivio dell’Associazione Piemontesi nel mondo e il Monumento ai Piemontesi nel mondo a San Pietro Val Lemina. Un’esperienza toccante da cui è scaturita la volontà di rendere il giusto riconoscimento ad un lavoro così prezioso. Nel cinquantesimo anniversario dell’istituzione della Regione Piemonte, la storia di Colombino, e della rete di associazioni che ogni anno mantengono contatti con la nostra Regione, è dimostrazione che l’identità e l’attaccamento alla propria terra sono legami che possono superare anche gli oceani” ha sottolineato Marrone.

L’Associazione dei Piemontesi nel mondo preserva il grandissimo contributo che il Piemonte ha dato e dà all’emigrazione italiana, a cominciare da quella storica in Argentina, Uruguay, nel Sud del Brasile, in America del Nord  e in Australia nell’Ottocento e nel secolo scorso.

Nel dibattito sono intervenuti nell’ordine Mauro Salizzoni (Pd), Monica Canalis (Pd), Paolo Bongioanni (FdI), Alberto Preioni (Lega), Paolo Ruzzola (Fi), Silvio Magliano (Moderati), Maurizio Marello (Pd), Marco Grimaldi (Luv) e Mario Giaccone (Lista Monviso).  I vari interventi hanno ribadito l’importanza di non dimenticare il ruolo dei Piemontesi emigrati che, oltre ad aver dimostrato una mirabile laboriosità, hanno creato una piemontesità diffusa che oggi si traduce in una ricca attività di scambi, dalla cultura all’imprenditorialità.  Inoltre, pensare alle emigrazioni di ieri ci deve fare riflettere su quelle di oggi.

L’onorificenza del Sigillo della Regione Piemonte viene assegnata a persone fisiche, istituzioni, enti ed organismi italiani ed esteri meritevoli di particolare riconoscimento.

Quanto siamo soli quando affidiamo le nostre emozioni più profonde a Facebook?

Quanti vivono da soli in una società che usa la alienazione reciproca come mito sociale? 
Non possiamo più abbracciare sinceramente per colpa del virus oppure delle relazioni sociali formali che non ci accolgono mai, neanche se viviamo sotto lo stesso tetto? 
Tra amici ci si scambiano meme,  tra amanti video porno…
La realtà ontologica è volatile e si adatta perfettamente al virtuale ma sono gli abbracci reali a produrre ossitocina!
Chi può abbracci dal vivo qualcuno e il suo dolore, le sue storie e le sue malinconie.
Quanti non possiamo più abbracciare?
Raccontare le nostre storie è tutto quel che resta, ma nessuno più le ascolta. Perché l’ascolto non è Dolby e neanche 4K. Le emozioni inoltre, fanno male sul serio, perché esiste l’empatia che è un vero e proprio sesto senso.
Scrivere sui Social è l’ultimo messaggio nella bottiglia di persone naufragate nella solitudine post-moderna, anche quando hanno conviventi di ogni generazione. Perché ognuno in casa è alienato dietro un proprio account.
Cosa resterà delle nostre storie, della narrazione personale,  familiare e sociale che abbiamo attivamente o meno contributo a realizzare?
La Grande storia di Marx trovava reperti archeologici. La piccola storia di Foucault trovava narrazioni avite e reperti domestici, diari segreti e anamnesi.
Oggi il diario segreto è pubblicato in contemporanea, sostituisce l’evento, soprattutto quello emotivo e nessuna pietra viene edificata a futura memoria della storia presente. Al massimo murales deperibili di eroi e vittime.
Anche il passaggio da cronaca a storia sarà una ricerca di files multimediali.
L’immateriale dell’emozione e del pensiero permane immateriale per sempre.
L’assenza è l’impossibilità di scrivere un post aggiornato…
Abbracciare qualcuno e ascoltarlo dal vivo è un dovere morale per chi anche nelle videochat ormai non comunica altro che il bisogno di non avere coinvolgimento emotivo. Tuttavia quel abbraccio reale è già un lutto da separazione, perché non ci siamo più abituati.
E per il sesso?
Anonimi incontri fugaci. Una relazione più stabile solo di facciata per i giochi nella realtà che ci pretende ancora animali sociali.  Assenza di contatti sinceri ma desiderio animale, che diventa regressione per stupri stalking e porno vendette.
Eppure l’altro siamo noi.
La relazione con l’altro definisce i nostri confini e dobbiamo imparare in adolescenza a creare una linea di costa per incontrare e lasciare anche persone emotivamente importanti. Invece gli altri oggi sono solo icone o like o peggio oggetti di possesso, con cui vendicarci del banale dolore del lutto quando ci separiamo.
E allora l’altro che muore?
Emozioni di vendetta per l’assente e sensi di colpa si provano da sempre per i morti, ma la pandemia li rende colpevoli della tragedia stessa e della conseguente crisi economica.
Morite come i cantanti. Lasciando opere postume per pubblicare ancora dei post sui social a vostro nome…
E la famiglia? Se non è un compito meccanico o un portale social nuovo da esporre online, allora è solo una frustrazione da cui fuggire.
Abbracci Abbracci Abbracci
Ascolto Ascolta Ascoltiamo
Agisci Agiamo Azioni
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Manlio Converti
Psichiatra