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Dal 23 al 30 aprile si svolgerà la sesta edizione del Torino Jazz Festival
La manifestazione, che intende proporsi come evento primaverile internazionale, porterà numerosi artisti a esibirsi sul palco delle OGR, nei circoli jazz centrali e periferici e in diversiteatri e musei dal Piccolo Regio al Conservatorio Giuseppe Verdi a prezzi popolari. Il programma prevede circa sessanta concerti, di cui oltre dieci produzioni originali – tra queste il concerto di Fabrizio Bosso con Banda Osiris e quelli di Carla Bley e Steve Swallow con Torino Jazz Orchestra, Frankie hi–nrg mc con Al Jazzeera e Federico Marchesano Trio con Louis Sclavis – la prima italiana di un’artista iconica, Melanie De Biasio, numerosi spettacoli pomeridiani, aperitivi in musica ed esibizioni serali. Il Festival è un progetto della Città di Torino realizzato dalla Fondazione per la Cultura Torino,in collaborazione con Fondazione Crt e Ogr, main partner Intesa Sanpaolo e Iren. Sponsor Toyota e Poste Italiane, main media partner Rai, media partner Rai Radio tre e Rai Cultura.
Il concerto inaugurale, lunedì 23 aprile alle 20.30, al Museo del Cinema (Mole Antonelliana), sarà affidato alla formazione più crossover del festival, i viennesi RADIAN, maestri nella contaminazione di sonorità elettroacustiche calate in un linguaggio minimalista e post-rock. Formatisi a Vienna nella metà degli anni Novanta, i Radian hanno assorbito il fervente clima di ricerca della città nel campo della musica elettronica, prima di divenire a loro volta un gruppo influente di quella variegata scena underground. Dopo aver agito nei campi del post-rock e dell’elettronica si sono gradualmente aperti a influenze più ampie, costruendosi una solida reputazione in Europa come eccellente live band e, dal duemila, allargando il proprio raggio d’azione all’America. Proprio negli Stati Uniti trovano nell’etichetta Thrill Jockey di Chicago il giusto partner per veicolare i propri lavori, che impongono la band all’attenzione del pubblico indie. A questa fase appartiene Juxtaposition (2004). Negli ultimi anni le radicali escursioni nell’elettronica lasciano sempre più spazio a composizioni calibrate, dalla tessitura articolata. Le affinità stilistiche dei Radian si possono trovare in gruppi come Tortoise, This Heat, Matmos, o in artisti del calibro di David Sylvian. Il direttore artistico del festival, Giorgio Li Calzi li descrive come: «alieni austriaci in grado di folgorare il pubblico». Il loro ultimo lavoro “On Dark Silent Off” (2016) si caratterizza per un: «certo rigore nell’elaborazione della palette timbrica e nella disposizione geometrica dei suoni» (Aldo De Sanctis, Distorsioni). Il loro live si muove tra tensioni e dinamiche che coprono uno spettro amplissimo: l’estetica radicale continua a evolvere.