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Fissolo: Rendere più agevole la quotidianità lavorativa degli ambulanti di corso Palestro

 

Il mercato di corso Palestro sia per la sua posizione centrale sia per il numero di ambulanti presenti sicuramente costituisce uno dei principali mercati della zona centrale della città. Il Capogruppo dei Moderati Fissolo ha effettuato un sopralluogo in loco, insieme a rappresentanti dei venditori, da cui sono emerse alcune rilevanti criticità come la mancanza di servizi igienici pubblici utilizzabili dagli operatori del mercato, la presenza di venditori abusivi e l’occupazione di non aventi titolo dei parcheggi riservati ai venditori autorizzati del mercato.

Il Capogruppo Fissolo ha dichiarato: “L’obiettivo dell’atto è di impegnare la giunta a recuperare e rimettere in funzione i servizi igienici pubblici presenti in corso Valdocco angolo via Garibaldi e chiusi da tempo, garantire un maggior numero di passaggi della Polizia Locale sia per dissuadere la presenza di venditori abusivi sia per la rimozione e sanzione di veicoli parcheggiati nelle aree riservate durante gli orari e i giorni del mercato.” Fissolo ha poi concluso: “Insomma, l’obiettivo è semplice: permettere a chi ne ha diritto di svolgere la sua professione nel migliore dei modi. Inoltre, i mercati sono luoghi non solo commerciali ma anche e soprattutto luoghi di incontro e di socialità per i cittadini ed è quindi importante che agli operatori e frequentatori siano garantiti servizi e sicurezza”.

Merlo: Caso Bigon, cattolici democratici e popolari estranei nel Pd della Schlein

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“La vicenda della consigliera regionale veneta Annamaria Bigon, sanzionata politicamente dal Pd
perchè non ha rispettato la disciplina di partito su un tema eticamente sensibile come il ‘fine vita’,
conferma un solo elemento. E cioè, nel Pd a guida Schlein il ruolo dei cattolici democratici e
popolari è pressochè nullo. Con tanti saluti al progetto originario del Partito democratico che
faceva proprio della pluralità culturale al suo interno la sua vera ragion d’essere e anche la sua
autentica scommessa politica. Con l’arrivo della Schlein, quel partito ha cambiato definitivamente
identità, progetto e prospettiva politica. E, del tutto legittimamente, si è trasformato in un partito di
sinistra massimalista, radicale e libertario. E i cattolici democratici e popolari, di conseguenza, se
vogliono ancora avere un ruolo politico, culturale e programmatico, non possono che guardare
politicamente altrove”.

Giorgio Merlo, Dirigente nazionale Tempi Nuovi-Popolari uniti.

Baraccopoli a Fermi: Degrado senza fine a Collegno

Parisi (Lega): “Le baraccopoli di Fermi sono il fallimento del fantomatico modello Collegno.”

Romeo (Fratelli d’Italia): “A sinistra si preoccupano solo delle prossime elezioni. Per noi, la priorità è la sicurezza della città.”

Fermi, baraccopoli: un binomio che questa amministrazione comunale non è riuscita a scindere. A Collegno infatti è ancora emergenza baraccopoli come afferma Giovanni Parisi, Segretario cittadino e Capogruppo Lega nel Comune di Collegno: La zona del capolinea della metropolitana di Fermi è diventato il dormitorio a cielo aperto dei senzatetto, con conseguente deterioramento del decoro urbano. La situazione è ormai fuori controllo in quanto la presenza di bivacchi e baracche abitate da personaggi di dubbia provenienza inficiano ulteriormente la già bassa percezione di sicurezza della nostra città. – continua Parisi – Raccogliamo quotidianamente le lamentele dei cittadini, ormai stremati dalle condizioni nelle quali sono costretti a vivere e continueremo a portare le loro istanze in Comune ma se dallaltra parte troviamo un muro di gomma, ovvero la sinistra scollegata dalla realtà, è difficile che le cose possano cambiare. Il degrado di Fermi è la rappresentazione plastica del fallimento del PD collegnese.

Daccordo anche Alberto Romeo, Segretario cittadino Fratelli dItalia Collegno: Mentre la sinistra collegnese è impegnata nella sua campagna elettorale e nel fare accordi con liste cosiddette civiche, noi eravamo ad effettuare l’ennesimo sopralluogo nella zona di Fermi. Abbiamo trovato una situazione indecorosa e peggiorata dopo l’ultimo sgombero, sollecitato dal centrodestra. – continua Romeo – Le baracche sono proliferate e l’ecocentro, come di consuetudine viene preso all’assalto da ignoti. Il parcheggio dell’Ipercoop si è trasformato in una discarica a cielo aperto, con tanto di camping abusivo. Scriveremo un’altra lettera al prefetto e alle autorità competenti. I collegnesi non meritano più una situazione del genere. Nel frattempo, c’è chi si preoccupa solo ed esclusivamente delle prossime elezioni con accordi e con prese di posizione per essere candidato sindaco. Per noi invece la priorità sarà sempre il benessere dei cittadini e la sicurezza della città!

Ruffino (azione): “Le radici dell’odio non si sono ancora spente”

La morte ha colto Bruno Segre, memoria viva e operosa della Resistenza al nazifascismo, e mi piace ricordarlo, cittadino onorario di Giaveno, nel giorno in cui si celebra il “Giorno della Memoria”. La sua vita e il suo impegno civile e politico sono la testimonianza di quanto lunga e ancora non conclusa è la lotta per affermare i valori della vita e della dignità della persona. Vittima dell’odio scatenato dalle leggi razziali del 1938, Bruno Segre è stato e rimane un simbolo alto per tutti coloro che credono nella libertà e nella democrazia. Spegnere l’odio razziale significa risalire alle radici della tragedia in cui precipitò l’Europa nel secolo scorso.

Quelle radici non sono ancora morte e sprigionano veleni che stanno intossicando le nuove generazioni. Esse vanno recise in modo netto e limpido, senza ambiguità o reticenze, per ricondurre la storia alla verità dei fatti. Solo operando nella chiarezza potremo restituire senso al presente e speranza nel futuro. Così l’on. Daniela Ruffino (Azione)

Segre, il ricordo del sindaco Lo Russo e del presidente Cirio

È morto questa mattina, nel giorno della Memoria, Bruno Segre. Aveva 105 anni. Avvocato, partigiano, è stato esempio di impegno civile.

Era nato a Torino, dove si laureò in legge ma a causa delle leggi razziali, in quanto figlio di un ebreo, non gli fu in quegli anni permesso esercitare la professione di avvocato.

“Con la morte di Bruno Segre – dichiara il Sindaco Stefano Lo Russo -perdiamo un punto di riferimento nella lotta per i diritti, da sempre in prima linea in difesa della democrazia, della libertà e dei valori della Resistenza.

La sua scomparsa, nel giorno in cui celebriamo il valore della Memoria, è un simbolico passaggio di testimone.

Sta a noi, ora più che mai, seguire il suo esempio e tramandare il suo insegnamento.

A Bruno -ha concluso il primo cittadinova il nostro profondo ringraziamento, per il suo esempio e il suo impegno, mentre ai suoi cari vanno sincere condoglianze”.

Commenta il governatore del Piemonte, Alberto Cirio: Ci ha lasciati Bruno Segre: “oggi, nella Giornata della Memoria e nel giorno di apertura dell’anno giudiziario a Torino, dove durante gli anni delle leggi razziali a Segre fu vietato di esercitare la professione di avvocato. La sua scomparsa è ulteriore monito per tutti noi a difendere, ogni giorno, i valori della democrazia, dell’antifascismo e della libertà”.

Segre, il cordoglio del presidente del Consiglio regionale Allasia

Il Consiglio regionale e il Comitato Resistenza e Costituzione apprendono, con grande dolore, la notizia della morte dell’avvocato Bruno Segre, partigiano e testimone della Resistenza, avvenuta simbolicamente nel Giorno della Memoria.
Bruno Segre è stato un uomo coraggioso e determinato, che ha dedicato la sua vita alla lotta per la libertà e la giustizia, scelte che gli sono costate anche a livello personale. Da giovane, ha combattuto contro il fascismo e le forze dell’occupazione nazista, dimostrando grande coraggio e altruismo. Dopo la guerra, ha continuato instancabilmente a impegnarsi per la difesa dei diritti umani e della democrazia, diventando un simbolo di speranza per le nuove generazioni. Ai familiari e agli amici di Bruno Segre il Consiglio e il Comitato esprimono le più sentite condoglianze”, afferma il presidente del Consiglio regionale, Stefano Allasia.

L’Associazione Marco Pannella ricorda Bruno Segre

L’Associazione Marco Pannella di Torino, gli amici e compagni di Torino iscritti al Partito Radicale, piangono la scomparsa del nostro iscritto Bruno Segre, antifascista, partigiano, anticlericale, giornalista, avvocato,  fondatore e Direttore de L’Incontro, la rivista che per decenni ha promosso e sostenuto la laicità dello Stato.

Era iscritto all’Associazione Marco Pannella di Torino. E’ stato un grande protagonista della Resistenza. Riuscì a fuggire dalle persecuzioni fasciste; durante la fuga da Torino nel 1942 un gerarca fascista gli sparò e si salvò grazie a un portasigarette di metallo  che teneva nel taschino della giacca.  Appena divenne avvocato nel primo dopoguerra si attivò per difendere i primi obiettori di coscienza totali, impegno che lo vide protagonista fino agli anni 70 quando fu poi approvata la legge che istituì il servizio civile in alternativa a quello militare.

Da sempre anticlericale, nella sua vita si impegnò con forza e rigore sui temi in difesa della laicità dello Stato e avviò battaglie di libertà, contro i privilegi della chiesa. Nel 1973 per promuovere una manifestazione di Loris Fortuna e dei Radicali per la campagna sul divorzio, noleggiò un aeroplanino dal quale furono gettati sulla città 10.000 volantini per annunciare l’evento.

Sergio Rovasio, Presidente dell’Associazione Marco Pannella di Torino e Consigliere Generale del Partito Radicale così lo ricorda:

‘Ancora lo scorso 20 settembre abbiamo organizzato insieme la manifestazione in Piazza Savoia a Torino dove, con altre associazioni, ricordiamo ogni anno l’anniversario della Breccia di Porta Pia al suono della Marcia della Repubblica Romana e di quella dei Bersaglieri. Nei mesi scorsi ci aveva donato alcuni libri, testi, ritagli di stampa riguardanti le lotte e le battaglie del Partito Radicale sull’obiezione di coscienza per donarli all’archivio di Roma.

E’ stato tra i firmatari dell’Appello da noi lanciato lo scorso anno per dedicare i giardini di Corso Siccardi  alla figura di Marco Pannella;  nei giorni scorsi avevamo indicato agli uffici del Comune il suo nome tra le personalità da far intervenire all’inaugurazione della passeggiata Marco Pannella che si terrà entro l’anno.

Abbiamo perso una grande personalità a cui tutti volevamo un gran bene”.

Valle (Pd). “Segre, addio a testimone antifascismo e protagonista della cultura”

Il Presidente del Comitato Resistenza e Costituzione: “Lo ricorderemo questa sera al Lingotto in occasione del concerto per il Giorno della Memoria”.

«La scomparsa di Bruno Segre mi addolora profondamente. Con lui si spegne uno straordinario testimone dell’antifascismo e una tra le più libere e coraggiose voci dell’intellettualità torinese.  Il destino ha voluto che il suo addio sia venuto a coincidere con il Giorno della Memoria. Il Comitato Resistenza e Costituzione rimane orfano di uno dei suoi più autorevoli compagni di viaggio, sempre presente a tutte le commemorazioni e a tutte le iniziative culturali. Lo ricorderemo con affetto e riconoscenza questa sera all’inizio del concerto di Luca Barbarossa al Lingotto. Bruno Segre ha vissuto tante vite, tutte con fervida passione: è stato partigiano, avvocato, giornalista, difensore degli obiettori di coscienza, impegnato sul fronte dei diritti umani e della laicità delle istituzioni. I suoi interventi, in particolare quelli in occasione della festa della Liberazione, erano privi di retorica ma capaci di scuotere le coscienze, denunciando con forza i pericoli derivanti da coloro che definiva gli “analfabeti della democrazia”».

Bruno Segre, Grimaldi (AVS): se ne va un gigante dell’antifascismo

 “Socialista libertario, avvocato che difese il ‘primo’ obiettore di coscienza, Pietro Pinna, e soprattutto consigliere comunale a Torino e protagonista ineguagliabile della vita sociale e civile nella nostra città dal dopoguerra a oggi. Partigiano, avvocato, militante indefesso, un compagno e maestro mosso da un’immensa curiosità, e da un’insaziabile fame di libertà e speranza. Te ne vai nel giorno della memoria, in un momento buio, ma tu sarai sempre luce. Ciao Bruno, gigante dell’antifascismo”. Così Marco Grimaldi, vice presidente di Alleanza Verdi Sinistra alla Camera, ricorda Bruno Segre.

I cattolici e l’obiezione di coscienza

LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo

Il nodo dell’obiezione di coscienza sui cosiddetti ‘temi sensibili’ all’interno dei vari partiti è un
aspetto politico di grande rilevanza che misura e certifica il rispetto del pluralismo culturale nelle
singole formazioni politiche. Ovvero, il rispetto delle diverse opinioni all’interno dei partiti plurali. È
di tutta evidenza che questo tema ha sempre avuto una forte cittadinanza ed attualità nei partiti
della sinistra storica rispetto a formazioni politiche che hanno avuto altre culture politiche e altre
tradizioni ideali. E questo per la semplice ragione che nei partiti dove prevale la componente
culturale di sinistra il rispetto, ad esempio, e la valorizzazione della cultura cattolico democratica o
popolare o sociale cambia a seconda delle diverse fasi storiche e politiche.
E la conferma arriva proprio dall’ultimo episodio che ha interessato il Consiglio Regionale del
Veneto sull’approvazione di un provvedimento che interessa il tema, sempre delicato e
complesso, del “fine vita”. Un episodio che ha registrato il dissenso di una consigliera regionale
del Pd, di matrice cattolica, che non condivideva l’opinione maggioritaria del partito su quel
determinato provvedimento. Ora, attorno al comportamento politico dell’esponente del Pd Anna
Maria Bigon che si è astenuta e non è uscita dall’aula come voleva il suo partito, si è aperto un
dibattito politico alquanto interessante.
Al di là delle dietrologie e delle strumentalizzazioni che ne sono scaturite, credo valga la pena
soffermarsi almeno su un aspetto che resta di straordinaria attualità e che è emerso in tutta la sua
virulenza in questa vicenda politica. Ovvero, e molto semplicemente, un partito plurale – nel caso
specifico il Pd – è credibile nella misura in cui esalta e non comprime il pluralismo culturale
interno. Come dicevo poc’anzi, questo elemento varia a seconda delle diverse fasi storiche e
politiche. Se ai tempi del Pci, grande partito popolare e di massa del passato ma con una chiara e
netta cultura politica che lo ispirava, i cosiddetti “cattolici indipendenti di sinistra” non erano
nient’altro che un modo per confermare, solo sul versante formale, la natura plurale di quel partito
– ma che non metteva affatto in discussione il profilo, la natura e il progetto politico e culturale del
Pci – nei partiti che sono succeduti al Pci il quadro non è cambiato granchè.
Ora, e per fermarsi all’attualità e all’ultima versione di quella storica esperienza partitica, cioè il
Pd, non possiamo non evidenziare un elemento. E cioè, sin quando la presenza dei Popolari e dei
cattolici democratici era forte, visibile, organizzata e strutturata, il pluralismo culturale interno era
un dato di fatto oggettivo. Quasi acquisito e anche riconosciuto. Ovvero, i tempi dove i leader
riconosciuti erano Marini, Bindi, Franceschini, Fioroni per ricordare i principali. Certo, le stagioni
politiche, come ovvio e scontato, scorrono rapidamente e il ‘nuovo corso’ della Schlein, per
fermarsi all’attualità, è profondamente diverso rispetto a quello del passato. Recente e meno
recente. È appena sufficiente ricordare che in un partito caratterizzato da un profilo politico,
culturale e sociale radicale, massimalista e ostentatamente libertario, il ruolo dei cattolici popolari
e sociali è ridotto, nella migliore delle ipotesi, ad essere puramente ornamentale. Una
considerazione che ha trovato il suo culmine quando recentemente l’indomito Castagnetti, e di
fronte alla segretaria del partito, ha dovuto mendicare almeno “un posto in segreteria per
riaffermare il ruolo dei Popolari” nell’attuale Pd. Detto con altri termini, per certificare che almeno
formalmente si fa parte di quel partito.
Ecco perchè, a volte, è sufficiente un singolo caso – nello specifico la polemica seguita alla
coraggiosa presa di posizione della Consigliera Regionale veneta Anna Maria Bigon – per arrivare
alla conclusione che non sempre i partiti sono plurali. Anche quando lo dichiarano ai quattro venti
per confermare, semplicemente, quello che non c’è più.