“Manifestiamo grande preoccupazione per la riapertura delle scuole in provincia di Torino perché la ministra Azzolina dimostra, ancora una volta, di ignorare la realtà dei territori e di avere le idee molto confuse. Studenti, insegnanti, famiglie e sindaci restano abbandonati e senza certezze.
Dopo la follia del plexiglas, ora parla di un 15% di studenti che non troveranno spazio a scuola. Temiamo poi per il futuro delle nostre scuole di montagna, dove si stanno riducendo classi e insegnanti con paventati trasferimenti verso i grandi centri che comporterebbero sia lo svilimento dei territori stessi sia il concentramento di studenti, con relativi disagi, in città. Se conoscesse la realtà della scuola, il ministro farebbe l’esatto opposto, come per altro proposto dall’Unione dei Comuni montani, riorganizzando gli studenti nelle scuole di residenza, sfruttando anche gli spazi aperti dei piccoli Comuni. A maggior ragione chiediamo al governo di dare parere favorevole all’emendamento della Lega al decreto Rilancio, attualmente accantonato, che prevede un fondo di mezzo miliardo per i comuni fino a 20 mila abitanti per la messa in sicurezza di strade, scuole ed edifici pubblici”. Lo dichiarano i deputati torinesi della Lega Alessandro Benvenuto, Gualtiero Caffaratto ed Elena Maccanti.
Il ministro Azzolina si impegni a mantenere le classi, attivandosi presso le regioni e gli uffici scolastici regionali perché queste realtà vengano tutelate. Sono numerosi i sindaci che, in Piemonte ed altre regioni d’Italia, come quello di Angrogna, in provincia di Torino, rischiano il taglio delle monoclassi, in virtù dei nuovi regolamenti dettati dall’emergenza Covid. Molti sindaci sono impossibilitati ad avere classi numerose ma proprio in virtù della loro specificità vanno tutelati, con risorse adeguate, non penalizzati. Occorre dare certezze alle famiglie e agli studenti di tutto il territorio nazionale: per questo, chiediamo al Governo un cambio di rotta nei confronti dei piccoli comuni, a cominciare dalla scuola”.
FRECCIATE
Biondi era un pisano trapiantato a Genova. Una straordinaria mescolanza di toscanità colta e di genovesità generosa. Ci siamo conosciuti ed abbiamo anche fatto delle cose insieme. Era sicuramente un grande liberale colto, parlatore raffinato e appassionante. Esempio di un politico oggi del tutto scomparso.