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“Rsa, risponda in primo luogo la Regione”

I misfatti vengono a galla. Nelle Rsa del Piemonte, in piena emergenza Covid19, gli anziani e non solo hanno dovuto subire le conseguenze di mancate misure di protezione sanitaria, dell’assenza di personale.

Ieri un organo di stampa ha riferito “dell’ingresso nelle Rsa di pazienti affetti da Covid” e di “commistione tra malati e non” sulla base di una direttiva regionale rettificata 21 giorni dopo – troppo tardi – rettificata in sede di pubblicazione di delibera regionale. Oggi viene riferito delle indagini in corso dei NAS riguardo ad “anziani legati al letto, immobilizzati per troppe ore, se non per giorni. O sedati con farmaci”. Misure di contenzione fisica o fisica vietate dalla legge a cui si sarebbe fatto ricorso in maniera diffusa per carenza di personale.

Già in aprile come Rifondazione Comunista avevamo presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Torino – su cui è stato aperto un fascicolo di indagine –  per chiedere di svolgere indagini riguardo l’emanazione di direttive controverse, la commistione di infettati Covid e non, l’assenza di misure di protezione sanitaria, la mancanza di personale. Un quadro d’insieme che non poteva che comportare una situazione di rischio e di deplorevole degrado sanitario a carico degli anziani e del personale.

Nessuno adesso pensi di giocare allo scaricabarile, di scaricare le responsabilità sull’ultima ruota del carro. Le responsabilità da accertare, oltre che a livello gestionale, sono a livello di scelte politiche regionali, in primo luogo dell’assessore regionale alla sanità. La Regione Piemonte avrebbe dovuto garantire la vigilanza e il corretto funzionamento delle Rsa. Queste ultime si sono invece trasformate in focolai di contagio. Le responsabilità siano accertate fino in fondo.

Ezio Locatelli segretario provinciale Prc-Se Torino

Omnibus, Grimaldi (LUV): “Cirio, Lega e soci valgono quanto la loro parola”

“Le lobby che stanno scrivendo per loro gli emendamenti devono avergli fatto cambiare idea nel weekend

“In queste giornate il Consiglio regionale è bloccato a votare una legge presentata dalla Giunta che contiene materie tutt’altro che urgenti e indifferibili: mentre siamo immersi in una crisi dagli esiti ancora incerti, il Piemonte è la seconda regione per nuovi positivi al Covid 19 dopo la Lombardia, in Regione la Lega ci blocca da giorni a discutere di caccia ai merli e alle allodole. Prova a stravolgere leggi strutturali come quella sulle cave, prova a privatizzare il CSI e dare consulenze a pagamento al direttore di Arpa. Non contenta, nel segreto e di notte, prova a fare una sanatoria sulle slot machine, premiando chi non ha rispettato le regole”. Lo afferma Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione.

“Per contrastare questa deriva senza precedenti, il ‘Riparti slot’ e lo ‘Spara tutto’, le opposizioni hanno depositato 5700 emendamenti perché altro non potevamo fare. Lega e soci prima hanno saltato la discussione del disegno di legge nella Commissione competente richiamando il testo in aula, poi hanno contingentato i tempi del dibattito e, con un’interpretazione senza precedenti del regolamento, ci hanno cancellato la presentazione di nuovi emendamenti. Non felici – prosegue Grimaldi –, dopo aver promesso a noi, e al milione di piemontesi che rappresentiamo, di ritirare buona parte delle loro proposte, a partire dall’emendamento che compromette la legge più avanzata in Italia sul contrasto all’azzardopatia, la maggioranza si rimangia la parola data e, grazie alla tagliola, ci impedirà di votare centinaia e centinaia di emendamenti. Cirio, la Lega e soci valgono quanto la loro parola!”

“Evidentemente – afferma in Aula Grimaldi davanti al silenzio della maggioranza – le lobby che stanno chiedendo a gran voce il ‘riparti Slot ‘devono avergli fatto cambiare idea nel weekend”.

Ravetti (Pd): “Una proposta per il riconoscimento della parità retributiva”

“Ho presentato, in Consiglio regionale, una proposta di legge che ha lo scopo di promuovere la parità retributiva tra i sessi e di sostenere l’occupazione femminile stabile e di qualità. Il pieno riconoscimento del ruolo della donna nel mondo del lavoro costituisce il parametro per misurare la maturità di una democrazia.

Le donne continuano ad essere meno presenti nel mondo del lavoro rispetto agli uomini anche dal punto di vista dell’impegno temporale, sono più coinvolte in lavori con part time involontario, incontrano maggiori difficoltà nella stabilizzazione e, soprattutto nel settore privato, sono soggette a disparità salariali molto evidenti. Una donna lavoratrice nel privato può percepire anche un quinto in meno del suo collega uomo, a parità di mansione e di ore lavorate” spiega il Consigliere regionale del Partito Democratico Domenico Ravetti.

“In questo contesto ho ritenuto importante – afferma Ravetti – presentare un provvedimento che, data l’importanza del tema, auspico che il Consiglio regionale discuta e approvi in tempi stretti. La proposta prevede da parte della Regione la creazione di un Registro delle imprese virtuose in materia retributiva di genere, al quale possono iscriversi le imprese pubbliche e private con sede legale e operanti sul territorio piemontese e con meno di cento dipendenti che attuano la parità retributiva tra donne e uomini. Per queste imprese la Regione prevede, nell’attribuzione di benefici economici, un sistema di premialità e la possibilità di utilizzare una “certificazione di pari opportunità di lavoro”.

“Sono introdotte, inoltre – prosegue Domenico Ravetti – misure per contrastare l’abbandono lavorativo delle donne, in particolare, il fenomeno delle dimissioni in bianco e il licenziamento delle dipendenti nel periodo compreso tra il congedo di maternità obbligatorio e il primo triennio di puerperio e disposizioni per sostenere e valorizzare le imprese che assumono donne con contratti a tempo indeterminato. Nello specifico la Regione riconosce a queste imprese una riduzione del 60% dell’Irap per il triennio successivo alla data di sottoscrizione dei contratti e un punteggio aggiuntivo nella valutazione dei progetti presentati nell’ambito di avvisi e bandi regionali. E’, inoltre, promossa l’istituzione di appositi “Sportelli Donna” presso i Centri per l’impiego con lo scopo di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro”.

“Per promuovere l’informazione e la sensibilizzazione sul tema delle discriminazioni sul lavoro la proposta stabilisce che venga istituita la “Giornata regionale contro le discriminazioni di genere sul lavoro” che verrà celebrata, ogni anno, il 29 luglio, data di nascita della torinese Teresa Noce, madre costituente e politica che si distinse come proponente della legge per la “Tutela fisica ed economica delle lavoratrici madri” testo che costituì la base della legislazione sul lavoro femminile. Si prevedono oneri economici quantificabili in 85 mila euro finalizzati a finanziare le diverse misure della proposta legge” conclude il Consigliere Ravetti.

Ezio Locatelli (Prc-Se): “Indecente la ripresa militarizzata dei lavori del Tav”

E’ indecente. La devono smettere di fare la guardia a un bidone che contiene un progetto spazzatura. Centinaia di poliziotti e carabinieri in assetto antisommossa sono intervenuti per cercare di isolare e sgomberare il presidio Notav in corso nei pressi della zona dei Mulini.

Il presidio ha avuto inizio ieri l’altro per iniziativa del coordinamento dei comitati NoTav al fine di contrastare la ripresa dei lavori di allargamento del cantiere di Alta Velocità, ripresa decisa all’indomani della sonora bocciatura da parte della Corte dei Conti europea. Una decisione dissennata presa in fretta in  furia contro ogni logica che non sia quella di una prova di forza. Solo qualche giorno fa è stato resa nota l’analisi della Corte dei Conti europea riguardo la megaopera. Una stroncatura a tutto tondo: l’opera è antieconomica, basata su una stima di traffico inventati di sana pianta, di 8 volte superiore ai flussi reali, prevista su elevatissimi costi ambientali. Un progetto senza fondamento, semplicemente insostenibile. Il fatto che il Governo e la lobby trasversale del Tav vogliano andare avanti, costi quel che costi, è semplicemente intollerabile. Resistere, resistere, resistere è l’unica risposta possibile contro un cantiere vergogna.. La lotta NoTav ha e avrà il nostro pieno appoggio.

Ezio Locatelli

Segretario provinciale Prc-Se

(foto archivio)

Università, Pd: “Non giudicare ma sostenere il sapere”

SARNO – VALLE (PD): “L’UNIVERSITA’ NON E’ UN TRIBUNALE”

“Abbiamo ribadito più volte che le borse di studio devono essere assegnate in base a due criteri: merito e bisogno!

La Giunta regionale aveva fatto marcia indietro sulle disposizioni che revocavano le borse di studio a quegli studenti che avevano riportato condanne penali, ma nella bozza sottoposta oggi alla Commissione Cultura ha corretto il testo, legando la revoca alla violazione del regolamento dell’Ateneo, che include anche il comportamento degli studenti, se porteranno a provvedimenti disciplinari superiori all’ammonizione. Si continua a non capire che l’Università non è un tribunale e non diventerà mai il luogo dove si giudicano reati e condotte” dichiarano il Vice Presidente della Commissione Cultura del Consiglio regionale Daniele Valle e il Consigliere regionale Portavoce Pd Diego Sarno.

“Il nostro voto sarebbe stato favorevole se l’Assessora Chiorino avesse stralciato interamente la clausola – sottolineano Valle e Sarno – che rappresenta un mero puntiglio della destra che non vuole tornare sui propri passi. Queste parole sono fuori luogo e non coerenti con la parità di trattamento tra studenti perché oltre l’ammonizione ci sono fatti che riguardano le procure e il diritto italiano che ha tre gradi di giudizio. Abbiamo, quindi, convintamente votato contro, considerando che dagli Atenei in larga maggioranza è arrivata la stessa indicazione di stralcio”.

In conclusione i Consiglieri Dem chiedono all’Assessore “di occuparsi e sostenere il post covid e la didattica a distanza in quanto molti studenti hanno fatto fatica a sostenere gli esami e le clausole di affitto per identificare i fuori sede rispetto ai pendolari, le vere priorità rispetto al resto”.

L’eclissi liberale

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Valerio  Zanone nel dicembre 2015, poco tempo prima di morire, mi scrisse una mail in cui mi diceva che il nostro mondo liberale forse era finito. Una confessione quasi incredibile per uno che aveva dedicato la vita al liberalismo. C’era chi esagerando e, forse, ironizzando lo chiamava il nuovo Benedetto Croce, come il mio amico Mario Altamura.

Non era Croce, ma sicuramente era un uomo di rara sensibilità intellettuale e culturale. A cinque anni di distanza quella conclusione amara di Valerio, forse anche anche condizionata dalla grave malattia che lo porterà alla morte, si rivela più attuale che mai 

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Il Governo Conte è quanto di più illiberale ci possa essere. E nessuno esprime più una linea liberale autentica e dal vocabolario politico è scomparso l’aggettivo liberale. Forse è rimasto qualche cattolico liberale che non è certo Renzi. I grillini nelle loro diverse versioni sono illiberali per definizione, in particolare sulla Giustizia. Il PD si è spostato verso una sinistra che vorrebbe allearsi stabilmente con i grillini. L’opposizione è egemonizzata da forze sovraniste e populiste che hanno un retrogusto profondamente illiberale.  Forse con qualche reminiscenza liberale è rimasta Emma Bonino che pure ha abbandonato la lezione liberale di Pannella. Invecchiando, come il vino, migliora ogni giorno. Qualche volta in Senato Emma fa sentire la sua voce, ma è isolata. Un’altra voce, in questo caso istituzionale , è il Presidente del Senato Elisabetta Casellati, donna davvero super partes che difende i princìpi dello Stato liberale. La “terza forza” laica, liberale, socialista della Prima Repubblica si è totalmente dissolta. E anche il centro è totalmente scomparso. E’ ricomparso un bipolarismo zoppo in cui il centro non c’è più. E questo è un male grave perché le democrazie liberali hanno il loro baricentro -scusate il bisticcio – proprio al centro. Vent’anni fa anche gli ex comunisti si dichiaravano liberali . Oggi nessuno usa più quell’aggettivo che storicamente è anche un sostantivo. E’ davvero morta l’idea liberale ? Io non lo penso. Lo dico da storico e non da liberale. L’idea liberale è destinata a risorgere dopo le confusioni dei tempi calamitosi che viviamo. Lo stesso periodo della pandemia ci ha mostrato il valore della libertà e i limiti illiberali di una decretazione d’urgenza che scavalca il Parlamento e che, rara avis, l’ex presidente del Senato Pera ha colto con un suo intervento molto autorevole. La rivista “Libro aperto” fondata da Giovanni Malagodi e diretta magistralmente  da Antonio Patuelli rappresenta il presidio più importante della cultura liberale intesa crocianamente come pre-partito. Patuelli è il garante di una continuità liberale che fa ritrovare insieme  donne e uomini che vivono il liberalismo in modo diverso. La sua rivista ripercorre con fedeltà la storia del pensiero liberale e dei suoi esponenti più importanti . Senza questa rivista i liberali si sarebbero dispersi in mille rivoli. Rappresenta qualcosa di simile a ciò che fu “ Il Mondo” di Mario Pannunzio. A tenere viva la fiaccola sotto il moggio sono le Scuole di liberalismo di un liberale duro e puro come Enrico Morbelli.  Molti giovani le frequentano e i liberali superstiti dai cinquanta in giù quasi sempre provengono dalle Scuole di Morbelli,come ad esempio, Nicola Porro. Persino le due Fondazioni intitolate ad Einaudi non seguono da tempo le “prediche inutili” del Maestro di Carru’. Ma l’idea liberale non può morire. Non saranno due o tre untorelli di sinistra e di destra a farla dissolvere. E’ la storia stessa dell’Europa e dell’Occidente a dircelo, al di là delle sbandate sciovinistiche e di un’economia finanziaria attualmente egemone che è la rovina dell’Europa. L’idea insopprimibile della libertà – diceva Croce durante il fascismo – è destinata a vincere. Era per Croce la religione della libertà.
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Scrivere a quaglieni@gmail.com

Una nuova forza politica per la borghesia italiana

Forza politica cercasi.

Non è un cartello o un’inserzione pubblicitaria. È l’appello rivolto, non si sa a chi, da Gabriele Adinolfi, tra i fondatori di Terza Posizione (bisogna chiarirlo per evitare che a Report facciano l’ennesima confusione). In realtà c’è poco da cercare e molto, se non tutto, da inventare, da creare.

Esiste una consistente parte del popolo italiano che è politicamente orfana. Non ha punti di riferimento solidi nei partiti e movimenti esistenti. Perché la logica del “meno peggio”, del “meno lontano”, pare non funzionare più. Le percentuali che emergono dai sondaggi non sono reali poiché trascurano non la quota di indecisi ma la parte di disgustati che rifiutano l’idea stessa del voto per le attuali formazioni…

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Una nuova forza politica per la borghesia italiana

Locatelli (Prc-Se): “Basta prendere in giro i lavoratori dell’ex Embraco”

“Dopo la megatruffa di Ventures intervenga direttamente lo Stato”

“Una operazione delinquenziale quella condotta da Ventures srl, la società che doveva subentrare nell’attività produttiva all’ex Embraco di Chieri garantendo l’occupazione ai 400 lavoratori dipendenti”, così la definisce Ezio Locatelli, segretario provinciale Prc-Se di Torino. Una volta intascati 12 milioni di euro dall’ex Embraco, a seguito dell’accordo intervenuto l’11 luglio 2018 in sede di Ministero per lo Sviluppo Economico, la Ventures srl ha provveduto a stornare o a far sparire il denaro stesso in compensi per gli amministratori, in auto di lusso, in operazioni personali, in conti israeliani, in giroconti vari all’estero. Questo è quanto è stato rilevato nell’inchiesta svolta dalla Guardia di Finanza avviata su sollecitazione di lavoratori insospettiti dalla mancanza di qualsiasi azione finalizzata alla ripresa produttiva. Una megatruffa accertata troppo tardi che ha indotto la Procura della Repubblica di Torino a depositare istanza di fallimento della Ventures.  Continua Locatelli:”evidentemente chi doveva garantire l’attuazione corretta del passaggio di consegne tra ex Embraco e Ventures non ha svolto per tempo i necessari controlli. Ora non c’è più tempo da perdere. Nel chiedere che gli autori della megatruffa siano perseguiti dalla legge chiediamo anche che sia lo Stato con un intervento pubblico a garantire la ripresa dell’attività produttiva e la tenuta occupazionale dell’azienda. Il Ministero per lo sviluppo economico che si è fatto garante dell’accordo si assuma le sue responsabilità”.

Giachino: “Crosetto il candidato migliore”

ELEZIONI COMUNALI 2021 / “Per rilanciare Torino, la sua economia e il lavoro, per competenza”

Interpellato ai margini della Manifestazione di Fratelli d’Italia l’ex Sottosegretario ai trasporti e leader dei SITAV , Mino Giachino ha detto che “per rilanciare Torino, che da oltre dieci anni cresce meno della media nazionale e che sarà l’area Metropolitana più colpita dalla crisi del COVID 19,  il candidato migliore anche per la sua competenza di Bilancio dello Stato è sicuramente Guido Crosetto”. Ci scrive Giachino:

“Ma per rilanciare la Città che la sinistra prima e la Appendino poi hanno portato al declino non basterà un Sindaco bravo e competente occorrerà un Grande Programma, che puntando sulla Manifattura 4.0, sul rilancio del settore auto e del settore aeronautico, sul turismo e sulla cultura porti Torino in piedi al 2030 quando con l’arrivo della TAV sicuramente il rilancio di Torino sarà notevole. Per fare uscire Torino dal declino occorrono tanta competenza  e la grande passione come quella che c’era nella Grande Piazza SITAV, la novità più importante degli ultimi anni a Torino”.

Mino Giachino
SITAV SILAVORO