Dopo il forfait di Saracco la palla passa al Pd

Una cosa è certa: il centrosinistra a Torino non si può permettere di perdere un’altra volta…

Torino, una roccaforte della sinistra rischia di diventare la Vandea del PD. Dipendera’ anche, se non soprattutto, dalla scelta del candidato a Sindaco. Ed è brutto segno il forfait del Rettore Saracco. Strano,  ha fatto il diavolo a quattro per essere candidato. Proprio ora che sembrava in pol position butta all’ortica i vari appoggi altolocati che aveva. Prima di tutto Sergio Chiamoarino, anche Anna Rossomando non aveva fatto mancare il suo sostegno con la Pentenero che addirittura aveva annunciato il suo appoggio in una conferenza stampa appositamente convocata. Che è successo?
Probabilmente non si fidava più. Forse non si è mai fidato e stava solo aspettando l’evolversi degli eventi. Altra cosa, sono decisamente timide le liste (cosiddette) civiche e contrario il corpaccione del PD.  Un partito diviso in mille ricoli e con diversi candidati. In qualche modo una vittoria di Mimmo Carretta e , diciamo così, non contraddetta dal segretario regionale il giovane filosofo Furia da Biella. Un professore con un avvenire davanti a sé appunto come Filosofo e professore. Ottengono un risultato:  primarie o non primarie, è il PD torinese che decide. In che modo? Si vedrà.
Sembrerebbe che Mauro Salizzoni stia diventando l’ultima spiaggia. E se non dovesse accettare? Vero che mesi fa aveva dato la sua disponibilità. Ma come dimostra il Professore Saracco tra il dire ed il fare c’è di mezzo ….il Po. Ammettiamo  che ci stia. Certamente con buone possibilità di essere vincente, ma le tensioni nel centro sinistra si sposteranno su come si formerà  la squadra di governo. In altre parole come verranno divisi i vari assessorati . Manuale Cencelli? Lottizzazione? Chiamatela come volete. Mi limito nel sottolineare che qualcosa è successo e sta succedendo. Intanto i candidati per le primarie non mollano. “Noi vogliamo le primarie e le primarie si devono fare coronavirus o non coronavirus”. Ed ora sento profumo dell’usato ma decisamente garantito Sergio Chiamparino. Anche qui nulla è detto di definitivo. Tutto rimane in movimento.
Conclusione: dialettica democratica o confusione? Personalmente propenderei per la seconda opzione. Ma si sa, sono il solito pessimista. Con la certezza che non ci sono più i partiti di una volta. Pazienza,  ma qualcuno il Sindaco a Torino lo deve pur fare.
Non vedo altro modo di scelta che quello di votarlo.

Patrizio Tosetto

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