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Affidi, polemica sulle parole dell’assessore regionale

Le parole dell’assessore regionale leghista alle Politiche per la Famiglia, Chiara Caucino  in tema di affidi  hanno suscitato polemiche da parte delle minoranze in Consiglio regionale

“C’è chi parla e non è nemmeno madre, forse prima di parlare dovrebbe passare per quel sacro vincolo. Accetto qualunque critica, ma non da donne che non hanno figli”, ha detto l’assessore intervenendo a un convegno del Comitato Cittadini per i Diritti Umani,  dedicato alla nuova legge regionale ”Allontanamenti zero” proposta dalla maggioranza di centrodestra. Il presidente della Regione, Alberto Cirio, sostiene che le parole dell’assessore sono state fraintese. Caucino ha espresso “il proprio rammarico verso il prevalere di strumentalizzazioni politiche su temi per i quali dovrebbe invece vincere il confronto costruttivo”.

L’attacco della minoranza

“Nel gruppo del Pd – commenta  il capogruppo in Regione, Domenico Ravetti – c’è una sola donna, non ha figli e si sta battendo per tutelare bambini vittime di situazioni tremende. Ci dica Caucino se è lei che vilmente sta tirando in ballo”. Il capogruppo di Luv, Marco Grimaldi, chiede al governatore Cirio di ottenere “pubbliche scuse”, mentre la capogruppo di M5s, Francesca Frediani, condanna le “parole indegne” dell’assessore che “offendono migliaia di donne”

Senato, Laus alza il tiro: “Libero da impegni se non avrò risposte concrete”

Dura presa di posizione del parlamentare torinese sui temi del salario minimo e dei malati cronici. Maggioranza avvisata…

Il senatore dem Mauro Laus annuncia su Facebook: “Oggi in commissione lavoro del Senato chiederò di affrontare il tema del salario minimo-giusta retribuzione. Se non avrò soddisfazioni nella risposta mi sentirò libero da impegni…”

E aggiunge: “La stessa cosa se il mio disegno di legge sugli assegni di cura per i malati cronici non autosufficienti non dovesse essere iscritto nella commissione Sanità.Quello che sostenevo stando all’opposizione sostengo in maggioranza!”.

Una presa di posizione che non passerà  certo inosservata  e che dovrebbe far riflettere la maggioranza di governo, in particolare il Pd, troppo spesso distratto rispetto ai  problemi reali del Paese, preso com’è a cercare di tenere in piedi la strana alleanza con i pentastellati.

Le danze ora sono aperte e la maggioranza – già messa in difficoltà da Renzi – dovrà stare più attenta a non scontentare i propri parlamentari che intendono lasciare perdere le questioni di lana caprina per dedicarsi piuttosto ai temi  veri che riguardano le persone e l’economia.

 

Valle (Pd): “Turismo in Piemonte al top con centrosinitra”

Da Palazzo Lascaris / “Leggo con stupore la dichiarazione del Presidente del Gruppo della Lega Alberto Preioni che sostiene che, grazie al suo partito, la Regione Piemonte tornerebbe dopo 5 anni a partecipare alle più importanti fiere di turismo e cita a questo proposito la presenza alla Bit di Milano.

Tengo a informare il Presidente Preioni del fatto che, innanzitutto, il 70% del mercato turistico si svolge attraverso strumenti digitali e che gli acquisti digitali in turismo e viaggi degli italiani sono notevolmente cresciuti negli ultimi anni” spiega il Vicepresidente della Commissione Cultura del Consiglio regionale Daniele Valle (Pd).

“La Regione Piemonte – prosegue Valle – ha puntato, durante la scorsa legislatura, su fiere molto importanti, partecipando agli appuntamenti di Londra, di Berlino, di Mosca, quelli che veramente contano e hanno un peso a livello internazionale. Alla Borsa del Turismo di Milano non ha preso parte nemmeno il Trentino Alto Adige che è una regione a grande vocazione turistica. Qualcosa significherà!”

“Infine voglio ricordare al Presidente Preioni – conclude Daniele Valle – che, proprio negli anni di governo del centrosinistra, la Lonely Planet, una delle più famose guide turistiche, ha incoronato il Piemonte miglior Regione 2019 al mondo, ponendola al vertice per bellezze naturali e culturali. Quando la Giunta Cirio raggiungerà un risultato simile allora la Lega potrà esaltare la propria politica in materia di turismo”.

Scanderebech: “Tempi di attesa infiniti alle fermate Gtt”

E’ stata discussa  l’interpellanza, presentata dalla Consigliera Scanderebech, sui tempi di attesa infiniti alle fermate GTT

Dichiara la Consigliera Scanderebech: “Moovit è l’app per la mobilità urbana, che raccoglie quotidianamente i dati sugli spostamenti.
Torino, al pari di Asti, ha come tempo medio per raggiungere la propria destinazione con i mezzi pubblici ben 41 minuti. Città più virtuose sono: Venezia, Firenze, Palermo, Bologna, Genova e Savona. E’ evidente che se alcune di queste città grandi siano ben più virtuose, ne consegue che ci siano un vero problema a Torino, anche a seguito del dimezzamento delle fermate”. Continua Scanderebech: “Apprendo di dover aspettare una conferenza stampa per leggere sui giornali il piano per la riorganizzazione GTT, prima di un passaggio diretto con il Consiglio Comunale”. Incalza la consigliera: “Fazioso è annunciare che su alcune linee a dicembre ci siano stati miglioramenti (linee 4 minuti 2, 9 min.2, 10 min.3, 13 min.2, 15 min.1 e 16 min.1), tutte le altre linee, invece, hanno avuto solo peggioramenti e questo lo ritengo preoccupante”. Conclude Scanderebech: “Del tutto inopportuno dichiarare superfluo il ripristino della linea 18 tramviaria, che fino alla fine dei lavori della metropolitana, sarebbe del tutto utile e indispensabili la sua riattivazione”.

Bonifiche Amianto, Molinari (Lega): “Al Piemonte poco più di 1 milione”

“Sul totale di  385 milioni complessivi: assurdo e inaccettabile”

 

“Su 385 milioni di euro stanziati dal Ministro dell’Ambiente per i progetti di rimozione dell’amianto da scuole e ospedali da parte delle Regioni,  al Piemonte arriverà soltanto 1.161,800 euro: praticamente le briciole, e questo è davvero inaccettabile”.  

L’on. Riccardo Molinari, Presidente dei Deputati della Lega, e Segretario della Lega in Piemonte, dopo aver ascoltato le dichiarazioni del Ministro Costa, e preso atto della ripartizione delle risorse previste dal Decreto del Governo Conte, ha presentato un’interrogazione al Ministro, per chiedere che si ponga immediatamente rimedio ad una scelta a dir poco illogica e squilibrata.

“Siamo davvero al paradosso – sottolinea l’on Molinari -. Il Piemonte, colpito a Casale Monferrato da una tragedia come l’Eternit, le cui conseguenze sulla salute della popolazione dureranno ancora decenni,  è in fondo alla graduatoria, fanalino di coda, mentre gran parte dei finanziamenti finiscono a regioni del Sud che, dati alla mano, appaiono molto meno colpite dal problema amianto. Una stortura inaccettabile: ci piacerebbe capire quale siano i criteri che sono stati adottati dal Ministro. Come Lega chiediamo che la decisione sia immediatamente rivista, e che per il Piemonte siano stanziate risorse adeguate all’ampiezza del fenomeno: ne va della salute dei cittadini, di oggi e di domani, ed è ancora prima una questione di puro buonsenso. La bonifica dei cinque siti piemontesi di interesse nazionale (oltre a Casale Monferrato ci sono Balangero, Cengio, Serravalle Scrivia, Pieve Vergante) deve essere completa e radicale, e per questo dal Ministero devono arrivare risorse adeguate”.

 

 

Tolleranza e contrasto all’antisemitismo valori condivisi non etichettabili

Di Pier Franco Quaglieni / Ieri sera in piazza Palazzo di Città le persone scese a protestare contro l’antisemitismo erano circa 400. Poche, pochissime, se si considera il battage pubblicitario fatto da tutti i giornali e se si tiene conto della partecipazione dichiarata  delle sardine

E’ un dato su cui bisogna riflettere. Mi rifiuto di pensare che i Torinesi non siano fortemente antisemiti ed antirazzisti, ma forse l’appello della Sindaca Appendino è stato poco invitante e poco convincente.
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Dario Disegni, presidente della Comunità israelitica torinese, ha parlato da par suo, con equilibrio e con passione. Ma la monopolizzazione dell’evento da parte dell’ANPI ha dato una coloritura politica ben definita in cui molti torinesi non potevano ritrovarsi perché l’antifascismo non è solo quello rosso. Questa incapacità a comprendere la complessità di un mondo che non si identifica più  nelle vecchie ideologie obsolete, finisce di creare problemi. Far parlare qualcuno che non fosse  etichettabile a sinistra, non credo fosse  una cosa così peregrina e strana. Sarebbe stato logico, persino elementare. Ci sono valori condivisi che vanno rispettati e che nessuno ha titolo a rappresentare da solo. Ieri non c’era neppure la scusante del freddo. Era una serata mite, ma la manifestazione purtroppo non è riuscita. Sono il primo a dispiacermi perché Torino doveva comunque rispondere diversamente. Ci sono  doveri civici che rasentano i doveri morali, a cui non ci si deve sottrarre. Ma la lezione di ieri sera dovrebbe far riflettere una sinistra che non è più in grado di mobilitare la piazza, ma non si rassegna a considerarsi unica protagonista egemone, una parola che non può più pronunciare. Il tempo dell’egemonia è finito e non tornerà più. Il flop ha coinvolto anche le sardine o le sardine non ci stanno a delegare all’ANPI  la loro rappresentanza? Le sardine a Torino riuscirono a riempire piazza Castello. L’ ANPI e’ giunta quasi a giustificare di recente le foibe come una reazione antifascista. Alla fine certe affermazioni si pagano perché oggi le persone non sono più disposte ad obbedire ai voleri di certi vertici e di certe vulgate che non vanno confusi con l’antifascismo, anzi con  gli antifascismi di diversa matrice, come la stessa storia della Resistenza, in particolare in Piemonte, ci insegna.
Scrivere a quaglieni@gmail.com

Prescrizione, giovani FI davanti al Tribunale: “stop manettari e giustizialisti”

Questa mattina una delegazione del movimento giovanile torinese di Forza Italia si è riunita con alcuni parlamentari per un sit-in davanti al Tribunale di Torino per denunciare la barbarie della Riforma Bonafede

 

“Il nostro Paese ha bisogno di ministri seri e preparati, Bonafede non sa di cosa parla perché vuole abolire la prescrizione e condannare le persone a un processo senza fine. Non gli è basta la bocciatura di parte dello Spazzacorrotti da parte della Consulta, persiste nel distruggere il nostro stato di diritto e la nostra Costituzione”. Ad affermarlo Paolo Zangrillo, parlamentare e coordinatore di Forza Italia in Piemonte: “Continueremo la nostra battaglia contro questo obbrobrio giuridico”.

Tommaso Varaldo, Coordinatore dei giovani azzurri, a margine del sit-in promosso al Tribunale aggiunge: “Siamo qui con manette e Costituzione per dire no a questa riforma che cancella diritti e libertà a colpi di giustizialismo. La Riforma Bonafede è controproducente e dannosa: introduce il tragico principio per cui un cittadino resta in balia del sistema giustizia fino a quando e se lo Stato avrà modo di definire la sua posizione processuale. In sostanza, non solo non si interviene per assicurare una ragionevole durata dei processi ma si interviene abolendo l’unico istituto che ad oggi ne scandisce il tempo, la prescrizione, dando così origine a processi infiniti che sono come un ergastolo. Una barbarie che calpesta la Costituzione: l’articolo 24 che è per il diritto di difesa, il 27 che è la presunzione di non colpevolezza è il 111 che è il giusto processo. Noi staremo sempre dalla parte dei garantisti e di chi crede necessaria una seria riforma del sistema giustizia per rilanciare il Paese, mai con i manettari e i giustizialisti che arrivano addirittura a sostenere che gli innocenti non vanno in carcere. Al questi ricordiamo che dal ’92 al 2018, 27mila persone sono state risarcite per essere finite in carcere da innocenti”

Grimaldi (LUV): “Forti con gli sfruttati, deboli con le piattaforme”

Food delivery / “Siamo all’assurdo: avevamo chiesto a gran voce all’Ispettorato del lavoro e alla Procura di indagare sulle condizioni di lavoro dei fattorini del food delivery:

bene, mentre la Procura milanese ha aperto un’indagine conoscitiva per verificare la violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro, sulla sicurezza delle strade e sui profili igienico-sanitari dei contenitori, a Torino si multano i lavoratori sfruttati” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, commentando il blitz con cui vigili urbani e Asl ieri hanno fermato e multato una quarantina di rider del food delivery nel centro di Torino. 

“Anni fa gli operatori del delivery hanno scelto scientificamente di tornare al cottimo e di esternalizzare qualsiasi investimento sulla sicurezza dei lavoratori e dei loro mezzi, per provare a eludere la natura subordinata del loro rapporto di lavoro” – prosegue Grimaldi. – “Oggi che le leggi e le sentenze dei tribunali hanno sancito quella natura, ispettorati e procure dovrebbero porre termine all’era del caporalato digitale riportando in capo all’azienda i doveri anche sulla sicurezza dei dipendenti”.

“Se si va in bici occorre avere le luci? Certo, ma il funzionamento del mezzo di trasporto dev’essere responsabilità del datore, mentre negli anni le aziende hanno addirittura dismesso le convenzioni con le ciclofficine” – conclude Grimaldi. – “Mesi fa abbiamo fatto appello alla Sindaca e al Presidente Cirio per aprire una nuova stagione e chiudere l’era dello sfruttamento a cielo aperto nelle strade e dei salari da fame, applicando la nostra legge regionale del 2018. Tutte le forze politiche ci hanno dato ragione, ma nulla è cambiato. Ci aspettiamo che siano le aziende a pagare le multe a quei 40 fattorini, ma non basta: le istituzioni smettano di prendersela con gli sfruttati e inizino a guardare dentro il cofano nero della gig economy”.

Beni comuni

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Parole rosse di Roberto Placido /  Lo scorso mese di ottobre il Comitato “Stefano Rodotà” per la difesa dei beni pubblici comuni e sovrani ha depositato, presso la Camera dei Deputati, le firme per la proposta di legge di iniziativa popolare

E’ l’ultimo atto di un lungo percorso che parte dal lavoro svolto dalla commissione guidata dal compianto ed indimenticato Stefano Rodotà che terminò e presentò, febbraio 2008, quanto aveva realizzato all’allora Ministro di Grazia e Giustizia Clemente Mastella.

Può sembrare incredibile ma al leader dell’UDEUR (Unione dei democratici per l’Europa) aveva affidato un compito straordinario e mai fatto prima alla commissione di valenti giuristi tra i quali Alberto Lucarelli e Luca Nivarra, presieduta appunto da Stefano Rodotà e dal quale prese il nome con vice Ugo Mattei. Lo straordinario lavoro, che avrebbe dovuto armonizzare e rendere attuali le norme per la gestione dei beni pubblici, si fermò lì in quanto proprio chi aveva affidato il lavoro, Clemente Mastella, fece cadere il, debole, governo Prodi e ritornare in sella Silvio Berlusconi ed il centrodestra. Per superare lo stop Stefano Rodotà ed Ugo Mattei mi proposero quello che per me fu una grande occasione ed un grande privilegio e cioè di rilanciare il testo della commissione ministeriale attraverso la proposta di legge delega al parlamento, prevista dalla nostra Costituzione, da parte di un Consiglio regionale. Con la collaborazione di diversi consiglieri di tutti i partiti si arrivò , con il voto unanime di tutto il Consiglio regionale del Piemonte, ad inviare al Senato della Repubblica la proposta di legge sui beni comuni (ottobre 2009). Scoprimmo così le resistenze e gli interessi che frenavano il lavoro di quanti si occupavano dei beni comuni. Una grande ventata di speranza e di entusiasmo arrivò con il referendum sull’acqua pubblica che vide nuovamente tutti insieme i “benecomunisti” con milioni di italiani che sovvertirono le previsioni dando così uno stop alle speculazioni sulla privatizzazione dell’acqua in Italia.

Sull’acqua e sul mancato rispetto della volontà popolare sappiamo poi come sono andate le cose. (giugno 2011). Si arriva poi al referendum sulle Trivelle per limitare lo sfruttamento indiscriminato e senza limiti delle risorse petrolifere del nostro paese (aprile 2016). Per inciso sia per l’acqua che per le trivelle a Torino ed in Piemonte ci furono dei risultati, in difesa dei beni comuni, superiori alla media nazionale. Per tornare ai giorni nostri, va riconosciuto il merito al Comitato Rodotà di avere riportato all’attenzione il tema dei Beni Comuni e ad un gruppo di parlamentari, principalmente del Movimento cinque stelle, di averlo trasformato in una proposta di legge ordinaria che sta trovando consensi anche tra altri parlamentari di svariati gruppi. Al testo, primo firmatario Giuseppe D’Ippolito, è stato aggiunto un “cappello” preliminare con forte matrice ambientalista. L’obiettivo rimane sempre lo stesso, modificare il libro III° del Codice civile sulla proprietà che parla solo dei beni pubblici e privati per inserire una terza categoria quella dei beni comuni a prescindere dalla proprietà.

Cioè di quei beni il cui accesso deve sempre essere garantito alla comunità. Gli stessi beni vengono poi divisi in tre categorie, dei beni indispensabili come l’acqua, i ghiacciai, infrastrutture strategiche, fiumi ecc. I beni messi a frutto ed i beni che possono essere ceduti. In attesa degli esiti delle due proposte di legge una riflessione su quanto ho scritto sopra e sulle posizioni che ha tenuto la sinistra ed il suo principale partito, i DS (Democratici di Sinistra) prima ed il PD (Partito Democratico) poi si impone. E’ stato un atteggiamento di disinteresse se non di contrarietà. Questo a mio parere è uno dei motivi, non l’unico, che ha determinato l’allontanamento di milioni di elettori e le conseguenti sconfitte elettorali. Se la sinistra vuole riavere un’anima e riconquistare parte del suo popolo quello dei Beni Comuni è una straordinaria opportunità.

Sanità, Fi: “Giovani medici all’estero e anziani in corsia”

Premesso che sono assolutamente favorevole a concedere la facoltà ai medici del Ssn di rimanere in servizio fino al compimento dei 70 anni, mi interrogo anche con qualche perplessità sulla direzione che il governo vuole dare al nostro servizio sanitario

Apprendiamo ogni giorno di migliaia di giovani laureati che lasciano l’Italia per cercare altrove un lavoro divenuto introvabile nel nostro Paese.

Da inchieste giornalistiche delle settimane scorse, abbiamo addirittura appreso degli ospedali berlinesi e di altri Länder tedeschi che mandano loro manager in Italia per reclutare specialisti medici, apprezzati in Europa e non solo per la loro formazione.

Si tratta di notizie che meritano una doppia lettura. Da un lato ci lusinga sapere che i medici italiani sono ricercati per la loro professionalità e competenza. Dall’altro lato, il presidente Conte e il ministro Speranza non pensano di fermarsi e riflettere sul fatto che i nostri ospedali e le nostre Asl trattengono medici fino a 70 anni, apprezzabili per esperienza sicuramente, ma lasciamo scappare all’estero giovani preparati ma senza futuro lavorativo in Italia? È un altro segno della decadenza imboccata dal nostro Paese e dalla politica.

 

on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia