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Parità, Montaruli: Barbero spavaldo ma da lui parole retrograde, si confronti con noi

“Le differenze tra uomo e donna esistono ed e’ banale ripeterlo, ma dire che essere donne equivale a essere insicure è una stupidaggine. Se poi essere spavaldi significa dire stupidaggini è meglio non esserlo.

Se queste poi sono le “differenze strutturali” a cui il professore Barbero si riferisce evidentemente siamo di fronte a un pensiero retrogrado su cui invitiamo il confronto. Barbero venga a dibattere con noi dei temi di disparità salariali, professionali e di carriera, sui tempi del lavoro, sui servizi alla famiglia, sulle reti di sostegno alla genitorialità, sul merito, sulla possibilità di coniugare studio a militanza fin da giovanissime, sui costi della politica in una nazione in cui lavorano ancora troppe poche donne. Siamo orgogliosi di essere l’unico partito che ha come leader una donna e non per ragioni di genere ma per merito, unico concetto che manca purtroppo quando si vogliono dare lezioni in rosa” lo dice la deputata di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli in risposta alle lezioni di Barbero nel grattacielo dell’Intesa San Paolo di Torino.

Pino Masciari: “I giovani allontanati dalla politica per la mediocrità delle classi dirigenti”

Riceviamo e pubblichiamo

“Vince l’astensionismo”

Non usa mezze parole Pino Masciari, imprenditore e storico Testimone di Giustizia calabrese, per commentare i risultati delle elezioni amministrative: “Vince l’astensionismo. I giovani allontanati dalla politica per la mediocrità delle classi dirigenti”. L’imprenditore nativo del Catanzarese e cresciuto Vibonese esprime forte preoccupazione per la crescita dell’astensionismo nel Paese, a partire dalla sua Calabria: “Quando non vota un elettore su due, non ci sono vincitori ma soltanto sconfitti. La verità è amara, per certi versi scomoda, ma proprio per questo non può essere affatto sottaciuta. Ha perso l’Italia tutta in queste elezioni che hanno ancora di più allontanato i giovani dalla politica che evidentemente ritengono responsabile per la condizione di degrado del Paese. Ci sono partiti come il Movimento 5 stelle – osserva l’imprenditore calabrese che denunciò il sistema di potere massomafioso nella Calabria degli anni Novanta – che si stanno liquefacendo dopo aver raccolto nel recente passato consensi incredibili soprattutto nel Centro-Sud, arrivando a governare Roma e municipalità importanti del Nord come Torino. Questo significa aver deluso le istanze popolari che si erano riconosciute in una proposta dirompente di cambiamento. Abbiamo con urgenza bisogno – conclude Pino Masciari – di una nuova e articolata soggettività politica che parta dai giovani e dai problemi dei territori se non vogliamo compromettere definitivamente la fragile tenuta democratica della nostra repubblica, che rischia seriamente di finire in mano a ristrette oligarchie di potere, produttrici soltanto di corruzione e mentalità mafiosa. È tempo di un nuovo civismo, di un rinnovato impegnato politico che deve nascere dal basso, nei quartieri e nelle periferie della nostra Italia. Cambiare è possibile. A partire dalla Calabria e dal Mezzogiorno, denunciando il potere della locale borghesia mafiosa e le sue infiltrazioni nella macchina amministrativa della cosa pubblica, per avviare davvero una stagione vera di (profonde) trasformazioni sociali ed economiche”.  

Gallo (Pd): “Azienda zero, tante ombre e poche luci”

“La nuova Azienda sanitaria che si è costituita oggi non creerà efficienza, ma, secondo noi, confusione. Abbiamo cercato di correggere, per quanto possibile, gli aspetti più delicati della proposta di legge, ma restano ancora molte ombre su Azienda Zero” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

“Il voto del Partito Democratico sarà, pertanto, contrario – prosegue Gallo – soprattutto per quanto concerne l’aspetto di delega dei procedimenti di acquisto delle Asl a Azienda Zero che, a nostro parere, provocherà una serie di problemi. Temiamo infatti le stesse disfunzioni che si sono verificate ai tempi di Monferino. Inoltre, ribadiamo che occorre riformare a 360 gradi la sanità piemontese, invece di approvare provvedimenti spezzettati. Ci saremmo, infatti, aspettati che si riscrivesse il Piano sociosanitario, prima di procedere alla costituzione della super Azienda”.

“Ci siamo battuti sino alla fine – conclude il Presidente Gallo – e siamo riusciti a ottenere molti risultati. Purtroppo non abbiamo bloccato questo provvedimento. Nei prossimi mesi monitoreremo come e che effetti avrà sulla nostra sanità pubblica. Auspichiamo che il prossimo passo di Icardi sia quello di affrontare la riscrittura del Piano sociosanitario che non dovrà essere una riforma calata dall’alto”.

 

Ha vinto il centrosinistra o ha perso il centrodestra? Un’analisi senza sconti

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A cura di Lineaitaliapiemonte.it

In questa tornata legislativa c’é stato il vero capolavoro: il centro destra “unito” ha avuto due anime con la stessa proposta politica del governo, e quindi la stessa del PD, e la terza anima persa nel deserto del nulla cosmico, incapace di assumere una posizione netta e concreta. Di quella moltitudine di italiani in continua protesta nelle piazze non é fregato nulla a nessuno. Con questa splendida strategia pretendevano che la gente andasse ai seggi e li votasse?

Leggi l’articolo:

https://www.lineaitaliapiemonte.it/2021/10/19/leggi-notizia/argomenti/messaggi-in-bottiglia/articolo/lopinione-perche-il-centro-destra-ha-perso-di-marco-corrini.html

Se Damilano si fonde con i progressisti…

Le prime parole di Paolo Damilano, sconfitto a Torino dal piddino Strefano Lo Russo, non faranno felici gli elettori del centrodestra che lo hanno sostenuto.

Perché il mancato primo cittadino ha dapprima rivendicato il successo della sua lista personale  – primo partito del centrodestra e secondo in assoluto – ma poi ha aggiunto che Torino Bellissima si fonderà con i Progressisti, ossia la lista di ex piddini, madamine, varie ed eventuali che erano passati con il centrodestra ma che erano andati incontro ad un disastro totale…

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Ed ora Damilano si fonde con i Progressisti. La destra torinese si merita la presa in giro..

La Buona Destra: “Riportare le persone a votare”

Al netto di un risultato civico straordinario, che ci ha permesso di raccogliere il 13% dei consensi con il progetto Bellissima-Progresso, la tornata elettorale si conclude con la consapevolezza che la Città viene riconsegnata ad un suo recente e poco incisivo passato.
Al termine di una campagna elettorale aspra, in cui i toni spesso accesi ed eccessivi hanno ulteriormente allontanato i cittadini dalla politica, emergono due dati evidenti: l’incredibile astensionismo, soprattutto delle periferie, e la zavorra che oggi rappresentano i partiti di una destra dichiaratamente populista ed antieuropeista.
Su entrambi i punti le forze politiche democratiche, liberali ed europeiste dovranno fare una lunga riflessione.
Riportare le persone a votare, ad esercitare un proprio diritto fondamentale, diventa oggi un’esigenza di democrazia non più procrastinabile affinché la rappresentanza eletta sia davvero di tutti e non solo di una minima parte degli aventi diritto.
Ridisegnare alleanze e coalizioni sarà un punto di svolta per la prosecuzione di una strada che ha evidenziato quanto l’area centrista, liberale e repubblicana sia in cerca di una casa che ne dia rappresentatività. Allontanarsi da coalizioni precostituite sulla carta avendo il coraggio di scegliere strade alternative è possibile e l’appuntamento elettorale appena concluso ne ha evidenziato la necessità.
Per questo, come Buona Destra, saremo attivi affinché l’esperienza al fianco di Paolo Damilano, all’interno di un progetto civico di ampio respiro, possa proseguire attraverso un’opposizione responsabile e costruttiva che possa riavvicinare i torinesi alla politica per il bene della Città.
CLAUDIO DESIRÒ, COORDINATORE REGIONALE BUONA DESTRA PIEMONTE

Locatelli (Prc-Se): sconfitta la destra si tratta di battere il “Sistema Torino”

Anche se la destra estrema è stata battuta nelle urne il dato macroscopico è di un nuovo sindaco di Torino – Stefano Lo Russo –  eletto da una minoranza di elettori. Il vero vincitore in queste amministrative è l’astensionismo – la stragrande maggioranza degli elettori non è andata a votare  – a significare il netto distacco tra eletti ed elettori. Nell’epoca dell’aumento delle distanze sociali tra i primi e gli ultimi il dato eclatante è costituito per l’appunto dalla mancanza di fiducia nelle istituzioni della politica. La maggioranza degli elettori e delle elettrici non si sente rappresentata da un mondo politico sempre più uniformato al mercato, agli interessi delle grandi imprese e della finanza. E’ proprio la mancanza di progetti di trasformazione a misura delle persone, dei ceti popolari, delle classi lavoratrici che ha prodotto la riduzione drastica dello spazio della rappresentanza. Uno spazio che va ricostruito nella ripresa di iniziativa sociale e di ruolo di una sinistra di alternativa in opposizione alle forze liberiste che sono al governo nazionale e locale. Sconfitta la destra si tratta ora di battere il “Sistema Torino”.

 Ezio Locatelli, Rifondazione Comunista Torino

Astensionismo patologico, vittorie e sconfitte a Torino

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IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

L’astensione  dal voto al ballottaggio di quasi il  60 per cento dei torinesi  è forse il dato più evidente e anche  più preoccupante perché rivela una crisi democratica profonda che evoca quasi i “ludi cartacei”  di mussoliniana memoria. La gente non ha più fiducia nei politici e nei partiti e ha deciso di astenersi. E protesta astenendosi dall’andare ai seggi. Damilano tra il primo e il secondo turno ha perso ben 8000 voti. Una scelta pienamente legittima.

Già al primo turno la disaffezione al voto era evidente, ma essa è diventata macroscopica al ballottaggio e non c’è neppure la scusa del fine settimana al mare in quanto esso si è svolto in autunno. I due candidati non hanno saputo appassionare ,anche se la competenza e l’apparato esperto e collaudato  di Lo Russo hanno avuto la meglio sulla inesperienza, in verità un po’  boriosa, di Damilano che credeva di vincere al primo turno e non ha evitato l’ineleganza di avere prima eletta nella sua lista la cugina, una caduta di stile senza precedenti. Si è notata anche la differenza di cultura politica, amministrativa e giuridica  tra un docente del Politecnico e già assessore e un ragioniere ed imprenditore che ha insistito, ripetendolo come un mantra di essere figlio di un partigiano, pur essendo alleato dei nipoti dei reduci di Salò che certo non hanno apprezzato questo costante richiamo ad una scelta che riguardava il padre, ma non necessariamente il figlio. Io ho conosciuto ad esempio,  figli di partigiani diventati ferventi neo- fascisti. Mi auguro che il nuovo Sindaco, che mi sembra persona seria e non incline alla demagogia, sappia partire dal fatto che il consenso  con cui ha vinto è nei fatti molto limitato, anche se ha stravinto  in termini percentuali su Damilano che continua a vantare un 12 per cento di consensi personali, una percentuale troppo esile per consacrarlo leader. Se posso dire, Lo Russo deve guardare all’esempio di Castellani e di Fassino e non a Chiamparino che si montò la testa per aver battuto Buttiglione, la peggiore candidatura del centro-destra che oggi esce a pezzi e clamorosamente battuto. Senza le capacità del federatore Berlusconi , esso è un’alleanza perdente in partenza perché conflittuale e perché guidata da persone senza carisma, anzi senza la benché minima qualità politica. Mi auguro che Lo Russo sappia aprirsi anche a chi non l’ha votato come seppe fare Fassino e mi auguro altresì che tenga a bada gli estremisti di sinistra che lo hanno sostenuto al ballottaggio come Angelo D’Orsi che si ritiene il nuovo Gramsci. Ci sono dei moderati che possono guardare a Lo Russo con simpatia soprattutto per la sua esperienza e per la sua cultura. Ma dev’essere chiaro che la prima

Paolo Damilano

condizione è  quella di mantenere fuori dalla maggioranza e da ogni incarico i grillini che hanno paralizzato la Città per cinque  anni e che Lo Russo ha combattuto coerentemente  in Consiglio Comunale, mentre il centro – destra si rivelò del tutto inesistente, anche per le persone che lo rappresentavano e sulle quali è meglio stendere un velo pietoso. La parabola di Damilano ha avuto termine e forse la cosa migliore che potrebbe fare è quella di rinunciare al seggio e di tornare a dedicarsi con successo ai suoi affari. Sarebbe impensabile un Damilano bis tra cinque anni in una situazione politica che c’è da sperare possa cambiare radicalmente.  Si troverebbe insieme a persone del tutto disomogenee.  Vorrei dire  con franchezza a Damilano  (che non ho mai avuto il piacere  di conoscere  di persona)  che il compianto Domenico  Carpanini, straordinario leader dell’opposizione al Pentapartito in Comune, passava i sabati e le domeniche a studiare le delibere in discussione il lunedì in Consigli , un lavoro ciclopico a cui Damilano non sarebbe mai disposto (e lo capisco e lo giustifico) a sottoporsi. Fare l’opposizione è cosa ardua e difficile  che richiede un impegno che solo Carpanini  seppe mettere in gioco, anche a scapito della serenità  della vita famigliare, come era tipico dei vecchi comunisti che mettevano il partito al primo posto  della loro vita. Mi spiace che tre miei amici abbiano gettato  inutilmente tempo, disinteresse personale  ed autentica  passione  civile a sostegno di Damilano. Quei miei amici, ma anche altri, rigorosamente non eletti, potrebbero essere una speranza per il futuro. Sono invece contento che i trasformisti che erano nel listino di Chiamparino e passarono dalla parte opposta, siano rimasti clamorosamente battuti. Quegli alleati dell’ultima ora hanno fatto perdere voti a Damilano che ha pensato per un momento di essere diventato  un federatore come lo fu  Berlusconi, che è stato un esempio inimitabile  e non ripetibile.

Vittoria netta per Lo Russo. Ora sappia lavorare oltre le divisioni

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Complimenti a Lo Russo nuovo Sindaco di Torino. Indubbiamente ha voluto questa vittoria contro tutti e contro tutto. Dalle primarie in avanti, sostanzialmente in risalita e in rimonta. Non l’avremmo detto: complimenti a chi ci ha creduto fin dall’ inizio. Tresso o Silvio Viale che dopo le primarie si sono sbattuti. O il senatore Mauro Laus e con lui il segretario Mimmo Carretta.
O nel suo piccolo (che poi tanto piccolo non è) Michele Paolino che si è inventato il ruolo di oste-scrittore-politico fino a diventare una base logistica per Valle il vero artefice della campagna elettorale di Lo Russo. Dettaglio: primo sindaco di Torino con un nome meridionale. Sono andati a votare ancor di meno. Comunque per Lo Russo 28000 in più. per Da Milano 8ooo in meno. Ma il più è stato fatto il primo turno. Poi il resto l’hanno fatto Salvini e Meloni con il loro “proteggere” i no vax. Concretamente il popolo moderato di centro destra non è andato a votare. Damilano ci ha tentato, ma poi alla fine, non è mai stato in corsa. Ne’ prima, ne’ durante, ne’ mai. Nei guai i Calendiani (come Alberto Nigra), per loro è andata proprio male. Non solo per la sconfitta, non solo per i pochi voti di lista, ma perché lo spostamento ulteriore al centro (del centro destra torinese) non c’è stato. Parentesi pentastellati chiusa, totale assenza. Sia Torino come Roma. Con Roma che e’ il compimento di tutto. Caput Mundi. Ieri 2 governi pentastellati e ora torna il pd sia nella prima Capitale, sia nell’ultima Capitale d’Italia. Magari un buon viatico per i dem anche per le politiche. Persino Varese passa di mano. Roccaforte leghista dal 1979 dove venne eletto per la prima volta un certo Umberto Bossi. Il Capitano (Matteo Salvini) continua a cantare vittoria diventando solo un caporale di giornata. Più scafata la Meloni che ammette: mamma mia quante ne abbiamo prese. Propone un fronte comune con Berlusca e i leghisti strizzando l’occhio a Giorgetti, e Matteo Salvini sta già pensando al prepensionamento. Eppure, porcaccia la miseria, non mi do pace, la destra moderata lascia il passo alla destra estrema. Garantita la sconfitta. Comunque facciano loro.
Ora la giunta a Torino. E diciamolo,  Lo Russo comincia bene. Maggioranza di donne in giunta e vice sindaco donna. Stupendo.
E tra le candidature Gianna Pentenero e Chiara Foglietta.  Le due più votate. Entrambe (secondo me) bravissime. Ottimo assessore in Regione  la prima. La seconda meravigliosamente giovane e con cinque anni di opposizione e di formazione. Esponente del mondo Lgbt. Su questa vittoria del PD una spada di Damocle : 169 mila voti per Lo Russo. Meno del 20% dei Torinesi. Non è bello e molto, ma molto preoccupante. Se diventa un punto di partenza… magari funziona. Una  cosa positiva la volontà da parte di Lo Russo e di Damilano di collaborare per la città.
Arriveranno un mare di soldi. Saperli spendere sarà fondamentale. Oltre le divisioni. Oltre i partiti che in questi ultimi anni non hanno brillato. Pensando solo a sé stessi. È il momento di pensare a Torino.
Speriamo. E poi per quel che possiamo e per quel che ci sarà possibile noi ci siamo . Oltre le diversità politiche. Con il comune obbiettivo: Torino.

Patrizio Tosetto

Lo Russo è il nuovo sindaco di Torino

Con il 59,23 % dei voti Stefano Lo Russo è il nuovo Sindaco di Torino, prevalendo al ballottaggio sul candidato di centrodestra Paolo Damilano.

La proclamazione ufficiale avverrà nella Sala Rossa di Palazzo Civico nei prossimi giorni.

L’AGGIORNAMENTO DEI DATI: http://www.comune.torino.it/

Lo Russo: “annuncerò la mia Giunta il 25 ottobre. Erano tanti anni che il centrosinistra non era così unito e capace di fare squadra”.

Damilano: “Torino non ha voluto lottare per il cambiamento”

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Ore 15: Gli exit poll relativi al ballottaggio per l’elezione del sindaco di Torino trasmessi alle 15 dalle principali reti televisive danno in vantaggio il candidato sindaco del centrosinistra

Secondo il primo  Exit poll di  consorzio Opinio Italia trasmesso dalla Rai,  Stefano Lo Russo (centrosinistra) ottiene una forchetta tra il 56  e il 60

Paolo Damilano (centrodestra) si ferma tra il 40 e il 44