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Colomb (Forza Italia): tamponi molecolari ed emergenza Covid in Alta Valle di Susa, così non va!

 

“La situazione dei contagi da Covid-19 sul territorio turistico dell’Alta Valle di Susa è davvero molto critica e preoccupante – dichiara in una nota l’esponente di Forza Italia Alberto Colomb

Mai si erano registrati così elevati numeri di positivi al Covid-19 in tutto il periodo pandemico, come si evince dal bollettino della Regione Piemonte ultimo disponibile del 4 gennaio abbiamo un numero di positivi accertati elevato su tutti i comuni turistici del comprensorio Vialattea e Bardonecchia.
19 attualmente positivi a Cesana Torinese, 38 a Sestriere, 21 a Pragelato, 27 a Salice d’Ulzio, 55 a Oulx, 35 a Bardonecchia.
“Ma ciò che preoccupa maggiormente – prosegue l’esponente azzurro – è che questi numeri sono provvisori in quanto i positivi al Covid-19 non accertati con i tamponi saranno di sicuro molti e molti di più…”
“Perché oramai dal 20 dicembre scorso in Alta Valle di Susa e non solo qui i medici di medicina generale non sono più in grado di fare eseguire ai propri pazienti sintomatici i tamponi molecolari sul distretto sanitario della ASL TO3 e quindi devono ricorrere obbligatoriamente ai test rapidi delle farmacie che sono sicuramente meno affidabili dal punto di vista clinico come ci spiegano gli esperti soprattutto per rilevare la nuova variante Omicron.”
“Personalmente e come esponente piemontese di Forza Italia siamo solidali e condividiamo in pieno le dichiarazioni rilasciate il 28 dicembre scorso dalla Federazione Italiana Medici di Medicina Generale – ASL TO3 perché credo non abbiano bisogno di ulteriori specificazioni avendo colto appieno i problemi che i medici affrontano ogni giorno e soprattutto della mancata esecuzione dei tamponi molecolari ai pazienti sintomatici o paucisintomatici i quali se non vengono individuati subito con lo strumento diagnostico del tampone molecolare non possono essere curati con gli anticorpi monoclonali al proprio domicilio e a partire dal 4 gennaio anche con il primo farmaco antivirale Molnupiravir sviluppato dalla Merck per il trattamento della malattia causata dal virus Sars-Cov-2 per i pazienti lievi e moderati non ospedalizzati entro 5 giorni dalla insorgenza dei sintomi Covid-19.”
“Non è assolutamente accettabile che in un territorio, l’Alta Valle di Susa, che da sempre fa del turismo, soprattutto invernale, il core business della propria attività sia assolutamente impreparato a gestire la pandemia di Covid-19 nel pieno della stagione invernale quando le principali località di villeggiatura si popolano di turisti, soprattutto italiani causa restrizioni ai viaggi internazionali per il turismo estero, e dei proprietari delle seconde case piemontesi, liguri e milanesi che per fortuna sono venuti in villeggiatura in montagna per consentire quel minimo di attività economica e di fatturato ai residenti locali che vivono esclusivamente di turismo.”
“Meno accettabile è ancora una volta l’assoluta impreparazione dei sindaci dell’Alta Valle di Susa che avrebbero dovuto a novembre prepararsi in tempo per la stagione invernale e preparare i comuni all’arrivo delle migliaia di turisti negli alberghi e nelle seconde case di villeggiatura organizzando in tempo degli hot-spot nelle singole località di villeggiatura per fare i tamponi molecolari (al posto di fare una iniziativa di natura esclusivamente propagandistica di una sola giornata dei vaccini sulle piste di sci al Sestriere!) richiedendo esplicitamente alla direzione sanitaria della ASL TO3 la creazione di un hub in Alta Valle di Susa che dovrebbe essere situato a Oulx in quanto comune baricentrico relativamente alle località limitrofe di villeggiatura per fare i tamponi molecolari come accade ad esempio a Milano alla Fiera di Rho.”
“Sono numerose in questi giorni di vacanza in montagna le segnalazioni e le testimonianze di conoscenti e amici che ci sono pervenute e che continuano ad arrivarci sia di turisti e soprattutto di residenti che sono impossibilitati da settimane di fare i tamponi molecolari in Valsusa, residenti che il proprio medico di medicina generale non riesce a prenotare il tampone molecolare nel distretto sanitario della ASL TO3 e che dice di fare per prima cosa il meno affidabile tampone rapido antigenico in farmacia, oppure di ricorrere privatamente ai tamponi molecolari a pagamento presso i centri privati di Torino che li eseguono, in attesa, e passano molti giorni, di avere luogo e ora dell’appuntamento per mandare il proprio paziente a farsi fare finalmente il tampone molecolare con il servizio sanitario nazionale nemmeno a Susa o a Pinerolo ma addirittura oltre centoventi chilometri dopo Torino…”
“Questa disorganizzazione è assolutamente inaccettabile pertanto in veste di esponente politico di Forza Italia ho provveduto a parlare immediatamente con il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e con l’assessore regionale alla Protezione Civile Marco Gabusi per fare loro presente questa indecorosa situazione che vive il nostro territorio turistico e di prendere immediati e adeguati provvedimenti nei confronti della direzione sanitaria dell’Azienda Sanitaria Locale Torino 3 per allestire al più presto in Alta Valle di Susa un hub per effettuare i tamponi molecolari preferibilmente a Oulx o Cesana Torinese e di chiedere l’intervento dei militari dell’Esercito, abbiamo numerose caserme sul nostro territorio, per mettersi a disposizione nell’emergenza pandemica e a supporto dei medici e infermieri al fine di consentire ai residenti e turisti di fare in caso di sintomatologia subito il tampone molecolare vicino casa e di poter così definire il migliore piano terapeutico con l’utilizzo degli anticorpi monoclonali e del Molnupiravir che sono efficaci entro i 5 giorni dalla comparsa dei sintomi Covid-19.”

“Perché il Covid-19 va curato preferibilmente al proprio domicilio, soprattutto per chi è vaccinato con la terza dose e non ha gravi sintomi, senza congestionare inutilmente gli ospedali di Pinerolo, Rivoli e della Città della Salute di Torino e soprattutto – conclude l’esponente azzurro – al fine di non compromettere le cure e i follow-up ai malati di tutte le altre numerosissime e severe patologie che esistono oltre il Covid-19”.

Pnrr: Ruffino (CI), occasione unica per i nostri comuni

“Il pnrr è un’occasione unica per lo sviluppo del nostro paese e del nostro territorio.

Prova ne è l’attenzione che viene riservata ai piccoli comuni a cui andranno finalmente dei fondi per quella tanto agognata rigenerazione urbana di cui molti borghi hanno necessità.” Lo scrive in una nota Daniela Ruffino deputata di Coraggio Italia.
“ Una richiesta che ho fatto molte volte al governo e che adesso è realtà. Fondi che finanzieranno 1.784 opere. Gli enti locali beneficiari sono complessivamente 483 tra cui il comune di Giaveno.”
“ I fondi del pnrr – conclude Ruffino – esistono, adesso alle nostre amministrazioni utilizzare al meglio gli sforzi di questo governo e della sua maggioranza.”

Scuola: Ruffino (CI), dad certificherebbe errori dal ministero

L’ipotesi scuola in dad dovrebbe essere ampiamente superata.

Diversamente si certificherebbe un errore madornale da parte del Ministro Bianchi. Che il picco dei contagi per covid sarebbe arrivato a Gennaio lo si sapeva da tempo. Così come da tempo si chiede l’utilizzo di mascherine ffp2 nei luoghi chiusi e sul trasporto pubblico locale e un sistema di aereazione efficace specie in casi classi sovraffollate. Le famiglie chiedono continuità scolastica e diritto allo studio. I nostri ragazzi sono stati già penalizzati da questa pandemia. Il ministro Bianchi parli loro con chiarezza garantendo la ripresa dell’anno scolastico e le mascherine gratuite per tutti. Già il 10 gennaio. Di tempo ce n’è stato, il punto è se si è migliori oppure no dei ministri precedenti e dalle decisioni che verrano prese.

Magliano: “La Regione Piemonte acquisti il volantino del sequestro Moro”

Non ci piace per niente che un documento ancora, metaforicamente, grondante sangue sia messo all’asta, mercificato come un cimelio e magari acquistato a suon di rilanci.

Il passato tragico della nostra nazione non può essere trattato alla pari dei memorabilia di rock star e campioni dello sport. Ma se così deve essere, sia la Regione Piemonte o il Comune di Torino – proprio in Piemonte e a Torino particolarmente violenti e drammatici sono stati gli anni di piombo e la follia del terrorismo – o comunque un soggetto istituzionale ad acquisire il volantino con il quale le BR rivendicarono il sequestro dello statista e Presidente della Democrazia Aldo Moro. Il documento sia poi conservato ed eventualmente esposto in un contesto adeguato, come monito e testimonianza di crimini che hanno segnato la nostra storia e il nostro Paese.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

D’Alema nel Pd? È cosa buona e giusta…

Non capisco, francamente, la gazzarra che si è aperta nel Partito democratico dopo la volontà del
principale leader storico della sinistra italiana, cioè Massimo D’Alema, di rientrare prossimamente
nel partito che aveva contribuito a fondare e poi abbandonato nel recente passato per dare vita
alla piccola esperienza di Liberi e Uguali.

Certo, il linguaggio di D’Alema è sempre colorito e  sferzante ma, al di là di questi dettagli, è indubbio che le sue recenti dichiarazioni fanno discutere.

E questo per due semplici ragioni, direi persin banali.

Innanzitutto D’Alema è un leader politico. Sì, forse è anche un capo come si chiamano oggi i
politici, ma è anche e soprattuto un vero leader politico. Merce abbastanza rara nell’attuale
panorama politico italiano. È di tutta evidenza che quando i leader parlano cerano dibattito e
confronto e anche scontro. Sono, cioè, divisivi. E D’Alema, su questo versante, è quasi un
campione assoluto. Ossia, le sue dichiarazioni non passano quasi mai inosservate perchè non
sono ascrivibili alle regole della comunicazione dell’attuale crisi politica. Cioè non si possono
ridurre ad un banale tweet o ad un insignificante post su FB. No, sono di norma riflessioni –
condivisibili o meno che siano – che richiedono inesorabilmente riflessioni, approfondimenti e
ovviamente repliche. Anche piccate. Come è puntualmente avvenuto anche questa volta. E come
da copione. Il resto sono solo chiacchiere inutili.

La seconda riflessione non è di metodo ma di merito. D’Alema ha detto, in sostanza, che si deve
ricostruire una grande forza di sinistra, progressista e di governo. Dopo la parentesi di Renzi e il
tentativo, a suo modo di vedere, di dare una sterzata moderata e centrista al Partito democratico.
E quindi, di conseguenza, destinato a mutare il profilo di sinistra e progressista di quel partito.
Verrebbe da chiedersi, al riguardo, ma dove consiste la novità? Ma da quando il Partito
democratico non vuol più essere un partito di sinistra e progressista nello scenario politico
italiano? C’è qualcuno, per caso, che mette in discussione – al di là delle insignificanti riflessioni
sul metodo e sulle variabili linguistiche – nel Partito Democratico che quel soggetto politico non
può più definirsi il grande “campo della sinistra italiana”? È del tutto scontato, quindi, che Articolo
1 confluisca nel Partito democratico. E chi si stupisce o è un ipocrita o è un ingenuo. Delle due
l’una, non si scappa da questa tenaglia.

Semmai, se vogliamo dirci la verità sino in fondo, c’è un elemento che imbarazza l’eventuale e
potenziale ritorno di Massimo D’Alema tra le fila del Partito democratico. E questo elemento ha un
solo problema: la leadership politica che D’Alema ancora conserva intatta. Certo, brutto carattere,
il che poi non è affatto vero; l’essere forse divisivo, come tutti i veri leader politici; la capacità di
non ridurre la politica a sola bega personale; e, in ultimo, il timore, forse, che ritorni un confronto
politico di qualità che esce dall’ordinaria amministrazione e dalla pura gestione dell’esistente.

Ecco perchè, in conclusione, si tratta di un dibattito e di una polemica abbastanza curiosa nonchè
singolare. Che il leader storico della sinistra italiana ritorni nel più grande partito della sinistra
italiana è scontato; che un leader della sinistra chieda al suo campo di unirsi in una sola grande
famiglia di sinistra è altrettanto scontato; e, infine, che un leader di sinistra non ami granchè chi,
all’interno di quella famiglia, declini anche una “politica di centro” non lo trovo affatto blasfemo o
calunnioso. Ma, al contrario, del tutto normale e scontato.

Invece, tocca a tutti coloro che si pongono l’obiettivo di ricostruire un “partito di centro”,
democratico e riformista, e che sappia declinare una vera ed autentica “politica di centro” porre le
fondamenta per un’altra casa politica, culturale e programmatica. Come, del testo, molti di noi
stanno già facendo.

Giorgio Merlo

La Buona Destra: “La sanità piemontese paga le carenze di organico”

La preoccupazione che si respira all’interno delle strutture ospedaliere piemontesi inizia ad essere tangibile in quanto, nonostante un numero di ricoveri infinitamente più basso rispetto ad un anno fa, i contagi tra il personale sanitario impattano gravemente sul funzionamento delle stesse strutture, già messe a disagio da un organico sottodimensionato rispetto alle esigenze.

A nome della Buona Destra Piemontese, sottoscrivo l’appello ed il grido di allarme lanciato in queste ore da Nursind ed Anaao-Assomed, in cui si denuncia in modo inequivocabile il mancato potenziamento del personale sanitario che sarebbe dovuto avvenire nell’ultimo anno, attraverso assunzioni attinte dalle graduatorie stilate dal Dirmei.

I vertici delle ASL e delle ASO piemontesi hanno tentennato durante tutto questo tempo fino ad arrivare a ritrovarsi nuovamente in una situazione di grave carenza di organico, con il conseguente progressivo blocco delle prestazioni non urgenti, degli interventi programmati e delle attività ambulatoriali.

In questi giorni gli specialisti, dagli oculisti ai radiologi, vengono dirottati nei Pronto Soccorso o utilizzati come Medici vaccinatori, bloccando di fatto l’assistenza sanitaria non connessa al Covid.

In questo modo si privano i pazienti della possibilità di accertamenti diagnostici e di visite specialistiche con il rischio di gravi ripercussioni future per gli stessi.

Buona Destra Piemonte ha denunciato più volte, nel corso dell’ultimo anno e mezzo le mancate assunzioni di personale sanitario che già avevano causato situazioni emergenziali nel corso di questa crisi sanitaria. A distanza di due anni dall’inizio della pandemia, ci ritroviamo nuovamente a dover denunciare le carenze di organico derivanti dalle mancate assunzioni, nonostante le risorse economiche e le graduatorie siano disponibili da tempo. Crediamo che dall’Assessorato alla Sanità Regionale, a partire dall’Assessore Dott. Icardi, una presa di coscienza della situazione in essere sia quantomeno necessaria e che dovrà essere seguita da azioni tangibili ed efficaci affinché questo problema, che si trascina da troppo tempo, venga finalmente risolto.

I cittadini piemontesi hanno fatto del loro meglio, risultando ad oggi tra le popolazioni con la maggior copertura vaccinale. Assicuriamo loro l’assistenza sanitaria dovuta.

Claudio Desirò

Coordinatore Regionale Buona Destra Piemonte

Giunta regionale a metà mandato, le sfide per il nuovo anno

Si è svolta in quella che entro il 2022 sarà la sua nuova casa la conferenza stampa di inizio anno della Regione Piemonte.  Al 20° piano del Grattacielo che sorge a pochi passi dal Lingotto, il presidente Alberto Cirio e gli assessori della Giunta hanno tracciato gli obiettivi e le sfide dei prossimi 12 mesi.

“Abbiamo voluto organizzare qui la conferenza stampa di inizio anno – ha spiegato il presidente Cirio – perché, dopo 10 anni di cantiere, questa è la prossima opera che sbloccheremo e completeremo nel 2022, come abbiamo già fatto nei nostri primi due anni alla guida del Piemonte con altre opere rimaste a lungo ferme, l’Ospedale di Verduno, la Tav, l’Asti-Cuneo, la Pedemontana. Mi hanno insegnato fin da piccolo – ha aggiunto il Presidente – che le cose che si cominciano si finiscono. E noi renderemo questo palazzo un simbolo della Regione che vogliamo. Una Regione che non lascia opere incompiute”.

Con i suoi 205 metri di altezza e 44 piani che ospiteranno tutti gli uffici regionali e oltre 2 mila dipendenti, il grattacielo della Regione Piemonte sarà il terzo edificio più alto d’Italia. Il 10 ottobre verranno consegnati i documenti di agibilità, grazie a un lavoro costante e puntuale che la Giunta ha portato avanti in questi due anni dal suo insediamento, e pur nelle difficoltà della pandemia, per sbloccare le lungaggini che avevano causato lo stallo del cantiere.

“L’investimento complessivo è di 236 milioni di euro e consentirà un risparmio annuo di 18 milioni, grazie al risparmio dei canoni di locazione e delle spese connesse alle sedi attualmente necessarie – ha sottolineato l’assessore al Bilancio e al Patrimonio Andrea Tronzano –. Un introito importante arriverà anche dalla valorizzazione di alcuni degli edifici di proprietà regionale. Quelli di maggior pregio, come il palazzo di Piazza Castello, non saranno venduti: resteranno di proprietà dei cittadini piemontesi e li faremo confluire in un fondo immobiliare che ci consentirà di renderli una fonte di reddito”.

CAMPAGNA VACCINALE

La conferenza stampa è stata anche l’occasione per fare il punto sulla campagna vaccinale del Piemonte che, con oltre 8 milioni di dosi complessive somministrate,  ha consentito di mettere in sicurezza con ciclo completo l’80% della popolazione over 5 vaccinabile. Il 60% di coloro che hanno maturato i 150 giorni per il richiamo booster hanno già ricevuto anche la terza dose: 1,5 milioni quelle somministrate finora. Sono invece 637 mila coloro che non hanno ancora scelto di aderire alla vaccinazione: 438 mila over 12 (ma erano 800 mila ad agosto) e 199 mila nella fascia 5-11 anni.

PNRR

Altro focus della conferenza stampa la ripartenza e le risorse in arrivo dal Pnrr: sono circa 2 miliardi di euro i fondi già atterrati in questi mesi in Piemonte attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza: una cifra importante che insieme alla programmazione europea 2021-2027 e ai fondi del Piano di sviluppo rurale, del Fondo sociale europeo e del Fondo per lo sviluppo regionale si stima possano portare nella nostra regione oltre 10 miliardi di euro.

“Sono risorse enormi – ha ricordato il presidente Cirio – e la Regione lavorerà in sinergia e dialogo con tutto il territorio affinché queste risorse vengano spese  bene, velocemente e per quelle che sono le reali esigenze del nostro Piemonte”.

EDILIZIA SANITARIA 

Dal Pnrr arriveranno in particolare alla sanità piemontese circa 535 milioni: quasi 133 milioni per 90 Case della Comunità (8 di queste saranno finanziate con risorse della Regione); 7,4 milioni per 43 Centrali operative territoriali; 66,4 milioni per 27 Ospedali di Comunità; 96,3 milioni per la Digitalizzazione dei Dea, quasi 79 milioni per l’ammodernamento delle grandi apparecchiature e circa 139 milioni per la sicurezza (antisismica e antincendio) degli ospedali.

L’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi ha sottolineato, inoltre, che prosegue l’iter per la realizzazione di 6 nuovi ospedali finanziati con i fondi Inail per un investimento complessivo di circa 1,3 miliardi di euro: si tratta degli Ospedali Amedeo di Savoia e Maria Vittoria a Torino e degli ospedali di Ivrea, Vercelli, Cuneo, Savigliano-Saluzzo e Alessandria, oltre ai due nuovi ospedali del VCO e dell’Asl Torino5, già finanziati con un precedente Dpcm.

Il 2022 sarà un anno in cui si procederà con interventi importanti anche su altri ospedali: dagli 8 milioni di euro per l’ospedale infantile di Alessandria, al cantiere per l’Ospedale della Valle Belbo sbloccato con un finanziamento di 14 milioni. A Novara verrà bandita a breve la nuova gara per la realizzazione della Città della Salute e della Scienza, mentre proseguirà a Torino la bonifica del primo lotto del sito in cui sorgerà il nuovo Parco della Salute, insieme alla consegna dei progetti definitivi e dell’aggiudicazione dei lavori in estate. Presso l’aeroporto di Levaldigi verrà inoltre realizzato per la Maxiemergenza un progetto internazionale (EMT2s), con uno stanziamento di 3,5 milioni della Regione e l’operatività finanziata dall’UE.

Il vicepresidente Fabio Carosso ha dichiarato che “daremo al Piemonte una nuova legge urbanistica che rilancerà il ruolo di Città metropolitane e Province, darà sostegno tecnico e finanziario ai piccoli Comuni e garantirà tempi certi e procedure più snelle senza duplicazioni burocratiche” e che “la montagna sarà protagonista, in quanto vogliamo dotarla delle infrastrutture e dei servizi necessari per favorire chi vorrà andare a viverci, come le persone che hanno risposto al bando sulla residenzialità montana dimostrando che credono nel futuro di queste zone”.

L’assessore Marco Gabusi ha parlato del “rinnovo del contratto di servizio con Trenitalia, sul quale la Regione interverrà mettendo a bilancio 150 milioni di euro, che consentirà di stabilizzare i servizi e migliorare le situazioni di criticità” e della continuazione del “finanziamento dei progetti per infrastrutture che i territori aspettano e che sono strategiche per lo sviluppo”.

L’assessore Elena Chiorino ha posto l’accento sull’edilizia scolastica, sulla necessità di offrire alle famiglie servizi per contrastare la denatalità, come l’ampliamento degli orari degli asili nido mantenendo le tariffe invariate a carico delle famiglie, e sulle novità legate alla formazione professionale: “Con l’ambizione di diventare propulsori delle professioni che servono davvero alle imprese, si avvierà una vera e propria rivoluzione della formazione professionale, indispensabile per investire sulle persone, aumentare l’occupazione con particolare riguardo a quella giovanile e femminile; inoltre, verranno estese le Academy, organizzate per filiere produttive con un’attenzione alle vocazioni dei territori e con un alto contenuto di innovazione tecnologica”.

L’assessore Vittoria Poggio si è soffermata sulle realizzazione delle attività previste con i Distretti urbani del commercio, sull’approvazione del piano triennale della cultura dopo il confronto e la concertazione con i vari attori del comparto, sul rifinanziamento del voucher vacanze e sulla promozione del Piemonte all’Expo Dubai.

L’assessore Marco Protopapa ha anticipato “l’attivazione di tutti i bandi previsti dal Programma di sviluppo rurale a completamento di quelli già emessi nel 2021 e avvio entro fine anno di tutte le istruttorie per l’erogazione dei contributi, unitamente alla promozione dei prodotti enogastromici e allo stanziamento di risorse per le infrastrutture irrigue”.

L’assessore Matteo Marnati ha aperto l’intervento con la novità che “i dati di Arpa hanno rilevato che nel 2021 la qualità dell’aria in Piemonte è migliorata, così come il numero di giornate che hanno sforato i limiti di legge è il più basso in assoluto” e si è soffermato sulle iniziative “per trasformare il Piemonte in uno dei territori dove sviluppare un percorso completo che va dalla ricerca alla produzione e al consumo di idrogeno, da utilizzare nei trasporti e nei processi produttivi secondo una strategia che verrà presentata in primavera a Bruxelles” ed ha ricordato che “il Piemonte entrerà a far parte del board europeo della Hydrogen Europe insieme ai più grandi player industriali del continente”.

L’assessore Maurizio Marrone ha evidenziato “l’impegno per rafforzare la capacità amministrativa dei piccoli Comuni per sostenere le sfide del Pnrr” e “la candidatura degli interporti di Orbassano e Novara come zone logistiche semplificate per ottenere agevolazioni sugli investimenti ed accorciare i tempi delle burocrazia”.

L’assessore Chiara Caucino ha comunque voluto comunicare “la revisione della legge n.3/2010 sull’edilizia sociale, con nuove regole e nuovi criteri di premialità per chi risiede da più tempo in Piemonte e per le famiglie con un solo genitore che vive con figli minori”.

Per quanto riguarda lo sport sono stati segnalati la predisposizione del calendario di “Piemonte Regione Europea dello Sport 2022”, dopo il via libera alla candidatura presentata lo scorso anno dall’assessore Fabrizio Ricca, e il sostegno a numerosi grandi eventi.

Andrea Cane (Lega Salvini Piemonte): “Asl To4, solo chiacchiere”

“Il Direttore Generale Scarpetta sa fare benissimo il suo mestiere e non ha alcuna intenzione di andarsene”.

“Stefano Scarpetta non se ne va, Boraso resterà ad Asti: il gioco del telefono senza fili in queste vacanze natalizie è sfuggito di mano a qualche giornalista o talpa che sia, ma da quel che posso dire dopo aver sentito il Direttore Generale Scarpetta e anche l’Assessore Icardi, è che non penso sia il caso di iniziare l’anno in questo modo, confondendo le idee dei cittadini già abbastanza provati da questa nuova ondata di pandemia”. È secca la replica alle illazioni della stampa da parte di Andrea Cane, Vicepresidente della Commissione Sanità del Piemonte.
“Lasciamo lavorare tecnici ed amministratori – ha proseguito il Consigliere regionale leghista – e garantiamo un clima di fiducia soprattutto a chi ogni giorno amministra questa situazione emergenziale. Ho sentito il Direttore Scarpetta per gli auguri di buon anno e anche in quel frangente abbiamo fatto un breve punto della situazione, che smentisce ogni illazione sul lavoro serio e proattivo dell’Asl To4 e dei suoi vertici. E aggiungo che i risultati raggiunti sono come sempre misurabili, il reparto di radiologia a Ivrea, quelli di ginecologia a Chivasso e a Cirié avranno presto i loro primari; l’Asl To4 avrà a breve anche i primariati dei pronto soccorso, risorse che non si inventano, figure professionali che in questo momento mancano a livello nazionale. Sono stati avviati lavori delle terapie intensive e sub-intensive, i percorsi di pronto soccorso duplicati per casi Covid e non Covid per gli ospedali di Ivrea, Cirié e Chivasso. Quanto al PNRR la conferenza dei sindaci non ha fatto altro che chiedere un ospedale di comunità in più rispetto ai 3 assegnati. Infine penso sia fondamentale sottolineare ancora una volta che quest’anno potremo finalmente veder posizionato un sistema di risonanza magnetica da 1,5 Tesla all’interno dell’ospedale di Ivrea”.
“Credo sia poi utile ricordare – ha concluso Andrea Cane – che l’Asl To4 nella campagna vaccinale in corso è sempre stata tra le eccellenze di una Regione che in Italia è esempio per tutti. Si era detto che la pandemia ci avrebbe reso tutti migliori? Sono certo che per l’Asl governata da Stefano Scarpetta sarà così: i nostri territori hanno bisogno di unità e collaborazione tra media, cittadini, aziende sanitarie ed enti locali, non certo di fake news di buon anno nuovo!”.

(foto archivio)

La politica e il “centro”

Quando ritorna la politica – e speriamo che dopo il lento tramonto del populismo di marca grillina si inverta rapidamente la rotta – inesorabilmente ritorna anche il “centro”.

Non come categoria astratta o virtuale ma come spazio politico concreto e
tangibile. Del resto, il nostro paese dal secondo dopoguerra in poi, è quasi sempre
stato governato non “dal” centro ma al “centro”. Ovvero, con categorie, culture e una
classe dirigente che riconducevano alla “politica di centro” la loro cifra distintiva.
Elementi che hanno caratterizzato per intero la prima repubblica e che poi si sono in
parte indeboliti nella cosiddetta seconda repubblica per eclissarsi del tutto con l’arrivo
dei populisti al governo. Quando si parla di populismo ci si riferisce a quella sub
cultura che ha contribuito in modo decisivo a demolire quella qualità della democrazia
e quelle costanti del sistema politico che hanno caratterizzato per svariati decenni il
“sistema Italia”. E cioè, si tratta di tasselli fondamentali del mosaico democratico,
istituzionale e costituzionale del nostro paese. Ovvero, il ruolo dei partiti, l’importanza
delle culture politiche, l’autorevolezza e la competenza della classe dirigente, la
cultura della mediazione, il senso dello Stato, il profondo rispetto delle istituzioni
democratiche e, in ultimo ma non per ordine di importanza, la cultura di governo. Tutti
elementi che sono stati sacrificati sull’altare della novità, della demagogia,
dell’improvvisazione al potere – l’ormai famoso e celebre “uno vale uno” – del
qualunquismo e soprattutto della lunga tradizione democratica e costituzionale del
nostro paese
.
Ora, almeno così pare, questa lunga parentesi è giunta finalmente al capolinea se è
vero, com’è vero, che anche i protagonisti di questa decadente fase politica hanno
rinnegato sostanzialmente tutto quello che li aveva caratterizzati per molti anni
attraverso una misteriosa “conversione” politica tanto rapida quanto collettiva
.
Ma, al di là di questo fatto che non può, comunque sia, essere aggirato, quello che
conta rilevare è che, finalmente, il ritorno di una “politica di centro” si impone nel
nostro paese. Per il semplice motivo che ritorna una politica e una cultura che
rimuovono quella logica della radicalizzazione del conflitto politico che resta all’origine
di una prassi riconducibile agli “opposti estremismi”. Una prassi poco compatibile con
la democrazia dei partiti e con la centralità del Parlamento che, non a caso, erano e
restano i nemici principali del verbo e del dogma populista
.
Ecco perchè l’iniziativa politica intrapresa per ricostruire un “centro” plurale e
riformista nel nostro paese non può e non deve passare sotto silenzio. Non solo
perchè, come dicono i sondaggisti più accreditati, copre un vuoto politico con un
potenziale consenso elettorale che si aggira attorno al 10% ma anche, e soprattutto,
perchè contribuirebbe a far ritornare una politica credibile e una cultura di governo
che in Italia, nel bene o nel male, ha sempre caratterizzato lo stesso sistema politico.
Un “centro” plurale e riformista molto simile all’esperienza della Margherita – non a
caso si pensa ad una sorta di “Margherita 2.0” – che all’inizio degli anni duemila fu
decisiva per declinare una politica all’insegna del buon governo con un metodo
profondamente democratico e costituzionale. Appunto, l’esatto opposto di ogni sorta
di populismo e di tutto quello che si trascina dietro. Dal qualunquismo al settarismo,
dalla demolizione degli avversari/nemici politici all’incompetenza della classe
dirigente, dalla sostanziale estraneità ai principi e ai valori democratici alla
sottovalutazione del peso delle culture politiche riformiste e storiche
.
Dunque, un vero “partito di centro” capace di declinare, altrettanto credibilmente, una
vera “politica di centro”. Sarà questa la vera sorpresa e la vera novità delle prossime
elezioni politiche. Piaccia o non piaccia ai populisti di turno
.
Giorgio Merlo

Scuola: Ruffino (CI), ffp2 gratis a rientro sono costo per famiglie

Il diritto allo studio – e su questo credo siamo tutti d’accordo – va sempre e comunque tutelato. Per questo motivo credo che non dobbiamo creare allarmismi tra le famiglie che sono già preoccupate dal rientro in classe dei loro figli visti i nuovi dati di contagio causati dalla variante omicron.

Per fortuna oggi il vaccino nella fascia 5-11 aiuterà tanto i nostri studenti a evitare la dad, che ricordiamolo, è stata davvero dura e penalizzante per i nostri ragazzi.

Finalmente i trasporti sono più sicuri grazie all’introduzione di obbligo di utilizzo di  mascherina ffp2 e del super greenpass e questo è già un punto a loro favore.

Per evitare la dad in classe cerchiamo di far trovare sui banchi di scuola dei nostri studenti, per l’appunto, proprio questi presidi sanitari oramai obbligatori. Le ffp2 sono un costo reale per le famiglie, ma sono anche l’unico mezzo che abbiamo – assieme al vaccino – per fermare la circolazione del virus.

Il Paese sta rispondendo bene alla vaccinazione dei minori. Non mettiamo il carro davanti ai buoi paventando un obbligo vaccinale per i minori di cui non si è mai parlato.

La scuola fino ad oggi ha retto bene. Continuiamo a rispettare le regole che ci indica il cts, addirittura con quarantene azzerate per i vaccinati, e i nostri ragazzi continueranno a studiare in presenza com è giusto che sia.

Tutto il resto è sterile polemica.