politica- Pagina 320

Merlo: Pinerolo, la centralità del pinerolese nella scelta del futuro Sindaco della città

“Tra i pochi elementi incoraggianti e positivi che stanno emergendo dalla campagna elettorale per
il rinnovo del Consiglio Comunale di Pinerolo e la scelta del futuro Sindaco, c’è la volontà esplicita
e concreta dei candidati di porre Pinerolo al centro delle politiche che riguardano lo sviluppo e la
prospettiva dell’intero pinerolese. Certo, poi esistono sensibilità diverse e ricette specifiche –
anche se la progettualità politica ed amministrativa non è così esplicita e marcata – ma il tentativo
di uscire dal localismo e dal campanilismo per ragionare in termini più vasti e di area è, comunque
sia, un elemento positivo da non sottovalutare.

Del resto, superata la stessa dicitura di “città capofila” la scommessa politica vera per il futuro di
questo territorio resta quello di elaborare politiche comuni ed omogenee – su più versanti: dai
servizi al turismo, dalle zone industriali alla sanità, dal sistema scolastico ai trasporti – e, di
conseguenza, il ruolo di Pinerolo e di chi la amministra, non potrà che essere centrale. Una sorta,
per dirla con un uno slogan efficace che proprio nel pinerolese negli anni ‘80 e ‘90 era stato al
centro del dibattito politico dei partiti e degli stessi organi di informazione, di rinnovata ed
originale ‘Provincia di Pinerolo’. Ora, archiviate da tempo le Province, la prospettiva, il ruolo e la
stessa funzione di questo territorio, passano attraverso la capacità di elaborare uno sviluppo
comune dell’intera area interessata. E la scelta del futuro Sindaco, al di là delle valutazioni dei
singoli partiti e delle varie liste civiche, dipenderà probabilmente anche da chi riuscirà a
convincere meglio la maggioranza dell’elettorato della città sulla bontà e sull’efficacia della propria
ricetta programmatica. Che non potrà che essere rivolta all’interno territorio pinerolese”.

Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato, Consigliere Nazionale Anci.

Igor Boni: “Damilano farebbe tutte le parti in commedia” 

L’intervento di Igor Boni (Presidente di Radicali Italiani): “Chi dà le concessioni e chi le riceve”

“Il Sindaco di Torino sarà anche il Sindaco della Città metropolitana. Uno dei contendenti della prossima competizione elettorale, Paolo Damilano, ha sulle spalle un conflitto di interesse che è una incudine pesantissima, che purtroppo continua a rimanere nell’oblio dell’informazione.

L’imprenditore Damilano, della Famiglia Damilano che è a capo della Società Pontevecchio srl, proprietaria di ben 7 marchi di acque minerali (tra cui la nota Valmora), vuole diventare sindaco della nostra città. Il Piemonte è la regione italiana che ha il maggior numero di concessioni attive per l’imbottigliamento delle acque minerali; le concessioni attive sono 46, 26 quelle effettivamente utilizzate, 4 fanno riferimento a Fonti di Vinadio, 4 a San Bernardo e 6 a Pontevecchio srl. Si tratta per la società Pontevecchio di un businnes assai redditizio (oltre 50 milioni di fatturato per oltre 4 milioni di utili) a fronte di concessioni dal prezzo irrisorio. Nulla di illegale s’intende, anzi: viva gli imprenditori capaci di creare lavoro e reddito.

Tuttavia la nota dolente c’è quando Damilano da imprenditore delle acque vuole diventare Sindaco. Delle concessioni una componente fissa calcolata sull’estensione della superficie dell’area oggetto di concessione viene introitata dalla città metropolitana, una parte variabile rapportata ai quantitativi di acqua minerale imbottigliata va alla Regione Piemonte, che gestisce anche il rinnovo delle concessioni. Le acque minerali sono soggette alle disposizioni della L.R. 25/1994. Il loro utilizzo è in regime di concessione che viene rilasciata dalla Città metropolitana. Il rilascio della concessione presume un permesso di ricerca, che ha durata di 3+2 anni mentre la concessione ha durata 20 anni.

Quindi se Damilano dovesse divenire sindaco sarà a capo dell’ente che fornisce permessi e concessioni alla Pontevecchio srl dove lui oggi risulta essere parte del consiglio di amministrazione (fino a poco fa Amministratore delegato) e suo fratello Presidente.

Credo che di questo ci si debba occupare e che Damilano sarebbe utile non si trincerasse dietro al solito no-comment. Io, come ho già detto e scritto, sono pronto a confrontarmi pubblicamente con lui per chiedergli come potrebbe essere libero con questi due ruoli sulle spalle e come potrebbe trattare liberamente e duramente con la regione Piemonte con questo conflitto di interesse. Damilano farebbe tutte le parti in commedia: chi dà le concessioni e chi le riceve. A mio modesto avviso si tratta di una questione dirimente”.

Nuovo slogan per la campagna di Damilano: c’è da cambiare

Al via la nuova campagna di Paolo Damilano, candidato sindaco di Torino Bellissima e del centrodestra, con il nuovo slogan C’È DA CAMBIARE e nuovo messaggio in vista del voto.

Il lancio oggi tramite i canali social e i manifesti affissi in questi giorni in città. Qui il link al post su Facebook

«C’è moltissimo da fare. C’è da ricostruire il lavoro, la sicurezza, il senso stesso di una città che deve tornare Bellissima. Ma per farlo davvero, occorre un cambiamento vero, non retorico, un cambiamento nelle priorità: Torino e i torinesi prima degli apparati e delle logiche di potere.

Un cambiamento che può garantire solo un progetto che nasce civico e si è aperto alle energie migliori della città. Il nostro progetto, il vostro progetto. Il 3 e 4 ottobre cambiamo tutti insieme e riportiamo Torino all’altezza di sé!»

#CèDaFare #CèDaCambiare #DamilanoSindaco #TorinoBellissima #Torino

Afghanistan, Ruffino: “Noi donne non staremo a guardare”

Afghanistan: Ruffino ( CI ), governo ci informi su quanto sta facendo noi donne non staremo a guardare
“Le notizie che arrivano dall’Afghanistan sono terribili. Non possiamo lasciare chi ha lavorato per la libertá e la democrazia in balia di un destino fatto di punizioni, orrore, morte e privazione dei diritti civili. È necessario istituire corridoi umanitari che tutelino principalmente donne e bambine per
farle arrivare sino a noi sane e salve sottraendole dal destino che le attende.” Così Daniela Ruffino deputata di Coraggio Italia.
“ Sappiamo tutti quanti passi indietro saranno costrette a fare e quanta pressione imporranno i talebani sulle loro vite.
Non possiamo ignorare questa ennesima violenza perpetrata sul corpo delle donne. L’italia e l’Europa non possono restare a guardare se davvero sono la culla di quei diritti che tanto sbandieriamo. Il governo ci informi immediatamente su quanto sta facendo. In Afghanistan ci sono le nostre sorelle e noi non staremo a guardare in silenzio.” Conclude Ruffino

“Imbrattata la sede dei Moderati? Noi rispondiamo con un sorriso”

Offese, riferimenti a ideologie superate dalla storia e parole blasfeme sulla vetrina dei locali di via Valperga Caluso 16, sede della nostra Lista Civica: nulla che possa fermarci, anzi la conferma che una posizione moderata e di buon senso è più che mai necessaria in questa fase storica e politica della nostra città.
Rispondiamo con un sorriso alle parole offensive e blasfeme vergate a vernice rossa sulla vetrina della sede dei Moderati, in via Valperga Caluso 16 a Torino: il gesto meschino di una mano anonima costituisce anzi l’ennesima prova che una posizione politica moderata e di buon senso è in questo momento e in questa città quanto mai necessaria.
È evidente, da parte dell’anonimo autore, l’intento di colpire valori e storia dei Moderati: ma questo atto di vandalismo altro non fa che squalificare chi lo ha commesso. Cancelleremo immediatamente le scritte e continueremo più che mai a impegnarci per Torino.
L’unico estremismo nel quale ci identifichiamo è quello del buon senso, l’unico antidoto ad attacchi meschini il lavoro e il sorriso.
Silvio Magliano
Carlotta Salerno

Sanità: Ruffino (CI) cure domiciliari,  avvilente  rimpallo su risorse malati cronici 

“Con il Pnrr investiamo 4 miliardi di euro nelle cure domiciliari, afferma il Ministro alla  salute Roberto Speranza, per portare l’assistenza pubblica e le cure più appropriate in casa dei pazienti.

Ricordo al Ministro che gli oneri relativi alle prestazioni domiciliari di cui alla presenta legge sono a carico del Fondo sanitario nazionale in quanto già previste dalla legge n. 833/1978, come specifico in una mia proposta di legge depositata nel 2020 sui  “Diritti delle persone non autosufficienti agli interventi sanitari domiciliari”.
Che tali risorse da tempo dovrebbero essere erogate per migliorare la qualità della vita delle persone non autosufficienti e dei loro congiunti. Vorrei non si parlasse dei fondi del PNNR a sproposito e per qualsiasi tema, quasi, il Ministro alla Sanità volesse allontanare da se un problema, quello dei malati cronici che con la pandemia è esploso ed è più impellente che mai.  Le risorse per il mantenimento al domicilio dei soggetti non autosufficienti dovrebbero essere a disposizione da ieri, oggi e non  domani.  Riscontro superficialità. Abbiamo perso troppi anziani con il COVID, ora ci sia responsabilità e rispetto. Basta rimpalli”.
Così la Parlamentare di Coraggio Italia, Daniela Ruffino

Incendi, on. Napoli: “Introdurre reato di terrorismo ambientale”

Il 29 maggio 2015 il Codice penale ha recepito le modifiche introdotte con la legge 68 dello stesso anno e previsto, fra le altre fattispecie, quella di “disastro ambientale” codificata nell’art. 452-quater. La pena prevede, per gli autori del reato, una detenzione minima di 5 anni e una massima di 15 anni.

     La vastità degli incendi di queste settimane e la certezza acquisita dagli investigatori sulla loro natura dolosa dovrebbero indurre il Parlamento a riformulare in modo più incisivo il concetto stesso di disastro per classificarlo, a mio giudizio in modo più aderente alla realtà, in “terrorismo ambientale”.

La gravità delle distruzioni provocate dagli incendi, e soprattutto la morte di alcune persone a causa di essi, devono spingere il legislatore a considerare gli autori alla stregua di terroristi. Per via dei danni irreversibili provocati all’ambiente, ma anche per la morte di persone innocenti. L’inasprimento delle pene dovrebbe essere la conseguenza naturale della riclassificazione del reato.

on. Osvaldo Napoli, deputato di Coraggio Italia

La campagna elettorale “drola” di Torino

/

Di ALA.DE.GRANHA

Drôle de guerre la definirono i francesi, riferendosi al periodo tra la fine della campagna di Polonia e l’avvio della campagna di Francia da parte delle truppe tedesche.

Una guerra dichiarata ma in pratica senza scontri. Ora la “guerre” potrebbe essere sostituita da “campagne électorale”, ma resterebbe comunque drôle. Con un’accezione che da “strano” scivola verso “sciocco”. Perché la campagna elettorale per il sindaco di Torino proprio tanto intelligente non sembra.

 

Continua a leggere:

La campagna elettorale drola di Torino mentre i sudditi pensano a ferie e sport

Salvini: 3,5 milioni per la sicurezza a Torino

“Grazie all’insistenza della Lega, in un triennio Torino potrà avere 3.569.280 euro per la sicurezza urbana.

Significano più assunzioni, più telecamere, più riqualificazione dei quartieri. È la strada tracciata dalla Lega quando era al Viminale, che ora è stata fortemente caldeggiata dal sottosegretario all’Interno Nicola Molteni e che è stata riconfermata. Evidentemente, dopo anni di sinistra e di 5Stelle, Torino ha bisogno di aiuto”. Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini.

Il cambiamento non è un gioco a geometria variabile

Una lettera lunghissima  volta a dimostrare l’indimostrabile. La lettera di Juri Bossuto 

rivolta alle compagne e ai compagni di Torino in Comune per fare passare la sua scelta di candidarsi a presidente della Circoscrizione 2  in alleanza e con il sostegno del Movimento 5 Stelle come la mossa del cavallo – “scombinare i soliti schemi per tornare a fare politica” –   ha le sembianze di una arrampicata sui vetri.

Bossuto, a proposito del suo impegno di questi cinque anni dai banchi della minoranza in Circoscrizione, parla di un quinquennio “sofferto e frustrante”. “Per ritrovare “entusiasmo” – uso ancora le sue parole – si è reso disponibile a candidarsi come presidente della Circoscrizione in alleanza e con il supporto del M5S e della sindaca uscente Chiara Appendino. Una giravolta spacciata per continuità di impegno: “cambia la forma ma le prospettive restano le stesse”.  Ma per favore! Torino in Comune è sempre stata all’opposizione di Chiara Appendino e del M5S, così come del Pd e della destra. Schieramenti, che nell’avvicendarsi a diversi livelli di amministrazione e di governo, hanno ampiamente dimostrato di essere legati o di non sapersi discostare dalle direttive del Sistema Torino.

E’ del tutto evidente che Bossuto, al pari di altri che hanno scelto invece di allearsi con il Pd (vedi Marco Grimaldi), hanno messo in primo piano le proprie aspettative istituzionali, stando un po’ di qui e un po’ di là, proprio come “mosche impazzite”, a seconda delle convenienze  e non certo l’affermazione della sinistra in quanto tale, nella sua autonomia di impegno politico, istituzionale, sociale. Autonomia e alternativa agli schieramenti esistenti  com’è stato nell’esperienza di Torino in Comune che come Rifondazione Comunista abbiamo sostenuto con convinzione è stata questa, non altro.

Sappiamo bene che la ricostruzione di una sinistra autonoma, alternativa, popolare è un percorso complesso, di lunga lena. Un percorso che non può essere a geometria variabile. Va portato avanti facendo tesoro di ciò che diceva Antonio Gramsci: “il compito del rivoluzionario  è provare e riprovare”. Forse è proprio questo che ci ha spinto a mettere in campo la candidatura a sindaco di Torino di un fine studioso di Gramsci oltreché di un uomo di sinistra integro come Angelo d’Orsi. Lui sì che sta dando dimostrazione di volere combattere una battaglia di cambiamento. La stessa cosa che sanno facendo i tanti uomini e le tante donne che compongono la lista Sinistra in Comune con Angelo d’Orsi (lista presente in comune e in tutte le circoscrizioni, anche nella 2), uomini e donne che non hanno rinunciato alla lotta e all’impegno per costruire un vero cambiamento di sistema stando in un rapporto di unità con tutte le forze disponibili.

  Ezio Locatelli

  segretario provinciale di Rifondazione Comunista Torino