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Ruffino (CI): “Il governo faccia ripartire i soggiorni per i bambini di Chernobil”

“Causa Covid, i progetti e i programmi di accoglienza e ospitalità dei bambini provenienti dalla Bielorussia e dall’Ucraina, con particolare riferimento all’area coinvolta dal noto disastro di Chernobyl sono rimasti fermi, così come avvenuto per il soggiorno legato alle varie stagioni. Anche le pratiche di adozione internazionale sono rimaste sospese.

Nonostante il Cts il 18 maggio abbia approvato il protocollo sanitario per l’ingresso in sicurezza dei piccoli ospiti, con l’obiettivo di riprendere gli scambi, è intervenuto un nuovo ostacolo di carattere politico internazionale dettato dal caso Lukashenko, l’Ue ha interrotto i collegamenti da e per la Bielorussia. Una situazione inaccettabile che non può diventare l’ennesimo danno per i bambini bielorussi e ucraini che già subiscono una costante esposizione alle radiazioni e che per questo necessitano di periodi terapeutici di soggiorno nel nostro paese. Non è nella nostra storia e nella nostra tradizione abbandonarli a se stessi, siamo il Paese che ne ha ospitati più di tutti, ad oggi ben 400mila. Nel question time di oggi in Aula ho chiesto al Ministro competente quando intenda riprendere i progetti di accoglienza per bambini e ragazzi bielorussi ed ucraini e se ritenga opportuno consentire l’attivazione di un corridoio umanitario come, tra l’altro, sensibilizzato da diverse associazioni”.
Così in una nota la deputata di Coraggio Italia, Daniela Ruffino

Referendum eutanasia legale: raccolta firme a Torino

BOOM AL VIA A TORINO, 500 FIRME RACCOLTE LE PRIME TRE ORE

M.CAPPATO (ASS.COSCIONI) CHIAMA A RACCOLTA I TORINESI: “ORA O FRA 5 ANNI. I MALATI NON POSSONO ASPETTARE I TEMPI DELLA POLITICA. AIUTATECI ANCHE COME VOLONTARI PER RAFFORZARE LA RETE LOCALE”

2 Tavoli in Via Garibaldi (angolo Piazza Castello e via San Dalmazzo). TUTTE LE INFO SU COME DIVENTARE VOLONTARI E AUTENTICATORI SU REFERENDUM.EUTANASIALEGALE.IT 

La campagna referendaria Eutanasia Legale ha preso ufficialmente il via a Torino con la conferenza stampa organizzata dall’Associazione Luca Coscioni e dal Comitato Promotore. Raccolta firme partita con grande successo, gli autenticatori al termine delle prime tre ore hanno contato ben 500 adesioni torinesi. Presenti alla conferenza stampa Marco Cappato (Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni) e il matematico, logico, saggista e accademico Piergiorgio Odifreddi.

Due i tavoli allestiti nei prossimi giorni, in Via Garibaldi (angolo Piazza Castello e via San Dalmazzo), ma i moduli saranno disponibili anche in Comune e presso i municipi del capoluogo piemontese, o presso avvocati notai registrati: il loro ruolo è infatti fondamentale nell’ambito della raccolta firme perchè hanno la facoltà di autenticarle, insieme a cancellieri, parlamentari, sindaci, assessori, consiglieri comunali, consiglieri regionali e dipendenti comunali.

Tutte le info sugli altri punti di raccolta disponibili al sito REFERENDUM.EUTANASIALEGALE.IT.  Obiettivo sono le 500.000 firme da raccogliere a livello nazionale entro il 30 settembre.

Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, “Di fronte al silenzio del Parlamento che continua a rimandare la riforma necessaria, il Referendum a questo punto è l’unica possibilità per rendere l’eutanasia legale in Italia. E’ l’ultima chance in questa legislatura, altrimenti bisognerà aspettare altri 5 anni. Ci appelliamo alla cittadinanza per rafforzare sempre di più la nostra rete chiedendo di unirsi e partecipare direttamente e a comunicarci la disponibilità come volontari o autenticatori a questa grande battaglia di civiltà sul sito https://referendum.eutanasialegale.it/”.

 

APPROFONDIMENTO SUL REFERENDUM EUTANASIA LEGALE 

 

Il Referendum per l’Eutanasia Legale è stato depositato su iniziativa dell’Associazione Luca Coscioni lo scorso 20 aprile in Corte di Cassazione.

 

Il testo prevede una parziale abrogazione dell’art. 579 del codice penale (“omicidio del consenziente”), che impedisce la realizzazione di ciò che comunemente si intende per “eutanasia attiva” (sul modello olandese o belga). In caso di approvazione, si passerebbe dal modello dell’”indisponibilità della vita”, sancito dal codice penale del fascismo nel 1930, al principio della “disponibilità della vita” e dell’autodeterminazione individuale, già introdotto dalla Costituzione, ma che deve essere tradotto in pratica anche per persone che non siano dipendenti da trattamenti di sostegno vitale (per i quali è invece intervenuta la Corte Costituzionale con la sentenza Cappato – Antoniani).

 

Il Referendum per l’Eutanasia Legale è promosso da Associazione Luca Coscioni e fanno finora parte del Comitato Promotore: Radicali Italiani, Partito Socialista Italiano, Eumans, Volt, Più Europa, Possibile, Sinistra italiana, Federazione dei Verdi. Il Comitato è aperto all’adesione di associazioni, partiti, movimenti sindacati e altre organizzazioni trai i primi sostenitori ci sono là ARCI nazionale e la CGIL nuovi diritti.

 

Chieri, consigliere dona metà gettone in beneficenza

A Chieri si ritorni a fare riunioni in presenza visto il miglioramento della situazione legata all’emergenza sanitaria.

Lo dice il consigliere del Gruppo Misto di Minoranza, Luigi Furgiuele che mercoledì, in occasione della riunione della terza commissione consigliare in apertura di seduta ha fatto mettere a verbale che, sino a quando le sedute si svolgeranno in remoto, sia per quanto riguarda il consiglio che per quanto riguarda la commissione, devolverà metà del proprio gettone di presenza in beneficienza.

Costanzo (L’Alternativa c’è) solidale con i lavoratori di Amazon

“Nei giorni scorsi  sono stata al presidio dei lavoratori Amazon di Torrazza, Brandizzo e Grugliasco organizzato davanti al polo di Torrazza Piemonte. L’affidamento dell’appalto di vigilanza a Mondialpol, prima in capo a ICTS, ha fatto emergere tutte le criticità che accompagnano da anni i rapporti di lavoro nella filiera Amazon. 

Ascoltando i racconti dei lavoratori, sono sempre più convinta che i motivi per cui manifestano  cesserebbero d’esistere se si approvassero questi cinque semplici punti. Innanzitutto la solidarietà tra committente e appaltatore negli appalti interni al ciclo produttivo, in funzione antispeculativa. Poi lo stop agli appalti labour-intensive, prevedendo che i dipendenti dell’appaltatore sono automaticamente dipendenti del committente. In terza istanza il passaggio dei dipendenti dal vecchio al nuovo appaltatore, che comporterebbe la parità di trattamento e l’applicazione della clausola sociale. Sarebbe poi opportuno restringere il concetto di “lavoratore svantaggiato”, una categoria prevista dalla legge che consente alle agenzie per il lavoro di raggirare il limite secondo cui i lavoratori assunti a tempo determinato possano essere al massimo il 30% dell’intera forza lavoro. Secondo l’attuale normativa, anche Jeff Besos essendo over 50 risulterebbe un lavoratore svantaggiato. È evidente che qualcosa va rivisto. Infine, ultimo ma non per importanza, una legge sul salario minimo orario, con cui molto semplicemente il ccnl multiservizi e le retribuzioni da esso previste scomparirebbe.
Ho poi ritenuto doveroso proporre di invitare al tavolo Amazon promosso dal Ministero del Lavoro le RSA, perché chi meglio di loro può rappresentare il disagio e lo sfruttamento dei lavoratori, dal momento che gli stessi sindacati hanno firmato il ccnl servizi fiduciari con paghe a 4.60€/h.
Tengo a ribadire che Amazon si muove a norma di legge: sono le attuali norme a  consentire tutto quello che Amazon sta facendo. Se non c’è la volontà politica, semplicemente continuerà ad esserci lo sfruttamento”. Così in una nota la deputata torinese Jessica Costanzo (L’Alternativa c’è).

Cattolici, politica e Stato. Dove sono finiti i cattolici democratici?

È perfettamente inutile scendere, ancora e per l’ennesima volta, nei dettagli del cosiddetto “ddl Zan”.

Tutti gli organi di informazione grondano di notizie, interviste, commenti, editoriali, pregiudiziali vari e posizioni assunte e decretate in modo netto ed intransigente. Ormai è un copione talmente noto, conosciuto e collaudato che prima di essere scandito ed approfondito sappiamo già che cosa recitano i vari attori in campo. Gli alfieri della laicità, e molte volte del laicismo, da un lato e i difensori d’ufficio degli “interessi cattolici” dall’altro. Sia gli uni che gli altri evidenziano un eterno derby che rischia solo di riprodurre, periodicamente e in occasione di grandi eventi, la solita disputa tra “guelfi e ghibellini” o la riproposizione degli “storici steccati” di antica memoria con grande gioia e giubilo per le rispettive tifoserie. Un copione, appunto, persin troppo noto per essere ulteriormente commentato ed approfondito. E l’occasione della nota della Segreteria di Stato sul “ddl Zan” è talmente ghiotta al riguardo che le rispettive casacche si sono tuffate a capofitto per cercare di recuperare, almeno in parte, lo smalto originario disperso in questi anni di politica populista, demagogica, antiparlamentare e smaccatamente incompetente e vuota. Cioè dopo il trionfo del populismo e del grillismo.
Ora, però, all’interno di questo quadro politico, culturale e legislativo, seppur convulso e frastagliato, manca all’appello – purtroppo e per l’ennesima volta – quella categoria di persone che un tempo si chiamavano o si qualificavano come cattolici democratici. O cattolici popolari. Cioè quegli uomini e quelle donne che per molti decenni hanno rappresentano nella storia politica del nostro paese, visibilmente e pubblicamente, quel cattolicesimo politico che sapeva difendere i valori senza trasformarli in una crociata integralista e clericale e che, al contempo, praticavano una profonda laicità dello Stato e dell’azione politica senza scivolare nei meandri del laicismo. Il tutto attraverso un metodo che veniva semplicemente definito come “cultura della mediazione”. Uomini e donne che, semplicemente, oggi non ci sono più. E non esistono più nè sul versante del centro destra dove prevale una linea più semplificatoria e più diretta volta alla semplice difesa “degli interessi cattolici”. A prescindere da qualsiasi elaborazione culturale nè, tantomeno, alimentati da quella “spiritualità del conflitto”, per citare il grande storico Pietro Scoppola, che ha caratterizzato per molto tempo il comportamento e la tensione dei cattolici impegnati in politica. Nè, a maggior ragione, si intravede questa categoria politica e culturale all’interno del Pd, cioè del più grande partito della sinistra italiana. Un partito sostanzialmente governista e di potere che, anche per essere fedele alle ragioni storiche e culturali della sinistra italiana e del populismo di marca grillina, ha del tutto abbandonato quella specificità e quella esperienza richiamate e sbandierate da alcuni padri fondatori di quel partito al momento della sua nascita nel lontano 2007. Di qui il confronto, scontato e anche un po’ noioso nonchè decisamente petulante, che leggiamo sui giornali o ascoltiamo nei vari talk televisivi.
Ma anche da questa vicenda, comunque vada a finire e destinata peraltro ad esaurirsi rapidamente, può scoccare la scintilla di un rinnovato protagonismo di quella esperienza e di quella originalità di essere in politica che ha caratterizzato la miglior stagione del cattolicesimo politico italiano. Mi riferisco a quella tradizione cattolico democratica, cattolico popolare e soprattutto cattolico sociale che ormai è ai nastri di partenza per una nuova avventura politica e che potrà, anche e soprattutto su temi come quelli che leggiamo proprio in questi giorni su vari organi di informazione, ritrovare quella freschezza culturale e quella progettualità politica e istituzionale ormai da troppo tempo sacrificati sull’altare delle mode effimere e vuote del populismo all’italiana.
E questo non per il bene dei cattolici, ma per la qualità della nostra democrazia, la credibilità delle nostre istituzioni democratiche e anche per la ripresa della politica con la P maiuscola.

Giorgio Merlo

Consultori, Canalis: “Dall’assessore Icardi nessuna indicazione “

La consigliera regionale Monica Canalis (Pd): “Dall’assessore Icardi nessuna indicazione specifica sul potenziamento dei consultori. Bisogna adeguarne il numero a quanto previsto dalla legge e aumentare il personale.”

“La legge 405/1975, che ha istituito i consultori familiari, prevede che ce ne sia uno ogni 20.000 abitanti. Purtroppo, però, in Piemonte ce n’è soltanto uno ogni 36.000 abitanti, con picchi negativi nell’Asl Città di Torino e nell’AslTO3, dove si arriva appena ad uno ogni 50.000 abitanti.

Nel mio Question Time ho chiesto all’assessore alla Sanità Luigi Icardi, cosa intenda fare per adeguare il numero dei consultori alla legge e per potenziarne il personale, che contempla competenze multidisciplinari (ginecologi, ostetrici, assistenti sociali, psicologi).

Il numero medio di ore lavorative di ginecologi e ostetriche è ampiamente al di sotto di quanto previsto dalla legge e della media nazionale, e le ore di psicologi e assistenti sociali sono ridotte ai minimi termini.

La pandemia ha portato fortemente l’attenzione sulla priorità della medicina di territorio e sul rilievo della medicina di genere, per questo mi ha stupito che l’assessore non abbia ancora fornito indicazioni specifiche sul potenziamento dei consultori, che sono servizi pubblici essenziali rivolti a tutte le fasce anagrafiche.

Faccio un appello affinché i consultori siano resi pienamente funzionanti, con gli spazi adeguati, la capillarità e gli organici necessari.

Monica CANALIS – Vice segretaria Pd Piemonte e consigliera regionale

Ferrovia, Maccanti: accelerazione su opere Torino-Lione e adeguamento Torino-Modane

Già commissario dell’opera ‘Terzo valico dei Giovi’, Mauceri è stato indicato dal Mims per soprintendere le opere.

Con la nomina arriverà il finanziamento integrale della parte ancora mancante, così da consentire ai lavori una veloce ripartenza con le commissioni Trasporti e Ambiente riunite insieme. Il provvedimento, inserito nel Dpcm, ora dovrà affrontare il passaggio alle Camere in modalità urgente. I cantieri già finanziati potranno ripartire e quelli da finanziare dovranno attendere i tempi dello sblocco delle risorse, ma sarà tutto piuttosto rapido. L’impegno della Lega è stato costante e parte da lontano. Non abbiamo mai smesso di chiedere lo sblocco dei cantieri, ora finalmente vediamo i risultati”.

Lo dice in una nota il deputato della Lega Elena Maccanti, capogruppo in Commissione Trasporti.

Scorie nucleari: Ruffino (CI) Sogin rispetti volontà territori

“Invitiamo ancora una volta la Sogin alla correttezza rispettando i territori. In una precedente mozione presentata da una vasta rappresentanza di forze parlamentari abbiamo chiesto al Governo che, durante le fasi per arrivare all’individuazione del sito per il deposito nazionale delle scorie nucleari, vengano coinvolte le comunità locali interessate rispettando le controdeduzioni che verranno avanzate dai sindaci.

Inoltre e’ importante che vengano risarciti i costi degli studi sostenuti dalle amministrazioni comunali”. Dichiara in una nota la deputata di Coraggio Italia, Daniela Ruffino. “ Ho partecipato a una riunione dei sindaci convocata dalla città Metropolitana di Torino ai quali va tutto il mio sostegno perche’ non siamo ancora al pieno rispetto degli accordi presi con Sogin attraverso il Governo. L’auspicio e’ che vi sia quel senso di lealta’ e collaborazione di cui si e’ parlato nelle audizioni con la società. Nel momento della decisione finale devono essere rispettate le scelte degli amministratori locali e delle popolazioni, suffragate dal valore delle osservazioni”, conclude.

FdI: “No ai rifiuti nucleari in Piemonte”

“Anche la Regione lo scrive nero su bianco: il Piemonte non è adatto a ospitare il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi”

a dichiararlo è la parlamentare di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli, dopo l’approvazione da parte della Giunta Regionale del documento che respinge tutti i siti individuati nei mesi scorsi dalla Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente idonee. “Fin da subito – prosegue Montaruli – avevamo sollevato insieme ai Comuni coinvolti una serie di importanti criticità, che ora vengono confermate dalle analisi puntali effettuate dalla Regione. Sono 130 pagine di relazione per ribadire come il Piemonte non sia un territorio adatto a ospitare depositi di questo genere. Ora il confronto si sposterà a Roma e mi auguro che tutti i parlamentari piemontesi possano trovare un linea comune al fine di difendere il territorio e portare all’attenzione del Governo queste importanti rilevazioni tecniche”, conclude la parlamentare piemontese.

Gioco d’azzardo, record di emendamenti: oltre 800 mila

Sono stati depositati altri 813mila emendamenti al Ddl 144 sul contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico, la cui discussione è continuata ieri nell’Aula di Palazzo Lascaris.

Di questi emendamenti al testo, 412mila sono a firma Marco Grimaldi (Luv), Sean Sacco (M5s) e Mario Giaccone (Monviso). Gli altri 401mila sono a firma Grimaldi, Sacco e Silvio Magliano (Moderati).