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Pd: il centrodestra vuole cementificare il Piemonte

“Nella seduta di martedì del Consiglio regionale abbiamo iniziato l’esame dell’articolato della proposta di legge “Norme di semplificazione in materia urbanistica ed edilizia” nella quale, purtroppo, non troviamo una semplificazione, bensì molto altro: premialità, volumetriche eccessive, deroghe, regolamentazioni ardite per sottotetti e seminterrati e interrati, altezze, destinazioni d’uso, senza rispetto dei Piani Regolatori. Attraverso un’attenta, seria e articolata attività emendativa abbiamo tenuto bloccata la maggioranza di centrodestra, cercando di correggere le storture di questo provvedimento” dichiarano il Consigliere regionale Maurizio Marello, relatore di minoranza della proposta, e il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

“La nostra attività continuerà anche nelle prossime sedute – proseguono gli esponenti dem – se il centrodestra non accetterà di modificare un provvedimento che rischia di causare profondi danni all’ambiente e al paesaggio nella nostra regione”.

“La maggioranza di centrodestra – concludono Marello Gallo – sta aprendo la via alla cementificazione e sta dicendo al Piemonte “liberi tutti”, consentendo un’edilizia costruita sul modello di quella degli anni’ 60 – ‘70 che ha permesso di realizzare disastri ambientali e paesaggistici che continuiamo a pagare ancora oggi”.

Rifondazione e lo sciopero globale per il clima

In vista dello sciopero globale per il clima lanciato da Fridays For Future, i segretari regionale del Piemonte-VdA e provinciale di Torino di Rifondazione Comunista, Alberto Deambrogio e Fausto Cristofari dichiarano: «Sindemia e guerra hanno brutalmente rivelato quanto sia aberrante la “normalità” in cui ci siamo cullati. La crisi attuale va vissuta come prefigurazione della possibile fine del pianeta – uno scenario non più da film di fantascienza, ma reale, a cui concorrono, oltre agli effetti dell’emergenza sanitaria e delle guerre devastanti indotte dal nazionalismo dilagante, i dati sul surriscaldamento climatico, mai così allarmanti negli ultimi anni.»

«Eppure – continua la dichiarazione – a uscire stritolata dalla  “tempesta perfetta” di sindemia e guerra è proprio l’emergenza climatica: sembra meno urgente, meno grave, si dice comporti costi che con la pandemia e la guerra non ci possiamo permettere. Questo sarebbe il ‘”realismo”. La realtà è che queste tre crisi sono inestricabilmente intrecciate tra loro: appropriazione distruttiva della natura, specismo, patriarcato, neocolonialismo, crescente precarizzazione e marginalizzazione del lavoro si saldano nel modo di produzione capitalistico, cioè nel sistema economico dominante.»

«Con le sue spaventose disuguaglianze – continuano ancora Deambrogio e Cristofari – il capitalismo è socialmente, ecologicamente e anche economicamente insostenibile – questo è realismo. La lotta per il clima deve saldarsi, in un momento in cui a essere in pericolo è la sopravvivenza stessa del pianeta, alla mobilitazione per la pace e alla lotta per un nuovo sistema economico.  Il punto di convergenza fra diversi movimenti oggi è “imposto” dalle circostanze, ma può trasformarsi in un nuovo inizio a partire dalla lotta al nucleare in ogni sua forma. Le enormi risorse sarebbero destinate alla sua produzione vanno convertite in fondi per una riconversione ecologica che non lasci indietro nessuno, né nei rapporti fra diverse regioni del mondo né all’interno dei singoli Stati.»

«La guerra – affermano infine i segretari regionale e torinese di Rifondazione Comunista –  non ha “sconfitto Greta”, come ha scritto qualche idiota; ma rischia di sconfiggerci tutte e tutti, annientandoci o, nel breve termine, per lo scoppio della terza guerra mondiale o, nel giro di pochi anni, per lo sfruttamento e l’uso sempre più devastante dei carburanti fossili. Siamo nelle strade e nelle piazze con tutte e tutti quelle e quelli che, ad iniziare da Fridays for Future, non si arrendono al necrorealismo, alla violenza, al dominio cieco: Pace con la terra!»

Venerdì 25 marzo 2022 le federazioni di Rifondazione Comunista Piemonte e Valle d’Aosta parteciperanno allo Sciopero globale per il clima convocato da Fridays For Future a Torino in piazza XVIII Dicembre dalle ore 10.

 

Irpef, l’addizionale regionale non cambia

Il Consiglio regionale ha approvato, con 26 sì e 17 non votanti, l’adeguamento dell’addizionale Irpef alla nuova normativa nazionale. Con la legge di bilancio 2022 gli scaglioni passano da 5 a 4. Il provvedimento approvato mantiene la stessa addizionale regionale Irpef precedente e preserva anche alcune detrazioni, non più obbligatorie per la norma nazionale: riguardano le famiglie con più di tre figli, che godranno di una detrazione di 100 euro a figlio, e quelle con figli portatori di handicap fisici o psichici. Per loro la detrazione sarà di 250 euro a figlio. Le detrazioni si sommeranno all’assegno unico.
L’assessore al bilancio Andrea Tronzano ha sottolineato la volontà di non modificare le aliquote dell’addizionale e di mantenere alcune detrazioni: “Rappresentano un costo per la Regione di 11,241 milioni, ma pensiamo che sia un investimento in questo momento di difficoltà per le famiglie”, ha spiegato.
Per il relatore di maggioranza Matteo Gagliasso (Lega) il provvedimento è dovuto, ma non il mantenimento delle detrazioni: “In questo adeguamento alla legge nazionale le detrazioni all’addizionale Irpef sono mantenute come misure di sostegno economico-sociale”, ha detto.
Sulle detrazioni il relatore di minoranza Silvio Magliano (Moderati) ha parlato di “un segnale politico che va in una direzione giusta, perché sostiene sia le famiglie numerose, sia chi vive una condizione di particolare difficoltà”.
Per l’altro relatore di minoranza, Maurizio Marello (Pd), “l’adeguamento alla normativa nazionale non dovrebbe comportare un significativo scostamento rispetto al gettito complessivo Irpef”.
Marco Grimaldi (Luv), relatore di minoranza, ha chiesto una riforma nazionale dell’Irpef “nel segno della discontinuità. Oggi la riforma Draghi assicura vantaggi consistenti ai redditi medio alti, mentre non tutela i redditi più bassi”.

Magliano: Trasporti sanitari e sociali a rischio causa caro benzina

Ma per la Giunta va tutto bene

La risposta ricevuta in Consiglio Regionale al mio Question Time sul tema non fuga i dubbi e non dissipa le preoccupazioni: al momento i ritardi nei rimborsi delle spese extra raggiungono i quattro anni, mentre gravano sulle Pubbliche Assistenze, per quanto riguarda le convenzioni in forma estemporanea, i costi per l’acquisto dei DPI. Che le PA debbano pagare per svolgere il proprio servizio è assurdo: cambiare le cose è compito della Regione e ci aspettiamo che ciò avvenga in tempi brevi.

Non ci soddisfa e non ci tranquillizza la risposta della Giunta al Question Time sull’impatto del caro carburante sull’attività delle Pubbliche Assistenze. Affermare, come ha fatto l’Assessore Gabusi leggendo in Aula la nota dell’Assessore Icardi, che non sussistono problemi di sorta dal momento che le spese extra si rimborsano tramite rendicontazione è più una mezza bugia che una mezza verità: i ritardi nell’erogazione di questi rimborsi extra arrivano infatti ai quattro anni.

Regolamenti alla mano, le Associazioni che erogano servizi di trasporto sanitario e sociale dovrebbero presentare preventivi annuali e quindi ricevere, in anticipo, i vari acconti: i fondi arrivano invece, spesso, alla fine del mese successivo. Non è nemmeno questo il problema più grave: in caso di attività più costosa rispetto al preventivo, infatti, per esempio a causa di un maggiore numero di uscite richieste o, appunto, a causa dell’aumento del costo del carburante, il saldo è versato non prima di quattro o cinque anni.

Per quanto riguarda le collaborazioni in forma estemporanea, cioè i servizi pagati a chiamata, i parametri dei rimborsi risalgono al 2019, cioè prima che per le Pubbliche Assistenze gravassero i costi per i Dispositivi di Protezione Individuale anti-COVID e prima che i prezzi di benzina e gasolio schizzassero alle stelle: le Associazioni stanno, in molti casi, lavorando in perdita.

Non è accettabile che siano le Associazioni di Volontariato a pagare di tasca propria per svolgere la loro attività di soccorso ai piemontesi: la Regione garantisca rimborsi adeguati ed erogati per tempo.

Silvio Magliano

Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

Il presidente ucraino Zelensky in videoconferenza al Parlamento italiano

A CURA DI LINEAITALIAPIEMONTE.IT

Seguito da una lunga ovazione da parte dei parlamentari in piedi, il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky parla in videoconferenza al parlamento italiano.

Tocca i tasti più consoni allo spirito italico: bambini, legami familiari, pace. Ma avverte anche sulle conseguenze economiche del conflitto per l’Italia: i prezzi stanno crescendo e le esportazioni di mais, olio, frumento sono a rischio. La conclusione è che “abbiamo bisogno di altre sanzioni”. Draghi: “Siamo pronti a fare ancora di più”.

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https://www.lineaitaliapiemonte.it/2022/03/22/leggi-notizia/argomenti/lineaitaliapiemonteit/articolo/il-presidente-ucraino-zelensky-in-videoconferenza-al-parlamento-italiano-emozionale-bambini.html

Ruffino (Azione): “Il Governo cambi passo sull’energia”

“Sul caro energia e carburante il decreto del governo poteva e doveva essere più concreto. Siamo ancora in tempo per cambiare passo ma se anche il ministro Giovannini afferma che quanto fatto finora ‘non basta’ evidentemente bisogna fare di più”. Lo dichiara Daniela Ruffino, deputata di Azione.

“Il governo deve lavorare per abbattere in maniera consistente il costo della benzina altrimenti le difficoltà che tanti settori produttivi lamentano si trasformeranno ostacoli insormontabili. Dopo due anni di pandemia che hanno messo in ginocchio intere filiere produttive – aggiunge Ruffino – non possiamo permetterci ricadute sociali drammatiche che segnebbero ancora di più interi aertori della nostra economia”.

Prc: “Acqua pubblica resta miraggio”

Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

DEAMBROGIO: A 11 ANNI DAL REFERENDUM L’ACQUA PUBBLICA RIMANE UN MIRAGGIO. NO ALLA GESTIONE PRIVATISTICA DELLE MULTISERVIZI.

Il 22 marzo si celebra ovunque la Giornata Mondiale dell’Acqua. In vista di questo appuntamento Alberto Deambrogio, segertario regionale,  ha dichiarato: “Il 22 marzo deve diventare un appuntamento di rinnovata mobilitazione di tutte le persone, che in Piemonte e altrove in Italia, si erano espresse per l’acqua pubblica nell’appuntamento referendario di 11 anni fa. Siamo di fronte al palese tradimento di quel risultato visto che, come ha sostenuto padre Alex Zanotelli, ‘nessuno dei sette governi che si sono succeduti ha rispettato la volontà del popolo italiano’.  Oggi, in realtà siamo di fronte ad un ulteriore salto di qualità in senso negativo”.

“In particolare – continua Deambrogio – il governo Draghi concentra nel PNRR e nel ddl ‘Concorrenza’ le sue azioni per rovesciare completamente la logica vittoriosa del referendum del 2011. Da una parte infatti investe 4,3 miliardi verso le grandi aziende multiservizi del nord, dall’altra impone la privatizzazione dei servizi pubblici dei Comuni, includendo l’acqua, in spregio all’art. 118 della Costituzione”.

“Tra le multiservizi che riceveranno finanziamenti per gestire privatisticamente l’oro blu – continua ancora Deambrogio – ne troviamo una ben nota in Piemonte: Iren. Quest’ultima si prepara a fare grandi affari soprattutto al sud, proprio laddove sono nate esperienze positive di ripubblicizzazione come quella dell’Azienda Speciale di Napoli”.

“Oggi più che mai – conclude Deambrogio – è il momento di agire per ottenere lo stralcio dell’art. 6 del ddl ‘Concorrenza’ in modo da assicurare agli Enti Locali la possibilità di gestire l’acqua in modo diretto e democratico. Invito in questo a sostenere la campagna lanciata dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua pubblica inviando la propria adesione a: segreteria@acquabenecomune.org. Il Piemonte ha una lunga tradizione di lotta, impersonata anche da figure di prestigio come Mariangela Rosolen, saprà dunque fare la sua parte non cedendo agli enormi interessi economici in campo”.

Approvata una mozione per il riordino delle politiche sulla disabilità

L’attuazione del Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche (PEBA) a Torino come strumento per una mappatura cittadina

Approvata una mozione per il riordino delle politiche sulla disabilità alla quale si sono aggiunti gli emendamenti proposti da Simone Fissolo, Capogruppo dei Moderati, a proposito di PEBA per la realizzazione di una mappatura totale delle barriere architettoniche.

Il diritto alla mobilità e all’accesso a qualsiasi struttura non è sempre garantito per le persone con disabilità; le difficoltà create dalle barriere architettoniche sono all’ordine del giorno e, di fatto, ad alcuni nostri concittadini viene negato un diritto fondamentale.

La città di Torino è in ritardo su questo tema: la Quarta relazione sulle attività del Disability Manager della Città di Torino del 18 giugno 2021 precisa che la Città di Torino non ha predisposto il Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA).
Da qui, la necessità di rielaborare repentinamente il cronoprogramma per la sua realizzazione e procedere quanto prima a mappare le barriere architettoniche e sensoriali della città.
Questi gli emendamenti alla mozione, per un consistente lavoro che la Città di Torino dovrà svolgere nel breve periodo.

Simone Fissolo: «Con questi emendamenti ho voluto concretizzare un impegno che avevo preso da tempo: una mappatura esaustiva e meticolosa della barriere presenti a Torino. Questo servirà a programmare le azioni in maniera chirurgica e veloce. Dobbiamo ricoprire strada per strada, verificando insieme alle associazioni attive nel campo della disabilità, che hanno più di qualcosa da segnalare a riguardo. Solo allora Torino sarà veramente di tutti.»

“Coltiviamo nei giovani il seme della legalità”

Costanzo (Alt) interviene sul deposito di rifiuti radioattivi

 “SOGIN HA TRASMESSO LA CARTA AL MITE, COSA ASPETTA CINGOLANI?”
“A oltre un anno dall’avvio dell’iter, martedì la Sogin ha trasmesso al Ministero della transizione ecologica (Mite) la Carta nazionale delle aree idonee (Cnai) a ospitare il deposito nazionale per i rifiuti radioattivi, l’impianto nel quale deve essere stoccato tutto il materiale nucleare presenti nelle tante centrali sparse per la penisola e che coinvolge da vicino il Piemonte, e in particolare la provincia di Alessandria con ben 7 siti selezionati e comparsi sulla precedente Cnapi.
E adesso? Sappiamo che la proposta di Cnai deve essere sottoposta al parere tecnico dell’ISIN, ma credo che almeno i comuni e le amministrazioni direttamente interessate avrebbero diritto di conoscere se rientrano nell’elenco. La domanda sorge spontanea: cosa sta aspettando il Ministero? Questa attesa, oltre a essere scarsamente rispettosa di tutti i comuni coinvolti, suona come un’ammissione: la partita è sempre più politica e meno tecnica”. Così in una nota la deputata Jessica Costanzo, di Alternativa.