politica- Pagina 307

Lega: il Piemonte investe su giovani e agricoltura

Il Piemonte investe sui giovani e l’agricoltura e lo fa con un pacchetto di 45,6 milioni di euro che l’assessore regionale all’Agricoltura e Cibo, il leghista Marco Protopapa, metterà a disposizione di giovani che vogliano aprire una attività o che vogliano potenziare e migliorare la loro azienda agricola.

 “Un bando con cifre considerevoli quello che la Giunta regionale ha deliberato – ha commentato il più giovane degli eletti della Lega Salvini Piemonte in Consiglio regionale, Matteo Gagliasso – che assegna un finanziamento e complessivo di 45,6 milioni di euro e che guarda alle nuove leve dell’agricoltura integrando le operazioni 6.1.1 del Programma di sviluppo rurale, insediamento dei giovani agricoltori e 4.1.2 per il miglioramento delle aziende agricole guardando al rendimento globale e sostenibilità”.

“Misura molto attesa dal mondo agricolo – dichiara il consigliere del Carroccio Paolo Demarchi, imprenditore agricolo -che permetterà di avviare nuove imprese o migliorare la competitività di quelle già attive”.

“Ora attendiamo l’approvazione da parte della Commissione Europea – concludono i leghisti Demarchi e Gagliasso – della richiesta di modifica del Psr 2014-2020 del Piemonte per gli anni di transizione, certi che in molti saranno pronti a cogliere questa iniziativa per portarenuove energie in agricoltura proseguendo nella tradizione delle eccellenze piemontesi e innovando come solo i giovani sanno fare”.

Green Pass, Montaruli (Fdi): Caos annunciato

  “Il caos che si sta creando per chi deve controllare i green pass dei cittadini era un fatto già annunciato.

Pieno sostegno a tutte le associazioni, protezione civile e croce rossa sulle quali è stato fatto scaricabarile di un decreto che non ha nè capo nè coda” così la parlamentare piemontese Augusta Montaruli. “Alla lista dei cittadini considerati dallo Stato di serie B come commercianti e ristoratori, adesso si è aggiunto anche il settore del volontariato. Mi auguro che il presidente Cirio e l’assessore Gabusi possano accogliere il grido di aiuto della protezione civile che non può assumersi le colpe di una politica assente”.

”L’aggressione al lavoro e gli inauditi profitti al tempo di Stellantis”

A sentire Stellantis, addio alle promesse di sviluppo occupazionale degli stabilimenti italiani. Lo sviluppo dovrà tener conto solo del tornaconto aziendale. In un documento, non ancora pubblico, il colosso dell’auto, nato dalla fusione di Fca e Peugeot, quantifica il numero dei tagli di personale da fare nelle fabbriche italiane da qui al 2024. Un taglio drastico di 12 mila dipendenti, tra operai e impiegati, sui 66 mila attualmente in forza alla Stellantis, pari al 18 per cento dell’intera forza lavoro. Si noti bene, il piano di ristrutturazione in itinere va di pari passo ai conti record dell’azienda comunicati pochi giorni fa.

Solo nel primo semestre di quest’anno Stellantis vanta ricavi di 75 miliardi e un utile operativo di 8,6 miliardi. Una montagna di soldi che sarà distribuita in dividendi agli azionisti e andrà a rimpinguare i già enormi guadagni dei top manager. “Sono un manager molto felice”, questo il commento a caldo dell’amministratore delegato Carlos Tavares dopo l’’ufficializzazione di questi dati strabilianti. Non c’è da dubitare che felici saranno anche gli altri grandi azionisti a cominciare dalla famiglia Agnelli detentrice del 14,4 per cento del capitale.

Di tutt’altro segno i pensieri e i sentimenti di decine di migliaia di lavoratori ancora una volta nel mirino dei piani di ristrutturazione aziendali. Piani basati come sempre su una filosofia sfrontata della lotta di classe condotta dai padroni: i profitti hanno il sacrosanto diritto di crescere a dismisura a spese dell’occupazione, dei salari e dei diritti, perché è così che si rafforza la competitività globale. Gli stabilimenti italiani devono produrre profitti, punto e basta. Se invece qualcuno ha la pretesa di mettere in primo piano questioni che attengono alla redistribuzione della enorme ricchezza prodotta, alla riduzione del tempo di lavoro a parità di salario, all’occupazione, ai diritti del lavoro, in una parola che attengono alla produzione di plusvalore, questo qualcuno è messo fuori gioco come nemico dell’economia, della crescita.

Il fatto è che questa filosofia della lotta di classe ha sempre goduto di grandi sponde politiche. Le forze politiche e di governo non hanno mai trovato nulla da ridire sui progetti Fiat, Fca, Stellantis, anzi li hanno generosamente accompagnati e foraggiati. Progetti a senso unico, senza contropartite in termini occupazionali e salariali. Non solo. Lo stesso confronto tra impresa e sindacato – pensiamo in particolare all’attendismo o collaborazionismo dei sindacati gialli – è avvenuto in questi anni sulla base di tempi, modalità, piani stabiliti dai vertici aziendali. Un motivo in più di soddisfazione a sentire Tovares: ”la qualità del dialogo con il sindacato e governo è molto alta”.

Checché se ne dica è ora di dire basta a questo gioco a perdere prima che sia troppo tardi. Nulla giustifica il gigantesco spostamento che è avvenuto della ricchezza prodotta dalle tasche dei lavoratori a quelle degli azionisti di Stellantis. Nulla giustifica l’ulteriore riduzione dell’occupazione e del monte salari a vantaggio dei profitti e delle rendite. Propositi semplicemente scandalosi. Oggi più che mai occorre tornare a parlare di lavoro non solo di mercato. Il mercato è cieco, totalmente disinteressato alla vita delle persone se non per farne oggetto di sfruttamento. Ed ancora, più che mai, occorre tornare a lottare se si vuole ricomporre la solidarietà e  le tutele collettive che sono state compromesse dalla precarietà e dalla concorrenza coatta tra lavoratori ridotti a merce.

Ezio Locatelli, segretario provinciale di  Rifondazione Comunista di Torino

 

 

Centro, le novità dopo le amministrative

Le prossime elezioni amministrative saranno uno spartiacque importante per la politica italiana nel suo complesso.

E questo non solo perchè è tradizione italiana che anche quando si vota in una manciata di comuni disseminati lungo lo stivale diventa immediatamente un test per la politica nazionale. Ma per il semplice motivo che questa importante consultazione, che vede protagoniste tutte le principali città del nostro paese con il rinnovo dei rispettivi consigli comunali, è l’ultima che precede le elezioni politiche generali. E quindi diventa decisivo capire da un lato gli equilibri delle varie forze in campo, misurare il peso e la solidità delle rispettive coalizioni e, soprattutto, individuare le debolezze che emergeranno nella capacità di saper intercettare pezzi di società. E quindi pezzi di elettorato. In altre parole, dopo le amministrative capiremo quali forze/soggetti/liste nasceranno in vista delle elezioni politiche. Perchè un fatto è chiaro e forse anche irreversibile. L’alleanza tra il partito riformista per eccellenza, cioè il Pd, e il partito populista per antonomasia, cioè quello di Conte e di Grillo, lascia poco spazio e poco ruolo a partiti/liste/movimenti di centro che hanno come obiettivo prioritario quello di declinare una “politica di centro”. E quindi su questo versante è abbastanza probabile che possano decollare forze in grado di farsi carico, appunto, di un elettorato altrimenti non rappresentato. Come sul versante del centro destra è inevitabile che la forza dirompente della Meloni e, comunque sia, la tenuta – almeno stando sempre ai sondaggi di opinione – della Lega di Salvini comprime sempre di più chi, sul versante del centro moderato e riformista, pensa di riconoscersi in quell’area politica. Anche da quelle parti, com’è ovvio e scontato, la presenza di una lista/movimento/forza di centro si imporrà. A prescindere da quelle sigle con percentuali di consenso da prefisso telefonico che non sono destinate a passare alla storia. Nè politica e nè elettorale.
Ecco perchè le elezioni amministrative saranno un autentico banco di prova politico da un lato e innescheranno un processo, forse l’ennesimo, funzionale alla formazione di una nuova e rinnovata presenza politica dall’altro. Questa volta, però, non all’insegna del populismo anti politico, demagogico e qualunquista. Quell’area è già fortemente rappresentata, soprattutto nel campo della sinistra. Ma anche, seppur in minor misura, nell’area politica alternativa. No, questa volta le novità arriveranno sul versante del “centro”. L’appuntamento, quindi, è dopo il voto di ottobre. Ballottaggi compresi.

Giorgio Merlo

Carceri, i radicali scrivono a Cirio

VISITA AL CARCERE DELLE VALLETTE DI TORINO: LA DELEGAZIONE DEL PARTITO RADICALE E DELL’ASSOCIAZIONE MARCO PANNELLA DI TORINO SCRIVE AL PRESIDENTE E ALL’ASSESSORE ALLA SANITA’ DELLA REGIONE PIEMONTE.

Lo scorso 2 agosto una delegazione del Partito Radicale, guidata da Rita Bernardini, Presidente di Nessuno Tocchi Caino, Mario Barbaro, delle Segreteria del Partito Radicale e Sergio Rovasio, Presidente dell’Associazione Marco Pannella di Torino, insieme ai Garanti dei detenuti del Piemonte, Bruno Mellano e del Comune di Torino, Monica Gallo, hanno inviato una lettera urgente al Presidente della Regione Alberto Cirio e all’Assessore alla Sanità della Regione Luigi Icardi per chiedere interventi urgenti riguardo l’assistenza sanitaria quasi del tutto inesistente nel Carcere Lorusso-Cotugno delle Vallette di Torino.

Nella lettera si fa riferimento a dati oggettivi e dettagliati riguardo gravi carenze sanitarie riscontrate all’interno del carcere, in particolare vengono sollecitati  interventi urgenti di competenza regionale che negli ultimi due-tre anni si sono acuiti. E’ stata segnalata l’assenza quasi totale di medici specialisti con gravi carenze di tipo strutturale, tra tutte la cardiologia.  Persone detenute con gravi problemi psichiatrici in reparti non adeguati, in aree in comune con altre detenute nel reparto femminile.

Viene inoltre segnalata la mancanza di un referente regionale che possa con celerità riscontrare le varie disposizioni in materia di prevenzione di diffusione del Virus Covid-19  che consenta alla popolazione detenuta di poter incontrare in sicurezza e in appositi spazi all’aperto (Aree Verdi) i parenti, così come previsto recentemente dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e la totale mancanza di adeguata informazione tra la popolazione detenuta e il personale penitenziario sui benefici del vaccino anti-Covid con percentuali piuttosto elevate di persone. Il personale adibito alla sicurezza ( solo il 60% degli agenti del corpo della polizia penitenziaria si è sottoposto a vaccinazione ) – che lo rifiutano e che si trovano in situazione di promiscuità con rischi elevati di diffusione del virus all’interno del carcere.

Le condizioni igieniche carenti dovute a scarsa/inesistente manutenzione, in particolare per mancanza di adeguata disinfestazione di tutte le aree con  ambienti degradati e spazi inadeguati sotto il profilo igienico-sanitario e conseguente presenza costante di blatte, scarafaggi e topi e gravi ritardi sulla consegna dei medicinali di cui necessitano i detenuti (attesa anche di oltre un mese dalla richiesta);

Nella lettera viene sottolineato che tali problematiche si riversano gravemente sulle condizioni di detenzione dei detenuti e riguardano direttamente anche il personale che opera all’interno del Carcere delle Vallette della Casa circondariale Lorusso-Cotugno (Polizia Penitenziaria, dirigenti, educatori, assistenti, insegnanti, volontari e personale amministrativo).

Elezioni comunali, ultime schermaglie per le liste

Ora tutti addosso ad Alberto Nigra perché accusato di essere passato con il nemico di centrodestra.

Al netto delle solite ed abbastanza inutili polemiche, non mi sembra questo il punto. Vero, Alberto Nigra è promotore di una lista che appoggia Damilano candidato del centrodestra. Ma è un Alberto Nigra che non ha rotto con Azione di Calenda, che eletto nelle liste del PD corre a Roma contro il candidato del PD per essere eletto lui  Sindaco di Roma. Ne’, perlomeno risulta al sottoscritto, Calenda vuole rompere con Nigra e chi in Azione lo ha seguito. E nel giro ci sta Costa sottosegretario di questo Governo a suo tempo non eletto dal centrosinistra. Personalmente penso che questa lista non avrà grande successo elettorale, comunque un primo successo, dal loro punto di vista l’han già ottenuto: questo PD non può dirigere l’intero centro sinistra pena la totale e perpetua sconfitta. Inoltre vedremo se a Siena verrà eletto Letta ed in che modo. Insisto mi sembra tutto, ma proprio tutto  fluido. Ma non basta. Juri Bossuto si candida come indipendente a Presidente del quartiere di Mirafiori e Santa Rita… con i Pentastellati. Lui che si è battuto come un leone per Appendino al secondo turno e che dopo pochi mesi ha ammesso di aver fatto una cavolata. Lui che si presenta a Mirafiori in polemica con il Pd locale che annovera tra i suoi Bruno Zucca braccio destro del Prof Mauro Salizzoni, icone della sinistra locale.
E vi assicuro, visto che con Bossuto è da anni mio carissimo amico,  non fa tutto questo per un posto,  ma per passione. Lui convinto no tav che, se tanto mi dà tanto, al ballottaggio voterà Lorusso convintissimo sì Tav. Ed i comunisti,  per capirci quelli di Rizzo,  sono in salita  nella raccolta delle firme per presentare la lista. Capita, no? Sempre nel dire che loro sono più fighi del mondo ed i soli con la ragione in tasca. Vediamo un po’ se sono tanto fighi e riusciranno nell’impresa.
Vado a scommesse:  per me non ci riusciranno dimostrando di non essere poi tanto così fenomenali. Damilano avrebbe paura del ballottaggio. Paura di perdere perché si assommerebbero i voti PD con quelli del pentastellati. Ed è proprio qui il punto: in politica come nella vita la soluzione dei problemi non è sempre un fatto matematico. Anche qui non scommetterei sulla vittoria del centrosinistra. Ne vedremo delle belle, o secondo i punti di vista, delle brutte.

Patrizio Tosetto

Napoli (CI): Via Almirante? Meglio cancellare via Stalin

Chi ha avuto l’occasione di ascoltarlo, in Parlamento o nelle tribune politiche televisive, ricorda Giorgio Almirante come un grande oratore, un politico intelligente e, dal suo punto di vista, di assoluta coerenza. L’idea del Comune di Alessandria di intitolargli una via non mi convince. Sono contrario per ragioni molto semplici: intelligenza e coerenza sono doti che ad Almirante vanno riconosciute, ma non bastano a cancellare la sua appartenenza alla Repubblica di Salò, il suo sostegno al regime fascista quando l’Italia, con l’aiuto determinante degli Alleati, lo combatteva per riconquistare la libertà e riscattarsi dall’infanzia delle leggi razziali. In questo senso condivido le preoccupazioni espresse dalla Comunità ebraica di Torino.

     Il passato è sempre una materia incandescente e dunque da maneggiare con molta prudenza. Meglio, molto meglio, secondo me, rimuovere le non poche vie intitolate a Josif Stalin o a Lenin e ristabilire così un po’ di verità storica nella coscienza collettiva degli italiani.

On. Osvaldo Napoli, deputato di Coraggio Italia

Casa, Lega: 85 milioni per contesti sociali difficili

EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA

“Raggiunta l’intesa sullo schema di decreto per il riparto delle risorse da destinare al Piemonte per gli interventi di riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica relativi al quinquennio 2021-2026. Come annunciato dal vice ministro Alessandro Morelli, si tratta di un investimento complessivo di oltre 85 milioni del Fondo complementare al Pnrr con l’obiettivo di migliorare l’efficienza energetica, la resilienza, la sicurezza sismica e la condizione sociale nei tessuti residenziali pubblici. Sono risorse che contribuiranno a cambiare il volto dei quartieri popolari già nei prossimi anni, visto che il provvedimento è stato concepito in modo da erogare rapidamente i fondi, snellendo le procedure burocratiche, a testimonianza della rinnovata attenzione di questo Governo verso i contesti sociali più difficili. Adesso la palla passa alle Regioni che dovranno raccogliere le proposte dei Comuni e valutarle sulla base dei criteri fissati nel decreto stesso”.

Lo dicono in una nota i deputati della Lega Riccardo Molinari (capogruppo alla Camera e coordinatore Lega in Piemonte) ed Elena Maccanti

Pd Regione: “Riattivare tavolo medicina di genere”

Dopo due anni di inattività l’auspicio è che la Regione torni a lavorare seriamente sul tema.

 

“La medicina di genere non è un tema di nicchia, che interessa solo alle femministe”: così dichiarano la vice-segretaria del Pd Piemonte, Monica CANALIS, e la responsabile sanità del Pd Piemonte, Maria PEANO, a seguito del Question Time discusso in Consiglio Regionale.

“È un tema di portata storica, che intende riequilibrare il metodo con cui finora sono avvenute le sperimentazioni farmacologiche e le terapie mediche, tenendo nella dovuta considerazione le differenze biologiche tra il corpo maschile e quello femminile. Spiace pertanto che il Piemonte su questo fronte sia stato fermo per due anni, da quando si è insediata la Giunta Cirio, nonostante in Italia dal giugno 2019 sia attivo il Piano per l’applicazione e la diffusione della medicina di genere, definito dal Ministero della Salute in attuazione della Legge 3/2018. Le Regioni hanno il compito di rendere operativo questo Piano, come sta facendo la Toscana e come aveva iniziato a fare la Giunta Chiamparino, costituendo, sin dal dicembre 2016, il Tavolo permanente sulla Medicina di genere, coordinato dalla Direzione sanità e dalla Direzione coesione sociale. Si trattava di un Tavolo inter-assessorile, in cui erano coinvolti anche la Commissione pari opportunità della Regione, gli Atenei, le associazioni femminili.

Solo lo scorso 14 luglio la Giunta Cirio ha invitato ogni ASL a individuare un proprio referente per la medicina di genere, entro il 10 settembre. Un intervento tardivo, ma che riteniamo opportuno e che non mancheremo di monitorare, nella consapevolezza che se non si studiano anche le donne non potremo garantire un vero rigore scientifico alle ricerche, e se non si adattano le terapie alle situazioni specifiche delle donne si rischia di non garantire appropriatezza delle cure.

Non è stata data alcuna risposta invece sull’intenzione di riconvocare il Tavolo regionale sulla medicina di genere e questo può essere interpretato come una mancanza di volontà di confronto col mondo scientifico ed associativo.”

Intel: Gariglio, bene attenzione governo per il Piemonte

“L’incontro al Ministero dello Sviluppo economico conferma l’attenzione del governo per lo sviluppo sociale, occupazionale ed economico di Torino e del Piemonte.

E’ ora necessario che agli annunci seguano atti concreti, concertati anche con gli enti locali territoriali, il tessuto imprenditoriale e con le parti sociali interessate. Il Piemonte è la quinta regione italiana per Pil ed attraverso il suo rilancio passa inevitabilmente la crescita dell’intero sistema – paese”: è quanto dichiara Davide Gariglio, deputato Pd sulla riunione che si è volta martedì 3 agosto, al Mise alla presenza, tra gli altri, del Ministro Giorgetti; del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, della sindaca di Torino, Chiara Appendino e del vicepresidente del Senato Anna Rossomando.