Referendum: votare sì, no o non votare
Andare a votare al referendum: una scelta consapevole
Perché votare SÌ
Chi sceglie il SÌ vuole cambiare lo stato attuale delle cose. Ritiene che la proposta del referendum rappresenti un miglioramento, una risposta concreta a un problema o un’opportunità di riforma.
Perché votare NO
Chi vota NO desidera mantenere la situazione attuale o non è d’accordo con i cambiamenti proposti. Votare no è comunque una forma attiva di partecipazione e una presa di posizione chiara.
Rispettare ogni scelta, anche chi sceglie di non votare
La democrazia si fonda sul diritto di scelta. Anche non recarsi alle urne può essere una forma di espressione politica, una scelta consapevole che merita rispetto.
Non votare può voler dire:
Rifiutare il quesito o il contesto in cui è proposto
Esprimere sfiducia nel sistema
Affermazione del diritto all’astensione
L’importante è informarsi, riflettere e rispettare.
Che si scelga di votare SÌ, NO o di non votare, è fondamentale riconoscere la legittimità di ogni decisione. La democrazia si rafforza con il confronto civile e con il rispetto reciproco.
Enzo Grassano
“Manifestare per i diritti civili è sacrosanto, ma usare certi eventi per dare spazio ad antagonisti pro Pal il cui principale credo è l’antisemitismo non è accettabile e non troverà mai il sostegno della Regione. Mi auguro che il Pride che si terrà domani pomeriggio a Torino non si trasformi nell’ennesima occasione per mettere a ferro e fuoco la città e per creare scontri e divisioni che poco hanno a che fare con i diritti della comunità Lgbtqi+. Sarebbe assurdo cedere il palcoscenico a chi legittima Hamas e un regime terroristico che, tra gli altri, azzera proprio i diritti degli omosessuali in Medioriente”. Così Fabrizio Ricca, capogruppo Lega in Piemonte.
Droni ucraini in Russia
Con l’affascinante nome OPERAZIONE RAGNATELA (SPIDER WEB), domenica 1mo giugno 2025 – come ormai noto – ben 117 droni (suddivisi in più mezzi ruotati) sono stati lanciati dalle Forze Armate ucraine verso quattro basi aeree russe distanti migliaia di chilometri dai confini che separano i due Paesi (una quinta è ufficialmente fallita per problemi non certi ma condivisi dai due schieramenti).
Le basi citate sono nelle regioni di Murmansk, Irkutsk, Ivanono, Ryazan e Amur ma sembra ormai quasi certo che solo due abbiano subito danni veramente gravi.
Una è la base di Murmansk, remoto nord ovest russo accanto la Finlandia e l’altra si trova nella Siberia centrale a più di 8000 chilometri da Mosca, vicino alla Mongolia settentrionale.
Prime notizie davano per distrutti ben 41 fra bombardieri strategici e caccia-bombardieri. I numeri poi si sono modificati nel giro di qualche ora. Nella consueta guerra dell’informazione i dati sono spesso imprecisi ma in caso di una trentina di mezzi distrutti – o temporaneamente inutilizzabili – un terzo della flotta aerea ex sovietica sarebbe ora fuori combattimento.
A raccontarlo in poche righe, si potrebbe considerare un’operazione semplice per i tempi super-tecnologici che viviamo da tempo: camion con cassoni modificati per una doppia soffittatura scoperchiabile, carichi di piccoli droni ad elica caricati con esplosivo ad alto potenziale sono stati fatti partire da breve distanza dagli obiettivi, le cui difese non hanno più potuto opporre valide difese.
Questa semplicità è solo di facciata… come ogni militare un minimo esperto sa, fatto noto è che le gli attacchi via aria a strutture aeroportuali arrivano da lontano.
Per questo ogni difesa di perimetro si basa precipuamente su missili guidati da radar. In aggiunta, ogni base aerea oppone a ipotetici attacchi di fanteria pattuglie di terra, per intercettare potenziali aggressori di fanteria.
L’attacco ucraino con mezzi ruotati civili fatti avvicinare agli obiettivi, con piccoli droni guidati da remoto, ha invece saputo andare oltre gli schemi tradizionali.
Si è trattato di un’operazione estremamente complessa e durata un anno e mezzo, che ha coinvolto servizi segreti ucraini, aiuti ‘esterni’, certamente basi di appoggio spionistico sul territorio, molta capacità tattica e, nel complesso, un capitale umano di altissimo livello.
Anche da considerare che, in quanto guerra ANCHE civile, non è difficile ipotizzare che ci siano russi di origine ucraina disposti a collaborare per Kiev (come per Mosca contare su fiancheggiatori di origine russa ma residenti da generazioni in zone ‘ora nemiche’).
In ogni caso il presidente Volodymir Zelensky ha commentato l’operazione come “brillante successo raggiunto in 18 mesi dall’inizio della sua pianificazione”.
Quante vittime e quali i danni?
Senza entrare in speculazioni partigiane per questa o l’altra parte, il dato delle vittime russe sembra si aggiri attorno numeri di 12/15 vittime e TUTTE militari (a differenza dei macelli causati ‘sul terreno’ dalla controparte russa, responsabile di vittime civili ucraine vicine all’abnorme numero di 14/15.000 persone).
I costi economici: nonostante che una parte tenda ad esagerare i danni inflitti al nemico e l’altra a diminuirli, un dato probabilmente veritiero (fonti Difesa USA) sarebbe di 7 miliardi di dollari, con la distruzione del 34% dei vettori strategici della Federazione, non poco anche per una grande nazione come quella russa.
Nel complesso, fra mezzi distrutti e danneggiati, più o meno seriamente sono 5 bombardieri strategici Tupolev Tu-95MS (aereo simile ai B-52 americani ma ancora equipaggiato da motori a turboelica), due Tu-22M3 e un aereo da trasporto militare Antonov An-12 (altre fonti riferiscono anche di uno o più aerei radar A-50).
Come noto, dal 2022 è iniziata una guerra di invasione di logoramento, certamente devastante per la nazione invasa, ma che si sta rivelando molto onerosa in tutti sensi anche per la controparte di Mosca.
Fatto evidente è che per la Russia, l’attacco del 1mo giugno rappresenta un danno militare e reputazionale di qualche portata, ma più simbolica che operativa, che non impedirà un prosieguo di successi militari in quasi tutte le regioni ucraine toccate da questa guerra. Il riferimento alle conquiste di Donetsk, Kharkiv e Sumy pare inequivocabile.
Cosa colpisce piuttosto è la non casuale coincidenza con i colloqui di pace di Istambul, fissati per il giorno dopo l’attacco.
Se cerchi la pace, non certo idea vincente è inasprire la guerra. Alternativamente, Kiev potrebbe anche aver cercato di dimostrare a Mosca che la partita non è finita e tante frecce sono ancora nella faretra ucraina.
Girano voci ai vertici NATO del possibile desiderio di voler prolungare lo scontro da parte ucraina, sperando di riprendere territori ora in mano nemiche.
La Storia fissa i fatti, ma quando questa si sta scrivendo, tante sono le variabili, le menzogne, i tranelli all’Informazione.
Gli Stati Uniti hanno subito preso le distanze dall’operazione, ma sembra provata una forma di aiuto satellitare e di Intelligence da parte della Gran Bretagna.
In quel caso, si potrebbero ipotizzare ulteriori differenti logiche di intervento sul dramma ucraino da parte americana, rispetto a quella britannica, non più nazione UE, ma pur sempre europea.
La situazione di teatro continua a dimostrarsi mobile, molto incerta per tutti gli stakeholders coinvolti, Italia compresa.
Quando tuona il cannone, il domani potrebbe rilevarsi diverso, addirittura opposto all’oggi.
Ferruccio Capra Quarelli
“E’una responsabilità politica e morale”
“In occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente – ha dichiarato Sergio Bartoli, Presidente della V Commissione Ambiente del Consiglio Regionale del Piemonte – sento il dovere di ribadire con forza un principio fondamentale: la tutela dell’ambiente non è un’opzione, ma una priorità politica, sociale e morale.”
“In Piemonte siamo impegnati ogni giorno – prosegue Bartoli – nella costruzione di un futuro che metta ambiente, salute e sviluppo sullo stesso piano, consapevoli che non può esserci progresso se non è sostenibile. Ogni scelta che compiamo, a livello istituzionale e personale, può contribuire a proteggere il nostro territorio, preservarne le risorse e migliorarne la vivibilità per le generazioni future.”
“Questa giornata – conclude – non è solo una celebrazione simbolica, ma un richiamo alla responsabilità collettiva. L’ambiente non ha voce. Tocca a noi alzarla, con coraggio, visione e azioni concrete.”
La Giornata Mondiale dell’Ambiente, istituita dalle Nazioni Unite nel 1972, è riconosciuta come uno dei principali strumenti di sensibilizzazione globale sulle tematiche ambientali. In tutto il mondo, governi, istituzioni e cittadini si mobilitano per rinnovare il proprio impegno nella difesa dell’ecosistema e nella promozione di uno sviluppo realmente sostenibile.
Bagarre in aula per Sergio Ramelli
Scoppia la polemica di Fratelli d’Italia in Circoscrizione 4 dopo la bocciatura della proposta per l’intitolazione di una via a Sergio Ramelli. In aula esposto uno striscione con la scritta “Sergio Ramelli vive”
Torino, 4 giugno 2025 – Scoppia la polemica dopo il respingimento, da parte del Consiglio della Circoscrizione 4, a maggioranza di sinistra, del documento presentato dal gruppo consiliare di Fratelli d’Italia che chiedeva l’intitolazione di una via, piazza o area pubblica a Sergio Ramelli, nel cinquantesimo anniversario della sua tragica scomparsa.
Sergio Ramelli, giovane studente milanese e militante del Fronte della Gioventù, è stato vittima negli anni di piombo di un’aggressione politica che lo ha portato alla morte a soli 18 anni. La proposta dei consiglieri di Fratelli d’Italia, Raffaele Marascio e Luca Maggia, aveva l’obiettivo di ricordare questo tragico evento come monito contro ogni forma di violenza ideologica e intolleranza.
Durante la seduta, in segno di protesta per la bocciatura del documento, il gruppo di Fratelli d’Italia ha esposto in aula uno striscione con la scritta “Sergio Ramelli vive”, per sottolineare come la memoria non possa essere cancellata da un voto.
“Respingere questa proposta significa ignorare una lezione importante che la storia ci ha lasciato. Sergio Ramelli è una vittima dell’odio politico, una tragedia che ancora oggi ci deve insegnare quanto sia pericoloso lasciar crescere tensioni e intolleranze. Onorare la sua memoria non è solo un gesto simbolico, ma un dovere civile che serve a contrastare ogni forma di violenza ideologica, soprattutto in un momento in cui purtroppo assistiamo a un clima crescente di odio politico.” – dichiarano Raffaele Marascio e Luca Maggia
“Il voto contrario della maggioranza di sinistra dimostra che il clima di divisione ideologica non è affatto superato. Noi continuiamo a credere nella necessità di una memoria condivisa, che riconosca tutte le vittime della violenza politica senza distinzioni di parte. ‘Sergio Ramelli vive’ è più di uno striscione, è un richiamo forte a non lasciar cadere nel silenzio queste vicende, e a lavorare per una vera pacificazione.” – concludono.
Raffaele Marascio – Capogruppo Fratelli d’Italia Circoscrizione 4
Un’area destinata all’accoglienza turistica che si è trasformata in una zona franca dove regnano degrado, insicurezza e illegalità. È la fotografia impietosa del parcheggio Caio Mario, nel territorio della Circoscrizione 2, al centro di una nuova interpellanza presentata dalla Capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale, Federica SCANDEREBECH.
«Quello che doveva essere un parcheggio attrezzato per camper e turismo itinerante – dichiara la Consigliera SCANDEREBECH (FI) – si è trasformato in un vero e proprio insediamento abusivo e l’area è sotto il controllo stabile di diversi nuclei familiari chi vi risiedono illegalmente, snaturando completamente la destinazione originaria dell’area.»
SCANDEREBECH (FI) aggiunge «L’Assessora Foglietta riferisce in aula una situazione davvero sconcertante: circa 15 mila euro di danni tra eventi dannosi, furti e mancato pagamento della sosta.».
Prosegue SCANDEREBECH (FI): «Degrado diffuso, rifiuti abbandonati, danneggiamenti continui e bagni pubblici che versano in condizioni indecorose e usati come discariche: pavimenti allagati, lavandini otturati, sporcizia ovunque, serrature rotte. Un rischio per la salute pubblica e un costo che grava sulle spalle dei cittadini. Le misure adottate – vigilanza privata h24, pulizie straordinarie – non hanno prodotto alcun effetto concreto, ma si sono rilevati solo costosi interventi tampone. »
«Finché l’illegalità regnava all’interno del posteggio – aggiunge SCANDEREBECH (FI) – la competenza era formalmente attribuita a GTT. Ora che GTT ha in buona parte fatto uscire i camper e i soggetti che lo occupavano abusivamente, la responsabilità passa in capo all’Assessore Porcedda. È lui a dover intervenire, e non limitarsi a sopralluoghi e a uno scaricabarile istituzionale. I camper ora parcheggiati su suolo pubblico comunale possono e devono essere sottoposti a verifiche da parte del Corpo della Polizia Municipale e, se necessario, sanzionati per eventuali illeciti. È ora di agire concretamente, non di fare propaganda politica.»
SCANDEREBECH (FI) sottolinea anche il grido d’allarme lanciato dal territorio: «La situazione non riguarda solo il decoro urbano, ma impatta direttamente sulla vivibilità del quartiere: commercianti e residenti segnalano un aumento costante di furti, danneggiamenti e intrusioni. Il clima è pesante, e la microcriminalità è diventata un problema quotidiano. Il quartiere è esasperato. I residenti hanno bisogno di interventi urgenti su tutti i fronti su cui il Comune ha piena competenza, ma che finora è rimasto a guardare.»
Conclude SCANDEREBECH (FI) con un appello chiaro e forte: «Torino non può farsi trovare impreparata agli eventi del 2025, a partire dalle ATP Finals. L’Amministrazione esca dall’immobilismo e si assuma finalmente le proprie responsabilità. Torino merita un’area camper sicura, funzionale e decorosa. Non l’ennesimo angolo dimenticato.»
Storie di donne nel ricordo di Claudia Apostolo
Giovedi 5 giugno ore 21, nella sede di Sinistra Ecologista, in Piazza Moncenisio 3 verrà presentato il libro “Donne 20/80+. Generazioni di donne si raccontano” un’antologia curata da Laura Onofri ed edito da Golem.
Il libro, nato da un’idea dell’associazione Senonoraquando, raccoglie una serie di monologhi scritti e interpretati da donne dai 20 agli 80 anni e più che per due anni si sono incontrate per condividere storie ed esperienze tra generazioni su diversi temi.
Brevi testi costruiti con ricordi, successi o insuccessi, sfide vinte o perse, affrontate in prima persona e tinti d’ironia.
La serata di giovedì sarà anche l’occasione per ricordare, nel giorno del suo compleanno, Claudia Apostolo, giornalista e attivista con Senonoraquando e Sinistra Ecologista, che ha contribuito in modo significativo alla storia femminile e femminista di Torino morta prematuramente il 25 marzo scorso
Nel corso della serata interverranno: Ilaria Genovese, Elena Variara e Milena Boccadoro.
“Il centrodestra ha deciso, attraverso il gioco delle tre carte per non discutere di referendum sulla sanità pubblica. Prospettare dei cambi di legge non impediva affatto di dare un segnale politico forte, approvando il quesito e poi intervenire sul provvedimento anche successivamente. Hanno aspettato fino a oggi, per poi annunciare in fretta e furia provvedimenti improvvisi: tutto pur di non ascoltare la voce dei piemontesi e delle piemontesi” dichiara la Presidente del Gruppo Pd del Consiglio regionale Gianna Pentenero.
Sarà la Giunta Cirio a presentare un disegno di legge che abrogherà l’articolo 23 della l.r. 22/2012 che prevede la possibilità di creare soggetti con società private per gestire i servizi sanitari, superando di fatto quanto chiesto dal Comitato per il diritto alla salute, un’iniziativa sostenuta con oltre 5000 firme e supportata dal centrosinistra e da numerose organizzazioni sindacali e professionali, attraverso una richiesta di referendum.
“La decisione della Giunta ha, di fatto, superato lo strumento referendario. Tuttavia, ci saremmo aspettati che su un tema tanto delicato potesse svolgersi un dibattito in Aula, un confronto democratico che consentisse alle diverse forze politiche di esprimere le proprie posizioni” prosegue Gianna Pentenero.
“Avremmo potuto, inoltre, dare il via libera al referendum che sarebbe stato, poi, naturalmente superato dall’intervento abrogativo della Giunta. Ma non è stato così. Adesso attendiamo che il disegno di legge promesso dalla maggioranza venga presentato e approvato in tempi rapidissimi. Infatti non è la prima volta che a un annuncio roboante non segue poi nulla. Potremmo fare un lungo elenco delle scadenze annunciate da Cirio e dai suoi Assessori e a, oggi, non mantenute a cominciare dal piano sociosanitario rinviato ormai di mese in mese” conclude Pentenero.