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Parco della Salute, Grimaldi (LUV): Regione apra discussione con la Città sullo stato dei servizi

“I medici del San’Anna e della Città della salute ci ricordano che diverse gravidanze presentano complicazioni e fattori associati che possono influire sulla salute delle donne, rendendo indispensabile un’assistenza multidisciplinare. L‘ospedale Sant’Anna rimane all’interno del nuovo Parco della Salute? Speriamo che le notizie che arrivano dalla Cabina di Regia pongano fine alle tante dichiarazioni improvvide sentite negli scorsi mesi: alta complessità e sicurezza e salute delle donne non possono essere separate” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi.

“Spero che la Regione ora cessi i tira e molla e apra con la Città una discussione sullo stato dei servizi del Capoluogo” – aggiunge Grimaldi: – “sulla medicina territoriale, sulle Case e sugli Ospedali di comunità; ma anche sugli altri quadranti, a partire da quello nord di Torino, che da troppo tempo hanno bisogno di più investimenti, assunzioni e maggiore cura”.

Bocciata la fusione tra Gattinara e Lenta

LE URNE SCONFIGGONO LA PROPOSTA DI FUSIONE 

 

Due netti no alla fusione con incorporazione del corpo elettorale di Gattinara e di Lenta. E’ questo l’esito l’esito della consultazione referendaria che, anche se a titolo consultivo, ha bocciato decisamente il progetto di fusione di Gattinara e di Lenta, fortemente voluto dall’ex sindaco di Gattinara, Daniele Baglione (oggi vice sindaco) e dal primo cittadino di Lenta, Giuseppe Rizzi.

E se l’esito a Lenta era scontato, e i no sono stati 420 pari al 74,47%, contro i 144 pari al 25,53%, anche a Gattinara, dove non si era mai manifestata un’avversione netta al progetto i no sono stati 987 contro i 645 si.

Nell’immediatezza della vittoria dei no, anche se la partita non è ancora finita, essendo il referendum soltanto consultivo, e la parola finale dovrà passare alla Regione Piemonte, il Comitato NON conFONDIAMOCI ha diramato questo comunicato nel quale si chiede al vice sindaco di Gattinara ed al sindaco di Lenta di farsi da parte:

Non interessa che ruolo in questo momentoricoprano, ma interessa il fatto che sifacciano da parte. Il futuro ha un’altra strada e un’altra visuale.

Noi abbiamo cambiato la visione del futuro. La sconfitta al referendum ha una risonanza regionale, la nostra vicenda è seguita da tutte leforze politiche e dagli organi istituzionali ad ogni livello. I tempi per una modifica sostanziale della Legge Regionale che regola le fusioni sono maturi.

Proprio su questo punto il Movimento Progetto Piemonte, insieme ad altri comitati e movimenti aveva richiesto alla Regione Piemonte sin dal 2019 una modifica alla legge regionale in materia nel senso di bloccare i processi di fusione di fronte al voto negativo di una comunità coinvolta. L’argomento era stato illustrato davanti alla Commissione affari istituzionali di Palazzo Lascaris da Andrea Riva, già consigliere comunale di Cuccaro Monferrato che aveva depositato una memoria sottoscritta dal presidente del Movimento Progetto Piemonte, Massimo Iaretti.

Sull’argomento interviene il consigliere regionale Andrea Cane, delegato per gli enti locali della Lega: Tengo a ricordare che la fusione di Comuni non è obbligatoria, nessuno potrà mai esautorare un Comune italiano, anche il più piccolo, dal suo diritto di decidere autonomamente circa il suo futuro. Con l’Assessore alla Montagna Fabio Carosso stiamo inoltre lavorando per modificare la norma attuale che prevede che il Comune di dimensioni maggiori a fronte di voto positivo faccia una sorta di fusione per incorporazione del più piccolo: noi pensiamo che le regole delle aziende e della finanza valgano anche per l’identità, l’appartenenza, la cultura e le tradizioni di realtà locali in cui davvero vale il detto ‘piccolo è bello’: oggi per gli enti locali del Piemonte è una bella giornata”.

 

Leone (Lega ): “Continuiamo il lavoro di rilancio del Piemonte”

Riceviamo e pubblichiamo
Il Consiglio regionale rinnova le Presidenze di Commissione per affrontare al meglio la seconda parte della consiliatura. Alla guida del gruppo di lavoro della Terza commissione viene riconfermato Claudio Leone, imprenditore canavesano eletto nella Lega. Con lui lavoreranno i vicepresidenti Sara Zambaia, anch’essa della Lega Salvini Piemonte, insieme a Monica Canalis.
“La riconferma della presidenza della Terza commissione – commenta Leone – che si occupa di economia, industria, commercio, agricoltura, artigianato, montagna, foreste, fiere e mercati, turismo, acque minerali e termali, caccia e pesca, formazione professionale, energia, cave e torbiere, movimenti migratori ci permette di affrontare questa congiuntura con coerenza e continuità. La situazione del post pandemia, del conflitto in Ucraina con la conseguente crisi energetica, le emergenze legate a peste suina e siccità non devono fermare il percorso di ripartenza del nostro Piemonte”.
“Con i colleghi e con i molti assessori con i quali mi confronto, vista l’ampiezza dell’interlocuzione interna alla Terza commissione – aggiunge Leone -, già da mercoledì torneremo sui temi che ci permettono di perseguire la ripartenza economica del Piemonte, con una seduta sul parere relativo alla modifica delle quote ai beneficiari di ristori all’interno delle macro-categorie economiche. Ringrazio i colleghi che mi hanno rinnovato la loro fiducia e ai vicepresidenti Sara Zambaia e Monica Canalis vanno i miei auguri di buon lavoro, onorato di essere supportato dalla loro professionalità, competenza e sensibilità per affrontare i prossimi step del nostro comune mandato”.

Per non dimenticare Aldo Moro

Ricorre oggi l’anniversario della morte di Aldo Moro avvenuta per mano delle Brigate Rosse dopo aver passato 55 giorni in prigionia. Non possiamo dimenticare una pagina cosi’ triste e dolorosa della recente storia della nostra Repubblica. Il sacrificio del Presidente Moro è una pagina che ancora oggi ci rattrista, ma i suoi insegnamenti e la sua esperienza devono essere ancora vivi per essere ricordati. Noi di Centro lotterà sempre contro il terrorismo e contro la violenza!

Guido CALLERI Segretario Provinciale Città Metropolitana di Torino – Noi di Centro Mastella;
Renato ZAMBON Segretario Regionale – Noi di Centro Mastella.

I Radicali per la Giornata dell’Europa

Torino, lunedì 9 maggio alle ore 18, in Piazza Palazzo di Citta, di fronte al Comune.
Presidio di Radicali Italiani in occasione della giornata che l`Unione europea ha scelto per celebrare la cooperazione tra le nazioni europee, per scongiurare nuovi conflitti e assicurare al popolo europeo pace, democrazia e benessere. Le mobilitazioni coinvolgeranno innanzitutto le piazze di Torino, Roma, Bologna e Londra.
Di fronte al Municipio, Insieme al Console onorario dell’Ucraina Dario Arrigotti e a molti cittadini ucraini, militanti e dirigenti di numerose forze politiche, sventoleremo le bandiere dell’Unione europea e dell’Ucraina insieme, a rappresentare il futuro di pace che vogliamo.
Una mobilitazione per concretizzare il sogno federalista europeo, per far crescere l’Unione Europea e favorire l’ingresso immediato dell’Ucraina, per supportare la sua resistenza e darle un nuovo ombrello di protezione.
A Torino hanno aderito alla manifestazione:
Associazione radicale Adelaide Aglietta, Gruppo +Europa Torino metropolitana, Italia Viva, Azione, Volt, Cellula Coscioni Torino.
Sarà di nuovo l`occasione per rilanciare e dare corpo e forza all`iniziativa “Putin all`Aja!”, per cui stiamo raccogliendo le firme sul sito www.radicali.it
Inviteremo i dirigenti politici, i consiglieri comunali, gli assessori e il Sindaco Lo Russo a firmare per sostenere l’incriminazione di chi si è macchiato di crimini di guerra, Putin in primis.

Prc, volontari Esc: il sudore sei giovani senza pagarli

Intervento di Alberto Deambrogio, segretario Rifondazione Comunista Piemonte e Valle d’Aosta, e Fausto Cristofari, segretario provinciale PRC Torino, in merito alla campagna di reclutamento di giovani per attività gestite dalla città di Torino per l’Eurovision Song Contest che si terrà a Torino nei prossimi giorni.

I ragazzi e le ragazze che hanno aderito alla campagna di reclutamento dovranno svolgere parecchie mansioni, dalla gestione flussi e servizi al pubblico alle informazioni sulle sedi turistiche, dall’accoglienza delegazioni ai presidi sala stampa, sino agli accrediti, ai trasporti ecc.; insomma dovranno lavorare in cambio di una uniforme di riconoscimento, di un buono pasto e di un biglietto d’autobus. La città di Torino insomma, come nella vecchia iconografia dello zio Sam, ha puntato il dito verso i giovani: vi voglio e vi voglio gratis!

Ancora una volta la logica sottesa ai grandi eventi dimostra la sua totale incapacità di costruire qualcosa di durevole per il territorio e la sua rapacità dal punto di vista sociale. Siamo nel pieno dell’ipermodernità, ci riempiamo la bocca con le possibilità tecnologiche, magari connesse all’uso bellico come nel ventilato polo torinese, e non vediamo che questo sistema economico continua a basarsi sul lavoro servile, sull’estrazione di valore da attività gratuite di giovani, precari, o più in generale di donne e migranti.

Il bando di reclutamento della città di Torino non ha avuto nessun accenno di critica né dalle forze che governano la città, né dalle forze che stanno all’opposizione. Questo la dice lunga sulla consonanza complessiva intorno all’idea del lavoro come variabile totalmente dipendente e al lavoratore come mero capitale umano senza diritti, da sfruttare e basta.

Nel criticare recisamente questo tipo di iniziativa intendo rilanciare la questione salariale come questione centrale. E’una battaglia sacrosanta che abbisogna di un’ampia convergenza. Oggi più che mai il diritto al lavoro, alla sua giusta retribuzione, a un salario minimo decente sono tra le sfide principali di una sinistra in grado di ricostruirsi dentro le lotte sociali e contro lo sperpero di risorse per le politiche di guerra e riarmo.

Ciò vale a maggior ragione in questa situazione di guerra dove, anziché agire per ricercare una soluzione che ponga fine al conflitto, il governo sostiene l’invio di armi sempre più potenti e aumenta le spese militari, pensando di far pagare i costi della guerra e delle sanzioni ai ceti popolari.

Associazione Aglietta: Obbedienza non più virtù, Lo Russo cambi passo

“L’8 maggio ricorre la festa della mamma e la dedichiamo idealmente alle mamme delle famiglie arcobaleno che per la legge italiana ancora mamme non sono, almeno non entrambe” dichiarano in una nota Andrea Turi, Patrizia De Grazie e Daniele De Giorgis, coordinatori dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta. “A Torino dopo lo stop del Sindaco Lo Russo alle trascrizioni degli atti di nascita dei figli delle coppie dello stesso sesso, a seguito della richiesta del Prefetto, sono più di 80 i bambini che permangono in un limbo vergognoso”. Proseguono “avevamo invitato il Sindaco Lo Russo a disobbedire ad una imposizione ingiusta perché pensiamo, come Don Milani, che l’obbedienza non è più una virtù, in particolar modo quando tocca la carne viva di famiglie che hanno come unica colpa quella di amare e trasmettere amore. Apprezziamo anche tutti gli sforzi fatti dal Sindaco Lo russo all’indomani della decisione di non proseguire con le trascrizioni, la sua volontà di cercare una soluzione a livello parlamentare e popolare, chiedendo a gran voce al suo partito, il Partito Democratico, di farsi promotore di una proposta di legge di iniziativa popolare. Non possiamo però non notare come tutto ciò non sia sufficiente quando dal lato destro dell’emiciclo del Parlamento, e ci riferiamo alla proposta di legge Meloni, si voglia rendere la gestazione per altri reato universale, pregiudicando con ciò ogni sforzo a che i figli delle coppie dello stesso sesso abbiano pari diritti.” Infine concludono “chiediamo al Sindaco Lo Russo di farsi coraggio e di disobbedire alla legge riprendendo le trascrizioni. Scoprirà di non essere solo, che con lui si muove un popolo affamato di diritti che chiede alle Istituzioni locali più coraggio, quel coraggio che manca al legislatore nazionale”.

“Noi Di Centro-Mastella” si struttura a Torino

“Noi di Centro Mastella” si struttura in tutto il territorio regionale attraverso l’organizzazione del
partito a livello locale e provinciale. Nell’ambito di questa ristrutturazione abbiamo nominato
Responsabile della Comunicazione del partito a livello piemontese Federico Depetris.
Un incarico importante anche perché il progetto del partito fa della comunicazione, cioè della
trasmissione del messaggio politico, uno dei punti centrali della sua azione politica, culturale ed
organizzativa”.

Renato Zambon, segretario regionale “Noi Di Centro-Mastella”.

No al bipolarismo selvaggio

L’attuale bipolarismo non può essere la prospettiva della politica italiana.

Veniamo da una stagione contrassegnata da un bipolarismo che ha un solo ed esclusivo obiettivo: la sostanziale distruzione e delegittimazione dell’avversario/nemico. Una distruzione non solo politica ma soprattutto morale. Non a caso, soprattutto nel campo della sinistra, la coalizione del centro destra viene spesso e volutamente confusa ed interpretata come una sorta di coalizione sovversiva, illiberale e con una difficoltà a rinnegare un passato oscuro ed autoritario. Un ritornello ormai ridicolo e stantio che però, puntualmente, riemerge alla vigilia di ogni consultazione elettorale con l’altrettanto puntuale accompagnamento e sostegno dello stuolo di giornalisti e conduttori al servizio della “causa”. Un dèjà vu persin troppo collaudato per essere ulteriormente descritto ed approfondito. Sull’altro versante la solita solfa sul “ritorno della sinistra comunista” che, con l’avallo del populismo grillino, si presta ancor più a questa interpretazione. Ma anche questo è un tasto ormai noioso e ripetitivo che non offre alcunchè di costruttivo e di politicamente rilevante.
Insomma, si tratta di un impianto politico che non regge più alle sfide importanti ed inedite della politica contemporanea. Perchè è una risposta politica sbagliata e non più corrispondente alle dinamiche e alle attese della società italiana. Soprattutto dopo la pandemia sanitaria e quella sociale in pieno svolgimento e le ricadute pesantissime che ci saranno con la guerra russo/ ucraina. Una situazione che non può più tollerare pregiudiziali ideologiche, contrasti dello scorso secolo e contrapposizioni frontali attorno a tematiche e temi ormai del tutto archiviati e già consegnati agli archivi. Sarebbe curioso, al riguardo, assistere dopo le vacanze natalizie – e puntualmente alla vigilia delle prossime elezioni generali – all’eterno duello tra gli intramontabili “post fascisti” e i tardo “ex comunisti”.
Ecco perchè è giunto il momento di voltare pagina. Certo, molto se non tutto dipende dal futuro sistema elettorale. Ma anche su questo versante – e anche alla luce della deriva trasformistica ed opportunistica di questa legislatura caratterizzata dalla presenza dei populisti – occorre essere chiari perchè le regole si possono sempre aggirare. Come, ripeto, ci hanno confermato le vicende politiche di questi ultimi quattro anni che dovevano “rivoluzionare” la politica italiana archiviando definitivamente il passato e tutto ciò che lo aveva contraddistinto. Tutti sappiamo, invece, com’è finita questa cosiddetta e ridicola “rivoluzione” politica. Un sistematico e scientifico rinnegamento di tutto ciò che era stato solennemente promesso e giurato nelle piazze italiane. Ma, al di là di questa sceneggiata che, purtroppo, ha convinto ed affascinato quasi la metà di chi si era recato al voto nel marzo del 2108, forse è giunto il momento anche per cambiare il sistema elettorale prendendo atto che questo bipolarismo è ormai fuori luogo e fuori tempo e che, di conseguenza, l’unico elemento che può smuovere le acque – oltrechè essere utile e forse anche indispensabile – è il ritorno di un sistema proporzionale. Un sistema, cioè, che permetta a tutte le forze politiche di valorizzare la propria ricetta di governo da un lato e che, dall’altro, faccia decollare una coalizione che non è più imprigionata da regole astruse e coercitive estranee ed esterne a ogni riferimento politico, culturale e minimamente programmatico. Un sistema, detto in altri termini, che restituisca alla politica il suo ruolo, la sua funzione e la sua “mission” al di là dei populismi, dei sovranismi e del “nulla della politica” per dirla con l’indimenticabile Mino Martinazzoli.
Ed è proprio in questo contesto che si impone la presenza di un “centro” politico, riformista, democratico e liberale. Un partito e un progetto politico di “centro” che metta definitivamente in discussione quel “bipolarismo selvaggio” e ormai finto che resta all’origine del crisi della politica contemporanea, della scarsa credibilità dei partiti e dello stesso fallimento dell’azione di governo. Al punto che è stato necessario ricorrere ai “tecnocrati”, e quindi alla sostanziale sospensione della politica, per poter dare un governo degno di cronaca al nostro paese. Una situazione, comunque sia, che non può essere definita normale anche perchè, prima o poi, la politica deve riprendere il ruolo che le spetta. Cioè contribuire al governo del paese attraverso il ruolo e la funzione dei suoi attori principali, ovvero i partiti.
Per questi semplici motivi è giunto il momento di liquidare definitivamente ed irreversibilmente questo “bipolarismo selvaggio”. Con la precisa consapevolezza che siamo anche alla vigilia di una nuova fase della politica italiana. Che non va più affrontata con strumenti e metodologie vecchie, desuete e ormai inservibili.

Giorgio Merlo

Tav: Fregolent (Iv), sblocco tratta nazionale simbolo di Italia che riparte

“Lo sblocco della progettazione della tratta nazionale della Tav, firmata oggi dal Commissario straordinario di Governo Mauceri, è l’atto simbolico della ripartenza dell’Italia dopo la pandemia”: è quanto dichiara Silvia Fregolent, capogruppo Iv in Commissione Ambiente di Montecitorio.
“Ci auguriamo ora che chi ha causato 5 anni di stop inneggiando al populismo demagogico ed alla decrescita felice eviti di continuare  danneggiare lo sviluppo infrastrutturale del paese creando ulteriori polemiche”: conclude Silvia Fregolent.