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Italexit: “diritto di voto calpestato nel Draghistan”

Riceviamo e pubblichiamo

Referendum e Elezioni: Italexit con Paragone l’obbligo delle mascherine preannuncia un voto pilotato. Presentata interrogazione in Parlamento.
  
Nel Draghistan il diritto di voto previsto nella nostra Costituzione viene ancora una volta calpestato, questa volta dall’obbligo delle mascherine. Per questo motivo Italexit ha depositato un’interrogazione urgente che smaschera ancora una volta i trucchetti draghiani. L’imposizione dell’obbligo di mascherina, dopo  la recente foto di un Draghi sorridente a scuola circondato da bambini mascherati – dimostra la volontà di  far votare domenica 12 giugno solo l’élite, che appoggia la gestione di questo governo di banchieri e poteri forti.  E’ evidente che con questa scelta che Speranza, Draghi, Letta &c. vogliano alle urne solo gli “amici del sistema”, obbligando all’astensionismo i cittadini critici che non si piegano a imposizioni assurde. L’obbligo di mascherina preannuncia così un voto pilotato e nasconde ancora una volta un modo per discriminare una buona parte di cittadini. Per questo Italexit ha depositato un’interrogazione in Parlamento congiunta, rispettivamente alla Camera dalla deputata Jessica Costanzo e al Senato da William De Vecchis, Mario Michele Giarrusso, Carlo Martelli e Gianluigi Paragone.

I radicali e la “deputinizzazione”

Riceviamo e pubblichiamo

 

Giovedì  9 giugno alle ore 12.00 a Torino presso la sede dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta in via san Dalmazzo 9 bis si terrà una conferenza stampa con il segretario nazionale di Radicali Italiani Massimiliano Iervolino dal titolo:
“Deputinizziamo l’Italia a partire dal Piemonte: l’individuazione delle aree idonee per le rinnovabili contro la dipendenza dal gas russo”. 
Molti sono gli aspetti su cui lavorare per arrivare a una ‘deputinizzazione’ dell’Italia e del Piemonte. In primis l’aspetto energetico. La crisi, anche energetica, determinata dall’invasione russa dell’Ucraina pone definitivamente l’Italia di fronte al problema pluridecennale della mancata autosufficienza. In questo scenario un ruolo centrale rispetto al nuovo mix energetico lo avranno le fonti rinnovabili. La roadmap che, attraverso il PNRR, il Governo italiano ha tracciato è chiara: entro il 2030 è necessario installare almeno 70 GW di potenza da rinnovabili per avere una copertura da queste fonti del 72% per la parte elettrica. L’Italia, però, negli ultimi anni ha installato solo circa 1 GW di potenza media annua, di questo passo vedremo raggiunti gli obiettivi necessari non prima del 2100. Entro la fine dell’anno le Regioni dovranno individuare le aree idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili. È urgente accelerare questa trasformazione, da una parte eliminando i legacci burocratici che da sempre frenano il nostro Paese e dall’altra coinvolgendo i cittadini nei processi decisionali per evitare le proteste e i fenomeni Nimby (non nel mio giardino) e Nimto (non durante il mio mandato). L’obiettivo è quello di individuare una strada comune verso l’autosufficienza energetica. L’occasione servirà inoltre a fare il punto sulle evidenti connivenze di parte dei maggiorenti del centrodestra piemontese, in particolare Fratelli d’Italia, con l’establishment del Cremlino. Basti pensare all’assessore FdI Maurizio Marrone o al portavoce regionale FdI Fabrizio Comba. Verrà poi lanciata la mobilitazione nazionale sull’iniziativa di raccolta firme “Putin all’Aja” per sostenere il lavoro della Corte Penale Internazionale e portare a processo Putin per crimini di guerra. Sarà inoltre annunciato l’evento conclusivo della campagna sui Referendum “Giustizia Giusta”.
Con il segretario Iervolino partecipano:
Igor Boni, presidente Radicali Italiani;
Silvio Viale, consigliare comunale;
Giulio Manfredi, giunta Radicali Italiani;
Patrizia De Grazia, coordinatrice Associazione radicale Aglietta.

Stabilizzazione precari? Magliano: Buon primo passo: utile se ne seguiranno altri

Dopo diversi passi indietro, la stabilizzazione dei 1.137 precari è un (solo) passo avanti: ci auguriamo tuttavia che ne seguano altri, diversamente l’effetto positivo di questa misura sulla Sanità piemontese sarà limitato. Le nuove, promesse stabilizzazioni non bastano neppure a colmare le oltre 1.200 unità di personale che hanno cessato l’attività tra 2020 e 2021. Il raggiungimento dei numeri minimi per garantire servizi adeguati a tutti i piemontesi è dunque un traguardo ancora lontano. Riteniamo peraltro assolutamente sensato iniziare da chi – assunto a tempo determinato per fronteggiare l’emergenza Covid – attende tuttora di essere stabilizzato: in questi due anni abbiamo sempre sostenuto e difeso, come Moderati a Palazzo Lascaris, i diritti di questi lavoratori.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

Rdc: Ruffino “da Conte assurda difesa a provvedimento inutile”

“Conte insiste nell’assurda e inutile difesa del reddito di cittadinanza. Ora che e’ il capo politico dei 5 Stelle, l’ex premier comprende bene che il provvedimento varato sotto il suo governo e’ un mezzo buono solo per poter ottenere consenso sul territorio, realmente non ha portato alcun beneficio al mondo del lavoro”. Dichiara in una nota la deputata di Azione, Daniela Ruffino. “Invece di continuare a finanziare uno dei tanti fallimenti dei grillini, utilizziamo i soldi stanziati per il reddito di cittadinanza per detassare i salari e per il taglio del cuneo fiscale. Solo cosi saranno denari ben investiti e a garanzia di un aiuto reale alla ripresa economica del nostro Paese”, conclude

I misteri dello Stivale dalle trame al petrolio assassino

NELLA PENNA DI MARCO DELPINO

 

Le trame d’Italia non sono una novità. Particolarmente negli ultimi anni c’è chi grida ormai costantemente al complotto. Se poi i complotti siano reali o frutto di fantasie fervide o malate lo dirà la storia. Una cosa, però, è certa: se si prende in considerazione non il ieri ma l’altro ieri, si scoprirà che la storia dell’ultimo cinquantennio, tanto per non andare troppo indietro è ricca di punti oscuri, di morti strane o inspiegate di personaggi di alto rango e anche di portata inferiore o media.

Su questi argomenti Mario Delpino, giornalista, saggista e storico ligure (vive ed opera a Santa Margherita Ligure, dove è nato) ha dedicato un libro scritto a quattro mani con Vittorio Dal Piano, italiano nato ‘alla fine del mondo’ (in Cile), già dipendente del ministero dell’Interno, ‘Trame d’Italia’, uscito nel 2015, poi ristampato, per i tipi delle Edizioni Tigulliana. In questo libro, che si legge come un giallo avvincente, ma che un giallo non è, vengono presi in esame 5 casi che hanno segnato la storia recente del nostro Paese: la morte del presidente dell’Eni, Enrico Mattei (di cui quest’anno, il 27 ottobre, ricorrono i 60 anni della tragica scomparsa), il ‘Piano Solo’ che vide protagonista il generale comandante dei carabinieri Giovanni de Lorenzo, toccando anche la figura del presidente della Repubblica Antonio Segni (ma il figlio Mariotto Segni in un libro uscito lo scorso anno ha definito la vicenda del golpe ‘la madre di tutte le fake news’), la fine del cammino terreno del banchiere dagli occhi di ghiaccio Roberto Calvi, trovato appeso nel giugno 1982 sotto il ‘Ponte dei Frati Neri’ sul Tamigi, andando poi a scavare nella vicenda dell’assassinio del prefetto di Palermo, Carlo Alberto Dalla Chiesa e della giovane moglie Emanuela Setti Carraro per arrivare infine alla stranissima ‘onda anomala’ che colpì l’ex ministro democristiano Toni Bisaglia domenica 24 giugno 1984, cui seguì quella del fratello, sacerdote, Don Mario, sempre per annegamento. E sullo sfondo dei  vari eventi si stagliano storie di potere, a livelli non concepibili da chi vive un’esistenza normale, tra la loggia P2 ed il petrolio.

E proprio il petrolio è, secondo l’analisi di Delpino, il motore di tutte queste vicende occulte e di tante morti strane.

L’autore, questa volta da solo, ha pubblicato, sempre per le Edizioni Tigulliana, un secondo libro che ha comunque un collegamento con il primo, anzi con quella che potrebbe essere ‘la madre di tutte le trame’, la morte di Enrico Mattei. In ‘Petrolio Assassino’, freschissimo di stampa (maggio 2022), l’autore vede un filo rosso che collega le morti di Mattei, Mauro De Mauro, Pier Paolo Pasolini e Rino Gaetano. Anche questo testo, che si snoda per 78 agilissime pagine, si legge in continuità, ma quel che è più apprezzabile è che il libro – sia pure in un percorso breve – può essere spunto per tante riflessioni, ricco come è di dati e di collegamenti. E in questo Marco Delpino ha saputo suggellare la sua opera letteraria con vera maestri.

 

Massimo Iaretti

 

 

Buona Destra: Superbonus e rischio fallimento per le imprese

L’allarme lanciato da CNA, circa la situazione generale che sta colpendo il comparto edile in gravissima crisi di liquidità, getta un’ombra di preoccupazione circa il futuro di un settore che oggi pone a rischio la prosecuzione delle attività di circa 33 mila imprese.

“Le numerose modiche normative apportate negli ultimi 6 mesi hanno trasformato i Superbonus dell’edilizia in super-trappole per imprenditori, aziende e lavoratori del settore edile”, così Claudio Desirò, Coordinatore Regionale della Buona Destra del Piemonte, “una situazione che preoccupa, sopratutto per le ricadute economiche e sociali con il rischio di perdita di 150 mila posti di lavoro nel nostro Paese. Le aziende si ritrovano in crisi di liquidità, con i cassetti fiscali pieni, ma con l’impossibilità di cedere ulteriore credito a banche ed intermediari finanziari che ne hanno bloccato l’acquisto”.

Secondo i dati ufficiali del Ministero dell’Economia, infatti, più di 5 miliardi di Euro sono al momento bloccati e non liquidati, creando un ristagno di crediti dovuto all’incertezza normativa generata negli ultimi mesi.

“In queste condizioni le imprese dell’edilizia si ritrovano a non riuscire ad avere a disposizione la liquidità necessaria a pagare i fornitori ed i lavoratori, con il serio rischio di non portare a termine i lavori iniziati e di non riuscire a proseguire la propria attività in futuro”, commenta Desirò.

Infatti, secondo il rapporto di CNA, crescono le imprese che hanno difficoltà a onorare i loro pagamenti: il 45,9% non ha pagato i propri fornitori, il 30,6% non sta pagando tasse e imposte, il 21,1% non riesce a pagare salari e stipendi. Si viaggia, in questo modo, verso un approdo terribile: il 68,4% delle imprese paventa la sospensione dei cantieri già avviati, il 90,3% il mancato avvio di nuovi cantieri.

Secondo Desirò, “il bonus edilizia ha contribuito fortemente al rimbalzo del PIL nell’ultimo anno, ma le conseguenze che si prospettano risultano evidenziare ancora una volta come il drogare un mercato con la politica dei bonus, seppure porti risultati nell’immediato, si confermi essere una scelta che non mantiene risultati nel medio-lungo periodo, con il rischio di un effetto boomerang per il settore e per l’intero Paese”.

“L’auspicio”, conclude Desirò, “è che il Governo Draghi inizi finalmente quel percorso di profonde riforme di cui necessita il nostro Paese per poter ripartire e costruire il proprio futuro su solide fondamenta e non continui sulla strada dei bonus a pioggia, che dimostrano essere cure palliative e poco efficaci per una reale ripresa generale”.

Stabilizzazione sanitari, Grimaldi (LUV): La lotta paga

La vittoria dei sindacati passa per l’ennesima smentita di Icardi

“La lotta paga, la stabilizzazione dei sanitari è soprattutto una vittoria dei sindacati che da mesi chiedono le risorse necessarie per garantire il funzionamento e il miglioramento dei servizi sanitari. L’esplosione delle liste di attesa e i numeri drammatici della nostra sanità non potevano portare a un altro esito né farci prendere in considerazione di lasciare a casa il personale. Senza questi lavoratori e queste lavoratrici non ci potremmo mai permette di mantenere aperti i nostri servizi” – è il commento di Marco Grimaldi, Capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione.

“Fino a ieri Icardi ci diceva che quelle figure, secondo lui poco qualificate, non potevano essere interamente stabilizzate. Fortunatamente – prosegue Grimaldi – l’Assessore alla Sanità è stato smentito per l’ennesima volta e si sono finalmente trovate le risorse, che ancora qualche settimana fa abbiamo chiesto di inserire nel bilancio e che ci sono state negate bocciandoci tutti gli emendamenti sul tema”.

“Eppure – conclude Grimaldi – non è ancora finita: se c’è una cosa che la pandemia ci ha insegnato è che la poderosa macchina sanitaria regionale non può essere gestita senza un’organizzazione. Ecco perché dobbiamo trovare nuove risorse per prolungare tutti i contratti precari, a partire da quelli degli operatori amministrativi non inclusi nel decreto che prevede la stabilizzazione di chi ha accumulato 18 mesi di servizio”.

Noi Di Centro-Mastella e i referendum

“5 sì convinti al referendum di domenica prossima per una vera giustizia, per una giustizia giusta e
per avviare, almeno si spera, una vera riforma del settore. Tutti sappiamo, al riguardo, le vere
motivazioni politiche che hanno impedito, di fatto, la riforma della giustizia in questi ultimi anni nel
nostro paese. Il giustizialismo manettaro di settori consistenti della politica da un lato e la non
volontà di mettere in discussione equilibri ormai consolidati dall’altro hanno fatto sì che l’unica
strada per tentare di smuovere le acque è rappresentata dal ricorso allo strumento del
referendum. Certo, il referendum, sperando che l’esito sia comunque positivo, non risolve
automaticamente i problemi ma è indubbio che può rappresentare una spinta formidabile per
avviare un percorso legislativo di riforma della giustizia italiana. Com’è ovvio, non possiamo
attenderci alcun segnale incoraggiante da alcuni settori della politica italiana – dai 5 stelle alla
sinistra giustizialista – che lavorano per lo status quo e la non volontà riformista.
Comunque sia, dall’esito del referendum di domenica prossima capiremo se la giustizia italiana
andrà incontro ad una stagione di riforme e di cambiamento o se prevarrà, ancora una volta, la
situazione esistente. Noi lavoriamo per il cambiamento”.

Giorgio Merlo Presidente Nazionale Noi Di Centro-Mastella
Renato Zambon Segretario Regionale Piemonte Noi Di Centro-Mastella.

Otto consiglieri lasciano Torino Bellissima

 “LASCIAMO TORINO BELLISSIMA, NOSTRO PERCORSO CIVICO È INIZIATO E RESTA NEL CENTRODESTRA”
“Perplessi e dispiaciuti ci troviamo costretti a lasciare la lista civica Torino Bellissima e a proseguire il nostro impegno civico per la Città nei gruppi misti delle rispettive Circoscrizioni.
Nessuno di noi è interessato a derive populiste improvvisate, ma nemmeno a improvvisate e imposte linee politiche comunicate, anche agli eletti, a mezzo stampa o in una riunione convocata a una settimana dalle decisioni già prese. La nostra decisione è presa nel rispetto dei nostri elettori e dei nostri valori. Ringraziamo Paolo Damilano e tutti gli amici di Torino Bellissima per aver costruito insieme un risultato elettorale importante e condiviso questi primi mesi di impegno, ma tutti noi, come i nostri elettori, abbiamo scelto di aderire ad un progetto civico liberale chiaramente collocato nel centrodestra ed è in tale metà campo che intendiamo continuare. Il centrodestra attuale è certamente da migliorare, ma non è lasciandolo che gli si può dare nuovo ossigeno. Volendo proseguire il percorso civico iniziato non aderiamo a nessun partito. Nascerà, da oggi, un gruppo di lavoro trasversale a tutte le circoscrizioni, da subito composto dalle Consigliere e dai Consiglieri scriventi, che lavorerà in squadra con la coalizione di centrodestra per il bene e lo sviluppo della comunità.”
Lo dichiarano in una nota stampa congiunta i consiglieri: Federico Chiassa (Circ 3); Simona Borrelli, Caterina Mastroeni e Stefano Subbiani (Circ 5); Michele Celentano e Giulia Zaccaro (Circ 6); Francesco Caria e Claudia Gianotto (Circ 7).

Ambrogio (Fdi): Aurora, criminalità dilaga

“Siamo all’ennesimo lunedì in cui ci troviamo obbligati a dover dibattere con preoccupazione
riguardo a scene di ordinaria follia che stanno prendendo il sopravvento nella nostra città.
L’uomo armato di machete, protagonista della rissa in Aurora dello scorso 1° giugno, era già noto
alle Forze dell’Ordine, ma evidentemente non sono state adoperate né le risorse né gli strumenti
necessari a tenere lontano violenza e criminalità dai nostri quartieri.
Sono d’accordo con il Sindaco quando afferma che non si può parlare di Torino come una città
ostaggio di spacciatori e baby-gang, ma non può negare che interi quartieri, come Aurora, che invece
sì sono teatro di violenze e criminalità e l’Amministrazione continua ad abbandonare i cittadini che
vivono in questi territori, senza offrire soluzioni adeguate.
Al Sindaco Lo Russo chiediamo più serietà, perché Fratelli d’Italia non cavalca nessun tema
ideologico e anzi abbiamo portato le nostre idee e proposte sia al Sindaco che al Ministro Lamorgese.
La sicurezza dei nostri concittadini non passa solo da “rigenerazione sociale”, ma da provvedimenti
rigorosi e strutturali come il daspo urbano.
Basta buonismo e tolleranza a senso unico: è ora che il Sindaco alzi la testa e chieda al Ministro
Lamorgese strumenti che consentano ai torinesi di vivere senza il terrore di uscire di casa o di andare
a prendere i propri figli a scuola”.

Paola Ambrogio

Consigliere comunale Fdi