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Ruffino: “Anche in Piemonte con Azione risultati positivi. Centro alternativa a bipopulismo”

“Il risultato ottenuto da Azione in questa tornata elettorale per le comunali e’ piu’ che soddisfacente. Anche in Piemonte abbiamo avuto riscontri positivi, molti elettori si sono avvicinati scegliendo i nostri candidati”. Dichiara in una nota la deputata di Azione, Daniela Ruffino. “E’ il segnale che la politica concreta paga, la gente ci chiede di fare e di non limitarci alle chiacchiere, questo ci fara’ conquistare un’area politica dalle grandi potenzialita’ in termini di consensi. Ora piu’ che mai e’ il momento di scommettere sulla creazione del centro come vera alternativa al bipopulismo Pd-5 Stelle e Lega-Fdi. L’astensionismo e’ stato alto ma la voglia di politica tra la gente c’e’, non sara’ facile conquistare sempre piu’ spazio ma con il pragmatismo che ci contraddistingue ci riusciremo”, conclude.

Europa Verde: la sconsiderata decisione di Lagarde

Dopo 11 anni, la BCE annuncia quello che potrebbe essere il primo di una serie di rialzi dei tassi di interesse.

“La decisione della Bce a guida Lagarde di alzare i tassi di interesse e di limitare gli interventi sul quantitative easing è sconsiderata. In un momento in cui rischiamo di entrare in stagflazione a causa dell’aumento dei prezzi energetici e l’aumento dell’inflazione questa decisione darà un colpo drammatico a famiglie e imprese che di fatto non potranno più accedere al credito. In questo modo si fermeranno investimenti in settori strategici come quello della transizione ecologica ed energetica” – commentano Eleonora Evi ed Angelo Bonelli, co-portavoce nazionali di Europa Verde, che aggiungono:

 

“Un aumento dei tassi in combinazione con la fine dell’acquisto di obbligazioni segna la vittoria dei falchi dell’austerity ed è una potenziale bomba socioeconomica. Rallentare la crescita economica dopo 2 anni di pandemia e nel bel mezzo di una guerra è una mossa del tutto imprudente. L’indebitamento di paesi e imprese diventerà più costoso in un momento in cui avremo bisogno di molte risorse per garantire la sovranità energetica dell’Europa. Oggi c’è un urgentissimo bisogno di investimenti nella transizione energetica, anche per garantire la nostra indipendenza dai combustibili fossili dalla Russia. Un aumento dei tassi rende i prestiti più costosi, il che fa sì che le aziende riducano i loro investimenti. Nel lungo periodo, la crescita economica e l’occupazione rallenteranno, riducendo così la crescita dei salari. E alla fine saranno i lavoratori a pagare il prezzo dell’inflazione guidata dal profitto, che sta già erodendo il loro potere d’acquisto. Dobbiamo porre fine al più presto alla dipendenza e alle importazioni di combustibili fossili, i principali responsabili dell’aumento dei prezzi dell’energia” – concludono Evi e Bonelli.

 

Eleonora Evi

Eurodeputata Greens/EFA

Co-portavoce nazionale Europa Verde

Non solo referendum: oltre 500 mila piemontesi al voto per le Comunali

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Oltre ai Referendum, sono 500 mila gli elettori in Piemonte per le elezioni comunali di oggi. Ad Alessandria e provincia si vota in 13 Comuni, nell’Astigiano in 11, nel Biellese in 2; nella provincia di Cuneo Amministrative in 18 Comuni oltre al capoluogo, nel Novarese in 5, nel Verbano-Cusio-Ossola in 7, altrettanti nel Vercellese, 28 nella Città Metropolitana di Torino.
Si vota anche ad  Angrogna, nel Pinerolese, dove il consiglio è stato sciolto dopo la morte del sindaco, e altri 8 Comuni per motivi diversi dalla scadenza naturale: San Benigno Canavese, dove il sindaco si è dimesso per motivi di salute, Vigone, per la morte del primo cittadino, Torrazzo (Biella), (Vercelli) Demonte, Sommariva Bosco e Cravanzana, nel Cuneese, e Campertogno , per dimissioni legate a motivi politici, Mombello, in provincia di Torino, centro con meno di 400 abitanti, dove nel 2021 non si era presentata alcuna lista. Oggi i candidati sindaci sono cinque, per il consiglio comunale sono 41 i candidati.

Automotive: Ruffino “difesa clima importante ma tutelare industria auto”

“Per il Piemonte il settore dell’automotive è una delle filiere industriali più importanti ma e’ impossibile pensare, da un giorno all’altro, di annunciare la sostituzione delle auto a benzina con le auto elettriche senza avere ben chiara una strategia per tutelare l’economia”. Dichiara in una nota la deputata di Azione, Daniela Ruffino. “Il voto del Parlamento Europeo che mette al bando i motori termici dal 2035 e’ stata una scelta azzardata che mette con e spalle al muro una industria importante. A questo punto pero’ il governo deve intervenire immediatamente, ascoltando gli imprenditori e le categorie sociali, e sostenendo questo cambio radicale di una intera filiera produttiva. La difesa del clima e’ un tema importante per tutti i governi, dobbiamo cogliere le opportunita’ della transizione ecologica ma senza penalizzare i lavoratori e il territorio”, conclude.

Rifondazione: No al polo bellico

AGLI IPOCRITI DEL CONSIGLIO COMUNALE DICIAMO:

Non c’è alcun dubbio che viviamo in una società (borghese) basata sull’ipocrisia. Ne è un plastico esempio il Consiglio Comunale di Torino. Da una parte, infatti, il Comune di Torino aderisce alla campagna “Italia Ripensaci!”, che si batte affinché l’Italia aderisca al Trattato internazionale per la messa al bando delle armi nucleari. Dall’altra lo stesso Consiglio Comunale ha approvato, a stragrande maggioranza, la mozione  presentata dal capogruppo della “Lista Civica per Torino che impegna la Città (Sindaco e Giunta Comunale) a sostenere la candidatura di Torino per la sede europea del Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic (D.I.A.N.A.), che, tradotto in italiano, è una rete di sperimentazione e di  innovazione che dovrebbe sostenere la NATO nella sua attività militare e guerrafondaia tramite due Centri “Regionali”, da istituirsi uno in Europa e uno negli USA.

Non vorremmo deludere le aspettative dei “volenterosi pro NATO”, ma risulterebbe che il centro europeo sia già stato assegnato alla Gran Bretagna. L’allontanamento da Torino è  anche il frutto della mobilitazione che si è sviluppata in città nei mesi scorsi, e alla quale rivendichiamo la nostra partecipazione. Cionondimeno la mozione approvata dal Consiglio Comunale resta ugualmente pericolosa, perché non è stato affatto cancellato, invece, il progetto di realizzare a Torino uno dei nove centri per l’innovazione dell’industria aerospaziale previsti in Europa, da costruirsi nell’area di corso Marche, con il nome pomposo di “Città dell’Aerospazio”. Che c’è di male in tutto ciò? “Un fatto molto semplice – afferma Fausto Cristofari, segretario provinciale di Rifondazione Comunista Torino – e cioè che dietro a magnifiche immagini futuristiche, si nasconde in realtà l’industria bellica. E proprio nel momento in cui l’alito mortifero della guerra è tornato ad affacciarsi in Europa, il Consiglio Comunale si esprime a favore della costituzione a Torino di una struttura della NATO. Come se già non bastassero, in Italia la base di Aviano (dove si custodiscono armi nucleari), quella di Ghedi o le numerose basi americane in Sardegna, tristemente famose per i danni prodotti dall’uranio impoverito.”

Prima di finire anche noi additati nella lista dei filo putiniani – continua Cristofari –  tengo a ribadire ciò che abbiamo sempre detto e ripetuto: consideriamo come un atto criminale l’invasione russa dell’Ucraina. Per fermare questo atto criminale, però, non si possono ignorare le responsabilità degli USA e della NATO. Non vogliamo basi NATO né a Torino né Italia. Produrre armi vuol dire farsi complici della principale causa delle guerre nel mondo: gli enormi profitti portati dall’industria bellica. La quale, nel caso torinese, si avvarrebbe anche, fatto ancor più aberrante, della collaborazione dell’Università, che pensavamo fino a ieri luogo dedicato alla cultura, non alla guerra. Utilizziamo piuttosto le alte competenze nel campo della ricerca e dell’innovazione già patrimonio di Torino per lo sviluppo di dell’industria civile!

Inutile dire che bisognerà opporsi a tutto questo. Sviluppando al massimo, nelle prossime settimane, la controinformazione e sostenendo le mobilitazioni per un progetto di città basato sulla cura (delle persone e del territorio) e non sulla morte e la distruzione su cui si regge l’industria bellica.

Una prossima iniziativa è già in programma, a Torino, lanciata dal “Comitato contro la guerra e chi la arma”, di cui siamo parte, per il prossimo 2 luglio. Occorrerà renderla ancora più ampia e coinvolgente. Noi ci saremo!

Centro, non è più la Dc ma assomiglia

Il cantiere del Centro è ormai decollato e ognuno piazza la sua tenda.

L’ultima grande manifestazione a Napoli di ‘Noi Di Centro-Mastella’ ne è la conferma. Il progetto, al riguardo, resta quello più credibile sul tappeto per dar vita ad un’area politica, sociale e culturale che oggi è senza una vera e credibile rappresentanza politica ed organizzativa. Ovvero, dar vita ad una sorta di ‘Margherita 4.0”. Certo, conosciamo perfettamente le obiezioni al riguardo: ci vuole un leader riconosciuto in cui tutti i vari spezzoni si riconoscano; un programma minimo di governo e, soprattutto, dar vita ad una federazione che sappia unire le esperienze, i movimenti e i partiti che non sono più riconducibili al “bipolarismo selvaggio” che caratterizza la nostra cittadella politica da ormai qualche lustro. Nodi che, cammin facendo, saranno comunque sciolti anche perchè non si tratta di mettere insieme decine di sigle ma, al massimo, 4/5 partiti e movimenti che affollano quest’area politica. Un progetto politico, culturale ed organizzativo che, comunque sia, quasi si impone dopo il sostanziale fallimento delle due tradizionali coalizioni denominate centro destra e centro sinistra. Lo ha detto, per l’ennesima volta il sondaggista Noto proprio a Napoli valutando quest’area politica attorno al 18% dell’elettorato italiano. E questo soprattutto dopo l’irruzione del populismo grillino che ha definitivamente fatto saltare un impianto che ormai, lo possiamo dire tranquillamente, era arrivato al capolinea da tempo. Del resto, tutti sanno che i due principali schieramenti sono ormai ridotti a due cartelli elettorali dove al proprio interno si coltivano ricette programmatiche diverse e prospettive politiche addirittura alternative. Tenute insieme esclusivamente dalla volontà di liquidare e di annientare il corrispettivo avversario/nemico.
Ora, di fronte ad un panorama del genere, è addirittura scontato che il quadro politico italiano cambi. Non a caso le prime avvisaglie già si intravedono a proposito della scomposizione e della ricomposizione delle varie forze politiche. Un processo che è sotto gli occhi di tutti e che tarderà a manifestarsi in tutta la sua corposità. Anche all’interno di partiti che, causa la massiccia riduzione dei seggi parlamentari, vedrà una forte mobilità dello stesso personale politico. E una forza di centro che sia in grado di declinare anche e soprattutto una “politica di centro” più che un esercizio di semplice posizionamento tattico è ormai una necessità politica concreta.
Certo, non sarà una Dc bonsai o una banale replica delle esperienze politiche del passato. Ma è indubbio che questo nuovo soggetto politico – che sarà una sorta di federazione e culturalmente plurale – non potrà non assomigliare, nel metodo e nel comportamento concreto, a quello che è stata per decenni la Democrazia Cristiana. Su più versanti: dalla valenza della politica estera al respingimento della radicalizzazione della lotta politica; dal rifiuto pregiudiziale della deriva populista e anti politica all’importanza della cultura della mediazione; dalla centralità del Parlamento alla valorizzazione del pluralismo sociale e culturale; dalla qualità ed autorevolezza della classe dirigente al rispetto delle istituzioni democratiche; dall’efficacia dell’approccio e della cultura riformista alla conservazione e al perseguimento dei valori democratici e costituzionali alla valenza della cultura delle alleanze.
Insomma, un patrimonio culturale, valoriale, politico e programmatico che ci fa oggettivamente ricordare il ruolo, la mission e la funzione che storicamente ha avuto la Dc pur senza replicare quella esperienza politica ed organizzativa. Ma quel che più conta, in questa particolare situazione storica, non è scimmiottare i partiti del passato – che, come ovvio, non torneranno più – ma, al contrario, riuscire a recuperare da quell’immenso patrimonio le ragioni politiche e culturali che siano in grado di ridare serietà, autorevolezza e qualità alla politica contemporanea e, in particolare, alle due dinamiche concrete e alle stesse scelte politiche. E, per centrare questo obiettivo, proprio dal percorso storico della Democrazia Cristiana si possono recuperare idee, metodi, cultura e scelte politiche che conservano una bruciante attualità anche nella stagione contemporanea.
Ecco perchè il nuovo e futuro Centro non è più la Dc ma assomiglierà alla Dc. Contro il “nulla della politica” da un lato e contro la “deriva populista e massimalista” che ha provocato solo danni e cadute verticali della stessa credibilità della politica, della sua classe dirigente e delle istituzioni democratiche.

Giorgio Merlo

Trasporto aereo: Gariglio (Pd), record Caselle risultato straordinario, ora gli incentivi

“I risultati ottenuti dall’aeroporto di Caselle testimoniano l’eccellenza di una politica aeroportuale efficace, capace di attrarre nuove compagnie e moltiplicare le destinazioni, offrendo al tempo stesso servizi e collegamenti a prezzi contenuti”: è quanto dichiara Davide Gariglio, capogruppo Pd in Commissione Trasporti, sull’exploit dello scalo torinese che ha registrato un aumento dii volumi di passeggeri, nello scorso mese di maggio, superiore di oltre il 20 per cento rispetto ai livelli pre covid.
“Questa crescita record deve ora essere sostenuta: governo e Parlamento devono varare norme e strumenti idonei al fine di trasformare exploit significativi in un trend consolidato di sviluppo economico ed occupazionale, a sostegno della vocazione turistica e ricettiva dei nostri territori”: conclude Davide Gariglio.

Sinistra Italiana risponde a Cingolani

Paglia e Grimaldi: Sono le diseguaglianze che nascono in seno al capitalismo a rendere più poveri, non certo le auto elettriche.

“Cingolani si appella alla vecchia e retorica opposizione fra tutela dell’ambiente e tutela del lavoro per giustificare la sua distanza da ogni vera iniziativa di transizione ecologica. Sono le diseguaglianze che nascono in seno al capitalismo a rendere più poveri, non certo le auto elettriche. Se l’auto elettrica non è al momento del tutto green perché ancora non abbiamo l’energia elettrica verde per ricaricarla, proprio il Ministro dovrebbe avvertire tutta l’urgenza di investire coraggiosamente sulle fonti rinnovabili. Il 2035 è fra 13 anni: sembra domani ma è un intervallo in cui ciò che faremo sarà determinante” – dichiarano per la Segreteria nazionale di Sinistra Italiana il Responsabile economia, Giovanni Paglia, e il Responsabile transizione ecologica, Marco Grimaldi.

“Noi sappiamo meglio di Cingolani che il vero obiettivo della transizione ecologica non è passare dall’auto a motore endotermico all’auto elettrica, ma uscire dal mondo del trasporto privato per entrare in quello del trasporto collettivo e condiviso” – proseguono Paglia e Grimaldi. – “Le nostre città dovranno tornare a misura di passo e di bicicletta, puntare sulla raggiungibilità sostenibile dei servizi essenziali educativi, sanitari e socio-assistenziali. Anche l’auto elettrica dovrà essere interpretata come parte di un sistema di mobilità intermodale e plurale che non abbia più al centro il possesso di uno o più veicoli per nucleo famigliare. Il grande tema della sostenibilità sociale della transizione ecologica non si affronta mantenendo in piedi forzatamente produzioni inquinanti e superate, né cercando di frenare fuori tempo massimo il salto tecnologico e l’innovazione, ma redistribuendo ricchezza e tempo di lavoro”.

Doppio femminicidio: Casolati (Lega), vergognoso che killer Vicenza fosse ancora libero

“Il violento duplice femminicidio di Vicenza era purtroppo una tragedia annunciata, come se ne sono sentite tante per delitti di questo genere, ed è una vergogna che il killer Zlatan Vasiljevic fosse ancora libero nonostante tutti i precedenti e le denunce subite. Una delle due vittime era peraltro stata ricoverata più volte in ospedale per percosse subite da quest’ultimo, che addirittura dal 2019 non solo era già stato arrestato per maltrattamenti ma era pure destinatario di un ordine di non avvicinamento. Alla luce di tutto, qualcuno dovrebbe interrogarsi su come e perché il killer sia stato lasciato libero di compiere questo atroce delitto. Un pensiero accorato ai due giovani orfani ed una preghiera per queste due donne, vittima di un folle e di tutte quelle segnalazioni irrimediabilmente cadute nel vuoto”.

Così in una nota la senatrice della Lega Marzia Casolati, capogruppo in commissione Femminicidio.

Referendum: Comitato per il Sì chiude la campagna

CAMPAGNA REFERENDARIA PER LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA
TORINO, COMITATO PROMOTORE PER IL SÌ (PARTITO RADICALE) TERRÀ A TORINO VENERDI’ 10 GIUGNO ALLE ORE 17 CONFERENZA STAMPA DI CHIUSURA DELLA CAMPAGNA REFERENDARIA.
Venerdì 10 giugno alle ore 17  il Comitato Promotore dei Referendum sulla Giustizia del Partito Radicale di Torino e del Piemonte terrà una Conferenza Stampa di chiusura della campagna referendaria sui quesiti referendari il cui voto si terrà domenica 12 giugno e sulle ragioni per cui votare Si.
La Conferenza Stampa si terrà Presso la  Fondazione Camis de Fonseca, Via Pietro Micca, 15 – Torino.
Parteciperanno giuristi, avvocati, esponenti del mondo politico e della società civile che hanno co-promosso e sostenuto i referendum sulla Giustizia.
Saranno presenti tra gli altri:
Mario Barbaro, membro della Segreteria del Partito Radicale
Gli Avvocati del Comitato Promotore promosso dal Partito Radicale: Avv. Gianluca Pescatori, Avv. Alberto Del Noce, Avv. Luigi Florio, Avv. Davide Mosso
Pier Franco Quaglieni (Direttore del Centro Pannunzio)
Alberto Nigra (già deputato della Repubblica)
Claudio Desirò (Segretario Buona Destra Piemonte)
Anna Cerruti (Associazione Energie PER l’Italia)
Edoardo Massimo Fiammotto (Scuola di Liberalismo)
Blanca Briceno (Associazione AiresVen)
Caterina Simiand (Istituto Salvemini)
La grave mancanza di spazi informativi, denunciata a tutti i livelli dal Partito Radicale e dal Comitato Promotore rende difficile la partecipazione al voto referendario del 12 giugno, invitiamo quindi la stampa a dare una adeguata informazione in questi giorni per consentire ai cittadini di poter conoscere gli obiettivi dei Referendum sulla Giustizia.