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Profughi, Pd: minori, no a replica degli orfanotrofi

CANALIS E CAMARDA 

Caucino garantisca sul lungo periodo accoglienze a misura di bambino.

Nell’apprendere della volontà dell’Assessore regionale Caucino di allestire una mega struttura residenziale per minori a Cascina Torta in Strada del Drosso, tra Torino e Beinasco, ci preme sottolineare che la normativa regionale, statale ed europea non consente accoglienze di 120-150 minori nella stessa struttura. Si tratterebbe di un ritorno agli orfanotrofi, che in Europa abbiamo per fortuna consegnato alla storia.
Dimensioni così grandi non sono adatte ad un’accoglienza per minori.

Si può comprendere che per motivi logistici, legati alla scarsa presenza di operatori di lingua ucraina, sia necessario accogliere temporaneamente gruppi di alcune decine di minori senza dividerli, ma è urgente garantire la programmazione di un’accoglienza in strutture più adeguate e a misura di bambino, di massimo 12 minori, che siano premessa di un rientro in patria.

I paesi dell’est Europa avevano una triste tradizione di istituzionalizzazione dei minori, che non deve essere in nessun modo replicata in Italia e in Piemonte, dove invece prevale la tradizione dell’accoglienza in piccoli numeri in famiglie affidatarie.
L’enorme struttura di Cascina Torta può essere solo una prima accoglienza temporanea. Su questo auspichiamo dall’Assessore pronte rassicurazioni.

Monica CANALIS – vice segretaria Pd Piemonte e consigliera regionale
Vincenzo CAMARDA – presidente Commissione sanità e servizi sociali Comune di Torino e vice presidente Anci Piemonte

La politica estera decisiva per le coalizioni

Com’era facile prevedere e pensare, la politica estera è destinata a ritornare decisiva e determinante per la costruzione delle future alleanze e coalizioni politiche. Anche e soprattutto nel nostro paese. Certo, arriviamo da una stagione dove la definizione delle alleanze era dettata dai dogmi del populismo e dell’antipolitica. E, di conseguenza, tutto ciò che è stato costruito, pianificato e gestito in questi ultimi anni è stato il frutto di una deriva politica dove proprio la politica estera è stata sacrificata sull’altare nel “nulla della politica”, per dirla con Mino Martinazzoli. E i risultati concreti li abbiamo registrati non solo prendendo atto della fragilità delle coalizioni nate dopo il risultato elettorale del marzo 2018 ma anche, e soprattutto, dalla sostanziale assenza di un progetto politico che fosse capace di orientare e condizionare il ruolo dell’Italia nello scacchiere europeo ed internazionale. E i comportamenti concreti e specifici dei due partiti che in questi hanno dominato e caratterizzato la politica italiana è emerso in tutta la sua contraddizione in questo drammatico conflitto bellico. È appena sufficiente osservare ciò che capita all’interno dei 5 stelle per rendersene conto. La bilancia oscilla tra l’antica amicizia con la Russia di Putin, sbandierata e urlata in più occasioni e il solito comportamento, ormai quasi scontato, trasformistico ed opportunistico di chi, all’interno di quel soggetto politico, ricopre ruoli di governo. Insomma, sulla politica estera manca una bussola. Ovvero, manca la bussola che permette ad un partito di indicare una strada e al paese una direttrice di marcia coerente e credibile. La stessa cosa la si può evincere guardando la strategia della Lega salviniana. Dal sovranismo e dalla profonda amicizia politica con l’autocrate russo ad una politica della pace che assomiglia più agli ultimi sussulti del pacifismo nostrano che non ad una reale ed autentica politica estera fatta di alleanze, accordi, mediazioni e costruzione di rapporti all’insegna di una politica estera credibile, coerente e possibilmente anche seria. Cioè non sottoposta a continui sbandamenti e a repentini cambi di orizzonte dettati, il più delle volte, solo e soltanto dai sondaggi. Anche perchè se c’è un settore che non può essere sottoposto alle leggi dei sondaggi d’opinione questo è proprio il comparto della “politica estera”. Ma, del resto, e al netto del cambiamento profondo dell’epoca storica in cui viviamo rispetto al passato, anche solo recente, vi immaginate i grandi statisti del passato che hanno ricoperto l’incarico di Ministro degli Esteri nel corso degli anni sottoporre la propria politica estera ai sondaggi di opinione? O i grandi partiti del passato che potessero governare senza un chiaro indirizzo di politica estera?. Quella era, come tutti sappiamo, la stella polare che condizionava e caratterizzava quei partiti popolari e di massa. E, di conseguenza, la politica di un intero paese.
Ecco perchè, anche e soprattutto in vista delle prossime elezioni politiche, è altresì indispensabile e necessario individuare nella politica estera l’elemento decisivo capace di qualificare un progetto politico e un programma di governo. Se il tempo di un ridicolo populismo e di un grottesco sovranismo è giunto al capolinea, adesso lo si deve dimostrare con i fatti e non più con il battutismo televisivo o i tweet da tastiera. Governare, soprattutto dopo questa drammatica guerra, è altra cosa. Servono partiti veri e leader capaci e riconosciuti. “L’uno vale uno” può essere tranquillamente archiviato e rispedito al mittente.

Giorgio Merlo

Coordinamento Consiglieri regionali Ali: “Appello al Ministro Speranza

“Per una sanità pubblica più forte e moderna”

Per il Piemonte interviene il Presidente del Gruppo Pd Raffaele Gallo

25 marzo 2022 – Si è riunito a Firenze,il Coordinamento dei Consigli regionali di Ali (Lega delle Autonomie Locali). Per il Piemonte è intervenuto il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

“L’Assemblea annuale di Ali è stata l’occasione per affrontare il tema delicato e di fondamentale importanza della sanità nelle nostre Regioni, con particolare riguardo alle difficoltà che persistono nelle aree interne e nei piccoli Comuni, a partire dalla carenza dei medici di base e di personale sanitario. La proposta lanciata dal Presidente nazionale di Ali Matteo Ricci di istituire nei territori lo psicologo di base va nella giusta direzione”. Così Micaela Fanelli, Vicepresidente nazionale Ali e Responsabile del Coordinamento dei Consiglieri Regionali Ali.

“Tante sono le sfide che ci attendono – ha precisato il Presidente del Gruppo PD in Consiglio regionale Raffaele Gallo – e che non possiamo permetterci di perdere: stabilizzazione e incremento del personale che deve essere formato, correttamente retribuito e messo nelle condizioni di poter svolgere il proprio lavoro nel modo migliore, abbattimento delle liste di attesa che potrà essere ottenuto soltanto attraverso il potenziamento degli organici, ospedali più efficienti e meglio organizzati per un’offerta sanitaria territoriale più attenta, maggiore attenzione alla prevenzione, più investimenti nelle professioni sanitarie e nell’innovazione tecnologica in medicina. La pandemia ci ha mostrato l’importanza del nostro sistema sanitario e la necessità di continuare a investire su un sistema sanitario pubblico, universale e accessibile a tutti, che deve essere adeguato, tuttavia, alle nuove condizioni”.

La pandemia da Covid19 ha evidenziato la necessità di potenziare e adeguare alle richieste che provengono dalla società il comparto sanitario. Non sarà possibile cogliere appieno tutte le opportunità che il PNRR fornirà senza prevedere una corposa integrazione di professionalità tecniche e amministrative qualificate, che rinforzino le strutture di ASL e ASO. Perché questi obiettivi possano essere raggiunti, il Coordinamento dei Consiglieri regionali Ali fa appello al Ministro della Sanità Roberto Speranza e al Governo perché attraverso un rafforzamento del finanziamento nazionale la sanità pubblica possa essere rilanciata e potenziata.

Il Coordinamento porterà avanti nei prossimi mesi azioni e proposte di legge coordinate tra i vari livelli di governo, con particolare attenzione ai temi e ai lavori della Conferenza delle Regioni, per mettere a rete amministratori e comunità. Sono tante le sfide che abbiamo davanti, non solo in ambito sanitario, sulla transizione energetica ad esempio lanceremo azioni comuni e coordinate per una massima attenzione al consumo del suolo e sfruttamento intensivo delle nostre terre per scorretto utilizzo di fonti energetiche. La transazione energetica richiede di raccogliere le sfide in modo sostenibile.

 

Montaruli (Fdi): proposta utero in affitto reato universale”

“Il Parlamento deve legiferare come dice il Sindaco Lo Russo: la proposta e’ quella dell’utero in affitto reato universale di Giorgia Meloni. Serve approvarla al più presto per difendere il diritto dei minori ad avere una mamma e un papà e dare garanzie certe da chi è vittima di un capriccio degli adulti che fuggono dalla legge nazionale e con un atto illegittimo tornano in Italia cercando di ricevere quel riconoscimento che Appendino prima e Lo Russo dopo hanno cercato ideologicamente di dare. Ancora aspettiamo le scuse verso la città per il caos in cui e’ stata gettata. Finalmente grazie al Prefetto e’ emersa la verità ma ora bisogna recuperare, il Parlamento si occupi di approvare dunque la legge Meloni” commenta il deputato di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli.

Radicali: firme in piazza per “Putin all’Aja”

De Grazia e Pizzini: chiediamo a sindaco Lo Russo e ai sindaci del Piemonte di firmare la nostra petizione; chiediamo al premier Draghi e al ministro Di Maio di revocare subito le 30 onorificenze della Repubblica Italiana concesse a uomini di Putin a partire dal 2014″

Riceviamo e pubblichiamo

Domenica 27 marzo, dalle ore 11:00 alle ore 13:00, l’Associazione radicale Adelaide Aglietta e il Gruppo +Europa Torino terranno un banchetto di raccolta firme (Torino, Via Garibaldi angolo Via San Dalmazzo) sulla petizione popolare “Putin all’Aja” (https://radicali.it/putin-allaja/), per l’incriminazione di Vladimir Putin da parte della Corte Penale Internazionale (CPI) dell’Aja per crimini di guerra e crimini contro l’umanità.

Saranno presenti al banchetto Patrizia De Grazia (coordinatrice Associazione Aglietta) e Beatrice Pizzini (coordinatrice +Europa TO Metropolitana), che hanno dichiarato:
“Ogni giorno che passa si allunga l’elenco dei crimini commessi dai militari russi in Ucraina: bombardamenti indiscriminati sui civili, deportazioni di massa, saccheggi, stupri, esecuzioni sommarie. Tutto questo non deve annichilirci ma deve spingere tutti i cittadini europei a sostenere il lavoro, già avviato, della Corte Penale Internazionale dell’Aja, sulla falsariga della mobilitazione promossa dal Partito Radicale 24 anni fa, per l’incriminazione del dittatore serbo Slobodan Milosevic.
Tutti i sindaci italiani hanno ricevuto una richiesta ufficiale di Radicali Italiani di adesione alla petizione popolare (vedi primo link in calce)). Chiediamo al sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, e a tutti i sindaci piemontesi di firmare la petizione, di diffonderne la conoscenza presso i propri cittadini, di mobilitarsi per il raggiungimento di un obiettivo fondamentale, perrchè non c’è, non ci sarà pace senza giustizia.
Chiediamo, infine, al premier Draghi e al ministro Di Maio di revocare al più presto le 30 onorificenze concesse dal Presidente Mattarella a uomini del regime di Putin dal 2014 (prima aggressione della Russia all’Ucraina) ad oggi. Sappiamo che il ministro Di Maio ha creato una commissione ad hoc per procedere alla revoca delle onorificenze. Per agevolare ed accelerare il lavoro della commissione, pubblichiamo nuovamente l’elenco alfabetico e cronologico delle onorificenze, frutto del lavoro di ricerca del militante radicale Giulio Manfredi.

Elenco aggiornato delle onoreficenze;
https://www.associazioneaglietta.it/wp-content/uploads/2022/03/elenco-onorificenze-a-russi-in-ordine-cronologico-e-alfabetico.pdf

https://radicali.it/wp-content/uploads/2022/03/Per-il-sindaco_-appello-Putin-allAja-1.pdf

Cambia la politica ma ritorna il trasformismo?

Dunque, la scenario politico italiano è destinato a cambiare profondamente. Lo sappiamo tutti. Piaccia o non piaccia così è e così sarà in vista dei prossimi appuntamenti politici ed elettorali. Tutti noi sappiamo che, con il tramonto definitivo del populismo da un lato e del sovranismo dall’altro, alcuni partiti sono costretti a ridefinire profondamente la propria identità – si fa per dire – , il proprio profilo e lo stesso progetto politico in modo radicale, se non addirittura alternativo, rispetto a quello che sono stati sino ad oggi. Del resto, le storiche parole d’ordine dei 5 stelle e della Lega salviniana sono già state depositate nei cassetti da tempo e tutto quello che hanno predicato, urlato, giurato e spergiurato per anni è già stato semplicemente archiviato e pubblicamente rinnegato. Con la speranza che i cittadini/elettori siano talmente rincoglioniti e gonzi da dimenticare del tutto il passato e credere fedelmente alle nuove panzanate che saranno dispensate nel futuro. Al riguardo, il più comico tra tutti, fra questi, è indubbiamente l’attuale Ministro degli Esteri che, per citare un famoso slogan di Carlo Donat-Cattin pronunciato a metà degli anni ‘80 e rivolto ad alcuni suoi avversari politici dentro e fuori il suo partito, diceva che “questi sono capaci, capacissimi, capaci di tutto”. Ecco, possono realmente fare di tutto. Russofoni o atlantisti, terzomondisti o populisti, manettari o garantisti, clericali o laicisti, conservatori o riformisti. Detto in parole povere, possono realmente fare tutto e il contrario di tutto. Come è puntualmente capitato in questi ultimi mesi. Ma ve li ricordate, per fare un solo esempio, gli insulti, le contumelie, gli attacchi personali, le diffamazioni e le semi diffamazioni che venivano scagliati come sassi quotidianamente contro gli avversari politici del momento – cioè praticamente quasi tutti – in nome dell’anti casta, della rivoluzione democratica, della novità e dei “portavoce” del paese da moltissimi esponenti pentastellati oggi tranquillamente seduti al Governo e nelle aule parlamentari con tanto di macchine blu, prebende, privilegi, stipendi stellari e classici atteggiamenti da casta consumata e riconosciuta? Ma tant’è.
Ora, però, ed è l’elemento su cui vorrei richiamare l’attenzione di questa breve riflessione, il dato politico centrale è che con questi personaggi e con questi partiti, il trasformismo – simbolo del decadimento politico, culturale, programmatico, etico e morale nel nostro paese – non solo viene sconfitto ma, al contrario, addirittura esaltato e quasi istituzionalizzato. Il trasformismo, cioè, diventa la cifra distintiva e la carta di identità di questi partiti e di questi cosiddetti leader politici. Ovvero, il cambiamento delle posizioni politiche è più rapido del cambiamento delle stagioni meteorologiche. Per questo motivo è giunto il momento di invertire la rotta. Devono scendere in campo, cioè, tutti coloro che non fanno del trasformismo, dell’opportunismo e della sola ed esclusiva ricerca del potere personale la propria ragion d’essere nella politica italiana. Perchè, altrimenti, come ovvio e scontato, il “dopo” rischia di essere peggio del “prima”. Ieri gli insulti, le diffamazioni, le calunnie e gli attacchi personali conditi da anti politica, demagogia, qualunquismo e populismo. Oggi solo trasformismo, opportunismo, furbizie e ricerca esclusiva del potere. A qualunque costo e con qualsiasi mezzo. La politica italiana non si merita tuto ciò. Si deve, adesso, veramente voltare pagina.

Giorgio Merlo

Regione, legge elettorale: i criteri del Pd

Giovedì 24 marzo si è tenuta presso la sede del Pd una riunione tra lla segreteria regionale, i segretari provinciali, i Consiglieri regionali, una rappresentanza della Conferenza delle democratiche e alcuni docenti di diritto. Il tema dell’incontro è stato la riforma della legge elettorale in Piemonte ed è servito a mettere in ordine le priorità condivise dal Pd per migliorare la qualità della rappresentanza nella nostra Regione.

Tre sono i criteri a cui qualsiasi riforma dovrà rifarsi:

1) La parità di genere: un Consiglio regionale che è fatto per più di 2/3 di uomini è fuori dalla storia per risolvere questo problema, se non ci penserà la Regione a dotarsi della doppia preferenza, se ne occuperà lo Stato d’imperio.  E’, comunque, auspicabile che la doppia preferenza sia introdotta dal Consiglio regionale nell’ambito di una più complessiva riforma elettorale che contemperi anche altri criteri importanti.

2) La rappresentanza territoriale: devono essere trovate forme attraverso le quali tutti i territori siano equamente rappresentati.

3) L’abolizione del listino: i 10 Consiglieri, eletti con premio di maggioranza secondo la legge elettorale, attuale verrebbero redistribuiti sui collegi delle preferenze, diluendo la competizione, aumentando la rappresentatività territoriale e offrendo maggiori possibilità.

La legge elettorale non è materia su cui si possano fare prove di forza. Si tratta di un tema sul quale deve cercato l’accordo più ampio possibile tra tutte le forze politiche e siamo certi che, facendo valere il buon senso, sarà possibile giungere ad una riforma condivisa. Il Pd è a disposizione.

Paolo Furia – Segretario regionale Pd Piemonte

Raffaele Gallo – Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale

Canalis (Pd):”accompagnamento disabili, i fondi sono statali”

Abbiamo accolto con favore la decisione dell’Assessore Chiorino di istituire un nuovo capitolo di bilancio per potenziare le misure di accompagnamento al lavoro delle persone con disabilità, a partire dall’orientamento dalla terza superiore. E’ una buona notizia che incontra il sostegno convinto del Partito Democratico, che da sempre considera il lavoro come strada maestra per una vita indipendente e per l’inclusione sociale.

Tuttavia, è doveroso precisare che i 40 milioni aggiuntivi non sono fondi regionali, come aveva lasciato credere l’assessore Chiorino, ma fondi statali, frutto di un accordo con l’allora ministro Provenzano, che anticipò una quota del Fondo statale di sviluppo e coesione (FSC) per consentire alle Regioni di coprire le attività non ancora coperte dal Fondo Sociale Europeo 2021-27 (che non è ancora disponibile).

Nel bilancio di previsione 2022 i fondi regionali sull’accompagnamento al lavoro delle persone con disabilità sono circa 12 milioni, in linea con gli anni precedenti.

La Giunta Cirio non si intesti fondi di origine statale e piuttosto aumenti l’impegno regionale sull’inserimento lavorativo delle persone con disabilità.

Monica CANALIS – vice segretaria Pd Piemonte e consigliera regionale

La mancanza di idee della Giunta Lorusso ed i millantati “obiettivi centrati”

La Torino del 2022 è una città che avrebbe necessità di visione, di idee, di programmi per il suo futuro, ma che si scontra con un’Amministrazione locale priva di tutto ciò e da 5 mesi ferma su posizionamenti interni, vecchi schemi ormai stantii e sulla riproposizione delle idee di chi li ha preceduti.

In queste ore è apparso nel web un post dell’Assessore Rosatelli che elenca una serie di risultati raggiunti, enfatizzandoli oltre ogni limite di fantasia se considerati sia nel merito che nell’ideazione degli stessi.

A partire dalle ciclabili, una bandiera dell’Amministrazione Appendino che per 5 anni ha tappezzato indiscriminatamente la città e che tante critiche ha ricevuto da chi ora, alla guida di Torino, prosegue sulla medesima strada.

Ma l’Assessore non si è limitato a questo, attribuendo all’attuale Giunta in carica i progetti relativi alle biblioteche e che verranno finanziati dai fondi del PNRR, salvo scordarsi che si tratta di progetti proposti sempre dall’Amministrazione precedente.

Tra gli obiettivi centrati, Rosatelli è riuscito a sottolineare l’aumento delle aliquote comunali IRPEF, segno che per il centrosinistra l’aumento delle tasse per i ceti medi ed alti è sempre un obiettivo da raggiungere.

Dichiarazioni che si aggiungono alla recente iniziativa di inserire nel bilancio preventivo un aumento del 15% degli incassi derivanti dalle contravvenzioni stradali ed il ripristino del pagamento del suolo pubblico, in quota dehors, nonostante l’emergenza sanitaria ancora in atto e la situazione geopolitica in corso continuino ad essere una spada di Damocle sul futuro di molte attività commerciali della città, a partire dal settore ristorativo.

Insomma, dopo 5 mesi dal suo incarico, la Giunta Lorusso non ha fatto altro che riproporre idee dell’amministrazione precedente, attribuendosene i meriti anche se quando sedeva nei banchi dell’opposizione li contrastava, e proseguire sulla strada della ricerca di nuove entrate mettendo mano alle tasche dei cittadini. 5 mesi che non fanno intravedere alcuna luce in fondo al tunnel della crisi sociale ed economica di una città sempre più impoverita, più piccola e più depressa che avrebbe bisogno di una guida, di un sogno per poter tornare a recitare il ruolo che gli spetta a livello nazionale ed internazionale.

Comitati per la Buona Destra dell’Area Metropolitana di Torino

Sanità Piemonte, Grimaldi (LUV): “Basta contratti a consumo immediato“

“Gli operatori sanitari non sono mascherine monouso: subito stabilizzazione dei 5500 precari”.

“Più di duemila gettonisti, interinali, lavoratori pagati a cottimo o sottopagati nelle cooperative. Più di tremila con contratti a tempo determinato. Non parliamo solo di medici: ci sono migliaia di infermieri, amministrativi, oss. Cosa accadrebbe senza di loro? Se oggi le liste d’attesa sono di oltre 10 mesi per una colonscopia, una gastroscopia o una mammografia, mentre le visite ai linfonodi sono rimandate al prossimo anno, immaginatevi senza questi 5500 uomini e donne come saremmo messi. La verità è che ne servirebbe il doppio” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi Marco Grimaldi.

“Raccogliamo l’appello di CGIL CISL e UIL” – prosegue Grimaldi: – “incontriamo i sindacati, troviamo le risorse subito in bilancio e chiudiamo questa storia. Basta contratti a consumo immediato! Gli infermieri, i medici così come tutto il personale del mondo della sanità non sono mascherine monouso, angeli a chiamata buoni solo per la retorica pandemica. La verità drammatica è che in Piemonte la Sanità non è per tutti e senza queste figure non potremmo nemmeno curare tutte le emergenze e aprire i Pronto Soccorso”.