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Magliano: Baby gang, ora è vera emergenza

Il fenomeno, esploso con la pandemia, non può più essere ignorato: sul tema, discuterò un’interpellanza in Consiglio Regionale.

Aggressioni fisiche, minacce, furti, rapine, atti di bullismo: non si contano gli articoli giornalistici che hanno riportato, negli ultimi mesi, notizie di simili azioni a opera di bande giovanili, soprattutto nei centri urbani. Spesso questi atti di violenza sono organizzati tramite social network e talvolta ripresi con fotocamere e pubblicati in rete.

La Giunta Cirio ha recentemente annunciato interventi volti a contrastare il fenomeno delle baby gang, quale misura parallela alla sperimentazione del Servizio Civile Regionale. Per questa finalità sono stati allocati, ha riferito l’Assessore in Commissione, 117 mila euro per il 2022 e 228 mila euro per il biennio 2023-2024.

Riteniamo che le sole dichiarazioni di intenti non siano sufficienti, pertanto chiederemo alla Giunta in Consiglio Regionale, con un’interpellanza già presentata, quali siano esattamente gli interventi previsti e quali azioni concrete intenda porre in essere la Giunta.

Se spetta alle Forze dell’Ordine l’attività repressiva, è compito e dovere della Regione esercitare un’azione preventiva, in sinergia con le Amministrazioni locali, nei confronti di un fenomeno cresciuto in maniera preoccupante nella nostra regione, per proporzioni e gravità, negli ultimi due anni di emergenza pandemica.

Le aggregazioni giovanili violente rappresentano non soltanto una minaccia alla sicurezza dei cittadini, ma anche un danno all’immagine del territorio regionale, in particolare per le aree a interesse turistico.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

Radicali in piazza: No alla guerra

I Radicali Italiani hanno tenuto una manifestazione venerdì pomeriggio a Torino a sostegno del popolo dell’Ucraina. In piazza Carignano hanno cantato in coro l’inno dell’Ucraina. Inoltre hanno promosso una petizione affinchè Vladimir Putn sia incrimincato alla Corte Penale Internazionale de L’Aja.

Il link per firmare l’appello è: https://radicali.it/putin-allaja/

“Riapriamo la Chivasso-Asti”

LETTERA APERTA AI SINDACI

IL Circolo la Nostra Collina ed il Coordinamento Mobilità Integrata e Sostenibile (Co.M.I.S.),
coorganizzatori del convegno tenutosi a Chivasso sabato 26 marzo con tema la riattivazione
della linea ferroviaria Chivasso Asti, scrivono la presente a riscontro della lettera inviata dai
Sindaci all’attenzione del Presidente Alberto Cirio ed All’Assessore ai trasporti Marco
Gabusi nella quale pongono alcune domande in merito al futuro della tratta in questione.
Temiamo, ma è praticamente una certezza, che la replica che verrà fornita dagli
amministratori regionali non si discosterà dalle precedenti, segnando un nuovo nulla di
fatto nella invece necessaria transizione dal trasporto privato a quello pubblico. Esigenza
imposta dagli obiettivi di riduzione dell’inquinamento atmosferico, causa di morti
premature, problemi alla salute delle persone oltreché di sanzioni per il mancato rispetto dei parametri dei livelli di qualità dell’aria, diminuzione dei sinistri stradali, sviluppo delle aree di provincia diminuendone le diseguaglianze sociali e territoriali.
Nel nostro caso sicuramente la ferrovia soddisferebbe tutte le esigenze elencate costituendo uno dei cardini su cui rivolgere le attenzioni per una rinascita dei nostri territori in una veste nuova più lungimirante ed attenta al futuro che non potrà più essere come il passato, pena
anche lo spopolamento dei nostri centri di provincia.
Con piacere abbiamo registrato la presenza di alcuni di voi al convegno di Chivasso ma con
rammarico abbiamo notato l’assenza di molti e ce ne dispiacciamo in quanto il seminario, che peraltro ha riscosso un ottimo successo di pubblico, l’abbiamo pensato ed organizzato
con l’unico obiettivo di far riflettere e di far emergere aspetti e idee, magari non noti, relativi all’opportunità che potrebbe offrire la riattivazione della nostra linea ferroviaria. Avreste
ascoltato informazioni tecniche in merito alla gestione del servizio ma anche molte altre di tipo pratico in merito ad un ampio utilizzo del treno, per il trasporto ordinario oltreché in veste turistica, dimostrato da alcuni esempi virtuosi che hanno ottenuto grande successo nel nostro Paese. A nostro parere quindi la ferrovia non deve essere vista come un mero costo bensì una risorsa come lo è stata nel passato ma oggi sicuramente con finalità diverse.
Gli ingenti lavori che Fondazione Fs sta effettuando, sottolineiamo non a carico della Regione, sulla Chivasso Asti per mezzo di Rete Ferroviaria Italiana dovrebbero destare
interesse ed entusiasmo, visione e ricerca di opportunità lavorative residenziali quindi di
sviluppo territoriale.
Interventi di tale entità sulle nostre zone non si sono mai visti, l’unico rimane la costruzione della ferrovia agli inizi del ‘900, perciò siamo fermamente convinti che siano un’occasione
da prendere al volo.
Ricordiamo inoltre che la Chivasso Asti, in una recente Conferenza Stato – Regioni che ha dato il via libera ad un decreto del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, è stata inserita in una lista di tratte ferroviarie ad uso turistico, sono 26 in tutta Italia, che si trovano in zone di particolare pregio paesaggistico.

In definitiva la notizia che un ente statale abbia deciso di investire sulle nostre zone
dovrebbe destare orgoglio anche perché i fondi dedicati non potrebbero essere utilizzati per altri scopi e se non fossero stati destinati alla nostra linea ne avrebbe beneficiato qualcun’altra nel nostro Paese.
Abbiamo comunque apprezzato la vostra iniziativa di scrivere in Regione in quanto
dimostra un nascente interesse, dopo anni di assordante silenzio, da parte vostra per la nostra linea ferroviaria che ribadiamo deve essere considerata un’opportunità di sviluppo
e di visone nuova del futuro, inizialmente in chiave turistica per poi approdare ad una completa riattivazione al traffico ordinario peraltro fortemente richiesto da molti residenti.
Solo l’unione fa la forza quindi facciamo squadra, lavoriamo in sinergia, per portare avanti le nostre istanze in quanto tutti assieme possiamo esercitare una pressione efficace su chi di dovere.
Noi del Circolo la Nostra Collina e del Coordinamento Mobilità Integrata e Sostenibile, insieme a tutti coloro che si impegnano da tempo con l’obiettivo di rivedere il treno percorrere la nostra ferrovia, continueremo perseveranti con le nostre iniziative con
l’auspicio di poterci incontrare per ragionare insieme, senza pregiudizi, su quella che riteniamo essere un’opportunità da non sprecare.

Per il Circolo la Nostra Collina:

Elio Signoroni


per il Co.M.I.S.:

Fulvio Bellora.

Gli ucraini vogliono la bandiera a Chieri

Caro direttore,

ieri  pomeriggio davanti al municipio di Chieri, insieme ad un centinaio cittadini ucraini, profughi di guerra, donne, bambini, anche chieresi tutti uniti per respingere al mittente il brutto gesto con il quale, nell’ultimo consiglio comunale, mi è stato impedito di mostrare la bandiera dell’Ucraina. Con loro abbiamo ascoltato testimonianze della tragedia del popolo ucraino e abbiamo riflettuto sulla necessità di chiedere con forza la fine della guerra. È stato commovente ascoltare uno dei bambini rifugiati ospitati ai Tre Re parlare del papà dal quale è stato separato e ha raccontato che non ha cibo e acqua, mentre come ogni bambino avrebbe diritto ad una infanzia serena e di gioco, non a pensieri di morte. Dobbiamo aiutare l’Ucraina a vincere e respingere i russi, impedire altre morti e violenze. Abbiamo sventolato assieme, con orgoglio e solidarietà, il nostro tricolore con il vessillo blu e giallo. Abbiamo anche parlato di accoglienza, perché a Chieri solo ieri notte alle rifugiate ospitate nell’ex albergo Tre Re è accaduto un evento sgradevole che solo grazie al mio intervento e a quello delle forze dell’ordine non è degenerato. Ma che rappresenta la situazione di insicurezza ed inadeguatezza della struttura. Intorno all’una di notte un gruppo di otto persone di sesso maschile ubriachi, ignoti, si sono presentati alle porte dell’albergo. I rappresentanti della Cooperativa e alcune donne che mi conoscono spaventate, mi hanno telefonato. Temevano che quegli uomini entrassero e le aggredissero….e poteva succedere, a loro che avevano vissuto già lo stesso terrore nel loro Paese, vorrebbero solo pace e sicurezza. Io ho chiamato subito il comandante della stazione de carabinieri di Chieri, che ha coordinato l’ intervenuto mettendo in fuga i delinquenti prima che facessero del male alle donne. Ma la paura è stata tanta e questo non deve più succedere in un paese come Chieri.

L’Amministrazione al posto di vietare a me di esporre la bandiera Ucraina dovrebbe interessarsi di più alla sicurezza e al benessere dei profughi. Oltre le parole sull’accoglienza contano i fatti. Oggi erano presenti due rappresentanti del Comune, hanno ascoltato le testimonianze e il racconto diretto di quello che succede ai Tre Re. Faccio quindi appello all’amministrazione di rimanere uniti nell’accoglienza e nel garantire il benessere e la protezione dei profughi a Chieri. Io sono vicina agli Ucraini e loro mi hanno ringraziata, continuerò a sostenerli in ogni dove, in piazza come in Consiglio fino a quando non saranno di nuovo liberi e in pace. Grazie, in particolare, ai tanti che sono venuti a mostrare sostegno e solidarietà, all’associazione “Sicuri in Italia “ e alla presidente Iryna Kupchyk. Viva la fratellanza tra i popoli, no alla guerra e sì alla pace. Slava Ukraïni!

Rachele Sacco consigliera comunale Progetto per Chieri – Salviamo l’Ospedale insieme

Allarme ‘ndrangheta, Grimaldi (LUV): “Criminalità organizzata sempre più forte”

“Non possiamo lasciare stazioni appaltanti, imprese e cooperative ai vampiri”.

Le inchieste sono efficaci ma la presenza della ‘ndrangheta in Piemonte non è in diminuzione, anzi, ‘si ritiene potrà continuare a rivestire un ruolo di primissimo piano sullo scenario piemontese’. Lo dice la Direzione investigativa antimafia. Organizzazione, capillarità, sodalizi strategici e inquinamento dell’economia e della democrazia. Sono segnali che non possiamo più ignorare” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, commentando la relazione semestrale della Dia relativa ai mesi da gennaio a giugno del 2021.

“Ogni ora in Piemonte chiudono due aziende” – prosegue Grimaldi. – “È sotto gli occhi di tutti il deserto che la crisi sociale e pandemica si sta lasciando alle spalle in termini di attività commerciali e imprenditoriali. Sappiamo da rapporti e ricerche che la ‘ndrangheta si è infiltrata al Nord vampirizzando imprese, strutture sanitarie, Comuni. La ‘variante criminalità’ sta infettando il tessuto economico e sociale del Paese più di prima grazie alla pandemia. Servono nuovi protocolli anti-mafia per non lasciare le stazioni appaltanti, i piccoli imprenditori, le organizzazioni di artigiani, le cooperative, i commercianti da soli a combattere i vampiri”.

La piscina per la terapia è funzionante e riscaldata, ma non utilizzata: vergognoso

USU di Torino

Dalle proteste dello scorso autunno nulla è cambiato all’Unità Spinale Unipolare del CTO, lungi dall’essere ripristinata a pieno ritmo nonostante il mio impegno a Palazzo Lascaris e le proteste di pazienti e Associazioni. A questa situazione di immobilismo si aggiunge la beffa della vasca piena e potenzialmente attiva ma chiusa al pubblico: uno spreco di risorse inaccettabile (anche le due bagnine, regolarmente stipendiate, sono impiegate in altre mansioni). Chiederemo conto di tutto in Consiglio Regionale.

Qualche mese fa le proteste, poi la mia interrogazione in Aula, quindi un lungo immobilismo e oggi lo scandalo della piscina per le terapie funzionante ma non utilizzata: questa la realtà dell’Unità Spinale Unipolare del CTO, in via Zuretti 24 a Torino.

Lo stato dell’arte: il pian terreno dell’edificio ospita la piscina per le terapie. Attualmente, niente altro. La piscina è perfetta, potenzialmente funzionante, riscaldata, puntualmente monitorata e costantemente manutenuta. Alle due bagnine, pagate in teoria per svolgere la loro mansione a bordo vasca, sono in realtà affidati altri compiti: nello specifico, una è stata ricollocata a svolgere attività di fattorino e l’altra dà una mano in palestra. Perché? Perché la piscina è chiusa al pubblico, cioè ai pazienti e agli utenti, fino a data da destinarsi. Uno spreco difficile da definire e qualificare senza usare aggettivi come folle, assurdo, vergognoso. Di tutto questo chiederemo conto in Aula.

Il secondo piano della struttura, nonostante richieste e proteste, resta chiuso. Le liste d’attesa restano lunghissime, pertanto si dà la precedenza ai pazienti più gravi: il risultato è che altre situazioni rischiano di diventarlo, proprio perché non si interviene costantemente e tempestivamente secondo un normale programma di cure. Non si arrestano le defezioni tra il personale (sono molti i trasferimenti in altri reparti o presso altre strutture), scarseggiano gli infermieri e gli operatori socio-sanitari. L’ambulatorio di vulnologia è stato spostato altrove. L’unione di diversi reparti non è stata senza conseguenze organizzative e operative.

L’USU era un’eccellenza: la Giunta Regionale ha il dovere di intervenire. In fretta.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte

Montaruli: “coppie omogenitoriali, a Nichelino atto illegittimo”

“Il sindaco di Nichelino sta commettendo consapevolmente un atto illegittimo tanto più dopo la sospensione da parte di Torino.

Si e’ innescata una brutta gara di provocazioni ideologiche a danno della delicatezza del tema che vede protagonisti i bambini. Il ministro anche tramite il prefetto intervenga perché non si assista ad ulteriori anni di farsa nei confronti di tutti ” commenta in una nota il deputato torinese di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli.

Referendum: un convegno “contro” senza contraddittorio

COMITATO PARTITO RADICALE (PIEMONTE): ALL’UNIVERSITA’ DI TORINO ORGANIZZATO UN CONVEGNO CONTRO I REFERENDUM GIUSTIZIA, SENZA CONTRADDITTORIO. CHIEDIAMO SIA DATA VOCE ANCHE AL COMITATO PROMOTORE.

Dichiarazione dell’avv. Gianluca Pescatori (Comitato del Partito Radicale per il SI ai Referendum Giustizia – Piemonte):

“Apprendiamo con stupore che all’Università di Torino si è svolto un Convegno organizzato dall’ANM avente ad oggetto i quesiti referendari, purtroppo svoltosi in totale assenza di contraddittorio. Nel corso dell’evento i referendum sarebbero stati definiti addirittura “una truffa”, almeno secondo quanto emerge da articoli di giornale. Non stupisce la posizione dell’ANM sui referendum, mentre colpisce che l’Ateneo, da sempre luogo di dialogo e confronto, abbia  accettato che al suo interno si sentisse una sola voce. Altrettanto inaccettabile è la mancanza assoluta di informazione, specie da parte del servizio pubblico, che di fatto impedisce ai cittadini di conoscere che a giugno si voterà su referendum che riteniamo essenziali per avviare una stagione di riforme non più procrastinabile. Chiediamo quindi al Magnifico Rettore che, quantomeno all’interno dell’Ateneo, sia data voce anche ai promotori del referendum, affinché chi ne avrà piacere possa ascoltare e confrontare i diversi punti di vista “.

Fine vita, mobilitazione anche a Torino

IN OLTRE 200 PIAZZE PER UNA BUONA LEGGE SENZA DISCRIMINAZIONI TRA MALATI

F.Gallo e M.Cappato (Ass.Luca Coscioni): “Bisogna calendarizzare subito la legge”

L’Associazione Luca Coscioni nelle piazze italiane dall’8 al 10 aprile per chiedere miglioramenti all’attuale testo, che se approvato al Senato, potrebbe costringere molti italiani al ricorso ai tribunali per vedere riconosciuto il proprio diritto al suicidio assistito 

 QUI la mappa delle piazze

 

7 aprile 2022 – Dopo l’evento organizzato ieri al Senato, l’Associazione Luca Coscioni sarà presente in oltre 200 piazze italiane tra l’8 e il 10 aprile per coinvolgere i cittadini nell’appello al Parlamento: calendarizzare immediatamente la discussione sul testo di legge sul suicidio assistito e migliorare l’attuale versione, eliminando ogni discriminazione tra malati.

Ai tavoli si raccoglieranno le firme sulle proposte di modifica al testo di legge elaborate dall’Associazione Luca Coscioni, che riguardano in particolare:

  • L’eliminazione della presenza contestuale di sofferenze fisiche e psicologiche, che discriminerebbe i malati con “solo” sofferenze fisiche o “solo” psicologiche come previsto dalla sentenza 242 della Corte costituzionale, sempre comunque afferenti ad una condizione di malattia irreversibile diagnosticata
  • l’eliminazione del requisito di dipendenza da trattamenti di sostegno vitaleper poter accedere al suicidio assistito, che di fatto escluderebbe per esempio pazienti oncologici o affetti da malattie neurodegenerative
  • l’estensione della possibilità di accedere al suicidio assistito anche alle persone malate che non sono in grado, a causa della propria patologia, di autosomministrarsi il farmaco letale

(QUI le proposte di modifica in versione integrale)

“Bisogna calendarizzare subito la legge al Senato, altrimenti, con la bocciatura del referendum, la legislatura rischia di concludersi nel totale immobilismo dei partiti e del Parlamento su questa vera e propria urgenza sociale. La versione attuale del testo approvato alla Camera dei Deputati non è sufficiente per conquistare una legge che non discrimini tra le persone malate e che rispetti ciò che chiedevamo con il milione e duecentomila firme raccolte la scorsa estate con il Referendum Eutanasia Legale, hanno dichiarato Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente Segretario Nazionale e Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, “Per proporre miglioramenti è fondamentale che il Senato riprenda la discussione il prima possibile affinché si riesca ad arrivare ad un’approvazione definitiva della legge prima della fine della legislatura.

Rifondazione: “No al polo Nato”

UN POLO BELLICO NATO A TORINO? NO, GRAZIE!

SABATO 9 APRILE, RIFONDAZIONE COMUNISTA MANIFESTERÀ CONTRO IL POLO BELLICO AEROSPAZIALE (D.I.A.N.A.) A TORINO. SARÀ PRESENTE ALLA MANIFESTAZIONE  IL SEGRETARIO NAZIONALE  PRC-SE  MAURIZIO ACERBO.

LA MANIFESTAZIONE È INDETTA DAL COORDINAMENTO TORINESE CONTRO LA GUERRA E CHI LA ARMA.

APPUNTAMENTO A TORINO, ORE 14,30 IN PIAZZA BORGO DORA.

D.I.A.N.A. è l’acronimo di Defence Innovation Accelerator for North Atlantic, ossia “Acceleratore di innovazione destinata alla Difesa per il Nord Atlantico”, il cui Ufficio Regionale per l’Europa dovrebbe aver sede presso la cosiddetta “Città dell’Aerospazio”, nell’area compresa fra corso Marche e corso Francia.

L’idea di questo progetto, che sta procedendo nel silenzio totale dei mezzi di informazione, è nata a Bruxelles nel giugno 2021, nell’ambito dell’”Agenda NATO 2030”. La candidatura di Torino a diventare sede della struttura è stata presentata il 20 gennaio scorso, in un vertice con le autorità militari, dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e dal sindaco di Torino Stefano Lo Russo.

Ad una Torino gravemente colpita da povertà e desertificazione produttiva, si prospetta quindi, dietro l’immagine evocativa del termine “aerospaziale”, uno sviluppo legato in realtà all’industria bellica degli armamenti. Lo scopo dichiarato è proprio quello di supportare la NATO nell’innovazione tecnologica, in sinergia fra Pubblico e Privato, coinvolgendo Industria, Difesa e mondo accademico.

È un’operazione assai rilevante, nel momento in cui si prevede la nascita di  un Centro D.I.A.N.A. in Europa (a Torino!) e solo un altro, analogo, negli USA.

Principali promotori industriali dell’iniziativa sono Leonardo (azienda a partecipazione statale) e Avio Aero. Dal canto suo, il Politecnico di Torino ha già stipulato un accordo con Leonardo per realizzare una struttura il cui avvio dei lavori è previsto entro il 2022: continua, in questo modo, il coinvolgimento del Politecnico torinese in operazioni inaccettabili, come già avvenuto per la consulenza logistica anti-immigrazione nell’ambito del  progetto Frontex.

I soggetti coinvolti, pubblici e privati, sono, oltre a Regione Piemonte  e Comune di Torino, Politecnico e Università, Camera di Commercio, Unione Industriale, API, CIM 4.0, Distretto Aerospaziale del Piemonte, TNE.

La scelta di Torino non è casuale, poiché già oggi gran parte della produzione aerospaziale e bellica italiana ha sede in Piemonte (a Cameri, presso Novara, si producono ad esempio gli F35), con un giro di affari stimato in 5 miliardi di euro. La realizzazione del Polo rappresenterebbe un ulteriore salto qualitativo, coinvolgendo, oltre alle già citate Leonardo e Avio Aero, industrie come Collins Aerospace, Thales Alenia Space, Altec.

Questa è l’idea di sviluppo che il “Sistema Torino” ha elaborato per la Città: produzione di armi, cioè distruzione di vite umane, case, scuole, ospedali, città. Non a caso ciò avviene nel momento in cui le reciproche tensioni imperialistiche riportano (dopo il tragico precedente dell’ex Jugoslavia) la guerra anche in Europa.

E’ un’operazione che deve assolutamente essere sconfitta, per opporsi concretamente a una guerra che trova origine proprio nel grande mercato degli armamenti e  per un diverso progetto di Città, orientato verso produzioni non inquinanti, utili per la popolazione e per  la cura delle persone e del territorio. Occorre battersi, insieme ai lavoratori coinvolti, per progetti concreti di riconversione, per costruire un’alternativa alle produzioni di morte!

Alberto Deambrogio (segretario PRC-SE Piemonte)

Fausto Cristofari (segretario PRC-SE Torino)