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Presidio di Fdi alla Circoscrizione 2

Questa sera, alle 18:30, Fratelli d’Italia svolgerà un presidio di fronte alla sede della Circoscrizione 2 (Strada Comunale di Mirafiori 7) per protestare contro la restituzione da parte della Circoscrizione al Comune di Torino di 135.000 € in conseguenza della mancata presentazione e/o realizzazione di progetti sul territorio di competenza.
Saranno presenti il Consigliere di Circoscrizione Domenico Angelino, il dirigente regionale Roberto Ravello, il dirigente cittadino Enrico Forzese, militanti ed esponenti del partito.
Seguirà un comunicato con le dovute dichiarazioni.

Ambrogio (Fdi): “Primo Maggio, in piazza Festival dell’ipocrisia”

“A Torino va in scena il festival dell’ipocrisia: al corteo del Primo Maggio sfilano i manichini delle massime cariche dello stato, rei di aver eliminato il reddito di cittadinanza in favore di politiche attive in tema di lavoro e formazione. Al netto delle abituali esternazioni violente e di cattivo gusto, che sindacati e lavoratori tifino per il non lavoro è davvero paradossale ed è la rappresentazione plastica dello scollamento tra la sinistra e la realtà. La colpa del governo Meloni? Aver abbandonato le politiche da divano e aver accettato la sfida del lavoro: quando tutti faranno questo passo, il primo maggio tornerà ad essere il simbolo dell’emancipazione sociale e della libertà dell’individuo, che solo il lavoro può assicurare”.
Ad affermarlo Paola Ambrogio, Senatore di Fratelli d’Italia e Consigliere Comunale di Torino.

Sen. Paola Ambrogio

(Fdi)

Pnrr, Ruffino (Azione): Per nomine Governo usi procedure ponte Genova

Dichiarazione dell’on. Daniela Ruffino (Azione):

     La presidente del Consiglio Giorgia Meloni non può restare ferma al bivio senza scegliere fra rinunciare a una parte dei fondi europei oppure accelerare conferendo poteri commissariali a sindaci e presidenti di Regione. La possibilità più volte ventilata di ottenere dall’Europa il trasferimento dei fondi inutilizzati del Pnrr al fondo strutturale europea per avere una scadenza più lunga per il loro impiego sembra destinata ad aprire un contenzioso non facile da risolvere.

     Discorso a parte, per il peso rilevante che ha nella vita dei cittadini, merita il capitolo sanità. Il Pnrr prevede finanziamenti per 19,7 miliardi da erogare ad ASL e ospedali e riguarda la digitalizzazione, ma soprattutto la costruzione di 400 ospedali di comunità e case di comunità. Per  un sistema sanitario ridotto alla canna del gas dopo anni di tagli di spesa, chiusura di ospedali e centro di assistenza, si tratta di una vera botta di ossigeno, per gli operatori e i sanitari ma soprattutto per quelle persone bisognose di cure. Apprendere dal governo che forse non ci sono i tempi per realizzare quelle strutture, grida vendetta al cielo. E allora si riapre il discorso del Mes sanitario, i cui vincoli temporali sono lunghi 10 anni. Presidente Meloni, lei pensa che sia la salute dei cittadini a dover pagare il biglietto per il suo rifiuto di ratificare il Mes e accedere ai fondi sanitari? Appuntarsi ogni giorno una medaglia al valore vi rende ridicoli. Tante inutili battaglie per salvaguardare gli interessi dei balneari, ma della salute dei cittadini questi governo se ne infischia allegramente.

Ramelli e Borsani due vittime della violenza cieca

IL COMMENTO Di Pier Franco Quaglieni 

Che il presidente del Senato La Russa sia andato a rendere omaggio nell’anniversario della sua uccisione al giovane Sergio Ramelli ammazzato a Milano nel 1975  da colpi di chiavi inglesi di giovani  di estrema sinistra allora studenti di medicina destinati a far carriera, e’ cosa che non fa notizia. La Russa ha sempre celebrato Ramelli. Meno scontata è stata la partecipazione del Sindaco di Milano Sala che ha anche parlato di riconciliazione se non di pacificazione. Gli anni di piombo sono stati terribili e io nel 1975 alle prime armi nell’insegnamento conobbi forme di intolleranza e di violenza all’istituto “Guarrella” di Torino che prima della contestazione era un serio e prestigioso istituto per tessili e tintori. Io fui destinato alla succursale di via Figlie dei Militari, un vero e proprio soviet in cui la linea veniva dettata da un professore della CGIL affiancato arbitrariamente ad un preside incaricato vicino al “Manifesto“ che dopo tanti anni transito’ dal PCI a Forza Italia. In via Figlie dei Militari accaddero delle cose che qualcuno avrebbe dovuto avere il coraggio di denunciare, ma fummo intimiditi da un conformismo fazioso e plumbeo che costrinse tutti a chinare la testa, anche qualche professore di sinistra che non condivideva l’andazzo insostenibile. Per mesi la scuola venne occupata per iniziativa di un esagitato figlio adottivo di due Partigiani comunisti che poi per  altri  gravissimi motivi ebbe delle conseguenze penali non da poco.  Il Collegio docenti doveva  tenere le riunioni con il voto palese e non con il prescritto voto segreto persino sulle elezioni di persone, e ci fu impedito di  fare lezione perché ci vennero imposti dei ridicoli gruppi di studio  studenteschi che ebbero come vittime primarie gli studenti. Una professoressa disse che lei aveva persino dimenticato cosa significasse far lezione perché il futuro della scuola rinnovata era collettivo. Avemmo obbligo di adottare libri alternativi ai testi scolastici. Fu una  follia alla quale non mi perdono ancora oggi di non aver tentato, con la necessaria energia, di porre fine. Dissentii in silenzio. Forse con un nome fittizio scrissi una lettera ad un giornale che non mi pubblico’. Quel clima da soviet fu un costante atto di violenza e di intimidazione che magari in futuro racconterò nei dettagli, una delle pagine più vergognose della scuola torinese. Non a caso eravamo nel clima esaltato dalla vittoria della sinistra in tutte le grandi città’ che fece credere ai comunisti di aver ottenuto il potere in Italia.
Il clima della scuola milanese era ancora peggiore e l’omicidio di un estremista di destra  ne e’ la prova. Ai fascisti non doveva essere consentita la frequenza di una  scuola e uccidere un fascista non era considerato un reato, ma una benemerenza politica. Gli estremisti non erano neppure dei “compagni che sbagliano”. Che oggi il Sindaco di Milano si sia mosso è un buon segno, ma non basta.
A Milano il 29 aprile 1945 venne ucciso con un colpo alla nuca il cieco di guerra e medaglia d’oro al Valor Militare Carlo Borsani,  un poeta che scelse di stare con i ragazzi di Salo’ per usare l’espressione di Luciano Violante.
Borsani ritenne l’8 settembre 1943 un tradimento e accetto’ la presidenza dei Mutilati e Invalidi di Guerra ricoperta fino ad allora da Carlo Delcroix che rimase fedele alla Monarchia. Nella Rsi diresse per sei mesi un giornale dal quale venne allontanato perché la sua costante preoccupazione era la pacificazione, la riconciliazione  tra italiani, espressa in un discorso da Giovanni Gentile, un discorso che gli costerà la vita a Firenze nel 1944.
Borsani venne ammazzato selvaggiamente da partigiani comunisti senza processo e il suo  cadavere venne fatto girare per Milano su un carro della spazzatura. Suo figlio Carlo, nato mesi dopo l’omicidio del padre, venne insultato da una professoressa di scuola media che si accanì contro di lui. Borsani salvò anche la vita di ebrei  che sarebbero stati deportati e venne  lanciata nel 2005,  senza esito positivo la proposta di ricordarlo con un albero nel Giardino dei Giusti di San Siro. L’ex sessantottino e grande studioso di storia Gabriele  Nissim, presidente di Gariwo, la foresta dei giusti, accetto’ l’idea, dicendo che “i buoni non stanno da una parte sola“, ma poi questo atto simbolico venne bloccato dalla faziosità di altri.
C’è da augurarsi che in futuro il Sindaco di Milano si ricordi di Borsani e che qualcosa in sua memoria venga posto, ad esempio, in piazza Susa a Milano dove avvenne la sua esecuzione. Con il poco fiato che gli rimaneva in gola grido’ “Viva l’Italia“ , stringendo la prima scarpetta di sua figlia .  Sarebbe un atto di umanità e di riconciliazione come la lapide che ricorda il ragazzo ucciso nel 1975.

Ianno’ (Libero Pensiero): il senso del Primo Maggio

Si deve tornare al rispetto della dignità delle persone e del valore del lavoro

“Ha ancora senso celebrare il 1° maggio come Festa del Lavoro, simbolo delle rivendicazioni operaie?

E’ diventato solo un giorno di vacanza per i più, occasione per fare un ponte o la giornata fuori porta e si sono perse le motivazioni originarie, troppo spesso alla gente interessa la pausa e non il perchè della festività.

Potrebbe sembrare un pensiero retorico, ma la reale fotografia dell’Italia lo dimostra, l’importanza di qualcosa che non c’è più da tempo.

In un Paese dove la disoccupazione non diminuisce, i diritti dei lavoratori sono sempre meno, il lavoro scarseggia e c’è lo sfruttamento, manca la sicurezza, una nazione poco votata al miglioramento continuo e dove ormai c’è scarsa propensione ad avviare un’attività consolidata e priva di cuscinetti sociali.

Ci sono grandi ed ottime idee, avremmo insomma le carte giuste, ma gli investimenti sono bassi e il mercato stagna.

Bisognerebbe trovare, forse, spazio per festeggiare l’innovazione e il cambiamento del lavoro, per cambiare ed evolvere, cercando di creare veri posti di lavoro (non precari), generare investimenti e migliorare un sistema fiscale esagerato sia per i singoli che per le aziende.

Si dovrebbe tornare ad avere il rispetto della dignità delle persone e del valore del lavoro, indipendentemente dal fatto che siano lavoratori dipendenti o imprenditori e allora sì che il 1° maggio sarebbe da celebrare!”     
                 

Giuseppe IANNO’

Consigliere comunale di Torino Libero Pensiero

Beria e Merlo: No a presenze di nuove specie animali in Piemonte

A proposito delle polemiche sull’orso.

“Le polemiche di queste ultime settimane legate alla morte di un giovane studente universitario
nella provincia di Trento dopo l’aggressione di un’orsa, ha innescato un dibattito intenso e senza
esclusione di colpi a livello politico e soprattutto mediatico.
Ora, al di là delle pregiudiziali e dei pregiudizi che sempre campeggiano attorno a temi delicati e
complessi come questi, l’unica osservazione che ci sentiamo di avanzare – con spirito costruttivo
e senza alcuna polemica – è che nei nostri territori, nello specifico il comparto territoriale delle
Unione Montana Comuni Olimpici Via Lattea, non sarebbe affatto praticabile la proposta di avere
l’immissione di nuove specie animali. E ci riferiamo, per citarne solo alcune, a quelle specie come
l’orso, la lince, lo sciacallo dorato, le nutrie e via discorrendo. Come ha ricordato il consigliere
regionale Valter Marin in un ordine del giorno presentato recentemente in Consiglio Regionale.
Certo, è sempre più necessario al riguardo, avere linee guida e decisioni concrete da parte del
Governo Italiano che vietino l’immissione di nuove specie che possono, e lo diciamo senza alcuna
polemica pregiudiziale, creare problemi gravi ed irrisolvibili per la tutela stessa della sicurezza
pubblica, dell’eco sistema e, al contempo, per evitare ulteriori danni al settore economico e
produttivo montano. Da quello agro-pastorale allo stesso turismo.
Una proposta, la nostra, a semplice difesa dei nostri terrori e della loro antica e moderna
vocazione economica, produttiva, turistica e sportiva”.

Maurizio Beria, Presidente Unione Montana Comuni Olimpici Via Lattea.
Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato, Consigliere Nazionale Anci.

Andrea Cane (Lega): “Canavese e Valli, 16 progetti Pnrr per rigenerare il territorio”

 

Sono 16 i progetti in Canavese e Valli che si sono aggiudicati risorse del Pnrr per rigenerare un sito di interesse storico. 

“Il bando riservato a Comuni che ospitano un sito di interesse storico – spiega il canavesano Andrea Cane, Responsabile enti locali della Lega Salvini Piemonte – offre la possibilità di  rigenerazione del bene grazie ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Sono compresi edifici, chiese e antichi casali tra cui, nella nostra zona, il risanamento della Baita rurale di Pian Belfè con annesso antico lavatoio e abbeveratoio per il bestiame ad Ala di Stura, il recupero del paesaggio rurale di Pessano adiacente alla chiesetta di Santissimi Pietro e Paolo e il restauro chiesetta di Santa Eurosia entrambi nel Comune di Bollengo”.

“Ancora a Borgiallo verrà garantito un restauro conservativo di diverse edicole votive e pitture murarie sacre presenti lungo antiche strade vicinali e sentieri – dettaglia Andrea Cane –  mentre la cappella dell’Assunta presso il Castello di Castellamonte verrà valorizzata, affinché ritorni ad essere un elemento di riferimento per la comunità locale. 

In località Vernetti-Salto a Cuorgnè ci sarà il restauro della casa Forte di Torre Pietra, a Groscavallo il consolidamento, restauro e recupero della chiesetta alpina del 1522″.

“Anche il mio Comune di Ingria – prosegue Andrea Cane che siede nel consiglio comunale – in Frazione Querio beneficeremo del bando per la casa museo dell’Arrotino. Il progetto prevede il recupero e il restauro conservativo della casa alpina, consistente in un’opera di conservazione di tutti gli elementi costruttivi presenti. A Lanzo Torinese si provvederà al recupero della Cappella campestre di San Giacinto e al ripristino dell’area prospiciente per favorirne la fruizione e valorizzare la componente storico, culturale e paesaggistica del sito, ubicato in una posizione panoramica nella riserva naturale del Ponte del Diavolo di Lanzo Torinese Belvedere di San Giacinto. Sempre in Valle il restauro conservativo e il risanamento del percorso di arte sacra della cappella San Giuseppe di Mezzenile, mentre Ribordone recupererà il crotin, edificio rurale tipo per la stagionatura formaggi e il forno di borgata in Località Boscalera.

San Carlo Canavese punta sul conservativo e recupero funzionale della cappella di San Gerolamo.

Settimo Vittone, invece, ha investito sul risanamento conservativo dell’abitazione rurale e dei Pilun siti in località Piole e lungo la via Francigena e al risanamento conservativo della cascina Località Pissapolla. Per termineare questo elenco di valori storici e culturali canavesani, Sparone ha scommesso su casa di forte di Onzino per recupero e restauro, mentre 

Valchiusa presso la Borgata di Cantoncello riporterà allo splendore i fabbricati storici. Il rilancio del Canavese passa da questi progetti e dall’attenzione che questa amministrazione regionale a traino Lega sta dimostrando costantemente: per queste ragioni sono orgoglioso di poter lavorare per questi territori ed enti locali”.

DEF, Grimaldi (AVS): Dalla maggioranza una vera manifestazione di DEF-icienza

“Una promessa l’avete mantenuta: avete fatto ‘il ponte’. Altro che campate uniche, altro che unire Villa San Giovanni a Messina. Avete ‘bucato’ uno dei più importanti appuntamenti di questa legislatura: 45 assenze sul documento di programmazione economica e finanziaria su cui ci aspettavamo risposte sulla sanità, sui salari, sull’inflazione. Mi auguro davvero una ‘sostituzione etica’ dei deputati di quei banchi. Non contenti, come se fosse un gioco, avete chiesto la moviola, il Var. E ora vi ripresentate in un’aula vuota con un DEF in cui avete aggiunto 7 parole che semplicemente vi eravate dimenticati. Si è trattato proprio di quella che il dizionario chiama ‘accentuata scarsità di rendimento o di disponibilità’: ovvero di DEF-icienza. Dovete chiedere scusa non a noi, ma al Paese” – così questa mattina alla Camera il Vice-capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra, Marco Grimaldi.

Governo. Ruffino: in totale confusione, disastroso su Pnrr, Mes e Sanità

“Più passano le settimane e più il governo annaspa, scollegato dalle reali emergenze del Paese, incapace di dare risposte e trovare soluzioni ai problemi degli italiani”. Lo afferma Daniela Ruffino, deputata di Azione, che aggiunge: “Sul Pnrr si è perso e si continua a perdere tempo, ma c’è ancora spazio per intervenire e mettere a terra quel grande piano di investimenti e di riforme di cui l’Italia ha assoluto bisogno. I Comuni hanno dimostrato di saper progettare, pur non avendo risorse per il personale oppure per affidare i progetti all’esterno, chi invece è in ritardo e genera totale confusione è il governo, tra notizie contrastanti e una cacofonia senza confini. Un disastro anche la gestione del capitolo Mes, la cui mancata ratifica da parte dell’Italia, unico Paese che ancora manca all’appello, sta creando problemi a tutta l’Europa. E poi c’è l’emergenza Sanità, su cui do un consiglio al governo: vada al mattino all’ingresso degli ospedali per toccare con mano lo stato della Sanità pubblica. Potrebbe essere un modo per capire finalmente come stanno le cose e darsi una sveglia prima che sia troppo tardi”, conclude Ruffino.

Ambrogio (Fdi): “Allarmante incontro revisionista al Gioberti”

“Questa mattina i militanti di Azione Studentesca Torino, organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia, hanno organizzato un presidio di fronte al Liceo Gioberti per protestare contro l’organizzazione di una conferenza, avvenuta il 20 aprile scorso, con relatore Eric Gobetti – noto storico negazionista delle Foibe e grande estimatore di Tito, autore del libro “E allora le Foibe?”, il principale saggio revisionista presente in Italia sul tema.
“Riteniamo inaccettabile la presenza di Gobetti in uno degli istituti più grandi di Torino” – affermano i militanti di Azione Studentesca, che aggiungono: “Questa conferenza è avvenuta, sostanzialmente, di nascosto, in quanto né la scuola né l’autore hanno pubblicizzato l’evento prima che si svolgesse come, invece, accade solitamente tramite post promozionali sui social network. Questa modalità lascia chiaramente trasparire la consapevolezza dei promotori stessi di star organizzando una conferenza negazionista, che avrebbe suscitato l’opposizione e lo sdegno degli studenti”, concludono gli esponenti di Azione Studentesca.
“Abbiamo appreso con indignazione l’organizzazione di un convegno su un libro come quello in oggetto all’interno del Liceo Gioberti” – aggiungono Paola Ambrogio, Senatore di Fratelli d’Italia e Consigliere comunale di Torino e Roberto Ravello, Dirigente regionale FdI -. “Riteniamo particolarmente grave che a tali soggetti vengano dati spazi per mistificare la storia, indottrinare i giovani e denigrare le sofferenze del popolo italiano all’interno delle nostre scuole, il tutto facendolo ‘di nascosto’ in modo da quasi obbligare gli studenti ad assistere a questo spettacolo indegno”. “Auspichiamo – concludono Ambrogio e Ravello – che la scuola, a questo punto, organizzi un evento per ricordare adeguatamente i nostri connazionali torturati e infoibati sul confine orientale, ponendo fine a questa sgrammaticatura che si è venuta a creare con la presenza di Gobetti nell’istituto”.
Sen. Paola Ambrogio Roberto Ravello Azione Studentesca Torino