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Candiolo, Salizzoni (Pd): bene la smentita sulla privatizzazione

 “Continueremo a vigilare, lo dobbiamo ai tanti piemontesi che con le loro donazioni hanno fatto di Candiolo un’eccellenza”.

«Prendiamo atto delle assicurazioni date dall’assessore Icardi sul futuro dell’IRCCS di Candiolo, smentendo le voci sul rischio di una progressiva privatizzazione o sull’ingresso di eventuali gruppi privati. Bene che la Regione abbia chiarito di non avere intenzione di modificare l’assetto della governance dell’istituto di Candiolo o di cedere quote. Tuttavia ci saremmo aspettati dall’assessore qualche dato sull’attività di Candiolo, a parte l’aumento di numeri di posti letto: quanti pazienti trattati, per quali patologie, con quali risultati. Insomma, un bilancio dell’attività medica e delle sue prospettive di sviluppo, in convenzione e in regime privato, come fanno gli ospedali pubblici coi dati quantitativi e qualitativi sui tipi di patologie trattate, così da dare “corpo” alle rassicurazioni fornite. Da parte nostra continueremo a vigilare, affinché non si verifichino privatizzazione di servizi o addii da parte di personale altamente qualificato. Lo dobbiamo ai tanti piemontesi che attraverso le loro donazioni alla Fondazione del Piemonte per l’Oncologia hanno fatto di Candiolo un’eccellenza nel campo della cura dei tumori e della ricerca». Lo afferma Mauro SALIZZONI a margine della discussione a Palazzo Lascaris del Question time con cui si chiedeva alla Giunta di fare chiarezza sul futuro dell’Istituto di Candiolo.

Magliano, gravi disabilità: la Giunta ritirerà il questionario “della vergogna”?

Il documento per la “Valutazione degli aspetti sociali e del carico emotivo-sociale” contiene una serie di domande sul grado di “vergogna” provata dai familiari nei confronti del proprio congiunto con grave disabilità e contiene alcuni quesiti inaccettabili come “Ti vergogni del tuo congiunto con disabilità?”, “Provi risentimento nei suoi confronti?” e “Non ti senti a tuo agio quando hai amici a casa?”. Chiederò  alla Giunta, con un Question Time, di eliminare o riformulare completamente questi interrogativi (richiesta peraltro già inoltrata da UTIM OdV e Fondazione Promozione Sociale Onlus).



“Ti vergogni del tuo congiunto con disabilità?”, “Provi risentimento nei suoi confronti?”, “Non ti senti a tuo agio quando hai amici a casa?”

Sono alcuni dei quesiti inclusi nel questionario compreso nella sezione relativa alla valutazione degli aspetti sociali e del carico emotivo-sociale della “Cartella della disabilità Adulti”. La “Cartella” è stata approvata con la Deliberazione della Giunta Regionale numero 39-1523 del 12 giugno 2020.

Sono domande inaccettabili e, oltre tutto, assolutamente ininfluenti rispetto all’accesso alle prestazioni. Questo questionario è adottato dal 1989 e puntualmente inserito come allegato tecnico nelle delibere: la sua compilazione è richiesta per ricevere i fondi destinati al sostegno delle famiglie che hanno a carico una persona con una grave disabilità. Si tratta di un metodo di valutazione ormai superato e irrispettoso della dignità tanto dei caregiver quanto delle persone con disabilità. Con un Question Time appena presentato, chiederò domani alla Giunta di provvedere immediatamente alla rimozione di questo testo. Intendiamo in questo modo dare seguito alla richiesta, da parte di UTIM OdV (Unione per la Tutela dei Diritti delle Persone con Disabilità) e della Fondazione Promozione Sociale Onlus, di eliminare queste domande, obiettivo che condividiamo pienamente.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

Ora, però, serve un Centro visibile

Diciamoci la verità sul cosiddetto Centro che pare essere timidamente rinato dopo le elezioni dello scorso 25 settembre.

Sì, è vero, il cosiddetto “terzo polo” non ha centrato l’obiettivo di un risultato a doppia cifra. Come, del resto, e almeno per il momento, non è stato determinante ai fini della costruzione degli equilibri politici. Ma il consenso al “terzo polo” – questo è abbastanza evidente al di là delle stesse analisi demoscopiche – è stato il frutto di due elementi incrociati. Da una lato una sorta di “identità in negativo”, come si suol dire, ovvero si è votato il “terzo polo” perchè il bipolarismo selvaggio che ha caratterizzato gli ultimi anni della politica italiana era ormai giunto al capolinea come credibilità complessiva. E, non a caso, l’esordio di questa legislatura lo ha già confermato platealmente. E, in secondo luogo, si è votato “terzo polo” perchè si è dato una delega in bianco a chi cercava di riproporre, dopo la lontana stagione di Marini e di Martinazzoli con il progetto del Ppi, una “politica di centro” nella cittadella politica del nostro paese. Queste, in sintesi, le due argomentazioni decisive che hanno portato il “terzo polo” ad un consenso che ha sfiorato l’8%. Al di là e forse anche al di fuori degli stessi leader che si sono fatti carico di questa scommessa politica ed elettorale.
Ora, però, questo Centro e, soprattutto, “la politica di centro”, devono ritrovare piena cittadinanza e visibilità nelle dinamiche quotidiane della politica italiana. Sarebbe quantomeno singolare, nonchè anacronistico, se il tutto si trasformasse nel consolidamento di due partiti personali con le rispettive ambizioni e prospettive. Forse è giunto veramente il momento per far decollare un cantiere che sia in grado di incidere nelle dinamiche politiche nazionali e per affrontare la nuova stagione che si è aperta. Una stagione che, inevitabilmente, sarà ricca di novità e forse anche di colpi di scena ma che, comunque sia, richiede di essere affrontata con le armi della politica e non della sola propaganda. Al riguardo, è persin patetico se non addirittura ridicolo, continuare ad assistere al grido d’allarme della sinistra italiana sul “nuovo corso” della politica contemporanea. Ma come si può, di fronte alle sfide immani che attendono il nostro paese e che ci metteranno alla prova nei propri mesi, continuare con la noiosissima litania del rischio della “postura fascista” dopo la vittoria del centro destra? Ma come si può declinare un’iniziativa politica credibile e seria se si limita ad un semplice e banale prolungamento dei soliti talk televisivi e dei rispettivi “soloni” che fanno ormai della battaglia antifascista e anti dittatura la loro ragion d’essere? È evidente a tutti, al di là del giudizio che ognuno di noi può e deve dare sul profilo politico della coalizione vincente e sui vertici appena eletti delle istituzioni parlamentari, che non si può costruire un progetto e una prospettiva politica se sono basati esclusivamente sul pregiudizio politico, sulle pregiudiziali ideologiche e sull’odio personale. Altrochè battere la “cultura dell’odio” che quotidianamente viene predicata e blaterata dai “guru” politici, televisivi e giornalistici della sinistra post comunista italiana.
Ecco, di fronte ad un quadro del genere è quantomai necessario, nonchè quasi imperativo, il ritorno della politica e di quegli istituti che sono collaterali ad una politica alta e nobile. E cioè, cultura della mediazione, cultura di governo, rispetto degli avversari e delle istituzioni democratiche, capacità di comporre interessi contrapposti, stop alla radicalizzazione del conflitto politico ed un approccio autenticamente e credibilmente riformista di fronte ai problemi che sono sul tappeto. Ed è proprio su questo versante che il Centro e una politica di centro possono e debbono giocare un ruolo determinante e decisivo ai fini del recupero della stessa qualità della democrazia. Un Centro che non deve vivere di soli pregiudizi e di disprezzo degli avversari, come la sinistra ha già manifestato in questo nuovo corso che la caratterizza e che, su questo versante, ritrova una piena corrispondenza con il qualunquismo e il populismo grillini.
È persin inutile ricordare, al riguardo, che l’apporto decisivo per declinare una vera ed autentica politica di centro arriva dal contributo della cultura cattolico popolare e cattolico sociale. Il Centro, cioè, non si può ridurre ad essere una semplice somma tra la cultura post azionista, liberale e repubblicana. Senza l’apporto decisivo del filone del cattolicesimo politico non si potrà parlare di una politica di centro ma solo e soltanto di una posizione “terza”. Però, senz’anima e forse anche senza una prospettiva reale di crescita elettorale e di spessore politico.

Giorgio Merlo

Riccardo Molinari confermato capogruppo della Lega alla Camera

Anche per la legislatura alle porte l’on. Riccardo Molinari sarà Capogruppo della Lega alla Camera dei Deputati. La conferma, per acclamazione, è avvenuta martedì 18 ottobre, durante la riunione dei deputati della Lega, alla presenza del Segretario Federale Matteo Salvini.

L’on. Molinari guiderà un gruppo di 65 parlamentari, sui complessivi 400 deputati eletti alla Camera.

“Ringrazio i colleghi e il segretario Matteo Salvini per la riconferma. In un momento drammatico per il Paese, dobbiamo essere all’altezza delle aspettative dei cittadini e rilanciare l’azione della Lega con il nostro lavoro in Parlamento e sui territori. Solo sapendo chi e cosa rappresentiamo potremo essere efficaci e riaccendere la speranza nei cuori della gente”.

Accossato (LUV): La maggioranza blinda un testo che danneggerà i più vulnerabili

Allontanamento zero

“La maggioranza blinda il ddl ‘Allontanamento zero’ con il contingentamento dei lavori d’aula, un segnale di indisponibilità a modificare e migliorare il testo e di chiusura totale non solo nei confronti del dibattito consiliare, ma soprattutto verso le tante osservazioni presentate da sindaci, associazioni, famiglie affidatarie, professionisti, che in questi anni hanno espresso preoccupazione per un disegno di legge che rischia di danneggiare proprio i più vulnerabili, i minori che si sostiene di voler porre al centro” – dichiara la Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Silvana Accossato.

“Una dimostrazione di grande arroganza, che è culminata nell’accusa rivolta all’opposizione di’“aver annoiato l’aula’” – prosegue Accossato. – “Per questa destra il confronto democratico è solo un intralcio, affermazione grave che il Piemonte non merita”.

Allontanamemto Zero, Canalis (Pd): “Provvedimento propaganda”

 “POTRA’ CAUSARE INTERVENTI TARDIVI CHE RISCHIANO DI CARICARE SULLA NOSTRA COSCIENZA ALTRI MORTI”

“Ogni bambino ucciso o maltrattato non è il fallimento di una parte politica, ma dell’intera società. Di fronte a un disagio minorile che deve essere contrastato la risposta non può essere Allontanamento Zero, non può essere la propaganda. Invece di unire le forze, invece di individuare le soluzioni migliori per i bambini, la Giunta Cirio, da tre anni ormai, strumentalizza le sofferenze dei bambini e delle loro famiglie” dichiara la Consigliera regionale del Partito Democratico Monica Canalis, durante la discissione generale sul disegno di legge “Allontanamento Zero”.

“Deve essere fermato il continuo attacco ai servizi sociali che, quotidianamente, si adoperano per aiutare e tutelare i minori! Alle famiglie affidatarie numerose nella nostra Regione che rendono possibile accogliere i bambini, un patrimonio dell’importanza di offrire al bambino un’altra famiglia. Diciamo basta attacchi alle autorità giudiziarie che intervengono sugli allontanamenti. Chiediamo che venga ripristinato il rispetto a operatori, volontariato, magistratura” prosegue la Consigliera regionale Pd.

“Certo: tutto può essere migliorato. Ma abbiamo servizi di primo ordine. Occorrerebbe incrementare i fondi per le assunzioni, per la psicologia delle ASL e la neuro psichiatria infantile e per i progetti di accompagnamento alle famiglie, oltre ad una maggiore omogeneità territoriale ed integrazione tra comparto sociale, educativo e sanitario perché non si fa assistenza con gli slogan. Basti pensare alle liste d’attesa di mesi per accedere a una visita di un neupsichiatra infantile! Su questo bisogna intervenire”.

“I dati aggiornati al 31.12.2021 – afferma Canalis – smentiscono la tesi della destra secondo cui in Piemonte ci sarebbe un numero eccessivo di allontanamenti dalla famiglia d’origine, per di più fatti con troppa facilità e per ragioni esclusivamente economiche. Sui 623.114 minori residenti in Piemonte a fine dicembre, erano circa 53.000 quelli seguiti in famiglia e 2.484 quelli seguiti fuori dalla famiglia d’origine (Fonte Direzione Coesione Sociale della Regione).

  • Tra questi ultimi, 1.399 erano in famiglia affidataria (808 in affido etero familiare e 591 in affido intra familiare, cioè presso parenti) e 1.085 in comunità residenziale (1.027 in Piemonte e 58 fuori Regione)
  • 514 erano i Minori stranieri non accompagnati (quindi non allontanati con provvedimento giudiziario)
  • 512 i minori in comunità mamma-bambino
  • 287 gli affidi consensuali cioè avvenuti col consenso dei genitori
  • 1.112 gli affidi giudiziali”.

“Allontanamento Zero è un provvedimento rigido che potrà causare interventi tardivi che rischiano di caricare sulla nostra coscienza altri morti” conclude Canalis.

“POP, la politica che serve”

L’Arcidiocesi di Torino, Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro, promuove l’iniziativa 

 

L’Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro dell’Arcidiocesi di Torino ha istituito un calendario della Scuola di Politica.

Gli incontri prendono il titolo di “Scuola di Pop. La Politica che serve”.

La formazione risulta suddivisa in tre aree, la prima delle quali è incentrata sulla persona impegnata in politica e sul coltivare le interiorità.

Quali valori e quale spiritualità per chi si prende cura del bene comune?

Questa la sintesi di una serie di incontri, il primo dei quali è stato aperto a chiunque desiderasse partecipare, anche non iscritto alla Scuola di POP.

Il programma della scuola è stato presentato dal direttore dell’Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro, Alessandro Svaluto Ferro.

Al primo incontro, avvenuto sabato 8 ottobre scorso, sono intervenuti il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, Giampiero Leo,coordinatore della Commissione “Attività istituzionale. Arte e cultura e Welfare” della Fondazione CRT, monsignor Roberto Repole, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa, e Marta Margotti, docente presso l’Università degli Studi di Torino. La riflessione biblica è stata condotta dalla teologa Laura Verrani.

Il secondo incontro è in programma sabato 29 ottobre, dalle 9 alle 12, sul tema della “Visione cristiana della persona e della società come riferimento e proposta per l’impegno politico”, un dialogo con il teologo Paolo Mirabella. Seguirà sabato 26 novembre il dialogo con Luciano Manicardi della Comunità di Bose, sul tema della passione per la politica, il senso, le motivazioni e la dimensione spirituale.

Sabato 17 dicembre prossimo l’appuntamento verterà sulla politica e il messaggio sociale della Chiesa, in dialogo con Eros Monti, docente presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale. L’ultimo incontro  della prima area, previsto per sabato 14 gennaio prossimo, riguarderà una serie di testimonianze e il laboratorio a cura di POP, sul tema “Quali virtù coltivare per sostenere l’impegno politico”.

La seconda area riguarda la politica, il contesto dell’impegno e prenderà  avvio lunedì 7 novembre prossimo, dalle 20.45 alle 22.45, sul tema della democrazia come un bene da coltivare, un dialogo con il sociologo Roberto Santoro. Lunedì 14 novembre prossimo sarà la volta del tema su “Il costituzionalismo e la Costituzione Italiana”, in dialogo con Anna Maria Poggi, docente di Diritto costituzionale presso l’Università degli Studi di Torino.

Il 23 gennaio prossimo, gli incontri proseguiranno sul tema degli enti locali, normative, competenze e funzioni,  un dialogo con Marco Orlando, direttore ANCI Piemonte.

La terza area sarà riservata alla tematica delle “Politiche, programmi e interventi” e su come esercitare l’arte dell’amministrazione nelle vita quotidiana delle persone e della comunità.

Il primo di questi incontri sarà rappresentato da un dialogo con Marco D’Acri, dirigente del Comune di Beinasco, in programma lunedì 20 marzo prossimo, dalle 20.45 alle 22.45.

L’incontro conclusivo del percorso sarà in programma sabato 17 giugno 2023, dalle 9 alle 12, sul tema della “Teoria e prassi della giustizia”. Sarà un incontro che verterà su un dialogo con Valentina Pazè, docente all’Università di Torino, il teologo don Pier Davide Guenzi, e la vicesindaca di Torino Michela Favaro.

Le conclusioni saranno affidate a Alessandro Svaluto Ferro, direttore UPSL.

Sono possibili come iscrizione due differenti scelte e opzioni, o l’iscrizione all’intero percorso formativo o la partecipazione a due aree, di cui una obbligatoria e una a scelta.

Luoghi della formazione saranno la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, in via XX settembre 83, per l’area 1, per l’area 2 presso il Centro Pastorale Giovanile di Viale Thovez, e per l’area 3 la Sala Artigianelli in corso Palestro 14.

MARA MARTELLOTTA

Sala Rossa: sostegno alle donne e al popolo iraniano

PER LE LIBERTA’ DEMOCRATICHE E LA PARI DIGNITA’ IN IRAN

Il Consiglio comunale prende posizione sulla drammatica situazione in Iran. E’ stato approvato  un ordine del giorno (prima firmataria, Alice Ravinale) che esprime il sostegno e la massima solidarietà alle donne, alle studentesse, agli studenti e al popolo iraniano. Il documento condanna la sanguinosa repressione attuata dalle autorità di quel Paese contro le manifestazioni delle donne e di tutte le persone in lotta per la libertà e la pari dignità.

Inoltre, il testo votato ricorda come il principio di non discriminazione tra generi sia sancito nella Dichiarazione universale dei diritti umani, e previsto in diversi trattati che l’Iran stesso ha ratificato, in particolare la Carta delle Nazioni Unite e il Patto internazionale sui diritti civili e politici.

L’assemblea elettiva di Palazzo Civico chiede pertanto al Governo italiano di fare pressione con urgenza sul Governo di Teheran affinché cessi immediatamente la repressione sanguinosa delle mobilitazioni, vengano liberate le persone detenute in seguito alle proteste (tra le quali la cittadina italiana Alessia Piperno) e sia infine garantita la libertà alle donne iraniane, oltre al pieno rispetto dei diritti umani. Il documento è stato oggetto di un emendamento presentato dal consigliere Silvio Viale, a sua volta approvato, che si pronuncia a favore di un inasprimento delle sanzioni contro Teheran da parte dell’Unione Europea.

La votazione ha visto una massiccia convergenza sull’atto, con 37 voti a favore. Il voto è stato preceduto da un dibattito nel quale, oltre alla consigliera Ravinale che ha illustrato la proposta diii   ordine del giorno. I consiglieri e consigliere Ivana Garione (“E’ una lotta di donne e uomini contro l’oppressione del dogmatismo religioso e politico”), Viale (“L’Unione Europea deve incrementare le sanzioni, l’Iran arma la Russia”, Nadia Conticelli (“in Iran le libertà individuali sono limitate dal mescolarsi di precetti religiosi e legislazione, le donne sono le più oppresse”), Valentina Sganga (“ il coraggio delle donne iraniane contro un regime totalitario mostra come l’Islam politico sia al capolinea), Lorenza Patriarca (”Impressionanti i dati sulle vittime, donne protagoniste della protesta ma fortunatamente non da sole”), Giovani Crosetto (“Servono nuove sanzioni, è da condannare la stessa forma di governo dell’Iran”), Elena Apollonio (“Positiva l’unità intorno ai diritti umani, il diritto di manifestare va difeso”, Giuseppe Catizone (“occorre dire che in Iran vige una feroce teocrazia, la comunità internazionale deve reagire”) e Sara Diena (“Sosteniamo le sorelle iraniane, c’è un femminismo islamico che lotta non contro il velo ma contro la sua imposizione, l’islamofobia va respinta”.

Iannò (Libero Pensiero): solidarietà a donne iraniane non sia di facciata

DA PALAZZO CIVICO – “E’ superfluo ed inutile commentare la drammatica situazione di oppressione delle donne iraniane – evidenzia il consigliere Pino Iannò di Torino Libero Pensiero – che vivono in un contesto di discriminazione etnica e fondamentalismo religioso e dell’intera società civile costretta a sottostare ad una teocrazia oscurantista. La proposta di Ordine del giorno “Donna, vita, libertà – solidarietà alle donne iraniane” appare scontata e la sua approvazione una presa di posizione standardizzata e di fatto poco efficace.”

“L’ambito d’azione che compete a questo Consiglio – prosegue Iannò –  dovrebbe essere più concreto, ad esempio creando relazioni con la comunità iraniana torinese, per difendere concretamente i diritti umani  e soddisfare i loro bisogni, tramite l’intervento dell’Amministrazione comunale. Un atto che potrebbe rendere tangibile l’opposizione al regime iraniano, non affidando questo dramma umanitario ad una sterile retorica di facciata.”

Attore e scrittore con passione politica

Caro direttore,

dopo essermi cimentato (Con alterne fortune) come fumettista, giornalista, attore e scrittore, da un po’ di tempo a questa parte, mi sto appassionando di politica (sì, la tanto bistrattata politica), e pur non esercitando il mestiere, ho avuto la fortuna di incontrare e scambiare due chiacchiere, con diversi esponenti del settore, come Piero Genovese (Sindaco di Susa), Chiara Foglietta (Giunta Comunale di Torino), Massimiliano Miano (Presidente Circoscrizione 8)  Noemi Petracin (Vice Presidente/Circoscrizione, il Sindaco Stefano Lo Russo, l’ex Sindaca Chiara Appendino, Enrico Letta, e dulcis in fundo, ho ricevuto gli auguri di Buon Compleanno dall’onorevole Deodato Scanderebech.
Credo che per ogni cittadino sia importante conoscere i programmi delle forze politiche e pensare a come migliorare tutti insieme la città.

Due cose che mi stanno molto a cuore e per le quali vorrei che fossero presi dei provvedimenti per la città di Torino, sono il miglioramento e rafforzamento dei Pronto soccorsi, vero punto delicato e importantissimo per le persone che si vengono a trovare, molte volte in situazioni degradanti. L’altra  riguarda la sicurezza stradale, vista soprattutto dalla parte del pedone, il quale si trova troppe volte in difficoltà, con il risultato di troppi e gravi incidenti, quindi inserimento strategico di semafori e rilevamenti della velocità.

Franco Lana