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Azione: verso la federazione con Iv

Dichiarazione dell’on. Daniela Ruffino (Azione):

     Il cammino verso la federazione fra Azione e Italia Viva compie due tappe importanti, il 19 e il 26 novembre, con le assemblee dei due partiti. La nostra federazione è la scossa salutare per scuotere i liberali e i riformisti, a destra e a sinistra, condannati altrimenti all’irrilevanza politica negli attuali schieramenti sempre più caratterizzati da un’impronta populista. Il risultato elettorale del 25 settembre, e lo confermano i sondaggi successivi, è un’ottima base da cui partire per dare respiro alla cultura riformista ed europeista, sottraendola all’egemonia del populismo arrembante dei Cinquestelle. La destra di Meloni, chiamata alla prova del governo, è costretta dalla forza delle cose a mimetizzare le non poche pulsioni sovraniste, che sopravvivono per il momento nella ridenominazione di alcuni ministeri. Sarà il tempo a certificare se in quel campo è possibile un’evoluzione in chiave europeista o se torneranno con prepotenza gli istinti del populismo.

     La nascita della federazione fra Azione e Italia Viva si propone per quello che molti degli italiani aspettano da anni: la casa del riformismo liberale, dove le ideologie non hanno accesso e la politica torna a essere lo strumento per combattere le diseguaglianze, affermare i diritti civili e sociali contro ogni discriminazione.

Mario Calì, PSDI: “Il nuovo Governo si impegni a tutelare imprese, posti di lavoro e famiglie”

Il P.S.D.I. durante l’ultima fase di operatività del Governo di unità nazionale guidato da Mario Draghi ha raccolto e dato risposta, insieme a tutti i partner della coalizione, agli appelli trasversali delle associazioni dei consumatori e delle associazioni di categoria per giungere ad una rapida soluzione dell’attuale crisi legata ai costi energetici. Una situazione che, se non posta immediatamente al centro della agenda politica, rischia di avere pesanti ricadute sul tessuto produttivo e sulla stessa tenuta sociale italiana. Per i socialisti democratici del Sole Nascente occorre pertanto proseguire con gli interventi già posti in essere attraverso la rimodulazione degli oneri generali di sistema di elettricità e gas, agendo simultaneamente ed in maniera coordinata sul terreno europeo per chiudere rapidamente sul tetto massimo comune al costo degli idrocarburi di importazione, puntando sul riequilibrio del mix energetico. Tutti impegni assunti nei confronti degli italiani che, naturalmente, non possono essere disattesi dalla nuova premier, Giorgia Meloni.
«Che il Consiglio dei Ministri di una grande democrazia occidentale sia guidato da una donna – chiarisce il Presidente Nazionale socialdemocratico Mario Calì – è indubbiamente per l’Italia un elemento storico positivo, un segnale concreto verso una reale apertura di tutti i ruoli amministrativi e di governo dello stato ad una piena parità di accesso e rappresentanza di genere. Il PSDI, forza politica riformista del campo progressista, augurando per il bene del Paese alla Presidente Meloni di poter svolgere al meglio il proprio mandato alla guida del nuovo esecutivo, sarà garante di una opposizione democratica, istituzionale e civica, rigorosa e propositiva, volta a vigilare costantemente affinché le azioni intraprese dall’attuale maggioranza parlamentare, la più a destra della storia repubblicana, siano condotte nell’interesse delle cittadine e dei cittadini. La giustizia sociale ed il cammino per il riconoscimento ed il rafforzamento dei diritti civili sono parte di un percorso democratico che non potrà, e non dovrà, subire arresti o arretramenti»

Il governo destra-centrino di Giorgia cosa farà per Torino e il Piemonte?

Oramai Giorgia Meloni non è  più la coatta di Garbatella. Detta Lei le condizioni e persino convoca il Berlusca nella sede di Fratelli d’Italia. Tenerone il Silvio: pensava di dettare le regole ed invece conta come il due di picche quando briscola è bastoni. E alla fine  vorrà di più. Ritorna in Parlamento. È già tanto. Tutto è cambiato. Non più centro destra, ma destra destra con qualche spruzzata di centro. Anche i ” poverini ” di Noi Moderati, manco l’1 % hanno preso e Lupi si accontenta di un Ministero secondario: rapporti con il Parlamento. Va beh, stipendio doppio e auto di rappresentanza, 6 portaborse.  Buttati via.
Personalmente vedrei molto bene Guido Crosetto sottosegretario alla Presidenza. Bravo lo è, e poi sì che ho la fissazione di qualcuno che rappresenti gli interessi del Piemonte.  M’ illudo?  Forse…
Speriamo… vedremo. Una cosa è certa: la nostra regione, la nostra Città hanno un endemico bisogno di santi in paradiso. Viceversa non la sfanghiamo.
In Regione si annidano già le nuvole sul grattacielo. Sintesi: opera faraonica inutilizzabile ed inutile. Mai una gioia in questa vita. Le cose non vanno meglio in Comune a Torino. È giusto passato un anno dalla elezione dei nuovo Sindaco Lo Russo.
Francamente mi aspettavo qualcosa di più.
Ma si sa che i miracoli non sono di questo mondo. Oltre mille assunzioni?  Vero ma i quadri dirigenti per gestire i fondi europei non ci sono. Dunque?  Si aspetta cosa succederà a Roma ed in particolare cosa farà il governo. Berlusca fa il pazzariello. Accidenti se non ci fosse lui sarebbe tutto così monotono. Cerca di alzare il prezzo. Tanto tutti sanno che è governo di destra-centrino. E , sbaglierò, ma durerà 5 anni difilato.
Stavolta non ci sono i numeri per un ribaltone che rimetta in sella il Pd. Come farà senza potere è un mistero. Vedremo un Pd che sta pensando al congresso senza primarie.  Se la vedranno tra pochi intimi.  Tant’è che manco sanno quanti iscritti hanno. Le correnti sì, quelle ci sono e ben salde per non perdere, appunto quel po’ di potere che esiste. Nel mentre l’avvocato Anna Rossomando ridiventa vice presidente del Senato. Altro giro altra corsa. Sempre al vertice istituzionale.  Prima alla Camera come ufficio di presidenza e poi vice Presidente  del Senato.
Con La Russa avrà il suo da fare. Lo conosce bene perché collega nell’altra legislatura ed entrambi vicepresidenti. Poi probabilmente responsabile  della commissione giustizia pd e membro delle commissioni giustizia del Senato  o autorizzazione a procedere o tutte e due.
Difficile che la ” ragazza ” molli e il Ministro Nordio della Giustizia avrà sicuramente del filo da torcere, strana la vita. 6 mesi fa Anna Rossomando non doveva essere più in lista ed eventualmente andare al CSM. Ora , punta di diamante del PD sia nelle istituzioni sia  tra i Capi dell opposizione. Renzi e Calenda bisticciano.  Normale ammistrazione, direi. Habemus papam. Eccolo il governo Di Giorgia Meloni.  Raggiante Sergio Mattarella per la rapidità.
Del resto avevano già concordato tutto.
Non vedo lo stupore. Sicuramente un fatto positivo. Si vede che Giorgina è da piccolissima esperta di politica. Rigoroso manuale Cencelli con qualche spruzzatina di cosidetti tecnici. Triumvirato  al vertice con i due vice Salvini e Tajani. Guarda caso uno leghista e uno di Forza Italia. Decisamente più pesante il Ministero degli Esteri per il forziata Tajani. Distrutto dalla fatica il Berlusca, sorretto fisicamente e poi sempre seduto. Vi piaccia o non piaccia ancora una volta tra i protagonisti. Non ha dato le carte, ma qualche scopo è riuscito a raggiungerlo. Ora ritornerà nella sua Milano per riposarsi.
Comunque sono stati bravi quelli del destra-centrino. Hanno persino aumentato i ministeri per accontentare tutti. Mi sa che il copione si ripeterà con i sottosegretari.
Stavolta il Piemonte non ha da lamentarsi. Tre ministri, Crosetto, Zangrillo  e Picchetto, più i quasi piemontesi Santanche’ e Valditara.
Ma mi sa che sarà Giorgetti il ministro che controllerà i flussi finali ed economici dei fondi che arrivano dall’Europa. Basta che si sbrighino.  Si sta morendo di asfissia.
Bollette salatissime, cartelle esattoriali , chiusura delle attività commerciali e produttive. Etc etc etc.  Cose che pure le pietre.  Questo governo ce l’avrà dura. Sperando che la morte ci trovi vivi e non la vita ci trovi morti. Scusatemi questo mio atavico pessimismo sembre contentissimo nell essere smentito.

PATRIZIO TOSETTO

Sistema neve, Ruffino (Azione): “in gioco posti di lavoro”

Dichiarazione dell’on. Daniela Ruffino (Azione):

     Non bastano più gli annunci di interventi sul caro-bollette: il nuovo governo deve subito tradurre in atti amministrativi un intervento massiccio contro il caro-bollette perché nell’imminenza della stagione sciistica sono a rischio centinaia di imprese e migliaia di posti di lavoro. In questo senso mi associo all’appello rivolto stamane dai vertici istituzionali del Piemonte e di Torino, e da Andrea Agnelli, perché gli operatori del Sestriere e della via Lattea non possono essere lasciati soli a fronteggiare un’emergenza sovrastante.

     Gli impianti di risalita sono meccanismi energivori e il costo dell’energia incide per il 60-65% sui costi finali d’impresa. Un intervento del governo va oltre l’urgenza: siamo a un passo dalla ripartenza, dopo due anni di fermo a causa del Covid, e una falsa partenza rischia di risolversi in una catastrofe per le imprese, per le centinaia di famiglie e il vasto indotto creato attorno al turismo invernale. Dagli ultimi dati disponibili, nel 2019, il sistema neve produce un giro d’affari stimato fra i 7 e gli 8 miliardi di euro, cioè una fetta rilevante del Pil.

Arrivano i piemontesi: dalla nostra regione cinque ministri nel nuovo Governo

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Il capo dello Stato ha assegnato l’incarico di formare il governo a Giorgia Meloni che ha accettato  e ha presentato l’elenco dei ministri. Il giuramento del governo domani alle 10.

Nel Governo Meloni entrano cinque esponenti piemontesi su 24 ministri. Ecco i nomi:

Guido Crosetto  Difesa

Gilberto Pichetto Fratin   Ambiente

Daniela Santanchè  Turismo

Paolo Zangrillo  Pubblica Amministrazione

Giuseppe Valditara  Istruzione

“Rivolgo con lo stesso spirito di collaborazione il buon lavoro al nuovo governo che domani mattina con il giuramento inizierà a svolgere i suoi compiti”, così  il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Quirinale.

Metro 2, Grimaldi (Alleanza Verdi): Sia il Governo a mettere le risorse che mancano

La mobilità sostenibile deve diventare realtà, ora. 

“Gli effetti della guerra sono anche questi: un rincaro dei prezzi dei materiali che oscilla fra il 20% e il 30% e rischia di erodere i servizi fondamentali. Non lo possiamo accettare, soprattutto quando l’urgenza della crisi ambientale e climatica è così tangibile, viviamo in una città patologicamente inquinata e siamo in grave ritardo sulla transizione verso la mobilità sostenibile. Abbiamo bisogno che il progetto della linea 2 di metro si realizzi interamente, così come avremo bisogno di ripensare e incrementare tutto il trasporto pubblico di superficie (possibilmente elettrico). Solo in questo modo potremo vedere un miglioramento sensibile della qualità dell’aria, nonché grandi risparmi nel consumo di combustibili fossili (benzina, diesel) per il traffico privato. Sia il Governo a sostenere la Città mettendo le risorse che potrebbero mancare per aprire tutte le fermate e mantenere il percorso previsto” – dichiara il Deputato di Alleanza Verdi Sinistra, Marco Grimaldi, che sul tema ha pronta un’interpellanza al Ministero delle Infrastrutture.

“I Comuni non possono essere lasciati soli ad affrontare la crisi energetica e il compito enorme e non più rimandabile della transizione ecologica” – prosegue Grimaldi. – “In Italia l’emergenza inquinamento atmosferico è sempre più cronica, con un codice rosso per Torino, Milano e Padova, fuori dai limiti di legge con 69, 54 e 47 giornate di sforamento. Lo smog causa ogni anno 56mila morti, secondo i dati dell’Agenzia europea per l’ambiente. Rispetto al valore Oms, il Pm10 a Torino ha una media annuale del +121%. Viviamo in una città ancora auto-centrica, in cui le persone non sono incentivate a preferire il mezzo pubblico e le forme di mobilità attiva. Tutto questo deve cambiare ora e deve essere priorità nazionale. Serve una svolta radicale negli investimenti sul trasporto pubblico locale: la sola città di Madrid dispone di 294 km di metropolitane e in tutta la Spagna sono oltre 1.000 km; in Italia sono solo 234 Km, a Torino 15. Certamente non si possono fare passi indietro”.

Valle (Pd): “A Torino Nord serve un nuovo ospedale”

“ BENE AVER AVVIATO L’ITER, ORA LA REGIONE ACCELERI”

 

«La presentazione da parte della Città di Torino di un dossier sul nuovo ospedale di Torino Nord, destinato a sostituire l’oramai obsoleto Maria Vittoria, rappresenta un’importante passo in avanti. Finora si era discusso in astratto sulla necessità di dotare quella parte di città di un moderno ed efficiente presidio ospedaliero, ora si entra nel concreto, individuando la possibile localizzazione e le caratteristiche che l’ospedale dovrà avere. Torino ha bisogno di nuovi ospedali e di realizzarli in tempi rapidi. Il primo nucleo del Maria Vittoria venne inaugurato il 1 agosto del 1885. Sul trono c’era Umberto I, al governo Depetris. Già negli anni Settanta si era discusso di un trasferimento del Maria Vittoria in altra sede e nel novembre del 1993 la Regione aveva deciso per lo spostamento, ma nulla accadde. Questa deve essere la volta buona. Ora la palla passa in mano alla Regione Piemonte, che deve accelerare l’iter per la scelta della localizzazione e la realizzazione. Il “nuovo Maria Vittoria” è un’infrastruttura complementare al Parco della Salute: occorre realizzarle senza perdere più tempo, cambieranno non solo il volto della sanità torinese ma il volto urbanistico di ampie parti della città, a Nord e a Sud. Al tempo stesso, la Regione deve aprire un ragionamento sul futuro degli edifici che ora ospitano il Maria Vittoria: il nuovo ospedale, infatti, deve essere anche l’occasione per dotare quei quartieri di servizi di prossimità, potenziando la rete territoriale».

Boni, Radicali italiani: Bene il ristorante pro Ucraina

Un ristorante torinese ha preso posizione dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina esponendo un cartello inequivocabile: “Onore al popolo ucraino e ai suoi valorosi combattenti, biasimo per i russi che fingono di non vedere, non sapere e non capire e digeriscono l’immonda propaganda che viene loro irrorata. Infamia e disonore per il loro capo e i suoi militari che, vigliaccamente, con armi sporche e proibite, si accaniscono contro tutti i civili”. Altrettanto visibilmente è affissa l’indicazione della devoluzione di parte degli incassi per l’Ucraina.

«Proprio per appoggiare questa iniziativa, anche coraggiosa trovandoci in un Paese incredibilmente “tiepido” rispetto alle evidenti responsabilità della guerra russa in Ucraina, con l’Associazione Radicale Adelaide Aglietta e il Gruppo +Europa Torino Metropolitana nei mesi scorsi ci siamo recati nel locale – ricorda Igor Boni, presidente nazionale di Radicali italiani. Oggi veniamo a sapere che il ristorante è stato “attaccato” da militanti prorussi attraverso recensioni fotocopia fortemente negative sui portali turistici. Un atto vergognoso, quando il titolare dell’esercizio andrebbe invece lodato.
Il tutto nel giorno in cui il popolo ucraino vince il Premio Sacharov per la libertà di pensiero assegnato dal Parlamento Europeo.
È evidente – conclude Boni – che nel nostro Paese c’è un problema di percezione delle reali e, ripetiamo, evidenti responsabilità dell’unico mandante di questa guerra: Vladimir Putin. Anche per questo iniziative come quella del ristoratore torinese sono benvenute e anche per questo con Radicali Italiani portiamo avanti l’iniziativa “Putin all’Aja”, perché il macellaio russo risponda dei crimini contro l’umanità che sta compiendo in Ucraina.»

Merlo: Comuni montani, senza risorse a rischio il sistema delle autonomie locali

No alla sola opposizione politica pregiudiziale.

“Senza alcuna preclusione di natura politica nei confronti del futuro governo – esercizio irresponsabile e qualunquista di una sinistra che gioca al ‘tanto peggio tanto meglio’ – è indubbio che le difficoltà crescenti riconducibili alla crisi energetica rischiano, adesso, di mettere definitivamente in ginocchio la stessa esistenza del sistema delle autonomie locali. E, nello specifico, di quei Comuni montani con una grande estensione territoriale e una bassa, se non bassissima, popolazione. Comuni che devono pur garantire, e ovviamente, i servizi essenziali alla comunità e che proprio di fronte a queste inedite ed oggettive difficoltà rischiano realmente il default. Causa, purtroppo, delle innumerevoli ‘politiche del no’ che hanno ridotto negli anni il nostro paese alla mercè e alla discrezionalità di altri Stati.

Ora, non si tratta affatto di assecondare la deriva assistenziale e pauperista dei 5 stelle, ma è indubbio che l’impalcatura dei piccoli Comuni montani con le caratteristiche richiamate poc’anzi, continua a reggere solo se il futuro Governo riuscirà a trovare soluzioni che fissano un tetto ragionevole alle spese ordinarie oppure a stanziare risorse adeguate per riequilibrare i bilanci. L’alternativa, purtroppo, è solo quella di rinunciare definitivamente agli investimenti non governando più, di fatto, la singola comunità locale.

Ecco perchè, al di là della demagogia e della propaganda politica interessata e becera, ci troviamo di fronte ad un bivio per le autonomie locali dei Comuni. In particolare quelli montani. Serve, cioè, una iniziativa politica mirata e finalizzata a salvaguardarli. Confidiamo nel futuro Governo e nella sua sensibilità politica a continuare a salvare la rete delle autonomie locali territoriali. Nello specifico, dei piccoli comuni che rappresentano, di fatto, l’ossatura centrale del sistema istituzionale del nostro paese”.

Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato, Consigliere Nazionale ANCI.

Candiolo, Salizzoni (Pd): bene la smentita sulla privatizzazione

 “Continueremo a vigilare, lo dobbiamo ai tanti piemontesi che con le loro donazioni hanno fatto di Candiolo un’eccellenza”.

«Prendiamo atto delle assicurazioni date dall’assessore Icardi sul futuro dell’IRCCS di Candiolo, smentendo le voci sul rischio di una progressiva privatizzazione o sull’ingresso di eventuali gruppi privati. Bene che la Regione abbia chiarito di non avere intenzione di modificare l’assetto della governance dell’istituto di Candiolo o di cedere quote. Tuttavia ci saremmo aspettati dall’assessore qualche dato sull’attività di Candiolo, a parte l’aumento di numeri di posti letto: quanti pazienti trattati, per quali patologie, con quali risultati. Insomma, un bilancio dell’attività medica e delle sue prospettive di sviluppo, in convenzione e in regime privato, come fanno gli ospedali pubblici coi dati quantitativi e qualitativi sui tipi di patologie trattate, così da dare “corpo” alle rassicurazioni fornite. Da parte nostra continueremo a vigilare, affinché non si verifichino privatizzazione di servizi o addii da parte di personale altamente qualificato. Lo dobbiamo ai tanti piemontesi che attraverso le loro donazioni alla Fondazione del Piemonte per l’Oncologia hanno fatto di Candiolo un’eccellenza nel campo della cura dei tumori e della ricerca». Lo afferma Mauro SALIZZONI a margine della discussione a Palazzo Lascaris del Question time con cui si chiedeva alla Giunta di fare chiarezza sul futuro dell’Istituto di Candiolo.