Bravi (PdF): “Firmare per i referendum è un segnale forte contro la guerra”
“Firmare per i referendum contro l’invio di armi all’Ucraina costituisce un segnale forte contro la guerra – ha osservato Carlo Bravi, del Popolo della Famiglia Piemonte – che è assolutamente importante giunga al Governo Meloni e alla sua maggioranza parlamentare, impegnata fin da quando era ancora all’opposizione nell’inviare verso Kiev ogni tipo di munizione e sistema d’arma, oltreché finanziamenti a palate“.
“Le ragioni di fondo a favore dei quesiti referendari promossi dal gruppo Generazioni Future – osserva Bravi – risiedono anzitutto nell’articolo 11 della nostra Costituzione Repubblicana, in base al quale l’Italia non solo non fa ricorso alla guerra, ma la ‘ripudia’proprio, e quest’espressione così forte ed icastica tronca alla radice qualsiasi interpretazione ‘elastica’ dell’affermazione costituzionale, collocando la massiccia fornitura di armi all’Ucraina che il governo Meloni sta portando avanti in una chiara violazione della nostra Cartafondamentale“.
“Una seconda ragione di sostegno – prosegue Bravi – risiede nella scelta delle priorità nell’azione di governo rispetto alla situazione dei cittadini: l’inflazione sta divorando rapidamente il potere d’acquisto degli italiani, un quarto dei quali è ormai al di sotto della soglia di povertà e lotta ogni settimana per sopravvivere e non finire per strada (o per smettere di restarci), mentre un terzo dei nostri connazionali ormai rinuncia a curarsi: non ci sembra davvero che all’Italia oggi ‘avanzino risorse’ per armare fino ai denti un paese che non è neppure nostro alleato, men che meno che ‘avanzino’ TREDICI miliardi di euro di spese militari AGGIUNTIVE programmati ogni anno dalla maggioranza di CentroDestra“.
“Esorto quindi ogni cittadino a firmare per tali referendum, ormai solo più online al sito web generazionifuture.org – ha concluso Bravi – come ha fatto ogni membro maggiorenne della mia famiglia: non possiamo mancare a questa preziosa opportunità per tentare di arginare la deriva bellicista del governo e dell’intera Unione Europea, che rischia di trascinare l’intero continente nel vortice di una guerra generalizzata“.
SICUREZZA, ROSSO, FONTANA E PETRARULO (FI): SE CON UNA RICHIESTA DI CONSIGLIO CIRCOSCRIZIONALE APERTO LO RUSSO PARTECIPA AI BLITZ DELLA POLIZIA SIAMO PRONTI ANCHE A CHIEDERE UN CONSIGLIO APERTO
“Se solo attraverso la richiesta di un Consiglio Circoscrizionale aperto abbiamo spinto il Sindaco Lo Russo a partecipare ad un blitz della polizia, in pieno stile sovranità come ci hanno sempre raccontato dal PD, allora siamo pronti a rilanciare e domandare anche un Consiglio Comunale Aperto sul tema”. La chiosa arriva dai coordinatori provinciale e cittadino di Forza Italia il senatore Roberto Rosso e Marco Fontana e dal responsabile cittadino del Dipartimento Sicurezza Raffaele Petrarulo.
“Sinceramente non è nello stile di Forza Italia partecipare ai blitz delle forze dell’ordine. Abbiamo un altro senso delle istituzioni. Annotiamo che prima la nostra conferenza stampa e poi l’esito nefasto del sondaggio di gradimento del sindaco lo hanno portato a tentare di uscire goffamente dall’angolo. Non è con la spettacolarizzazione di un intervento degli agenti che si risolvono anni di inerzia sul tema della sicurezza. Serve un cambio di passo totale, per esempio bisognerebbe spostarsi dalla comfort zone dove ha deciso di compiere la sua passerella Lo Russo e spostarsi in via Montanaro, Largo Giulio, Via Santhià, Largo Palermo, piazza Bottesini, Corso Vercelli solo per citare alcuni esempi. Ancora uno sforzo signor sindaco che magari riusciamo a rimettere in sicurezza una porzione di Torino!”. Concludono gli esponenti azzurri.
Il Consiglio regionale del Piemonte ha votato a favore delle nuove disposizioni riguardanti le valutazioni ambientali strategiche, l’impatto ambientale e le autorizzazioni ambientali integrate.
“Le norme proposte sono volte a semplificare e uniformare il quadro normativo – ha commentato Alberto Preioni presidente dal Gruppo consiliare regionale della Lega Salvini Piemonte – riguardante le autorizzazioni di valutazione di impatto ambientale e strategica.
Le ricadute di questa legge si faranno sentire sia sulle imprese sia sui cittadini. Per quanto riguarda le aziende con questo nuovo regime garantiremo costi minori rispetto ad altre regioni italiane, che hanno oneri di istruttoria più elevati. Pertanto, investire in Piemonte risulterà meno oneroso rispetto ad altre regioni.
I cittadini godranno di una semplificazione delle procedure burocratiche legate alle valutazioni ambientali. Un impianto moderno e pragmatico, che mira a favorire lo sviluppo sostenibile della Regione, garantendo un equilibrio tra gli interessi economici e quelli ambientali attraverso semplificazione, chiarezza normativa, trasparenza con lo scopo di far diventare il Piemonte più attrattivo e competitivo”.
“ MANCA IL RISPETTO PER L’ISTITUZIONE”
11 luglio 2023 – “La seduta di Consiglio regionale, fortemente voluta dal centrodestra per procedere alle nomine e approvare provvedimenti urgenti non è riuscita a decollare fino quasi alle ore 12 a causa dell’impossibilità da parte della maggioranza di garantire il numero legale. Un fatto assurdo che si è ripetuto durante l’intera legislatura e che denota mancanza di interesse per i lavori dell’Aula e per l’Istituzione. A questo si aggiungono anche le continue assenze degli Assessori. Oggi i Consiglieri regionali si sono trovati senza interlocutori della Giunta con i quali confrontarsi. E purtroppo non è stata la prima volta” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.
Radicali, coltivazione di cannabis in casa
CUNEO, I RADICALI BLENGINO E FIORITO: “LA DERIVA PROBIZIONISTA E ANTISCIENTIFICA DI QUESTA DESTRA DI GOVERNO VA OSTEGGIATA”
Con due video pubblicati su YouTube il ventitreenne Filippo Blengino, Segretario di Radicali Cuneo “G. Donadei” e vice-Presidente del Comitato nazionale di Radicali Italiani, e il trentatreenne Raffaele Fiorito, Presidente di Radicali Cuneo, hanno annunciato di aver iniziato una “disobbedienza civile” in casa. Nel video i due radicali hanno seminato una piantina di cannabis con THC (il principio attivo) e annunciato di voler portare avanti la coltivazione. È la seconda volta per i radicali cuneesi: già nel 2021 Blengino aveva coltivato pubblicamente cannabis in casa ed era stato denunciato dalla Polizia di Stato, dopo essere comparso in video per annunciare un corso di autocoltivazione, per istigazione al consumo di sostanze stupefacenti. Il procedimento venne archiviato dal GIP per non aver commesso reato, ma Blengino era stato ammonito dalla Prefettura di Cuneo.
“Coltiveremo in casa le nostre piante documentando periodicamente la loro crescita – hanno dichiarato in una nota i due esponenti-. Davanti ad un sistema proibizionista che intasa i tribunali, riempie le carceri, rovina vite e toglie libertà a fronte di una sostanza che è meno pericolosa di altre droghe legali, come alcol e tabacco, non possiamo che violare la legge per denunciare l’insensatezza di un sistema proibizionista fallimentare. Lo facciamo, assumendocene tutte le responsabilità, perché in Italia ci sono circa sei milioni di consumatori di cannabis che vogliono smettere di regalare miliardi di euro alle mafie ogni anno. Vogliamo una norma che regoli l’autocoltivazione domestica, ma anche la produzione. La legalizzazione porterebbe nuovi posti di lavoro, garantirebbe prodotti sicuri e controllati, darebbe alle Forze dell’ordine più risorse per la lotta al crimine vero. Gli esempi dei Paesi che hanno legalizzato sono lampanti. Eppure, questa destra di Governo che fa della demagogia e dell’atteggiamento antiscientifico il proprio mantra, proprio non vuole capirlo. Per questo abbiamo dato il via a questa disobbedienza civile, a cui si aggiungeranno altre iniziative a partire dalle prossime settimane. Siamo convinti che sia fondamentale accendere il dibattito e smontare tutte le frottole propagandistiche che siamo costretti a sentire ogni giorno – concludono.-”
“Il crollo di 5,7 punti percentuali nell’indice di gradimento dei Sindaci italiani incassato quest’oggi da Stefano Lo Russo è la dimostrazione che non era una nostra percezione il fallimento delle sue politiche nel capoluogo torinese ma che anche i torinesi stanno comprendendo che l’Amministrazione torinese è completamente allo sbando. Più attenta a ‘fare politica’ su temi nazionali ed etici che non ad affrontare i veri nodi irrisolti della Città. Il sindaco continua a non occuparsi infatti dei problemi reali che affliggono le famiglie torinesi: l’aumento del numero di reati denunciati polarizzato in alcuni quartieri in particolare, il senso di abbandono delle periferie dove è più alta la percezione di insicurezza, le nuove povertà, la fuga verso la prima/seconda cintura dei residenti e delle aziende, il proliferare di norme che penalizzano commercianti e automobilisti, la mancanza di attenzione verso le famiglie e i loro figli, il crescere dei tempi di percorrenza da una parte all’altra dell’agglomerato urbano, l’aumento del regime sanzionatorio e delle norme contro il commercio in particolare di prossimità, l’aumento della tassazione e delle multe e infine una gestione del verde pubblico sempre più approssimativo quando invece ancora pochi anni fa era fiore all’occhiello della città. Si tratta di un disastro le cui fondamenta erano già state messe in piedi già nell’ultimo Chiamparino e poi con Fassino, peggiorate con Appendino, ma che Lo Russo ha amplificato con la sua inazione o con la scelta di manager per le participate e assessori che continuiamo a ritenere non all’altezza perchè dettati da questioni di equilibri interni al Partito Democratico. Torino merita di meglio” è questo il commento del Senatore Roberto Rosso e di Marco Fontana rispettivamente coordinatore provinciale e comunale di Forza Italia a Torino dei dati pubblicati dal Sole24Ore.
Il sindaco di Torino Stefano Lo Russo è sceso al 47º posto tra i sindaci italiani nella classifica Governance Poll2023, realizzata dall’Istituto demoscopico Noto Sondaggi per il Sole 24 Ore. In Piemonte la sindaca di Cuneo, Patrizia Manassero è invece all’ottavo posto, nella top ten.
Per quanto riguarda i governatori, Alberto Cirio, presidente del Piemonte aumenta di gradimento e sale al sesto posto.
Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, è il sindaco più amato d’Italia con un consenso del 65%, superando Marco Fioravanti di Ascoli Piceno (64,5%) e Antonio De Caro di Bari (64%).Primo tra i governatori Stefano Bonaccini dell’Emilia Romagna forte del 69%, piazzatosi al primo posto davanti a Luca Zaia del Veneto.
Giachino (Fdi): “Torino ora rivendichi Expo 2033”
Se l’Italia piange Torino non ride
Giorgetti è stato sconfitto. Sul Mef se ne riparla a settembre. Perso un anno e la situazione è disperata e disperante. Mandare a casa Mario Draghi è stata la stupidità del secolo, ma come diceva la mia mamma: piangere sul latte versato è inutile. E poi la “borgatara” di Garbatella è incriticabile. Quando le parte l’embolo ritorna ad essere “briosa” come un tempo. Gli italiani ci hanno votato, voi opposizione muti. I bene informati sostengono che sia prigioniera dei suoi vecchi e sodali amici. Possibile. Sul fronte Ucraino Putin è decisamente in difficoltà. Non riesce a fermare il Pazzo della Wagner che ottiene l’immunità dopo il tentato golpe. Ed intanto continuano a morire come mosche soprattutto i civili che nulla possono. Sull ‘ immigrazione nulla di nuovo se non l’aumento degli sbarchi. Unica a star peggio dell’Italia è la nostra Città. Ora, addirittura la Juventus cambierà padrone. Magari …forse finita la guerra…oligarchi russi o più probabilmente qualche multinazionale cinese. Le altre “cose” di Torino languono con i ministri piemontesi fanno finta di non conoscere Torino ed il Piemonte.
Vero, aumentano produzione ed esportazioni, ma lo si deve al libero mercato ed alla bontà dei nostri prodotti. In altre parole la politica e i politici dove non toccano il boccino fanno l’unica cosa giusta.
Mala tempora currunt? Direi proprio di sì e diffidate di chi dice che tutto è sotto controllo. Sicuramente mente sapendo di mentire.
PATRIZIO TOSETTO